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#AGENZIE DI RATING
colonna-durruti · 11 months
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Moody’s non boccia l’Italia. Lascia il debito italiano ai confini del baratro e gli attribuisce un ‘outlook’, una prospettiva stabile. In estrema sintesi, i grandi fondi, che sono i signori del debito, hanno deciso che un debito così grande non potesse diventare insolvente perché è ancora troppa la quantità di tale debito che è nelle mani di banche di cui quegli stessi fondi sono grandi azionisti. Temo che quando il debito italiano sarà in misura maggiore direttamente in mano ai risparmiatori italiani, gli stessi signori del rating decideranno che forse sarà conveniente per loro svalutarlo e ricomprarlo a prezzi più bassi e tassi più alti. Il problema vero non è il debito in quanto tale ma il potere arbitrario delle agenzie di rating.
(Alessandro Volpi)
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arcobalengo · 1 year
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Il segretario al Tesoro Janet Yellen sullo storico declassamento del rating del credito statunitense: “La decisione di Fitch lascia perplessi alla luce della forza economica che vediamo negli Stati Uniti. Sono fortemente in disaccordo con la decisione di Fitch e credo che sia del tutto ingiustificata". E' davvero stupefacente ascoltare il Segretario al Tesoro USA dire le stesse cose che tante volte ha detto il Ministro del Tesoro italiano all'atto di un declassamento delle agenzie di rating. Segno dei tempi forse...
Giuseppe Masala
Belli essere vittima del proprio sistema di distruzione vero Yellen? 😏
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enkeynetwork · 3 months
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scienza-magia · 7 months
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Debito pubblico Italiano migliora rispetto quello Europeo
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Debito pubblico, diminuzione record per l’Italia. L’Italia il proprio debito pubblico l’ha visto esplodere negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Poi, però, è diventata un Paese quasi-modello quanto a gestione delle finanze pubbliche, con un surplus primario del bilancio statale pressoché ininterrotto fino alla pandemia. E anche dal 2020 in poi, quando il bilancio primario è andato in rosso, il debito italiano è comunque quello cresciuto di meno in valore escludendo gli interessi. Anche al Parlamento di Strasburgo, davanti alla conferenza dei presidenti di commissione, Mario Draghi ha strigliato l’Europa, dopo averlo già fatto all’Ecofin pochi giorni prima. «Non si può dire sempre di no», ha affermato. E ha riproposto l’idea di un debito comune europeo per sostenere e rilanciare la competitività dell’economia del continente di fronte alla concorrenza globale e alla sfida della transizione energetica. Un’idea che si scontra però con la persistente opposizione della Germania e dei Paesi del Nord Europa. Infatti, i “falchi” e i cosiddetti “frugali” di debito comune non ne vogliono proprio sentir parlare perché temono genericamente il debito pubblico dei Paesi mediterranei ma soprattutto quello italiano, che rappresenta lo spauracchio di tutti nell’immaginario e nella narrativa ormai sedimentata. Il paragone dell'indebitamento tra le economie mondiali Ma Draghi avrebbe un argomento enorme da mettere sul piatto per smontare questa infondata pregiudiziale. Infatti, l’Italia il proprio debito pubblico l’ha visto esplodere negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Poi, però, è diventata un Paese quasi-modello quanto a gestione delle finanze pubbliche, con un surplus primario del bilancio statale pressoché ininterrotto fino alla pandemia. E anche dal 2020 in poi, quando il bilancio primario è andato in rosso, il debito italiano è comunque quello cresciuto di meno in valore escludendo gli interessi, come abbiamo già avuto modo di documentare su queste colonne (Francia, il debito pubblico supera quello italiano di 244 miliardi di euro, 1° febbraio 2024). La verità, completamente sconosciuta a “falchi” e “frugali”, è che l’Italia è l’unica nazione tra i Paesi del G7, e anche rispetto ad un’altra grande economia dell’Eurozona come la Spagna, ad essere riuscita a ridurre il debito pubblico al netto della spesa per interessi negli ultimi 28 anni, secondo nostre elaborazioni sulle serie storiche della Commissione Europea. Si tratta di un dato praticamente sconosciuto, la cui acquisizione, sul piano concettuale e comunicazionale, è di fondamentale importanza sia per l’Italia sia per le stesse riflessioni sul futuro e le strategie dell’Europa. Infatti, la componente di debito pubblico non dipendente dagli interessi è diminuita in Italia di ben 317 miliardi di