errabonda
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Yakamoz
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lei/ella | GenX | AroAceFemminista, antifascista, atea e anticlericalista. Ma ho anche dei difetti.Minimalismo, musica post-rock e giochi di ruolo.
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errabonda · 3 months ago
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“…Ogni mattina, assai prima che venisse giorno, andava in città, sulla vecchia bicicletta cigolante, fino a un grande edificio nel cui cortile attendeva, con i suoi compagni, che gli dessero una ramazza e un carretto e gli assegnassero una strada da spazzare. A Beppo piaceva quell’ora prima dell’alba, quando la città dormiva ancora. E faceva il suo dovere volentieri e a fondo. Sapeva che era un lavoro assai necessario. Quando spazzava le strade andava piano ma con ritmo costante: a ogni passo un respiro e a ogni respiro un colpo di granata. Passo, respiro, colpo di scopa. Passo, respiro, colpo di scopa. Di tanto in tanto si femava un momento e guardava, pensieroso, davanti a se. E poi riprendeva. Passo, respiro, colpo di scopa. Mentre si muoveva, con la strada sporca davanti e quella pulita dietro, gli venicano spesso in testa grandi pensieri. Pensieri senza parole, pensieri difficili da comunicare, come un determinato profumo del quale si ha un vago ricordo o come un colore visto in un sogno. Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e travava le parole adatte. “Vedi , Momo”, le diceva, per esempio, “è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga; che mai si potrà finire, uno pensa.” Guardò un pò in silenzio davanti a sé e poi proseguì: “E allora si comincia a fare in fretta. E sempre più in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la fatica non è diventata meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura, e alla fine resti senza fiato…e non ce la fai più…e la strada sta sempre là davanti. Non è così che si deve fare”. Pensò ancora un pò, poi seguitò “ Non si deve mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera, capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo”. Di nuovo si interruppe per riflettere, prima di aggiungere: “Allora c’è soddisfazione; questo è importante, perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere”. E poi, dopo una nuova lunga pausa, proseguì: “E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come… e non si è senza respiro”. Assentì, approvandosi, e disse a mò di chiusura: “Questo è importante"….”
― Michael Ende, Momo
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errabonda · 6 months ago
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Comunque gli MRA sono un fenomeno da studiare.
Sostengono che le donne hanno più diritti e privilegi di loro quando tutto, dalla società alla cultura passando per il linguaggio, ci dice che no, non è così.
Ma loro amano crogiolarsi nella loro sofferenza di poveri ometti bistrattati perché le donne entrano gratis in discoteca e loro invece no.
La cosa che mi fa ridere per non piangere è che se solo dedicassero la metà del tempo e delle energie che impiegano a frignare contro le donne a cercare e lottare contro il vero sistema che li opprime e li rende i misogini che sono ne beneficerebbero molto di più.
E invece preferiscono fare la gara a chi soffre di più con donne e persone della community lgbtqia+ per dimostrarci che le vere vittime sono loro perché non possono più opprimerci come hanno sempre fatto (e continuano a fare).
Pensare che basterebbe così poco perché aprissero gli occhi e capissero qual è il vero male. E invece... stanno là a fare i piangina senza combinare niente.
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errabonda · 6 months ago
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Quando gli si fa notare che hanno dei privilegi gli uomini pensano che le donne li considerino tutti dei piccoli Luigi XVI, viziati, serviti e riveriti che non hanno un pensiero al mondo. Al di là del fatto che questo denota quanto gli uomini ritengano le donne delle povere stupide che non hanno la più pallida idea di come funziona il mondo, ma quando una donna parla dei privilegi degli uomini si riferisce a tutte quelle libertà che un uomo ha e una donna no. Ficcatevi in testa che per una donna il solo fatto di camminare per strada senza avere paura di essere molestata È un privilegio. È un privilegio perché è una libertà che un uomo ha e una donna no. Sentirsi liberi di rifiutare degli approcci sessuali senza temere per la propria incolumità È un privilegio perché l'uomo lo può fare e una donna no. Intraprendere una carriera sapendo che mai si sarà costretti a dover sacrificare la famiglia o un avanzamento È un privilegio perché un uomo non se ne dovrà mai preoccupare mentre una donna sì. E questo vale per ogni altra categoria discriminata sulla base del genere, della razza, della conformità o meno del proprio corpo.
