manu-per-te
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Emanuele
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Solo pensieri e parole, perché non ho il coraggio di viverli; allora li nascondi qui
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manu-per-te · 2 years ago
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Non troviamo la nostra forza nella resistenza alle avversità ma nei punti esatti in cui siamo stati colpiti, dove c'è rimasto il segno.
Saranno proprio quei punti dolenti a diventare la nostra parte più forte
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manu-per-te · 2 years ago
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"Si cade solo per imparare a rialzarsi; ma prima bisogna imparare a cadere"
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manu-per-te · 2 years ago
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Qui lo posso dire, tanto tu non lo saprai mai:
Ti amo, cazzo! Ti amo e non lo sopporto...
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manu-per-te · 2 years ago
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"La fatica non è trovare qualcuno con cui passare il tempo, ma trovare il tempo per qualcuno che lo renda ben speso."
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manu-per-te · 2 years ago
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Io chi sono?
Sono quello che c'è; che quando hai bisogno sai di trovarlo.
Sono quello che non vuoi quando c'è il sole e tutti possono vederci ma la notte, la notte; è il mio momento.
Sono quello che soddisfa i tuoi desideri e passioni. Sono quello che non va bene per una storia, ma è perfetto per un amore mal riposto.
Sono quello che ami profondamente ma di nascosto; quello che chiami quando sei sola e che ti aiuta quando stai male.
Sono quello dei sogni e come quei sogni sono quello che chiudi nel cassetto quando è ora di alzarsi, di cominciare la giornata.
Ma la notte, quello è il mio momento.
Sono quello che non vuoi ma quello di cui hai voglia, bisogno. Desiderio.
Sono quello che nascondi; di cui non parli. Sono quello che non mostri ma che vuoi, che cerchi, che non lasci andare via.
Ciò che sono è tutto quello che non vuoi ma tutto quello di cui hai bisogno.
Sono i baci rubati; il sesso nei posti più strani.
Sono la passione, l'amore, l'energia e la sicurezza.
Sono la carezza nella notte, la parola di conforto, il bacio prima di dormire.
Sono l'uomo, l'amico, l'amante.
Sono tutto questo e, allo stesso tempo, non sono nulla più di un segreto nascosto sotto il cuscino.
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manu-per-te · 2 years ago
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È che sei te...
Chissà quante volte ti sarai sentita dire "Sei bellissima". Quante volte? No, te lo sto chiedendo.
E poi? È lo posso immaginare.
Forse è per questo che oggi sei così. Che oggi sei.. sei te.
Si perché te sei particolare. Se ti dico che sei stupenda, tu non ci credi; anche se infondo penso che un po' tu lo sappia, te non ci credi e ci scherzi sopra.
Te prendi quasi tutto alla leggera, perché sai che la vita è pesante di suo e quindi a che serve essere pesanti? Allora sdrammatizzi tutto.
Se ti dico che sei sexy tu mi guardi strano, storici il naso e fai un mezzo sogghigno.
E cambi discorso.
Ma te sei bella così; perché non te se po fa un complimento che tanto cade là, 'ndo l'ho fatto.
Che presti poca attenzione alle cose, non a tutte solo a quelle importanti, per me.
Ti piace il calore del corpo, ti piacciono i sentimenti e ti piace provarli sulla tua pelle.
Te fanno sta bene, però... Ad una certa distanza, che 'nse sa mai.
Però c'hai di bello che sei magnetica; che ti vorrei davvero ignorare e, per quanto ci provi, e me ce senta male, io te devo cercà; te devo scrivere...
Perché sei speciale.
Perché la tua pelle ricorda la neve in una giornata di sole.
Perché i tuoi occhi ricordano il mare o le vaste distese di prati verdeggianti.
Perché le tue labbra potrebbero fare peccare un santo.
Il tuo corpo, nudo, se lo immagino semplicemente mi sento mancare...
I tuoi capelli che sono neri come la notte e le tue mani... Che possono dare felicità con una carezza o dolore con la loro fuga.
