#10 settembre 2023
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Non siamo il nostro errore - We are not our mistake
Non siamo il nostro errore.Che bella frase! Ad effetto!Eppure non ci crediamo fino in fondo, tanto meno la viviamo.Siamo inquisitori, sputanti giudizi arroganti di allontanamento.Lo facciamo spesso, con gli errori degli altri. Per non sentirci parte del loro errore. Quanta strada ancora per vivere la correzione fraterna!Sulla strada se non aiuto c’è il reato di omissione di soccorso, nella vita…
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Il 10 settembre, al Kontiki Torino, la finale della quarta edizione del Premio Sanesi di poesia in musica, con i 4 finalisti scelti dalla giuria emerita e tanti ospiti dal mondo della spoken word music (scadenza bando 31/08/2023)
#torino#festival#premio roberto sanesi#poesia in musica#quarta edizione#kontiki#spoken word music#10 settembre 2023
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Tina Modotti L'Opera
Roberto Costantini
Dario Cimorelli Editore, Milano 2023, 256 pagine, 200 illustrazioni b/n, 23x28cm, ISBN 9791255610243
euro 30,00
Rovigo, Palazzo Roverella,, 23 settembre 2023 - 28 gennaio 2024
Il volume che accompagna la mostra è la più completa edizione dedicata all'opera di Tina Modotti (1896- 1942), una delle principali protagoniste della storia della fotografia del XX secolo: dagli anni della sua formazione come assistente di Edward Weston fino ai suoi ultimi scatti. Oltre 300 opere tra immagini, filmati e documenti raccontano il suo lavoro, che spazia dalla rappresentazione delle architetture alle nature morte, dal racconto della quotidianità dei ceti popolari, dei contadini, degli operai, dei bambini e delle donne, alle nuove forme della modernità. Accanto al repertorio iconografico, un vasto apparato di saggi di Giuliana Muscio, Gianfranco Ellero, Amy Conger, Federica Muzzarelli, María de las Nieves Rodríguez Méndez, Patricia Albers, Carol Armstrong, Emily M. Hinnov, Fabiane Taís Muzardo, completa il volume. Il lavoro di ricerca, volto alla più completa ricostruzione, a oggi, del corpus della produzione fotografica di Tina Modotti, portato avanti dal curatore Riccardo Costantini con la collaborazione di Gianni Pignat e Piero Colussi, rende dunque questo volume uno strumento fondamentale per approfondire e conoscere l'artista e le sue opere.
30/10/23
#Tina Modotti#photography exhibition catalogue#Palazzo Roverella Rovigo 2023#storia fotografia#Riccardo Costantini#Edward Weston#fashionbooksmilano
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9-10 Settembre 2023
Ho scalato il monte Fuji.
C'era chi ce lo ha raccontato come niente di che e normale e chi con strazio e difficoltà.
Beh, i primi hanno chiaramente mentito.
Non ho mai scalato una montagna, sono solo andata sul Vesuvio e un'altra volta sono stata sul monte Takao qui in Giappone, ma non sapevo chiaramente cosa aspettarmi dallo scalare una montagna. Ero in parte preoccupata e in parte pronta perché mi aspettavo una passeggiata terribile di ben 8 ore, ma comunque una passeggiata. E invece non è stato niente di tutto questo.
Il monte Fuji è alto quasi 3800 metri e le stazioni totali per raggiungere la cima sono 9. Il bus ti lascia alla quinta stazione e da quel momento in poi inizia la vera scalata. La sesta stazione era abbastanza vicina e per raggiungerla si è trattato di una passeggiata in pendenza. Il bello è arrivato dopo.
Infatti dalla sesta in poi le stazioni sono divise da 1h o 1h30min di scalata, non passeggiata. Più si sale e più quello che ti trovi sotto i piedi sono rocce, non terreno. Rocce ovviamente enormi quindi devi capire dove mettere i piedi e le mani per poter andare avanti, essere coordinato e stare attento. Alla settima stazione io e un mio amico italiano abbiamo lasciato la coppia indiana indietro perché oggettivamente molto lenta e affaticata. Il progetto era di arrivare in cima per vedere l'alba che era intorno alle 5:00 del mattino e alle 22:00 eravamo già a metà strada. Così abbiamo deciso di prenderci una pausa di un'oretta.
