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Incidente al Cristo di Alessandria: Anziano di 86 Anni in Codice Rosso Dopo uno Scontro con un Camion
Un incidente stradale scuote il quartiere Cristo di Alessandria, coinvolgendo un uomo di 86 anni trasportato d'urgenza al pronto soccorso.
Un incidente stradale scuote il quartiere Cristo di Alessandria, coinvolgendo un uomo di 86 anni trasportato d’urgenza al pronto soccorso. Questa mattina, il 118 ha segnalato un grave incidente avvenuto nel quartiere Cristo di Alessandria, dove un camion ha impattato violentemente contro una macchina dal lato del conducente. L’auto era guidata da un uomo di 86 anni, che è stato immediatamente…
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tappa 15
Tappa 15 Da Voghera a Carrù
Distanza: 152 km tempo complessivo: 8 ore 01 min ascesa 805 m
anche questa tappa una di trasferimento, un po di salite attorno ad Alessandria (colline), attorno ad Asti e per salire a Carrù, tempo buono, caldo a tratti, vento modesto, traffico scarso, strade abbastanza buone.
Ultima tappa del viaggio perchè per domani sono previsti temporali sulla provincia di Cuneo, sono già vicino a casa, strade conosciute e quindi poche ragioni per pedalare sotto la pioggia,
Così la Iride mi viene a prendere al casello autostradale di Carrù, previsto incontro alle 16.00.
Passata la notte al albergo Corona di Voghera, molto sui generis, molto decadente, ma per il week end non si trova nulla: vorrei sapere quali sono le attrattive di Voghera e dintorni di questa stagione per rendere tutto sold out per gli hotel. Ma tant'è.
Anche oggi decido di tenermi alla larga delle strade principali, sempre su stradine in mezzo ai campi (asfaltate) che mi hanno fare un po' di colline per lasciare fuori Alessandria.
Passato attraverso posti conosciuti per lavoro ( Felizzano, Quattordio, nessun rimpianto) un po di turbolenza attraversando Asti, stradine in periferia e poi su, lungo il Tanaro.
Alba tagliata fuori, come Bra e Cherasco, poi la strada di fondovalle del Tanaro fino a Farigliano e poi l'ultima salita a Carrù. Arrivato verso le 15.00 mi fermo al ristorante Il Bue Grasso per una ben meritata birra, aspetto poco la Iride, anche lei in anticipo.
Fine della avventura, quest'anno più corta (molto) del solito ma molto più travagliata. Un segnale?
Alla fine sono stati 1.673km con un dislivello di 13.491m: veramente niente di spettacolare, 800km in meno del piano e circa 16.000m di dislivello. Vedremo il futuro cosa ci riserva.
Mi spiace molto per quelli che hanno fatto fatica a seguirmi: Tumblr è cambiato, non me ne ero accorto, adesso è più complicato, bisognerà trovare qualcosa più semplice per il futuro.
Comunque grazie mille a quelli che ci hanno provato.
Un caro saluto a tutti.
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Con 612 voli e 80.000 passeggeri, lunedì l'Aeroporto Internazionale del Cairo ha raggiunto un nuovo record di traffico.
Il Ministero dell'Aviazione Civile ha riferito martedì che lunedì sono transitati 612 voli e 82.000 persone all'Aeroporto Internazionale del Cairo (CIA), segnando il giorno più trafficato per i viaggi aerei e gli arrivi dall'apertura dell'aeroporto. 77.000 passeggeri al giorno erano il record precedente, raggiunto il 30 dicembre 2022.
I tassi operativi più elevati per i voli in arrivo e in partenza dalla CIA, così come il numero di passeggeri in arrivo e in partenza, sono stati raggiunti grazie agli sforzi di tutto il personale, ha dichiarato il ministro dell'Aviazione civile Muhammad Abbas Helmy.
Secondo Helmy, "l'aeroporto del Cairo deve affrontare sfide significative per gestire il continuo aumento del traffico aereo e la crescita di passeggeri e voli".
Secondo la strategia di sviluppo globale e la Visione 2030 dell'Egitto, "dobbiamo sostenere i progressi in termini di servizi efficienti e di continua espansione delle infrastrutture per soddisfare la domanda di viaggi e turismo".
L'Egitto, la cui economia dipende principalmente dal turismo, ha recentemente allentato i requisiti per i visti per i visitatori provenienti da Cina, Iran, India, Turchia, Marocco e Algeria, nel tentativo di rilanciare il settore dopo le perdite causate dal COVID-19.
Inoltre, il governo ha dichiarato di prevedere 15 milioni di visitatori in Egitto nel 2023 e che si sta progettando di aumentare la capacità alberghiera per accogliere 25-30 milioni di visitatori entro il 2028.
L'Egitto è un Paese affascinante, ricco di storia e cultura. Sono disponibili diversi tipi di viaggi in Egitto, dalle vacanze economiche ai tour di lusso.
L'Egitto è un luogo ideale per conoscere la storia antica, esplorare le antiche rovine e rilassarsi sulla spiaggia. Le escursioni a terra in Egitto sono un'esperienza indimenticabile che ricorderete per tutta la vita.
Le escursioni a terra ad Alessandria sono un ottimo modo per esplorare la ricca storia e cultura della città. Ci sono molti tour diversi tra cui scegliere, in modo da poterne trovare uno di vostro interesse.
Le escursioni a terra a Port Said offrono una serie di opportunità per esplorare molti siti in Egitto, come le piramidi e i musei del Cairo.