euro correnti dal 1996 al 2023, prendendo come riferimento il 1995, anno di partenza delle serie storiche della Commissione europea. Un dato che dovrebbe essere portato all’attenzione non solo di Bruxelles ma anche delle agenzie di rating e degli investitori. Nello stesso periodo, il debito al netto degli interessi della Germania, il Paese che dopo di noi ha fatto meglio, sia pure a grande distanza, è cresciuto di 95 miliardi. Mentre le altre maggiori economie avanzate hanno invece visto esplodere i loro debiti pubblici, sempre espressi in euro, anche depurando la componente degli interessi. Infatti, il debito pubblico, esclusi gli interessi della Spagna, è aumentato dal 1996 al 2023 di 570 miliardi, quello britannico di 889 miliardi, quello francese di 1.108 miliardi, quello giapponese di 3.638 miliardi e quello statunitense di 12.027 miliardi. Sono cifre importanti non solo per ribaltare gli ingenerosi giudizi sulle finanze pubbliche dell’Italia ma anche per rivisitare le analisi comparate sulla crescita economica dei diversi Paesi negli ultimi lustri. Cifre che spiegano soprattutto perché l’Italia, perlomeno fino al 2015, abbia avuto nei vent’anni precedenti una crescita economica molto più debole delle altre nazioni. Infatti, dovrebbe essere evidente il fatto che il nostro Paese, non facendo più debito pubblico al netto degli interessi, anzi riducendolo, in tal modo ha drasticamente ridotto l’immissione di risorse pubbliche nel suo sistema economico in termini di investimenti in capitale fisico e umano, oltre che in termini di sostegno ai redditi, mentre gli altri Paesi pompavano denaro a piene mani a spese dei contribuenti a supporto della loro crescita. In conclusione, il debito pubblico italiano non può essere preso come giustificazione da parte dei Paesi del Nord Europa ostili agli Eurobond. Questi ultimi costituiscono l’unica strategia possibile per una Europa che perde sempre più competitività ogni giorno, stretta nella morsa di due giganti come Cina e Stati Uniti. Il paradosso è che Pechino e Washington, invece, usano proprio i loro debiti e i loro aiuti di Stato per metterci fuori combattimento, ben contenti che l’Europa rimanga paralizzata dalla rigida camicia di forza delle regole fiscali e ambientali che si è imposta. Per cui è finalmente ora che Bruxelles si renda conto che queste due tipologie di regole non possono essere perseguite contemporaneamente senza che almeno una delle due venga parzialmente modificata. Se la Commissione vuole davvero ridurre le emissioni di CO2 senza destabilizzare l’economia e la coesione sociale europea, il debito comune è l’unica strada percorribile e gli va data via libera senza indugio e falsi pretesti. Perchè il debito pubblico è un problema per l'Italia? Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Striscia di Gaza: la situazione attuale nei territori assediati
Qual è la situazione attuale nella Striscia di Gaza? Quali effetti stanno avendo i bombardamenti israeliani sulla popolazione civile? Le associazioni umanitarie che operano sul territorio sono tra le realtà che più hanno il polso della situazione. ActionAid è una delle associazioni presenti in Palestina e la sua testimonianza sta aprendo ai nostri occhi situazioni gravissime. Più di 24.000 morti in seguito agli attacchi aerei, per lo più donne e bambini, malattie in rapida diffusione, mancanza di cibo e di acqua pulita; donne violentate, impossibilitate a prendersi cura dei loro bisogni primari, costrette a partorire senza anestesia in ambienti tutt'altro che sterili. Donne che tagliano pezzi di tende (che servono loro da riparo dal freddo) per realizzare prodotti mestruali. Ne abbiamo parlato con Riham Jafari, Coordinatrice Advocacy e Comunicazione di ActionAid Palestina, di stanza a Betlemme. We european can only imagine the situation in Gaza, how do you really describe the conditions in which people live in Gaza Strip? The humanitarian situation in Gaza can not be described. Nowhere and no one is safe. Aid agencies are urging Israel to ease the difficult and often dangerous process of delivering supplies to desperate Palestinians. Famine is looming in Gaza, the United Nations warns. The World Food Program estimates that 93 percent of the population faces crisis levels of hunger. Disease is spreading rapidly. The World Health Organization predicts that the death toll from sickness and starvation in coming months could eclipse the number of people killed in the war so far more than 24,000, according Gaza Health Ministry, with the majority women and children. There is no clear water, no enough food ,no fuel, 70% of Gaza’s hospital are out of service . A small amount of humanitarian aid delivered to Gaza that does not cover the needs of the population . We immagine it’s hard to satisfy basic