#è anche colpa mia
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Comunque raga che ridere che l'insegnante per fare gli esempi prende i partner e dice "tu stai male e lui non ti calcola" poi guarda me (me, non i due ragazzi che ci sono nel corso) e dice "o lei"
#i vantaggi di andare sempre in giro con gli arcobaleni#pure oggi che non volevo ma mi sono messa la maglia di gabba e mica e colpa mia#che ridere perché se penso al fatto che mercoledì è l'ultima lezione mi ammazzo#anche perché ho provato ad accennare al fatto che vorrei fare il corso vero con lei ma mi servono soldi e mi hanno linciata#quindi almeno per quest'anno non se ne parla#ma mai dire mai#e comunque ho detto a mamma che non sono convinta dell'università e insomma non dico che ci sia rimasta male#però era tipo uhm e quindi? che fai?#bella domanda mamma
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i miei mi hanno appena "attaccata" dicendo che rompo le scatole solo perché mi lamento perché mio papà in casa non fa assolutamente nulla (ad esempio quando mangia potrebbe sistemare le cose che ha usato e buttare i rifiuti o pulire ciò che ha sporcato invece tocca sempre a me o a mia mamma) oppure perché dicono che non accetto le opinioni degli altri (ho sentito dire frasi razziste e sessiste da alcuni parenti e a casa ho espresso il mio disaccordo ma non penso che siano opinioni personali ma semplicemente concetti che oggi non dovrebbero essere più condivisi)
#mi hanno rovinato la giornata#non mi sento nemmeno in colpa perché non ho fatto letteralmente niente di male#mia mamma si lamenta con me di mio papà ma non ha il coraggio di dire a lui queste cose e si arrabbia con me se gliele dico#anche a livello economico mio papà purtroppo guadagna di più e a casa ci sarebbero diverse cose da sistemare lui ha i soldi ma non li vuole-#-usare e se glieli chiediamo anche solo per la spesa si lamenta#poi quando sento dire certe espressioni sessiste razziste ecc ecc mi arrabbio e loro mi dicono che devo accettare le opinioni degli altri#ok se si tratta di preferenza per una cosa o per un'altra oppure di cose soggettive ma su certi valori non posso stare zitta#ad esempio se mi dicono che in quanto donna dovrei fare certe cose è ovvio che mi incazzo perché è una concezione sbagliata non soggettiva#non è successo niente e loro hanno iniziato a criticarmi perché difendo il mio pensiero su certe questioni che reputo fondamentali#boh non so cosa fare e come sistemare questa cosa perché non mi sento di aver sbagliato cosa dovrei fare? stare zitta?#non voglio stare zitta perché se non sono me stessa a casa mia dove altro dovrei esserlo?
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youtube
la nostalgia che nessuno oltre me e altre due persone al mondo capirà a fondo quando sento questa canzone e rivedo alcuni dei ricordi più belli di un passato che non ritorna
DAI CAZZO TOTTIAMMML
#pensieri e paroloni#a volte vorrei ritornare in quella bolla atemporale#non penso di essermi mai sentita così parte integrante di qualcosa#nel senso fino alla fine non lo sono stata più#ma è anche colpa mia#Youtube
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why is it Always so obvious when a guy has some latent misogyny he still has to process and identify
#tell me why whatever i say this guy Will Not Care Enough#ceh tipo stavamo nella chiesa#e ha detto sarà questo il coro ligneo indicando un'edicola penso??? comunque Non il presbiterio e c'era scritto che il coro sta sul#presbiterio allora io dico no guarda mi sa che è questo il coro ligneo indicando. un coro fatto di legno sul presbiterio. e lo guardo dritto#negli occhi lui mi guarda dritta negli occhi io continuo dicendo sì perché comunque sono delle sedute ha senso che il coro si sieda qua etc#etc non so manco quanto sia corretto quello che sto dicendo ma comunque il punto è. 10 minuti dopo lo sento dire ah ragazzi ma mi sa che è#questo il coro ligneo#ma dio cane#ceh mo non voglio esagerare né niente ma ho avuto proprio dei Vibes da lui. che sono off#il fatto è che tipo mia mamma se la caga tantissimo ceh parla con lei di qualsiasi cosa#addirittura aveva chiesto una cosa a mamma che in quel momento non lo stava pensando allora gli rispondo io Mi Guarda Negli Occhi poi appena#mamma si riconcentra lui fa ma