Cairo top Tours offre sistemazioni in spiaggia, tour della città e la possibilità di esplorare i diversi ambienti di Luxor e Hurghada attraverso le nostre escursioni a terra a Safaga.
Le escursioni a terra a Sokhna offriranno una vacanza memorabile nel 2023.
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Auto sbanda e finisce nel fiume ad Alessandria, un morto e un ferito Un uomo morto e una donna ferita e ricoverata in gravi condizioni in ospedale: questo il bilancio di un incidente stradale che si è verificato ad Alessandria nella tarda serata di ieri. Un'auto è precipitata dal ponte Tiziano, che attraversa il Tanaro a sud ovest della città, finendo nelle acque del fiume. La vittima si chiamava Constantin Agache, cittadino rumeno classe 1983. Rumena, nata nel 1983, anche la donna che viaggiava con lui estratta per prima dalle lamiere dell'auto, cosciente ma in stato di shock e gravemente ferita. Dopo essere stata stabilizzata sul posto, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Alessandria. Nulla da fare invece per l'uomo alla guida del veicolo: il corpo è stato recuperato dai soccorritori e il medico legale ne ha constatato la morte. La polizia locale del comune piemontese è al lavoro per ricostruire le circostanze del grave incidente. L'auto stava procedendo verso il centro città quando ha improvvisamente sbandato invadendo la corsia opposta, ha abbattuto il guardrail e il parapetto, finendo poi nel fiume. Sul posto, con la polizia locale, sono arrivati subito i Vigili del fuoco e i soccorritori del 118. Il ponte Tiziano è stato chiuso al traffico e resterà chiuso fino al 19 agosto per consentire ai tecnici di effettuare tutte le necessarie verifiche strutturali. Lo ha comunicato il Comune in una breve nota.
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ALESSANDRIA. “GIARDINO DI ULIVI”martedì 19 marzo la messa a dimora di 50 alberi d’Ulivo
martedì 19 marzo piazza Matteotti verrà trasformata con la messa a dimora di una cinquantina di piantine per realizzare un “Giardino di Ulivi”, progetto presentato dall’Associazione Nazionale Donne dell’Olio all’Amministrazione Comunale, che provvederà grazie ai giardinieri comunali alla loro collocazione nella parte destra della piazza secondo la direttrice di traffico che entra in città a…
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#ALESSANDRIA#Associazione Nazionale Donne dell’Olio all’Amministrazione Comunale#“GIARDINO DI ULIVI”#Confagricoltura Donne e CIA
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Incidente in galleria in A26 tra Masone e Ovada, 7 km di coda
Sette chilometri di coda sono segnalati in A26 Genova Voltri-Gravellona Toce tra Masone e Ovada in direzione Alessandria a causa del traffico bloccato da un incidente. Un mezzo pesante ha urtato accidentalmente il piedritto in corrispondenza del cantiere all’interno della galleria Lagoscuro. Sul luogo sono intervenuti i soccorsi meccanici e la polizia stradale, oltre al personale della…
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Meteo previsioni: in arrivo neve anche in pianura
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/meteo-previsioni-in-arrivo-neve-anche-in-pianura/116844?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116844
Meteo previsioni: in arrivo neve anche in pianura
Neve in pianura! Le ultime previsioni meteorologiche ne hanno confermato la presenza. Dopo il freddo del 3 dicembre, si prevede l’arrivo di una perturbazione intensa che, interagendo con l’aria fredda esistente, creerà le condizioni per la neve anche a quote pianeggianti. Questo aprirà la strada a Big Snow, un evento nevoso significativo non tanto per l’accumulo di neve, ma soprattutto per la sua estensione e diffusione a quote basse e in pianura nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia e parte della Liguria, con il rischio elevato di gravi conseguenze sul traffico veicolare tra le diverse regioni.
La nostra attenzione è particolarmente focalizzata sull’inizio della prossima settimana: già il 4 dicembre, un vortice di bassa pressione alimentato da aria fredda porterà a un significativo peggioramento delle condizioni meteorologiche, iniziando dai settori nordoccidentali. Questa volta, grazie al freddo preesistente, la neve potrà raggiungere la pianura, soprattutto in Piemonte, Lombardia ed Emilia occidentale.
Le città che potrebbero vedere la neve includono Torino, Cuneo, Alessandria, Biella, Novara, Pavia, Varese, Como, Bergamo, Piacenza e Parma, con possibilità di fiocchi anche a Milano. In montagna, la neve sarà prevalentemente moderata. Alcuni fiocchi potrebbero addirittura arrivare a quote basse anche in Liguria, grazie all’ingresso della tramontana scura (un vento settentrionale molto freddo che attraversa la Valpadana verso la costa ligure) tra Savona e Genova, portando nevicate quasi fino alla costa.
Durante l’evento, ci si aspettano accumuli di neve di circa 3-5 cm in molte zone della Valle Padana centro-occidentale. Sulle Alpi, la neve cadrà principalmente in modo moderato fino in valle, un’ottima notizia in vista della prossima stagione degli sport invernali.
Si prevede quindi un inizio d’inverno diverso rispetto agli anni precedenti; come anticipato in precedenza, non mancheranno opportunità per nevicate e ulteriori impulsi freddi, almeno fino al Ponte dell’Immacolata.
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Come generare più traffico allargando una strada. Il caso di Alessandria d'Egitto
Fotografie da un tweet di Nicolàs Solano, ingegneria dei trasporti, Uniandes, Universidad de los Andes, Bogotà Nella foto a sinistra vediamo il problema di Alessandria d’Egitto: un’autostrada lungomare che in certi orari ha troppo traffico e troppe auto. Nella foto al centro la soluzione tradizionale, quella propugnata da cementieri e costruttori stradali: l’autostrada a SEI corsie è diventata…
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Il Block Friday riempie di centinaia di migliaia di giovani le piazze di tutta Italia e di molte città nel mondo.
