#"Riflessi"
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ritroviamocida · 8 months ago
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L’arte di Luca Ripamonti al Metropolitan di New York: Una Lectio Magistralis
Il Metropolitan Museum di New York City si prepara ad accogliere un’opera straordinaria, frutto del genio dell’artista contemporaneo italiano Luca Ripamonti. Sabato 25 maggio, nella suggestiva cornice della sala Bonnie Sacerdote, sarà presentato al pubblico l’opera intitolata “Riflessi”, un momento unico che segna l’entrata dell’artista nella storia dell’arte mondiale. L’Anticipazione…
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"Sono soltanto specchi, non siamo così vecchi. Colpa dei miei difetti che han sbiadito i tuoi riflessi.
Ma tu ancora, mentre volo, tu sbadigli. Ridi, mentre penso a quali nomi dare ai nostri figli. Vedi potremmo essere questi, però invece ancora scherzi.
Fosse l’ultima notte che abbiamo, sai, io con tutte le altre la cambierei, perché solo nel perdono cambia un uomo.
Fosse l’ultima frase che canto, sai, a strapparmi la gola non soffrirei, perché solo nel frastuono cambia un uomo.
Mi chiedi adesso d’essere sincero, io sono questo e non ne vado fiero. Dimmi di riprovare, ma non di rinunciare."
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hopenstartagain · 5 years ago
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Auguro a me stessa di non soffrire, di stare bene, qualsiasi cosa accada. Auguro a me stessa di riuscire a rialzarmi ancora, comunque vada.
me stessa
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abr · 3 years ago
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(ANSA-AFP) - Il riscaldamento globale ha giocato solo un ruolo minimo nella carestia che ha colpito il Madagascar. Lo sostiene un nuovo studio della rete di scienziati World Weather Attribution, pubblicato oggi, che contraddice la tesi delle Nazioni Unite che descrivono la situazione in Madagascar come una "carestia del cambiamento climatico".  (...) Il Madagascar è stato colpito dalla peggiore siccità degli ultimi quattro decenni. A giugno il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha affermato che il Madagascar è "il primo paese al mondo che sta vivendo condizioni simili alla carestia a causa della crisi climatica". Ma (l)o studio della WWA rileva che  (...): "Sulla base delle osservazioni e dei modelli climatici, il verificarsi di scarse piogge osservate da luglio 2019 a giugno 2021 nel sud del Madagascar non è aumentato in modo significativo a causa del cambiamento climatico causato dall'uomo". (...) "I nostri risultati non sono sorprendenti, sono molto in linea con gli studi precedenti", ha dichiarato Friederike Otto dell'Environmental Change Institute dell'Università di Oxford.(...)  "È davvero importante non presumere automaticamente che ogni cosa brutta che sta accadendo sia dovuta al cambiamento climatico, non è vero". Il climatologo Robert Vautard, capo dell'Istituto francese Pierre-Simon Laplace e anche tra gli autori dello studio, è d'accordo. Nel caso del Madagascar "se c'è un'influenza del cambiamento climatico è minima", anche troppo piccola per essere rilevabile, ha detto.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/brutta-tegola-quot-gretini-quot-carestia-madagascar-colpito-291485.htm
Riflessi pavloviani troppo condizionati (dalla finanza mondiale in bolla ESG). 
Certo che però, non si interrompe così una emozione gretina, uffah ...
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lucidiparole · 5 years ago
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«Questa volta ti sei superato», mi disse con affanno mentre percorrevamo gli ultimi metri che ci avrebbero permesso di coronare tanto sforzo fatto fino a quel momento. La casa, la famiglia, la scuola. Fino a quel momento erano stati questi gli argomenti di discussione dove si cercava di sviare lo stress e l'eccitazione per quel che sarebbe successo. «Ma un'alba come le persone normali non ti sarebbe proprio piaciuta, eh?» mi chiese in tono provocatorio e un mezzo sorriso di chi vuole punzecchiare. Abbozzai un'espressione sorpresa e il riflesso dei miei occhi tradì quello che stava iniziando proprio alle sue spalle. Con la consapevolezza di non poter resistere a lungo senza essere scoperto la mia bocca si mosse piano piano e a filo di voce sussurrò: «Girati...» Si girò simultaneamente a quelle mie parole, come se non aspettasse altro di essere investita da quella richiesta. All'improvviso bande luminose ampie come autostrade e colorate dai toni più spettacolari imperversarono nel tempo e nello spazio davanti a noi. Il verde, fasce di rosso, riflessi di azzurro...in pochi secondi archi aurorali si ergevano a destra e sinistra lasciandoci sbigottiti davanti a quello che stavamo assistendo. Fece qualche passo indietro, la sua schiena urtò sul mio petto. Come una conseguenza di riflesso l'abbracciai e lei mi tenne le mani da davanti. «A cosa stai pensando?», mi chiese mentre i suoi occhi giravano ancora per quel cielo. «A cosa posso pensare...», risposi. E mentre sale L'aurora Boreale, Ti guardo E capisco che senza te Non posso stare. • ✍🏻Parole mie.© 🎥 Video on YouTube© • {Se vi va potete condividere le parole di questo post taggando la pagina. In questo modo onorerete il duro lavoro di chi si impegna per regalarvi sempre nuove emozioni.} #lucidiparole #writer #write #quote #quotes #blog #blogger #writerscommunity #instaquotes #reading #books #lifequotes #dailyquotes #poet #stories #poetrycommunity #leggerechepassione #scrittura #frasi #pensieri #love #followme #followforfollow #tagsforlike #Instagram https://www.instagram.com/p/BxAMbJPBX-s/?igshid=87hfsn9wnx00
