#Alessandro Crivelli
Explore tagged Tumblr posts
Text
Lions Club Bosco Marengo Santa Croce: una serata di auguri per sostenere la solidarietà
Durante la tradizionale serata degli auguri, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce ha raccolto 1.400 euro per l'Ospedale Infantile di Alessandria, destinati a strumenti per il test da sforzo cardiologico pediatrico.
Durante la tradizionale serata degli auguri, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce ha raccolto 1.400 euro per l’Ospedale Infantile di Alessandria, destinati a strumenti per il test da sforzo cardiologico pediatrico. Un gesto di solidarietà e amicizia.Il 29 dicembre 2024, il Lions Club Bosco Marengo Santa Croce, guidato dalla presidente Orietta Bocchio, ha organizzato la consueta serata degli…
#Alessandria#Alessandria today#Alessandro Bruno#Alessandro Crivelli#amicizia e solidarietà#Beneficenza#Bosco Marengo#Claudia Balduzzi#collaborazione tra club#comunità locale#Distretto Lions 108Ia2#Donazioni#eventi benefici#eventi di Natale#Eventi Locali#Fabrizio Priano#fondi per la salute#Google News#governatore Lions#iniziative umanitarie.#innovazione sanitaria#italianewsmedia.com#Lions Club#Lions International#Maria Erminia Zotta#Melvin Jones Fellow#Natale 2024#Orietta Bocchio#Ospedale Infantile Alessandria#Pier Carlo Lava
0 notes
Text
LE PROFEZIE DI SAN MALACHIA
Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizzò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa; secondo alcuni queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo. Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae".
La stragrande maggioranza di queste profezie è evidente che si sia avverata.
Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Esse sono costituite da 111 motti latini che descrivono in maniera impressionante i 111 papi che si sarebbero avvicendati sul trono di Pietro dal 1143 fino alla fine dei tempi.
Proviamo allora a confrontare i motti di Malachia con l'effettiva successione papale, anche se il gioco vale dal 1595 in poi, cioè dalla data in cui il testo apparve stampato.
1 Ex Castro Tiberi Celestino II (1143-1144) Il motto sembra alludere al paesino di origine di questo papa: nacque a Città di castello sul Tevere.
2 Inimicus expulsus Lucio II Caccianemici (1144-1145) Il motto potrebbe avere due spiegazioni: l'allusione al cognome (Inimicus) e la brutale fine di questo papa, che morì colpito da una pietra mentre veniva espulso dal Campidoglio.
3 Ex magnitude montis Beato Eugenio III (1145-1153) Pietro Pignatelli, nativo di Montemagno (Pisa), racchiude nel paese di origine il significato del motto.
4 Abbas Suburranus Anastasio IV (1153-1154) Corrado Suburri fu abate di S. Rudo.
5 De ruro albo Adriano IV (1154-1159) Nicholas Breakspear fu il solo Papa nato in Inghilterra, a Saint Albany. Il motto deriverebbe dalla città di nascita.
6 Ex tetro carcere Antipapa Vittore IV Gregorio Conti era Cardinale di S. Vittore, noto carcere milanese.
7 Ex ansere custode Alessandro III (1159-1181) Rolando Papero Bandinelli. Probabilmente il motto fa riferimento al cognome del pontefice, che si oppose duramente al Barbarossa, in quanto anser in latino significa "anatra".
8 De via Transtibertina Antipapa Pasquale III Guido da Crema ricoprì il ruolo di Cardinale in S. Maria in Trastevere (Transtibertina).
9 Lux in ostio Lucio III (1181-1185) Ubaldo Allucignoli fu Cardinale di Ostia. Nel motto appare chiaro il riferimento sia al nome papale, sia al cognome di origine, sia alla cittadina di Ostia.
10 De Pannonia Tusciae Antipapa Callisto III. Cardinale di Tuscolo, proveniva dall'Ungheria, che anticamente faceva parte di una vasta regione denominata Pannonia.
11 Sus in cribo Urbano III (1185-1187) Uberto Crivelli aveva nel proprio stemma l'immagine di un maiale (sus). La parola cribo, inoltre, sembra alludere in qualche modo al cognome Crivelli…
12 Ensis Laurentii Gregorio VIII (1187) Alberto Mosca era Cardinale di S. Lorenzo in Lucina. Nel suo stemma campeggia una spada (ensis)
13 De schola Exiet Clemente III (1187-1191) Paolo Scolari, Vescovo di Palestrina. Il riferimento al cognome è evidente.
14 De rure bovense Celestino III (1191-1198) Giacinto Orsini della Casata dei Borbone.
15 Comes signatus Innocenzo III (1198-1216) Giovanni Loterio dei conti di Tuscolo da Segni.
16 Canonicus de latere Onorio III (1216-1227) Cencio Savelli, canonico in Laterano.
17 Avis ostiensis Gregorio IX (1227-1241) Ugolino dei conti di Tuscolo da Segni, Cardinale di Ostia. Nel suo stemma appare un'aquila (avis)
18 Leo Sabinus Celestino IV (1241) Goffredo Castiglioni di Milano, Vescovo di Sabina Anche in questo caso nello stemma c'è un leone.
19 Comes Laurentius Innocenzo IV (1242-1254) Sinibaldo dei conti Fieschi, già cardinale di S. Lorenzo in Lucina.
20 Signus Ostiense Alessandro IV (1254-1261) Rinaldo dei conti di Segni, Cardinale di Ostia
21 Jerusalem Campaniae Urbano IV (1261-1264) Giacomo Troyes Pantaleone, nativo della Champagne e patriarca di Gerusalemme, eletto papa ancor prima di essere nominato cardinale.
22 Drago depressus Clemente IV (1261-1264) Guido le Gros di Saint Gilles. Nel suo stemma vi è un'aquila che tiene stretta tra gli artigli un grosso drago.
23 Anguineus vir Gregorio X (1271-1276) Teobaldo dei Visconti di Piacenza. Malachia lo indica come "uomo del serpente" (anguineus vir) perché nel suo stemma campeggia in evidenza un serpente.
24 Concionator gallus Innocenzo V (1276) Pietro di Parantasia, di origine francese (gallus) malgrado i soli cinque mesi di pontificato è unanimamente ricordato come un uomo di chiesa probo ed eccellente predicatore (concionator)
25 Bonus Comes Adriano V (1276). Ottobono de' Conti Fieschi morì prima di essere incoronato papa. Bonus da Ottobono?
26 Piscator tuscus Giovanni XXI (1276-1277) Pietro di Giuliani, famoso medico e filosofo, Cardinale di Tuscolo. Il suo nome di battesimo era quello del famoso pescatore, primo papa della Chiesa cattolica.
27 Rosa Composita Niccolò III (1277-1280) Nello stemma di Giangaetano Corsini appariva una rosa. Egli fu poi soprannominato "compositus" perchè nel corso del suo pontificato si impegnò sopratutto nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca.
28 Ex telonio liliacei Martinii Martino IV (1281-1285) Simon de Brie, canonico e tesoriere di S.Martino di Tours in in Francia. Nel suo stemma vi erano rappresentati alcuni gigli.
29 Ex rosa leonina Onorio IV (1285-1287) Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose.
30 Picus inter esca Niccolo IV (1288-1292) Il motto relativo a Gerolamo di Ascoli Piceno non è ben chiaro. L'unico accenno plausibile potrebbe essere quello alla città natale (picus).
31 Ex eremo celsus Celestino V (1294) Pietro Anglerio da Morrone fu eremita e fondatore dell'ordine dei Celestini.
32 Ex undarum benedictione Bonifacio VIII (1294-1303) Benedetto Caetani. Il motto si riferisce al suo nome di battesimo ed al suo stemma nel quale figurano delle onde marine.
