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thefunnypeople-it · 9 years
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E’ Capodanno
Un Nino D’angelo in stile Pet Shop Boys.
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Che TUTTI regalino una gioia.
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thefunnypeople-it · 9 years
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So Fresh & So Clean
Qualche mese fa sono stato al festival dello street food napoletano, vicino al mare, e ammetto di averlo trovato pure carino nonostante la baraonda. E fin qui tuttapposto. Solo non riesco a capire questo: cosa manca al festival del Bellaria rispetto a quello ufficializzato dal comune? Il vostro l'avete inventato solo adesso, dopo Real Time. Al Bellaria si ripete da una vita, dai ‘70 probabilmente, e ad oggi riesce ancora a conquistare giovani, forestieri e derelitti. Eppure ufficiosamente resta a zero. E cosa gli manca? Se era questo il problema… beh, parlavate prima.
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I bordi della città spesso celano mostri di cui mai ci saremmo aspettati l'esistenza.
Ogni anno, a Napoli, a cavallo del periodo in cui è possibile riallacciare i rapporti col mare, il So Fresh & So Clean - BELL'ARIA Street Food Festival apre i battenti. La location è Via Miano, quella che dal bosco di Capodimonte porta al quadrivio di Secondigliano. Il borbonico ponte di Bellaria è immerso nella natura, ed è tanto alto da risultare addirittura panoramico. Si, è la San Martino dei poveri.
L'affascinante e storica opera sorvola il Cavone di Miano, “la vallata” per chi è della zona, e affaccia su di un fiume senza nome. Ma la cosa più importante quanto incredibile, è che offre letteralmente SEMPRE fresche temperature. Mi spiego: di solito almeno una decina di gradi al di sotto della media. Quando si toccano i trentacinque gradi, sul ponte di Bellaria ce ne saranno ventisei. Vabbuò? Questa è la sua forza, il fenomeno dell’aria fresca che è si, inspiegabile, ma da vita ad un folklore che fa dimenticare di chiedere spiegazioni al riguardo.
Ho preparato per i componenti del festival delle illustrazioni in stile quattro soldi, in ordine di come li troverete se proverrete da Secondigliano:
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Questo è il So Fresh & So Clean - BELL'ARIA Street Food Festival, dove fa fresco quando ovunque fa caldo e la qualità è… che fa proprio fresco. Credo che chiunque meriti di goderselo, pure una sola volta nella vita. 
Nel caso non lo abbiate ancora capito, ecco dove si trova:
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…vi ho convinti eh?
Massimino
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thefunnypeople-it · 9 years
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Off The Ground with: The PaintBoxer
“Se la vita fosse una lotta darwiniana all’esistenza, basata sulla sopravvivenza del più forte, la boxe sarebbe una virtù, insegnerebbe il modo più giusto per affrontarla, avendo cioè prontezza nell’agire.”
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Con questa massima, quest’omaccione tutto muscoli conferma il vecchio adagio “Mens sana in corpore sano” in quanto lo sforzo che il corpo emette nel eseguire uno sport (qualsiasi esso sia) produce un effetto benefico e di sfogo su tutto il sistema psicofisico.
Noi di TheFunnyPeople che passiamo la vita continuamente in trincea siamo rimasti affascinati dall’arte di questo cristiano soprattutto per modalità di esecuzione dei suoi dipinti.
Infatti, Bart Van Polanen Petel tutta 'sta bravura o 'sta particolarità nel dipingere non c’è l’ha, ma la cosa che lo distingue dal tutto il resto degli artisti è proprio il modo di come imprime la sua anima sulle tele: Le prende a cazzotti.
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E non solo, Mr. PaintBoxer asserisce di sentirsi in perfetta sintonia con gli avi cavernicoli e di avere una certa inclinazione verso tutto quello che la nostra società ci adombra brillantemente con quel codice chiamato senso civico, in quanto l’impossibilità di cacciare fuori l’animale che si cela dietro le membra di ogni esse umano comporta una specie di introspezione negativa dell’esplosione artistica.
L’effetto “sangue e arena” che le sue tele danno al primo approccio ci riporta ad un connubio tra emozioni forti e vibrazioni extrasensoriali, magari influenzate anche dalla stessa modalità di esecuzione che naturalmente ci inoltra in un filone di pensiero rude e dalle sfaccettature medievali, ma sopratutto dal rispetto e dalla nobiltà che questo sport insegna ai propri adepti.
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Il risultato? Una proiezione della sua anima proveniente direttamente dall’inconscio.
Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 9 years
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Il più grande Zappatore
Ho vissuto in America per un bel po' di tempo, e posso riassumerlo tutto in un concetto: è bello essere giovani in un paese straniero, per il fatto che non si finisce mai di imparare cose di cui non si ha la minima idea. Certo, in certi casi un'eccessiva sete di sapere può portare ad un'estrema sazietà di sapere, come è stato per l'Italia ad esempio. Di lei conosco tutto perfettamente e a memoria, sia grazie alla TV che alla scuola elementare. Alla fine è perché ci sono nato. Dell'America invece, conoscevo a stento gli Hot Dog e Tupac, ma mi ci ritrovai in giovane età, accogliendo ben volentieri qualsiasi storia qualcuno avesse da offrirmi. È per questo che ogni tanto qualcuna la riporto qua. Storie di personaggi folkloristici made in US, cosa che faccio pure oggi. Stavolta però, mi allontano da quello che è il mio stile, il mio territorio di storici gangster, droga e kalash, per scrivere di cose assai più quiete. Del primo pioniere naturista della storia: Johnny Appleseed.
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Cioè, uno che prese la capata di attraversare a piedi tutto il Midwest soltanto per piantarci dei meli. La motivazione? Amore. Amore per la vita, per la terra che sentiva sua, per le generazioni future, soprattutto.
