Pillole di arte, musica, cinema, poesia, fotografia: da prendere una volta al dì lontano dai pasti per i prossimi infiniti.
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Buon compleanno, Gaber!
Quando sarò capace d'amare probabilmente non avrò bisogno di assassinare in segreto mio padre né di far l'amore con mia madre in sogno.Quando sarò capace d'amare con la mia donna non avrò nemmeno la prepotenza e la fragilità di un uomo bambino.Quando sarò capace d'amare vorrò una donna che ci sia davvero che non affolli la mia esistenza ma non mi stia lontana neanche col pensiero.Vorrò una donna che se io accarezzo una poltrona, un libro o una rosa lei avrebbe voglia di essere solo quella cosa.Quando sarò capace d'amare vorrò una donna che non cambi mai ma dalle grandi alle piccole cose tutto avrà un senso perché esiste lei.Potrò guardare dentro al suo cuore e avvicinarmi al suo mistero non come quando io ragiono ma come quando respiro.Quando sarò capace d'amare farò l'amore come mi viene senza la smania di dimostrare senza chiedere mai se siamo stati bene.E nel silenzio delle notti con gli occhi stanchi e l'animo gioioso percepire che anche il sonno è vita e non riposo.Quando sarò capace d'amare mi piacerebbe un amore che non avesse alcun appuntamento col dovereun amore senza sensi di colpa senza alcun rimorso egoista e naturale come un fiume che fa il suo corso.Senza cattive o buone azioni senza altre strane deviazioni che se anche il fiume le potesse avere andrebbe sempre al mare.Così vorrei amare.
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Fossette
Ma a certe mancanze, ci si abitua? O è tutta una questione di timer Di tempo Di tic tac tic tac tic tac Aspettando invano di perder la memoria? Magari sbattendo la testa, per far prima Che se continuo con questa velocità Il tempo di perdita della tua memoria Sarà l’anzianità Dunque, ci si abitua? Dove e a che ora? A non cercare, non immaginare, non volare Verso quel campo di ricordi Che poi sono tutti colorati e come si decolorano? A voler esser sincero, per davvero Io non voglio perderli, quei campi colorati Vorrei solo fossero un poco meno ovunque Così forse ci farei l’abitudine A quelle assenze Quelle che ogni mattina alzarsi non è scontato Quelle che il pomeriggio il senso lo ha smarrito Quelle che la sera, dove sei? Quelle che la notte mi rassegno che nulla potrò Se non aspettarti in sogno E ritrovare ancora quei campi, dove stai tu E dirti che il tempo corre E dovrò salutarti Non ti metterò fretta Ti terrò la mano Ti sorriderò E ruberò solo una piccola parte di te Quella che solo io posso sapere Un tuo dettaglio Facciamo le tue fossette E le nasconderò e proteggerò Dove nessuno avrà accesso mai E ti lascerò andare verso nuovi campi E io mi abituerò a colori diversi Ma quando in altre notti capirò Che certe assenze rimangono E il tempo è solo un omeopatico Verrò a cercarti, per quei campi Usando le tue fossette E loro mi racconteranno di tutto R.D.
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10 pills: Fabrizio De Andrè
Proprio per omaggiare il grande Fabrizio, condividerò 10 canzoni, come 10 pillole, da ingurgitare e far proprie per capire e ascoltare meglio il genio e poeta. Non le sue migliori canzoni, non quelle più famose e che tutti già conosceranno. Quelle che, dal mio punto di vista, ed orecchio, ricordano e rappresentano maggiormente, e con più affezione, quello che credo sia stato il più grande cantautore italiano e, forse, non solo. Colui che vivrà per sempre, anche con le seguenti parole e note. #1: IL SUONATORE JONES (1971) Tratta da quello che ritengo sia il suo miglior album, Non al denaro non all’amore né al cielo, che sfrutta e ripercorre le poesie dell’antologia Spoon River di Edgar Lee Masters (1915), è la canzone in cui Faber delinea quello che sarà poi il suo alter ego. E poi se la gente sa E la gente lo sa che sai suonare Suonare ti tocca Per tutta la vita E ti piace lasciarti ascoltare Finii con i campi alle ortiche Finii con un flauto spezzato E un ridere rauco E ricordi tanti E nemmeno un rimpianto https://www.youtube.com/watch?v=URxcF-8HW8s #2: LA STAGIONE DEL TUO AMORE (1967) Dalla sua prima pubblicazione, una canzone che parla del tempo che corre e degli anni che avanzano, delle