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(via Pensiero d'amore, di Rosetta Sacchi)
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Ho scoperto d’essere in un postodove non volevo stare, c’era il mareed era mosso mentr’io bramavo quiete
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Passano i mesi e il ciclo si ripete
mattino giorno sera
i silenzi i voli i venti
i cieli deserti
i cieli gremiti
di passeri di rondini di storni
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E c’è chi non perde il vizio e neppure il pelo
quando allo specchio ogni dì domanda
chi sulla terra ha il più bel manto?
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Oh come faremo noi che amiamo la purezza
che sappiamo quanto fa due più due
che un solo volto abbiamo, l’onestà,
fedeli al vero e a rimaner noi stessi!
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Incontrerò il librar delle tue mani
ali spiegate a disegnare l’aria
sentirò del mare l’eco il picco oscuro
il suo mistero che affascina e spaura.
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Vedi, alla fine nella mente torna il due
e il pensare questo nuovo numero perfetto…
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Vedere d’improvviso come oltre le nubi c’è ancora cielo
e ritrovare il suo colore puro come avanti il distacco
la rabbia la fuga la disperazione l’esilio
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E poi suona così strano l’eco di quella parola
come a voler dire il contrario
come restringere un’asola che per uno spigolo
libera il bottone
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Se le tue braccia fossero quell’oro
annegherei i quattro rossi petali
in quella curva di luce dove
il pensiero si coniuga al silenzio!
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Si dirada il grigio e di luce s’ammantano i sentieri
ora delle stagioni riecheggiano i suoni
confusi un dì per noiosi melanconici rumori.
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Se proprio devo salire quei gradini
e sostare sul palco
voglio farlo in una nuvola di fumo
compatta tra il fucsia e il blu
come un cantante rock.
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Perché sono qui ora
è per fede, perchè l’amore non s’arrende
e no, non scende a compromessi
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Arriverà un giorno un’ora del giorno
che il tempo sarà un istante
un grumo chiuso in un pugno.
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