#voglio fare la vita come vasco
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Tu vo fa l'americano
IO VOGLIO MORIRE DA ITALIANO
I’m glad for maneskin’s international success, I am. but… they are singing…. in english (disgusted, judgemental)
#voglio fare la vita come vasco#stringere la mano a Celentano#(azzurro)#made in italy#rosa chemical#my man
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“Ti piace che sono perverso e non mi giudichi. Se metterò il rossetto in ufficio lunedì. Da due passiamo a tre, più siamo e meglio è Ci dicono di no E adesso ci lasciate fare il sesso (made in Italy), L’amore (made in Italy), il sogno (made in Italy), la storia (made in Italy). Sono un bravo cristiano ma non sono cristiano. Tu vuo’ fa’ l’americano Io voglio morire da italiano. Io voglio una vita come Vasco. Stringere la mano a Celentano. Ti voglio nuda col calzino bianco. L’uomo vitruviano, io sono il tuo Leonardo.”
“You like that I am perverted and you do not judge me. If on Monday I'll wear lipstick at the office, we go from two to three . The more the merrier. They tell us no (Anyways). Now, let us make the sex (Made in Italy), the love (Made in Italy), the dream (Made in Italy), the history (Made in Italy). I am a good christian but, Iam not a christian. You want to be American I wanna die as an Italian. I want a life like Vasco's (A flower). Shake hands with Celentano (Azzurro). I want you naked wearing a white socks. The Vitruvian Man, I am your Leonardo.”
@monsterhigh-cb @musiclovermino this is your man-
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6 mesi amore mio.
Metà anno.
Insieme.
6 mesi che sono innamorata persa,di te.
Pensavo che non sarebbe durata. Pensavo fosse una cotta passeggera. Non avrei mai pensato che potessi diventare qualcuno di importante nella mia vita, e invece... guarda qua, adesso sei tutta la mia vita.
....in questi mesi ho scoperto,ogni giorno, quello che sono sicura di volere..
Io voglio te: il mio fidanzato che mi prende per il culo quando mi chiama biscottina ahahahah sii è bellissimo quando mi prendi per culo.. (solo tu puoi farlo e nn mi arrabbio)
Minuto dopo minuto,ora dopo ora,voglio te ogni giorno della mia vita.
Grazie. Per tutto.
Grazie del solo fatto di esistere; grazie per tutte le cose che fai per me.
Può sembrare strano,stupido.. ma mi manchi anche dopo poche ore che ci siamo visti, perché con te mi sento al sicuro. Non potrei vivere senza i tuoi abbracci, senza i tuoi baci, senza i tuoi messaggi. Non potrei vivere senza te.
Ormai sono sei mesi, e mi conosci benissimo, sai tutto di me.. e sai anche che sono lunatica, sclerata e tutte le altre cose... e per questo ti chiedo scusa.
Sai che ti amo.
Ti amo per tutto quello che fai per me.
Ti amo perché mi fai stare bene.
Ti amo perché tu sei capace di farmi cambiare umore da un momento all'altro. Ti amo perché mi sopporti e nonostante tutto resti e non te ne vai.
Ti amo perché sei tu.
Ti amo perché sono quel "buongiorno amore mio" ,
quel "Buonanotte amore mio ",
quel "mi manchi",
quel "ti amo",
e semplicemente tutte le volte che mi chiami, che mi aiutano ad andare avanti ogni giorno e farmi stare bene.
Tu. Ahaha. Solo che se ti penso mi viene da ridere e sono felice. Il mio cuoricino. Tu sei qualcosa di speciale.
Se ti amo, se mi piaci, e se sono pazza di te.. è solo colpa tua.. mi hai tipo stregato.. non so ;) sei troppo bello..
Sei ancora meglio della cioccolata calda,dell'estate,del mare, della spiaggia, ,dell'estathe al limone,della coca-cola, della Nutella, della pizza, delle patatine.. insomma, sei meglio di tutto.
Comunque.. Ti prometto che quando litigheremo,perché litigheremo, ti dirò tante cose che sicuramente non penso e giuro che l'unica cosa che in quel momento vorrò fare sarà baciarti e abbracciarti; e dirti che ti amo.
Ti prometto anche che io resto.
Si! Perché ci credo nella nostra storia..
Tu tante cose belle messe insieme;
Io tanti disastri messi insieme;
Quindi io direi che ci completiamo.
Voglio incasinarti la vita nel modo più bello e dolce possibile.
..Eh come siamo stati insieme questi 6 mesi stiamo insieme anche altri 6 ecc....
6 mesi stupendi. Grazie ancora cuoricino mio ❤️❤️❤️❤️❤️❤️ Ti amo tantissimo amore ❤️
AUGURI A NOI ❤️❤️❤️
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Le 18 lettere
SB aveva un modo unico di farmi sentire speciale e il suo sguardo mi stregava. No, non era perfetto, e se è vero che io l’ho mollato per E., è anche vero che lui si è sempre vendicato. Eravamo giovani e sciocchi, e il nostro amore era un tumulto di emozioni che spesso sfociavano in risate e litigi. Ma il destino aveva altri piani per noi e la nostra storia.
Ricordo una volta che finita la serata ci fermiamo sotto casa sua e lui, risentito per la mia indecisione, prima di accompagnarmi decide di farsi un porro.. si un porro! E mentre lui si girava la canna a me iniziano a girarmi le palle. No le canne no dai! non sopporto di stare con uno che si fa.. anche perché ero reduce da una relazione con E. che era tossico di brutto.
Insomma lui si stona come una capra tibetana (che poi non so mica se le capre tibetane si stonano) e dopo una mezz'ora di tentativi vani di farlo svegliare capisco che ho solo una alternativa: andare a casa, a piedi, da sola anche se è mezzanotte passata e mi devo fare un bel pezzo di strada con i tacchi, cavolo.!!!
Inutile dire che dopo questa serata indimenticabile sono talmente incazzata che non lo voglio vedere per un po’. Ed ecco che riappare E. che mi convince a rimettermi con lui; avete presente “pensavo fosse amore ma era un calesse?” ebbene non era neanche l’ombra di un calesse tottu arrogau.
Non impiego molto a decidere quindi di mollare il calesse e ricercare SB, che mi mancava da morire, ma lui per tutta risposta mi scrive l’ultima lettera dove, stufo dei miei tira e molla, mi dice ADDIO.
“Non posso aspettarti in eterno, non cercarmi più”
La nostra relazione è qualche cosa di diverso non è per niente amore e non è forse neanche sesso
Mentre leggo la sua ultima lettera le note di Vasco si diffondono nella stanza.. Ecco peggio di così. LUI mi ha cannato (sempre a proposito di canne) con un addio completo di colonna sonora.
Così col tempo il ricordo sbiadisce insieme alle 18 lettere ma non si cancella mai del tutto e ogni volta che sento quella canzone il pensiero va a lui con un po’ di rimpianto.
ci limitiamo a vivere dentro nello stesso letto un po' per abitudine o forse un po' anche per dispetto
Oggi, mentre il passato riaffiora nella mia mente, mi chiedo cosa sia stato di Sb. Sarà diventato un uomo risoluto e forte, o forse avrà lasciato che il tempo plasmasse la sua vita in modi inaspettati?
La curiosità mi spinge a cercare notizie su di lui, e tra le pieghe della memoria ritorno a quel concerto di Vasco, quando mano nella mano cantavamo a squarciagola pur consapevoli di quanto entrambi fossimo stonati.