33 Concionator patarens Benedetto XI (1303-1304) Nicolò Baccasini era nato a Patara e apparteneva all'ordine dei predicatori (concionator)
34 De fascis aquitanicis Clemente V (1305-1314) Lo stemma di Bertrand de Got è costituito da fasce parallele. Sotto il suo pontificato avvenne il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, vicino all'Aquitania.
35 De sutore orseo Giovanni XXII (1316-1334) Giacomo Duése era figlio di un umile calzolaio.
36 Corvus schismaticus Antipapa Nicolò V. Pietro Rinalducci, originario di Corvaro, fu tra i maggiori responsabili dello scisma d'Occidente.
37 Frigidus Abbas Benedetto XII (1334-1342) Giacomo Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero di Fontanafredda.
38 Ex rosa atrebatesi Clemente VI (1342-1352). Pietro Roger di Beaufort fu vescovo di Arras ed aveva un emblema con sei rose.
39 De montibus Pammachii Innocenzo VI (1352-1362) Nell'emblema di Stefano Aubert campeggiano sei montagne. Egli fu eletto papa mentre era cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato "Pammacchio".
40 Gallus vicecomes Urbano V (1362-1370) Guglielmo Grimoard, francese (gallus), fu Nunzio (comes) presso i Visconti di Milano.
41 Novus de Virgine fortii Gregorio XI (1370-1378) Nipote di Clemente VI, Ruggero di Beaufort fu Cardinale di Santa Maria Nuova (Virgine)
42 De cruce apostolica Antipapa Clemente VII Cardinale dei dodici apostoli. Il suo emblema raffigurava una grossa croce.
43 Luna cosmedina Antipapa Benedetto XIII Pietro de Luna, fu eletto papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin.
44 Schismo barcinonicum Antipapa Clemente VIII Canonico di Barcellona (barcinonicum) fu fautore di una politica volta a consolidare lo scisma.
45 De inferno pregnani Urbano VI (1378-1389) Bartolomeo Prignano, napoletano, nacque in una località denominata "inferno".
46 Cubus de mixtione Bonifacio VII (1389-1404) Lo stemma di Pietro Tommacelli era costituito da cubi.
47 De miliore sidere Innocenzo VII (1404-1406) Il motto si riferisce al cognome di Cosma Migliorati ed al suo stemma recante una stella.
48 Nauta de Ponte Nigro Gregorio XII L'espressione nauta (marinaio-barcaiolo) viene usata da Malachia per disegnare i papi che provenivano dalla città di Venezia. Angelo Corrier infatti era nato a Venezia ed era stato Cardinale Commendatario di Negroponte.
49 Flagellum solis Antipapa Alessandro V Pietro Filargiro aveva uno stemma in cui campeggiava un sole splendente. Malachia lo indica come flagellum perchè contribuì ad aggravare e radicalizzare lo scisma del papato.
50 Cervus Sirenae Antipapa Giovanni XXIII Baldassarre Cossa era nato a Napoli, città il cui emblema è rappresentato dalla sirena Partenope, ed aveva nello stemma l'immagine di un cervo.
51 Corona veli aurei Martino V (1417-1431) L'emblema di Ottone Colonna era una corona dorata.
52 Lupa coelestina Eugenio IV (1431-1447) Il simbolo di Gabriele Condolmer, canonico della compagnia dei Celestini, era una lupa.
53 Amator Crucis Antipapa Felice V Lo stemma di casa Savoia di cui Amedeo VIII era principe è una croce rossa su campo bianco. L'espressione amator si riferisce probabilmente al tormento interiore ed alle accese controversie che accompagnarono questo papa in tutto l'arco del suo antipontificato.
54 De modicitate lunae Niccolò V (1447-1455) Tommaso Parentuccelli era nato a Luni di Sarzana ed apparteneva ad una famiglia molto povera (modicitate).
55 Bos pascens Callisto III (1455-1458) Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo.
56 De capra et albergo Pio II (1458-1464). Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei Cardinali Capranica e Albergatti.
57 De cervo et leone Paolo II (1464-1471) Pietro Barbo era stato Cardinale di San Marco Evangelista (che ha per simbolo un leone alato) e Commendatario della Chiesa di Cervia.
58 Piscator minorita Sisto IV (1471-1484) Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore.
59 Praecursor Siciliae Innocenzo VIII (1484-1492) Giovanni Battista Cybo visse alla corte del re di Sicilia.
60 Bos Albanus in portu Alessandro VI (1492-1503) L'emblema di Rodrigo Borgia era um bue. Egli fu Cardinale e Vescovo di Albano e Porto.
61 De parvo homine Pio III (1503) Francesco Todeschi. Il motto farebbe riferimento al cognome materno Piccolomini.
62 Fructus Jovis juvabit Giulio II (1503-1513) L'emblema di Giuliano della Rovere era una quercia che nell'antichità veniva ritenuta albero sacro a Giove.
63 De craticule Politiana Leone X (1513-1521) Il nome del padre di Giovanni de' Medici era Lorenzo, santo martirizzato sulla graticola. L'espressione Politiana deriverebbe invece da Angelo Poliziano di cui egli fu discepolo.
64 Leo florentius Adriano VI (1522-1523) Adriano Florentz di Utrecht, ultimo papa non italiano prima di Wojtyla, aveva come stemma un leone.
65 Flos pilae Clemente VII (1523-1534). Giulio de' Medici, fiorentino, aveva nel proprio stemma una palla attorniata da gigli.
66 Hyacinthus medicorum Paolo III (1534-1549) Alessandro Farnese, cardinale dei SS. Cosma e Damiano, aveva gigli nel suo stemma.
67 De corona montana Giulio III (1550-1555). Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Il suo emblema raffigurava due corone.
68 Frumentum floccidum Marcello II (1555) Marcello Cervini nacque a Montepulciano. Il suo stemma raffigura un cervo e del frumento. Qui l'aggettivo floccidum sta ad intendere la breve durata del suo pontificato di solo 23 giorni. Egli fu l'ultimo Papa a non cambiare nome all'atto dell'elezione; egli così confermò un'altra leggenda, la quale vuole un pontificato brevissimo per i Papi che conservano il proprio nome.
69 De fide Petri Paolo IV (1555-1559) Giampietro Carafa fu promotore del Tribunale della Fede. Il Petri ricorda la "pietra" su cui fu fondata la chiesa.
70 Aesculapii pharmacum Pio IV (1559-1565) Giovanni Angelo de' Medici. Il motto sembra derivare dal cognome della casata. Esculapio, infatti, era considerato il dio della medicina e primo medico della storia.
71 Angelus nemorosus Pio V (1566-1572) L'aggettivo nemorosus (boscoso) starebbe ad indicare il luogo di nascita (Bosco in provincia di Alessandria) di Michele Ghisleri.
72 Medium corpus pilarum Gregorio XIII (1572-1585) Ugo Boncompagni, passato alla storia come l'ideatore del Calendario Gregoriano, aveva nello stemma un mezzo drago e due sfere.
73 Axis in medietate signi Sisto V (1585-1590). Felice Perretti aveva come stemma un leone diviso a metà da un'ascia.
74 De rori coeli Urbano VII (1590) Il motto potrebbe derivare dal fatto che Giovanbattista Castagna fu Arcivescovo di Rossano, cittadina nella quale tradizione si dice fosse caduta la manna dal cielo.
75 De antiquitate urbis Gregorio XIV (1590-1591) Nicola Sfrondati proveniva dall'antica cittadina di Cremona. Ma sarà davvero questo che Malachia intendeva?