Signori, in conclusione, sappiate che non ce ne frega niente del vostro conto in banca o della dimensione della vostra auto. Quelle sono cose che interessano a voi per bullarvi coi vostri amichetti. Quello che vogliamo noi è essere libere.
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errabonda · 6 months ago
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Arrivata una certa età, e soprattutto a una certa consapevolezza, mi sono resa conto che cercare di convertire alla causa chi ha un pensiero totalmente opposto è un lavoro senza speranze. Non serve a niente, è solo una perdita di tempo. E, onestamente, una fonte di arrabbiatura. Perché mi fa proprio arrabbiare sentire discorsi di persone che non solo non vogliono capire ma insistono a portare avanti un pensiero, una cultura, che ha dimostrato più e più volte di essere totalmente sbagliato, dannoso. Per lə altrə e anche per loro stessi. Ma nessuno vuole fare quello sforzo per cambiare prospettiva, per vedere tutte le altre possibilità. Arrivata a questo punto ho deciso che devo scegliere le mie battaglie. Devo lavorare dove c'è margine di miglioramento. Discutere, informare, conversare con le persone che hanno già dimostrato sensibilità all'argomento. Che hanno già dimostrato l'intenzione di imparare, di capire e, soprattutto, l'intenzione di voler fare una critica di questa società e anche di se stessi. Io non perdo più il mio tempo con gli ottusi, con quelli che sono convinti che esista un complotto delle donne che detengono il reale potere, che è il potere di quello che hanno tra le gambe. Perché quello è che ciò vogliono gli uomini. Il mio tempo è troppo importante. Preferisco dedicarmi a chi dimostra di meritarlo. In fondo anche questo è un gesto di amor proprio e rispetto per se stesse. Non sono la maestra di nessuno. Se vuoi sapere “cosa vogliono le femministe” ti basta una connessione a internet e la licenza di scuola primaria e le tue ricerche te le puoi fare benissimo da solo.
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errabonda · 6 months ago
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Il mio faro
Ogni volta che mi sento confusa, sopraffatta, incasinata, per dirla in maniera elegante, so che tornare al minimalismo è sempre la risposta.
Quando tutto è troppo, non perdo energia e tempo a trovare il bandolo della matassa per cercare di sbrogliarla. Le do fuoco. Elimino i problema alla radice. Perché darmi da fare per sistemare qualcosa che so già che non mi porterà da nessuna parte?!
Il minimalismo è la mia certezza e la mia forza originaria a cui fare sempre ritorno ogni volta che il caos della vita si fa insopportabile.
Il minimalismo è il mio faro.
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errabonda · 6 months ago
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L'attenzione rubata
Ho letto “L'attenzione rubata” e ho deciso che devo dare un taglio alle distrazioni della rete.
Quando ho scoperto il Fediverse ero estasiata. Mi sembrava tutto bello, tutto attraente e ho voluto iscrivermi praticamente ovunque. E ora ho una miriade di account che guardo una volta a settimana solo per rendermi conto che non c'è niente che mi interessi... o quasi. La cosa che ho dimenticato (e sì che l'avevo imparato bene dopo l'esperienza con i social “tradizionali”) è che l'esperienza online non la fanno le piattaforme, ma le persone con cui interagisci. È il motivo per cui, nonostante il mio odio profondo, rimango su TwiX, ci sono quelle tre persone che mi interessano davvero e che non si vogliono schiodare da lì anche se io vorrei scappare da quel manicomio.