stagioni che si alternano, proprio come gli stati della mente e del cuore, fra perdite e ritorni. Passa il tempo sopra il tempo Ma non devi aver paura Sembra correre come il vento Però il tempo non ha premura Piangi e ridi come allora Ridi e piangi e ridi ancora Ogni gioia ogni dolore Puoi ritrovarli nella luce di un'ora https://www.youtube.com/watch?v=WRR8elHQYMY #3: IL TESTAMENTO DI TITO (1970) Dall’album sui Vangeli apocrifi, la libera interpretazione dell’artista dei 10 comandamenti, tra confutazione di dogmi e morali, e una propria intima credenza. io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore https://www.youtube.com/watch?v=jyL5pCtPr8w #4: RIMINI (1978) Faber che racconta i reietti, i perduti. Qui è Teresa, che perde un amore, un figlio, un viaggio, che prende la sua voce. ma voi che siete uomini sotto il vento e le vele non regalate terre promesse a chi non le mantiene https://www.youtube.com/watch?v=ETDfyS10gFk #5: QUELLO CHE NON HO (1981) Il miglior blues di Fabrizio, il quale si spoglia delle zavorre sociali, in un inno di libertà egoista e personale. Quello che non ho di farla franca quello che non ho quel che non mi manca quello che non ho sono le tue parole per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole https://www.youtube.com/watch?v=m3ZGdzuvcws #6: LA GUERRA DI PIERO (1968) Una ballata su uno dei suoi temi più cari, l’antimilitarismo e l’inutile caduta dell’uomo in battaglie non proprie. Fermati Piero, fermati adesso Lascia che il vento ti passi un po’ addosso Dei morti in battaglia ti porti la voce Chi diede la vita ebbe in cambio una croce https://www.youtube.com/watch?v=jNESGDSXz2w #7: CANZONE DEL MAGGIO (1973) La resistenza, la rivoluzione, la voglia di rinascita. Politica e società si fondono in pochi accordi, in un unico grido popolare. La storia si ripete. E se credente ora Che tutto sia come prima Perché avete votato ancora La sicurezza, la disciplina Convinti di allontanare La paura di cambiare Verremo ancora alle vostre porte E grideremo ancora più forte Per quanto voi vi crediate assolti Siete per sempre coinvolti https://www.youtube.com/watch?v=LVyM8i5mUAM #8: VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE (1973) De Andrè non era solo lotta sociale, ideale, religiosa e anticonvenzionale. Era anche una dedica d’amore, un amore che richiede il proprio ruolo sopra illusioni e intromissioni esterne, capace di scegliersi e di sopravvivere autonomamente. Se vivete qualcosa del genere, qualcosa che merita di esser raccontato, domandato e ricordato, sapete ora quale canzone dedicare. O resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai https://www.youtube.com/watch?v=WxL0M0aVNr4 #9: UN CHIMICO (1971) Il personaggio più contorto raccontato dal De Andrè. Il quale sogna, sfiora, inventa, senza mai raggiungere le sue vette. Una scienza che fa sopravvivere, ma senza l’amore, non a lungo. Da chimico un giorno avevo il potere Di sposar gli elementi e farli reagire Ma gli uomini mai mi riuscì di capire Perché si combinassero attraverso l'amore Affidando ad un gioco la gioia e il dolore Guardate il sorriso guardate il colore Come giocan sul viso di chi cerca l'amore Ma lo stesso sorriso lo stesso colore Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore https://www.youtube.com/watch?v=M6WdNC5kPTI #10: HOTEL SUPRAMONTE (1981) Dopo i fatti del rapimento insieme alla moglie Dori Ghezzi in terra Sarda, nasce la più intima, timida e invincibile dichiarazione d’amore di questo eterno artista. Nonostante le difficoltà, la paura, il dolore, il perdersi, questo è un inno alla resistenza, al saper e voler ritrovare il proprio cuore. Se qualcuno ha avuto la fortuna di conoscersi, baciarsi, amarsi su queste note, ricordateglielo sempre, che gli amanti dell’Hotel Supramonte resistono e vivono su tutto. Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano Cosa importa se sono caduto se sono lontano Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole Ma dove dov'è il tuo cuore, ma dove è finito il tuo cuore https://www.youtube.com/watch?v=UP590GHjAUE
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Quello che non ho E’ quel che non mi manca
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Sir. Dave Grohl.