Peccato che la montagna giapponese non è come quella italiana. Non esistono baite, ma solo luoghi per sostare a dormire (e che noi abbiamo deciso di non fare per risparmiare) e qualche sorta di chiosco con lo sportello per poter mangiare qualcosa. I prezzi al limite della denuncia: un caffè sporco o qualsiasi altra bevanda 4€ e un ramen istantaneo che in un supermercato normale costerebbe tra 1-2€ lì ne costava 8€. Per non parlare dei bagni: in Giappone i bagni non si pagano mai eppure lì 2€. L'ho trovato un comportamento schifoso e approfittatore a livelli estremi.
Quindi io e il mio amico abbiamo aspettato circa 1h al freddo con la sola fortuna di esserci messi in un angolino dell'entrata dei bagni dove il vento arrivava meno forte. A un certo punto, abbiamo cominciato a tremare con foglie e siamo stati costretti a continuare.
L'ottava stazione non era migliore. C'era una sorta di piazzale e i luoghi per ripararsi almeno un pizzico dal vento, che si faceva sempre più forte e freddo, erano quasi nulli. Lì mi sono lasciata tentare da un caffè latte caldo che mi ha aiutata un pochino a scaldarmi.
L'ultimo pezzo è stato quello più duro. Le rocce erano leggermente meno ma il sentiero era più stretto, il vento era fortissimo ma gelato e non smetteva nemmeno un secondo. Sapevo che sarebbe stato molto freddo, ma quando sei a 30°C non riesci a immaginare quanto freddo possa essere stare sotto lo zero. Non sentivo più nessuna parte del mio corpo, avevo addosso 2 maglie, un maglione, 2 felpe pesanti e non erano abbastanza nonostante mi stessi muovendo scalando, anche perché ci si fermava ogni minuto perché le persone continuavano a farsi foto ricordo bloccando la fila. Dato il poco ossigeno si faceva sempre più fatica, la testa faceva male anche perché era esausta e io ogni volta che ci fermavo mi appoggiavo la testa al braccio del mio amico pregando che finisse tutto il prima possibile. Continuavo solo perché non avevo altra scelta, non potevo rimanere lì in mezzo alle rocce quando già morivo di freddo muovendomi.
Quando siamo arrivati in cima non ci potevamo credere. Ci siamo messi un attimo dentro un edificio che vendeva souvenir per riprendere un po' di calore. L'alba stava già iniziando quindi siamo usciti fuori e di nuovo ci siamo messi a tremare perché il vento continuava a soffiare freddo e forte.
Siamo riusciti a vedere il sole che, al contrario di quanto ho visto spesso, invece di scendere, saliva minuto dopo minuto. Di nuovo faceva talmente freddo che cominciare a scendere era impossibile. Ci siamo riuniti con la coppia indiana e ci siamo rintanati prima in un angolo nel negozio di souvenir (che poi ci ha cacciato) e poi siamo stati nel ristorante a porte aperte dove abbiamo preso giusto dei caffè latte per poter restare finché ci sarebbe stato meno freddo.
La discesa non è stata meno complicata. Non era la stessa strada e non c'erano rocce ma era un percorso sdrucciolevole dove era difficile non scivolare e in continua pendenza. Era un percorso che durava la metà del tempo ma sembrava comunque infinito. Il sole ha cominciato a battere forte e mi sono anche bruciata la faccia nonostante il berretto. Le ginocchia mi hanno fatto male tutto il tempo e i piedi non stavano meglio. Quando finalmente siamo arrivati a destinazione io e il mio amico italiano non ci potevamo credere (la coppia indiana era rimasta di nuovo indietro).
Nel complesso è stata un'esperienza tremenda, che non penso rifarò mai più. È stato bellissimo vedere il cielo pulito e pieno di stelle, non l'avevo mai visto così. Come non avevo mai visto un paesaggio notturno da così in alto, ad un'altezza tale che la luna pareva starmi di fronte. Stare sopra le nuvole e poter vedere mezza regione del Kantō è stato bellissimo... ma nonostante tutto questo, la fatica messa non vale tutto quello che ho visto.
Quello che rimane è la soddisfazione di avercela fatta, di aver sfidato te stesso, il tuo corpo e il monte più alto di tutto il Giappone e di aver vinto. Per il resto: mai più.
一昨年と昨日は富士山を登りました。
ほぼ半ばの関東の夜景色も中日景色、そしてご来光を見れるなんてとても嬉しかったんたげど、非常に辛くて、二度としない経験だと思う。
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Oggi Hamas ha presentato la lista ufficiale di 33 rapiti che dovrebbero essere rilasciati, scelti su base umanitaria, avendo i mediatori israeliani insistito sul fatto che prima vengano consegnati i vivi e, solo alla fine, i corpi degli ostaggi defunti.
Priorità, dunque, a donne, bambini, anziani e feriti, che lasceranno Gaza scaglionati nei successivi 42 giorni.