E ora sto seriamente valutando che fare degli account creati e mai aggiornati. Da una parte vorrei liberarmene, cancellarli. Non amo lasciarmi dietro contatti aperti se la questione è chiusa. Dall'altra parte c'è la mia grande paura cioè “e se un giorno cambio idea?! Non potrò più usare il nome che è mio, che ho creato io per me”.
E ora sono in crisi. Voglio davvero liberarmi di questi account persi nel Fediverse (e non solo), ma questa forma di fomo che mi lega al mio nome mi blocca.
Però il mio animo minimalista mi sta richiamando all'ordine e mi ricorda il mio bisogno di avere solo lo stretto indispensabile. E allora penso che sia giusto eliminare. Che se una cosa non mi �� stata utile per settimane o mesi la situazione non cambierà di certo nell'immediato.
Ho pensato di adottare la tecnica del trasloco. Presto cambierò la mia mail ufficiale e allora cambierò la mail di accesso solo a quei profili che uso, che mi piacciono, che voglio tenere. E terrò davvero solo quello che uso perché mi piace.
E il resto lo lascerò andare.
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errabonda · 7 months ago
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Ciao Michela #11
Tumblr media
Sì, mi sono dimenticato di scriverti proprio il 10, ma ho corso tanto in questi ultimi giorni. Sono passato anche in Sardegna, dove ti hanno ricordato con il solito enorme felice rabbioso amore.
Mi ricordo - perché abbiamo questo vizio umano di dare significato ai ricordi dopo che tristi avvenimenti ce li fanno mettere in fila - che avere scoperto a cinquant'anni di avere una nonna sarda mi aveva lasciato sgomento, perché era accaduto poco dopo che grazie a te quella parola, e quel luogo, aveva cominciato ad assumere per me un significato tutto nuovo, e a metterne insieme altri che giravano apparentemente sperduti dentro di me.
La tentazione di credere a un destino segnato, al "grande disegno", fa parte di quelle cose dalle quali ci hai messo giustamente in guardia. Per non stare ad aspettare che le cose accadano, ma per farle succedere.
Così mi piace ricordarti. Come una che fa succedere le cose.
Aspetto, con enorme felice rabbioso amore, le prossime che farai succedere. Ciao Miche'.
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errabonda · 7 months ago
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Tempo
Il tempo è ciò che mi spaventa di più. Perché è l'unica cosa su cui non c'è modo di avere controllo. Per questo non sopporto di perderlo, di sprecarlo. Il tempo passa e non torna indietro. Eppure non posso fare a meno di vedermelo scivolare tra le dita come sabbia senza riuscire a fare niente per fermarlo.
Vivo nella costante paura di stare sprecando il mio tempo, che la mia vita sia vuota e senza senso. Così continuo a vagare tra mille idee in attesa di trovare quella giusta, quella che darà uno scopo alla mia intera esistenza. Ma sapere che più il tempo passa e più le possibilità si riducono mi riempie di angoscia. Non riesco a prendere una decisione. E resto paralizzata.
E intanto gli anni passano... e la mia vita scivola via.
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errabonda · 8 months ago
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Erano anni che non tornavo in quel forum. Ma grazie a una mail automatica partita a caso mi sono ricordata che esiste ancora quel borghetto che è stato tanto felice, sperduto nel bel mezzo delle terre del sogno.
Lə suə abitanti, però, se ne sono andatə tuttə.
Mi manca quel periodo della mia vita. Mai come allora mi sono dedicata alla ricerca del mio equilibrio interiore: nello spirito, nella vita, nell'anima. Equilibrio che, a dire il vero, non ho mai trovato. Non sono mai giunta a quel punto di perfetta stabilità che mi permettesse di dire: io sono così, sono questa, sono IO. Ma non ho mai smesso di cercarlo. Sono sempre stata inquieta, sempre in bilico tra questa e quella me stessa, sempre in conflitto fra la definizione perfetta che mi desse un'identità e la voglia di essere libera di cambiare ogni volta che volessi.