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nudodiunanima · 6 years ago
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Ho capito che l'amore non si quantifica in base ad aspettative ed attese, si quantifica in base a tentativi ed errori. Ho capito che l'orgoglio non è per gli amanti. ed io per te ho infranto tutte le mie regole. Ho capito che i silenzi non sono vuoti, sono pieni di tutto, sono risposte. Non un soliloquio, un monologo. Ho capito che in amore non esistono lune e storte che non possano essere ribaltate o condivise. Ho capito che a meritarsi di meglio si finisce per appartenere solo a se stessi, appartenersi. Ed io che ti ho aspettato sotto quel nostro cielo, ho contato le stelle per te, ma ero sola. Ed io che ti ho fatto luce nei miei giorni più bui appiccando incendi. Ed io per te ho infranto tutte le mie regole, infranto specchi. Ed io che ho colmato i tuoi silenzi con i miei pensieri, con pietosi teli di speranza, ma erano il riflesso dei miei desideri. Riflessi del mio amore per te. Sarebbe bastato guardarmi con i tuoi occhi per capire quanto io fossi insignificante e quanto poco noi fossimo per te. Non eravamo amici, non eravamo amore e nemmeno sesso. Non eravamo nient'altro che tempo andato a male, tempo perso. Una modulazione. La pubblicità tra una canzone e l'altra. Ed io mi appartengo ora senza mai più donarmi a te. #poetunity #tumblr #frasitumblr #scrittore #frasi #lovequotes #quotes #writer #tumblrpost #leggere #love #citazioni #aforismi #frasitop #frasivere #frasibelle #parole #poesia #versi #poetry #poetrycommunity #libri #letture #citazioniitaliane #6sense #citazionitumblr #frasiitaliane #pensieri #scrivere #amore https://www.instagram.com/p/Bxc83kHiJH_/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=fdyz7k4sgnbp
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sffpc · 7 years ago
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Photo Editing ITX SFF PC
[ATTENZIONE NEL ARTICOLO CI SONO LINK PER ALTRI SITI AFFILIATI]
Assembliamo un PC economico ed adatto utilizzare Photoshop & Lightroom oppure Capture One. 
Prima di tutto. un po di consigli per il software. Sfortunatamente Lightroom è molto lento, anche sui PC potentissimi (inclusi Apple Macbook pro ecc.). Invece Capture One è abbastanza ottimizzato per utilizzare più core possibile. Comunque, non è importante. Importante è quale software “float your boat” :)
Per benchmark test, vi consiglio dare un'occhiata a Puget Systems.
I miei punti di un'ottimo PC per photo editing: frequenza del singolo core, connectività e display port. Sì, sono abbastanza semplice, ma non avete bisogno di spendere un sacco di soldi.
Case
Silverstone SG13
Per creare un PC economico ho scelto un Silverstone Sugo SG13. Veramente un ottimo e compatto case. Quando non si utilizza una scheda graffica ancora più.
Processore (CPU)
Intel I3 8100
Dopo il case, forse più importante di tutto è il processore. Ho scelto un Intel, per motivi di performance del singolo core. Perchè i software di Adobe utilizza single core. Questo processore integrata con una scheda graffica che basterebbe ogni esigenza per photo editing senza nessun problema.
Se volete un future-proof PC, forse dovete guardare i5 8400
Dopo vedremo una sistema AMD Ryzen (Sorpresa sarà ancora più economica, ed in un certo senso sarà più potente).
Scheda Madre
ASRock H310M-ITX/ac Mini ITX Scheda Madre
Ho scelto questa scheda madre per il suo prezzo e sui prestazioni. Non dimenticate che per i lperformance non c'è nessuno differenza tra schede madri con chipset Z370 e H310 (Z370 sarebbe adatta per chi vuole fare overclocking, nel nostro caso non significa nulla).
Questa scheda madre utilizzo un HDMI / Display Port e DVI-I. Con Displayport 1.2 potete avere max. resoluzione 4K o 1440p senza problemi. Generalmente i monitor moderni sono datati con DisplayPort (lo consiglio su HDMI).
Incluso anche wifi e bluetooth, veramente un vero salva spazio e utilizissimo.
Memoria
Corsair Vengeance LPX Memorie per Desktop, 16 GB (2 X 8 GB) DDR4 2666 MHz
Sfortunatamente i prezzi di DDR4 RAM sono altissimi ma vi basterebbe 16 GB RAM anche per i file RAW da una macchina fotografica full frame (sarebbe opportuno avere 2x16 GB con un processore "i5" se utilizzate medio formato oppure se lavorate con i file giganti).
Hard Disk / SSD
Crucial MX500 250GB SSD per sistema operativa e Seagate 2 TB Disco Rigido per i vostri file. Vi consiglio avere un disco rigido esterno per il back up. Non fate mai il backup interno del PC (se qualcosa va storto...)
Alimentatore (PSU)
SilverStone SST-SX500-LG v 2.0 - SFX, 500W 80 Plus Gold PC Alimentatore, bassisimo rumore con la ventola 120mm, 100% modulare. State attento di comprare la versione seconda (v.2) perchè la prima versione è molto rumorosa. Un'alimentatore SFX-L, sarebbe guisto per far respirare il processore.
EXTRA
Monitor? Per photo editing, un 25" 1440p sarebbe perfetto. vi consiglio i modelli di DELL Ultrasharp, anche perchè sono anti riflessi. Vi ringraziaranno i vostri occhi.
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taccuindivino · 7 years ago
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Etna Bianco 2013, Valcerasa Azienda Agricola Bonaccorsi, 13 gradi.