needs. La situazione a Gaza noi dall’Europa la possiamo solo immaginare, come si può descrivere con realtà quello che la popolazione vive nella Striscia? La situazione umanitaria a Gaza non può essere descritta. Nessuno è al sicuro in nessun luogo. Le agenzie umanitarie stanno sollecitando Israele perché renda meno difficile e pericoloso consegnare gli aiuti al disperato popolo palestinese. La carestia incombe su Gaza avvisano le Nazioni Unite. Il Programma Mondiale sulla Fame stima che il 93 percento della popolazione viva livelli critici di fame. Le malattie si stanno diffondendo rapidamente. L'Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che il bilancio delle vittime per malattia e stenti nei mesi a venire potrebbe oscurare il numero delle persone uccise in guerra che finora, secondo il Ministero della salute di Gaza, sono più di 24.000, per la maggior parte donne e bambini. Non c'è acqua pulita, non c'è abbastanza cibo, benzina, il 70% degli ospedali di Gaza non è servibile. La piccola quantità di aiuti umanitari consegnata a Gaza non copre le esigenze della popolazione. We immagine it’s hard to satisfy basic needs. You have reported a great difficoulty for women in Gaza. Tell us about it, please. Women and girls in Gaza are experiencing unprecedented levels of violence, making the besieged territory one of the world’s most dangerous places for women right now, women and girls in Gaza are being killed and injured at a horrifying rate, having their essential rights to food, water and healthcare denied daily, while undergoing immense psychological strain and trauma after two months of living in terror. More than 7,000 women have been killed since Israel waged war on Gaza following the October 7 . Meanwhile every day is a desperate struggle for them to meet their most basic needs. There are around 50,000 women in Gaza are pregnant. Some 180 soon-to-be mothers are risking their lives each day to give birth without adequate medical care by undergoing caesareans and emergency operations without sterilization, anesthesia, or painkillers. at least 800,000 women have been displaced from their homes in Gaza. Many women are now living in extremely overcrowded facilities – most of which have one shower for every 700 people and one toilet per every 150 people. There is little or no water for them to wash with, no privacy, no soap for them to keep themselves clean and no sanitary products. At least two mothers are killed every 60 minutes, while seven women are killed every two hours in the besieged enclave, Imagine having to manage your period with no period products, toilet paper or soap, and no chance of being able to wash yourself…This is the reality for hundreds of thousands of women and girls in Gaza right now. Women and girls in Gaza are resorting to unsafe ways of managing their periods amid a severe shortage of period products and catastrophic humanitarian conditions. ActionAid has heard that some displaced women living in Rafah are so desperate they are cutting out small pieces of the tents they rely on for shelter from the cold and rain to use as a substitute for period products, risking infection. The lack of water means keeping clean is near impossible, with women telling us they have gone for weeks without showering. https://youtu.be/-prflc__udo Immaginiamo che anche l’espletamento dei bisogni primari sia ormai difficile. Voi avete segnalato una grande difficoltà che incontrano le donne. Ce ne vuole parlare? Le donne e le ragazze stanno sperimentando livelli di violenza senza precedenti, ciò rende il territorio assediato uno dei posti più pericolosi al mondo per le donne; in questo preciso istante donne e ragazze a Gaza sono uccise e ingiuriate a un ritmo spaventoso, vedendosi negare ogni giorno i diritti basilari al cibo, all'acqua e alla salute. Sono immense le pressioni e i traumi psicologici che subiscono dopo due mesi che vivono nel terrore. Più di 7.000 donne sono state uccise da quando Israele ha deciso di ingaggiare la guerra dopo il 7 ottobre. Nel frattempo soddisfare le necessità più basilari rappresenta per loro una lotta disperata ogni giorno. A Gaza ci sono circa 50.000 donne incinte. Di queste 180 prossime al parto rischiano la vita ogni giorno a dare alla luce i loro bambini senza adeguate cure mediche, sottoposte a cesarei e interventi d'urgenza senza sterilizzazioni, anestesia o antidolorifici. Almeno 800.000 donne sono state costrette a lasciare le loro case a Gaza. Molte donne stanno vivendo ora in ricoveri sovraffollati - la maggior parte di questi ha una doccia per 700 persone e una toilet per 150 persone. C'è poca acqua, a volte manca completamente, per lavarsi senza privacy, senza sapone per l'igiene personale o prodotti sanitari. Almeno due madri sono uccise ogni 60 