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Insegnamenti spirituali
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perle-di-bud · 4 years ago
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LA RELAZIONE E IL DESIDERIO
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indispensabile riflettere sulla natura del desiderio Una relazione sana e feconda può naturalmente comprendere la componente sessuale.  Il desiderio implicito può essere di natura buona o cattiva.  Se è insaziabile, nutrito di fantasie e chimerico, se nasce dalla passione senza avere nulla a che fare con la realtà sarà all’origine di numerose sofferenze.
I rapporti di coppia stabili e duraturi si fondano su una comunicazione vera e onesta, nella quale non predomina l’attrazione carnale. La bontà, la dolcezza, la gentilezza, l’altruismo, il senso di responsabilità uniscono reciprocamente l’uomo e la donna in un legame autentico. I partner si stimano e hanno fiducia l’uno nell’altro, si rispettano e si dimostrano tolleranti e pazienti. I loro rapporti si basano sul senso di responsabilità e sull’impegno reciproco.
Oriana Fallaci
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perle-di-bud · 4 years ago
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IL MAESTRO E LO SCORPIONE
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Un Maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall’acqua.
Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, lasciò l’animale che di nuovo cadde nell’acqua in procinto di annegare. Il Maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l’animale lo punse ancora.
Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse:
“Mi scusi maestro, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua vi punge? “.
Il Maestro rispose: “La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.”
Quindi, con l’aiuto di una foglia tirò fuori lo scorpione dell’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò: “Non cambiare la tua natura: se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni., poiché gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l’amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri lo creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere”.
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perle-di-bud · 4 years ago
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Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:
“Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”.
La vecchia sorrise:
“Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.
Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto. Ma sono la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante.
Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c’è di buono in lui.
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perle-di-bud · 4 years ago
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Si trova cio che si cerca
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Un giorno, un vecchio saggio era ai bordi di un’oasi di approvvigionamento per cammelli. Si trovava alle porte del del Medio Oriente. Di sovente capitava che si fermassero dei viandanti a chiedere informazioni sul posto. Un giorno, un giovane gli domandò: “Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”
Il vecchio saggio rispose con una domanda: “Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”
Il giovane disse: “Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”.
“Così sono gli abitanti di questa città!”, gli rispose il vecchio saggio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda:
“Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: “Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”.
“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”.
“Anche gli abitanti di questa città sono così!”, rispose il vecchio saggio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: “Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone? “Figlio mio”, rispose il saggio, “ciascuno porta nel suo cuore ciò che è”.
Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell’altra città,troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore.
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perle-di-bud · 4 years ago
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perle-di-bud · 4 years ago
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La bellezza è in cose semplici.
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perle-di-bud · 4 years ago
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ARTEMISIA GENTILESCHI
“Sulla tela vendicherò il mio stupro. Datemi un esercito, che voglio combattere; datemi un campo di battaglia e sentirete lo schianto della mia forza contro la sua mitezza; il clangore della mia violenza contro il bisbiglio della sua bontà da sacrestia. Datemi una guerra perché, a 21 anni, possiedo armi già ben forgiate, spade da affondare nella lussuria di principi e cardinali in forma di Cleopatre, Lucrezie, Veneri e Susanne; picche da infilzare nelle perversioni dei miei committenti a guisa di Giuditte, Maddalene e Giaele.
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Tutti desiderabili nudi di donne cui infliggere torture o da cui ricevere dolore: questo mi hanno fatto gli uomini, questo io voglio restituire alla loro impudica bramosia. Ero in mezzo a due fazioni di luride canaglie e ho pagato per tutti quei miseri uomini che si sono affrontati sul mio corpo non avendo il fegato di sfidarsi apertamente fra loro.
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ORA IO VI SFIDO. Mi farò vendetta con la pittura, dipingerò quadri potenti come nemmeno ho visto fare a Caravaggio quando frequentava mio padre. La conosco la sua Giuditta che taglia la testa a Oloferne: l’ho rifatto uguale il movimento delle braccia, ma la mia eroina non ha quell’espressione schifata nel momento di far zampillare la vena giugulare, né tira in dietro il busto per paura di sporcarsi l’abito. Io affonderò la mia spada con voluttà. Dove siete, pittorucoli?
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Io posso uccidere e sgozzare il più grande dei vostri campioni con le vostre stesse armi che considerate maschili. IO, la figlia di un farabutto, la disonorata da un delinquente, io non voglio che mi sia concesso dipingere, io lo farò e basta.”
L'odiose ingiustizie che aveva subito, si trasformarono in vendetta su tela, nel quale il suo carnefice viene ucciso davanti a milioni di persone per secoli.
Quel dolore ne fece la più grande pittrice del suo tempo.
Non rimase attaccata ad esso ma lo trasformò.
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perle-di-bud · 4 years ago
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FRIDA KAHLO
Un evento terribile, il 17 settembre 1925, all'età di 18 anni, cambiò drasticamente la sua vita e la rinchiuse in una profonda solitudine che ebbe solo l'arte come unica finestra sul mondo. Frida all'uscita di scuola salì su un autobus con Alejandro per tornare a casa e pochi minuti dopo rimase vittima di un incidente causato dal veicolo su cui viaggiava e un tram. L'autobus finì schiacciato contro un muro. Le conseguenze dell'incidente furono gravissime per Frida: la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare; si frantumò il collo del femore e le costole; la gamba sinistra riportò 11 fratture e il passamano dell’autobus le trafisse l'anca sinistra.... Subì 32 operazioni chirurgiche che la costrinsero a letto per anni.
Il regalo del letto a baldacchino, e l'installazione dello specchio, durante il suo prolungato immobilismo, ebbero inizialmente per Frida un effetto sconvolgente e la portarono al ricorrente tema dell'autoritratto. Il primo che dipinse fu per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il più importante dei quali fu senza dubbio l'incidente del 1925.