“Ogni volta che mi capiterà di vedere il bastione ti penserò” - “quella panchina.. la nostra panchina”.
Chissà se anche lui, come me, riflette sul passato e si domanda cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte diverse.
E mentre mi faccio una scorpacciata di Vasco pensando a SB ricevo un messaggio anonimo “forse mi ricordo.. 500 bianca?”
Tum Tum Tum il mio cuore inizia a correre, sia chiaro che è l’unica parte del mio corpo che corre eh. Impaziente vado a sfogliare tra le foto del suo profilo e Zac… è lui SB.
Ecco sto per morire, lo sento, ho il cuore in fibrillazione, non so se sopravviverò, mi sento come quel lontano giorno di 30 anni fa quando in quella panchina iniziò la nostra storia.
Rispondo subito senza pensarci mentre il cuore batte all'impazzata, con un mix di emozioni contrastanti; è come un flashback di ricordi e sensazioni, ma stavolta non c'è spazio per i drammi passati. Ci limitiamo a ridere di quanto la vita possa essere strana e imprevedibile.
Il messaggio anonimo che riporta alla memoria il nostro vecchio codice segreto "500 bianca" è come una chiave che apre la porta di un capitolo dimenticato della mia vita. SB è tornato e ha portato con sé un vento di cambiamento.
Rido pensando a quanto la vita possa riservare colpi di scena. SB è tornato nella mia vita dopo più di tre decenni, e chissà se questa volta saremo pronti per un lieto fine.
La situazione è così assurda che non posso fare a meno di ridere da sola, immaginando il faccione offeso di CC., che in fondo spera nella mia disfatta amorosa per avere una chance nel mio cuore, e quello incredulo di PP che mi vorrebbe ma senza troppo entusiasmo, nel vedere la mia improvvisa scomparsa dalla loro vita caotica.
E così, tra risate, canzoni di Vasco e incontri improbabili, la mia vita prende una piega inaspettata. Quello con SB si rivela essere un viaggio attraverso il tempo, un ritorno a quei giorni giovani e sciocchi in cui tutto sembrava possibile.
SB ride come se il tempo non avesse mai separato i nostri destini. Chiacchieriamo, ridiamo di quanto siamo cambiati e di quanto sia folle tutto questo e che forse la vita ha un modo strano e divertente di mettere in ordine le cose, o forse per incasinarle del tutto.
Si perché lui non vive più qui e potrà venire per qualche giorno solo a maggio, 158 giorni ci separano oltre che il mare, e mentre iniziamo a fare il conto alla rovescia (parliamo di 3 cifre eh) ci accontentiamo di lunghe telefonate e chat.
La risata contagiosa di SB riempie l'aria, e ci godiamo il presente aspettando maggio senza preoccuparci del futuro incerto.
La cosa assurda è che per certi versi è come se non ci fossimo mai lasciati, i nostri discorsi sono un proseguo di quelli fatti 30 anni fa e ridiamo per mille cazzate. Una sera in particolare abbiamo discusso per 2 ore per poi accorgerci che stavamo parlando semplicemente di ciabatte.
Chi l'avrebbe mai detto che una storia di tira e molla, porri stonati e calessi rotti potesse trasformarsi in una corsa romantica? Ma è così che la vita gioca i suoi scherzi, e io, con il cuore ancora in corsa, mi godo ogni istante di questa avventura unica aspettando Maggio mentre rileggo le sue bellissime 18 lettere.
Consuelo
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23 set 2023 18:50
"ORMAI OGNI GIORNO CHE VIENE È UN GIORNO IN PIÙ RISPETTO A QUELLO CHE IMMAGINAVO. HO FATTO UNA VITA DELLA MADONNA” – VASCO AL MASSIMO! LA BOMBASTICA INTERVISTA AL ROCKER DI ZONCA PRIMA DELLA SERIE NETFLIX “IL SUPERVISSUTO” – “LA COSA PIÙ DIFFICILE È STATO SMETTERE CON LE ANFETAMINE. L’EROINA NON L’HO MAI TOCCATA. HO DOVUTO COMBATTERE CON L’IMMAGINE CHE LA GENTE HA DI ME. QUANDO FACEVO IL DISCORSO SULLE DROGHE AI MIEI FIGLI RIDEVANO: “PAPÀ, TU SEI VASCO ROSSI!” – L’INCONTRO CON LA MOGLIE LAURA NELL’86: “MI PRESE A INSULTI. C’ERA UN’ATTRAZIONE PAZZESCA A LIVELLO SESSUALE" - I FIGLI, I LIBRI BUDDISTI, I VIZI E LO “SLURP” SOTTO LA FOTO DI VICTORIA DE ANGELIS POSTATA DA “DAGOCAFONAL”… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Luca Valtorta per “il Venerdì – la Repubblica”
Bologna. Avvertenza per i lettori e le lettrici. Quella che vedete nella foto sotto non è casa Rossi. A casa sua e di sua moglie Laura Schmidt, a Bologna, Vasco non ci ha neanche voluto far avvicinare. Lì il lavoro (e questa intervista è lavoro) non entra. […]
Alla fine con Vasco ci incontriamo per l’intervista in un caldissimo pomeriggio della settimana scorsa nel suo studio, sempre a Bologna, un ufficio essenziale che non si concede lussi inutili. Come è lui. Insieme a noi c’è tutto il gruppone di Netflix che ha curato la docuserie in cinque episodi che sarà disponibile in streaming dal 27 settembre. Si intitola Il supervissuto, sottotitolo Voglio una vita come la mia, ed è probabilmente l’opera più completa mai realizzata per raccontare la vita di un personaggio unico, in cui ancora oggi si riconoscono diverse generazioni di italiani. Peraltro è anche l’opera in cui, per la prima volta, parlano la moglie di Vasco e il loro figlio Luca. […]
Partiamo dall’inizio. Come è nato il tuo rapporto con Laura?
«La Laura la conosco dall’estate dell’86 quando Massimino Riva una sera arriva a casa mia a Riccione portando con sé queste tre ragazze molto carine ma completamente fuori di testa, con delle minigonne della madonna. Una di queste quando mi vede mi riconosce: “Ah ma tu sei Vasco Rossi, il cantante”. L’altra pure mi guarda un po’ imbambolata. La terza, che per me era la più carina, comincia ad insultarmi: “Ma chi ti credi di essere? Cosa me ne frega a me se sei un cantante...”. […] Quell’angioletto biondo era la Laura. Ai tempi aveva 17 anni. Ma forse è meglio dire 18».
E fu lì che nacque l’amore?
«Continuavo a pensarci. Sei mesi dopo dico a Massimo, che si era fidanzato con una delle tre, la Valeria: “Perché non inviti quella stronzetta amica sua?”».
Ti ha insultato di nuovo?
«No. Lì è scoccato l’amore, amore totale. E un’attrazione pazzesca a livello sessuale: aveva delle gambe fantastiche. E un culo fantastico – ma oggi mi sa che non si può più dire: ogni volta che si voltava per prendere il vino io restavo lì, allibito. Abitava ancora a Milano».
I suoi genitori, contenti?
«Felici! Una sera la porto a casa alle due di notte in taxi e vedo un signore che si avvicina. Pensavo volesse prendere il taxi e faccio per dirgli che serviva ancora a me, invece incazzatissimo mi fa: “Come ti permetti di portare a casa mia figlia a quest’ora? Non farti più vedere e non chiamarla mai più!”».
E tu?