minuti, mentre 7 donne sono uccise ogni due ore nell'enclave assediata. Immaginate di dover gestire le vostre mestruazioni senza i prodotti mestruali, carta igienica o sapone, senza la possibilità di lavarvi... Questa è la realtà per centinaia di migliaia di donne e ragazze a Gaza adesso. Le donne e le ragazze stanno ricorrendo a metodi insicuri per gestire le mestruazioni in una situazione di forte carenza di prodotti mestruali e catastrofiche condizioni umanitarie. ActionAid ha saputo che alcune donne sfollate a Rafah sono così disperate che stanno tagliando piccoli pezzi delle tende, con le quali si proteggono dal freddo e dalla pioggia, e li sostituiscono ai prodotti mestruali, rischiando infezioni. La penuria di acqua rende quasi impossibile per le donne che ci raccontano di aver trascorso settimane senza farsi una doccia. Why is it so difficoult receive even basic humantiarian aid? The delivery of lifesaving assistance to Gazans is being hindered by Israel control through the Israeli inspection process for aid which takes a long time. There is a small amount of humanitarian aid which is around from 100 -200 aid truck everyday. there aren’t enough trucks or fuel inside Gaza to distribute the aid; mechanisms to protect humanitarian workers are unreliable; and commercial goods have only just begun to trickle in. Frequent telecommunications blackouts complicate the work of aid workers and aid organizations. On average, 100 to 200 trucks get through to Gaza each day. Before the war, that number was about 500, many carrying commercial goods. Since Oct. 7, Israel blocked the entry of commercial trucks to Gaza. The flow resumed in mid-December but has been limited and sporadic Aid flowing into Gaza has primarily transited the Rafah border crossing with Egypt. While the gates there are operated by Egyptian and Palestinian officials, nothing can enter without an inspection by Israeli officials. Aid groups describe this as a convoluted and time-consuming process. Com’è possibile che abbiamo tanta difficoltà a passare anche i più elementari aiuti umanitari? La consegna di assistenza salvavita ai cittadini di Gaza viene ostacolata dalla prassi dei controlli ispettivi seguita da Israele per gli aiuti che prende molto tempo. C'è una piccola quantità di aiuti umanitari che circola da 100-200 camion ogni giorno. Non ci sono abbastanza camion o benzina all'interno di Gaza per distribuire gli aiuti; i meccanismi di protezione per i volontari sono inaffidabili; e i beni commerciali hanno appena iniziato a deperirsi. Frequenti blackout delle telecomunicazioni complicano il lavoro dei volontari e delle organizzazioni umanitarie. In media, attraversano Gaza 100-200 camion ogni giorno. Prima della guerra, quel numero si aggirava intorno ai 500 e molti trasportavano prodotti commerciali. Dal 7 ottobre, Israele ha bloccato l'entrata dei camion con prodotti commerciali a Gaza. Il flusso è ripreso a metà dicembre ma è stato limitato e gli aiuti sporadici che circolano all'interno di Gaza sono transitati principalmente per Rafah al confine con l'Egitto. Mentre gli ingressi sono gestiti da funzionari egiziani e palestinesi, nulla può entrare senza un'ispezione degli ufficiali israeliani. I gruppi di aiuto descrivono questo processo come contorto e che comporta un enorme dispendio di tempo. If ther’s no ceasefire, what do you predict will happen in Gaza? If there is no ceasefire, this means that more lives will be lost ,more children will be killed by airstrikes, starvation, diseases , thirsty , lack of clear water, coldness,lack of medical care. More destruction of infrastructure will continually be carried out. Se non ci sarà un cessate il fuoco a breve, cosa prevede che accadrà a Gaza? Se non ci sarà un cessate il fuoco, vuol dire che ancora più vite andranno perse, più bambini saranno uccisi da attacchi aerei, stenti, malattie, sete, penuria di acqua pulita, freddo, penuria di cure mediche. Saranno distrutte sempre più infrastrutture. Wich appeal do you want to launce to Italians, Europeans, the Whole world? We urge Italian, European and the whole world to keep demanding ceasefire and asking their government to practice pressure on Israel to adhere to international law Che appello vuole lanciare agli italiani, gli europei, al mondo intero? Noi sollecitiamo gli italiani, europei e il mondo intero a continuare a pretendere il cessate il fuoco e a chiedere ai loro governi a fare pressione su Israele ad aderire alla legge internazionale. Foto di copertina e video gentilmente concessi da ActionAid Read the full article
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atomicgiveranchor-blog · 10 months
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Le agenzie di rating scuotono l'Italia: ecco come la nostra democrazia f...