John Chapman nacque a Leominster, Massachusetts, nel 1774 (non sapendo di portare il cognome di una futura e preziosa voce di nome Tracey), si avvicinò in giovane età alla religione con tutta la semplicità dei suoi tempi, cercando un vero rapporto tra Dio e se stesso. Per trovarlo, effettivamente, decise di partire verso terre inesplorate, vivendo selvaggiamente e senza mai alcun tipo di lucro. Tipo Into The Wild, insomma. Sua unica missione fu far del bene alla natura, ampliandola. Piantando meli ovunque passasse.
Dormì all'aperto e camminò scalzo, guardò le nuvole e annusò il terreno, accarezzò scoiattoli e lupi indossando come copricapo una pentola, utilizzata pure per la cottura di improvvisati pranzi all'aperto. Si dice che non abbia mai posseduto alcun tipo d'arma, e che pur'incontrando lungo la strada popolazioni selvagge come gli indiani superstiti, ci instaurò un buon rapporto senza saper manco parlare la loro lingua. Forse gli donò delle mele, forse si scopò la figlia orrenda del grande capo.
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Era un pacifista, uno zappatore.
E fu così che trascorse l'intera vita. Morì a Fort Wayne, nell'Indiana, prima di compiere settant'anni, lungo il viaggio di ritorno verso casa. Per quasi cinquanta dei suoi anni gli bastò la terra, non volle altro.
Forse è proprio a questo che dovrebbe servire la figura di Dio, a starsene sereni senza eccedere nel volere. A capire gli sguardi degli animali, i bisogni dell'ambiente. A piantare alberi dove ancora non ce n'è traccia e a vivere felici sotto un cielo così azzurro. Come fece Johnny. Si privò di ogni cosa apparentemente effimera per la pace e per la terra. Per l'acqua. Per l'aria.
Johnny Appleseed resta ancora oggi quello che sarebbe un vero esempio da seguire. Pure se (credo) nonostante tutto, sarebbe giusto fargli sapere che dove una volta fiorivano i suoi meli, ad oggi sorge CHICAGO.
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Massimino
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thefunnypeople-it · 9 years
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Donne e pipì: cosa succede nei bagni dei bar durante il week end
Era un po' che non uscivo di casa, ed un sabato sera dopo essermi ampiamente divertito con un incontro di thai boxe su DMAX, mi sono lasciato andare alla tentazione di andarmene a bere una birra in uno dei punti cruciali del centro storico di Napoli.
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Sappiamo tutti che arrivato ad un certo punto il bisogno di espletare i liquidi in eccesso (specie dopo aver bevuto un po') dal nostro organismo diventa più che reale e si trasforma in un vero e proprio mood (se così lo possiamo chiamare).
Lo scenario diventa apocalittico: La parvenza della fila è simile a quella delle Poste nei primi giorni del mese, le espressioni alticce sono direttamente proporzionali alla dilatazione delle vescica e naturalmente riflettono precisamente la situazione drastica e drammatica dei paesi bassi. Dopo una certa e persistente attesa passata tra il farsi forza l'un l'altro e un ”Posso andare prima io? Ti prego!” finalmente “il peggior bagno della Scozia” (per ricordare Welsh) si libera, e tra la puzza di vomito e di lido, nel frattempo, gli occhi iniziano quasi a lacrimare dalla gioia. Poi d'improvviso la domanda da un milione di dollari che mi sovviene è:
Ma come cazzo fa una ragazza a farla in questo cesso così “il cesso”?
Ebbene, nonostante sarà capitato a tutti noi di vedere almeno una volta nella vita una lady (magari proprio la nostra) dover subire l’urgenza e l’emergenza dell’evacuazione,  ancora oggi l’arcano e la tecnica adoperata (ma sopratutto la coscienza con la quale viene affrontato) questo increscioso evento, non sono stati ancora del tutto svelati. Tutto si rifà allora alla teoria della turca, ma in questo caso il bagno è lurido e a terra ancor di più. Quindi ogni singolo movimento può essere fatale alla brillante riuscita di un semplicissimo week end che può trasformare una semplice azione fisiologica in un Epic Fail da milioni di visualizzazioni. Ma loro... sono furbe. E non ne sanno una più del diavolo ma ben una ceppa in più. Infatti alcune, nel fine, indossano sempre abitini che noi uomini mai avremo il piacere di carpirne né la comodità né la freschezza (per ovvi motivi). Inoltre ognuna porta con se quella fantastica borsetta (la più piccola del mondo) che chiusa probabilmente con della colla, contiene: sigarette, accendino, cellulare, chiavi di casa, droghe leggere varie ed eventuali con annesso kit, rossetti,  trucco e parrucco  ma sopratutto... rullino i tamburi... il must have per eccellenza, quello che le differenzia da noi bestie che a stento ci laviamo le mani: Signori, le SALVIETTINE IMBEVUTE! Elemento di sopravvivenza basico della ragazza che capisce e comprende che la gioia infinita della vita è la “frescura”. E allora dati i presupposti più che favorevoli... in posizione! Gambe larghe, respiro profondo e via che è un piacere. Basta un poco di coraggio ed il liquido va giù. Naturalmente il tutto (meritevole di invidia) senza uno schizzo ne una sbavatura, a differenza di  noi uomini che allaghiamo l'ambiente e noi stessi. Ed è proprio riflettendo su queste cose che nasce il bisogno di ammettere che le donne sono nettamente superiori a noi [cit. On. Volatile] e che ci sanno fare alla grande. Ma sopratutto che mi sono pisciato sulle scarpe per l'ennesima volta.
Con affetto.
Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 9 years
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Reincarnazione: Tutto ciò che c’è da sapere
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Si, proprio tutto. Approfondendo uno studio che da anni porto in testa, sono arrivato alla conclusione che a ragionarci si perde il cervelletto, e che è inutile che vi sforziate a farlo, perché la reincarnazione come tanto altro resta un grande dubbio.
Cioè, chi lo sa? In parte spero sia realmente così, in parte no. Ma di sicuro sono proprio i dubbi a tenerci in vita. Il sapere, la conoscenza. Non è che uno ne fa facilmente a meno. Poi se ne fa a meno d'istinto, vuol dire che appartiene a questa razza qua:
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Andando avanti:
Sono un amante degli animali, e credo che se proprio dovessi rinascere mi piacerebbe succeda in un corpo dei loro, pure se rimarrebbe ugualmente una cosa al quanto dura da affrontare.
