Esplorare, immortalare, scrivere, ciò che mi piace fare. Natura, folklore, autenticità, ciò che mi interessa.
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A SPASSO PER LA MONTAGNA PISTOIESE
L’Alta Toscana ospita una terra dal profilo sinuosamente cadenzato da valli profondamente incise e alture coperte da rigogliose foreste e laghi di origine glaciale.
Contraddistinta da cime che possono toccare quasi i 2000 mt. di altitudine, la Montagna pistoiese, è pervasa dall’aria frizzante propria dei paesaggi montani.
Si estende dall’Alpe delle Tre Potenze (1940 m) fino alle pendici orientali del Monte La Croce (1319 m), nei pressi della Foresta dell’Acquerino.
Paesaggio tipicamente alpestre, comprende estese foreste di faggio, cerro, carpino, castagno e abete, come per esempio la Foresta del Teso e la Foresta dell’Orsigna, ricche di sorgenti e di prodotti del sottobosco, quali mirtilli e funghi porcini.
Inoltre numerosi sono i torrenti che solcano il territorio formando forre e valli, la maggiore è quella scavata dal fiume Lima, racchiusa tra l’Alpe delle Tre Potenze e il Passo dell’Abetone (1388 m) e contornata da altre valli minori, come quella del Sestaione e del Limestre.
L’Appennino pistoiese, molto conosciuto per le stazioni sciistiche, custodisce testimonianze storiche come borghi dall’aspetto ancora medievale, come Cutigliano e Piteglio, ruderi e tracce di un passato caratterizzato dalla forte integrazione dei suoi abitanti con il territorio.
Per secoli la popolazione ha trovato sostentamento sfruttando il freddo per la produzione del ghiaccio nelle ghiacciaie, l’energia idraulica per la lavorazione del ferro nelle ferriere, il legname per la produzione del carbone; oltre allo sfruttamento dei prodotti del sottobosco, prima fra tutti la castagna, dalla quale si ricava la dolce farina.
Un patrimonio sia culturale che naturalistico preservato e promosso dall’Ecomuseo della Montagna pistoiese. Istituito nel 1990, si tratta di un esperimento di un sistema museale territoriale composto da vari itinerari che si snodano sia all’aperto che in musei.
Ricca di tradizioni, in particolare la Montagna pistoiese ha un’antica raccolta di canti, offre numerose occasioni, come sagre e manifestazioni, per entrare in contatto con l’essenza di questa terra, che, inoltre, grazie alla quasi totale assenza di inquinamento luminoso, ospita l’Osservatorio Astronomico di Pian dei Termini ( 950 m s.l.m.) nei pressi di Gavinana. Dotato di due cupole di osservazione con due telescopi newtoniani, offre l’opportunità di osservare il cielo stellato più da vicino.
Una terra tutta da scoprire al ritmo lento dei nostri passi: l’area è percorsa da una moltitudine di sentieri per tutti i gusti e difficoltà sia da un punto di vista tecnico che di impegno fisico. La bella stagione sta per arrivare, ecco tre escursioni da non perdere.
La via Francesca della Sambuca
Castello costruito verso la metà dell’XI secolo, la Sambuca Pistoiese fu originariamente feudo del vescovo di Pistoia. Si trova nella valle del Limentra ed è immersa in splendide foreste che fra l’altro ospitano una comunità di elfi, chiamata proprio Gli Elfi della Sambuca. Da qui passa un’antica rete viaria chiamata Via Francesca, variante della più conosciuta e altrimenti detta Via Francigena, che andava a innestarsi sul percorso principale nei pressi di Fucecchio. Tale percorso è stato riaperto nel 2010 e compiendolo interamente è lungo più di 30 km, collegando Pistoia a Porretta Terme. Un percorso per escursionisti ben allenati, dovendo affrontare un itinerario che coinvolge un’intera giornata, ma è possibile effettuarne solo un tratto, nei pressi della Sambuca, in particolare, per godere degli spettacolari paesaggi appenninici.