Le tue gambe, lunghe e sode, quando si avvinghiano; quando le sfioro è come toccare le nuvole.
Baciarti è un viaggio andata e ritorno in paradiso passando per l'arcobaleno, fare l'amore con te... È la fine della vita e la rinascita dello spirito.
Con te, che non ho capito perché non ti senti così speciale, tutto diventa speciale.
Anche mangiare un gelato, fare un aperitivo, guardare un prato, tutto diventa magnifico... Me fa uscì pazzo sta cosa, c'ho perso il sonno e la fame... Poi ho capito, tutto quello che c'è c'è e basta il punto è che te sei te, semplicemente te.
Sei quel pensiero notturno che ti accompagna la notte, sei il raggio di sole che ti acceca la mattina prima di svegliarti.
Te sei il vicino, la domenica mattina, che appende i quadri.
Sei la pioggia d'estate, la neve d'inverno.
Se il sole delle 19 e la luna delle 11.
Sei venere vista dalla Terra, così luminosa e bella che si pensa possa essere catturata come una farfalla ma che, in realtà, è irraggiungibile.
Ecco, questo ti rende ciò che sei, essere al di sopra del mondo pur non volendo.
Tu sei irraggiungibile e per quanto mi sforzi, non potrò mai arrivare lì dove tu brilli e dovrò accontentarmi di vederti nelle ore notturne, mentre una stella ti passa accanto ed io, qui, muoio di invidia.
Perché è ciò che sei e, semplicemente, sei te...
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manu-per-te · 3 years ago
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Immagino.
Spesso.
Posso quasi materializzare i miei pensieri, vederti qui.
Sai, spesso in auto mentre ascolto le canzoni che parlano di te, mi volto. Guardo il sedile del passeggero; vuoto. Eppure sei. Sei qui.
Posso vederti mentre mi guardi, e magari mi sorridi.
Sai, spesso sono qui, seduto al mio posto nel mondo e volto lo sguardo. Verso fuori, come se... ti aspettassi. Come se ci sperassi.
Non ci sei, eppure sei. Sei qui.
Posso sentire la tua voce, quando sono solo ma anche quando parlo con le persone. Io sento la tua voce, come se ci fossi, come se fossi qui; non ci sei, eppure sei.
Posso sentirti abbracciata al mio braccio; posso percepire le tue labbra sulle mie. Posso sentire i tuoi denti che mordono ancora il mio labro che è morbido per lasciarsi rubare da te.
Non ci sei, eppure sei.
Eppure sei qui, sempre. Fa male. Ma è qualcosa di strano perché è un dolore che non voglio perdere; dovrei lascialo andare, ma non voglio. Non ci riesco. Non ci sei, eppure sei. Sei nel dolore che dolce e amaro, come una caramella gommosa acre con lo zucchero sopra.
Posso vederti sorridere, coprirti il sorriso con il dito. Mi innamora questo gesto, so che non ci sei, eppure sei.
Vorrei fossi, vorrei ci fossi.
Incredibilmente la tua assenza riempie ogni spazio della mia vita, i tuoi silenzi rumoreggiano nella mia testa; non vederti mi permette di vederti ovunque e dappertutto.
Non ci sei; eppure sei.
Qui? Con me?
Cos'è l'assenza se non la presenza di qualcosa che manca? Cos'è la presenza se non l'assenza di qualcosa che non manca?
Non ci sei, ma vorrei che ci fossi.
Eppure sei; lontana. Anni luce. Eppure sei...
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manu-per-te · 3 years ago
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Ci siamo mai soffermarti sul *dolore*?
Ne esistono diversi tipi e di diverse origini.
Il dolore è sofferenza; e la sofferenza cos'è?
Anche per questa ho una personale opinione...
Sciocchezze, per lo più.
Quand'è che soffriamo?
La provenienza del dolore purtroppo non è specifica e, in quanto tale, passiamo la vita a proteggerci cercando di soffrire il minimo sindacale; per esempio: quando ci facciamo male; tipo da piccoli, quando correndo cadiamo e ci sbucciamo un ginocchio allora i genitori, per quelli fortunati, corrono a baciarti il ginocchio e magicamente tutto va meglio.