Di sicuro una gazzella non paga le bollette, ma un leone alle calcagna forse è un po' più grave del conguaglio dell'Enel. Fatto sta, meglio il rischio di morte al 50% che l'obbligo di pagamento al 100%.
Che poi c'è pure la chance di rinascere in un Bobby, un Rudy, un Max, beh, su questo non ci piove. Cucciolotti di casa, in buone famiglie, col pasto assicurato. In questo caso non è bella la vita ma è bella la bella vita. Si ha ciò che si vuole perdendo quasi la capacità di ragionare. E pure se spesso scopare per questi cuccioli è più dura di quanto non lo sia per la gazzella, forse il gioco vale pienamente la candela.
A rifletterci, la fortuna in quest'attuale vita mi ha dato solo qualche timido bacetto a timbro, non ha mai lasciato che le assaggiassi la lingua, e quindi la paura è: se continuasse così? Già mi vedo rinato in Bolivia, nono figlio di una famiglia affamata che dai tre anni in poi mi costringe al lavoro nei campi, o in Medio Oriente sotto le bombe, o storpio, o cieco, o che ne so, gay. Niente contro di loro, ma il servizio, almeno in questa vita, non m'ispira. So che magari dopo aver vissuto in un corpo napoletano parte della classe operaia un bacio me lo merito, e potrei quindi nascere figlio di un ricchissimo editore newyorkese (sempre che la dea si muova). Un bacio ha più gusto se desiderato per una vita intera.
Le ipotesi sono forse infinite ma, ovvio, io spero il meglio.
Poi se dalla chiusura degli occhi comincerà soltanto il lungo sonno eterno me lo prenderò con garbo, e che vuoi fare? Ma se effettivamente la decisione sarà quella di farmi rinascere in un corpo nuovo, che sia in trota o in delfino, in labrador o in ghepardo, in senzatetto o ereditiere, in bianco o nero, in vietnamita o californiano, avrei una sola richiesta da fare: Che non si perda il mio senso del ritmo. Farò a meno di tutto il resto, ma sono sicuro che pure una trota ha voglia di ballare.
(Alzate il volume)
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Massimino
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thefunnypeople-it · 10 years
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Si, il papa è stato qui
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Parliamoci chiaro,l'articolo sul papa a Napoli era quotato meno dell'1 in Real Madrid-Caivanese,data la rilevanza dell'evento ma soprattutto per il corollario di aneddoti e commenti che si sono scatenati in blog, giornali, riviste e espressioni spicciole di opinione pubblica in generale. Corollario che noi di The Funny People tenteremo di riassumere in uno stringato compendio.
Punto numero uno: se qualcuno si aspettava che il papa passasse benedicendo ciascuno dei presenti dalla sua papamobile, proseguendo a velocità di crociera, mi dispiace ma... ehm... no, mai promessa fu più delusa; la papamobile da vettura del santo padre, è stata adibita a per l'occasione a Batmobile con un supereroe travisato, e momentaneamente in tinta estiva. Indiscrezioni rivelano che dovesse sbrigarsi perché la mensa di Poggioreale aveva già buttato la pasta e si rischiava di trovare tutta la refezione scotta, in un carcere sovraffollato come quello sarebbe stata veramente una figuraccia, non sia mai.
Cosi' sua santità è passato sfrecciando per le strade designate, a velocità designata, agitando le mani con movimenti standard, passando gli incroci, regolati da semafori spenti, a velocità da ritiro della patente, senza pericolo di collisioni dato il blocco di tutta la città; oh ma che volete è venuto il papa.
Punto numero due: se vogliamo, i siparietti sviluppatisi intorno all'avvenimento sono stati molto più folkloristici del “c'a maronn t'accumpagn” diventato motto ufficiale dell'evento, tanto che i maestri presepisti di San Gregorio Armeno, si stanno già attrezzando per l'effigie in terracotta del papa con la vignetta che presenti queste parole. Partiamo dal cardinale Sepe, noto ai napoletani sia per aver sensibilizzato la popolazione sul problema degli infanti che vivono sotto la soglia di povertà, sia per un recente servizio del programma televisivo Le Iene che lo ritrae elusivo, cercare di mascherare la presenza di operai a nero nella curia da lui gestita. Dopo la visita del papa è saltato però agli onori della cronaca, per il suo varietà in occasione della visita del santo padre al Duomo di Napoli, roba di alta classe, con battutine in diletto, assenza di vocali finali nelle parole, in modo da rendere indistinguibile il maschile dal femminile e pause strategiche per gli applausi del pubblico. Dopo la funzione il cardinale è stato contattato da Fiorello per qualche dritta.
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Altro evento simpatico è stata “la consegna della pizza”. Un pizzaiolo di Napoli aspettando il papa a via Caracciolo, ha inseguito la papamobile per consegnare a sua santità una bella pizza al piatto, il papa ha però gentilmente declinato l'invito sostenendo che il pranzo al carcere l'avesse riempito troppo.
Per onestà etica voglio precisare che gli “show” di cui sto parlando (a parte qualche voluta esagerazione), sono facilmente consultabili su YouTube, perché è giustificato che ognuno voglia avere una prova tangibile del suo momento di gloria.
Alla fine della giornata tutti felici e contenti. Il papa ha portato la sua benedizione, il suo messaggio di speranza a questa città perduta, ora si può ricominciare a imbrattare muri e a "mangiarsi" soldi della giunta comunale. Perché religioso, non è più sinonimo di civile da un bel pezzo e un papa rimarrà pur sempre un papa, con un potere troppo oscuro sulle spalle e candore apparente tale da non mostrarsi corruttibile. Chiariamo: non stiamo parlando dell'uomo, stiamo parlando del ruolo.