Il Lago Nero
Lago montano di origine glaciale posto a 1730 m s.l.m., deve il suo nome al colore scuro delle rocce che si riflettono nelle sue acque. Circondato da imponenti rilievi appenninici che sfiorano i 2000 m s.l.m, non ospita fauna ittica stanziale, ma sono presenti due specie di anfibi protette, il tritone alpino e il tritone crestato. E’ presente un rifugio che in passato costituiva un alpeggio utilizzato dai pastori che frequentavano i silenziosi pascoli. Il percorso, alla portata di tutti sebbene un po’ di dislivello ed effettuabile in una mattinata, prende inizio nei pressi della Foce di Campolino, vicino all’Orto Botanico dell’Abetone, e prosegue su una mulattiera inoltrandosi dopo poco nel bel bosco di faggi, che lascerà poi spazio all’ampio pianoro che ospita il lago.
Cutigliano e dintorni
Suggestivo borgo d’impronta medievale, ad oggi è una rinomata località di villeggiatura. Nei suoi palazzi e monumenti conserva l’aspetto aristocratico che le antiche vicende storiche gli hanno conferito, da piazza Catilina, il cui nome ricorda la disfatta del condottiero romano, a via Roma che giunge nella piazzetta antistante il Palazzo dei Capitani della Montagna. Tappa dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, è sintesi di molti aspetti che caratterizzano questa terra, racchiudendo tematiche ambientali e storico-religiose. Nei suoi dintorni sono molte e di varia difficoltà le escursioni che è possibile effettuare; un percorso facile quanto piacevole, è l’itinerario che parte dal paese di Cutigliano e giunge a Lizzano, passando interamente nel bosco e offrendo bellissimi scorci sulla vallata.
su Il Piacere di Muoversi
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PORRETTANA TREK
Verso la fine dell’epoca granducale fu realizzata la più grande opera ingegneristica di tutta la zona appenninica settentrionale. La prima linea ferroviaria a valico della dorsale montuosa che mise in collegamento Pistoia con Bologna, fu inaugurata da Vittorio Emanuele II nel 1864 con il nome di Porrettana.
Altrimenti detta Strada Ferrata dell’Italia Centrale, fu iniziativa di tre imprenditori di San Marcello Pistoiese (PT), i fratelli Cini, che sulla scia dell’ampliamento già in atto della rete ferroviaria in tutto il territorio toscano, proposero il loro ambizioso progetto al Granduca di allora, Leopoldo II.
Lunga quasi 100 km, 99 per l’esattezza a binario unico, la linea transappenninica previde la costruzione di 48 gallerie, 64 fra ponti e viadotti e 18 fermate, fra cui quella di Porretta Terme (BO) dal quale la linea prende il nome.
Il primo tratto da Pistoia a Pracchia (PT) fu il più difficoltoso in termini di realizzazione, in poco più di 25 km sono oltre 550 i metri di dislivello; il nodo ingegneristico fu sciolto dal francese naturalizzato italiano Gian Luigi Protche, che incluse due tornanti nel tracciato ferroviario per far fronte alla forte pendenza.
Grandiosa impresa ingegneristica e importante rete di comunicazione tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, che videro intensificarsi i propri scambi commerciali, la ferrovia Porrettana ha visto sviluppare intorno a se molti itinerari escursionistici alla scoperta della linea transappenninica che si sviluppa in ambienti montani di notevole pregio naturalistico e culturale, per le testimonianze storiche che custodisce.
Da Pracchia, ad esempio, ha inizio il sentiero che passa in prossimità di uno dei cammini di sfogo della ferrovia per terminare al cospetto della “ghiacciaia dimenticata”, struttura a pianta circolare dove fino a poco più di mezzo secolo fa venivano conservati i cibi deperibili, in assenza di frigoriferi e congelatori. Un trekking di facile progressione che costeggia anche il fiume Reno e interessa il tratto ferroviario Pracchia-Porretta Terme.
Altra interessante escursione che coinvolge la Porrettana, è quella che da Molino del Pallone arriva a Porretta Terme, sempre al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna, passando per il Santuario della Madonna di Calvigi, edificio eretto nel 1635 dagli abitanti di Granaglione (BO) per essere scampati alla peste. Per un totale di quasi 12 km e un dislivello non sottovalutabile, si prevedono più di 6 ore di percorrenza e quindi adatto ad escursionisti allenati.
su Rivista 12
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