«L’ho chiamata il giorno dopo. Diciamo che l’ho presa e l’ho portata via. Ti prendo e ti porto via, la canzone, è ispirata da lei, dalla Laura. Dopo poco è venuta a vivere con me qui a Bologna. Mi ricordo che doveva fare l’esame di maturità: aveva il tema. E io la sera prima l’ho portata a Parigi perché facevo un concerto per Sos Racisme».
[…] Rapporto intenso?
«Intensissimo. Ci amavamo, litigavamo, ci menavamo. Ogni tanto facevamo a botte ma era lei che menava più forte. È così ancora oggi, quando la vedo mi mette subito allegria. Poi magari la vorrei strozzare. È come una gatta, di quelle che se ne stanno per conto loro, che se provi a fargli qualcosa, anche di carino, ti tirano fuori gli artigli. Nell’87 l’ho portata con me in tour. Mi ha fatto diventare matto, alla fine le ho dovuto dire che non la volevo lì con me. Ero lì per lavorare, mica in vacanza. Non volevo una Yoko Ono che influenzasse la mia avventura artistica».
E come si è risolto il problema?
«Che lei si è cercata la sua strada: si è iscritta a Scienze politiche, poi faceva la ragazza immagine alle fiere. Finché un giorno la chiamo: “Ma dove sei?”. E lei: “Sssh, devo parlare piano che sono qui in un appostamento”. Era andata da Tom Ponzi e si era messa a fare l’investigatrice privata! L’ho convinta a mollare e allora a quel punto ha deciso che voleva fare la ballerina. E lì ho avuto un’idea: le ho detto che il contratto glielo avrei fatto io, regolare, con stipendio. Poi a poco a poco le cose sono cambiate perché abbiamo deciso di fare un’altra scommessa».
Cioè?
«La cosa più spericolata e trasgressiva per due come noi: quella di mettere su famiglia. Lei voleva un figlio e a quel punto anch’io perché ero stanco di vivere in uno Stupido hotel, come dico in una canzone – le mie canzoni raccontano tutto, anche se magari poi uno ci può vedere dentro quello che vuole: da allora si può dire che tutte le canzoni che ho fatto sono state ispirate dalla Laura.Tranne una».
Ah sì? Quale?
«Laura, quella che dice “Laura aspetta un figlio per Natale/ Laura aspetta un figlio per errore”».
[…]
Com’è che alla fine vi siete sposati, ormai più di dieci anni fa?
«Abbiamo fatto un patto di sangue, lo dico scherzando ma è una cosa seria. Quando ero ammalato, abbiamo deciso di sposarci per garantirci un futuro senza problemi burocratici. Non volevamo che il matrimonio fosse il contrario della libertà, dell’essersi scelti. Del resto io non l’ho mai tradita».
Dici davvero?
«Mai. Con la testa mai: secondo me il tradimento è solo quello. Da quando l’ho conosciuta ho amato solo lei. Ci rispettiamo. Non ci controlliamo. Non vado a guardare nella sua borsa. Non vogliamo giocare a poker perché quando poi uno vuole andare a vedere, si sa, può anche perdere. Insieme abbiamo costruito un progetto e insieme lo difendiamo. Anche da noi stessi».
[…]
Sei un “supervissuto”, come dice il titolo della serie. Ma in che senso?
«Ho avuto dei momenti di crisi tremendi. Non che io oggi voglia morire, però sinceramente ho già vissuto parecchio per i miei gusti e per quello che pensavo. Anche adesso ogni giorno che viene è un giorno in più rispetto a quello che immaginavo. Non pensavo di arrivare a 60 anni, adesso addirittura 70. Ormai potrei andare che son già molto contento (ride): dovesse succedere fate una bella festa, tutti, perché ho fatto una vita della madonna, ho vinto tutte le sfide, ho frequentato tutti i limiti che volevo frequentare. Mi piace frequentare i limiti delle cose».
Dici che la cosa più difficile è stato smettere con le anfetamine.
«Ho dormito per quasi sei mesi, ho passato tutto l’inverno a letto a Zocca, guardando la tv. Mi sono disintossicato, da solo, in casa, ma la dipendenza psicologica è durata anni. Però ci tengo a dire una cosa: io l’eroina non l’ho mai toccata. E infatti sono ancora qua a raccontarlo. […]Non solo non l’ho mai toccata, ma ho sempre detto a tutti i miei amici di non farlo – perché non si può scherzare con quella cosa lì. Massimo (Riva, ndr) finché ha vissuto con me non ne ha mai fatto uso: quando se n’è andato per conto suo ha trovato una specie di corte dei miracoli, degli sfigati di turno. Lì ha iniziato e non ha più smesso. Ai miei figli queste cose gliele ho spiegate bene sempre. Il primo è stato Davide. Quando andavo a Roma e gli facevo il discorso sulle droghe, lui mi guardava e rideva. “Cazzo ridi?”. E lui: “Papà, tu sei Vasco Rossi!”. Ho dovuto combattere anche con l’immagine che aveva di me. Intanto non era vera, e poi proprio perché avendo fatto degli errori a maggior ragione potevo spiegargli meglio di chiunque altro come evitarli. […]».
[…]
Oggi com’è una giornata tipo del signor Rossi?
«Mi sveglio la mattina alle 9, faccio colazione e poi due ore di palestra o allenamento. Mi piace la cyclette perché pedalo leggendo, magari certi libri che alla sera non capisco tanto, mentre al mattino si capisce tutto. Poi faccio stretching. E ora ho inserito anche venti minuti di meditazione. Ho letto questo Jon Kabat-Zinn, un suo libro che si intitola Riprendere i sensi, mi sembrava una roba da fricchettoni e poi invece quando ho cominciato a leggerlo mi ha veramente incuriosito perché i suoi erano consigli pratici. E così ho iniziato a fare questa meditazione basata sulla respirazione prima dei concerti. Anche se non la capivo, mi aiutava perché concentrandomi sul respiro non pensavo alla paura di salire sul palco. Non sono buddhista, ma questa cosa dello spegnersi del pensiero mi affascina. Un po’ l’avevo scritta in Buoni o cattivi: “Si può spegnere ogni tanto il pensiero/ smettere almeno di crederci per davvero”. […]».
Niente vita mondana: tua moglie non si lamenta?
«Lei è un orso peggio di me. Anche a casa non entra nessuno, mica solo il Venerdì! Invito un paio di amici a cena: dopo il primo lei aveva preparato dei bastoncini Findus. E non avevano ancora finito di mangiare che era già di là a preparare il caffè. Li voleva mandare a casa! (ride). Perciò di solito gli unici che vengono ogni tanto sono i parenti».
[…]
Sembra che non ci sia un perché neppure in tante cose che succedono oggi in Italia o nel mondo no?
«Guardavo dei documentari su Mussolini e mi chiedevo: ma come facevano a credere a uno del genere? Però anche allora c’erano quelli che si rendevano conto che era un balordo. Ma erano pochi. Stessa cosa oggi. E, ti dico, non credevo di arrivare a vivere un’esperienza del genere. Non è fascismo quello di oggi, è il nuovo, è fascismo 2.0. Oggi sono tutti innamorati della Meloni, quasi lo sono anch’io (ride). Come diceva Gadda, ai tempi tutte le Vispe Terese erano innamorate di Mussolini. Insomma non impariamo mai».
[…]
Nei tuoi concerti a un certo punto inizi a gridare una cosa come “Fanculo la guerra”. Sei stato praticamente l’unico, insieme forse ai Maneskin. A proposito li hai poi incontrati? So che ti piacevano… Il New York Times ha scritto che stanno insegnando il rock agli americani che se lo erano dimenticato.