76 Pia civitas in bello Innocenzo IX (1591) Il motto sembra indicare il ruolo di sostegno del suo pontificato in un periodo storico caratterizzato da cruente guerre.
77 Crux romulea Clemente VIII (1592-1605) Ippolito Aldobrandini apparteneva ad una nota famiglia originaria di Roma ma da tempo radicatasi a Firenze. Nel suo stemma campeggia una croce romana.
78 Undosus vir Leone XI (1605) Il motto si riferisce probabilmente alla brevissima durata del suo pontificato, ma è solo un'ipotesi.
79 Gens perversa Paolo V (1605-1621) Camillo Borghese pare avesse cambiato (perversum) il suo cognome (gens) da laico.
80 In tribulatione pacis Gregorio XV (1621-1623). Alessandro Ludovisi, istitutore della "Propaganda Fide", nel corso di tutto il suo pontificato fu faticosamente impegnato a sedare guerre e controversie politiche.
81 Lilium et rosa Urbano VIII (1623-1644). Lo stemma di Maffeo Barberini era animato da api che volano su gigli e rose.
82 Jacunditas crucis Innocenzo X (1644-1655) Giovanni Battista Pamphily fu proclamato papa nel giorno dell'esaltazione della croce.
83 Montium custus Alessandro VII (1655-1667) Lo stemma di Fabio Chigi era costituito da tre colline su campeggiava una stella. Questo papa istituì nella capitale un Monte di Pietà.
84 Sidus olorum Clemente IX (1667-1669) L'elezione di Giulio Rospigliosi avvenne nella camera dei cigni (olorum).
85 De flumine magno Clemente X (1670-1676) Emilio Altieri fu eletto papa in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena (flumine magno)
86 Bellua insatiabilis Innocenzo XI (1676-1689) Benedetto Odescalchi aveva nello stemma un'aquila e un leone.
87 Poenitentia gloriosa Alessandro VIII (1689-1691) L'elezione di Pietro Ottobuoni avvenne nel giorno di San Brunone, Santo ricordato per essere stato uno dei più grandi penitenti della Chiesa cattolica. Però si tratta di un legame troppo labile.
88 Rastrum in porta Innocenzo XII (1691-1700) Antonio Pignatelli apparteneva all'omonima illustre casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata "del rastrello"
89 Flores circumdati Clemente XI (1700-1721) Giovanni Francesco Albani aveva uno stemma incorniciato da fiori.
90 De bona religione Innocenzo XIII (1721-1724). Michelangelo Conti, condannò aspramente ogni forma di eresia ed in particolare Giansenismo e Quietismo.
91 Miles in bello Benedetto XIII (1724-1730) Pier Francesco Orsini. L'epoca del suo pontificato fu caratterizzata da aspre guerre di successione.
92 Columna excelsa Clemente XII (1730-1740) Lorenzo Corsini è ricordato sopratutto per i grandi e lussuosi edifici che fece erigere.
93 Animal rurale Benedetto XIV (1740-1758) Prospero Lambertini di Bologna fu uno dei Papi più amati della storia, ma non è affatto chiaro a cosa si riferisca Malachia. Io avanzo un'ipotesi: prima di entrare nel lunghissimo Conclave da cui uscì Papa, dichiarò: « Se vorranno eleggere un asino, eleggeranno me. » Come sempre accade in questi casi, fu tutto fuorché un asino…
94 Rosa Umbiae Clemente XIII (1758-1769) Durante il pontificato di Carlo Rezzonico venne istituito l'ordine francescano che ebbe la sua prima sede in Umbria.
95 Ursus velox Clemente XIV (1769-1774) Lorenzo Ganganelli, passato alla storia per aver sciolto l'ordine dei Gesuiti, aveva nel proprio stemma l'immagine di un orso.
96 Peregrinus Apostolicus Pio VI (1774-1799) Il motto si spiega con le vicissitudini che questo Papa dovette affrontare. Giovanni Angelo Braschi, infatti, dovette recarsi fino a Vienna per tentare di convincere l'imperatore Giuseppe II ad abrogare delle misure anticlericali da lui adottate sotto l'influsso dei filosofi illuministi; poi, scoppiata la Rivoluzione Francese, fu fatto prigioniero dai napoleonici e condotto da questi prima a Siena, poi a Bologna ed infine a Parma. Morì in esilio, solo ed odiato, a Valence, nel Drome; « Pio VI ed ultimo », scrisse lo sprezzante gendarme giacobino che ne constatò il decesso. Grazie a Dio era in errore.
97 Aquila rapax Pio VII (1800-1823) Gregorio Barnaba discendente dei conti Chiaramonti fu fatto prigioniero da Napoleone Bonaparte il 3 luglio 1809, e deportato a Fointaneblau, presso Parigi, anche a causa del fatto che egli si era rifiutato di avvallare il divorzio tra l'empereur e Giuseppina Beuharnais. In questo caso l'aquila rapace starebbe ad indicare lo stemma napoleonico, su cui campeggiava proprio un'aquila.
98 Canis et coluber Leone XII (1823-1829) Annibale della Genga fu definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente. Ma forse l'attribuzione è a posteriori, cioè derivata direttamente dall'epiteto di Malachia.
99 Vir religiosus Pio VIII (1823-1830) Il misticismo è stato una delle maggiori caratteristiche del pontificato di Francesco Saverio dei Castiglioni. Ma basterà? Proprio la vaghezza di molte tra le profezie di Malachia è usata come argomento da chi nega ogni autenticità a questa lista e, almeno in questo caso e nel precedente, sembra aver ragione.
100 De balneis Etruriae Gregorio XVI (1831-1846) Bartolomeo Alberto Cappellari era stato generale dell'ordine dei Camaldolesi, ordine nato in terra di Etruria, nella regione il cui nome romano era Balnea, essendo ricca di acque termali.
101 Crux de cruce Pio IX (1846-1878) Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, il più lungo di tutta la storia, Roma divenne capitale dell'Italia unita. Lo stemma della dinastia sabauda, come tutti sanno, è una croce bianca in campo rosso: sulla città di Roma alla croce papale si sovrappose quella sabauda!
102 Lumen de coelo Leone XIII (1878-1903) L'emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa sullo sfondo del cielo.
103 Ignis ardens Pio X (1903-1914) Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli combatté il Modernismo.
104 Religio depopulata Benedetto XV (1914-1922) Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all'enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio dalla Spagna, un paese cattolico.
105 Fides intrepida Pio XI (1922-1939) La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e soprattutto contro il fascismo ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, "Con ardente preoccupazione").
106 Pastor angelicus Pio XII (1939-1958) Eugenio Pacelli fu pastore della chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di essere la guida spirituale e materiale di un mondo che si preparava a risorgere dalla ceneri della guerra. A papa Pio XII tra l'altro fu dedicato un film che portava come titolo proprio "Pastor Angelicus".
107 Pastor et nauta Giovanni XXIII (1958-1963) Angelo Roncalli era di umili origini (pastor), fu Patriarca di Venezia (nauta) e traghettò la Chiesa nel mare ignoto della modernità attraverso il Concilio Vaticano II. Una curiosità: tra i papabili del Conclave del 1958 c'era il cardinale francoarmeno Agagianian, il quale sullo stemma aveva un pastore e un'ancora. Se fosse stato eletto lui, la profezia si sarebbe realizzata davvero in modo clamoroso!
108 Flos florum Paolo VI (1963-1978) "Flos Florum", cioè fiore dei fiori, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Nello stemma di Giovanbattista Montini appaiono difatti tre gigli.