quindi allora e ripete la domanda per sentire come risponde mamma#anche se abbiamo detto la stessa identica cosa#vabbuo comunque io non lo so sta di fatto che mi da dei vibes strani e il fatto è che sinceramente non penso proprio sia colpa mia#ceh non gli ho fatto niente di mio non inizio nessun tipo di conversazione con lui ma a prescindere tranne per questo tipo di cose le nostre#interazioni sono normalissime pleasant and funny even. ma poi succedono cose tipo chiama il fratello e mio fratello a leggere sta cosa che#faceva ridere e a me non mi caga proprio. non è manco una cosa di età io e lui teniamo letteralmente la stessa età#né una cosa caratteriale perché if u ask me.....io e mamma ci comportiamo allo stesso modo più volte di quante preferirei e letteralmente#quando mamma gli racconta dei suoi viaggi e cose pende dalle sue labbra#quindi non ho capito che cazzo è. but i get v distant misogynistic vibes del genere rivolto specifically alle ragazze e giovani donne#abbuo se wualcuno ci ha capito qualcosa mi faccia sapere
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Stasera sono andat a fare un giro a Tarquinia con una mia amica e a parte il fatto che alle giostre c'eravamo sono noi della nostra età - praticamente una passeggiata in mezzo alle famigliole e ai maranza - ho trovato un posto dove i vecchi fissano ancora peggio che a *beeb*
#abbiamo fatto la giostra che gira e fa su e giù (snowboard si chiama penso) e poi abbiamo preso lo yogurt almeno quello è stato bello :-)#cmq. loser moment ma praticamente io ho due amiche. e ci conosciamo da quasi dieci anni ormai quindi anche per quanto riguarda il contatto#fisico siamo molto a nostro agio tra noi. e un conto è quando siamo in tre un altro è quando siamo in due#io gli sguardi della gente li becco comunque sti cazzi ma appunto quando capitano queste situazioni spesso mi chiedo cosa ne pensino loro#se se ne rendono conto se si sentono a disagio. cose così. ma non *per me* nel senso a causa mia ma per come la gente si imbruttisce#perché io lo vedo. e boh mi sento responsabile. nel senso che *tocca ferro* se dovesse mai capitare qualcosa penserei che sarebbe colpa mia#perché. ahem. la gente vede me e sì pensa automaticamente a una donna. ma una donna con capelli da uomo e vestiti da uomo#nel senso. un conto è vedere due ragazze ''''''normali'''''' che camminano a braccetto e tutto#un conto una ragazza ''''''normale'''''' e qualcuno con il mio aspetto. e appunto vista la situa e l'aria che tira qua...... 🫠🫠🫠🫠#mytext
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Sono stanco e stufo del fatto che sono stato condizionato a pensare che il voler soddisfare anche i miei bisogni più basilari sia indice di egoismo.
#quando questa legge non vale per te che le tue cose le fai di nascosto#non è colpa mia se tu sei un disfattista privo di qualsivoglia ambizione#e hai voluto far diventare così anche me perché così risparmiavi#la mia sopportazione è giunta al limite#non puoi aspettare che gli altri risolvano i tuoi problemi perché tu non ne sei capace
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Ignorare il tuo fascino: impossibile!
Noi due, vicini ogni giorno. Nei rigorosi limiti del buongusto e dell'educazione. Sono entrata a lavorare nell'azienda e nel laboratorio in cui lavori anche tu otto anni fa e sin da subito mi sei stato simpatico. Anzi: eri proprio bello, educato, colto e… sposatissimo! M'hai sempre aiutata a crescere professionalmente sino a farmi diventare molto presto il tuo braccio destro.
Vicini. Nel tempo la nostra confidenza è rapidamente aumentata e io serena t'ho svelato tutti i miei segreti. Però tu difficilmente m'hai parlato di te, delle tue cose. A volte, molto raramente, ti sei sghiacciato. Ma subito dopo era evidente che mi resistevi. Eppure ero sicura di piacerti. Da stasera però qualcosa è cambiato. Ero irresistibile, francamente.
Alla festa celebrativa del trentennale aziendale, forse grazie al fatto che non fosse presente tua moglie, in un attimo in cui eravamo da soli e lontani da occhi indiscreti, improvvisamente e senza che me l'aspettassi, ballando hai poggiato le tue labbra sulla mia spalla nuda. Era inevitabile: non ci speravo proprio più, ma alla fine è accaduto. Subito sei diventato tutto rosso e m'hai chiesto scusa!