Stando all’intesa, Israele riceverà un rapporto completo sullo stato di tutti coloro che sono sulla lista. Dopo che verranno rilasciati i primi tre ostaggi domani e altri quattro sette giorni dopo, per un periodo di quattro settimane saranno liberati tre ostaggi ogni settimana, fino agli ultimi 14 della lista che saranno restituiti nella sesta e ultima settimana della prima fase dell'accordo.
La lista comprende 10 donne – le prime tre dovrebbero rientrare domenica - 20 uomini, 2 bambini e un arabo israeliano, Hisham al-Sayed, beduino catturato dal gruppo terrorista nel 2015 in quanto presunto soldato dell’Idf, nonostante si trattasse di un civile.
Nove i rapiti con doppia cittadinanza: due americani, due francesi, due argentini, una britannica, un russo e l’etiope Avera Mengistu (38 anni) scomparso nella Striscia il 7 settembre 2014.
Pur essendo stati comunicati i 33 nomi, ad oggi non è stato definito né l’ordine di chi e quando uscirà dall’enclave né chi, tra questi, sia ancora in vita. Quindi, purtroppo, questa lista non rappresenta ancora un sospiro di sollievo per le famiglie che li attendono da ormai 470 giorni.
Si teme, soprattutto, per la Famiglia Bibas: per i due fratellini Ariel e Kfir (di 2 e 5 anni), gli unici bambini ancora in ostaggio nell’enclave, e i loro genitori: mamma Shiri (32) e papà Yarden (34).
Oltre che per la vita dei più piccoli si teme molto anche per i più anziani. Tra questi Gadi Moshe Moses (80 anni), Shlomo Mansur (86) e l’ottantaquattrenne Oded Lifshitz – uno dei fondatori del Kibbutz Nir Oz – la cui moglie, Yocheved, era stata uno tra i primi ostaggi ad essere liberata il 23 ottombre 2023. Noto giornalista, Lifshitz si era sempre impegnato nella promozione del dialogo tra israeliani e palestinesi, come la maggior parte di coloro che vivevano nei kibbutz presi d’assalto durante il massacro di sabato 7 Ottobre.
via https://www.avvenire.it/mondo/pagine/i-33-ostaggi-di-hamas-liberi-per-prima-chi-sono
33 su 100. E poveracci rapiti nel 2014 e 2015. 10 anni di schiavitù ! Liberazioni a goccia. E non si sa chi sia vivo. E tutti i vivi poi costretti a dire, almeno fin che non li liberano tutti, che "sono stati trattati bene".
Molto toccante quel "... si era sempre impegnato nella promozione del dialogo tra israeliani e palestinesi, come la maggior parte di coloro che vivevano nei kibbutz e sono stati massacrati sabato 7 Ottobre". E' la fine di chi crede sia possibile dialogare con le bestie. Spiaze.
Gli ingenui non si rendono conto che sostengono laidi mentitori complici omertosi che li pugnalano alle spalle, tipo quella Albanese dell'Onu, Vergogna tra le Genti: per la nazicommie eran solo "coloni" di terre non loro e i loro torturatori stupratori facevano "la Resistenza".
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Un riassunto degli ultimi mesi (o forse dovrei dire anni)
Ancora deve finire l’estate ma già penso all’anno nuovo. Ormai sono entrata anche io nell’ottica che l’anno nuovo, vero e proprio, cominci a settembre. Credo che dovrò abituarmi a questo nuovo tipo di visione come ogni disperato che ha a che fare con la scuola nella sua vita. E così mentre compro la crema doposole per le ferie che ancora devo neanche iniziare, mi trovo a prendere anche l’agenda per i nuovi mini-babbani dell’anno 24/25. Comincerò a lavorare il giorno dopo il mio ultimo giorno di vacanze, scelta traumatica, non desiderata, ma obbligata. Gli anni scolastici iniziano sempre prima, l’anno scorso il 4, quest’anno il 2, ma che ca.