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La piazza dove è atterrato il papa in elicottero a Scampia, si chiama piazza Giovanni Paolo II, in memoria della visita del precedente papa, unico giorno in cui, a parte lo scorso 21 Marzo, si sono interrotte le più importanti attività lucrative della zona.
E sono passati 20 anni. Fatevi due conti.
On. Volatile
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thefunnypeople-it · 10 years
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STIAMO ROVINATI - Parte 1: La Naturalezza
Non ci crediamo, o meglio ci sforziamo di portare avanti la tesi che unendo le mani e alzando la testa al cielo non incombiamo in nient’altro che nel nulla, eppure l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa e nei momenti di difficoltà di pregare il proprio Dio o Santo che sia per riceverne beneficio spirituale ed attribuirci a fatto compiuto i ringraziamenti.
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La cosa però si fa altamente contorta quando di problemi reali non ve né ombra. In effetti il luogo comune che narra la continua infelicità e la sensazione di incompletezza da parte dell’uomo le sue ragioni ce le ha eccome.
Noi, generazione 2.0  apparteniamo ad una società tendenzialmente materialistica con teorie avantgarde ma con serie difficoltà di divulgazione per quei concetti che stanno alla base del comportamento e dell’educazione che i nostri avi con affetto e tenacia hanno cercato di portare avanti nonostante alcune teorie effettivamente primordiali.
Ma oggi la voglia di essere protagonisti, di emergere, fa da padrona. Cerchiamo sempre di più. Acquistiamo auto, pretendiamo vacanze e lusso, ostentiamo sicurezze e ci perdiamo in presunzioni come se tutto potesse essere alla portata di tutti, come se non vi fosse più differenza tra lo 0 e il 10, come se fossimo invincibili.
Eppure qualcosa non torna… e si, perché nonostante la precarietà o lo sconforto di certi momenti... io avviluppato nelle mie lenzuola ci stavo bene. Quando prendevo l’autobus a mezza notte senza sapere come ritornare a casa avevo il sorriso, quando il lavoro era incerto sapevo che dovevo godermi ogni attimo e quando pioveva… avevo voglia di bagnarmi e di ballarci sotto quella pioggia. Poco ci pensavo al lustro o ad una vacanza, perché passeggiare di notte tra le luci e la poesia con una buona compagnia vale molto di più di una sneakers all’ultimo grido o di una macchina nuova.
Tutto questo potrebbe non avvenire se prendessimo consapevolezza di essere ricercatori di cose già scoperte. Magari se imparassimo  a valutare e a metabolizzare meglio la possibilità di essere quello che siamo invece di cercare di omologarci vivremo la nostra spettacolare  autenticità cosi da privarci dell’unica cosa della quale nessuno ha realmente bisogno, cioè non scendere nel ridicolo paragone con ciò che ci viene servito dai  social network o dai mass media che oramai spazzando via quasi del tutto l’umiltà e la dignità con la quale ci si faceva strada in una vita fatta palesemente di sacrifici e di soddisfazioni ci servono su un piatto d’argento ogni giorno qualcosa che all’apparenza pare uno spiraglio di globalizzazione ma che in realtà non è altro che una manovra per distrarci dalla nostra natura.
Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 10 years
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La Scoperta
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Avete perso lo spirito di applicarvi, e quindi di scoprire? Credo si chiami superficialità, e comporti ignoranza col tempo.
Spiegandomi meglio:
In tanti non avranno aperto la pagina di quest'articolo. Bé, questo è il FATTORE.
Il mio credo, invece, è che non esiste niente di più bello dello scoprire il fondo d'ogni cosa, ma purtroppo sono solo in pochi a volerlo ancora. In pratica il mondo dei social sta riuscendo perfettamente nell'intento di distogliervi da ciò che è importante. Non costa niente capire qualcosa fino alla fine, è una delle poche cose aggratis che la vita ancora offre, e prima che diventi pure questa a pagamento, vi prego, rifletteteci.
Premere il tasto "Leggi Tutto" a quest'articolo (come a qualunque altro) non costa proprio niente, e vi assicuro che non vi farà buttare via tempo, come qualcuno vuole farvi credere. Anzi, la vita è fatta d'imprevisti che vanno anche un po' goduti.
Il "giusto", credo sia tenere gli occhi chiusi davanti alle vetrine. Dove una libreria espone il bestseller, un negozio d'abbigliamento la tendenza, un negozio di dischi Tiziano Ferro. E tutto è ovviamente metaforico (ma anche no). Bé, spero solo che ognuno di voi ad un punto abbia lo spirito di trovare da sé ciò che è soggettivamente bello, senza affidarsi a ciò che secondo la pubblicità dev'esserlo.
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Non offenderti Tiziano, non dico tu non debba piacere. Dico solo che c'è un'infinità d'altro, e tu come chiunque altro, puoi piacere ad un ascoltatore solo a patto che abbia prima ascoltato tutto il resto, e a suo parere, nessuno tra quel resto è arrivato ai tuoi livelli. Ti stai avvilendo eh Tizià?
Provate ad acquistare il disco di uno sconosciuto ad esempio: le fosse non mancheranno di certo; mi è capitato di acquistare cinque dischi e quattro su cinque sono risultati una merda, ma l'altro era della Love Unlimited Orchestra, che fino ad allora non conoscevo se non come "quelli che suonano per Barry White", ma poi mi hanno emozionato tanto, e ve ne accorgerete pure voi.
In conclusione, credo che la vita sia l'unica cosa propria, come manco i figli, che di norma si condividerebbero con un'altra persona. E comunque il discorso di "rendi la tua vita straordinaria", "carpe diem" e tutto il resto, non credo di doverlo menzionare, perché di certo non sto scrivendo io la novità del secolo. Anzi, io parlo di dischi nel 2015, e mi sento già un po' patetico per questo. Ma... un secondo. (Riflessione). Credo di poter andare avanti per ore, ma temo sarebbe tempo sprecato dato che "In tanti non avranno aperto la pagina di quest'articolo. Bé, questo è il FATTORE" sono parole mie. E se tu stai ancora leggendo vuol dire che la pensi uguale a me, non sei un superficiale. Quindi io a chi sto divulgando? (Ulteriore riflessione).