Io t'ho guardato fisso e t'ho sorriso. Siamo usciti in giardino. Eravamo quasi al buio. E quindi t'ho messo le braccia al collo e t'ho dato un bacio sulla guancia. Poi con la scusa improbabile di aggiustarmi il top, l'ho rapidamente sceso, ho scoperto un seno davanti ai tuoi occhi e ho fatto risalire la spallina. Tu, ormai completamente nel pallone e preda di inutili complessi di colpa, sei subito scappato via. Ora sarà bene che ti provochi in modo più evidente e inequivocabile. Cadrai ai miei piedi.
Ti farò prima morire di passione, di desiderio. Sarò spudorata. Creerò altre occasioni di contatto intimo e privatissimo tra noi. Ti voglio. La tensione erotica già esistente tra le nostre menti si alzerà al punto che le tue labbra saranno mie. Vedrai. Oserò. Perché ora sono sicura che mi vuoi, che non pensi ad altro che a me. Com'è chiaro a entrambi che anche io desidero te. Fortemente. È guerra, tesoro: e io la vincerò. Assieme a te.
RDA
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Ma nessuno mi capisce. Lo so che è anche colpa mia, che mi esprimo male, però nessuno mi ascolta sul serio. Fanno finta di ascoltare, ma in realtà se ne fregano. E’ per questo che ogni tanto mi arrabbio, e finisco col fare cazzate.
Haruki Murakami - L’uccello che girava le viti del mondo
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forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all'altro, di vivere in società, di stare insieme. eppure un oggetto che ciascuno vede soggettivamente diverso è il solo legame che stabilisce un rapporto sociale e permette di dire che si vive insieme. ma allora poiché il rapporto sociale è così ambiguo, e il pensiero divide così come unisce, e le parole uniscono per quello che esprimono e separano per quello che omettono; poiché il mio pensiero diverso da quello di tutti gli altri mi divide dagli altri mentre mi rende simile a loro; poiché un abisso separa la certezza soggettiva che io ho di me stesso, dalla realtà oggettiva che io rappresento per gli altri; poiché il senso di colpa mi opprime anche quando mi sento innocente; poiché ogni evento trasforma la mia vita quotidiana; poiché non mi riesce di comunicare, cioè di comprendere e farmi comprendere - di amare e farmi amare; poiché ogni fallimento mi confina nella solitudine; poiché non posso sottrarmi dall'obiettività che mi schiaccia, né alla soggettività che mi esilia; poiché non posso inalzarmi fino all'essere, né cadere nel nulla io devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai. il mondo, il mio simile, mio fratello
due o tre cose che so di lei; jean-luc godard
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#situazione attuale: dormito una merda perché avevo paura di non riuscire a organizzare le due ore di esercitazione di cinema#+ pensiero che due ore di fila sono troppe + ritornato prepotente il senso di colpa perché non ho detto che faccio teatro da un'altra parte#quindi mi sto convincendo a dirglielo sperando che non mi cacci#+ senso di colpa perché mentirò spudoratamente il 25 dicendo che ho la febbre invece vado a vedere 3 uomini che non sanno che esisto#4 se contiamo mariomanca che palesemente modererà#+ organizzazione ripetizioni di fisica della seconda ragazzina#fortunatamente sono riuscita a organizzare le esercitazioni e forse anche le ripetizioni#e poi ho cominciato a studiare e ho visto che non sono messa male#+ mamma della ragazzina mi ha detto che è stata contentissima della lezione#resta da risolvere il senso di colpa#penso che glielo dirò perché non posso basare la mia esistenza sull'onestà come dice lui e poi non dirgli questa cosa#però se mi caccia mi ammazzo#ah e in tutto questo my body is changing and idk if it's because of the pill i started to take or another reason#but I'm hating the fuck out of this pill#how is it the only solution#grazie al cielo giovedì vedo la psicologa
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Francesco Guccini
“Quello di Meloni è un regime. Vogliono far sottostare tutti i poteri, a partire dalla magistratura, a quello esecutivo, cioè il governo.
Proveranno a limare la Costituzione: non dico modificarla, non ne sarebbero capaci, ma limarla sì.