Ma soprattutto mi manca la community che si era creata online e nella vita reale. Mi mancano quelle persone... o meglio, mi manca il ricordo che ho dei tempi in cui frequentavo quelle persone. Però devo smetterla con questa fissazione di volere che le cose tornino com'erano ai “bei vecchi tempi”. Prima di tutto perché le cose non tornano mai com'erano. E secondo perché se le cose sono cambiate un motivo c'è. Inoltre, se mi fermo a ripensarli nel dettaglio, quei tempi non erano neanche così belli, dopotutto... non sempre, almeno. Hanno avuto i loro momenti, certo, ma trovo più fruttuoso impegnarmi per costruire tempi migliori nel presente piuttosto che vivere nel rimpianto di quelli del passato.
Ad ogni modo: mi sono data una scadenza. Per quanto mi manchi quel periodo non voglio avere faccende in sospeso, non mi piace tenere legami “penzolanti” quando non c'è nessuno dall'altra parte a tenerlo in vita. Vale anche per la vita in rete: non tengo mai un profilo aperto se non lo uso. In effetti quel forum è stato una speciale eccezione, ma non lo sarà più. Non voglio che passino altri 5 o 6 anni per poi ricordarmi un giorno, per caso, che ho lasciato una finestra aperta sul mio passato. Di solito dalle finestre rimaste aperte entrano solo spifferi e rimpianti. Ho stabilito una scadenza. Mi sono iscritta il 23 giugno di 10 anni fa, sarebbe perfetto se la scadenza di quel profilo fosse il 23 giugno. La mia ossessione per l'ordine e la mania per la precisione ne sono soddisfatte. E direi che di tempo per crogiolarmi nell'idea che si potesse tornare a vivere quei tempi ne ho avuto più che a sufficienza. È ora di andare avanti.
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errabonda · 8 months ago
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Cosa si scrive quando manca una persona che non si conosceva? Perché non posso dire di aver conosciuto Michela Murgia anche se ho letto tanto di suo. Ho ascoltato le sue parole, visto le sue interviste e ho sentito cosa altre persone che stimo pensano di lei.
Quando è mancata, il 10 agosto scorso, ho pianto tutto il giorno come se fosse morta mia madre. Perché un po' è stata una madre per me. Una madre intellettuale. Una madre fondatrice del mio pensiero. Se oggi riesco a conciliare il mio essere femminista con l'amore per questo mondo così tanto storto è anche grazie a lei. Mi ha insegnato, prima di tutto con il suo esempio, che si può odiare e combattere un sistema pur amando e prendendosi cura delle persone che ne fanno parte. Ed è quello che cerco di fare ogni giorno, nel mio piccolo.
“Io non ho figli, ma ho un'eredità da lasciare: quello che so fare, quello che ho visto, quello che ho imparato a chi andrà? A nessuno? No. Andrà ai figli degli altri, se c'è qualcuno che vorrà imparare.”
Grazie Michela.
E tanti auguri 💖
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errabonda · 9 months ago
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Uno dei problemi che ho dovuto affrontare nel mio viaggio minimalista è stato come gestire l'amore per i libri. Come molte lettrici e lettori anch'io amo il libro cartaceo, mi piace la consistenza della carta, vedere che le pagine da leggere diminuiscono mentre quelle lette aumentano. Amo girare la pagina, sfogliare il libro avanti e indietro, mettere il segnalibro quando è ora di spegnere la luce...