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crossroad1960 · 11 months
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A QUESTO GIRO, NIENTE COMPLOTTI
Quindi, adelante Giorgia, con juicio. L’aspetto maggiormente positivo, a mio giudizio, è che questa tornata di revisioni di rating non causerà levate di patriottici scudi o di accuse di complotto pluto-demo-giudaico-massonico. Non leggeremo editoriali di cronisti con taccuino ed editorialisti retequattristi che ci informano che c’è un Deep State che parte da Bruxelles e arriva non a Madre Teresa ma alle agenzie di rating, passando per il Tar, la magistratura ordinaria, quella contabile, gli uscieri dei ministeri, l’establishment culturale e le macchie solari per tenere stretto il morso sulla bocca di ogni governo sovrano. Nessun procuratore in cravatta tricolore scalderà il pc per scrivere avvisi si di garanzia. A questo giro, non avremo neppure bisogno di personaggi chiari e forti(s) che spieghino alle agenzie che gli italiani sono ricchi, quindi possono garantire per il loro stato. Già si odono i primi rutti sull’Italia che “corre e cresce più della Germania”. Ci saranno poi gli opposti retroscenismi: dai patrioti che leggeranno la vicenda come “premio degli americani a Giorgia” mentre i cospirazionisti classici (quelli contro lo status quo) rilanceranno la tesi speculare del premio per “Meloni pro-Nato” (?), scordando che queste stesse agenzie stanno progressivamente declassando, per manifesta disfunzionalità di governance, il merito di credito sovrano degli Stati Uniti. Si conferma che siamo i nipotini scemi di Machiavelli, in sintesi.
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notiziariofinanziario · 11 months
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Banca Monte dei Paschi di Siena ha fatto progressi impressionanti negli ultimi 12 mesi
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Monte dei Paschi di Siena presenta risultati solidi. "Siamo ora una delle migliori banche in Italia, con una capacità di essere redditizia in maniera sostenibile e di generare capitale in maniera organica trimestre su trimestre. Siamo solidi e ben equipaggiati per competere sul mercato". Lo ha affermato il CEO Luigi Lovaglio nella call con la comunità finanziaria che ha seguito la pubblicazione dei risultati al 30 settembre 2023. La crescita dei ricavi core ha supportato un margine operativo lordo 2 volte più elevato anno su anno, con ricavi in aumento e costi strutturali inferiori, sfruttando una forte base di clienti fedeli. Il costo del rischio è a 52 pb, confermando la guidance di fine anno a 55 pb. "La guidance sull'utile netto per il 2023 è stata aumentata a oltre 1,1 miliardi di euro, trainata dal margine di interesse, con un coefficiente CET1 di fine anno previsto superiore al 17%", ha detto l'AD. Sul fronte della remunerazione, ha spiegato che MPS ha "un ampio buffer sui requisiti patrimoniali e questo ci rassicura sul fatto che saremo ben attrezzati per remunerare i nostri azionisti in linea con le ultime guidance che abbiamo dato, ovvero anticipare il dividendo con l'utile 2024". Pressato dagli analisti su possibili anticipi nella distribuzione del capitale, l'AD ha detto: "Siamo contenti di avere una solida posizione di capitale, che sappiamo essere molto alta e superiore ai bisogni che abbiamo per sviluppare il business. Durante il quarto trimestre, guardando ai risultati dell'intero anno, studieremo una policy appropriata, tenendo in considerazione i possibili sviluppi positivi che potrebbero avere un effetto. Comunque ora è troppo presto per dare dettagli su come utilizzeremo il capitale in eccesso, ne parleremo con i risultati annuali". L'AD ha spiegato che "l'utile netto è stato trainato da una forte performance operativa supportata dalla crescita del NII e dalla riduzione dei costi strutturali legati principalmente ai 4.000 prepensionamenti volontari dello scorso anno". Il NII "è stato in rialzo anche in questo trimestre del +4,6% portando ad una crescita del +62,7% a/a dopo 9 mesi, trainata da un ulteriore miglioramento dello spread al 3,40% (+162 pb) grazie all'aumento del tasso di prestito e al pass through gestito consapevolmente". Lovaglio si è soffermato sull'evoluzione dei procedimenti legali e delle richieste stragiudiziali. A seguito della sentenza della Corte di Cassazione su Vigni e Mussari, la banca ha proceduto a declassare da "possibile" a rischio "remoto" il rischio relativo ad alcuni procedimenti legali e richieste stragiudiziali; di conseguenza l'ammontare complessivo di contenzioso e richieste stragiudiziali connessi alle informazioni finanziarie diffuse nel periodo 2008-2015 si è sensibilmente ridotto, passando da 4,1 miliardi di euro di giugno a 2,9 miliardi di euro a settembre. "La maggior parte delle azioni stragiudiziali sono promosse dalla stessa società di consulenza per conto di investitori istituzionali, nella maggior parte dei casi caratterizzate da carenza di documentazione, mancanza di legittimità e di nesso causale", ha detto l'AD. Il CFO Andrea Maffezzoni, rispondendo alle domande degli analisti, ha detto che "stiamo lavorando a stretto contatto con le agenzie di rating che stanno monitorando la nostra situazione" e "ci aspettiamo una revisione del rating, anche se non possiamo confermarlo perché non dipende da noi, nel 2024 e forse anche prima". Read the full article
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Giorgetti, 'il rating non si basa sul gossip'
“Abbiamo scritto una legge di bilancio correttamente impostata e a nostro giudizio troverà la valutazione onesta delle agenzie di rating che l’hanno letta e di certo non basano le loro valutazioni sul gossip e i titoli scandalistici”. Lo ha detto a Bolzano il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.     Riproduzione riservata © Copyright ANSA source
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gcorvetti · 1 year
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La devo smettere...