Soffriamo quando una persona ci dice cose che ci feriscono; "Sei solo un egoista" "Non capisci niente" "Sei una persona che vorrei non aver mai incontrato" ecc. Qui si soffre nel cuore ma, con un pizzico di fortuna, troviamo qualcuno capace di lenire la sofferenza e farci riflettere e pensiamo, magari: "Ao, ma o sai che c'è? Machittesencula?".
Soffriamo quando un amico ci delude, quando tradiscono la nostra fiducia. Ma andiamo avanti.
Perché siamo persone, e possiamo solo andare avanti... Dobbiamo...
Ma quand'è che il dolore diventa insopportabile?
Personalmente credo che il dolore non sia mai una cosa brutta, se gestito nel modo giusto, ma ho dovuto riempire oceani di lacrime prima di capirlo; dicevo il dolore è molto forte quando perdiamo un pezzo del nostro cuore.
Com'è possibile?
Quando una persona amata decide di uscire dalla nostra vita; quando una persona che amiamo termina il suo tempo sulla terra. Però, parlare di persone, e reattivo; avete mai perso un cane?
Io sì.
Per i più disparati motivi.
Perché ero piccolo e non potevo decidere e decise qualcun altro per me, dando via il mio Polpettone.
Perché ero piccolo e non capivo che Palletta non stava andando a casa di un amico e che non era vero che avrei potuto vederlo quando volevo.
Perché, anche da grande, non sono stato capace di guarire Hayra che soffriva per l'eruzione delle sue cisti, in questo caso il dolore se l'è portata via, e ancora mi angoscia pensare a quanto abbia sofferto.
Ho sofferto tanto quando, quella mattina del 24 dicembre del 2020 alle 10:30 ho ricevuto la chiamata che mi informava che Shayla se n'era andata.
Perché quella mattina, alle 5, l'ho vista dormire dopo giorni che non riusciva a farlo. Perché le mancava l'aria, respirava a fatica e quella mattina, quella brutta mattina, mi sono detto "Non la toccare, non carezzarla; sta riposando. Lasciala riposare."
Io non lo sapevo che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista, altrimenti magari l'avrei abbracciata... Magari. Magari no... Non lo so; so che ho sofferto da morire e che c'ho messo tanto per perdonarmi.
Per assere stato ingenuo, per essere stato superficiale, per essere stato troppo positivo.
Ho convissuto con il dolore per tante cose, da mio padre a mia madre.
Ai tradimenti delle mie "fidanzate" a quelli dei "migliori amici".
Fino a quando ho capito una cosa importantissima.
Il dolore non è mio nemico.
Sembra strano, lo so, ma il dolore mi ha sempre e solo aiutato solo che io non lo capivo e lo rifiutavo. Mi arrabbiavo così tanto che smettevo di pensare qualla cosa che mi faceva male.
Che stupido.
Capite? Per non soffrire ero disposto a dimenticare; amici, amori, parenti, animali... Se ci penso mi prenderei a sberle.
Invece il dolore ti aiuta, se lo accetti, se lo accogli, ti guida, ti permette di vedere il mondo, la vita, nella giusta prospettiva.
Il dolore, paradossalmente, ti ama così tanto che se glielo permetti diventa un compagno inestimabile. Perché, quando riesci ad accettarlo e studiarlo, dopo e ci vuole tanto coraggio e pazienza, dopo si trasforma. Come una crisalide che poi diventa farfalla. E sapete cosa diventa?
*Amore*
Puro e incondizionato.
Inizia il tuo percorso verso la consapevolezza ed il perdono, per te prima di tutto, e poi per il modo. E quando maturi questo concetto la tua vita cambia e, magicamente, quel ricordo non fa più male ma, anzi, scalda il cuore. Il dolore trasforma la tua vita e allora tu, se lo accetti, puoi trasformarlo in amore.
E quando questi succede è un evento quasi magico.