Tuttavia il collezionismo è decisamente contrario alla mia filosofia di vita. Benché abbia dei libri che conservo perché ho amato molto o perché ho dovuto comprarli non trovandoli in prestito, tendenzialmente preferisco non riempirmi la casa di cose, neanche se sono libri. Senza contare che il libro cartaceo è sempre più un danno per l'ambiente che non sempre viene bilanciato con un vantaggio per la cultura umana. La carta è sempre più rara, il che significa sia che gli alberi iniziano a scarseggiare sia che quanto più una risorsa è rara tanto più costa. E infatti i libri iniziano ad avere costi decisamente proibitivi. Io ho trovato la soluzione per conciliare la passione per la lettura, l'amore per il libro e il desiderio di collezionare i testi che leggo nella biblioteca. Soluzione tanto semplice quanto geniale. La biblioteca è il luogo più bello che esista sulla faccia della Terra. Un luogo in cui puoi prendere i libri che vuoi senza pagarli. È perfino troppo bello per essere vero. E per tenere traccia delle mie letture senza accumulare quintali di carta sugli scaffali?! Per questo è venuta in mio soccorso la tecnologia. Siti e app permettono di salvare i titoli letti e io ho scelto di usare Goodreads. Non è necessario acquistare il libro per “tenerlo con me”, mi basta la mia libreria virtuale e, se volete, mi potete trovare qua https://goodreads.com/errabonda
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errabonda · 9 months ago
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#ragazzi barbie è caruccio e tutto quanto ma è sopravvalutato da morire#di fatto non è altro che un film-merchandise su cui c'hanno voluto appiccica na manfrina femminista#fatta di stereotipi e frasi fatte prese pari pari dal woke side of tumblr#c'è ancora domani#non è un capolavoro per carità e forse pure lui è sottovalutato PERÒ#non solo è imbastito su un momento chiave della storia delle donne italiane#ma tutta la storia è femminista#gioca con i tuoi pregiudizi ti fa credere che l'atto di ribellione di delia sia fuggire con il suo vecchio innamorato#e quindi affidare le sue speranze a un altro uomo e invece no#lei va a VOTARE#ad esercitare per la prima volta un diritto che il marito comunque avrebbe cercato di sottrarle#non solo; rivede nel fidanzato della figlia lo stesso corteggiamento sopra le righe del marito#e qui c'è tutto un discorso da aprire su come gli abusers raramente si presentano come tali dall'inizio#ma soprattutto cortellesi ci ricorda che il mondo in cui le donne non avevano diritti è appena dietro l'angolo#neanche 100 anni fa#si fa prestissimo a ritornare indietro#con buona pace del catcalling che perdonatemi ma è un first world problem
Sì, beh, se guardi solo a quello che viene palesemente mostrato Barbie è esattamente quello che dici tu mentre CAD è un film più "femminista".
Ma Barbie ha una chiave di lettura più profonda. Non guardare solo alla trama (o al rosa, visto che pare essere quello il suo problema più intollerabile). Un film è fatto di trama, sì, ma anche del suo messaggio. Guarda i personaggi, chi aiuta la protagonista, chi salva la situazione, alla fine chi vince davvero?
Alla fine di CAD puoi dire che Delia si sia salvata? Direi proprio di no, anzi, probabilmente quando torna a casa ne prende un sacco e 'na sporta. Sì, ok, il plot twist è carino, ma è femminista questo messaggio?! Il marito alla fine viene punito per il suo comportamento o persevererà come ha sempre fatto? Cos'è davvero cambiato per Delia alla fine del film?
Il solo fatto di parlare di un momento storico non rende necessariamente il film femminista anche perché ti faccio presente che al netto di quelli che tu chiami first wolrd problem non siamo tanto distanti da quel periodo storico. Gender pay gap, donne violentate e stupratori a piede libero, mogli serve e figlie trattate come proprietà... pensi davvero che le cose siano diverse oggi?