«È vero, ormai era quasi tutto rap. Loro sono bravi, belli, bella lei...».
Sui social si sono lamentati perché sotto una foto di Victoria hai scritto “Slurp”.
«Abbiamo appena fatto una maglietta con scritto “Slurp” (ride). L’ho anche messa all’ultimo concerto perché è troppo bella!».
Qualche vizio ce l’hai ancora allora.
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Bari, presentata la XIII edizione del Premio Mimmo Bucci
Bari, presentata la XIII edizione del Premio Mimmo Bucci. È stata presentata questa mattina, a Palazzo di Città, la XIII edizione del Premio Mimmo Bucci - Festival Nazionale della musica emergente, la cui serata conclusiva si terrà il 4 febbraio prossimo alle ore 20 al teatro Petruzzelli. All’incontro con la stampa hanno partecipato l’assessora comunale alle Culture Ines Pierucci, i genitori di Mimmo, Franca e Antonio Bucci, il direttore artistico del festival Antonello Vannucci e il presidente della giuria di valutazione Pasquale Trentatré. L’iniziativa, nata per ricordare Mimmo Bucci, frontman del gruppo “La combriccola di Vasco” travolto e ucciso da una moto pirata sul lungomare di Bari la notte del 15 maggio 2007, ha l’obiettivo di dare spazio e voce ai giovani musicisti, e allo stesso tempo di offrire loro un’occasione per emergere nel panorama musicale nazionale. I finalisti della XIII edizione sono: Nathalie che si esibirà con “Brividi di vita”, Azy Rey con “Converse”, Be Clayre con “High for free/paura”, Metaverso con “Il bersaglio delle tue debolezze”, Alic’è con “Sigaretta” e Michela e Massimo con “Tormento”. Condurranno la serata il presentatore Mauro Pulpito e la giornalista e conduttrice di RadioNorba Stefania Losito. “Siamo particolarmente lieti di presentare la tredicesima edizione di questo premio che ricorda una figura molto importante per la città, Mimmo Bucci, un ragazzo che credeva tantissimo nel potere della musica e nelle innovazioni musicali - ha esordito Ines Pierucci -. Sono sicura che, se oggi fosse qui, Mimmo avrebbe cavalcato le nuove tecnologie, visto che già allora mostrava grande interesse per le evoluzioni digitali. Ma questa è una buona occasione non solo per ricordare Mimmo Bucci attraverso un evento ormai identitario, ma soprattutto per valorizzare le nuove generazioni che si affacciano al mondo della musica. Peraltro ogni edizione del festival propone un livello sempre più alto, attirando molti più musicisti provenienti da più parti d’Italia, a riprova del valore della scelta che Franca e Antonio Bucci hanno fatto per onorare la memoria di Mimmo e il suo immenso amore per la musica”. “Ringraziamo tutte le istituzioni pubbliche e le realtà che anche quest’anno ci consentono di portare avanti questa iniziativa che, nel nome di Mimmo, offre la possibilità a tanti ragazzi e ragazze di continuare a credere nel loro sogno - hanno dichiarato i coniugi Bucci -. Siamo assolutamente d’accordo con l’assessora Pierucci: nostro figlio si sarebbe sentito perfettamente a suo agio in questo periodo storico, perché la tecnologia era una delle sue passioni. E la musica era la sua vita. Ci auguriamo, quindi, che il premio dia un’opportunità in più ai partecipanti, tutti molto bravi e competenti”. “Anni fa ho cominciato in qualità di giurato, poi sono diventato ospite e alla fine direttore artistico: ho visto crescere questo festival e tengo a sottolineare che oggi il premio Mimmo Bucci attira pure musicisti più grandi, alcuni già con un loro pubblico - ha concluso Antonello Vannucci -. Negli anni è cambiata anche la filosofia di fondo della rassegna, dato che non è più possibile valutare progetti inediti. Tutti ormai suonano un brano, lo producono e subito dopo lo pubblicano sulle piattaforme musicali. Quindi abbiamo dato priorità all’originalità della canzone, anche se è stato molto difficile scegliere i finalisti perché la qualità del suono, della composizione e dei temi scelti cresce di anno in anno. Voglio anche sottolineare che, come sempre, abbiamo scelto di fissare il prezzo del biglietto a 10 euro: questo per noi è fondamentale poiché consente al fruttivendolo, al calzolaio o al salumiere del quartiere Libertà, che conoscevano benissimo Mimmo, di accedere al teatro Petruzzelli, cosa che peraltro non potrebbero fare in altre occasioni. Per noi la musica resta principalmente veicolo di inclusione”. Diversi gli ospiti che si alterneranno durante la serata: ad aprire la kermesse sarà la giovanissima cantante Giorgia Allegrini, non ancora maggiorenne, poi sarà la volta di Loredana Lentini, pianista di fama mondiale, e infine la “Mimmo Bucci Tribute Band” con Nicola Pedone alle tastiere, Nicky Belviso al basso, Carlo Pastore alla batteria e Beppe Arnese alla chitarra. Spazio anche al direttore artistico Vannucci che indosserà i panni di “musicomico” tra un ospite e l’altro. Ospiti di questa edizione un gruppo molto divertente e amato, la Rimbamband, composta da Raffaele Tullo (frontman), Renato Ciardo (mini batteria), Vittorio Bruno (contrabasso), Francesco Pagliarulo (pianoforte) e Niccolò Pantaleo (fiati). L’evento è organizzato dall’associazione Smart x Mimmo Bucci con il sostegno e la collaborazione del Comune di Bari, della Regione Puglia, della fondazione Petruzzelli, del Teatro Pubblico Pugliese, di Social Podcasting-your digital friends, del Consorzio regionale per le Arti e la Cultura e dell’associazione culturale ECHO events. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Jet Set
Sarà che a scuola ero un po' sfigato Ma nessuno è mai riuscito a farmi stare zitto Ho preso crocche in faccia, ho sanguinato Ma ti giuro che non mi sono mai dato per sconfitto E di errori come tutti ne ho commessi tanti Ma per fortuna ho ancora tutti i denti davanti Grazie al cielo, grazie a Dio, no grazie a nessuno Non sono quello che è arrivato grazie a qualcuno E non mi vedi in tv a fare il salotto pettinato A raccontarti quello che ho mangiato e quanto ho cagato E non mi trovi in Corso Como a far fuori la tredicesima Con il vestito elegante di quando ho fatto la cresima A bere boccie di Chianti, farsi i cazzi degli altri Gli eroinomani di Vetra hanno storie più interessanti Con gli snob non scendo a patti Mi trovavi al Moon prima della repressione dell'ex sindaco Moratti
Non mi sento parte del jet set Non sono una star Tutti fanno la foto con me Non sono una star Non mi sento a mio agio perché Non sono una star In fondo non sono come te Non sono una star
E nell'alta classe c'è un cattivo odore Sarà la puzza dei cadaveri dei Jonas Brother "Non vendi dischi perché non sei in tv, acqua e sapone" Ma se il cantante dei Modà c'ha la faccia da spacciatore Se i Dogo parlano di coca li ammazzano in un secondo Ma quando Vasco si faceva era l'idolo del mondo La gente andava a i suoi live e si faceva mille raglie Ora c'è il finto buonismo, le finte battaglie Dove chi dice: "No alla droga" è strafatto di coca E chi ti dice: "Non bere" ha in mano un bicchiere "Cambia canale che il programma è incominciato" E io non voglio essere immortale, voglio esser dimenticato Come i soprusi di Israele appoggiata dalla Nato Ecco, grazie a questo il pezzo in radio non verrà passato Benvenuti in Italia, la repubblica dei demoni Ma qui è già un passo avanti solo esser consapevoli
Non mi sento parte del jet set Non sono una star Tutti fanno la foto con me Non sono una star Non mi sento a mio agio perché Non sono una star In fondo non sono come te Non sono una star
Io non mi sento uguale a te (Una star) Free drink, free bus, frigo bar nel privè (Una star) Non ho il Mercedes con i vetri fumé Perché io non voglio fare la star (Let's go)
Non è niente male questo party sadomaso Ci sono andato insieme al mio amico Bertolaso È un mio grande amico, ma fa delle cose strane Usa i preservativi per i massaggi alla cervicale "Bella la tua amica, ma quanto hai pagato?" Se vuoi la vita dolce il conto è salato Quali personaggi tristi, sono tutti buonisti Pagano le minorenni per non prostituirsi Tra evasi di prigione ed evasori fiscali Quali? Asini che volano e assorbenti con le ali E con il tuo otto per mille non fai beneficenza? Ci serve un Rolex nuovo da dare a sua eminenza Italiani ignoranti, ma sei fuori? I best seller dell'anno sono le ricette della Parodi Il quiz di Carlo Conti e il disco di Carla Bruni E poi dicono a me: "Che cosa cazzo ti fumi?"