Dunque, ecco trovata la formula per dimostrare che a tentare di divulgare questo pensiero si butta solo via tempo e speranza. Il superficiale non arriverà mai al finale di qualcosa che tenti di farlo riflettere. Un cane che si morde la coda, in pratica. Quasi scienza, o filosofia.
E il premio di consolazione per te che non essendo superficiale hai letto fino alla fine (per non sapere niente che già non sapessi), è un'ulteriore scoperta: Facciamo e faremo sempre parte di una cosa a numero chiuso.
Mamma mia, che tristezza. Un finale tragico per una riflessione.
Almeno il disco era "My Sweet Summer Sweet". Che di più rincuoranti non ne sono mai stati incisi, credo.
Massimino
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thefunnypeople-it · 10 years
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Montecitorio Lucha Libre
13 Febbraio, Venerdì, giusto un mese fa. Torno a casa per pranzo, mi siedo in cucina e accendo la televisione. La voce di Mentana è di un semitono più alta del solito, per un uomo perennemente incinto di nove mesi di sua figlia Neutralità è una cosa strana, così aguzzo l'udito su ”botte da orbi la scorsa notte [...] un'altra multa per la società, e ieri non c'erano le partite!”. Penso io: Tra esponenti di Sel e Pd? Continua Mentana ”Fermi tutti!”. Alzo il volume.
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La cosa si fa interessante.
Salta fuori che durante una seduta parlamentare notturna, si è scatenato il putiferio per la votazione sull'introduzione di una riforma costituzionale, volta al cambiamento del sistema governativo italiano. Turpiloquio da esperti aleggia nell'aria onorevole, un pezzo di merda si alza dai banchi dell'aula prima dei pugni, come nella più classiche delle risse da strada, intanto il M5S urla “Serva!” alla Boldrini e penso che se avessi acceso il televisore solo a questo punto del servizio, mi sarei potuto di nuovo facilmente confondere con una partita di campionato tra Napoli e Verona,con il “Serva!” usato come appellativo più aulico in sostituzione del più famoso “Giuletta è una zoccola”.
Ma a Renzi non importa delle urla da camionisti, delle botte, dei due contusi portati all'ospedale per essersi percossi in un'aula di parlamento. No, a lui non importa nulla, lui va avanti come un treno, perché non può farsi minacciare da Berlusconi e da Grillo, e così dopo varie interruzioni, tra un vaffanculo e un coro da stadio, la prima votazione è passata con una maggioranza da ridere. Piccola digressione su come funzioni la faccenda; in linea di massima la proposta sulla riforma costituzionale deve essere approvata in parlamento due volte da entrambe le camere, e se la seconda volta non si ottiene una maggioranza dei 2\3, si procede allora con un referendum costituzionale, cosa da ridere considerando che se chiedessi a un diciottenne cos'è la costituzione probabilmente mi risponderebbe “I due euro da lasciare al ristorante per le posate e la tovaglia”.
Alla votazione, le opposizioni di Sel, FI e M5S hanno abbandonato l'aula mentre la parte del “vecchio” PD, ha dichiarato che si sarebbe astenuto dal votare.
Ora, anche se siamo d'accordo sul fatto che l'abbandono dell'aula sia un gesto moralmente lodevole, siamo altrettanto d'accordo sul fatto che manchi di ogni tipo di praticità, visto e considerato che dopo l'ultima volta che questo si è verificato, ci siamo fatti 20 anni di dittatura. I Grillini hanno colto per primi la finezza e non hanno tardato a postare una foto di Mussolini con una spilla del PD sulla giacca. Ne appreziamo l'inventiva ma OPS! Scusate, credevo stessimo parlando di un siparietto in un quiz di Paolo Bonolis.
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La nostra carta costituzionale è uno dei documenti democraticamente più evoluti del mondo. È stata scritta in un'Italia massacrata dalla guerra e dalla dittatura, col sangue di persone che hanno creduto nella mia libertà di poter mettere una x su una scheda elettorale, gettando le basi per una democrazia e per una repubblica moderna che non ha attecchito. Io non credo nell'Italia, non ci ho mai creduto, ma non sta scritto da nessuna parte che il documento più sacro del paese in cui vivo venga cambiato da questi goffi lottatori di wrestling, come non sta scritto da nessuna parte che la mia realtà debba essere rappresentata all'estero da questi teatrini disgustosi. Pensate a cosa vedono di voi i vostri colleghi nepalesi, boliviani o kenyoti, miei cari onorevoli.
Parlamentari di paesi del terzo mondo che vi dovrebbero prendere ad esempio, perché espressione della più avanzata democrazia globale, e che si ritrovano invece a fare i conti con attori maldestri e dislessici, vorrei solo che ci fosse il pulsante rosso del telecomando anche durante le sedute a Montecitorio, cosi da poter votare il mio presidente del consiglio oltre al vincitore di Sanremo.
Voi cambiatela la costituzione, azzuffatevi, mettetevi pure la maschera da Pulcinella e ballate la tarantella tra un caffè pagato da noi e l'altro, tanto poi sono problemi di Benigni che dovrà rispiegare di nuovo tutto da capo su Rai 1 in prima serata.
E a proposito di pulsanti rossi e hashtag: 
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#jateafaticà.
On. Volatile
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thefunnypeople-it · 10 years
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Fight Club 2
“Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne… mi chiedo se un'altra donna è veramente la risposta che ci serve.”
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E beh, di citazioni epiche e più, ce ne ha fornite eccome Chuck Palahniuk, che, come diciamo a Napoli, dopo ben 16 anni si è finalmente “spugnato”, o meglio si è deciso a darci un motivo per non lasciarci andare del tutto. Non prima almeno, di sapere che fine ha fatto Tyler.
Sposato con Marla, entrambe annoiati dalla routine, un figlio che dalle prime impressioni assomiglia tutto a suo padre e al suo amico immaginario, una babysitter, dei corsi di sostegno, il caos, le seghe mentali, le paranoie continue, le pillole, Martha Stewardt, "Aaah! Fanculo Martha Stewardt!".