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Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza uno degli aspetti fondamentali della sua arte. Allo stesso tempo coglie l'occasione di difendere il suo popolo attraverso la sua arte facendovi confluire il folclore messicano.
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I dolori, fortissimi non l'abbandonarono mai, ciononostante visse una vita straordinaria, trasformando quell'evento nella sua stessa arte, caratteristica e bellezza.
Ebbe storie d'amore passionali e travolgenti, con persone di ambo i sessi, con drammi e tradimenti ma sempre intensissime.
Pure il suo aspetto che non era certo quello di una bellezza convenzionale, divenne un icona di una nuova femminilità.
Le ultime parole che scrisse nel diario furono: "Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più."
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perle-di-bud · 4 years ago
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IL SEME DI SENAPE
Un’antica storia buddhista nota come ‘La parabola del seme di senape‘ racconta di una donna cui un giorno, all’improvviso, muore il figlio di otto anni. Folle di dolore, prende tra le braccia il bambino e percorre in lungo e in largo il villaggio scongiurando la gente di aiutarla. Qualcuno la indirizza verso il luogo dove il Buddha è seduto in meditazione. Così la donna lo raggiunge per chiedergli aiuto. Lui le assicura che sì, potrà aiutarla, non prima però che lei abbia portato a termine un compito: riportargli un seme di senape, preso in una famiglia mai colpita dalla morte.
Durante il suo vagare si rese conto che nessuna famiglia non aveva avuto lutti.
Il dolore accomuna tutti, anche se lo avvertiamo come fosse solo nostro e ci attacchiamo ad esso.
Questa consapevolezza le permise di seppellire il figlio.
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perle-di-bud · 4 years ago
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Il mondo spezza tutti quanti, e poi molti di noi rimangono più forti proprio nei punti spezzati!
E. Emingway
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perle-di-bud · 4 years ago
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Non c'è vergogna nell'aver sofferto, né nel portarne i segni nell'anima e a fior di pelle. Al contrario: trasformare il dolore in oro ci rende unici, come opere d'arte.
Spesso confondiamo la sofferenza con cose dolorose ma che non creano vergogna, qualcosa di subito a cui abbiamo reagito.
Invece l'oro di migliore qualità lo dobbiamo mettere in ciò che non ci perdoniamo e che abbiamo timore di mostrare agli altri.
L'oro serve per accettare ciò che non accettiamo e renderlo unico.
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perle-di-bud · 4 years ago
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 “Quando proviamo attaccamento verso qualcosa è sempre presente la paura, la paura di perdere tale cosa; e persiste un senso di insicurezza”.
–Jiddu Krishnamurti
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perle-di-bud · 4 years ago
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LE FORME DEL GIUDIZIO
I fedeli, probabilmente penseranno del loro prete che è una persona da ammirare a causa del suo ruolo, contesto, abito.
Chi guarda questa foto lo giudica in modo non troppo lusinghiero.
Il senza tetto a cui ha dato ospitalità lo ritiene un santo.
Il ragazzino che ha molestato lo ritiene un demone.
Nessuno conosce la persona, ma soltanto i comportamenti che vede dal suo punto di vista, dalla sua angolazione.
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perle-di-bud · 4 years ago
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FISSARE LA SPADA
I maestri di spada paragonano l'attaccamento al momento in cui un guerriero fissa la spada che si sta abbattendo su di lui.
La mente è immobile e tutt'altro che in silenzio, la paura si impossessa di lui, lo fa dubitare della validità della contromossa o della parata o della schivata che ha in mente.
La paralisi dell'azione diventa inevitabile perché il dubbio e il giudizio si fanno strada.
Si giudica l'azione che si vorrebbe mettere in atto e se ne teme la scarsa efficacia.
I maestri di spada si addestravano a ritenersi morti, in modo da abbandonare l'attaccamento alla vita ed essere nel flusso del momento presente durante il combattimento.
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perle-di-bud · 4 years ago
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IL DADO È TRATTO.
Questo è il Rubicone, fiume all'apparenza insignificante, di soli 35 km, eppure è diventato il simbolo stesso delle decisioni irrevocabili, della risolutezza.
La nostra società ci ha abituato a tenere sempre aperta una strada al ripensamento, ad un piano B, ad una furbo cambio di bandiera.
La via della risolutezza impone invece gesti che in cui non ci sia spazio per il ripensamento.
Questo sgombra la mente e libera le energie dai mille ripensamenti possibili.
Esiste una sola strada, un solo scopo, l'alternativa è il disastro, la morte.
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Cesare attraversò in armi il Rubicone, compiendo un atto di Guerra verso il senato.
Quel piccolo fiume, quel gesto, apparentemente insignificanti, segnarono un punto di non ritorno.
Non ci sarebbe stato il Cesare che conosciamo senza il monito del Rubicone, che da 2000 anni ci ricorda che si deve guardare avanti senza voltarsi indietro.
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perle-di-bud · 4 years ago
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È una rara forma di intelligenza rimanere in silenzio ad ascoltare, senza giudicare.
Giuseppe Donadoni
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perle-di-bud · 4 years ago
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EVITARE LE CRITICHE
C'è un solo modo di evitare le critiche: non fare nulla, non dire nulla e non essere nulla.
(Aristotele)
Ci si fa condizionare dal giudizio degli altri perché si conosce il giudizio implacabile che noi diamo di essi.
Entrambe le cose generano immobilità.
Il qui e ora riguarda anche il dove (qui) rivolgiamo la nostra attenzione.
Il giudizio non si trova mai nel posto e nel momento giusto.
Si riferisce ad altri o a nostre azioni passate.
Non è nel qui ed ora e blocca la nostra risolutezza
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