Non mi sento parte del jet set Non sono una star Tutti fanno la foto con me Non sono una star Non mi sento a mio agio perché Non sono una star In fondo non sono come te Non sono una star
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LA MIA STORIA TRA LE DITA
Un anno fa decidemmo di ricominciare a frequentarci. Il nostro rapporto, mi rendevo conto, doveva cambiare, in un certo qual senso maturare. Pensavo che in fondo potevamo essere amici, amici con qualche beneficio...
Dovevo mettere da parte la mia gelosia, anche se gelosa continuavo a esserlo...
'Non posso averti in esclusiva' scherzavo 'tutte ste donne che ti stanno dietro...'
'Ma figurati, non ho altre donne'.
Ti credetti, volli crederti...
Sapevo di lei, una ragazzina di 23 anni con cui interagivi. Quel tuo 'a me importa', quel 'ci sono io con te e per te', mi avevano strappato il cuore dal petto, perché nonostante tutti i miei guai con me non eri mai stato così 'presente'.
Quando te lo dissi, mi rispondesti che mi eri stato accanto e che mi avevi 'aiutato'. In realtà non ti ho né ti avevo mai fatto pesare i miei problemi... il tuo aiuto si era perciò limitato a consigli e suggerimenti.
'Eh, certo, una ragazzina... una donna tanto giovane è un bel nutrimento per il tuo ego'.
'Ma dai, e poi è (*)!' volendo con questo farmi notare la distanza geografica.
'E vabbè, mica sta in Cina, ci sono gli aerei!'
'Se vabbè. Ci sentiamo ogni tanto, quando ha bisogno di un consiglio, l'ultima volta doveva comprare un nuovo pc...'
'E chiede consiglio a uno che abita a più di 700 km???'
Comunque, ancora una volta, volli crederti.
Di tanto in tanto mi capitavano reblog di suoi post - followers comuni.
Si capiva che si era innamorata.
'Vorrei stare in quel pub con te ascoltare le cover di Vasco'.
Cazzo! Era di te, che si era innamorata! Perché quella sera tu eri proprio al pub con V. E in programma c'erano le cover di Vasco!
Cominciai a 'impicciarmi', a leggere il suo blog con attenzione e non c'erano dubbi... si trattava proprio di te...
I suoi post - le foto di un viaggio a Roma, i continui reblog di Roma, l'intenzione di trasferirsi in una città d'arte, il blues, il lagavulin, la sua gelosia espressa con una frase tipicamente tua 'Ma non devi essere gelosa, perché non ne hai motivo', la sua rabbia 'Una sopporta sopporta poi si rompe il cazzo di sopportare e agisce di conseguenza' - mi sembrarono decisamente preoccupanti - sì, ok, ero anche gelosa! - perché lei, era chiaro, faceva progetti, parlava di questa storia d'amore... con te! Sapeva che eri sposato... e sognava una vera e propria vita con te...
Decisi di parlartene.
Mi dicesti che sapevi che era innamorata, te lo aveva confessato. Che sapevi tu cosa fare... quando e come chiudere.
Continuavo a ripeterti che ero preoccupata, soprattutto dopo che mi confessasti che l'avevi incontrata - 'Ma sei matto? Ti ama e tu la incontri?' - e quando mi dicesti che era gelosa di tua moglie. Ma tu continuavi a rispondermi che avevi tutto sotto controllo.
In seguito, ci furono altri suoi post che a me sembrarono sempre più 'deliranti'... cucinare con te, dormire abbracciati e svegliarsi insieme, passeggiare per le vie del centro, sentirti rientrare a casa la sera, godersi la pioggia seduta sulle tue ginocchia... tornai sull'argomento, pur sapendo che ti saresti seccato...
La risposta era sempre la stessa: so io cosa fare; non impicciarti, voglio risolverla da solo; anche se ti ringrazio per il tuo interessamento, non devi preoccuparti.
Mi chiedesti anche di non postare cose che potessero farle capire di noi due.
'E come potrebbe? Non sa di me. I post sono generici...'
'Hai messo dei tag, con le mie iniziali'.
Li tolsi, e cancellai anche i post troppo specifici. Avrei dovuto capire da tutto questo che molto probabilmente non avevi nessuna intenzione di chiudere. Non ancora perlomeno. Di tenerla... in caldo...
Discutemmo altre volte, venni a sapere che c'era stato anche un bacio, un bacio 'vero' ma che non me lo avevi detto solo perché 'sapevo che mi avresti attaccato sto pippone su come e quando lasciarla'. Nonostante tutto, volli credere che non fossi andato oltre.
'Te la sei scopata?'
'No!!! Basta, non voglio più parlarne, so io come comportarmi. Se dovesse venire a Roma per stare con me come dici, farebbe due fatiche. Non so se verrà ma se fosse agirò di conseguenza'.
Ma veniamo al 'triste epilogo'...
Pochi giorni fa - evidentemente di te le raccontavi fin troppe cose - leggendo i miei post ha capito. Immagino ti abbia fatto una scenata, e chiuso con te. Almeno così ha scritto... sogni e progetti di mesi, quel che provava per te e la sua stima buttati nel cesso...
Così, senza neanche un vaffanculo tu, di conseguenza, hai chiuso con me...
Per aver interferito... per non averti ascoltato...
Da giorni ormai mi dico che se davvero fosse solo per questo, sbollita la rabbia, mi avresti 'perdonato'. Ma evidentemente tenevi a lei più di quanto non dicessi... una ragazzina che potrebbe essere tua figlia... mi sembra assurdo, ma non può che essere così...
Vorrei solo dirti che hai tutte le carte per riconquistarla, probabilmente lo hai già fatto...
Vorrei solo sbagliarmi e che rimanessimo amici...
Vorrei solo non starci così male...
Ti auguro soli che lei, una volta capito che i suoi sogni non rimarranno appunto che sogni, non mandi a puttane la tua vita...
Nonostante tutto sappi che...
Io ti voglio bene.
Con tutto l'amore di cui sono capace...