109 De medietate lunae Giovanni Paolo I (1978) Il pontificato di Albino Luciani, già Patriarca di Venezia, è definito "il tempo di una luna" con riferimento al mese lunare. Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto al 28 Settembre 1978: solo 33 giorni! Alcuni però hanno contestato quest'attribuzione, essendo la durata di mezzo mese lunare di soli 14 giorni. Forse il "medietate" del motto va invece inteso come "mediazione", nel senso di un pontificato di transizione data la sua brevità. Anche il nome al secolo del pontefice dà adito a suggestive speculazioni, alludendo a "luce albina", cioè bianca, ovvero al pallido candore della Luna.
110 De labore solis Giovanni Paolo II (1978 - 2005) Karol Wojtyła verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole. Altri invece ricordano che Karol Wojtyła nacque durante un'Eclisse di Sole, e che incredibilmente ce ne fu una anche il giorno del suo funerale, l'8 aprile 2005, anche se visibile solo dalle Americhe. Meno probabile appare invece l'interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico "faticò" per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.
111 De gloria olivae Benedetto XVI (2005 - 2013) Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio".
Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!
Petrus Romanus L'ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia."
0 notes
Text
Lorenzo di Alessandro da Sanseverino (Sanseverino Marche, Macareta, noticias de 1468 a 1501)
Santa María Magdalena, la Virgen y San Juan Evangelista lloran por Cristo muerto
Alrededor de 1490-1495
Témpera sobre madera
Inventario 1890 no. 3142
La luneta quizás originalmente culminaba el retablo que representa Las bodas místicas de Santa Catarina de Siena hoy en la Galería Nacional de Londres. La representación escorzada de los cuerpos y la tumba de piedra presuponen un punto de vista desde abajo. De deslumbrante riqueza cromática, la obra revela la influencia de la pintura del veneciano Carlo Crivelli, muy activo en las Marcas.
Tal vez provenga de la iglesia dominicana de Santa Lucía en Fabriano.
Información de Le Gallerie degli Uffizi, imagen mía.
0 notes
Text
Milan’s Zona Tortona Mansion, LA
Milan’s Zona Tortona Mansion, LA, Los Angeles Luxury Home, Californian Real Estate, LA Architecture Images
Milan’s Zona Tortona Mansion in Los Angeles
Mar 18, 2022
Milan’s Zona Tortona Mansion, LA, is now being offered for sale at $38.5 million!
Location: Los Angeles, California, USA
Source:www.toptenrealestatedeals.com
Milan’s Zona Tortona Mansion, LA
What Milan’s Fashion District Designer Created For His Los Angeles Home! Formerly a gritty industrial zone, Milan’s Zona Tortona has become a lively enclave filled with independent fashion studios and boutiques. Where the movers and shakers of the fashion world, celebrities such as Rihanna, Rita Oro, Sharon Stone and Anna Wintour, recently attended Milan Fashion Week. And where the most important fashion design companies create and show off their newest trends.
The Zona Tortona neighborhood’s dramatic transformation is the work of Los Angeles-based developer Alessandro Cajrati Crivelli, who also developed the Manhattan building that houses New York’s own Fashion Week. Head of investment and development firm Estate Four and founder of luxury co-working space and social club Spring Place, Crivelli is responsible for developing several notable celebrity residences, including a Holmby Hills mansion that was home to Jay-Z and Beyoncé and a building in London that hosted Tom Ford.
In 2015, the visionary developer collaborated with world-renowned architect Felicity Bell to construct a custom-built contemporary estate at the end of a cul-de-sac in LA’s highly-coveted lower Bel-Air. Originally listed for $43 million in 2019, the residence is now being offered for sale at $38.5 million. The ultra-private, ultra-luxurious compound includes an acre and a quarter of landscaped grounds and a meticulously crafted 12,282-square-foot mansion with seven bedrooms and nine bathrooms.
Nestled behind modern gates, a private driveway lined with mature trees leads up to the mansion. The home is entered through a sky-lit gallery that leads into an expansive open-floor-plan space with 20-foot ceilings and a dual fireplace that divides the living and dining rooms. High ceilings, blonde hardwoods, and plenty of windows throughout the home provide a clean, contemporary aesthetic.
Floor-to-ceiling electric glass doors let in tons of natural light and seamlessly connect the indoor and outdoor entertainment zones. A sprawling lawn, spectacular infinity pool, outdoor dining and lounging areas, plus an expansive motor court provide plenty of opportunities for hosting guests in style, while state-of-the-art smart home technology keeps everything running smoothly.
The residence includes both a custom chef’s kitchen with professional-grade appliances and a second prep kitchen attached to the formal staff quarters. The spacious office with its own en-suite and custom artist’s studio are perfect for the creative types. The wellness center features a full-size indoor lap pool. The master suite takes advantage of its second-story location to showcase incredible city views. Dual walk-in closets and an opulent bath complete the experience.
Bel Air is one point of LA’s Platinum Triangle, which includes Beverly Hills and Holmby Hills. Consistently ranked among the world’s most expensive neighborhoods, it is known for its one-of-a-kind mansions and celebrity residents. Although Bel Air proper is almost entirely residential, the estate is convenient to the Bel-Air Country Club, the famous shopping district at Rodeo Drive, and UCLA and accessible to LAX, Downtown LA, and Hollywood. Just a few of its illustrious neighbors include Justin Bieber, Taylor Swift, Miley Cyrus, Kylie Jenner, and Jennifer Lawrence.
The listing is held by Aaron Kirman of Aaron Kirman Group at Compass
Photo Credit: Marc Angeles
Source:www.compass.com
Milan’s Zona Tortona Mansion, Los Angeles images / information received 180322
Location: Los Angeles, Southern California, USA
Culver City Buildings
Contemporary Culver City Architecture
Mayumi Housing Architect: ShubinDonaldson photograph : Benny Chan Mayumi Housing Culver City
Second House in Culver City Architects: FreelandBuck photograph : Eric Staudenmaier Second House in Culver City
Vespertine Culver City Building, L.A. Design: Eric Owen Moss Architects image courtesy of architects office Vespertine Culver City Building, L.A.
Architecture in Los Angeles
L.A. Architectural Projects
Los Angeles Architecture Links – chronological list
Architecture Tours Los Angeles by e-architect
New Los Angeles Buildings
Gardenhouse, Wilshire Boulevard, Beverley Hills, CA Design: MAD Architects image Courtesy architecture office Gardenhouse Wilshire Boulevard
Mirror House, Beverly Hills Architects: XTEN Architecture photos : Art Gray Mirror House in Beverly Hills
American Architecture
American Architects
Comments / photos for the Milan’s Zona Tortona Mansion, LA page welcome
The post Milan’s Zona Tortona Mansion, LA appeared first on e-architect.