...di leggere le notizie, soprattutto sui canali mainstream che sono a senso unico, anche se oggi sembra che tra una notizia e l'altra abbiano fatto una tregua col loro cervello. Vado veloce. Il disastro in Emilia-Romagna si aggrava sempre più, anche se penso che i giornalai ci ricamino su, si sa le tragedie sono più interessanti delle cose belle, mai capito perché (si lo so è un meccanismo mentale); purtroppo c'è anche un articolo con la lista lunga dei beni culturali danneggiati che è lunga e dolorosa, l'unica realtà che abbiamo lasciataci dai nostri antenati, lontani e vicini. Il nostro primo chiwawa al G7 oltre a mostrare le immagini del disastro e parlare col Maccarone, si è beccata l'ennesima strigliata dal premier Canadese sui diritti LGBTQHGKTRHAGAADGAD+*/ e chi più ne ha più ne metta, il canadese non ha capito che i chiwawa hanno 1grammo scarso di cervello e anche avariato. Il nano mafioso esce dall'ospedale, speravo che almeno questa volta uscisse con i piedi in avanti, mostrando il suo sorriso da manichino fatto male che ci prende per il culo da più di 30 anni, finirà anche per te nano non ti preoccupare, Faber aveva ragione "Fino a dire che un nano È una carogna di sicuro Perché ha il cuore troppo Troppo vicino al buco del culo" Esistono al mondo le agenzie di rating (valutazione) a livello finanziario, solite cose inutili che non hanno a che vedere col paese specifico ma solo sulla sua affidabilità finanziaria, ora dico, con tutto il patrimonio che abbiamo noi culturale, territoriale, culinario ecc ecc, cosa vuoi valutare, stai zitto cazzo, eh no, per gli economisti vale quanti soldi ci tiri fuori, peccato che la cultura nel nostro paese non è mai stata il punto focale di nessun governo, anche se devo dire che ultimamente sembra che qualcuno abbia capito che possiamo farci anche i soldi; detto Francese : "La cultura è come la confettura, meno ne hai più ne spalmi", nel nostro caso è il contrario. Ammorte gli economisti e le loro tabelle esponenziali false.