Meloni neanche concede interviste, a meno che non sia da Vespa, dove fa delle figuracce come quella della calcolatrice. Sono illiberali e non accettano critiche, arrivando ad attaccare anche dei “canterini” come me o Vasco. Ci chiedono di “cantare e basta”, ma un cantautore vive proprio delle sue parole e dei suoi punti di vista.
Meloni mi adora? Non è colpa mia se delle mie canzoni non ha capito nulla. Una volta mi telefonò per invitarmi ad Atreju: ma figuriamoci se ci vado! Stanno provando a sostituire “l’egemonia culturale di sinistra” piazzando cinque sfigati alla cultura, ma non hanno niente. Lei che mi stima mi ricorda un fascista che mi fermò molti anni fa.
Avevo inciso da poco Radici. Mi fermò un tizio, mi disse: “Io non la penso come te Guccini, ma mi piaci”. E poi mi diede il ciclostilato fresco di stampa de La voce della fogna, un foglio satirico dell’estrema destra.
Ecco: questi qua sono usciti dalle fogne, dopo decenni vissuti ai margini, e adesso che sono al potere vogliono vendicarsi. In ogni modo”.
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Mi sento in colpa... A volte penso che dovrei prestare più attenzione al peso... Che dovrei truccarmi di più... Dovrei prendere quella maschera per i capelli o quella crema effetto lifting che non ho mai osato prendere perché troppo costosa... Rifarmi il seno... Penso che dovrei diventare più bella... Dovrei essere più sexy... Che non sono abbastanza... Che forse è stata colpa mia... Non ho saputo legarlo abbastanza a me... Perché non ero abbastanza... Poi rinsavisco... E penso che anche le magre vengono tradite... Anche quelle con il corpo perfetto che si ammazzano 3 ore ogni giorno in palestra vengono lasciate... Anche quelle sempre truccate da sembrare bambole vengono deluse... Anche quelle con i capelli morbidi come seta vengono ingannate... Anche quelle con il seno di marmo vengono abbandonate... Vale la pena impegnarsi tanto per un uomo? Vale la pena rinunciare a quel pasticcino o a quel piatto di pasta per una persona? Bella o brutta che tu sia... Non hai la garanzia di essere amata... Non l'avrai mai... Rilassati e vivi la vita... Ama te stessa per come sei... Chi vuole esserci, ci sarà sempre... Chi se ne vuole andare... Chi non vuole restare... Non resterà... Per quanti sforzi tu possa fare, se ne andrà o ti ingannerà... Fatti forza e amati per quello che sei... Impara ad allontanare chiunque non ti meriti... Chiunque non ti trovi perfetta esattamente come sei... E con tutta la forza che hai... Impara a chiuderli fuori dalla tua porta per sempre..
~ Virginia ~
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Mi accorgo del distacco emotivo di una persona nei miei confronti prima ancora che se ne accorga lei. Cerco di parlarne, di farglielo notare, dico che può succedere, succede spesso, ho bisogno di sentirmelo dire, non voglio quel senso di agonia che si prova nei giorni precedenti a una rottura, voglio la verità, sempre, subito, perché è da quando sono piccolo che la verità non me l'hanno mai detta. Mi sento rispondere che non è così, che è tutto nella mia testa, e allora io dovrei provare a non pensarci, a continuare a dare il meglio di me, ma io non sono così, io ho sempre bisogno di sapere che dall'altra parte ci sia la stessa intensità, io non so' salvarle le storie, non sono in grado di amare per due, non sono capace di prendermi il grosso del lavoro. Io non lo so disperdere l'amore, ho bisogno di sapere che verrà custodito. Finisce che mi tiro indietro anche io, che spengo le emozioni, al silenzio rispondo col silenzio, distacco con distacco, al ghiaccio rispondo col ghiaccio pur sapendo che servirebbe più fuoco. Mi ritraggo, mi proteggo. Rimango in attesa del giorno in cui quella persona mi dirà "avevi ragione" ed io non riuscirò comunque a fargliene una colpa, avrò il sorriso amaro di chi già sapeva. Vorrei avere più coraggio, zittire la voce dentro di me, lasciarmi travolgere da una rottura improvvisa anziché sentirla arrivare da lontano, ma non ci riesco. Non ci riesco mai. Quell'addio che poi arriva, io l’ho già sentito da un pezzo.