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10 pills: Foo Fighters
10 canzoni, 10 pillole di Foo Fighters che vi consiglio di ingurgitare, per vivere al meglio questa band essenziale. 10 songs, 10 pills of Foo Fighters that I advise you to swallow, to better enjoy this essential band. #1: MY HERO (1997) Al vostro eroe personale. To your intimate hero. There goes my hero He's ordinary https://www.youtube.com/watch?v=EqWRaAF6_WY #2: LEARN TO FLY (1999) Perché tutti vorremmo saper volare, almeno una volta. Because we all want to know how to fly, at least once. I'm looking to the sky to save me https://www.youtube.com/watch?v=1VQ_3sBZEm0 #3: ALL MY LIFE (2002) When it comes around and it's taken away Leaves me with the feeling that I feel the most Feel it come to life when I see your ghost https://www.youtube.com/watch?v=xQ04WbgI9rg #4: BEST OF YOU (2005) Were you born to resist or be abused? https://www.youtube.com/watch?v=h_L4Rixya64 (in live acoustic: https://www.youtube.com/watch?v=1WIs4BJF1OE) #5: THE PRETENDER (2007) What if I say I will never surrender? What if I say I'm not like the others? https://www.youtube.com/watch?v=SBjQ9tuuTJQ #6: WALK (2011) A chi si sta rialzando, a chi impara nuovamente a camminare. To those who are getting up, to those who learn to walk again. Forever, whenever I never wanna die I never wanna leave I'll never say goodbye Forever, whenever Learning to walk again I believe I've waited long enough Where do I begin? https://www.youtube.com/watch?v=4PkcfQtibmU #7: RUN (2017) Wake up Run for your life with me https://www.youtube.com/watch?v=ifwc5xgI3QM #8: MIRACLE (2005) Sì, i FF hanno scritto pure canzoni in acustico, come questo raro gioiello. Yes, FF has also written songs in acoustics, like this rare gem. Everything that we survived It's gonna be alright Just lucky we're alive Got no vision I've been blind Searching everywhere You're right here in my sightHands on a miracle I've got my hands on a miracle Believe it or not, hands on a miracle And there ain't no way Let you take it away https://www.youtube.com/watch?v=uydpjYShNfQ #9: TIMES LIKE THESE (2002) Ai periodi di resistenza, nei quali si impara tutto, da capo. For times of resistance, in which you learn everything, from the start. It's times like these you learn to live again It's times like these you give and give again It's times like these you learn to love again It's times like these time and time again (I choose the acoustic version: https://www.youtube.com/watch?v=mVm8jPBhmMU) #10: EVERLONG (1997) Lo confesso: questa è forse la mia canzone preferita in assoluto. Capace di esprimere, di raccogliere l’essenza di qualcosa di mistico, magico e infinito. Se avete la fortuna di conoscere una persona a voi speciale, qualcuno che merita qualcosa di altrettanto speciale, questa canzone potrebbe essere un modo intimo, ed eterno, per dichiarare tanta bellezza. Fatene buon uso. I confess: this is perhaps my favorite song ever. Able to express, to gather the essence of something mystical, magical and infinite. If you are lucky enough to know someone special to you, someone who deserves something just as special, this song could be an intimate ed eternal way to declare such beauty. Make good use of it. Hello, I've waited here for you Everlong Tonight, I throw myself into And out of the red, out of her head she sangCome down and waste away with me Down with me Slow how you wanted it to be I'm over my head, out of her head she sangAnd I wonder When I sing along with you If everything could ever feel this real forever If anything could ever be this good again The only thing I'll ever ask of you You got to promise not to stop when I say when She sangBreathe out so I can breathe you in Hold you in And now I know you've always been Out of your head, out of my head I sang https://www.youtube.com/watch?v=eBG7P-K-r1Y (and the acoustic incredible version: https://www.youtube.com/watch?v=AAMgHB-1_Fo)
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Happy birthday, dear Dave!