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  Giallo, blu e nero: si può un vino riassumere in tre colori?   Dunque, un po' di storia su questa bottiglia ��(storia minutissima eh, amica o amico che mi leggi): il vino l'assaggiai alla benemerita manifestazione "La Terra Trema", che si tiene al Leoncavallo di Milano; sarà stato il 2014 o il 2015. Mi piacque assai questo bianco etneo, un carricante in purezza che viene da vigne alte, 850 metri sul livello del mare, che sono quote quasi alpine: fossimo al nord, a stento si coltiverebbe la vite così in alto. Me lo ricordo di un color giallo tenue, un po' verdino nei riflessi, e genericamente di gran sapore; per il resto, sono passati troppi anni. Bene: ne comperai una bottiglia, che venne lasciata qualche anno nel mio ripostiglio domestico milanese mentre io stavo ancora in Inghilterra; poi ancora in attesa lì al caldo (oh, se è stata calda l'ultima estate) , infine qualche mese in frigorifero; che - prova provata- non insidia tanto il vino per la formazione di precipitati e di depositi, ma per gli effetti sul tappo, che diventa rigido per via delle basse temperature, e perde tenuta ossidando il vino. Insomma: non un trattamento principesco, e qualche dubbio sulla tenuta di questo Etna Bianco di 4 anni l'avevo, contando anche che l'azienda segue pratiche di cantina poco interventiste e dunque il vino è nudo agli attacchi del tempo. Ebbene: oggi 1 ottobre '17, mi prospettano e preparano un'ottima pasta di grano saraceno con pomodorini di Pachino, mazzancolle e funghi porcini. Mi ricordo del vino etneo che giace in frigorifero. Non sono sicuro della riuscita con l'abbinamento, sebbene la supposta evoluzione e l'auspicata complessità mi rendano fiducioso,  ma lo piglio e lo apro. Cavo il tappo di sughero intero, che con fatica esce ed uscendo produce un bel "bum!" di buon auspicio, lo verso nel calice, rapidamente l'osservo e l'annuso, e cado metaforicamente in ginocchio, folgorato. Un vino buonissimo, forse il più buono assaggiato negli ultimo mese; forse, a ben pensarci, uno dei più buoni in assoluto, e stop. A descriverlo per sommi capi e con l'accetta ad un amico straniero, gli direi che è un misto di uno Chardonnay di gran cru borgognone e di un Riesling della Mosella secco, entrambi invecchiati qualche anno, non più giovani ma non tanto in là con l'evoluzione: ha la prestanza dell'uno e la  lievità fresca e pura dell'altro, di ambedue la complessità, ma calate in un fiato terso e solare. Oggi ha un color giallo limone deciso, con ancora qualche riflesso verdolino, mi si suggerisce correttamente; con lacrime molto lente, irregolari, poco durevoli.  Profumo potentissimo: un'immersione nella mediterraneità, un'emozione vulcanica: fiori gialli e agrumi: mimose, zagare, limoni, cedri, pompelmi maturi, di una matericità concreta che non conosce timidezze: questo il colore giallo, che subito si manifesta e s'imprime nella mente, reclamando a gran voce la sua identità territoriale. Poi, come calando radici verticali nella zolla, vi senti il vulcano, le masse laviche ormai fredde, coagulat, dure, e  le sabbie cineree e disciolte: zolfo e idrocarburo, evidenti e senza filtri. Questo il colore nero, quello della sua terra; smorzato un poco, ad evitare ogni accento volgare, da note gentili di mandorla fresca e marzapane, quasi candide lumeggiature, nulla più che abbellimenti sulla melodia di un Vincenzo Bellini. Il colore blu è la misteriosa ariosità dei suoi profumi, quel senso di mare presente ovunque sull'Etna anche quando non lo vedi, che incombe come tra le note dell'Idomeneo mozartiano; di una mineralità salina e verace che sa di risacca, di scoglio, di ostriche e di vongole.  Aggiungerei, forse, una sfumatura verde fresca e innocente, di erbette, insalate, ruchette, forse di ruta e alloro, di un nonnulla di tenero e fresco: ma è un niente, solo il tocco sapiente di un pittore che spezza gli spazi monocromi per esaltarne a contrasto più ancora il tono. La bocca è liquida conferma algebrica, l'amplificazione al quadrato delle virtù divinate all'olfatto: il corpo nitidissimo, preciso e misurato, superiore alla media per dimensione geometrica ma lievissimo per consistenza tattile, con un'acidità altissima, davvero quasi da Riesling, ed una ampiezza dorata , lucente e quasi solenne,  che è tutta gusto rispondente e marcatissimo. Fluisce musicale, compatto e deciso, danzante su una salinità marcata che l'increspa agile come mosso dal vento, verso un finale lunghissimo e pulito, che riflette la secchezza del suo attacco al palato, che è immediata e che perdura nella sua  progressione sicura, vibrante, luminosa, irradiante come il sole che batte a picco sulle rovine greche e normanne, evidenziandone di rimando i più eleganti chiaroscuri. Un finale, quello di questo Valcerasa, non solo  lunghissimo, ma commovente, che ha quasi in fondo una nota  di oliva verde che ne cancella felicemente ogni tocco glamour, per una più vera, autentica e solare terragna dimensione. Da bere e ribere, con la vergogna e l'orgoglio di una bottiglia esaurita quasi da solo, nel tempo di un Pater (e sia ringraziato, appunto, per vini così). Assai ci sarebbe da dire sul valore dei vini del territorio etneo, innanzi a un simile esempio, ma meglio fermarsi qui e goderne in silenzio, con semplicità.