Ho molta paura pensando a quello a cui andrò incontro, l’anno scorso ero inesperta e mi buttai a capofitto in un’esperienza nuova, piena di entusiasmo. Entusiasmo che mi hanno smorzato subito, per carità, perché era un ambiente super tossico. Ma ormai esistono ambienti lavorativi che non lo sono? Comunque sia andata (altri traumi su traumi che non supererò ma magari ne parliamo un’altra volta) questo anno mi ha donato la famosa “esperienza” e ora che so quello a cui vado incontro, non ho l’entusiasmo di prima, ma solo paura. Sarà un ambiente più grande del precedente, con colleghe più antipatiche e maligne di quello precedente, con regole più severe di quello precedente. Mi mancherà Maria, mi manca già adesso che non ci vediamo tutti i giorni come prima, lei è stata il regalo più grande. Mi mancheranno le gemelle che rimpiango ancora adesso ogni giorno, anche se abitiamo a 100 metri di distanza. E poi basta, non mi mancherà più niente perché ho lottato con le unghie e con i denti per andarmene da quel cesso di posto. Ma questo non mi impedisce di cagarmi sotto ora. Spero solo che i guadagni siano più alti e varranno i sacrifici, altrimenti vorrà dire che si ripresenterà di nuovo la frustrazione di prima, e io un altro anno così non lo reggo.
Il 2023 è stato un anno pessimo e con la malattia di mia madre non mi sono goduta né la proclamazione né la festa di laurea. Dopo in effetti, non pensavo di trovare lavoro nell’ambiente scolastico così presto. Semplicemente il primo sabato di settembre ho fatto il colloquio, il lunedì ero già dentro. Ma solo perché lì erano disperati, non per merito mio. Da settembre a marzo ho lavorato 12 ore al giorno, mi alzavo alle 7, andavo al lavoro alle 8, tornavo da scuola alle 2, cominciavo il doposcuola alle 3, finivo alle 8, mangiavo, facevo i piatti, alle 10 crollavo sul divano senza neanche mettermi a letto. Mia madre mi guardava storto tutto il tempo perché non solo non ero presente quando lavoravo, ma neanche il resto della giornata (dovrei dire serata). Un po’ l’ho fatto anche per disintossicarmi da loro, stare a contatto con mia madre e mio padre h24, da quando mia madre ha smesso di lavorare, è stato un altro elemento deteriorante per la mia psiche. Quando c’era il mio fidanzato nel weekend facevo il borsone e me ne andavo a casa sua, la sera uscivo. Ma facevo fatica a fare anche quello, la vita sociale per me era un sacrificio, dovevo calcolare anche il tempo materiale per farmi uno shampoo. Nel frattempo è tornato mio fratello qui ma non è cambiato molto, non mi ha alleggerito dai pesi familiari. Continuavano gli esami, le scadenze, le visite di mia mamma e tutto il resto. So che arriveranno altri tempi così, che non sono finiti, ma ripensandoci, e con la voglia di lamentarmi fino al 2032, è stata davvero dura. Da marzo ho allentato un po’ la presa, non per mia scelta, ma è stato un bene. Da scuola ho iniziato ad uscire alle 4 e la sera davo qualche lezione quando capitava, ma niente di fisso. Ci ho perso molto economicamente ma ci ho guadagnato di salute mentale. Ad aprile è successo un altro evento traumatico che speravo proprio di non rivivere ma è stato un altro punto di svolta.
Da giugno in poi ho cambiato idea 50 volte sul mio futuro, prima ho dato conferma a quella scuola per restare, anzi l’ho chiesto proprio io, poi all’improvviso, e con una grande mossa scorretta (devo ammetterlo, ma se lo meritavano) e ho mollato tutto per un’altra scuola. Luglio è stato devastante, lavorare con quel caldo, all’aperto, senza un filo d’aria, mi ha portato a stare male fisicamente. Credevo fosse chissà cosa invece poi da quando ho smesso di lavorare non avevo più niente. Ho somatizzato con giramenti di testa, narcolessia, affanni vari, dolore in petto, schiena bloccata per settimane, intrattabilità e voglia di buttarmi da un burrone. In tutto ciò fingevo simpatia e non curanza con le nuove colleghe (tutte un dito in culo, comprese le bidelle) giusto per non farmi riconoscere e farmi cacciare il secondo giorno, dopo tutto il sacrificio che stavo facendo.