Perché C'è ancora domani non è un film femminista, a mio parere (mentre Barbie invece sì)
Ho temporeggiato per vedere C'è ancora domani perché tutte e tutti ne hanno parlato come di un film bellissimo e “femminista”. E quando sento gli uomini usare l'aggettivo femminista come una caratteristica positiva i miei sensi di femminista formicolano. E a ragione. Il film parla di una donna, Delia, sposata con un uomo, Ivano. Il film è la rappresentazione didascalica e anche pedissequa del maschilismo più becero, violento e, soprattutto, riconoscibile. Talmente riconoscibile che qualsiasi uomo può guardare a quel modello di maschilista e prenderne tranquillamente le distanze. Peccato che il modello rappresentato dal personaggio di Ivano sia solo l'1% del patriarcato, quello che abusa fisicamente, verbalmente, economicamente, sessualmente. Ma Ivano è solo la punta dell'iceberg e il film ignora totalmente tutti quei piccoli, apparentemente innocui, atteggiamenti che costituiscono la base sommersa su cui il marito violento trova la cultura che lo cresce e lo protegge. Ogni uomo che abbia visto C'è ancora domani può tranquillamente dire “io non sono come Ivano quindi non sono parte del patriarcato. Pertanto il problema non mi tocca”. Purtroppo la questione è che questo film non mette in scena tutte gli atteggiamenti con cui ogni uomo si può rendere parte del problema. Non si vede il catcalling, gli apprezzamenti invadenti e non richiesti, le battute sessiste, il paternalismo benevolo, le riviste, i film, i cartelli pubblicitari tappezzati di corpi femminili più o meno vestiti... tutto questo fa parte del patriarcato e ogni uomo (e anche qualche donna) lo porta avanti senza rendersi conto che anche questo è maschilismo, anche questo è patriarcato. Ma questo film non punta il dito contro questi atteggiamenti che appartengono ad ogni uomo (chi più chi meno), non fa quest'opera di denuncia. Il patriarcato è rappresentato come bianco o nero (letteralmente) perciò o sei come Ivano oppure sei una brava persona.
Dopo averlo visto ho capito perché tanti uomini hanno dichiarato questo film femminista. È il femminismo che piace a loro, quello che li rassicura, che gli dice che loro no, loro sono bravi ragazzi, non stanno facendo niente di male, non hanno bisogno di rivedere i loro comportamenti, le loro parole e i comportamenti e le parole degli altri uomini che frequentano.
A differenza di Barbie. Barbie presenta il patriarcato in maniera apparentemente più chiara a didascalica, ma in realtà Barbie presenta il patriarcato nelle sue sfumature più subdole, più sottili e, quindi, meno facilmente riconoscibili. In tutto il film nessun Ken alza mai le mani su una Barbie, nessun Ken offende una Barbie, nessun Ken fa catcalling o molesta sessualmente una Barbie. Quello che fanno i Ken è togliere alle Barbie ogni loro ambizione, ogni loro sogno, la loro identità. Per farne degli oggetti da possedere ed esibire e di cui disporre a loro piacimento. Un'azione terribile, innegabilmente, e la cosa che ha scatenato le ire di (quasi) ogni uomo è che quest'azione terribile non è stata operata da un burino in canotta, ma da quello che potrebbe essere definito il classico bravo ragazzo. Ken è il prototipo di giovanotto di belle speranze che, in fondo, non ha fatto niente di male, no?! Ken è il personaggio in cui ogni uomo si identifica ma quando si vede rappresentato in tutto il male che fa a Barbie ecco che, anziché cogliere l'occasione per una riflessione e una sana autocritica, il maschio medio si butta per terra a piangere e urlare che “questo non è femminismo, il femminismo è quello che mi dice che io sono bravo e bello e buono”.
In conclusione C'è ancora domani è un film contro il patriarcato? Certo che sì, ma contro una percentuale minima del patriarcato. Quella frazione che è la più evidente e la più facilmente condannabile. C'è ancora domani è un film femminista? A mio parere no. Il film non è scomodo, non fa nascere una discussione, non critica la società. La protagonista non fa niente per contrastare questo status quo e l'unica cosa che fa alla fine del film non è merito suo. È un diritto per cui lei non ha lottato e lo ha esercitato in segreto, in silenzio, per non urtare la sensibilità del patriarcato. Mentre invece vorresti dirmi che Barbie è un film femminista?! Sì, perché racconta il patriarcato come un potere strisciante, che penalizza entrambi i generi (anche se in modo molto diverso), che viene esercitato da ogni singolo uomo, anche quelli “bravi”. Non a caso Barbie ha fatto arrabbiare molti maschi medi che ancora oggi ne parlano come di un film sciocco, innocuo. Ma come si spiega che un film così insignificante faccia ancora arrabbiare tanti maschi dopo tanto tempo?