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Ponti e riflessi a #chioggia 🌉⛵✨✨✨ #buonanotte #nightynight #ponte #bridge #boat #barca #veneto #venezia #Italy #instachioggia #visitchioggia #mare #sea #notte #night #nofilter #vitadimare #sealife #barcarolo #aforismi #frasi #riflessioni #quotes (presso Chioggia) https://www.instagram.com/p/BstSd0iBTYe/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=k5fkxh8nkg6b
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bollicineviaggi · 6 years ago
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Il suicidio del M5S
(di Massimiliano D’Elia) Sulla vicenda della Sea Watch il governo è compatto, granitico: “Non scende nessun migrante e non sale nessuno”. In Europa non ci sono Paesi disposti ad accogliere una quota parte dei 47 migranti e  l'Olanda ha risposto ufficialmente che non ha alcun obbligo nonostante la Sea Watch batta bandiera olandese. Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, invece, vuole che a salire a bordo siano le forze dell'ordine per valutare se ci siano “elementi per indagare sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”. Lo stesso Salvini poi si rivolge ai giudici siciliani che vorrebbero procedere contro di lui, per sequestro di persona, in seguito alla vicenda della nave Diciotti: “Ci sarebbe un'evidente invasione di campo di qualche giudice di sinistra che vuole fare politica”. I tre giudici del tribunale catanese sarebbero motivati da finalità politiche. Ma per fortuna, dice il ministro dell'Interno, “sceglierà il Senato sull'evidente invasione di campo”.
Proprio al Senato si giocherà la partita forse più difficile per la tenuta della maggioranza di governo, si registrano diversi malumori e fronde contrapposte.
Il premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sono certi nel negare l'autorizzazione mentre Alessandro Di Battista e molti senatori sono contrari. Il più agguerrito tra  i grillini è Stefano Buffagni: ”Salvini ha detto che vuole essere processato. Crediamo sia la scelta giusta. Salvini vuole fare la Tav perché i suoi conti, e non quelli dei costi-benefici del ministro grillino Toninelli, dicono che l'opera conviene. Figuriamoci, risponde Buffagni che è l'uomo ombra di Di Maio: La Lega sui numeri non è affidabilissima vista la recente gestione dei soldi ( i 49 milioni di finanziamenti pubblici che la magistratura sta ancora cercando e che Salvini nega di avere nascosto. Sull’autonomia regionale, argomento molto caro al Veneto e Lombardia Buffagni: Non è solo prioritaria l'autonomia, prioritario è anche il conflitto di interessi”
Insomma non tutto lineare e pacifico al Senato. Scorrendo i social, l’eventuale appoggio grillino alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania, potrebbe avere riflessi inaspettati ma prevedibili. Quasi tutti i sostenitori della Lega “sui social naturalmente”, promettono di scendere in piazza laddove venisse indagato il loro “Capitano”.
Una cosa è certa, il tradimento grillino al Senato darebbe ancora punti percentuali positivi alla Lega di Matteo Salvini, che come Berlusconi negli anni d’oro verrebbe visto come una vittima del sistema. Toccare, oggi Salvini, vorrebbe dire fargli raggiungere quote esorbitanti di consenso, in pratica un suicidio politico "prevedibile" per gli avversari ed alleati.   Read the full article
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thecitiview-blog · 6 years ago
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diaridiunaintroversa · 7 years ago
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Come ti riesce di vedere solo una cosa alla volta? Senza quei riflessi che a me distraggono tanto? Virginia Woolf #book #instaday #italy #bookworm #education #bookstagram #poetry #italia #instadaily #instalife #libro #citazioni #educazione #libri #naturelife #instagood #instalike #virginiawoolf #virginiawoolfquotes #instaitaly #letters #quote #libridaleggere
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lucidiparole · 4 years ago
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C’è una destinazione Ben precisa Dopo i venti freddi, La pioggia incessante I cieli nuvolosi coperti. C’è una meta Per gli occhi tristi Che cercano spiragli di luce Riflessi di sole che tardano sempre. C’è una destinazione Già impostata Nel momento in cui arriva la stagione Ed è proprio il momento di fare le valigie. C’è una destinazione Ogni volta che siamo chiusi E l’occhio si abitua all’oscurità Le pupille si rimpicciolisco. Ma allora, Se continuo a ripetermi che C’è una destinazione ben precisa Perché mi sembra così tanto Che tutte le strade portino a te? • [se vi va, attivate le notifiche ai post per non perdervi i contenuti della pagina ✍🏻🔔] • #lucidiparole #writer #write #quote #quotes #blog #blogger #writerscommunity #instaquotes #reading #books #lifequotes #dailyquotes #poet #stories #poetrycommunity #leggerechepassione #scrittura #frasi #pensieri #love #instagram https://www.instagram.com/p/CK3xLzfLq54/?igshid=t8p65wfk5yqg
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francescomaringio · 7 years ago
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Il PCC allo specchio
Congresso e Socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era
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Per settimane l’avvicinamento al 19° congresso del Partito comunista cinese è parso, soprattutto in occidente, un inseguirsi frenetico di puntate di un serial televisivo, tutto incentrato su dinamiche esclusivamente personali, in special modo sulla figura del segretario Xi Jinping il cui unico obiettivo – questo il senso della trama – era quello di perpetuare il proprio potere a scapito degli avversari di turno, promuovendo amici e sodali. A poche ora dalla sua conclusione (dove tutto sembrava scontato, a leggere i media mainstream) la realtà si è incaricata ancora una volta di fornirci un quadro diverso e più complesso. A partire dal protagonista assoluto, che non è stato l’intrigo di palazzo ma il Partito Comunista Cinese con i suoi poco meno che 90 milioni di iscritti.