E ora eccomi qua, 16 agosto e con il solito caldo asfissiante, aggiungo qualcosa al carrello su Shein e su Amazon, guardo borse e collane, leggo qualche pagina, guardo qualche serie che non mi piace, riguardo film che avevo visto anni fa e non ricordavo. Mi ricordo che ho questo blog da decenni e mi ritrovo a scrivere digitalmente, infatti mi fanno male le dita. Da circa un anno avevo iniziato un diario cartaceo vero e proprio, era un modo per sfruttare i vari quaderni comprati negli anni, la cancelleria, e perché tutti dicono faccia bene. A me scrivere ha sempre fatto bene, ma non guarisce (ma va?). Ho iniziato il diario più che altro per tenere traccia della malattia di mamma ma è diventato uno sfogatoio per varie vicissitudini quando ne avevo il tempo. Altrimenti urlavo e basta: più rapido ed efficace. Ho comprato la Valeriana sperando non mi faccia effetto cavallo (ovvero dormire dopo 5 minuti) sperando calmi i miei attacchi d’ansia. Nell’ultimo mese ho avuto un paio di attacchi di panico, non si presentavano da molto e credo siano stati il risultato dell’accumulo del nervosismo degli ultimi 10 mesi. Ovviamente si presentano quando la vita si ferma e quando mentre sei in affanno per qualcosa. L’ansia ti bussa sempre quando te la dimentichi. Per calmarmi ho pensato ad Inside Out e a quanto fosse descritto bene quel momento. Ad ogni modo, mi ha aiutato. In questi momenti mi dispiace sempre molto per chi mi sta vicino, capisco che è una cosa difficile da gestire per chi non è abituato. Neanche io mi abituerò mai, quindi figuriamoci. Almeno adesso so che non dipendono solo da una persona sola, prima li attribuivo solo a dei momenti precisi della vita, adesso almeno mi sono autodiagnosticata l’ansia e basta, ne soffro, amen. Questo mi impedisce di vivere serenamente? Ovvio. Ogni tanto mi motivo da sola e mi dico che sono forte a superare tutto ciò ma la realtà è che mi sento solo un peso per me stessa e per gli altri. Sono ancora quella che legge, scrive, corregge. Faccio polemica e rido. Mi arrabbio e sbraito. C’è mai qualcosa che mi farà mai trovare pace nella vita? Non credo.
#questo è rimasto l'unico posto dove non si possono fare le storie e la cosa non mi aggrada#personal luciacl#ansia#attacchi di panico#scuola#insegnamento#no reblog
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-> Le serie presenti in questo elenco sono inserite in base al mese in cui le ho viste e non a quello di uscita.
Dopo averlo compilato ho notato che la maggior parte sono
per cui, dopo queste premesse, iniziamo:
Gennaio:
Welcome to samdal-ri (dicembre-gennaio; 16 episodi; netflix)
My demon (novembre-gennaio; 16 episodi; netflix)
Febbraio:
Doctor slump (gennaio-marzo; 16 episodi; netflix)
Marzo:
Queen of tears (marzo-aprile; 16 episodi; netflix)
Aprile:
Flex x cop (gennaio-marzo; 16 episodi; rinnovata per una seconda stagione)
Maggio:
Lovely runner (aprile-maggio; 16 episodi)
Perfect marriage revenge (ottobre-dicembre 2023; 12 episodi)
Giugno:
The atypical family (maggio-giugno; 12 episodi; netflix)
Miss night and day (giugno-agosto; 16 episodi; netflix)
Luglio:
Marry my husband (gennaio-febbraio; 16 episodi; Prime video)
The midnight romance in hagwon (maggio-giugno; 16 episodi; viki)
Agosto:
My sweet mobster (giugno-agosto; 16 episodi)
Frankly speaking (maggio-giugno; 12 episodi; netflix)
Settembre:
Love next door (agosto-ottobre; 16 episodi; netflix)
Ottobre:
The judge from hell (settembre-novembre; 14 episodi)
Novembre:
The trunk (novembre; 8 episodi; netflix)
Mr. Plankton (novembre; 10 episodi; netflix)
Dicembre:
When the phone rings (novembre-gennaio; 12 episodi; netflix)
La mia lista finisce qui (anche se penso di aver dimenticato qualche serie)
scrivetemi le vostre preferite e se ci sono kdrama che devo assolutamente recuperare!
Al prossimo anno con tantissimi nuovi drama (la mia lista di tvtime è gia piena)
#kdrama#netflix#prime video#doctor slump#flex x cop#when the phone rings#the atypical family#welcome to samdalri#lovely runner#queen of tears#marry my husband#the judge from hell#perfect marriage revenge#love next door#the trunk#miss night and day#my sweet mobster#my demon#frankly speaking#mr plankton#tv time
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“ Degli anni della mia formazione scolastica l’esperienza più emblematica che mi torna in mente è il sabato fascista: le ore che era obbligatorio trascorrere nella sede del fascio per essere indottrinati. Non che allora noi rifiutassimo o aderissimo alla dottrina di Mussolini, semplicemente la imparavamo a memoria, era un compito come un altro. Imparavamo a memoria anche le poesie, e non è che ne capissimo ogni verso. Ancora ricordo l’articolo primo, che era la base di tutto ciò in cui ogni bravo fascista doveva credere: «Lo Stato è un valore assoluto, niente fuori dello Stato, niente contro lo Stato, niente al di là dello Stato, lo Stato è fonte di eticità». È vero che chi non si presentava al sabato fascista, il lunedì non veniva ammesso a scuola ed era redarguito severamente, ma ciò ci appariva una punizione circoscritta all’ambito scolastico, legata al fatto che non eravamo stati buoni scolari, più che solerti futuri camerati. Non bisogna inoltre dimenticare che non tutti gli insegnanti subordinavano il loro dovere di maestri alle imposizioni del regime. Senza contare che quella dottrina era troppo lontana dal nostro mondo, dalla nostra cultura per far breccia dentro di noi, anzi, aggiungerei, era quasi considerata un’eresia. Sentivo a casa mia e in altre famiglie amiche discuterne, criticarla, rifiutarla: nel nostro Veneto cattolico l’eticità delle leggi era avocata a sé dalla Chiesa.