Il movimento di Fridays for Future è sceso nuovamente nelle piazze di tutto il mondo. Uno sciopero chiamato "Block Friday", in antitesi rispetto al Black Friday, la giornata dei saldi dei prodotti tecnologici (e non solo). A ridosso della Cop25 che si terrà a Madrid a partire dal 2 Dicembre, il movimento continua a chiedere interventi strutturali per affrontare la crisi ecologica. Nonostante la pioggia nel nostro paese sono stati organizzati presidi e cortei in oltre 100 città. A Roma circa 30.000 persone si sono mosse da Piazza della Repubblica, fino a Piazza del Popolo. Una composizione prevalentemente proveniente dalle scuole superiori. A differenza del 27 Settembre non si è registrata la stessa presenza di ragazzi delle medie e delle elementari, quando dalle stesse scuole le maestre e i maestri avevano accompagnato i propri studenti in piazza. Una grande scritta "Ilva uccide" è stata lasciata lungo il percorso in solidarietà con gli abitanti di Taranto. Diverse banche sono state segnalate lungo il percorso per denunciare il finanziamento degli investimenti inquinanti.
A Milano in 20.000 sono partiti da Largo Cairoli. Il corteo milanese si è concentrato soprattutto sull'attaccare Amazon, per gli enormi profitti prodotti con il Black Friday. Profitti che alla base si poggiano su un consumo insostenibile e sullo sfruttamento di tanti lavoratori. A Napoli lo striscione di testa recitava "Non ci bastano le parole" sottolineando le responsabilità dei politici, incapaci di portare soluzioni concrete ai problemi ambientali. A Venezia la manifestazione è partita dalla Stazione di Santa Lucia. Circa 2.000 persone sono scese in piazza. Il corteo ha praticato diversi blocchi di fronte ai negozi di Burger King, H&M e campo di Santa Lucia. Venezia nelle ultime settimane è stata simbolo delle conseguenze drammatiche che la crisi climatica può comportare. Il corteo ha chiesto un futuro diverso rispetto a quello che ad oggi, sembra essere già stato scritto.
Torino
A Torino circa 4.000 giovani sono scesi in piazza divisi in tre cortei partiti dal Campus Einaudi, da Piazza Bernini e da Corso Dante con il fine di bloccare la città e mettere in difficoltà il traffico automobilistico. Durante i cortei molte sono state le controparti segnalate o sanzionate: dal Comune alla Rai, dalla Regione Piemonte che si rifiuta di dichiarare l'emergenza climatica fino al MIUR. Le tre piazze si sono poi ricongiunte davanti a Porta Nuova e hanno occupato Via Roma (salotto dello shopping cittadino). Anche a Torino molti interventi sono stati in solidarietà con i lavoratori di Amazon. Ad Avigliana, a pochi chilometri di distanza, moltissimi studenti hanno risposto alla chiamata di Fridays for Future - Val di Susa in Piazza De Andrè per contestare il nuovo McDonald's e l'impatto ambientale dei fast food. Nel pomeriggio a Sannazzaro tra Pavia e Alessandria alcuni manifestanti hanno bloccato la raffineria di Eni. Sugli striscioni si legge "Eni distrugge il pianeta, usciamo dal fossile".
Bologna
A Bologna 3.000 persone hanno partecipato al corteo, partito da piazza XX Settembre, dietro uno striscione che portava la scritta "Block the Planet, Block Friday". La giornata è stata all'insegna del blocco, a partire dal die-in messo in atto a Porta San Felice, in direzione dei Prati di Caprara dove da diverso tempo è in corso una lotta contro i processi di speculazione sull'area. Da lì il corteo si è mosso per i viali che circondano il centro cittadino, paralizzando il traffico. Presenti le tute verdi di Until the Revolution, che martedì scorso si sono riappropriate di uno spazio in università, " La Huelga". Sanzionati un negozio di Zara e un Amazon Locker per denunciare gli effetti sull'ambiente e sui lavoratori da parte del Black Friday.
Pisa
A Firenze tanti giovani hanno riempito Piazza della Repubblica, in quanto luogo centrale per lo shopping fiorentino. In particolari si sono praticati blocchi verso i negozi della Apple, Rinascente, Zara, H&M e Benetton. Sempre in Toscana circa 500 giovani, per lo più studenti medi, hanno attraversato il centro di Pisa. Contestata la sede di Eni. Nel pomeriggio attivisti di diverse città toscane hanno raggiunto la raffineria Eni di Stagno, nei pressi di Livorno per denunciare la devastazione ambientale causata dalla multinazionale.
Blocco della raffineria Eni di Stagno
A Taranto prima della manifestazione di Fridays for Future, giovani, lavoratori e associazioni hanno bloccato gli ingressi dell'Ilva, invitando gli operai siderurgici a scioperare. Nelle ultime settimane l'Ilva è stata al centro del dibattito nazionale, visto il dietrofront della multinazionale Arcelor Mittal che aveva vinto la gara di assegnazione degli stabili. Vicinanza al popolo tarantino è stata manifestata anche dalle altre città.