Per lungo tempo (sicuramente dal dopo 1989) si è teso a separare il “miracolo economico” cinese dalla leadership politica che quel miracolo stava realizzando. Basta scorrere i giornali per rendersene conto: il PCC si era praticamente eclissato in qualsiasi cronaca e sembrava quasi che i successi fossero frutto di una tecnocrazia al potere che, mantenendo nome e simboli antichi, avesse oramai abbracciato il capitalismo più sfrenato. Così si è voluto ignorare storia, presente e prospettive di un organismo collettivo nato ormai un secolo fa, passato attraverso sconfitte, tragedie, vittorie, che ha saputo riflettere e cambiare indirizzi politici per meglio realizzare il compito che fin dall’inizio ha caratterizzato il proprio autonomo modello di socialismo: la fuoriuscita della Cina dalla condizioni di paria internazionale per riportarla alla condizione di eguale tra le nazioni, garantendo alla propria sterminata popolazione il principale dei diritti umani, che è quello alla vita. Un obiettivo che è ormai alla portata, grazie anche alla capacità messa in mostra di riflettere sulla storia e sui fallimenti (e anche sui successi) del movimento socialista internazionale.
Le riforme portate avanti dal 18° Comitato Centrale e dal Segretario Xi Jinping hanno imposto all’attenzione di tutto il mondo il ritorno del Partito come cuore pulsante del paese. Sono da intendersi in questo senso le forzature – quando non vere e proprie caricature – del dibattito interno al PCC e la demonizzazione del suo Segretario. Mettere in secondo piano l’attore collettivo, quasi altro non fosse che un mastodontico corpo senza vita, sclerotizzato nell’assenza di riflessione, e ostaggio delle decisioni di una cricca o di una casta, è una subdola operazione tesa a delegittimare il più grande partito del mondo, a svuotare di ogni senso politico la sua azione, a rafforzare chi, da destra e sinistra, da lustri denuncia il tradimento degli ideali socialisti.
 Bene ha fatto un attento studioso della Cina come Stefano Cammelli a sottolineare come non ci sia “nemmeno alcun mistero da svelare: i documenti, le relazioni politiche, le dichiarazioni pubbliche dei dirigenti sono pubblicate ogni giorno sulla stampa e sul web cinese”. Va anche detto che una visione meno “occidentale” di un simile evento politico sarebbe quanto meno utile, visto che ci troviamo di fronte ad un Paese il cui ruolo globale è ormai fuori discussione.
 Da dove si parte
Più prosaicamente, quindi, il congresso è stato preceduto dall’enunciazione da parte dell’Ufficio nazionale di statistica dei risultati conseguiti nel quinquennio precedente, a sottolineare la continuità dell’azione del partito al di là di chi si trova al momento al timone. Vediamone alcuni: il prodotto interno lordo è cresciuto con un tasso medio annuo del 7,2% nel corso del periodo 2013-16 contro il 2,6% della crescita media globale; nel 2016 il Pil della Cina con i suoi 11,2 triliardi di dollari ha rappresentato circa il 15% dell’economia mondiale, segnando un aumento del 3,4% a partire dal 2012; nello stesso periodo il contributo medio della Cina alla crescita mondiale è stato di circa il 30%, il più alto rispetto ad economie avanzate come quella statunitense, giapponese e dell’Unione europea. Nello stesso quadriennio sono stati creati ogni anno oltre 13 milioni di posti di lavoro nelle aree urbane e nei primi otto mesi del 2017 è stata raggiunta la quota di quasi 10 milioni; il tasso di disoccupazione è del 4,83% (il più basso dal 2012); il reddito pro capite disponibile dei residenti ha segnato nel 2016 un incremento annuo del 7,6%; nelle campagne il numero delle persone che vivono in povertà è sceso nel 2016 a 43,35 milioni dai 98.990.000 del 2012. Inoltre l'aspettativa di vita media è passata dai 74,83 anni nel 2010 a 76,34 anni nel 2015. Non è tutto perché altri dati mostrano le trasformazioni in atto nella struttura economica cinese: le spese in ricerca e sviluppo sono aumentate dal 2012 di oltre il 50%, coprendo una quota superiore al 2% del Pil; sono oltre 13 milioni le nuove imprese registrate nel 2016 grazie ad un incremento dal 2015 di oltre il 30%; il settore dei servizi copre una quota del Pil superiore al 51% (nel 2012 era del 45%);  dal 2013 al 2016, il settore dei servizi è cresciuto ad un tasso annuo dell'8%, 0,8 punti percentuali più veloce della crescita media del Pil; alla fine del 2016, il rapporto dei residenti urbani permanenti per popolazione ha segnato un totale pari al 57,35%, rispetto al 52.57% della fine del 2012. Infine il contributo dei consumi finali alla crescita economica ha tenuto una media del 55% nel 2013-2016 mentre nel 1° semestre di quest’anno ha raggiunto il 63,4%.
 Una Cina globale
Poi ci sono gli obiettivi annunciati a medio e lungo termine, che altre generazioni al governo del partito e del Paese dovranno raggiungere e per il conseguimento dei quali è necessario rafforzare la guida del partito (“saldo come una roccia”): innanzi tutto la modernizzazione socialista di base entro il 2035 e poi la presa di coscienza del fatto che la Cina si avvia ormai ad essere una potenza la cui azione politica e diplomatica ha riflessi globali e il cui peso – anche economico – si farà sempre più sentire sia nei consessi che hanno governato il sistema internazionale all’indomani della seconda guerra mondiale (Onu e Fondo Monetario internazionale) che in quelle che già la vedono nel ruolo di primo attore (Brics, Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, AIIB, Belt & Road Initiative). Questo significa forse che la prudente politica di Deng sia stata messa in soffitta come in molti amano ripetere? La risposta migliore – ordinaria se pensiamo al fatto che stiamo riflettendo sul congresso di un partito che ancora oggi rivendica il suo legame con il marxismo-leninismo – è che le linee guida che hanno determinato la svolta riformista e di apertura all’esterno a fine anni Settanta restano valide proprio perché si sono adeguate – e con esse la prassi – al modificarsi del quadro internazionale. Come allora anche oggi la Cina popolare necessita per il raggiungimento dei suoi obiettivi di ambiente pacifico, privo di tensioni eccessive e di una collaborazione tra Stati ed organizzazioni; non serve alcuno stravolgimento dell’attuale sistema internazionale – nel quale la Cina è cresciuta e si sta sviluppando – quanto semmai un suo adeguamento all’emergere di nuove potenze regionali e alle richieste di una popolazione mondiale che risiede fuori dall’occidente. Accusata da più parti di rifuggire alle proprie responsabilità, oggi la Cina si fa “globale” per difendere quei principi di collaborazione internazionale e apertura dei mercati che l’emergere delle tentazioni isolazioniste e protezionistiche mettono in discussione.