Solo quando lo Stato fascista cominciò ad applicare i suoi principi con mano pesante, a perseguitare, a processare, a deportare in Germania, a eliminare chi non li rispettava, solo quando l’alleanza tra fascismo e nazismo si fece sempre più stretta e infine, dopo l’8 settembre 1943, i nazisti divennero i veri padroni del territorio, solo allora capimmo che quel «fuori», «contro», «al di là» non erano termini con cui si potesse scherzare. Fu così che alcuni discorsi ascoltati nella mia famiglia, quando si era sicuri di poter parlare, e l’esempio di mio padre, le vessazioni che subiva, ebbero un altro valore. Le parole dei nostri parroci che, nelle prediche della domenica e negli incontri con noi giovani dell’Azione cattolica, invitavano all’amore e alla concordia, al rispetto solo dei dogmi della Chiesa, alla professione della fede, uscirono dalle parrocchie, a volte contro la volontà degli stessi preti. E le leggi razziali del 1938 smisero a un tratto di essere qualcosa di stabilito dal fascismo non tanto per intima convinzione quanto per mera opportunità politica, dovuta all’alleanza con Hitler, con il nazismo; infine ne cogliemmo tutta la portata, mentre, per lungo tempo, non avevamo avuto gli strumenti per decifrarle e non eravamo riusciti a immaginare che si sarebbe creato un sistema spietato per farle rispettare. Dopo l’8 settembre non ci fu più alcuna distanza tra le due dittature. E fu impossibile non schierarsi. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 10-11.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
#Tina Anselmi#Anna Vinci#leggere#letture#partigiane#libri#Storia d'Italia del XX secolo#partigiani#saggistica#statolatria#Chiesa Cattolica#cattolicesimo#Veneto#Stato etico#scuola#sabato fascista#indottrinamento#insegnanti#Azione cattolica#8 settembre 1943#leggi razziali#guerra partigiana#antifascisti#guerra di liberazione#antifascismo#Resistenza#imperialismo#Storia d'Europa del '900#Dacia Maraini#citazioni
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Shania Twain
Shania Twain, cantautrice canadese e regina del country pop, è una delle donne che hanno venduto più dischi della storia, più di cento milioni di copie.
Scrive testi che parlano d’amore, di empowerment femminile, descrive spaccati di vita quotidiana e mette in luce, con ironia e sarcasmo, il materialismo e la superficialità del mondo contemporaneo.
Più volte in testa alle classifiche mondiali, tre dei suoi album sono stati premiati come dischi di diamante.
Tra i numerosi premi ricevuti spiccano cinque Grammy Awards, due World Music Awards e ben 39 BMI Songwriter Awards.
È inserita nella Walk of Fame del Canada, nella Walk of Fame di Hollywood, nella Canadian Music Hall of Fame e nella Nashville Songwriters Hall of Fame. Le è stata anche dedicata una Barbie.
Per il suo impegno umanitario e per aver dato lustro alla storia della musica, è stata insignita col prestigioso Ordine del Canada.
Nata col nome di Eilleen Regina Edwards a Windsor, in Ontario, il 28 agosto 1965. Ha avuto un’infanzia difficile vissuta in ristrettezze economiche. Il suo patrigno, che l’aveva adottata insieme alle due sorelle dando loro il cognome Twain, picchiava la madre caduta in depressione che, per un periodo, era anche stata accolta in una casa rifugio per donne maltrattate.
Ha iniziato a cantare nei bar all’età di otto anni per aiutare la sua famiglia. L’esperienza nei locali notturni sono stati la sua prima palestra di vita.
A 13 anni è comparsa in un programma della CBC e ai tempi del liceo era la cantante di una band locale che faceva cover.