0 notes
Photo
GIANCARLO DA LIO E TIZIANA BARACCHI PRESENTANO ARTISTI IN CORNICEE' un progetto internazionale nato nel 2003 e scaduto il 30 luglio 2010, ideato da Giancarlo Da Lio e Tiziana Baracchi. La cornice in realtà è il telaio di una vecchia tela che racchiude nella sua semplicità un profondo significato da sempre sottolineato dall'ideologia del Movimento ITINERARI 80 e dal Manifesto dell'Iperspazialismo. Non è un incorniciare per rendere più gradevole ma è un atto più profondo. E' un riconoscere artisti che sono riusciti con il loro operare ad essere al di là di quei limiti che tanta sicurezza offre ai tradizionalisti. Artisti che fanno capo ad un network che poco ha a che vedere con il sistema dell'arte troppo limitante per chi ha ancora la forza di sognare e credere in sogni che spesso si trasformano in realtà.Giancarlo Da Lio Artisti in corniceAngela Netmail, Benjamin Böhm, Osvaldo Forno, Karl Hacker, Paolo Conti, Ruud Jansen, Peter Netmail, Piermario Ciani, Sergej Segay, Zita Noè, Henning Mittendorf, Micheal Fox, Ad Breedveld, Bernd Reichert, Buz Blurr, Frips, Guido Vermeulen, Jöel Thėpault, Josè Vendenbroucke, Luc Fierens, Reid Wood, Rémy Pénard, Gianni Donaudi, Valentino Montanari, Carmela Corsitto, Gianni Noli, Helmut King, Paolo Rosso, Elisabeth Zoe Zois, Lynn Palmiter, Claudio Grandinetti, Yolaine Carlier, Susanna Lakner, Singo, Mizoguchi, Roberto Scala, Fulgor Silvi, Ryosuke Cohen, Dino Sileoni, Dawn Redwood, Gunther Ruch.Madison Morrison, Marc de Hay, Pascal Lenoir, Johan Van Geluwe, Ko de Jonge, Miche Van Den Broeck, Mauro Gentile, Matteo Albertin, Laura Cristin, Marc Coene, Marco Pasian, Antonio Sassu, Patrick Anderson-McQuoid, Franco Piri Focardi, Maurizio Piccirillo, Eugenie Dubreuil, Georges Chatain, Isabelle Braud, Serge Vigne, Pierre Digan, Gianluca Scordo, Baudhuin Simon, Petra Weimar, Gunter Grundmann, Rüdiger Westphal, Reinhard Hammann, Leticia Tonon, Kurt Stiliachus, Christa Behmenburg, Bob Lens, Ilkka Juhani Takalo Eskola, Renata Galiazzo, Silvio De Campo, Matthew Rose, Maryse Foure, Sylvie Gallet, Paul Tiilila, Ed Varney, Marleen van Engelen, Pete Spence, Claudio Parentela, Miguel Jimenez.Mariano Bellarosa, Valentina Crivelli, Francesco Cucci, PLG, Paola Rivabene, Luigi Starace, Jürgen Olbrich, Vincenzo Montella, Setyo Mardiyantoro, Christian Alle, Daniel Daligand, Rafique Sulayman, Giosuè Marongiu, Lamberto Caravita, Alessandro Bertacchini, Fiorenzo Barindelli, Astrid Furnival, John Furnival, Bill Wilson, Pino Conestabile, Rod Summers, Christine Le Roy, Roswitha Guillemin, Renato Sclaunich, Dino Patroni, Maurizio Follin, Tito Truglia, Cesar Reglero, Isabel Jover, Bruno Cassaglia, Eligio Leschiutta, Pierpaolo Limongelli, Michi Dei Rossi, Roberto Keppler, Horst Baur.
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=QPDDTDlKScA
0 notes
Text
Prosegue la stagione operistica nel capoluogo ligure e questa volta, a essere sponsorizzato e annunciato a gran voce, uno dei titoli forse tra i più noti anche ai “profani” del genere. Ma il rossiniano barbiere, che si prospettava incredibile e perfetto, sorprende
Rossini è Rossini, (quasi) sempre allegro, brioso, movimentato, arguto nelle musiche e nella scelta dei soggetti. Ecco dunque debuttare Il barbiere di Siviglia, commedia in due atti tratta dall’omonima pièce di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, i cui ingredienti sono la grandiosa partitura, il divertente libretto, l’intelligente costruzione narrativa e la teatrale personalità dei protagonisti. Ci sono tutti gli elementi della tavola periodica lirica ma qui pare mancare il preciso ed equilibrato chimico.
Sin dalla nota Sinfonia dell’Overture la direzione del maestro Casellati non convince: manca di qualcosa, sembra non sviluppare in modo vivace potenza e pare trattenuto, troppo didattico. La direzione inoltre sembra in più casi non riuscire a equilibrare solisti, coro e orchestra con quest’ultima che, spesso, non viene nemmeno superata dai cantanti.
Sul podio vocale troviamo i grandi protagonisti: Rosina (Annalisa Stroppa, Mezzosoprano), il barbiere Figaro (Alessandro Luongo, Baritono) e don Bartolo (Paolo Bordogna, Basso). La Stroppa è davvero un esempio incarnato di belcantismo come emerge dalla sua cavatina Una voce poco fa. Ma non è solo voce, è anche interpretazione tutta personale che dà quel tocco azzardato e fa della fanciulla un personaggio e non una sagoma, una Rosina fresca e giovane che piace, brava! Colpisce Figaro: è potente davvero (forse anche troppo per il pubblico genovese), Luongo prende la famosa Largo al factotum e lo interpreta con personalità, con spirito da cavatina diremmo, brioso e nei gesti e nella voce che non risente del frenetico ma azzeccato modo con cui presenta il protagonista. Sebbene paia in alcuni momenti forse troppo esagerato, lui piace ed è giustamente applaudito. E quindi Don Bartolo, davvero profondo, anche per lui applausi meritatissimi. Se i due protagonisti possono mostrare alcune crepe, Bartolo è perfetto specialmente nella voce.
Rimane il Conte d’Almaviva (Renè Barbera, Tenore), difficile da incasellare: in diversi momenti pare debba dover scaldare la voce prima di raggiungere il giusto livello, buono ma che arriva in parabola ascendente in entrambe gli atti. Il Conte e Figaro tuttavia superano a pieni voti il duetto All’idea di quel metallo per voce ed interpretazione. Infine, va citato Fiorello (Roberto Maietta, Baritono) protagonista con il coro nell’Introduzione che soddisfa per il ruolo.
Dal punto di vista registico, va citato sicuramente il finale dell’atto I nel quale i protagonisti eseguono il pezzo finale seduti circondati dalle masse corali e immersi nelle scenografie: una scelta che dipinge un quadro in carne e ossa e soddisfa non solo l’orecchio ma anche l’occhio. Lo stesso vale per il finale: colorato, floreale, complesso ma ordinato, un secondo quadro, uno per ogni atto.
Per le scenografie, infine, basta un nome: Luzzati, un nome, una garanzia. Una messinscena che nel complesso trova più punti di critica che di forza, che cerca di tenere alta l’attenzione esagerando l’aspetto comico (già sufficiente nelle righe del testo). Per Gioachino Rossini e per Il barbiere di Siviglia si poteva dare di più.
«Annodar due cori amanti è piacer che egual non ha» Coro, Atto II scena 11
#gallery-0-3 { margin: auto; } #gallery-0-3 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 14%; } #gallery-0-3 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-3 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Barbiere (14)
Barbiere (13)
Barbiere (3)
Barbiere (2)
Barbiere (1)
Barbiere (8)
Barbiere (7)
Barbiere (9)
Barbiere (10)
Barbiere (11)
Barbiere (12)
Barbiere (4)
Barbiere (5)
Barbiere (6)
Lo spettacolo è andato in scena Teatro Carlo Felice passo Eugenio Montale 4, Genova mercoledì 15, giovedì 16 e venerdì 17 gennaio ore 20 sabato 18, domenica 19 e martedì 21 gennaio ore 15
Il barbiere di Siviglia Direttore d’Orchestra, Alvise Casellati Regia, Filippo Crivelli Scene, Emanuele Luzzati
Con Alessandro Luongo, Figaro Annalisa Stroppa, Rosina René Barbera, Il Conte di Almaviva Paolo Bordogna, Don Bartolo, Giorgio Giuseppini, Basilio Simona Di Capua, Berta Roberto Maietta, Fiorello Costumi, Santuzza Calì Luci, Luciano Novelli Assistente alla regia, Marco Castagnoli Assistente ai costumi, Paola Tosti Allestimento Teatro San Carlo di Napoli Coro e Orchestra del Teatro Carlo Felice Maestro del Coro, Francesco Aliberti Maestro ai recitativi, Sirio Restani durata circa 170 min con intervallo
Il barbiere di Siviglia Prosegue la stagione operistica nel capoluogo ligure e questa volta, a essere sponsorizzato e annunciato a gran voce, uno dei titoli forse tra i più noti anche ai “profani” del genere.