Il secondo capitolo di uno dei più importanti racconti basati sullo sdoppiamento della personalità di un essere umano pieno zeppo di incongruenze caratteriali, empatiche reazioni e sintomatiche depressioni è bello che pronto da un pezzo. La notiziona però è che stavolta l’autore di Soffocare e Gang Bang si è appoggiato alla produzione editoriale Dark Horse Comics, che  sotto la supervisione di Cameron Stewart ce lo servirà sotto forma di comic novel, pulp a tutti gli effetti.
Le prime pagine sono state pubblicate con effetto immediato dalla rivista Playboy, ma noi naturalmente ve le riportiamo qui, in modo da poterle vedere in tutta la loro fantasmagorica bellezza.
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Da non dimenticare il gioco di società preparato ad hoc per promuovere il fumetto, con relative regole/consigli da seguire:
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1. Tirate un dado a 6 facce e avanzate.
2. Seguire i compiti a casa dove viene richiesto.
3. Non importa chi è arrivato primo, Tyler vince.
4. Tyler vince sempre.
Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 10 years
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Due giorni, una notte
Da appassionata della cerimonia di premiazione degli Oscar ogni anno cerco di guardare buona parte dei film candidati in modo da avere un’opinione concreta sulle mie preferenze. Ma non starò qui a discutere su chi ha vinto o su chi avrei voluto vincesse.
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Voglio invece raccontarvi di un film che molto probabilmente passerebbe inosservato, il film belga Due giorni, Una Notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Chi non ha notato l’eleganza e la raffinatezza di Marion Cotillard sul red carpet? Ma in quanti sapevano di cosa trattasse il film che le ha dato la nomination come miglior attrice protagonista?
Marion interpreta Sandra, una giovane donna sposata e con due figli che appena uscita da una forte depressione torna al suo lavoro in una fabbrica di pannelli solari. Ma il proprietario della fabbrica decide che il lavoro di Sandra non è necessario, può essere ridistribuito tra gli altri dipendenti, come era successo durante la sua assenza per malattia. Mette quindi, tutti davanti a una scelta, tenere Sandra oppure ricevere un bonus da mille euro (non è ben chiaro se il bonus sia annuale o una tantum). Durante la prima votazione 12 su 14 dei dipendenti decidono di tenere il bonus, ma Juliette, un’affezionata amica di Sandra, riesce ad ottenere una seconda votazione sostenendo che i colleghi sono stati influenzati o per meglio dire intimiditi dal capostabilimento che vede in Sandra l’anello debole di una catena che altrimenti funzionerebbe perfettamente. Restano due giorni e una notte prima della votazione.
La trama è così semplice da risultare rassicurante, si sa che per il resto del film Sandra dovrà bussare alla porta di ognuno dei suoi colleghi per cercare di convincerlo a votare a suo favore. Ma come fare? Come puoi chiedere a qualcuno di anteporre i tuoi interessi ai suoi?
Certo, i registi fanno una critica nei confronti della società che permette al proprietario dell’azienda di lavarsene le mani, non prendersi le proprie responsabilità e rimettere la decisione nelle mani dei suoi dipendenti. Bisogna infatti  ricordare che il tema del lavoro è molto caro ai fratelli Dardenne (il loro film Rosetta, palma d’oro al festival di Cannes,  è diventato simbolo della lotta al lavoro precario e alla disoccupazione giovanile).
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Ma quello che più mi colpisce, quello che credo sia il senso più profondo del film è il cercare di immedesimarsi. In Sandra che si trova costretta ad elemosinare voti per una questione economica ma forse più per salvarsi dallo scivolare nuovamente nel baratro della depressione, ma soprattutto nei colleghi. La prima cosa che salta in testa è: io cos'avrei scelto? Certo, la questione economica è rilevante. E’ normale che Juliette non batta ciglio nell’aiutare Sandra dato che suo marito ha un buon posto di lavoro. Ma gli altri? C’è chi svolge un doppio lavoro, chi ha i figli all’università, chi ha posto la speranza in quel bonus per una spesa extra.  Allora che fare? Ciò che è moralmente giusto? Ciò che è giusto per la propria famiglia? Lasciarsi o meno influenzare dal rapporto personale?
Affrontare il film con gli stessi patemi di Sandra, con la forza di rivendicare il suo diritto svilita dall’umiliazione. Osservare le diverse reazioni: chi preferisce nascondersi, chi  non può fare a meno di ricordare un gesto di cuore, chi addirittura impone le proprie convinzioni con la violenza.
E’ una continua lotta tra il senso di giustizia, la morale e l’egoismo. Non siamo in grado di decidere in maniera assoluta cosa sia giusto e cosa ingiusto (e di proposito non uso il termine “sbagliato”). Aspettiamo che la fine del film ci dia la risposta.
Non vi dirò, ovviamente, se Sandra riuscirà a convincere i suoi colleghi e a conservare il suo posto, ma la risposta è chiara. La dignità di un uomo vale più di mille euro.
Partenope
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thefunnypeople-it · 10 years
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Off The Ground with: Tomasz Gudzowaty
19 Settembre 1961, nella città di Varsavia nasce quello che sarà destinato a diventare uno dei più blasonati e pluripremiati fotografi contemporanei della storia Polacca: Tomasz Gudzowaty.
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Nipote di un versatile ma poco fortunato fotografo amatoriale impara ben presto a scindere utile e dilettevole, non patendo però, prima qualche sacrificio presso la facoltà di giurisprudenza di Varsavia, dalla quale esce naturalmente vittorioso e consapevole più che mai che la fotografia non può più attendere ulteriori percorsi formativi se non nello specifico della stessa.
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La libertà con la quale i suoi scatti sono composti e il candore con il quale situazioni varie ed eventuali vengono rappresentate, sfidano le leggi della fisica e della gravità, senza contare il mistico concetto di spiritualità che fondendosi al bianco e il nero (proprio basica e standard impostazione della pellicola) si annulla completamente, rendendo il tutto al di sopra di ogni sospetto.