A Catania il corteo è partito da Piazza Roma. La manifestazione è cominciata con un'azione di fronte una sede dell'Unicredit per la speculazione che continua a portare avanti sui combustibili fossili e sulle missioni militari come quella turca in Rojava. Successivamente un die-in ha denunciato il consumismo sfrenato proposto dalle imprese del fast fashion. A Palermo lo striscione "Proteggiamo la nostra terra" ha aperto la manifestazione. Un corteo a cui ha partecipato anche la campagna "Si Resti Arrinesci" con la quale i giovani palermitani contestano l'emigrazione forzata cui sono costretti molte persone nate nel Sud Italia.
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Provvedimenti Viabili a Litta Parodi e Alessandria: Modifiche alla viabilità per lavori e scarico merci.
Restrizioni temporanee per garantire sicurezza e operatività tra il 9 e il 13 dicembre 2024
Restrizioni temporanee per garantire sicurezza e operatività tra il 9 e il 13 dicembre 2024 Lavori di posa del cavo elettrico sotterraneo a Litta Parodi Nel sobborgo di Litta Parodi, lungo via Marbello, sono programmati lavori di scavo per la posa di un cavo elettrico sotterraneo. Per garantire la sicurezza e l’efficienza delle operazioni, sono stati disposti i seguenti provvedimenti: Date e…
#aggiornamenti traffico locale#aggiornamenti viabilità#Alessandria centro storico#Alessandria sicurezza stradale#Alessandria today#Alessandria traffico#comune di Alessandria#divieti temporanei Alessandria#divieto di transito#divieto sosta e fermata#Google News#informazioni traffico Alessandria#italianewsmedia.com#lavori Litta Parodi#Lavori pubblici#Lavori stradali#modifiche circolazione#modifiche operative Alessandria#notifiche Comune Alessandria#Pier Carlo Lava#posa cavo elettrico#provvedimenti stradali#restrizioni dicembre 2024#restrizioni Litta Parodi#restrizioni traffico Alessandria#scarico merci Alessandria#Sicurezza stradale#traffico locale#traffico regolamentato Alessandria#transito merci via Trotti
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TORTONA.
Operazione “Taxi driver”, 12 persone in arresto per spaccio di sostanze stupefacenti. Comando Provinciale di Alessandria – Tortona (AL) Un incidente mortale avvenuto a Sale(AL) ha permesso ai Carabinieri di avviare approfondite indagini su un traffico di droga in cui erano coinvolte alcune persone di origine marocchina. I Carabinieri della Compagnia di Tortona al termine delle indagini hanno…
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Ubriaco si stende in strada e blocca traffico
Un uomo ha bloccato il traffico all’uscita di un sottopasso ad Alessandria stendendosi sulla carreggiata. E’ stato preso in consegna dai carabinieri, che ne hanno riscontrato lo stato di ubriachezza e lo hanno consegnato agli operatori del pronto soccorso per gli accertamenti del caso. E’ successo nel quartiere Cristo. L’uomo ha origini extracomunitarie. Alcuni filmati dell’episodio sono comparsi…
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Buona Domenica Carissimi amici amanti dell'Egitto dall'Oasi di Fayoum
Oasi del Fayoum, giardino d’Egitto
Quando ci si allontana dal Cairo non sembra possibile che davanti si aprano così tanti spazi. Deserto, distese verdi, palme, specchi d’acqua e strisce d’asfalto su cui scorrono centinaia di veicoli.
Allontanarsi dal Cairo è un ottimo modo per scoprire zone del paese affascinanti e legate a quell’Egitto mitologico che tutti immaginiamo; se le città come Alessandria, Luxor, Assuan profumano di storia, le oasi rappresentano un percorso nel deserto unico.
Partendo dall’Oasi di Siwa un unico percorso porta fino all’Oasi del Fayoum, passando per Bahariya e il deserto bianco. Ma il Fayoum è facilmente raggiungibile anche dalla grande capitale egiziana, con poco più di due ore di auto sarà possibile trascorrere un fine settimana lontani dai rumori del traffico cittadino e dallo smog.
Il Fayoum è un’oasi molto grande con una centro principale: Medinat el-Fayoum, una moderna cittadina poco interessante; consigliabile però è addentrarsi nel cuore della regione e raggiungere le sponde del Lago Qarun e in particolare il piccolo Tunis – village, un piccolo agglomerato di case costruite in fango e terracotta che sembra aver subito pochissimi cambiamenti nel corso dei secoli. Qui avrete la possibilità di alloggiare al Zad El Mosafer Ecolodge. Non aspettatevi servizi da Hotel, ma forse è questo il bello, dimenticarsi per un paio di giorni delle proprie abitudini e calarsi in un ambiente descritto solo nei romanzi. Poco da dire, se non siete questo tipo di viaggiatori allora sceglietevi un’altra meta.
L’oasi esisteva già nell’antichità, il lago era collegato al Nilo da una serie di canali costruiti dai faraoni e divenne per questo uno dei siti preferiti dagli antichi re per i loro momenti di svago. L’Oasi del Fayoum è stato soprannominata il “giardino dell’Egitto“, per i rigogliosi campi di verdure e canna da zucchero e per le piantagioni di agrumi che danno raccolti estremamente abbondanti.
Le giornate trascorse nell’oasi saranno all’insegna del relax, noleggiate una barca per un giro sul lago Qarun, ormai inadatto al nuoto; grazie alla sua ricca flora è anche importante habitat per una moltitudine di uccelli, molti stormi infatti si alzano in volo continuamente dalle acque del lago. Se vi piace cavalcare l’oasi è un ottimo posto per poter seguire i diversi sentieri sul dorso di un cavallo, passeggiando o magari anche aumentando l’andatura se siete pratici.