#Alessandro Luongo#Alvise Casellati#Annalisa Stroppa#Emanuele Luzzati#Filippo Crivelli#Francesco Aliberti#Giorgio Giuseppini#Paolo Bordogna#Recensione Il Barbiere di Siviglia#René Barbera#Roberto Maietta#Simona Di Capua
0 notes
Text
April 21 in Music History
1546 Birth of composer Arcangelo Crivelli.
1672 Birth of composer Johann Philipp Kafer.
1730 Birth of composer Antonin Kammel.
1749 Birth of composer Johann Michael Malzat.
1772 Death of soprano Marie Justine Benoîte Duronceray Favart.
1779 Birth of composer William Knyvett.
1784 FP of Mozart's Violin Sonata in Bb, K. 454. Emperor Joseph II, with the composer at the piano and Italian violinist Regina Strinasacchi at Vienna's Kärtnertor Theater. Mozart also played his Concerto No. 17 in G, K. 453.
1814 Birth of composer Beni Egressy.
1824 Birth of composer Anselmo Clave.
1829 20-year-old composer Felix Mendelssohn arrives in London for his first visit.
1845 FP of Albert Lortzing's opera Undine at the Stadttheater in Magdeburg.
1853 Birth of composer Charles-Theodore Malherbe.
1854 Birth composer Wladyslaw Rzepko.
1871 Birth composer Vojtech Rihovsky.
1871 Birth of German composer and conductor Leo Blech.
1880 Birth of American soprano Estelle Liebling in NYC.
1882 Birth of Canadian tenor W. H. Anderson.
1887 Death of American baritone Harry De Garmo in Detroit.
1888 Birth of American composer Felix Deyo.
1889 FP of G. Puccini's opera Edgar at the Teatro alla Scala in Milan.
1889 Birth of Russian-American violinist, composer Efrem Zimbalist.
1891 Death of Dutch composer Johannes Worp in Groningen.
1892 Birth of composer Jaroslav Kvapil.
1899 Birth of composer Clement D'Hooghe.
1899 Birth of American composer Randall Thompson in NYC.
1901 Birth of Spanish composer Juan Julian Bautista in Madrid.
1902 Birth of Polish baritone Jerzy Czaplicki in Warsaw.
1911 Birth of American baritone Leonard Warren.
1907 Birth of composer Antoni Szalowski.
1915 Birth of composer Andor Kovach.
1917 Birth of Israeli painter, violist, and conductor Emanuel Vardi.
1918 Death of Italian baritone Antonio Pini-Corsi in Milan.
1918 FP of Prokofiev's Classical Symphony in Petrograd.
1920 Birth of Italian composer and conductor Bruno Maderna in Venice.
1921 Birth of mezzo-soprano Sieglinde Wagner in Linz, Austria.
1921 Death of soprano-castrato Alessandro Moreschi.
1922 FP of Frederick Converse's Symphony No. 2. Boston Symphony, Pierre Monteux conducting.
1927 Birth of Italian soprano Suzanne Sarroca in Carcassone.
1931 Birth of bass-baritone Bengt Rundgren in Karlskrona.
1933 Birth of American composer Arthur Custer.
1933 Birth of American composer Easley Blackwood in Indianapolis.
1936 Birth of composer Anthony Joseph Gnazzo.
1936 Birth of Swiss organist and harpsichordist Lionel Rogg.
1937 FP of A. Copland's play-opera for high school The Second Hurricane at the Grand Street Playhouse in NYC.
1939 Birth of English composer and pianist John McCabe in Liverpool.
1942 Birth of German soprano Karin Eickstaedt in Dessau.
1942 FP of L. Bernstein's Clarinet Sonata. David Glazer and the composer at the piano in Boston, MA.
1946 Birth of Bulgarian soprano Galia Joncheva.
1948 FP of Ralph Vaughan William' Sym no. 6. Royal Albert Hall, Sir Adrian Boult conducting the BBC SO, in London.
1950 Birth of American conductor Richard Bernas.
1951 Death of Swedish soprano Olive Fremstad.
1952 Birth of American soprano Jill Feldman in Los Angeles, CA.
1958 Death of bass Giulio Neri.
1961 Death of American tenor James Melton at 57.
1966 Birth of Chinese composer Melissa Hui in Hong Kong.
1970 Birth of American composer Allen James Teague in Aurora, MN.
1973 FP of Sire Arthur Bliss' Variations for orchestra. Leopold Stokowski conducting in London.
1985 FP of Morton Feldman's For Philip Guston for chamber ensemble, in NYC.
1988 FP of L. Bernstein's Missa Brevis Atlanta Symphony Chorus conducted by Robert Shaw.
2004 FP of Nathan Currier´s Gaian Variations.
.
0 notes
Link
SANT’ ELPIDIO A MARE – Ritorna nella sua sede naturale il trittico “La visitazione della Vergine ad Elisabetta” del Crivelli dopo una trasferta a Fermo in occasione della mostra “Il Quattrocento a Fermo”. Questa mattina, alla presenza del vice sindaco Mirco Romanelli, dell’assessore Stefania Torresi e dei consiglieri comunali Francesco Lepri, Paolo Maurizi ed Alessandro Morresi, l’opera è stata riposizionata all’interno della Pinacoteca civica.
A sovrintendere le operazioni la dottoressa Francesca Ascenzi, peraltro curatrice del restauro dell’opera che, finanziato con fondi comunali ed in parte con l’art bonus grazie all’interessamento dell’avvocato Gennaro Natale, è terminato proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra “Il quattrocento a Fermo”.
L’opera è stata sistemata su un piedistallo provvisorio, gentilmente messo a disposizione dal Comune di Fermo che l’Amministrazione Comunale ringrazia per la disponibilità. Si sta provvedendo ad effettuare le modifiche necessarie al supporto, anche in vista del nuovo allestimento complessivo della sala.
“Ora il trittico di Vittore Crivelli Visitazione a Santa Elisabetta può essere ammirato accanto al Polittico “Incoronazione della Vergine” nella Sala Crivelli, opera rientrata definitamente dalla mostra di Loreto ad aprile – dice il vice sindaco Mirco Romanelli – che subirà entro la prossima primavera dei lavori migliorativi per un nuovo allestimento atto ad accogliere e valorizzare al meglio anche la piccola tavola, sempre crivellesca, raffigurante un Frate francescano orante, ora in restauro. Finalmente tutte le opere del Crivelli potranno essere ammirate e contemplate insieme nella Pinacoteca Civica, già convento dei Filippini, riaperta lo scorso 7 agosto”.
“La Pinacoteca non è solo contenitore o luogo espositivo – aggiunge l’assessore Gioia Corvaro – ma è inteso da questa Amministrazione come polo propulsore di cultura e saranno organizzati eventi e iniziative per bambini, famiglie, appassionati d’arte o semplici curiosi. Le opere rappresentano un patrimonio vivo ed orante e non possiamo altro che comunicarne l’enorme valore e trasmetterlo alle giovani generazioni. La civiltà di una comunità si misura anche dalla sua capacità di conservazione e valorizzazione delle sue ricchezze”.