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Potevo avere 5 anni. A quel tempo eravamo soliti trascorrere le feste natalizie da alcuni zii, la cui casa in campagna diventava allora accogliente rifugio per parenti e amici. Portavo sempre con me un pupazzo a farmi compagnia, dato che i miei cugini, ormai adolescenti, avrebbero certo mal sopportato l'idea di giocare assieme. Ricordo ancora chiaramente quel pomeriggio: la sera saremmo stati dai miei zii come di consueto ed io mi sarei malannoiato fra i bigi discorsi degli adulti, urgeva perciò la Selezione.
L'ambita Selezione avveniva per eliminazione diretta in scontri 1 vs 1. Ogni pupazzo s'affrontava in una moderna rivisitazione delle giostre medievali, allo scopo di conquistarsi il mio cuore. Come sempre accade, anche quel torneo era palesemente truccato, sicché alla fine trionfavano sempre gli stessi. Fra i grandi campioni, la più avvezza alla vittoria era senza dubbio la Pantera Rosa, un vecchio pupazzo che mi portavo sempre dietro, ovunque andassi. Dopo averla portata in trionfo quel pomeriggio, le promisi che ci saremmo divertiti, sarebbe stata una grande serata. Non sapevo, ahimè, che per noi sarebbe stata purtroppo l'ultima. Il mio giocarci difatti, a quell'età, trovava massimo sfogo nel lanciar in aria il malcapitato pupazzo, raccoglierlo per poi reiterare il gesto ad libitum. Uno di quegli sciagurati lanci però mandò la pantera talmente in orbita da farla finire dietro un'enorme e inamovibile credenza. A nulla valse piangere e disperarsi, la povera pantera restò lì (con sadico compiacimento di tutti gli astanti). Ricordo ancora il malinconico struggimento di quei giorni densi di colpa e mortificazione, le penose richieste e la perenne risposta ("Quando faremo pulizia"), i piani perversi studiati in dormiveglia per infiltrarmi in casa loro e riprendermi la pantera e il languido desiderio che mi s'accendeva a ogni fiera di paese, quando scorgevo fra i premi del tiro a segno un pupazzo simile a quello tanto amato e perduto.
Sono passati trent'anni, dico d'aver dimenticato, ma una parte della mia infanzia è rimasta sepolta lì, dietro quella credenza, dove ho smesso definitivamente di credere agli adulti e ho imparato cosa vuol dire perdere qualcuno o qualcosa senza potergli dire addio. O almeno credevo, perché l'altro giorno chiama mia zia per dirci che finalmente, dopo trent'anni, hanno fatto pulizie e spostato la credenza, trovandovi "un giochino di quando Giuseppe era bambino, non so se se ne ricorda ancora..." Ah, zia ingenuotta! Non pensavo che questo giorno sarebbe mai arrivato, così sulle prime ho pensato, "chissà se mi riconoscerà dopo tutto questo tempo..." "del resto anche casa nostra è cambiata, spero non si senta a disagio". Siamo andati a prenderla la sera stessa, era tutta sporca, molto più piccola di quanto ricordassi, orba d'un occhio (non oso immaginare cosa deve aver subito in questi trent'anni di prigionia) e con un aspetto decisamente vintage, ma ora è di nuovo a casa. Mia madre era convinta che dopo anni d'oscurità e polvere, si sarebbe sbriciolata dopo pochi minuti al sole, invece sembra reggere ancora. Dopo averla lavata a fondo, oggi l'ho potuta finalmente riabbracciare come quell'ultima volta trent'anni fa e ho un po' pianto. È stato come riabbracciare quella parte di me che credevo perduta per sempre.
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Per un automatismo dico "scusami" quando urto qualcosa o qualcuno, anche se non è colpa mia. Quindi a volte mi scuso con i lampioni. Una volta, dopo aver ricevuto una pallonata, ho detto "scusami". E chi aveva lanciato il pallone ha perfino risposto "tranquillo, non c'è problema".
[L'Ideota]
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L'innocente
Era l'espressione del viso di lei che mi faceva impazzire. Potevi chiaramente scorgere un'assoluta, altera e acerba giovinezza. E poi ombre di sfida, bellezza pura ed erotismo. Racchiusi in uno sguardo spudorato, solo apparentemente senza alcuna malizia. Solo io sapevo quello che erano capaci di combinare sul mio corpo quelle labbra.