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errabonda · 10 months ago
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Ogni volta che mi sento confusa, sopraffatta, incasinata, per dirla in maniera elegante, so che tornare al minimalismo è sempre la risposta.
Quando tutto è troppo, non perdo energia e tempo a trovare il bandolo della matassa per cercare di sbrogliarla. Le do fuoco. Elimino i problema alla radice. Perché darmi da fare per sistemare qualcosa che so già che non mi porterà da nessuna parte?!
Il minimalismo è la mia certezza e la mia forza originaria a cui fare sempre ritorno ogni volta che il caos della vita si fa insopportabile.
Il minimalismo è il mio faro.
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errabonda · 10 months ago
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La folla
Ero in strada con Pierrot, là dove la folla era più fitta. Tutti gli occhi erano puntati su di me.
«Di cosa ridono?» chiesi, ma lui spolverò il gesso dalla mia cappa nera con un sogghigno. «Non riesco a vedere; dev'essere qualcosa di curioso, forse un ladro onesto!»
Tutti gli occhi erano puntati su di me.
«Ti ha rubato la borsa!» risero.
«La mia borsa!», gridai, «Pierrot, aiuto! Un ladro!»
Risero: «Ti ha rubato la borsa!»
Poi Verità si fece avanti, tenendo uno specchio. «Se il ladro è onesto», gridò Verità, «Pierrot lo troverà con questo specchio!» Ma lui spolverò il gesso dalla mia cappa nera con un sogghigno.
«Vedi», disse, «Verità è un ladro onesto, ti riporta il tuo specchio.»
Tutti gli occhi erano puntati su di me.
«Arrestate Verità!» gridai, dimenticando di aver perso non uno specchio ma una borsa, nella strada con Pierrot, là dove la folla era più fitta.
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errabonda · 11 months ago
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Se mi lasci ti cancello
Oggi vorrei dire due parole su un film che ho visto solo di recente: Eternal sunshine of the spotless mind conosciuto in Italia col titolo da commediola romantica Se mi lasci ti cancello (sigh!)
Perché ne voglio parlare?! Perché tra tutti i filmetti che esaltano l'amore romantico come il massimo a cui una persona può aspirare questo è forse il più terribile che ho visto.
Scusate se farò spoiler, ma il film è uscito da almeno 10 anni perciò ritengo siamo in zona safe altrimenti chiudete il post adesso.
Trama: un tizio incontra una tizia e su un treno attaccano bottone. Solo alla fine scopriremo che questo è il loro secondo incontro e i due erano già stati insieme e si erano lasciati in maniera piuttosto definitiva. Ma si sa, quando l'amore è vero... ma è amore questa roba?
Durante il film i due "innamorati" non fanno che dare prova di quanto non siano in sintonia su nessun argomento, non fanno che litigare e rinfacciarsi ogni sorta di cattiveria e meschinità. E alla fine prima lei e poi lui scelgono di cancellare l'altro dalla propria memoria.
Eppure alla fine del film gli eventi ci lasciano intendere che loro due siano fatti davvero l'uno per l'altra. Non importa quante offese e cattiverie si siano vomitati addosso, non importa il fatto che non abbiano nemmeno gli stessi progetti per il futuro (lei vuole figli ma lui non li vuole da lei), non importa quanto, molto probabilmente, sarebbero meno infelici non dico da soli (non sia mai) ma con qualcun altro. Il film ci suggerisce che alla fine di tutte le loro vicissitudini i due torneranno a stare (in)felici insieme.
Quanto può essere dannosa l'amatonormatività di questa società se ci propina come romantico lo stare con qualcuno con cui non abbiamo niente in comune?!? Anzi no, qualcosa su cui sembrano andare d'accordo c'è ed è il sesso. Le cose importanti, insomma.