Del resto questi aspetti sono ben racchiusi nei tre princìpi cardine che hanno caratterizzato il primo quinquennio della segreteria di Xi Jinping, ovvero: la “politica con caratteristiche cinesi tra grandi potenze”, il “nuovo tipo di relazioni tra grandi potenze” ed il “One Belt One Road” ovvero la Nuova Via della Seta (a cui si aggiunge l’obiettivo del “sogno di un esercito forte”).
 Proprio per evitare l’esplosione reale di una guerra commerciale, nel suo discorso di apertura al congresso, Xi Jinping ha rivolto un chiaro messaggio a Stati Uniti ed Unione europea, da tempo allarmati per la capacità delle aziende “globali” cinesi – molte delle quali di proprietà statale – di fare breccia nei loro mercati: Pechino si impegna a dare slancio alla “politica della porta aperta” in relazione alla presenza straniera nel proprio mercato interno nel quale il settore dei servizi è in piena espansione e dovrà rispondere alla domanda di una popolazione sempre più urbana e ricca. Come già annunciato nelle settimane precedenti il congresso, c’è l’impegno verso una maggiore protezione dei diritti e degli interessi legittimi degli investitori stranieri. L’innalzamento delle quote di partecipazione straniere alle joint venture con aziende cinesi dovrà tuttavia convivere con quella che in occidente è vista sempre più come una presenza ingombrante quale quella delle cellule del partito comunista cinese. A margine del congresso Qi Yu, vice capo del Dipartimento organizzazione del partito comunista ne ha difeso in questi termini il ruolo: “I dirigenti senior di alcune società straniere hanno affermato che le organizzazioni di partito possono aiutarli a comprendere tempestivamente le politiche cinesi, a risolvere le controversie sugli stipendi e a fornire energia positiva allo sviluppo della società”. Insomma, discorso chiuso sul mantenimento della loro presenza.
 Se da un lato la scelta della politica di apertura è irreversibile (così come la difesa del sistema politico cinese contro ogni importazione di modelli stranieri) anche perché indispensabile per portare il Paese alla condizione di leader nella produzione di alta qualità e alla scalata nella catena di valore globale, dall’altro è riaffermata con forza la volontà di difendere gli interessi del Paese, a partire dalla propria sicurezza contro ogni tentativo di mettere in causa sovranità ed integrità territoriale. Un passaggio del lungo di scorso del segretario è stato molto chiaro: “Vogliamo risolutamente salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale e non tollereremo in alcun modo la tragedia della divisione del Paese. Tutte le attività che mirano a dividere la patria saranno contrastate fermamente da tutti i cinesi. Abbiamo una ferma volontà, una sufficiente fede e una capacità adeguata per sconfiggere qualsiasi tentativo di "indipendenza di Taiwan" in qualsiasi forma. Non permetteremo mai a nessuna persona, organizzazione, partito politico, in qualsiasi momento, in qualsiasi forma, di separare qualsiasi pezzo di territorio cinese dalla Cina”. L’annunciato rafforzamento dell’esercito, la cui modernizzazione dovrà renderlo entro il 2050 di “classe” mondiale, è conseguenza tanto di questa necessità di sicurezza interna, quanto delle sempre maggiori responsabilità che la Cina si è assunta e assumerà nel garantire la sicurezza globale, come mostrano la partecipazione alla lotta alla pirateria marittima, la presenza anche militare nelle operazioni di pace dell’Onu, la costruzione del primo avamposto militare estero a Gibuti e la necessità di garantire sicurezza ai propri investimenti, imprese e cittadini impegnati all’estero.
 Lotta alla povertà, attenzione ai bisogni “globali” del popolo e socialismo per una nuova era
Agli albori della politica di riforma e apertura Deng Xiaoping aveva individuato in quella tra arretrato sviluppo delle forze produttive e bisogni del popolo la contraddizione principale con la quale il Paese avrebbe dovuto confrontarsi per lungo tempo. Contraddizione che Xi Jinping ha nuovamente sottolineato nel suo discorso, aggiornandola alle crescenti aspettative di una popolazione che sta sconfiggendo la povertà e che si trova di fronte alle diverse problematiche emerse dopo oltre un trentennio di prodigioso sviluppo economico. Nei prossimi decenni la dirigenza cinese si impegna a risolvere quella tra “uno sviluppo sbilanciato ed inadeguato” e la “crescente necessità di una vita migliore per i cittadini” che si concretizza nella richiesta di bisogni materiali e culturali crescenti e di una maggiore attenzione alla qualità della vita.