La notizia musicale del giorno, l'ho data ieri, è la morte di Andy Rourke che alcuni giornali mettono come trafiletto giusto alla fine, Google la mette in primo piano perché calcola quanto è virale; invece leggo che Luis Miguel, si quel coglione che negli anni 80 cantava quella canzone orribile (non ditemi che vi piace?) torna in tour O.o in che senso? Leggo che dopo 5 anni, ah ne aveva già fatto uno?, è lieto di tornare a calcare i palchi delle Americhe, ahhhhh infatti qua non lo caga nessuno, dove ha fatto tutto esaurito. Ora, non me frega na cippa di quello che fanno gli altri artisti ognuno fa quello che vuole, diciamo così per farla breve, ma insisto nel dire che il problema della musica, che è una forma d'arte e non mi stancherò mai di scriverlo, non è il colletto
bianco/produttore/uomo d'affari che vuole guadagnarci che è lecito, investi = vuoi un rientro, poi si può opinare su cosa investano ma lasciamo da parte 'sto aspetto; una volta si additava la pirateria e ora che è praticamente ridotta a poco, non ci sono più numeri grossi vah, si è notato che non erano i pirati il problema, forse hanno contribuito ma non scendiamo anche qua in particolari e numeri. Allora, siccome penso che la Musica, in quanto forma d'arte, non abbia mai crisi perché ci sono sempre ragazzi che imbracciano gli strumenti, band che si formano e si sciolgono e altre band nascono dalle ceneri, compositori, sperimentatori ecc ecc, il problema è dello showbiz, sono loro che hanno problemi di denaro perché non guadagnano più come una volta, qua torniamo al rating e ai grafici in rialzo o ribasso, ma allora dov'è il punto focale del problema, verso chi si deve puntare il dito? Io lo punto verso di voi, si il pubblico; partendo dal fatto che la qualità si è abbassata decisamente notevolmente e precivitevolissimevolmente (volevo fare tutto con mente :D) lo dobbiamo alla vostra ignoranza, al puntacazzismo su alcune specifiche che non vi competono, se ascolti 100 band mainstream e non hai mai neanche provato a suonare uno strumento non sei un esperto, sei al massimo un appassionato o comunque un ascoltatore, a questo punto potrei anche inserirci i colletti bianchi a cui non frega una mazza di cosa lanciano sul mercato ma solo ai loro grafici in rialzo; l'esperto è colui che ha una conoscenza dell'argomento viscerale, che scava in profondità, che impara qualsiasi cosa ci sia da imparare quando e come può, il famoso addetto ai lavori e anche più; so che la musica è un universo immenso ed è quasi impossibile conoscere tutto e che più si scava più trovi roba nuova come in un pozzo senza fondo, magari io non sono proprio la persona giusta per farti capire questa cosa, so solo che il livello si è abbassato perché non c'è attenzione e amore per la musica. Silvestrin, che stimo tantissimo e che ha la mia età, in un suo video parla della sua esperienza come ascoltatore attraverso gli 80, 90 e poi 2000, ponendo come base il modo in cui lui, io e tanti altri e tutti voi, fruivamo e fruiamo la musica, dal vinile che aspettavi con ansia e una volta uscito lo andavi a comprare, lo sbattevi sul piatto e lo ascoltavi X volte di fila, testi alla mano che spesso erano all'interno del disco, fino allo streaming e ha detto una frase che mi ha colpito molto, che ritengo veritiera, anzi ci metto la mano sul fuoco, che fa più o meno così: "Se una volta compravi il vinile e davi un valore artistico/economico/affettivo al supporto e al suo contenuto, la musica, adesso per le nuove generazioni la musica è gratis, in streaming, non ha più un valore ne artistico ne economico ne tanto meno affettivo; ascolti i brani senza attenzione, sempre se si arrivi a finirlo il brano o l'album, perché lo skipping è malsano, ecc ecc." Come dargli torto, manca il rispetto per l'artista, quando si parla di artisti e non di musicanti dal portafoglio a strascico. Concludo, che mi sono allungato troppo. Non ricordo mai chi l'ha detto, uno di quei jazzisti d'altri tempi, che una volta che il jazz non era più mainstream (si c'è stato il periodo dove il jazz era la musica del momento) a cavallo tra i 40 e i 50 disse :"Alle persone non interessa più la musica, gli interessa cosa fanno i musicisti, come si vestono, con chi scopano, che droghe usano, ma la musica no", opinabile? C'è secondo me un velo di verità dietro. Buona giornata.
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youviralart · 2 years
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paoloferrario · 2 years
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LaVoce.info, 28 feb 2023
Da più di due anni, attraverso vari programmi, l’Unione europea emette Eurobond. Le principali agenzie gli assegnano il rating massimo, ma ciononostante non sono diventati un punto di riferimento per il mercato e soffrono la concorrenza dei titoli emessi dai singoli stati membri. Il problema, più che tecnico-economico, è di natura politica: l’Europa non è ancora una vera federazione. La Bce ha…
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arcobalengo · 1 year
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🐆AMICI DEL GIAGUARO?
Si rafforza la bella ipotesi complottista secondo cui c'è qualcuno che ci sta parando il kiulo nel NON ratificare il Mes. Qualcuno che ci deve più di qualcosa, vista l'adesione incondizionata e zerbinata alle sue guerre, ma anche che non vede l'ora che la Germania finisca con le chiappe a terra e senza ancora di salvataggio (come appunto i soldi italiani). 🍿
"Senza Mes salirà lo spread e crollerà il rating!" Invece sta succedendo proprio il contrario: le grandi agenzie americane (da Fitch a Bloomberg) da giorni non fanno che tessere le nostre lodi per la crescita e l'affidabilità, e probabilmente -come accadde già in passato- gli Usa stanno anche facendo man bassa di Btp per far scendere lo spread.