Quando, nel 1987, la madre e il padre adottivo sono morti in un incidente d’auto, si è trovata a prendersi cura delle sorelle e del fratello.
Nel 1991 ha firmato il suo primo contratto con la Mercury Nashville Records adottando il nome d’arte Shania, che, in una lingua nativa, significa “a modo mio“.
Nel 1993 è uscito il suo primo album, l’omonimo Shania Twain con cui si è fatta notare e anche criticare nella scena country per i suoi videoclip in cui metteva in mostra l’ombelico.
Due anni dopo, insieme al produttore Robert Lange, che intanto aveva sposato, ha pubblicato The Woman in Me rimasto per mesi al primo posto nelle classifiche country e che ha venduto dodici milioni di copie, vinto un Grammy e ottenuto due premi dall’Academy of Country Music.
Come on Over, del 1997, ne ha consacrato il successo internazionale. Rimasto in classifica per due anni consecutivi, con i suoi 40 milioni di copie, è stato il disco di musica country più venduto di tutti i tempi che le ha portato quattro Grammy.
Da allora la sua carriera musicale è stata tutta in ascesa, tour mondiali, importanti collaborazioni, i suoi brani usati per importanti campagne pubblicitarie e serie tv.
Una vita non priva di intoppi e arresti, ha superato la malattia di Lyme e un lungo periodo di depressione ma si è sempre rialzata, con la grinta e l’ironia che la contraddistinguono.
Nel 2011 è stata protagonista di un reality dal titolo ‘Why Not? with Shania Twain‘ andato in onda sul canale americano ‘OWN’ di proprietà di Oprah Winfrey. Nel corso del programma, ha ripercorso tutte le tappe della sua vita, anche quelle dolorose causate dal divorzio col marito, l’infanzia e la difficile adolescenza.
Il 3 maggio dello stesso anno è uscito From This Moment On, il suo libro autobiografico.
Dal 1º dicembre 2012 è stata presenza fissa per due anni di seguito al Caesars Palace di Las Vegas con lo spettacolo residente Shania: Still the One.
Nel 2017 ha pubblicato l’album Now, seguito da un anno di tour promozionali prima di accettare la seconda residenza a Las Vegas Let’s Go! , che ha aperto il 6 dicembre 2019 che si è conclusa il 10 settembre 2022.
Nel luglio 2022 è stato pubblicato un documentario Netflix che ripercorre la sua carriera intitolato Not Just A Girl.
Il 3 febbraio 2023 è uscito il suo sesto album in studio, Queen of Me.
Shania Twain ha partecipato a concerti che hanno fatto la storia, a numerose trasmissioni televisive e recitato in serie tv e diversi film.
Ha sgomitato per farsi apprezzare oltre la sua bellezza e avvenenza fisica ma è stata di ispirazione per tante giovani musiciste, prima tra tutte, Taylor Swift.
È vegetariana e da anni vive in Svizzera.
Nel 2010 ha creato Shania Kids Can, organizzazione che si occupa di assistenza all’infanzia. Sostiene una serie di enti di distribuzione alimentare per persone indigenti.
È una donna grintosa, partita dal niente che è diventata una delle star più potenti del mondo musicale.
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dato che @anonpeggioredelmondo ha detto che potevamo sentirci liberi di autotaggarci, io lo faccio, tze
1. Are you named after anyone?
Il mio nome è la classica "pezza a colori" come si suol dire dalle mie parti. Nessuno in particolare a cui riferirsi ma in famiglia tra zii, bisnonni e cugini ce ne sono almeno tre o quattro. Il Maria poi ha dato un tocco esotico, che mi ha creato non pochi problemi ma mi ha salvato da un inverecondo Annino, perchè nato il giorno di Sant'Anna
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Non mi vergogno a dire che di tanto in tanto piango. E' liberatorio. Ed il fine 2022, inizi 2023 mi ha dato tanti spunti seri per farlo
3. Hai figli?
Una. Il mio "tesssoroooo"
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Sarcasmo, ironia conditi da espressioni dialettali a me care ma che non tutti afferrano
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
A livello agonistico? divano estremo. Nella mia mente, sarei un ottimo runner e da ragazzino avrei voluto eccellere nel baseball (mai giocato) e nella palla a mano (praticata ai giochi della gioventù delle medie)
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Gli occhi e mani e soprattutto espressioni. Poi se è donna, anche il resto ma solo dopo, giuro. Gli occhi e le mani dicono tutto
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Castano scuro
8. Scary movies o happy endings?
Tragedia greca ehehe... No, Commedy romantiche... in fondo, ma molto in fondo, sono zuccheroso a rischio diabete