Tutto questo solo per dire che dobbiamo imparare a soffrire perché solo quando soffri impari a riconoscere la felicità e il dolore è un fido alleato che è lì per te e non contro di te.
Non respingere il dolore e vedrei che i tuoi ricordi, come per magia, improvvisamente diverranno fonte di grande felicità...
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manu-per-te · 3 years ago
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Seduta al bar bevendo un thè.
Pensi.
In realtà nulla di specifico; lasci che la mente vaghi di pensiero in pensiero.
Questo ti fa sentire libera; ma qualcosa dentro ti punzecchia... ...
Senti qualcosa o qualcuno; una voce! È la tua? Non lo sai, sai solo che è lì. Ti aspetta. Ti giudica e, spesso, ti fa male.
Allora la rifiuti. C'hai provato per così tanto tempo che ora credi anche di riuscire ad evitarla ma, inconsapevole, l'ascolti.
E fingi che non sia così e torni al tuo thè.
Guardi le persone, tu sei così bella che le persone ti guardano e tu nascondi lo sguardo. Sei timida. Volgi i tuoi occhi altrove, non vuoi che le persone ti guardino. Perché, se lo facessero, allora potrebbero vederti e, se ti vedessero, si accorgerebbero che in te qualcosa non va.
Bevi un altro sorso del tuo thè.
Alla tua destra c'è un bel parco, riesci a sentire le urla dei bambini che si divertono, puoi vedere coppiette sedute su di un telo in atteggiamenti molto intimi.
Sono carini, ti piacciono.
Pensi a quando anche tu sedevi con il tuo ragazzo al parco e ti chiedi: "Chissà cos'è cambiato."
Ma non hai il tempo di rispondere e quella voce, prepotente ma suadente, risponde al posto tuo.
Ti fa sentire inadeguata, ti fa sentire sbagliata.
Bevi un altro sorso di thè.
Soffri.
Guardi intorno a te e vedi persone.
Qualcuno più indaffarato di altri.
Qualcuno si avvicina, vorrebbe offrirti il thè che stai bevendo.
Prepotente senti dentro di te quella voce che si prende gioco di te; ti sbeffeggia.
Accettati e sorridi, sei così bella.
Questo tipo è strano, sembra felice.
Rifletti.
Perché è così felice?
Ti chiedi cosa sia la felicità
Non lo sai.
Non lo sai?
Non lo sai...
Bevi il tuo thè.
Parli con lui
Lui parla con te
Lo ringrazi, ti alzi e te ne vai. Vuoi stare sola.
Meriti di stare sola, piangi.
Perché? Perché te lo meriti.
La felicità?
Non la ricordi
Non la ricordi?
No, non la ricordi
Tornando a casa, pervade la tristezza nel tuo spirito e l'inquietudine ti accompagna;
così vai verso casa, lungo la strada incontri altre persone.
Abbassi lo sguardo, schivi.
Vorresti il tuo thè.
Corri via, corri a casa.
Ti chiudi nella tua solitudine e pensi che, in fondo, è meglio così.
Se non dai la possibilità alle persone di farti del male, l'unico responsabile del tuo dolore sarai solo tu e saprai per certo che è solo colpa tua.
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manu-per-te · 3 years ago
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In un bosco lontano dallo smog e dagli umani viveva un meraviglioso albero di quercia.
Questo albero era forte e rigoglioso e la sua chioma era di un meraviglioso verde accesso che faceva pensare ad una perenne primavera. Questa era composta da tante meravigliose foglioline.
Papà Albero amava tutte le creature e, ancora di più, amava le sue foglie che erano le sue figlie.
Tutte le sue foglie erano felici di essere attaccate a papà Albero perché le faceva sentire amate e protette e, papà Albero, era amorevole con loro; ma una sua figlia ambiva ad altro. Qualcuno le aveva raccontato che, il fiume che poteva scorgere dal ramo di papà Albero, ad un certo punto si trasformava in arcobaleno e questo l'aveva riempita di curiosità.