Soltanto io avevo avuto il privilegio di sentirmi sussurrare all’orecchio richieste assolutamente sconvenienti e oscene: “dominami, fammi godere, voglio di più, dammene ancora, lascia che ti faccia provare il paradiso.” Solo io avevo avuto il privilegio di godere dei suoi seni appena accennati, freschissimi, delle sue bellissime natiche e del tesoro dolce che proteggevano. Che adoravo e che mi accoglieva grato, elastico e avido.
Approfittavo largamente di quelle sue doti, per la soddisfazione dei sensi di entrambi. Non mi era infatti consentito violare la virtù vaginale di quell'angelo: lei voleva arrivare illibata all'altare. E io la rispettavo. Dopo gli incontri si rivestiva, usciva da casa mia e tornava la brava ragazza che tutti conoscevano. Studentessa modello dell'ultimo anno di liceo e promessa sposa ancora vergine del brillante - giovanissimo anche lui - futuro erede delle fortune di una delle famiglie più facoltose e note in città.
Innamorato cotto al punto di volerla sposare subito dopo il diploma. Lo capivo benissimo. Nessuno sospettò mai di nulla. Io, trentacinquenne travet con un lavoro modesto, non avrei mai potuto darle nulla di quello che avrebbe avuto da quella famiglia e che meritava. Lo sposò l'anno dopo, come da copione. Ma il pomeriggio del venerdì prima del sacro rito mi fece passare due ore da sogno. Ripassammo tutto il repertorio.
Quando finimmo, mi diede un lunghissimo bacio d’addio e pianse. A dirotto. Titubava, aveva dei ripensamenti. Tardivi, ormai. Per troncare tutto e spingerla verso il futuro benessere, fui sarcastico, addirittura cattivo. La trattai da puttanella egoista e viziata, un'opportunista in cerca soltanto del sesso con un uomo maturo, altro che amore. Capivo che dovevo farlo. E lei mi guardò per la prima volta con occhi carichi d’odio. Solo allora capii che l’amavo da morire. Adesso sono passati più di quindici anni. Possibilmente è ancora più bella.
È calda e sensuale. Il potere di attrazione di una donna nella piena maturità è più sottile e pervasivo di quello della gioventù. Lei, consciamente o no, entra nel tuo cervello non appena la vedi. Nei sensi il desiderio di lei ti arriva subito dopo, in automatico. E io la osservavo tutti i giorni. Non se n'è mai accorta. Era il mio hobby, osservare la sua evoluzione nel tempo. Universitaria sposata dapprima, madre amorevole poi. Grazia pura. Amore mio nascosto e sofferto.
Ha saputo da poco che lui la tradisce. L’unico a cui avrebbe potuto confessarlo, per trovare un po’ di consolazione e calore, ero io. E infatti me l'ha scritto. Nessuno scrive più lettere, ormai: lei si. Ho aperto la busta. Dapprima ho baciato il foglio e subito dopo ho letto le sue parole. Col tempo e l’esperienza lei ha capito che avevo sacrificato il mio grande amore per lei allo scopo di spingerla verso una vita agiata. Ed era grata, ma allo stesso tempo me ne faceva gran colpa. Aggiungeva il suo numero di telefono.
Ci siamo sentiti. Il mio cuore era pazzo di gioia. Oggi pomeriggio ci vedremo. Prima volta dopo tantissimo tempo. Eoni. Lui è fuori città per lavoro. Lei invece è assolutamente sicura che stasera la passerà con l’altra. Chissenefrega, di lui. Non so cosa succederà, tra noi. Ma lo so benissimo, invece. Ho l'anima in subbuglio. Pulisco il mio piccolo appartamento da scapolo come non ho mai fatto prima in vita mia. Il vino bianco è in frigo e ho comperato il gelato che le piaceva.
I gusti fondamentali raramente cambiano. Almeno lo spero. Si torna sempre con la mente e inevitabilmente dalle persone con cui stavamo bene, o ripercorriamo le situazioni in cui eravamo felici. A volte portiamo appresso anche il corpo. Come lei oggi. Oddio, non ragiono più: la amo. Più di prima. Questa è l’unica cosa che so. E ormai è l’unica che conta, per me. Vieni, amore mio: qui troverai un cuore che batte da sempre solo per te. Pochi mezzi economici, ma tanto calore. Per tutto il resto poi vedremo insieme…
RDA
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