zardoz-73

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Ecco, qui ho scritto e scrivo un po’ di cose....

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De-genere

Da un lato parlano di calcio, difensori, attaccanti. Maschi. Di là parlano di tutt'altro, non so se mi interessa, ma sembra ci sia vivacità, entusiasmo, atteggiamenti solo all'apparenza più leggeri. Femmine.

Io in mezzo. L'appartenenza al branco degli uomini non l'ho mai vissuta come una neccessità di genere e questo spesso mi ha frustrato, sospeso tra l'incapacità di integrarmi nel mio gruppo prestabilito e la timidezza nel relazionarmi con le ragazze. L'appartenenza ad un gruppo di amici si, quella è forte, quasi come una famiglia e tendo a ricrearla sempre con persone nuove. Con soli uomini invece è sempre stato difficile, si creano meccanismi che non voglio gestire. Gli uomini, tra di loro, sentono spesso la necessità di dover dimostrare qualcosa. Non voglio dire che non ho amici, anzi con alcuni il senso di fratellanza è forte e istintivo. Amo però l'attitudine all'ascolto delle mie amiche. Entrare in un gruppo di donne affiatate può essere più difficile, ma sicuramente più stimolante. Non sto parlando di sesso, le mia attitudine è etero non per necessità o scelta, ma per consapevolezza. Abbiamo troppe categorie in testa, penso alle parole di Chimamanda Ngozi Adichie : "Il problema con il genere è che prescrive come dovremmo essere, piuttosto che riconoscere come siamo". Credo siano vere.

Nel genere e nei sentimenti le sfumature sono infinite e le viviamo tutti i giorni anche inconsapevolmente. Ci esercitiamo a chiuderle in definizioni per sentirci al sicuro da idee che possono turbarci, ma così costruiamo la nostra stessa frustrazione.

Idealista, sentimentale? Forse. E' questo che sento, in ogni caso.