Il sindaco Terrenzi, in questi giorni in missione istituzionale a Minsk, auspica che sempre più turisti scoprano i nostri tesori, anche visitato la Pinacoteca “V. Crivelli”. Per informazioni su orari di apertura ed ingressi alla Pinacoteca Civica si può contattare l’ufficio turistico 0734.8196407.
0 notes
Text
New Post has been published on Titos London
#Blog New Post has been published on http://www.titoslondon.co.uk/when-did-bad-taste-become-good-fashion/
When did bad taste become good fashion?
Full disclaimer: I wrote this article to formulate my own thoughts on camp and kitsch—how the two concepts evolved, where they overlap and how often one is mistaken from the other. In a world of people obsessed with perfecting every tiny detail of their digital footprint, where’s the place for the (nearly synonymous with bad taste) aesthetics of camp and kitsch—especially in fashion? Why are they thought of in the same breath, and, if both are considered below the exacting standards of sophistication, what has brought them back into the sartorialist’s vocabulary?
It all started with Balenciaga’s ironically ugly and overpriced handbags—all worth an eye roll and a can-you-believe-this head shake. The latest, gift-shop poster leather shoppers, made me prod further into the relevance of such print on a $1,790 handbag. The piece is a prime contender for the kitsch camp. And this was not the first time Balenciaga has mocked the It-girl essential with something so painfully garish as a gift-shop poster and whack!—laid it out in the midst of high-brow fashion, perhaps to elicit a reaction; remember the much-memed Blanket Square and the Ikea-inspired Carry Shopper? Demna Gvasalia rarely fails at shocking his audience, but he isn’t the only designer to walk down this road of supposed bad taste.
Tom Ford’s autumn/winter 2018 show bore an overriding ’80s touch—sequinned trousers and jackets aplenty. Take a closer look at the collection and you will see a jumper with the brand’s logo emblazoned in hot-fix rhinestones, not entirely unlike the designer label’s many rip-offs. It’s as though Ford openly challenges you take on a brazenly gaudy wardrobe. Alessandro Michele, current creative director at Gucci who once worked with Ford, has a taste for irreverence himself. From working with Trouble Andrew aka Gucci Ghost on capsule collections to deliberately misspelling the logo of the storied Italian house as ‘Guccy’, Alessandro Michele has long mixed high-brow and low-brow on the runway.
Meanwhile, at Comme des Garçons, Rei Kawakubo married sculptural pieces with Betty Boop and seemingly endless yards of ruffles, lamé and lace. Kawakubo’s work softly approached exaggeration, raising it into a near crescendo of fury.Notorious for not explaining her work to the audience and leaving it to individual perception, the Japanese designer, who was honoured with an exhibition at the Metropolitan Museum of Art last year, took us behind her mindset recently: “Camp is really and truly something deep and new, and represents a value we need. For example, there are so many so-called styles such as punk that have lost their original rebel spirit today. I think camp can express something deeper and give birth to progress.”
What is and isn’t
Here begins our journey of telling one apart from the other. German modernist writer Herman Broch wrote, “The maker of kitsch does not create inferior art, he is not an incompetent or a bungler, he cannot be evaluated by aesthetic standards; rather he is ethically depraved, a criminal willing radical evil.” Broch argued that this depravity, this willingness to go against what’s safe, is what defines kitsch in the first place. “The essence of kitsch is the confusion of the ethical category with the aesthetic category. It is not concerned with ‘good,’ but with ‘attractive’ work; it is the pleasing effect that is most important,” he said. Kitsch is usually the characteristic of a object—the Balenciaga handbag and the Tom Ford sweatshirt are prime examples. Often filed under tacky, something that appeals to a mass audience over those with better taste, it is an aesthetic that one loves to hate.
Camp on the other hand is a term most often used in reference to art, and celebrates exaggeration and lack of pretence. “Camp is esoteric—something of a private code, a badge of identity even, among small urban cliques,” wrote Susan Sontag in her essay Notes On “Camp”. “The hallmark of Camp is the spirit of extravagance. Camp is a woman walking around in a dress made of three million feathers. Camp is the paintings of Carlo Crivelli, with their real jewels and trompe-l’œil insects and cracks in the masonry. Camp is the outrageous aestheticism of Steinberg’s six American movies with Dietrich, all six, but especially the last, The Devil Is A Woman. In Camp there is often something démesuré in the quality of the ambition, not only in the style of the work itself. Gaudí’s lurid and beautiful buildings in Barcelona are Camp not only because of their style, but because they reveal—most notably in the Cathedral of the Sagrada Familia—the ambition on the part of one man to do what it takes a generation, a whole culture to accomplish.”
Camp and kitsch overlap constantly, and despite the literature separating one from the other, what both aesthetic sensibilities succeed in delivering is a sense of pride in subverting the norm. For instance, while Kawakubo’s clothing is a product that can be worn and hence categorised under kitsch, the designer addresses a sensibility that’s not entirely practical and offers the wearer a story, instead of being just another object in their wardrobe.
When bad fashion is in good taste
Why does fashion, an industry deeply vested in correcting aesthetic flaws, even associate with these? The answer is simple. Style is never just about clothing. Fashion is the collective emotion of thinkers and trend spotters reacting to their current environment. Think of RuPaul’s Drag Race—well in its 10th season and taking over Netflix feeds worldwide. Think of the unraveling gender binaries, the strengthening dialogue around inclusivity, and of the pressing need to find one’s identity in the vast, open expanse of social media—however radical it might be. Think of meme accounts like Freddiemade and Siduations, which offer humorous commentary on pop culture fashion. Somewhere in a world full of people hellbent on projecting the most ideal version of themselves, is a counterculture questioning this very chase for perfection. We may not see camp or kitsch in their traditional definitions now, but their presence in the current context can’t be ignored—which is kind of their point.
Sontag wrote, “Camp sees everything in quotation marks. It’s not a lamp, but a “lamp”; not a woman, but a “woman”. To perceive Camp in objects and persons is to understand Being-as-Playing-a-Role. It is the farthest extension, in sensibility, of the metaphor of life as theatre.” Did anyone say Off-White?
1/11
Image: Instagram.com/virgilabloh
“7 year mirror” & “indoor mat” and more works in progress @ikeatoday
Image: Instagram.com/virgilabloh
Gucci Generation #guccighost #trevorandrew
Image: Instagram.com/troubleandrew
They couldn’t help but wonder – is the Pearl Helmet the new Pearl Necklace? Happy 20th, SATC! #gucci #sexandthecity #carriebradshaw #siduations
Image: Instagram.com/siduations
The Gucci Padlock bag in GG motif featuring gold bees, depicted by @ignasimonreal with #Guccy in Comic Sans, a typeface from the 90s. #GucciGift. #GucciCruise18 #AleksandroMichele
Image: Instagram.com/gucci
The North West Face
Image: Instagram.com/freddiemade
Remember when I predicted the future? #freddiemade
Image: Instagram.com/freddiemade
Tom Ford autumn/winter 2018Comme des Garçons autumn/winter 2018Balenciaga autumn/winter 2018Balenciaga tote
The post When did bad taste become good fashion? appeared first on VOGUE India.