9. Qualche talento particolare?
Avere il dono di non essere capito... sicuramente ho difficoltà a trasmettere cosa voglio dire o penso realmente. Grosso limite e grandi fraintendimenti e incazzature
10. Dove sei nato?
Avellino
11. Quali sono i tuoi hobby?
Cinema, musica, letteratura e (ultimamente) concerti jazz. Prima cucinavo (ed anche bene, dicevano, ma non avendo per chi esibirmi ho smesso)
12. Hai animali domestici?
me stesso? Ho un geco che mi fa compagnia fissa da 3 anni sul mio balcone. Appare puntualmente a giugno per sparire a fine settembre. Una rondine che ha deciso di nidificare da 4 anni sul mio box auto, un merlo cacacazzo e scacazzone che viene a mettermi sottosopra i gerani e poi ogni tanto appaiono in casa dei "simpaticissimi e affettuosissimi e schifosissimi" animaletti con le antenne, che, nonostante la guerra batteriologica messa in atto da me da anni, se ne infischiano e ogni tanto mi fanno venire lo "spannico" (la paura)
13. Quanto sei alto?
176 cm... anche se il dietologo mi ha detto che mi sono accorciato di 2 cm
14. Materia preferita a scuola?
Disegno tecnico, italiano e geografia astronomica
15. Dream job?
Vincere un terno secco, sulla ruota di Napoli, una settimana si ed una no (cit.)
taggo: @finestradifronte,, @vivenda, @guelfoalexander, @2delia e @laperlla
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Al fuoco! Massimo Mattioli Tratto dal Giornalino nº 36 del 10 settembre 1997. Oggi sul blog.
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Aperte da oggi le iscrizioni per il IV 𝐏𝐑𝐄𝐌𝐈𝐎 𝐑𝐎𝐁𝐄𝐑𝐓𝐎 𝐒𝐀𝐍𝐄𝐒𝐈 di poesia in musica, aperto ai progetti spoken word music under 35 da tutta Italia! In palio, una produzione da 500€ del tuo album e una pubblicazione su «Neutopia Magazine». Per partecipare, invia la tua candidatura con 3 brani in formato mp3 e la tua biografia artistica entro il 31/08/2023 a [email protected]
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Famiglia. Quelle persone che da sempre sono importanti, della famiglia. Ci sono sempre stati. Ed è proprio qui che è iniziato. 10 settembre 2023.
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Lee Miller Fotografie
Antony Penrose
Prefazione di Kate Winslet
L'ippocampo, Milano 2023, 144 pagine, 25,5x28cm, rilegato, ISBN 978-88-6722-775-4
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Un volume prezioso per celebrare l’arte di Lee Miller, fra le maggiori fotografe del Ventesimo secolo. Bellissima e piena di fascino, viene notata per strada a 19 anni da Condé Nast in persona, che la ingaggia come modella per Vogue. Questo è solo l’inizio di una vita ricca di avvenimenti, vissuta con coraggio e intraprendenza. Amante di Man Ray e grande musa surrealista, Lee Miller si rivelò ben presto una fotografa straordinaria e poliedrica, capace di immortalare i grandi artisti del Novecento ma anche gli orrori dei campi di concentramento. Curato da Antony Penrose, figlio della stessa Lee Miller, il presente volume raccoglie 100 fra i suoi scatti più celebri, a cavallo tra moda, ritratti, reportage e pubblicità. La prefazione è firmata da Kate Winslet che nel film, di prossima uscita nei cinema, interpreta il suo personaggio. Dal 9 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, la Palazzina di Caccia di Stupinigi ospita la mostra “Lee Miller: Photographer & Surrealist”, celebrativa delle sue opere.
10/05/24
#Lee Miller#photography exhibition catalogue#Stupinigi 2023#Picasso#Marlène Dietrich#fashionbooksmilano
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31/10/2023
È da un po' che non metto il mio peso, non sono completamente soddisfatta dei miei risultati nell'ultimo periodo, però ci sono dei progressi e va bene lo stesso.
Dopo l'estate sono tornata a 67kg e la cosa mi ha spaventata parecchio, ho passato settembre a cercare di perdere ciò che avevo ripreso e superare un brutto stallo che sembrava non volermi mollare.
Per fine ottobre avevo puntato i 62kg, ma come potete vedere sono ancora lontani, non manca tantissimo però riuscire ad arrivarci impiegherá del tempo.
I -15 sono ad un soffio, li aspetto con ansia 🌸
#alimentazione#diario alimentare#dimagrimento#dimagrire#grassa#percorso#dieta#calorie#calories#diet and exercise
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