Ipotesi ottimista? Può darsi. Ma sarebbe pure ora che tanta zerbinaggine abbia un ritorno.🙄
🗡by @criscersei
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latinabiz · 2 years
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La società Acqualatina riceve il premio “Industria Felix”
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Lombardi LauriolaIndustria Felix La società di gestione idrica della provincia di Latina Acqualatina Spa è risultata essere tra le 160 aziende  che si sono distinte per i risultati di bilancio e che, per tale motivo, sono state insignite dell’Alta onorificenza di Bilancio del Premio “Industria Felix - L’Italia che compete”. Il 25 novembre a Roma, c'è stata la premiazione presso l’Università “Luiss Guido Carli”, nell’Aula Magna “Mario Arcelli”. Ha affermato il Presidente di Acqualiatina Michele Lauriola: “Siamo orgogliosi di ricevere questo prestigioso riconoscimento. È nostro impegno e dovere garantire il costante miglioramento di un servizio pubblico così essenziale, restituendo valore al nostro territorio sotto ogni punto di vista, dall’innovazione tecnologica all’ottimizzazione delle risorse, sempre con un approccio fondato sulla responsabilità.”L’Amministratore Delegato della Società, Marco Lombardi ha affermato: “Ringrazio tutti per questo premio, che si attesta come un importante riconoscimento per gli sforzi profusi in questi anni da tutto il nostro team, sia nell’ottimizzazione del servizio, sia nel mantenimento di un equilibrio economico-finanziario ottimale, anche a fronte di ardue sfide, come il fenomeno della morosità.”Il premio “Industria Felix - L’Italia che compete” viene assegnato da 37 edizioni sulla base di criteri oggettivi, grazie a un algoritmo di competitività del Cerved Group Score Impact, l’indicatore di affidabilità finanziaria di una delle più importanti agenzie di rating in Europa. L’evento ha visto la partecipazione di vari ospiti di levatura nazionale, tra cui la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Assuntela Messina, del Vicepresidente nazionale di Confindustria, Vito Grassi, e del Presidente del Copasir, Adolfo Urso. Read the full article
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enkeynetwork · 2 years
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cinquecolonnemagazine · 9 months
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Manovra 2024 verso il via libera, oggi ok Senato poi Camera
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(Adnkronos) - La manovra 2024 si appresta al via libera oggi al Senato, poi passerà alla Camera per l'approvazione definitiva il 29 dicembre, scongiurando di 48 ore lo spauracchio dell'esercizio provvisorio, sempre paventato e sempre scansato in extremis. Sullo sfondo l'accordo sulla riforma del Patto di Stabilità concordato mercoledì dai ministri delle Finanze europei all'Ecofin, sulla base del quale verrà giudicata la bontà o meno delle scelte di bilancio del governo dal 2024 in avanti.  Manovra 2024 verso il via libera Il governo, che in autunno aveva incassato il 'si' condizionato della Commissione Ue e il placet delle agenzie di rating al ddl, non è però al riparo da nuovi moniti. E questo perché, sebbene beneficerà dell'indulgenza prevista dalle attenuanti fino al 2027, sarà comunque sotto i riflettori per la difficile la sfida della crescita e il precario equilibrio dei conti pubblici con il deficit programmatico spinto al rialzo fino al 4,3% del pil per il prossimo anno ed il calo del debito in sostanziale stallo intorno al 140% nel 2024-26.  Ad ogni modo l'intesa sul Patto evita il ritorno tout court alle vecchie regole, non snatura la proposta iniziale dell'esecutivo Ue ed accontenta un po' tutti i partner europei. "L'impianto proposto dalla Commissione europea era noto, ed non è stato molto cambiato", sottolinea l'economista Daniel Gros direttore dell'Istituto di Politica europea della Bocconi.   Oggi ok Senato poi Camera "I tedeschi chiedevano regole più restrittive per il periodo di transizione. Le hanno avute, ma non vengono applicate subito. Un classico compromesso", spiega. "Il ministro delle Finanze tedesco Christian Linder può dire che le regole che voleva ci sono - osserva Gros con una punta di sarcasmo- e i francesi ed italiani possono dire che non verrano applicate".  Intanto domani la legge di Bilancio, sulla quale il governo ha posto la fiducia, verrà approvata a Palazzo Madama. Poi passerà in commissione Bilancio alla Camera per un iter formale e non sostanziale e approderà in Aula a Montecitorio il 28 dicembre. Il voto finale sarà il 29 dicembre intorno alle 19, senza fiducia.   [email protected] (Web Info) Read the full article
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