I viaggi iniziano presto, e dalla verace Africa parte la sua sfilza di successi. Infatti, nel cuore della terra immortala dei giovanissimi ghepardi e la loro preda.
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La foto si intitola “Killing their first pray” (un nome un programma insomma), che gli dà lo start verso una serie di photobook sulla natura e sulle sue sfaccettature selvatiche, che con quel tocco grossolano ma postmoderno sottolinea tutto lo splendore e la  semplicità della natura stessa. E siamo ancora nel 1999.
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Il futuro è bello perché nessuno lo conosce dicevano i saggi, e prevederlo è solo una diavoleria. Viaggiando per oltre 100 paesi questo piccolo maestro Zen della fotografia ne raccoglie eccome di premi ed elogi, la sua arte ormai si ramifica in quei settori non visibili ai media, progetti come: lucha libre e gare automobilistiche illegali in Messico, parkour e golf urbano sui tetti di Mumbai, Danza subacquea a Sydney, e dei mistici rituali Naghol a Vanuatu.
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La sua bravura sta nel beccare al momento estenuante di una ricercata ma quasi impossibile posa, la serenità esente di empatia presente giusto nel mezzo, in quell’angolo di spazio al quale potremmo dare il nome di avant-crush nel quale l’espressione umana a cavallo tra due confini spietati come pace e caos trova il giusto equilibrio tra mente e corpo.
E quale non più azzeccato soggetto poteva evidenziare in maniera gargantuesca questo suo dono? Naturalmente Il Tempio Shàolín-sì nei pressi della città cinese LuoYang  ed i suoi inossidabili monaci.
In tutta onestà quando si parla di disciplina orientale mi si accappona la pelle, ma in questo caso sono gli occhi a prendersi gioco di me, quasi da non credere alla pulizia delle situazioni descritte, tanto dal candore con il quale lo scatto racconta l’azione paradossalmente ferma.
Momenti plastici arricchiti da eleganti punti di vista, muscoli tesi ma armonici nel complesso, posizioni assurde immortalate quasi come fossero cose semplicissime da riprodurre ed esplosioni di forza bruta sviluppatasi in strutture fisiche alle quali assolutamente mai attribuiremo gli effetti collaterali causati.
A questo proposito nel rispetto delle arti e delle discipline Shaolinquan sarebbe inutile rendermi prolisso, quindi vi lascio ad una gallery con le più belle immagini rappresentanti questa filosofia Zen.
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Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 10 years
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Una per Wes
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Anche se a causa della cultura hipster, dei filtri di Instagram e di tutte le stronzate che ci girano attorno è diventato più mainstream dei cinepanettoni che in Italia tengono a bada gli idioti, a noi Wes Anderson piace ancora. Forse perché ci piaceva già quando la cultura hipster, i filtri di Instagram e tutte le stronzate che ci girano attorno non erano nate, essendo da sempre amanti del buon cinema.
[Se non avete mai sentito parlare di lui ci sono due spiegazioni: 1 - Non v’interessa affatto il cinema. 2 - (Ci dispiace, ma) State proprio ROVINATI. Se vi va di risolvere, potete leggere quest’articolo di On. Volatile che parla del suo ultimo film. Quello che dopo tanti premi, gli farà agguantare pure qualche Oscar.]
In un paese indefinito dell’Europa dell’Est, durante la seconda guerra mondiale, in un hotel di lusso dalle caratteristiche fiabesche, un giovane ragazzo viene preso a servizio e educato dal concierge della struttura. L’uomo, amante piacente ed esteta impeccabile, si districa tra le numerose amanti con maestria sovrannaturale, fin quando una di loro, prima di essere assassinata, fa testamento a suo favore. Troppo per un umile portiere d’albergo, cosa inaccettabile per i discendenti diretti, che cercano in tutti i modi di ostacolare le volontà della madre con omicidi, minacce e siparietti tragicomici al limite del grottesco.
Questo è Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, film prodotto con 23 milioni di dollari e che ne ha incassati più del doppio. Candidato a nove premi Oscar tra cui “miglior regia” e “miglior sceneggiatura originale” a Wes Anderson e “miglior film” a Wes Anderson, Scott Rudin, Steven Rales e Jeremy Dawson.
Il film è organizzato su tre filoni: un rifugiato politico, giovane e innamorato follemente di una ragazza con una voglia a forma di Messico sulla guancia, un bohémien di mezza età, incapace di invecchiare e imprigionato nelle buone maniere, risultando spesso ilare e un contesto noir in cui i due si divincolano con un self control falso come il truciolato spacciato per legno. Intrecciate i tre filoni e otterrete il film. Ammesso che abbiate la bravura stilistica per non risultare noiosi a chiunque lo abbia guardato.
Cosa rimane alla fine? Rimane il ragazzo innamorato, ormai invecchiato, voglioso di raccontare la sua storia. Di tramandare le sue esperienze senza nessun obbiettivo secondario, solo per quella spontanea volontà (che colpisce tutti di tanto in tanto), di diffondere per osmosi il proprio vissuto. Rimane la critica alla guerra, mai affrontata spudoratamente, ma sempre con un velato disgusto. Senza citare direttamente il nazismo, ma esaltandone solo gli aspetti più contraddittori e violenti, in modo da far pensare al pubblico “Ma è ovvio”. Rimane l’affetto per quello che ha vissuto, più prezioso di una rendita a vita: l’atmosfera evanescente di un’avventura di gioventù.
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Anderson continua a non smentire con le sue atmosfere semi-sovrannaturali dal contorno di finto pathos e con la sua simmetrica fotografia dalle pennellate di colori ultra-studiati che gli conferiscono un tratto distintivo. Il regista ormai 45enne, ma dal patto col diavolo sempre valido, torna nelle sale con i suoi capelli lunghi e la sua aria da sociopatico sorridente con un film che rimbomba come un urlo in una stanza non ammobiliata, usando il suo periodo di assenza cinematografica di due anni come cassa di risonanza. Zio Wes stavolta inventa una storia briosa e vivace, facendo si, i conti con temi affrontati in passato, ma accantonando comunque i fantasmi di altri suoi vecchi film. Le disastrose dinamiche familiari, e gli strascichi drammatici de Il treno per il Darjeeling o de I Tenenbaum, rimangono ora indietro facendo l’autostop.