Caro Dave, ma tu lo sai che a me e a noi, quelli un po’ giovanotti, un po’ vecchiotti, ci hai cambiato l’esistenza? La mia generazione, nata verso le fine degli anni ‘80, è stata davvero fortunata a poterti incontrare e ascoltare. Ero un bambino quando con i Nirvana davi un senso nuovo a quella batteria. Al tempo pensavo fosse musica “proibita”, quella. Un po’ di tempo e di maturità più tardi, sentii ancora parlare di te: suonavi, e stavolta cantavi pure, e bene, in un gruppo con un nome accattivante: i Foo Fighters. Mi chiedevo a cosa si ispirasse questo nome, chi fossero questi combattenti. E la musica di questa band mi ispirava una lotta, qualcosa a che fare con la sopravvivenza. La prima canzone che ascoltai di quella favolosa band, che poi mi avrebbe accompagnato sempre e comunque negli anni e disgrazie a venire, fu Learn to Fly. Cominciai a capire veramente che, in un mondo pop, di gruppi digitali, di cantautori mascherati, c’erano ancora delle anime puramente rock, a portar alta la bandiera di un sound, di uno spirito immortale. Tu sei una di queste anime. Per aver scritto canzoni e testi che hanno riempito tanti infelici vuoti, grazie. Per avermi fatto urlare e correre come nessun altro, grazie. Per avermi fatto credere e sperare ancora nel rock, e nella musica, quella che riascolti anche a 20 anni di distanza con le stesse emozioni, la stessa rabbia e adrenalina, capace di trasportare a ere e ricordi altrimenti inaccessibili, tutti noi ti ringrazieremo sempre. Con una chitarra, un grido, una lotta per sopravvivere. Buon compleanno, ultima anima del rock! Dear Dave, did you know that to me and to us, those a little young, a little old, you’ve changed the whole existence? My generation, born in the late ‘80′s, was really really lucky to meet and listen to you. I was only a child when with Nirvana you gave a new sense to that drums. At the time, I thought that it was like “forbidden” music. A bit of time and maturity later, I heard again talkin’ about you: you played, and this time sang and very well, in a band with a catchy name: the Foo Fighters. I wondered what this name was inspired by, who these fighters were. The music of this band inspired me a fight, something to do with survival. The first song that I listened to of that fabulous band, that would have always accompanied me over the years and misfortunes to come, was Learn to fly. I began to understand that, in a pop world, of digital groups, of masked singer-songwriters, there were still purely rock souls, carryin’ the banner of a sound, of an immortal spirit. You are one of these souls. For writing songs and texts that have filled so many unhappy vacuums, thanks. For making me scream and run like no other, thank you. For making me believe and still hope again in rock, and in the music, the one that you relisten after 20 years later with the same feelings, the same rage, and adrenaline, capable of transporting to eras and memories otherwise inaccessible, we will always thank you all. With a guitar, a scream, a fight to survive. Happy birthday, last soul of rock!
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10 pills: Fabrizio De Andrè
Proprio per omaggiare il grande Fabrizio, condividerò 10 canzoni, come 10 pillole, da ingurgitare e far proprie per capire e ascoltare meglio il genio e poeta. Non le sue migliori canzoni, non quelle più famose e che tutti già conosceranno. Quelle che, dal mio punto di vista, ed orecchio, ricordano e rappresentano maggiormente, e con più affezione, quello che credo sia stato il più grande cantautore italiano e, forse, non solo. Colui che vivrà per sempre, anche con le seguenti parole e note. #1: IL SUONATORE JONES (1971) Tratta da quello che ritengo sia il suo miglior album, Non al denaro non all’amore né al cielo, che sfrutta e ripercorre le poesie dell’antologia Spoon River di Edgar Lee Masters (1915), è la canzone in cui Faber delinea quello che sarà poi il suo alter ego. E poi se la gente sa E la gente lo sa che sai suonare Suonare ti tocca Per tutta la vita E ti piace lasciarti ascoltare Finii con i campi alle ortiche Finii con un flauto spezzato E un ridere rauco E ricordi tanti E nemmeno un rimpianto https://www.youtube.com/watch?v=URxcF-8HW8s #2: LA STAGIONE DEL TUO AMORE (1967) Dalla sua prima pubblicazione, una canzone che parla del tempo che corre e degli anni che avanzano, delle stagioni che si alternano, proprio come gli stati della mente e del cuore, fra perdite e ritorni. Passa il tempo sopra il tempo Ma non devi aver paura Sembra correre come il vento Però il tempo non ha premura Piangi e ridi come allora Ridi e piangi e ridi ancora Ogni gioia ogni dolore Puoi ritrovarli nella luce di un'ora https://www.youtube.com/watch?v=WRR8elHQYMY #3: IL TESTAMENTO DI TITO (1970) Dall’album sui Vangeli apocrifi, la libera interpretazione dell’artista dei 10 comandamenti, tra confutazione di dogmi e morali, e una propria intima credenza. io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore https://www.youtube.com/watch?v=jyL5pCtPr8w #4: RIMINI (1978) Faber che racconta i reietti, i perduti. Qui è Teresa, che perde un amore, un figlio, un viaggio, che prende la sua voce. ma voi che siete uomini sotto il vento e le vele non regalate terre promesse a chi non le mantiene https://www.youtube.com/watch?v=ETDfyS10gFk #5: QUELLO CHE NON HO (1981) Il miglior blues di Fabrizio, il quale si spoglia delle zavorre sociali, in un inno di libertà egoista e personale. Quello che non ho di farla franca quello che non ho quel che non mi manca quello che non ho sono le tue parole per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole https://www.youtube.com/watch?v=m3ZGdzuvcws #6: LA GUERRA DI PIERO (1968) Una ballata su uno dei suoi temi più cari, l’antimilitarismo e l’inutile caduta dell’uomo in battaglie non proprie. Fermati Piero, fermati adesso Lascia che il vento ti passi un po' addosso Dei morti in battaglia ti porti la voce Chi diede la vita ebbe in cambio una croce https://www.youtube.com/watch?v=jNESGDSXz2w #7: CANZONE DEL MAGGIO (1973) La resistenza, la rivoluzione, la voglia di rinascita. Politica e società si fondono in pochi accordi, in un unico grido popolare. La storia si ripete. E se credente ora Che tutto sia come prima Perché avete votato ancora La sicurezza, la disciplina Convinti di allontanare La paura di cambiare Verremo ancora alle vostre porte E grideremo ancora più forte Per quanto voi vi crediate assolti Siete per sempre coinvolti https://www.youtube.com/watch?v=LVyM8i5mUAM #8: VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE (1973) De Andrè non era solo lotta sociale, ideale, religiosa e anticonvenzionale. Era anche una dedica d’amore, un amore che richiede il proprio ruolo sopra illusioni e intromissioni esterne, capace di scegliersi e di sopravvivere autonomamente. Se vivete qualcosa del genere, qualcosa che merita di esser raccontato, domandato e ricordato, sapete ora quale canzone dedicare. O resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai https://www.youtube.com/watch?v=WxL0M0aVNr4 #9: UN CHIMICO (1971) Il personaggio più contorto raccontato dal De Andrè. Il quale sogna, sfiora, inventa, senza mai raggiungere le sue vette. Una scienza che fa sopravvivere, ma senza l’amore, non a lungo. Da chimico un giorno avevo il potere Di sposar gli elementi e farli reagire Ma gli uomini mai mi riuscì di capire Perché si combinassero attraverso l'amore Affidando ad un gioco la gioia e il dolore Guardate il sorriso guardate il colore Come giocan sul viso di chi cerca l'amore Ma lo stesso sorriso lo stesso colore Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore https://www.youtube.com/watch?v=M6WdNC5kPTI #10: HOTEL SUPRAMONTE (1981) Dopo i fatti del rapimento insieme alla moglie Dori Ghezzi in terra Sarda, nasce la più intima, timida e invincibile dichiarazione d’amore di questo eterno artista. Nonostante le difficoltà, la paura, il dolore, il perdersi, questo è un inno alla resistenza, al saper e voler ritrovare il proprio cuore. Se qualcuno ha avuto la fortuna di conoscersi, baciarsi, amarsi su queste note, ricordateglielo sempre, che gli amanti dell’Hotel Supramonte resistono e vivono su tutto. Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano Cosa importa se sono caduto se sono lontano Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole Perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole Ma dove dov'è il tuo cuore, ma dove è finito il tuo cuore https://www.youtube.com/watch?v=UP590GHjAUE
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Caro Faber
Caro Faber, manchi tantissimo. Vent’anni fa, ero solo un ragazzino. Conoscevo a malapena qualcuna delle tue composizioni, senza poi riuscire a comprenderle per davvero. Poi, hai cominciato ad accompagnarmi, ad insegnarmi, a rivoluzionarmi. Ovunque, in ogni periodo, situazione, emozione, difficoltà. Ci sei sempre stato, nei momenti di gioia, quando mi innamoravo, quando cadevo, nei momenti più bui e in ogni silenzio, quando la tua musica e le tue parole sono state il modo migliore per riempire i vuoti di quest’esistenza. La verità è che manchi tantissimo, come già detto. Manchi a questa generazione, alla quale insegneresti l’arte della parola e della sensibilità. Manchi alla società, alla quale ricorderesti i propri peccati. Manchi alla gente comune, ai reietti, ai poveri, ai borghesi falliti, ai perduti e caduti, a tutti coloro che non hanno mai avuto voce. Manchi, perché tutti abbiamo bisogno di poesia e di sognare. Con le tue canzoni, ci hai salvato, in tanti. L’unico modo per ringraziarti, è continuare a farti vivere. Io, nel mio piccolo, posso prometterti che non morirai mai. Ci sarai sempre, in ogni libertà, cielo, amore, ogni volta che suonerò una tua canzone, sicuro che ci hai toccato, per tutta la vita, e che ti piacerà ancora lasciarti ascoltare. Ti immagino con un ridere rauco e nemmeno un rimpianto. Ti scrivo come fossi un lontano amico fragile, con una bella malinconia, per ringraziarti, per ieri, oggi e domani. Ciao Fabrizio!
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