 Qui sta il nerbo della sfida che la leadership che verrà eletta al termine del congresso - e che dovrà guidare il Paese per i prossimi 5 anni - deve raccogliere: da un alto la Cina si trova nella sua “fase iniziale” di costruzione della società socialista, durante la quale ancora una parte della popolazione lotta per sfuggire alla povertà e per avere accesso ai bisogni basici, dall’altro lato la crescita del Paese ha generato nuovi bisogni e posto le basi per rispondervi. In questo bilanciamento di bisogni e richieste della popolazione si genera una contraddizione che non può essere risolta con l’attuale modello di sviluppo e che richiede pertanto un salto sul piano dell’innovazione, della crescita e del cambio del modello economico fin qui perseguito. Un ri-bilanciamento che non riguarda solo i bisogni della popolazione ma che investe il tema dello sviluppo compatibile con la protezione dell’ambiente e la lotta all’inquinamento, con la riduzione delle disparità tra la zona costiera e l’interno, col bilanciamento demografico (per evitare che la Cina “diventi vecchia prima di diventare ricca”) che ha effetti sulla costruzione del welfare e con investimenti ed accordi commerciali esteri che non sottraggano risorse alle esigenze domestiche.
È per rispondere a queste sfide che la relazione introduttiva al congresso ha introdotto il tema del Pensiero del Socialismo con caratteristiche cinese per una nuova era e che rappresenta pertanto la filosofia delle governance adottata dal Comitato Centrale del Pcc durante la segreteria di Xi Jinping: un corpus di riforme ed esperimenti in parte iniziati già durante il quinquennio precedente, in grado di raggiungere quella che il gruppo dirigente definisce la “modernizzazione socialista” (ossia l’innovazione del marxismo sulla base delle realtà concreta) ed il “rinnovamento del paese” (mostrando in questo uno straordinario coraggio politico) attraverso la politica dei “quattro -princìpi- comprensivi” (ossia: la costruzione di una società moderatamente prospera; il rafforzamento delle riforme; il governo della nazione secondo la legge; il rigido controllo del Partito).
L’adozione di questi princìpi si combina oggi con nuove politiche e riforme che il Partito è chiamato ad adottare nei prossimi cinque anni per raggiungere i due obiettivi centenari già delineati dal 13° piano quinquennale, ossia il raggiungimento di una società moderatamente prospera entro il 2021, centenario della fondazione del PCC ed il raggiungimento di un’economia prospera ed avanzata entro il 2049, centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
 Quali saranno i tratti fondamentali di questo “socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” è ancora troppo presto per dirlo. La discussione è stata appone aperta dal congresso in corso e le decisioni verranno presentate nel corso dei vari Plenum che il nuovo Comitato Centrale sarà chiamato a svolgere. E francamente non vogliamo ingrossare le fila di quanti (a parte rare eccezioni) hanno inondato i media di previsioni, analisi ed articoli (quasi tutti uguali) sulla Cina che verrà. Quello che ci pare evidente è che il 19 Congresso si svolge in un clima internazionale nuovo, con la Cina protagonista dei grandi dossier globali ed un’economia domestica che, assieme ad una crescita invidiata dalle principali economie del pianeta, sta vivendo una trasformazione strategica. Il partito chiamato a discutere in questi giorni (e nei mesi precedenti l’assise nazionale) è un partito nuovo (l’88% dei delegati è entrato nel PCC dopo le riforme di Deng) e rinnovato (grazie alla vigorosa campagna contro la corruzione) che deve fare i conti con l’esercizio di una leadership globale, a partire della figura apicale del segretario Xi Jinping. E pertanto, le decisioni ed il modello di governance (del paese e del partito stesso) che presenteranno, non avrà un’importanza apicale “solo” per i destini della Cina, ma del mondo intero.
  Diego Angelo Bertozzi
Francesco Maringiò
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marikabi · 7 years ago
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Più facile divorziare da un coniuge che ottenere un ISEE
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Dall’anno scorso ad oggi–come immagino sappiate già–le modalità per richiedere il certificato ISEE (l’indicatore della situazione economica famigliare per ottenere agevolazioni e prestazioni socio-sanitarie ed universitarie) sono cambiate. Sono onesta: sono peggiorate. Serve il doppio dei documenti tra redditi dichiarati, giacenze bancarie medie, titoli di proprietà immobiliari, mobiliari, auto, invalidità, assegni divorzili o di sostentamento prole, dati anagrafici un altro po’ anche del cane, per tacere della proprietà di barche (cavalli, no?), titoli ed obbligazioni, buoni postali (ma chi possiede barche da diporto ha bisogno dell’ISEE?), da consegnare al CAAF che ha compilato (eventualmente) la dichiarazione dei redditi e aspettare l’elaborazione.
Non tutti gli utenti riescono a capire davvero quello che serve e spesso i documenti da produrre non si ottengono facilmente né semplicemente.
Mutatis mutandis, pare quasi che divorziare (si fa davanti al Sindaco, con autocertificazioni e atti notori) sia proporzionalmente più facile che ottenere questo benedetto indice.
Ma come? E la semplificazione? L’incrocio dei dati? La scomparsa degli scontrini della farmacia? Quel Bomba che li annunciò ancora straparla di progresso e di vittorie, nonché d’innovazione. Il cittadino non può crederci quando ha a che fare con procedimenti complicati tipo ottenere un fondamentale ISEE.
La giustificazione è che con la concessione delle agevolazioni fiscali si deve andare con i piedi di piombo, tante sono le truffe e le menzogne. Capisco, ma se la Motorizzazione conosce i miei dati e la targa della mia auto (che non arriva neanche a 1000 di cilindrata), se il catasto conosce le quote di proprietà della mia abitazione (ed eventualmente altro), se l’INPS può individuare i portatori di invalidità ed handicap dal codice fiscale dei componenti il nucleo famigliare, perché i cittadini devono affannarsi a produrre tutte quelle carte a giustifica, ogni anno?