So che il cinema e la letteratura e la musica campano di amore tra uomo e donna, ma almeno dateci storie in cui i due stanno insieme perché si fanno felici, non perché piuttosto che stare da soli meglio stare con qualcuno che odi.
Ma che schifo!
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errabonda · 11 months ago
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Tempo
Il tempo è ciò che mi spaventa di più. Perché è l'unica cosa su cui non c'è modo di avere controllo. Per questo non sopporto di perderlo, di sprecarlo. Il tempo passa e non torna indietro. Eppure non posso fare a meno di vedermelo scivolare tra le dita come sabbia senza riuscire a fare niente per fermarlo.
Vivo nella costante paura di stare sprecando il mio tempo, che la mia vita sia vuota e senza senso. Così continuo a vagare tra mille idee in attesa di trovare quella giusta, quella che darà uno scopo alla mia intera esistenza. Ma sapere che più il tempo passa e più le possibilità si riducono mi riempie di angoscia. Non riesco a prendere una decisione. E resto paralizzata.
E intanto gli anni passano... e la mia vita scivola via.
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errabonda · 11 months ago
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Parlando di minimalismo applicato farò alcuni esempi di cosa ho eliminato dalla mia vita senza che queste mi siano mancate assolutamente.
Cose che non compro più da quando sono minimalista:
acqua in bottiglia; non riuscirò mai a capacitarmi di come sia possibile che esistano persone che spendono soldi per avere una cosa che esce letteralmente dal rubinetto di casa tua. La plastica è il veleno di questo pianeta e c'è chi ne copra chili per trasportarla dal supermercato a casa. E sì, lo so che ci sono realtà in cui l'acqua di casa ci viene detto non è sicura, ma sinceriamocene consultando le strutture adeguate invece di dare retta a cosa dice ammiocuggino.
fast fashion; H&M, Zara, Benetton, Pull&Bear... tutte quelle marche che ti permettono di portarti a casa una maglietta a 5 euro per poi ritrovarti tutte le cuciture spostate, buchi o un colore diverso dopo il primo lavaggio. Meglio pochi capi, ma scelti con cura, adatti a me, alla mia figura, alla mia personalità, ai miei bisogni. Niente più acquisti sull'onda dell'entusiasmo per poi lasciarli abbandonati nell'armadio perché, in fondo, quella gonna è davvero troppo sgargiante e non mi sento di indossarla...
libri cartacei; le biblioteche sono la più meravigliosa invenzione che l'umanità potesse concepire. Compro ancora qualche libro in carta, ma si tratta di artbook o manuali che mi serve avere sottomano o libri che mi servono per il mio lavoro. Per il resto: romanzi, saggi, tutto quello che posso lo prendo in prestito. Non occupa spazio, non prende polvere e non richiede ulteriore dispendio di carta.
cd, dvd, vinili; ho scoperto valide alternative open al dover comprare fisicamente musica, film o serie. E ho eliminato scatole e scatoline di dischi.
gioielli; ho passato in rassegna la mia collezione di bigiotteria e l'ho decimata. Oggi non ne compro più. I gioielli in oro o argento che non mi piacevano li ho scambiati in gioielleria per acquistare regali.
cibo spazzatura; questa è una scelta che oltre che al pianeta e alle tasche fa bene anche alla salute.
souvenir; quando viaggio non compro più quelle stupidaggini per turisti che a niente servono se non per ingombrare ulteriormente casa tua. Come se avessi bisogno di un oggetto per ricordarmi di una vacanza, molto meglio le foto.
creme, cremine, lozioni, olii...; più cose ci mettiamo addosso peggio è. La pelle sa già ripararsi e proteggersi da sola, è geneticamente programmata per farlo. Quando hai una crema per il giorno che protegga la pelle del viso dallo smog della città (se vivi in città) e una lozione per struccarti (se ti trucchi) o semplicemente per pulire il viso la sera non ti serve altro. Tutto il resto è solo pubblicità.
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