Barbara
P.S. chissà, probabilmente, semmai dovessi leggere, con questo post mi 'sono giocata' ogni possibilità con te. Ma non è che la pura verità, non puoi negarlo. Avrò le mie colpe, non avere ascoltato, ma forse dovresti mettere sul piatto della bilancia tutto ciò che hai avuto e ti ho dato, senza farmi aspettative, senza farmi illusioni, né pretendere nulla. E sappi che come ho detto ti ho creduto e nonostante tutto, continuo a crederti.
L'uomo che ho conosciuto...
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..Mi rendo conto che il tempo vola
e che la vita poi è una sola...]
🎵 La frase di Vasco che abbiamo scritto dietro la tua foto proprio come piaceva a te.
Ed è vero, il tempo vola ed oggi è già un mese
che non sei più con noi.
Sono cambiate tante cose e non è cambiato niente.
Avrei tanto voluto un finale diverso per questa storia.
Quando mi hai chiamata per dirmi l'esito degli esami,
poco dopo ti scrissi:"Ce la faremo anche stavolta."
Ci abbiamo sperato e creduto davvero, per poi,
senza preavviso, ritrovarci a fare i conti con la realtà.
Non avrei pensato mai di doverti salutare così in fretta
e detto tra noi, non avrei mai voluto salutarti davvero
se non con un "Ciao, ci vediamo o sentiamo domani".
In realtà è quello che ti ho detto lo stesso, fino alla fine,
anche quando sapevo che non ci sarebbe stato un domani
ma lo desideravo con tutto il mio cuore.
Avrei voluto vederti anche domani, dopodomani
e dopodomani ancora.
Penso tanto ultimamente,
d'altronde sono sempre stata una con tanti pensieri per la testa
e penso anche troppo, fino a farmi male con i pensieri.
Ma come puoi non pensare se l'unica cosa che ti resta sono i ricordi?
Tu invece ricordi?
E ti ricordi di quando mi scrivesti in un messaggio: "Non voglio sentirti dire, non so come ripagarti... ossia un modo c'è (vederti serena e felice sempre)" ?
Ci proverò!
Mi ricorderò che per ogni momento in cui mi sentirò felice
ti starò disegnando un sorriso sul viso.
E questo varrà più di tutto ciò che oggi ci separa.
In cambio, però, voglio lo stesso.
Ti auguro di essere sereno e felice sempre, anche se lontano.
Oggi ho letto una frase:
"Ogni sofferenza, per quanto possa essere radicata
nel nostro corpo e nella nostra mente,
prima o poi ci lascia liberi. Più liberi."
Ora si che sei libero!
Ti voglio un bene dell'anima. ❤️
🦋🥁☁️🥀
#mi manchi#manchi tanto#Noncisei#el cielo#Tunonpasseraimai#Un mese#Il tempo vola#cloudysky#cloudyday#I'll miss you forever#Ti voglio un bene dell'anima#Mi mancherai per il resto della mia vita#Grazie di tutto#❤️#Famiglia#Per sempre#Libertà
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Boh a volte mi assale quell’idea un po’ malsana di pensare che il tempo passa, che i giorni volano via, anzi, li spingo via nell’anelito del fine settimana che alla fine non e’ mai come vorrei, in cui non faccio mai cio’ che mi sono riproposta, dove non riesco mai a passare 24 ore filate senza i “devo” ma con i “voglio”. E per ogni fine settimana in cui non riesco mai a fare quello che vorrei mi proietto gia’ al prossimo, e fine settimana si rincorrono e si mangiano giorni, settimane, mesi, anni. Volatilizzati in pensieri, parole, opere e omissioni, e altri se ne andranno e tutto cambia mentre niente cambia, io sono sempre io con qualche ruga in piu’ e qualche speranza in meno, abituandomi all’idea che la vita sia un immenso tritacarne che ti macina senza che tu nemmeno te ne accorga.
Sembra ieri che, e oggi e’ gia’ quasi ieri, e quanto tempo mi resta, e che cosa mi resta di tutto quello che sognavo/speravo/volevo? La vita e’ tutto un cercare di essere sereni mentre combatti, ritargliarti qualche piccolo pezzo di serenita’ nel framezzo di una serie infinita di rotture di palle.
E poi ad un certo punto ti ritrovi vecchio a raccogliere quello che hai seminato, che mentre seminavi non e’ che realizzassi esattamente il discorso della semina e del raccolto, buttavi solo qua e la’ qualcosa incurante di cosa sarebbe capitato poi, perche’ quando si e’ giovani si e’ praticamente invincibili e immortali e chissenefrega del dopo, ci si pensera’.
Ed eccomi qui a pensarci, che la vita alla fine e’ un brivido che vola via, e’ tutto un equilibrio sopra la follia, e mai come ora le parole di quel Vasco lontano mi echeggiano nella testa e mi spingono a pensare a quanto tempo buttato, quante occasioni mancate, quante scelte stupide fatte per l’idea che fosse meglio vivere di rimorsi che di rimpianti, ma chi l’ha detta ‘sta stronzata?
A volte sarebbe meglio non sapere cosa sarebbe successo se, piuttosto che avere la certezza che fare quello che si e’ fatto ha prodotto quello che si e’ oggi.
Non sono mai stata un asso in filosofia, anzi, l’ho sempre proprio detestata, ma ogni tanto mi assale il pensiero di non avere piu’ tempo, come se avessi un enorme conto alla rovescia stampato davanti agli occhi e tic tac, tic tac, il tempo passa e io, io non ho fatto tutto cio’ che avrei voluto. E non ho piu’ tutto questo tempo per farlo.
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I gretini di oggi sono peggio dei cretini di ieri
Ogni volta che vedo i giovani protestare, sfilare e urlare slogan idioti che farebbero arrossire anche l’ultimo comunista della storia mi vengono in mente le sante parole di Goethe: “I giovani sono insopportabili e se li sopportiamo è solo perché ci ricordiamo di essere stati anche noi giovani”. È vero e, tuttavia, ricordo benissimo che io da ragazzo cazzate come quelle di Greta ed i suoi seguaci non le ho mai dette. Avrò detto certamente altre scemenze ma non quelle sull’esistenza di un mondo perfetto fatto a misura d’uomo e di giovani viziati. Ecco perché l’integrazione che Benedetto Croce faceva della frase del grande poeta tedesco è da manuale: “I giovani devono imparare a non dar fastidio e devono diventare adulti il più presto possibile”. Purtroppo, è più facile a dirsi che a farsi perché oggi si sa quando l’adolescenza inizia ma non si sa quando finisce e così ci ritroviamo con uomini anziani e donne mature che credono di essere l’incarnazione del fanciullino di Giovanni Pascoli.
Qual è il difetto costitutivo dei giovani? Sono privi di esperienza ma pretendono di giudicare il mondo non solo come se lo conoscessero ma anche come se ne fossero i padroni. Cosa che fa sbellicare gli dèi. Questo mondo è brutto, sporco e cattivo e loro lo vogliono bello, pulito e buono. Madonna, una noia senza fine e un moralismo così pedante che ucciderebbe un elefante. Il mondo, amava dire Giordano Bruno, è fatto di pazzi e di savi e se tutti fossero pazzi o tutti fossero savi non sarebbe il luogo interessante che è che sta bene così com’è proprio perché è tempestoso e pericoloso e nei pericoli ognuno deve attenersi al suo dovere. L’idea di voler cambiare il mondo è sempre stata una fissazione dei cretini che con la scusa di renderlo migliore lo hanno reso peggiore e hanno fregato la povera gente. Ma fino a quando si tratta del mondo umano, beh, qualcosa si può forse ancora fare. Ma i ragazzi di oggi – come cantava quella lagna di Luis Miguel – non si accontentano della natura umana e pretendono di cambiare anche la natura della natura come se ne avessero scoperto nientemeno che la pietra filosofale.