Invece di andare ‘Avanti’ (titolo del libro del Bomba) siamo paurosamente retrocedendo anche in civiltà e burocrazia. Rossella Orlandi, la mega direttrice dell’Agenzia delle Entrate che doveva innovare e semplificare il fisco italiano è stata ‘epurata’. Gli evasori sono una lobby importante, evidentemente.
Con molte perplessità potrei comprendere il segreto bancario e l’entità dell’assegno per gli alimenti, ma tutto il resto degli obblighi burocratici no, proprio no. (Anche la banche ci si mettono però. A me è pure capitato–an vedi la sfiga?!–di ricevere una ‘giacenza media’ sbagliata e ho dovuto rifarla. Chi lavora non ha molto tempo da perdere appresso a queste carte. E giù sacramentazioni menologiche a loop.)
Per esperienze diverse e protrattesi negli anni, posso affermare che avere a che fare con l’INPS è complicato ed è vietato commettere errori: per un nonnulla salta una procedura o si annulla un procedimento. Per attivare una richiesta d’invalidità, occorre essere specialisti informatici e avere un master in amministrazione pubblica, oppure ricorrere ad un patronato. Per carità, niente contro i patronati, ma il cittadino dovrebbe essere messo in condizione di capire i procedimenti e di attivarli da solo, anche perché non sono ancora una ultrasettantenne con riflessi tardi e attività cognitive rallentate.
Prima di ogni cosa, è un colpo di genio e/o di fortuna arrivare alla pagina per inserire dati e numero di certificato del medico curante che deve attivare la procedura dal suo studio. Quando è capitato a me di dover immettere una domanda per il riconoscimento d’invalidità civile, tra l’invio dei dati e la chiamata a visita sono trascorsi cinque mesi, laddove la pagina informativa indicava in max 60 giorni il lasso di tempo intercorrente per legge.
(Vogliamo continuare? Un’invalidità superiore al 75% concede l’abbuono di due mesi contributivi all’anno. L’agevolazione è a domanda. I dipendenti pubblici devono produrla al proprio ufficio personale, i privati direttamente all’INPS all’atto della maturazione dell’età pensionistica. Una domanda di riconoscimento del beneficio inviata 12 mesi fa, ancora è senza risposta da parte della P.A. interessata. Per dire che non è solo l’INPS il destinatario di jasteme bustrofediche, cioè.) 
Le sedi INPS d’Italia hanno sale d’aspetto con monitor per regolamentare il traffico delle utenze. Spesso, però, si legge che i dati non sono disponibili e tuttavia, nonostante lo sforzo informatico (c’è un’App che ti dice il tempo d’attesa per una visita medica), quando ci si presenta in una sede non c’è quasi mai nessuno che ti dice che comunque devi farti identificare allo sportello alla vecchia maniera (chi prima arriva, cioè) dove ti assegneranno un numero, tipo le gastronomie dei supermercati, e così vagoli come un ebete. Finalmente al cospetto della Commissione, ci si trova quasi sempre davanti a medici con atteggiamento sospettoso nonché rimproverante, dai modi bruschi proni alla critica e all’ammonimento, quasi che andassi lì a rubare privilegi ai lavoratori onesti. Mah.
Recentemente il sito INPS è stato rinnovato. Sembra più friendly, più colorato, ma c’è pochissimo. Solo valanghe di annunci e fin troppe news che confondono, assieme con il ricorrente messaggio sulla prossima migrazione dei dati. Infatti, nell’area riservata, non riesco ancora a capire il mio profilo pensionistico. Di simulazione pensionistica, poi, manco a parlarne: mai neanche avuta la famosa busta arancione di Boeri. Non posso neanche capire quale sia la mia posizione contributiva, né riesco ad ottenere un estratto conto. Ma c’è dell’altro.
A me serve l’ISEE ogni anno, per via delle tasse universitarie di mio figlio e quest’anno, con mio grandissimo rammarico, con reddito inferiore all’anno scorso, l’ISEE è comunque incredibilmente lievitato di circa mille euro, facendo aumentare, di conseguenza, l’importo delle tasse universitarie. Penso a chi ha due o più figli all’Università.
Sapete, di quegli assurdi che forse solo la meccanica quantistica riesce ad ammettere: ti diminuisce il reddito e ti salgono le tasse. Il trucchetto sta nel coefficiente moltiplicatore: basta variarlo per legge ed ecco che oltre alle condizioni economiche peggiorate si aggiunge un paradossale aumento dei balzelli da pagare, al di là dell’aumento standard delle tasse decise dagli Atenei (consiglio: pagate di meno i baroni). Danno e beffa, insomma.
Siamo il Paese europeo con il più basso numero d’iscritti all’università. Ci lamentiamo del degrado cognitivo dei nostri ragazzi. Subiamo l’aumento delle tasse universitarie che disincentivano la cultura (la storia dei tira-tardi fuori corso è una stronzata: rivediamo piuttosto gli ordinamenti, chè le triennali sono il male assoluto). Ci teniamo ministri che disdegnano il titolo universitario e sopportiamo altissimi tassi di inoccupazione e disoccupazione giovanile.
Il Governo deve far cassa e lima dove può. Se per chi governa trecento/cinquecento euro di aumento tasse universitarie non è nulla, per semplici cittadini proletari, con neanche una casa intera di proprietà, con stipendi dal valore d’acquisto quasi dimezzati, invece non è ininfluente.
Di fronte ad impietosi dati OCSE sull’esagerata pressione fiscale italica e considerati i pessimi servizi pubblici nel combinato disposto della resa all’evasione fiscale (altra anti-vittoria renziana), mi chiedo dove finiscano i soldi recuperati dalla solita fiscalità (solo lavoratori dipendenti e pensionati, sono costoro che tirano la carretta dell’Italia). Grazie tanto che i lavoratori devono crepare fino a settant’anni: tipo podoliche da mungere.
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