“La risata è l’uscita dell’uomo dal suo automatismo psichico” scriveva Bergson. Grand Budapest Hotel non è un film comico, ma lascia un lungo sorriso come eredità.
Io mi alzerò ad applaudire la premiazione. Voi?
On. Volatile
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thefunnypeople-it · 10 years
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La Prova del 9
Armstrong per me resta Louis.
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Quello di "Stardust". Quello di "Potato Head Blues". Quello di "Ella & Louis". 
Vabbé, quello della canzone di Io speriamo che me la cavo (Se non siete delle mie parti "What a Wonderful World"). Musica indimenticabile, che ho ascoltato con amore fin da bambino.
Ma Armstrong è pure quello che ha passeggiato sulla LUNA: Neil. O meglio, che avrebbe dovuto passeggiarci.
Nonostante il filmato (che c'è, l'abbiamo visto tutti), ho sempre fatto parte della schiera dei non credenti senza un valido motivo. Il mio pensiero è sempre stato tentennante riguardo ai saltelli e alla bandierina piazzata da Armstrong sulla Luna; e non perché gli si vede la doppia ombra (che magari sulla Luna si vede, io che ne so), ma perché il mio istinto così mi ha sempre detto. Arrivare lassù mi suona ancora oggi come una cosa un po' colossale. Nel senso: fatevi bastare gli iPhone e STOP. Figuriamoci nel '69. Sono sempre stato per la scuola dei diffidenti, dei realisti, dei pessimisti. O come vogliate definirli.
Il bello è che, ora che Armstrong è morto, ho trovato il filmato che costringe chiunque a pensarla uguale a me e a chi come me, ha sempre diffidato. Definiamola La prova del 9, e che tutti i fiumi sfocino in un mare di nome Unisono: Armstrong sulla luna non c'è mai stato. E basta.
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Oh, il bastardo non giura. La sua faccia in questo frame dice tutto:
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In un secondo: "Perché mi si presenta l'inferno proprio mo che c'ho ottant'anni? Mi resta così poco da vivere. Cazzo, e pensare che me l'ero cavata benissimo fino ad ora. Eppure sono stato ciò che sono stato, per il mondo intero. Dovrei giurare, dovrei farlo e mantenere la mia posizione almeno per dovere. Basta, lo faccio! Ma no, no. Non adesso. Uh Gesù, giornalista mio, non potevi schiantarti in un guardrail dell'autostrada venendo qui? Dio, fa che venga un infarto ad uno dei due. A lui, a me, non ha importanza. Ma subito. Subito, merda."
Termina realizzando da sé che tipo di faccia estraniava.
Comunque niente da fare, al cognome Armstrong io preferisco associare sempre una tromba acuta e una voce ottusa. Sulla Luna verrà il tempo in cui ci saliremo per passeggiarci, ma una cosa come Louis Armstrong non la vedremo più di sicuro.
Ed oltre al fatto che sulla Luna ne sapeva più lui che Neil, era REALE. Potrò giurarlo io su una bibbia se me la porgerete.
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Massimino
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thefunnypeople-it · 10 years
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Sposa il tuo Cucciolo
Vuoi unirti in matrimonio ma credi che gli animali siano meglio dei cristiani? Sono anni che pensi “Quasi quasi mi sposo Rudy?” bene! Adesso puoi farlo grazie ad un sito che ho scovato.
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Dopo l’ennesimo San Valentino passato da solo, mi domandavo che fine farò un domani, quando all’improvviso, girando in rete, ho beccato Marry Your Pet.
All’inizio ero un po’ scettico, ma poi mi sono reso conto che non scherzavano affatto. Da oggi puoi davvero sposare il tuo animale domestico legalmente, ed è tutto direttamente proporzionale alle proprie possibilità. Infatti se stai fremendo, con la modica cifra di 35€ puoi mettere il velo al tuo Fuffy e ricevere una bella t-shirt con la scritta "i married my pet" senza dover acquistare una casa o fittare un ristorante al volo, indebitandoti fino al collo come faresti con un essere umano. Se sei un inguaribile romantico invece, puoi scegliere la forma Luxury, che nel pacchetto da 200€ comprende: maglietta ("i married my pet"), targa decorata a mano da appendere al muro, ma soprattutto un bel certificato di matrimonio da sventolare davanti ai tuoi genitori. Nel caso ti credessero un inguaribile immaturo che non prende la sua strada. Poi se proprio non te la senti di unirti ad un animale, puoi sempre regalare a qualcuno dei tuoi amici o parenti un matrimonio da favola con il proprio pet grazie alla formula gift card.
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(Mangli Munda sposando Sheru ha sconfitto il malocchio)
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(Barbarella Buchner, Spider e Lugosi. Dieci anni di pura felicità)
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(Aparecido Castaldo. Il brasiliano che scelse Carmella alle miriadi di milf presenti sul territorio carioca)
Il Monorchio
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thefunnypeople-it · 10 years
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La Mesàta #2 - San Valentino
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(CLICCA QUI per riprodurre Think Pink)
La nostra compilation di San Valentino incita al pensare in rosa.
Non vuol dire affatto che è indirizzata esclusivamente alle donne o ai sensibili. Anzi, cerca di donare serenità a chi di solito pensa in nero. La vita d'ogni giorno strapazza e stressa continuamente, lo sappiamo, la viviamo tutti. Questa è la musica adatta a lasciarsi andare, a partire verso un posto dove essere in due è tutto.
Per chi sta assieme da sempre, per chi riscopre la passione o per chi ha appena cominciato una storia. Attaccate il telefono all'AUTORADIO e tenetevi la mano fino a destinazione. Siate felici in due.
Massimino
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