Il Fayoum racconta anche storie di forte impatto sociale. Il Fayoum Art Centre è una scuola d’arte creata dal pittore Mohamed Abla, luogo di incontro di artisti provenienti da ogni parte del mondo, organizza corsi di pittura e disegno a cui partecipano giovani egiziani e stranieri. La scuola ha dato vita anche al Museo della Caricatura, con una fantastica collezione di fumetti di satira sulla politica egiziana e sulle vicende mediorientali, lontano dal centro di potere della capitale e dagli occhi indiscreti della censura.
Altro importante riferimento al Tunis village è la Scuola di Ceramica. Tra le viuzze di questo villaggio, negli anni ’70, quando neanche l’energia elettrica e l’acqua corrente raggiungevano le case, Evelyne Porret, svizzera di nascita, decise di stabilirsi qui e con un magnifico progetto, insegnò ai ragazzi, che volevano fuggire dalla vita contadina, l’arte della ceramica. La scuola è cresciuta, si è ampliata e oggi è un punto fermo nella vita di quest’area, i bambini cominciano da piccoli a modellare vasi e da grandi trasformano il proprio talento in arte sotto la guida di Evelyne che ancora li guida in tutto il percorso. La scuola è ospitata in un enorme complesso in mattoni, visitarlo vi sorprenderà.
Visitando una qualsiasi delle Oasi d’Egitto non potrete farvi scappare l’occasione di un’escursione nel deserto. La vera particolarità dell’Egitto è il continuo cambio di paesaggi e il deserto stesso vi sembrerà diverso a seconda della zona che visiterete. Partendo dal Fayoum, con una jeep e con una guida locale, dirigetevi verso Wadi al-Hittan, la valle delle balene; dove oggi si estende sabbia e rocce circa 40 milioni di anni fa un antico oceano copriva questa parte di terra, i segni si vedono sulle diverse colorazione della pietra, sui fossili di vegetali che emergono dalla sabbia, sulle strane forme scavate nelle rocce dall’acqua, ma soprattutto dai fossili degli scheletri di antiche balene preistoriche, lunghi fino a 18 metri, che giacciono in questa parte di deserto.
Tornando verso il Tunis Village passerete per il Wadi Rayyan, un’area protetta con due enormi laghi artificiali creati per irrigare i campi intorno, ma che ormai non svolgono più questa funzione. La zona è luogo di sosta per molti uccelli migratori e la vegetazione intorno rende l’area fresca e rigogliosa; ciò che sorprende però è ritrovarsi di fronte ad alte cascate, nate dal defluire delle acque di uno dei due laghi e che dopo diversi salti scompaiono nella sabbia, come inghiottite, lasciando spazio solo al protagonista di quest’area: il Sahaara.
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ROSARNO-‘NDRANGHETA, OPERAZIONE “FAUST” 49 PERSONE ARRESTATE PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA
SCAMBIO ELETTORALE POLITICO – MAFIOSO, USURA, TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI. Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Rosarno, Polistena, nonché nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione…
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I guardiani del mare si raccontano e i più belli sono nel Salento (I parte)
di Cristina Manzo
Ora erano molto vicini al Faro. Eccolo che si stagliava, nudo e dritto,
abbagliante di bianco e nero, e si vedevano le onde rompersi in schegge
bianche come vetro infranto contro gli scogli. Si vedevano le venature e le
spaccature degli scogli. Si vedevano chiaramente le finestre; un tocco di
bianco su una di esse, e un ciuffo di verde sullo scoglio. Un uomo era uscito
e li aveva guardati con il cannocchiale ed era rientrato. Ecco com’era,
pensò James, il Faro che per tutti quegli anni avevano visto attraverso la baia; era
una torre nuda su una roccia deserta.
(Virginia Woolf, Gita al faro)
Faro dello scoglio Mangiabarche, Isola di Sant’Antioco, Carbonia-Iglesias https://www.repubblica.it/viaggi/2018/08/30/news/tra_fari_e_lanterne_le_sentinelle_del_mare_piu_importanti_d_italia-205243146/
I fari, luoghi che nei romanzi appaiono set di misteri e di amori, i fari che imponenti si ergono a guardia dei mari resistendo anche alle peggiori mareggiate, hanno catturato, da sempre, l’immaginario collettivo. È così romantico guardare dal basso un faro arroccato che si affaccia sul mare. Solletica l’idea di poterlo visitare arrampicandosi su centinaia di gradini per ammirare, una volta in cima un panorama mozzafiato che si perde nell’orizzonte mescolando mare e cielo. Ma, proviamo a immaginarci suoi guardiani in una notte di burrasca con le onde che arrivano fin sopra la cabina dove trova ricovero la sua luce, quando bisognava comunque arrampicarsi su una altissima scala fin lassù, per alimentare il combustibile che la teneva accesa, quando dalla capacità di farlo dipendevano le vite di tante persone disperse in mezzo a quella burrasca.
I grandi guardiani del mare erano luce di speranza nel buio e nella tempesta per migliaia di pescatori che, con i loro pescherecci, cercavano la via sicura dell’approdo per fare ritorno a casa. Hanno storie antichissime e tutte importanti, come importanti e passionali sono le storie di coloro che li hanno abitati, assumendosi l’impegno di guardiani dei fari; perché se non possedevi la forza per affrontare il mare gigante, infinito, e i suoi misteri, la voglia di sfidarlo, il senso d’avventura e la generosità per il prossimo, non potevi riuscire a dedicargli la vita, con amore, senso di dovere e grande responsabilità.