Allora prese una decisione e cioè che avrebbe fatto di tutto per vedere la magia del fiume che si trasforma in arcobaleno; così, carica di questa forza chiamata desiderio, cominciò a tirare il suo stelo per staccarsi da papà Albero e dirigersi verso il fiume; una volta lì avrebbe seguito la corrente fino al punto dove iniziava la magia.
E tirava, e tirava e ancora tirava ma, il suo stelo era forte come papà Albero e non si staccava.
Un giorno, papà Albero, la vide intenta nella sua impresa e le disse: "Figlia mia non fare quello che stai facendo; altrimenti cadrai e morirai."
Ma la giovane foglia non volle dare ascolto a papà Albero e continuò a tirare ancora più forte fino a quando, grazie all'aiuto del suo amico vento, riuscì a staccarsi dal ramo.
Il suo piccolo cuore batteva fortissimo e lei si sentiva ricolma di un immensa gioia mai provata prima.
Sorretta dalle ali del vento ella fluttuava e volteggiava; da là su poteva vedere tutto. Riconobbe delle piccole formiche operose intente a correre in file ordinate per fare provviste per l'inverno. Vide un' aitante grillo zompare da un fascio d'erba ad un altro; così in alto saltava che, ad un certo momento, sembrava si stessero per toccare lui e la foglia.
Mentre la Foglia ammirava tutto questo riconobbe, non moto lontano, il fiume; il vero motivo che l'aveva spinta ad un gesto così estremo. Allora, decisa a raggiungere il fiume, la piccola Foglia diede un ultimo sguardo a papà Albero che, ormai lontano la guardava, melanconico, e pieno d'amore; la foglia prese le forze e si ricurvò su se stessa per incanalare quanta più spinta possibile le offrisse il suo amico vento ma, mentre lo fece, sentì uno scricchiolio, come di carta spezzata, provenire dal fondo del suo corpo. Allora guardò alla base di sé e vide che, il verde che ricordava la primavera, aveva lasciato il posto al marrone quercia, come quello di papà Albero.
Capì che quello che le aveva detto suo padre si stava avverando e cercò di affrettarsi; doveva raggiungere il fiume.
Sì curvò tanto, tanto da creare altri strappi sul suo corpo che, non troppo lentamente, prendeva il colore della terra.
Finalmente raggiunse il fiume e si lasciò cadere delicatamente sul suo mantello d'acqua che la cullò mentre la portava dove, finalmente avrebbe realizzato il suo sogno.
Il marrone ormai era il colore dominante della foglia e sentiva le forze che l'abbandonavano. Riuscì a sentire il rumore dell'acqua che diventava cascata e, sforzandosi, riuscì finalmente a vedere; lo strepitio dell'acqua che si infrangeva sulle rocce diventando una soffice nuvoletta di minuscole goccine e che, con il riverbero della luce si arricchiva di tutti i colori.
Fu un istante, riuscì a vederlo appena, e un attimo prima che venisse sollevata da una nuova spinta  delle particelle d'acqua morì, fluttuando un ultima volta tra i colori dell'arcobaleno...
Emanuele
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manu-per-te · 3 years ago
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Esiste dietro la forza d'animo uno strato di fragilità spaventoso.
Qualcosa da tenere nascosto ma che scalpita, freme, trema. Che pulsa per uscire.
Si dimena sotto la tua pelle partendo proprio dal cuore.
Quando dici "Non c'è problema, vuoi uscire con gli amici? Vai tranquilla"
Quando rispondi "Non ti preoccupare; se hai già un impegno ci vediamo un altra volta".
Non è fingere, è cercare di essere forti.
È essere terrorizzati che qualcosa possa non esserci, che si possa aver frainteso. Che forse arriverà col tempo. Che magari era solo un passatempo.
Quella è paura; e alla paura si risponde con la forza... La forza del coraggio di andare avanti anche quando davanti non c'è nulla.
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manu-per-te · 5 years ago
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manu-per-te · 5 years ago
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manu-per-te · 5 years ago
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manu-per-te · 5 years ago
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manu-per-te · 5 years ago
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manu-per-te · 5 years ago
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