Purtroppo, non esistono più i cretini di una volta. Oggi ci sono i gretini. La differenza sta nel fatto che i cretini tutto sommato erano meno presuntuosi: i sessantottini ritenevano d’essere dei padreterni in terra e volevano l’uomo nuovo fatto a loro immagine e somiglianza. Quando i sessantottini, durante il maggio francese, sfilarono per le vie di Parigi, Emil Cioran si affacciò dalla finestrella del sottotetto dove sopravviveva e gridò profetico: “Finirete tutti a fare i notai”.
I gretini sono boriosi e saccenti e credono d’essere direttamente il padreterno e s’intestano il potere di creare una nuova natura immutabile, senza cambiamenti, senza catastrofi, senza caldo e senza freddo. Insomma, il classico paradiso terrestre della santa religione e della sacra pubblicità che rende Vasco Rossi di Vita spericolata – “voglio una vita come Steve McQueen” – una specie di Zarathustra di Zocca.
Alla base di ogni paradiso vi è un ideale edonistico. L’idea che il mondo sarebbe un luogo così bello e piacevole se non ci fosse qualcosa – la natura matrigna, la morte, il male – che ogni tanto va storto e ci impedisce di spassarcela tutti i giorni come vorremmo mangiando i frutti a portata di mano sugli alberi rigogliosi e felici. Ma, ecco l’idea geniale: il male si può eliminare perché è il frutto di alcuni cattivoni che ci rovinano la vita piacevole: il Capitalismo (sempre lui), gli Americani (sempre cattivi), le Industrie (sempre inquinanti). Basta eliminare queste cose e il mondo ritornerà ad essere come per magia, ma questa volta addirittura su base scientifica, il paradiso terrestre che è sempre stato o, se più vi piace, la bellissima isola dei beati dove nei fiumi scorrono il miele e il latte e la gazzella va a spasso con il leone.
L’idea dei gretini è vecchia come il cucco ma ad ogni passaggio generazionale rispunta: noi sappiamo ciò che voi non sapete e abbiamo capito ciò che voi non capite e questo sapere ci rende buoni e superiori e ciò che vogliamo, superare i conflitti, il male, la libertà, è per il bene dell’umanità. Il fanatico convincimento d’aver capito come si elimina il male è la porta d’ingresso dell’inferno.
Ci vuole pazienza, molta pazienza.
Giancristiano Desiderio, 24 settembre 2019
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TI Amo..
Lo so lo so, sono asfissiante per quante volte te lo dico, provo sempre a non fartelo dimenticare sia a parole che con i gesti..
Questa volta mi voglio fare aiutare però..
Sei il primo mio pensiero che la mattina mi sveglia. - Max Pezzali
Ti scriverai una canzone d amore, per farmi ricordare, che faccia uscire calore che non mi so spiegare, una canzone d amore solo per te. - 883
Sai che gli angeli amano il silenzio e io nel tuo mi ci sono disperatamente perso. - Max Gazze
Vivo di emozione che non sai neanche di farmi provare.-Vasco Rossi
TIi sento, lo stomaco si chiude, il resto se la ride appena ridi tu. - ligabue
Perché neanche io riesco a credere che un Dio si sia un po distratto perdendo un angelo davanti a me. - Finley
Non ti ho detto mai veramente quello che tu sei per me. È difficile spiegare quello che ti riempie gli occhi ed il cuore e da luce alla tua vita. - Celentano
Mi hai insegnato che un sorriso illumina ogni istante grigio della nostra età. - Finley
Think in out loud, maybe we found love right where we are. - Ed Sheeran
Perfect (ti dedico completamente tutta la canzone). - Ed Sheraan
Ne ho solo prese un po' da qualche artista, anche se mi dispiace un po' per loro... Loro non ti hanno, non sanno cosa significa vedere e ascoltare la tua meravigliosa risata... Come non sanno cosa significa vedere la profondità e la bellezza dei tuoi occhi, non sanno cosa significa ascoltare e lasciarsi cullare dalla tua dolcissima voce. Mi dispiace per loro perché non sapranno mai le emozione che mi hai provocato in questi 5 anni, non sapranno mai che da quando ti ho iniziato ad amare (quasi 6 anni ormai) nessuna ragazza ti somiglia più, sei unica.
Qualsiasi cosa io dica ora metterà solo in ombra o coprirà il tuo splendore, spero solo che queste mie parole possano cullarti nei tuoi sogni più bui e illuminarti le giornate cupe a cui ahimè siamo destinati in questo momento, se servirà qualsiasi cosa, sai che puoi sempre contare sulla spalla di questo vecchio "idiota" innamorato follemente di te che non vede l ora di potertelo dimostrare a pochi cm di distanza. Ti adoro cucciola, e se ti sentirai sola, guarda la luna, una stella o quello che vuoi nel cielo e chiamami, così almeno i nostri sguardi si potranno abbracciare per qualche minuto.
Ti amo.
Il Tuo Lollo
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Ho semplicemente bisogno di cambiare rotta, di vivere la mia vita come la voglio vivere, ho bisogno di un’avventura,le favole non fanno per me. Voglio schiantarmi, cadere e rialzarmi più forte, perché è così che si impara. Voglio i miei amici, le risate, voglio scrivere con loro la mia storia. Voglio combinarne di tutti i colori, piangere, ridere, correre e alla fine ritrovarmi davanti ad un tramonto mozzafiato e gridare che amo la mia vita. Voglio girare il mondo, conoscere persone nuove, per poi tornare dove ho sempre lasciato il cuore. Voglio guardare le stelle, esprimere desideri, impegnarmi a realizzarli. Voglio mostrare la mia forza e poi sciogliermi in un abbraccio. Voglio abbracciare un bambino e dirgli di godersi ogni attimo, di non aver paura di rischiare. Voglio asciugare le lacrime alla mia migliore amica e dirle che è bella, sia quando ride che quando piange; voglio passare con lei momenti indimenticabili da ricordare quando saremo vecchie. Voglio vedere gli occhi della mamma brillare quando racconterà di me. Voglio sentire papà dire che ovunque vada resterò sempre la sua bambina. Voglio vivere, vivere e basta, senza filtri, senza limiti. Voglio ricordare, da grande, la mia adolescenza come una tempesta di emozioni. Voglio poter dire che non mi scorderò mai la prima volta che qualcuno mi ha fatto battere il cuore veramente, il mio primo amore. Voglio fare feste, uscire, divertirmi, prendere una palla e giocare in giardino. Voglio passare l’estate nel mio posto felice, voglio andare in spiaggia e spellarmi il naso perché non ho voglia di mettere la crema. Voglio sapere dove vanno a finire le cose che perdo. Voglio cambiare stile, cambiare sempre e restare la stessa. Voglio alzarmi la mattina, guardarmi allo specchio e dirmi che anche oggi c’è il sole pure se piove a dirotto. Voglio sorridere all’amore. Voglio cantare, ballare, ascoltare la musica nuova e tornare sempre alle canzoni vecchie che mi fanno bene al cuore. Voglio insegnare ai miei figli a giocare a pallavolo e presentargli la mia allenatrice come esempio di vita. Voglio rileggere tutte le cose che ho scritto nella mia vita, voglio rileggere questo sfogo quando sarò grande e vedere se quando scrivevo ero solo una ragazzina che sognava oppure una che dopo aver finito di scrivere si è rimboccata le maniche e ha iniziato a concretizzare i suoi desideri uno per uno. Voglio cantare a squarciagola vasco rossi con i miei, emozionarmi quando sento “a te” di Jovanotti. Voglio andare d’istinto, fregarmene di ciò che è giusto e scegliere ciò che mi fa stare bene. Voglio scrivere lettere, prendere treni all’ultimo minuto. Voglio battermi per ciò in cui credo e far conoscere le mie idee. Voglio dare il cuore, dare tutto, voglio sentirmi sfinita e ricominciare da capo
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SPILUNGONE!AU
in risposta a questo prompt :
Ciao, sono l'anon dei bacini che torna a romperti le scatole ❤️ Ho visto che stai cercando idee per una MetaMoro ignorante e volevo suggerire una AU dove si conoscono ad un concerto ed Ermal è sempre in mezzo col telefono perché vuole dimostrare di essere gggiovane (anche se sappiamo che non lo farebbe irl) e dopo un po' Fabrizio Si Scazza perché va beh che pure il tipo ricciolino non è affatto una brutta vista ma lui era lì per il concerto.