Ora essi sono in disuso, molti sono diventati patrimonio artistico e culturale da custodire ma, anticamente, era a loro e ai loro guardiani che era affidata la salvezza dei naufraghi ed anche dei villaggi. In caso di attacchi dal mare, infatti, fungevano da torri costiere, ed erano i guardiani, sentinelle nell’avamposto, i primi a poter dare l’allarme. All’inizio essi erano dei semplici falò, delle torce tenute accese per fare segnali, in prossimità delle zone di sbarco.
Ci sono testimonianze che risalgono molto indietro nel tempo, a raccontare il loro mito: nella visione di Virginia Woolf descritta nel romanzo del 1927,“Gita al Faro”: «Il Faro era allora una torre argentea, nebulosa, con un occhio giallo che si apriva all’improvviso e dolcemente la sera”. Omero nel XIX libro dell’Iliade ( parliamo dell’VIII secolo a.C.) paragona lo sfavillio dello scudo del grande Achille ad “uno di quei fuochi che dalle alture rendono sicura la via ai naviganti”.
Diventano un vero mito con antichi autori, come Ovidio che nelle Eroidi, una raccolta costituita da 21 lettere d’amore o di dolore, in distici elegiaci, che si immaginano essere scritte da famose eroine ai loro mariti o innamorati, racconta la storia di Ero, la sacerdotessa di Afrodite e di Leandro, il suo amante segreto, che per vederla attraversa a nuoto, ogni notte, l’Ellesponto guidato dalla fiaccola che lei, tra le mani, regge per illuminargli la via. Ma, la storia vuole che una notte il vento spenga la fiamma e Leandro, senza più la sua guida luminosa, si perde tra i flutti del mare dove Ero, disperata si tuffa seguendolo nella triste sorte.
Quando nel 1200 i Fenici, arrivati nel Mediterraneo, hanno l’esigenza di incrementare il commercio per mare, nasce il bisogno di protrarre i tempi della navigazione anche durante la notte, così si improvvisa, sulle coste, la costruzione di impalcature a torre dove posizionare delle ceste in cui accendere i falò, con uomini di guardia per alimentare sempre il fuoco.
I primi due mirabili fari dell’antichità nascono nel 300 a.C., uno è il Colosso di Rodi, una gigantesca statua alta trentadue metri situata all’ingresso del porto di Mandraki, il dio Helios, (protettore di Rodi) che recava nella mano destra un faro, costruito da Carete di Lindo in un lasso di tempo di dodici anni ( già il suo maestro Lisippo aveva costruito una statua di Zeus nell’antica agorà di Taranto famosa per la sua altezza di quaranta cubiti, diciotto metri), e per sessantasette anni, prima di venire distrutta da un terremoto restò a guardia dell’isola.
(Quando si va a Rodi, così come ho fatto io, è decisamente il primo luogo che sei portato a voler visitare. La guida mi condusse su un altopiano da dove si poteva vedere l’imboccatura del porto indicandomi il punto in cui sorgevano gli alti pilastri di marmo profondi quindici metri, dove i piedi del gigante erano poggiati, e lì mi insegnò a ballare il sirtaki).
Il secondo è il Faro di Alessandria che rimase funzionante sino al IX secolo, poi distrutto anch’esso dai terremoti. La sua costruzione fu voluta da un mercante greco di nome Sostrato di Cnido, per aumentare la sicurezza del traffico marittimo, in entrata e in uscita, reso pericoloso per la presenza di banchi di sabbia all’ingresso del porto di Alessandria. Venne costruito proprio sull’isola di Pharos, all’imboccatura del porto ed è da lì che si origina il suo nome. Era costituito da un alto basamento quadrangolare, che ospitava le stanze degli addetti e le rampe per il trasporto del combustibile. Ad esso si sovrapponeva una torre ottagonale e poi una costruzione cilindrica sovrastata da una statua di Zeus sostituita, in seguito, da quella di Helios. La costruzione del faro consentiva di segnalare la posizione del porto alle navi di giorno, con l’uso di speciali specchi di bronzo lucidato che riflettevano la luce del sole fino al largo e, di notte, con l’accensione di fuochi. Si stima che la torre fosse alta 134 metri e poteva essere visto a 48 km di distanza, praticamente il primo grattacielo della storia. Vista la sua utilità se ne cominciarono a costruire in molti altri luoghi del Mediterraneo.