0 notes
Text
Quadreria Crivelli, l'arte in riva al fiume
Quadreria Crivelli, l’arte in riva al fiume
Vitaliano Crivelli ritratto ad acquarello da Federico Peschiera (1848) – tratto da Collezione Privata Riordinata nel 2014 presso la civica biblioteca “Alessandro Manzoni”, la Quadreria Crivelli di Trezzo sull’Adda (qui per le visite guidate) restituisce il gusto del collezionista e patriota Vitaliano: disobbediente etico ed estetico, avversa l’impero Austro-Ungarico e il Romanticismo imperante.…
View On WordPress
#Adda#agostino comerio#angelo gardenghi#balossa bigli storia#beatrice giulini#biblioteca trezzo#casa d&039;aste il ponte#contributo regione lombardia#cribellum#crivelli milano#davide grioni#edipo ritrovato#eleonora bentivoglio#enea crivelli#fabio fumagalli#famiglia Crivelli#fanny elssler#flavia biglia#giuseppe bossi#giuseppe mazzini#incontro di edipo cieco con le figlie#luca giordano#magda bettini#marchesi di agliate#marianna castaldini#palazzo crivelli#papa crivelli#prolocotrezzo#quadreria crivelli#raccolta museale
0 notes
Link
MACERATA – Sarà presentata venerdì prossimo 15 dicembre, presso i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata Capriccio e Natura, arte nelle Marche del secondo cinquecento. Percorsi di rinascita. La mostra, a cura di Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, è parte del progetto “Mostrare le Marche”, l’iniziativa Biennale della Regione Marche nata con l’intento di valorizzare nel biennio 2017-2018 il patrimonio culturale delle aree colpite dal sisma, attraverso la promozione di attività espositive realizzate utilizzando le opere d’arte provenienti dai musei e dalle collezioni pubbliche ed ecclesiastiche interessate dall’ultimo terremoto, e messe in sicurezza presso i depositi attrezzati del MIBACT.
Alla rassegna di Macerata, la seconda dopo Loreto, seguiranno ad Ascoli Piceno, presso la Pinacoteca Civica e Sala Cola dell’Amatrice, la mostra “Cola dell’Amatrice pittore eccentrico tra Pinturicchio e Raffaello”, a Fermo, nella Chiesa di San Filippo, “Il Rinascimento a Fermo. Tradizione e Avanguardie, da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli”, a Fabriano, all’Oratorio San Giovanni, “Orazio Gentileschi caravaggesco errante nelle Marche” e a Matelica, “Milleduecento. Civiltà figurativa fra Marche e Umbria al tramonto del Romanico”.
La mostra coglie l’occasione del temporaneo trasferimento ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi dei dipinti della Chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata per un ripensamento completo di quel cantiere e del suo ruolo nello svolgere artistico nelle Marche alla fine del XVI secolo. Dallo straordinario punto di osservazione maceratese la visuale si apre poi ad abbracciare la pluralità affascinante di presenze artistiche nell’intera regione fra Cinque e Seicento, illuminando entro un largo raggio quelle relazioni e quei riflessi che possano far emergere, nel contesto geografico del centro Italia, la densità artistica dell’area maceratese.
Facendo luce su un preciso momento di snodo nella storia dell’arte regionale, la mostra intende contribuire a tenere i riflettori ben puntati sui valori di tutto un territorio, caratterizzato da un’altissima presenza diffusa di beni artistici e di opere architettoniche di eccezionale pregio e interesse, gravemente colpito dal sisma del 2016 e che dovrà quanto prima essere oggetto di una graduale e integrale restituzione.
Loreto riverberava in tutta la regione un linguaggio nuovo e aggiornato sulle più interessanti novità romane e la Chiesa delle Vergini di Macerata è uno dei più begli esempi, pressoché integri, di complesso decorativo sistino, intendendo una fase culturale che va ben oltre il pontificato del papa marchigiano Sisto V Peretti, 1585-1590 e che consente un affondo nell’affiorare inquieto delle nuove tendenze naturaliste, nel profondo cambiamento veicolato nelle Marche specialmente dalla poetica degli affetti di Federico Barocci e incarnato dagli esiti delle novità caravaggesche, con la presenza, qui, di un protagonista come Giovanni Baglione.
Un panorama vivacissimo, proiettato sullo sfondo di una fase di profondi mutamenti che vanno dalla “Maniera” alla “Natura” appunto, documentando protagonisti e comprimari, in pittura e scultura: da Taddeo e Federico Zuccari, da Federico Brandani al Barocci, dall’eccentrico Andrea Boscoli al Tintoretto fino ormai al Seicento del Cavalier D’ Arpino e di Baglione, con al centro la figura chiave della scena artistica in città tra il 1560 e il 1590, Gasparre Gasparrini e il suo più importante allievo Giuseppe Bastiani, campione della cultura sistina nel maceratese.
In catalogo, oltre ai saggi di alcuni importanti specialisti del settore di rilievo internazionale, è presente un’ampia selezione dei cicli decorativi di epoca sistina diffusi nelle Marche che dà una precisa e folgorante idea della ricchezza del patrimonio. Moltissime sono le emergenze artistiche che caratterizzano questa stagione, a partire da Loreto con lo straordinario cantiere della Basilica della Santa Casa che in quegli anni ha la forza di centro propulsore.
A Macerata la chiesa di Santa Maria delle Vergini è assoluta protagonista di questo momento, accanto a molti preziosi scrigni di opere e di storie, quali il Palazzo Pallotta a Caldarola con la collegiata dei santi Martino e Giorgio e la parrocchiale di Santa Croce, a Montecosaro la chiesa di San Rocco, a San Severino il santuario di Santa Maria dei Lumi, a Camerino la Madonna delle carceri, a Matelica le pale d’altare della chiesa di San Francesco (oggi esposte nel deposito attrezzato), a Macereto il Santuario di Santa Maria, a Monterubbiano l’Oratorio del Crocifisso, a Sant’Elpidio a mare la Basilica di Santa Maria della Misericordia, a Mogliano il Tempietto della chiesa del Santissimo Crocifisso d’Ete, a Offida la chiesa del Suffragio, a Ripatransone Santa Maria del Carmine, a Fabriano l’Oratorio della Carità e gli affreschi nel chiostro di San Domenico, a Carassai il Duomo e la Chiesa del Buon Gesù, a Serravalle di Chienti il ciclo della Pasqua nella collegiata di santa Lucia, a San Ginesio la collegiata di santa Maria Annunziata, a Cagli la chiesa di San Giuseppe o Sant’Angelo maggiore, a Sassoferrato il convento di Santa Maria della Pace e la chiesa di Santa Maria del Ponte del piano, a Urbino le cappelle del Santissimo Sacramento in Duomo e della Sacra Spina nello Oratorio di Santa Croce .
Una rassegna di episodi d’arte e di architettura per altrettanti incomparabili itinerari storico-artistici, parte dei quali oggi purtroppo gravemente manchevoli in quanto colpiti dal sisma. Su di essi la mostra intende portare attenzione coinvolgendo un più largo pubblico nella percezione e nella condivisione della urgente necessità di avviare per questo territorio una grande opera di restauro.
La mostra si terrà presso i Musei civici di Palazzo Buonaccorsi, Via Don Minzoni, 24 Macerata. Orari: Dal martedì alla domenica: 10:00-18:00. Aperture straordinarie il Lunedì di Pasqua, lunedì 23 aprile e lunedì 30 aprile 2018. Chiusura 25 dicembre. Apertura 1 gennaio: 15-18. Biglietto: Intero: 7€; Ridotto 5€; gratuito per bambini e ragazzi fino a 14 anni, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, accompagnatore disabile, accessibilità. Coupon sconto di 2€ a mostra scaricabile da eventi.turismo.marche.it o reperibile negli uffici turistici delle Marche.
Info point biglietteria, bookshop e servizi visita: Musei civici di Palazzo Buonaccorsi 0733 /256361,
[email protected],www.maceratamusei.it, Facebook e Twitter:@maceratamusei
The post Macerata, arriva la mostra Capriccio e Natura, arte nelle Marche del secondo cinquecento. Percorsi di rinascita appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
0 notes