Faro di Alessandria d’Egitto https://www.studiarapido.it/faro-di-alessandria-primo-faro-della-storia/
Colosso di Rodi, porto di Mandraki https://www.saggiasibilla.com/2019/01/28/le-sette-meraviglie-il-colosso-di-rodi/
In seguito, anche i Romani diffonderanno in tutte le loro conquiste imperiali la costruzione di queste torri di pietra con in cima il fuoco. Torri che possiederanno, vicino ai porti, anche le quattro Signorie delle Repubbliche marinare, in Italia. Dopo il crollo dell’impero romano, invece, saranno i campanili dei monasteri costruiti in cima alle rocche a svolgere questa funzione, soprattutto al nord Europa. Durante il rinascimento e l’epoca barocca vedono la nascita in Francia o in Inghilterra, all’ingresso della Manica, fari stupendi paragonabili a castelli, situati in mezzo al mare ma, tuttavia, poco funzionali. Tra la fine del 1700 e il 1800 i fari assumeranno, infine, la connotazione che noi conosciamo. Il Faro di New York, donato dalla Francia agli Stati Uniti, e conosciuto da tutti come la famosa Statua della Libertà, è stato a tutti gli effetti il faro degli Stati Uniti, gestito dal servizio fari americano, in funzione sino al 1902 ed il primo ad essere elettrificato, alla fine del 1800. Prima del petrolio e poi dell’elettricità le sostanze usate per alimentare i fuochi dei fari sono state svariate: legna, carbone, candele di spermaceti, (la materia grassa che si trova all’interno del cranio dei capodogli che bruciando non fa fumo) e olio di balena e di oliva, a seconda delle latitudini. Si può assolutamente dire che, in tutto il mondo, non esistono due fari uguali. Ognuno possiede le sue peculiari caratteristiche, ognuno custodisce delle diversità, il numero dei suoi gradini per arrivare alla luce, una storia, un segreto, ogni faro è “il faro” del suo pezzo di mare e di mondo. Il loro aspetto esteriore serve a riconoscerli da lontano di giorno, mentre di notte la loro luce invierà segnali sempre differenti uno dall’altro, luce – eclisse, eclisse – luce, con una frequenza che servirà a far riconoscere la struttura nel buio. Su tutti i portolani, i libri che si portano a bordo e che indicano tutto sulle coste e sui loro pericoli, ogni faro viene indicato con la sua particolare luce. Nella penisola italiana, dove la costa si sviluppa per una lunghezza di 7458 km circa, vi sono dei fari bellissimi con bellissime storie, fari che sono diventati luoghi da visitare e mete turistiche molto ricercate. Il faro più antico conosciuto è il Fanale dei Pisani, nella città di Livorno, costruito nel 1302 dopo che il porto pisano alla foce dell’Arno si era insabbiato. Questo faro ha una storia drammatica poiché venne distrutto durante la ritirata dei tedeschi nel 1944 per poi essere ricostruito su volontà dei livornesi e inaugurato nel 1956. Per la sua ricostruzione sono stati utilizzati sia i materiali originali recuperati sia i conci della Verruca, materiali estratti dalla cava di San Giuliano da dove provenivano anche le pietre usate nella sua prima costruzione sulla base dei progetti dell’architetto Giovanni di Nicola Pisano che lo aveva costruito nel modello originale. Questo faro, sulla cui cima si recava Galileo Galilei per le sue osservazioni, era stato cantato da Dante Aligheri e da Francesco Petrarca nelle loro poesie. Il faro, alto 52 metri, ha un’ottica rotante che emette 4 lampi ogni 20 secondi ed ha una portata di 24 miglia marine (1). Il sito di Hundredrooms ha stilato la lista dei sedici fari più belli della penisola tra cui vi sono: – Faro della Vittoria – Trieste, Friuli Venezia Giulia – Faro di Capel Rosso – Isola del Giglio (Grosseto), Toscana – Fanale di Livorno – ( di cui abbiammo accennato), Livorno, Toscana – Faro di Ponza o Faro della Guardia – Isola di Ponza (Latina), Lazio – Faro di Punta Carena – Isola di Capri (Napoli), Campania – Faro del Porto di Ischia – Isola d’Ischia (Napoli), Campania – Faro di Genova, Liguria – Faro di Camogli, (Genova), Liguria – Faro dello Scoglio di Mangiabarche – Isola di Sant’Antioco, Sardegna – Faro di Capo Spartivento – Chia, Sardegna – Lanterna del Montorsoli – Messina, Sicilia – Faro di San Vito Lo Capo – Trapani, Sicilia – Faro di Strombolicchio – Isole Eolie (Messina), Sicilia (2). Ma, la regione che in assoluto vanta le location più ricche di fascino, nonché quelle più ricercate dai turisti è la Puglia, con il Faro di Vieste, che sorge sullo scoglio di Sant’Eufemia, in provincia di Foggia, con il faro di San Vito a Taranto e, di San Cataldo, a Lecce, di Punta Palascia a Otranto, di Santa Maria di Leuca, di Torre San Giovanni, a Ugento, dell’isola di Sant’Andrea a Gallipoli, di Porto Cesareo, che fanno tutti parte del Salento.
Faro di Torre San Giovanni, Ugento https://www.viaggiareinpuglia.it/at/4/castellotorre/5546/it/Faro-di-Torre-San-Giovanni-158-(LE)
Note
Cfr. I fari di Ana Maria Lilla Mariotti, https://www.ilmondodeifari.com/index.htm
2. https://www.salento.com/2019/10/12/i-fari-piu-belli-d-italia/
(continua)
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4 lug 2020 16:30
L'AUTOSTRADA A 5 STELLE – IL WEEKEND SULLA RIVIERA LIGURA È LA FOTOGRAFIA DELLA POLITICA PARALIZZATA: SEI ORE DI CODE PER RAGGIUNGERE GENOVA DA MILANO E QUATTRO PER FARE 160 CHILOMETRI - L’AD DI AUTOSTRADE ROBERTO TOMASI SCARICA LA RESPONSABILITÀ SUL GOVERNO: “È STATO IL MINISTERO A IMPORCI UNA NUOVA VERIFICA DI TUTTI I TUNNEL. IMPOSSIBILE LAVORANDO SOLO DI NOTTE'' - L'ALTERNATIVA TRENO? IN TILT ANCHE LE FERROVIE (ALL'ITALIA SI ADDICE LA QUARANTENA: TUTTI A CASA...)
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Marco Menduni per "www.lastampa.it"
Partenza alle nove e un quarto del mattino da Milano, seguendo l’onda dei tenaci, tenacissimi amanti del mare della Liguria. Arrivo all’Autogrill di Varazze alle 13,17, quattro ore per 160 chilometri e una media poco entusiasmante di 40 all’ora, in un tratto che in tempo normali si percorre nella metà del tempo. Proprio andando piano. Ma questi non sono tempi normali, sono le settimane della grande crisi delle autostrade in Liguria e ogni concetto di tempo e di spazio si dilata al di là delle nostre conoscenze.
Altro test: ingresso a Genova Ovest alle due e mezza e subito 9 chilometri di coda fino a Recco, dopo che un Tir e un’auto si scontrano. Un’altra ora e mezza di freni e frizioni usurate e finalmente, pur nella consueta gimkana tra lavori, cantieri e scambi di carreggiata, la via per il Levante è finalmente spianata.
Sommando tutti i tempi, più di 6 ore per guadagnare le spiagge della Riviera o del Tigullio partendo da Milano e da Torino rappresentano una tempistica da disfatta. L’esperimento nel primo vero fine settimana di esodo si traduce in un disastro.
Le premesse non erano sfavorevoli. Autostrade aveva annunciato per ieri un primo allentamento delle chiusure a raffica per esaminare tutti i tunnel della Liguria, soprattutto durante il giorno.
Non è andata così e la circostanza getta un’ombra sinistra anche sulla giornata di oggi, secondo round del grande spostamento nel fine settimana. L’emergenza Liguria è ormai un caso nazionale. L’altra sera c’è stato un incontro, teso, tra il ministro dei Trasporti Paola De Micheli e l’amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi.
Di fronte alle contestazioni, Tomasi ha reagito. Ha ricordato che è stato lo stesso ministero a imporre all’azienda, lo scorso 29 maggio, una nuova verifica di tutti i tunnel. Un lavoro da riprendere da capo ma da concludere comunque entro il 10 luglio. Impossibile raggiungere il traguardo lavorando solo di notte. Anche perché occorre, in 100 gallerie, smontare 350 mila metri quadri di onduline (i rivestimenti protettivi) prima di poter intervenire.
Cos’è accaduto ieri? La riapertura del tratto tra la A26, che da Alessandria scende verso le spiagge, e Arenzano sulla A10 era previsto per le 6 del mattino, dopo le verifiche alla galleria Borgonuovo. Invece se n’è parlato solo alle 10. Quattro ore di ritardo, la differenza tra un rallentamento e il blocco totale.
Perché da settimane funziona così: al pomeriggio viene diramato il programma delle chiusure nel giorno successivo. Ma sono tempi, per usare un eufemismo, indicativi. La spiegazione ufficiale: «Se emergono dei problemi da risolvere, si interviene subito, non si rimanda». Conseguenza, anche questa, dei tempi strettissimi per concludere tutte le operazioni.
Per uno strano gioco geografico, il grande cartellone che indica il 45° parallelo all’altezza di Casei Gerola separa due situazioni opposte. Prima si corre. Subito dopo è la Caporetto dei collegamenti. I tabelloni luminosi indicano che l’autostrada è chiusa (il segnale biancorosso del divieto di transito) e che il percorso obbligatorio per arrivare a Savona e nel Ponente della Liguria è uno solo: passare per Torino. In realtà non è così, è un trucco per alleggerire il traffico. Ma la situazione è pesantissima
Sull’A7 Genova è un miraggio, con code annunciate di 13 chilometri al micidiale bivio per il Levante. Sull’A26 riesce ad andare peggio. Alle 10.15, tre chilometri dopo Ovada, il traffico rimane paralizzato. Immobile: ripartiremo solo alle 11,29. Non c’è solo il tappo dei cantieri: quando la corsia per viaggiare è una, ogni intoppo moltiplica i suoi effetti in maniera esponenziale. Un Tir va in panne, bisogna allestire una sorta di bypass per aggirarlo. Recita Isoradio: «Mezzo fermo al chilometro 17,5, gli effetti si riverberano all’indietro fino al chilometro 45».
Tradotto, più di 27 chilometri di incolonnamenti, illusorie ripartenze, di nuovo brusche frenate dopo cento metri. Sotto il sole e la canicola (32 gradi) il viadotto diventa un’agorà che raccoglie rabbia e scoramento: tutti scendono dai loro mezzi. Aldo Capitani, pensionato torinese in viaggio con la moglie Mirella, non se la perdona: «Colpa mia, colpa mia, avevo letto che in Liguria c’erano dei problemi ma non ho creduto fino a questo punto». A suonare la carica al popolo bloccato sul viadotto pensa Anna Marelli che urla: «È un sequestro di persona, anche il casello di Ovada era chiuso, ci hanno intrappolati senza scampo».
Poi c’è la paura. Racconta Ivan, autotrasportatore croato: «Per noi camionisti la galleria è sempre una criticità. Non è bello restare più di un’ora sotto un tunnel». Spiega: «Ci hanno insegnato al corso che, se scoppiasse un incendio al chiuso, avremmo pochissimi secondi per metterci in salvo, prima che le fiamme e il fumo possano propagarsi». È la sua un’inquietudine sincera. E non basta l’annuncio che arriva nel pomeriggio: da oggi 150 chilometri saranno esentati dal pedaggio.
L’alternativa treno? In una giornata difficile vanno in tilt anche le ferrovie. Alle 7 del mattino scatta la necessità di una verifica tecnica urgente tra le stazioni di Genova Nervi e di Recco. Due convogli vengono parzialmente soppressi, dieci incamerano un ritardo di più di 50 minuti, uno di più di un’ora. Sulle strade urbane, il Ponente di Genova è impazzito. Nessuno si muove più. Bloccati gli autobus, le ambulanze, gli automobilisti. I tir sono un muro invalicabile. «Nemmeno in scooter si riesce a passare, c’è da rischiare la vita», urla un giovane che parcheggia la sua due ruote e getta la spugna.
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