spero ti piacerà
disclaimer: non seguite gli insegnamenti di Ermal; scusate i luoghi comuni sulla metro romana;
Fabrizio, 28 anni d’età, pensava fosse terminato il tempo dei concerti nei luoghi a caso per lui
e invece no, perché si ritrova pressato tra un omone che era facilmente il suo doppio e un paio di ragazzine che avranno avuto la metà dei suoi anni ad ascoltare l’amico del suo amico che quella sera faceva il concerto e che fai, non ci vai?
e chissenefrega che aveva smontato letteralmente un’ora prima del concerto e che quell’ora l’abbia impiegata per arrivare al locale lui era ancora giovane e queste cose evoglia che le poteva fare, si si, fucking watch me
Poi la musica non era neanche malaccio i mean non esattamente il suo genere ma già che era in italiano e non era quello strano hip hop che andava di moda adesso a lui diceva culo
non ha fatto in tempo a finire di pensare quella cosa che la gente nella fila d’avanti si muove e dal nulla compare sto’ albero di persona esattamente nella traettoria che si era trovato per vedere il palco
e come se non bastasse il tizio agitava pure il telefono come un ossesso manco fossero al concerto di Vasco dio santo placati coso
cosa Fabrizio avrebbe voluto dire: gentile signore, comprendo il suo entusiasmo dovuto a l’attività culturale che stiamo sperimentando e di conseguenza vuole esternarlo con il moto ondulatorio del cellulare ma la prego di metterlo via e se possibile spostarsi un po’ di là cosicché anche io possa beneficiare della visione del concerto, oltre che dell’atto uditivo.
Cosa Fabrizio, stanco dopo 8 ore di lavoro a giugno, ha detto: AO’ MA TE LEVI DAR CAZZO.
Col senno di poi, la cosa poteva essere gestita meglio. Ma almeno il tizio effettivamente si sposta -non prima di avergli mandato un’occhiataccia di quelle potenti- e Fabrizio può guardare in pace il ragazzino sul palco
quindi tutto super fun Fabrizio sogna il letto di casa sua può letteralmente sentire le coperte attorno a lui
è tanto stanco che pure in mezzo al casino si sarebbe potuto appisolare
quindi recupera la macchina e si mette per strada felicissimo che quella giornata fosse finalmente giunta alla fine e chi ti vede sul ciglio a camminare?
ora, chiariamoci, non stavano in città e Fabrizio stava guidando su una strada statale dove NON C’ERANO MARCIAPIEDI
e si trova il ragazzetto di prima, il palo della luce che non gli permetteva di vedere il concerto, che se la stava apparentemente facendo A PIEDI da là
e siccome mamma Mobrici raised no strunz, (e perché Fabrizio si sentiva leggermente in colpa per prima), gli si mette affianco e apre il finestrino
“aò, ti serve un passaggio?”
a Ermal poco poco piglia un infarto perché aveva la musica a palla nelle cuffiette
perché la vita gli stava stretta e aveva deciso di finirla così, a quanto pare.
Ovviamente la prima risposta sarebbe NO GRAZIE perché le possibilità che non sia uno psicopatico sono davvero, davvero molto basse
E INVECE TE DICE CULO CHE E’ FABRIZIO MORO
ma aveva riconosciuto quel “aò” divino e soave come quello del tizio di prima e gli era tornato l’urto
“No, grazie.” e riprende a cammiare MA DOVE VAI CRETINO
Fabrizio pare della stessa idea perché lo segue al passo suo ed è tipo “meh, sali, che con la macchina ci vuole un quarto del tempo che impiegheresti tu”
“che ne sai dove vado io, sei uno stalker?”
“so che da qui alla città non c’è un cazzo”
he had a point, tho
“dai, sali, per farmi perdonare dell’uscita di prima”
“AH MA ALLORA SEI TU”
(vi prego, immaginate sto cretino che punta il dito a una 500 scassata nel mezzo della notte)
però è ancora un filo titubante perché non si sale in macchina degli sconosciuti sapete bambini non si fa MAI
neanche se somigliano a Fabrizio Moro
E Ermal queste cose le sa da quando aveva sei anni e ora ne aveva 22 nella grande città ‘nsomma non mi pare il caso di mandare al diavolo tutti gli insegnamenti, no?
però poi alla radio (che andava ancora a c a s s e t t e) parte una vecchia canzone dei Muse e uhm, well, Ermal credeva nel destino
ma sopratutto credeva nel non farsi i km a piedi di notte, ma quello non era nei piani e si stava arrangiando
quindi attiva il gps sul suo cellulare e stoppa la musica, mentre il tipo stoppa la macchina
“io so’ Fabbrizio” gli dice come prima cosa appena entra in macchina “Ermal” “eh?” “E r mal”
“mai sentito, vabbe’, senti, scusa pe’ prima. So’ sbottato male”
Ermal non dice nulla, più preoccupato del fatto che non ci fosse la cintura di sicurezza in quell’auto sgangherata
“mannaggia ai taralli oggi muoio” pensa, mentre cerca di mettersi più dritto possibile e mantenersi al sedile
“meh, dove ti porto?” “su una stella” “eh?” “no dicevo, va bene anche alla fermata della metro”
Fabrizio lo guarda, vede le borse che ha e spalanca gli occhi
Sta a vedere che si era caricato su uno spostato
“ma...famme capì, ti fa schifo una vita tranquilla? ami il pericolo? Prima i kilometri a piedi di notte in mezzo alle frasche, ora la metropolitana che pure di giorno è un azzardo..”
“oh e che devo fare se ho degli amici di merda che mi promettono passaggi e poi mi appendono per andarsene con le ragazze”
Ermal mette su il broncio e b o i isn’t he cute
insomma, Fabrizio non era cieco, ecco
“dai, damme l’indirizzo che ti ci porto”
Ermal è: touched
ma anche creeped out perché, di nuovo, non si danno gli indirizzi di casa agli sconosciuti
così come non si sale in macchina con loro
“ma che stalker sei che non sai l’indirizzo?” “è che mi piace lasciare alcune cose nel mistero, capito?”
Ermal gli dice l’indirizzo e per poco Fabrizio non inchioda perché “ma sei impazzito a voler arrivare fino a là? manco i vestiti ti trovavi addosso”
Fabrizio c’ha un po’ ragione
e quindi dai di viaggio in macchina con la musica bella e Ermal, che fermo e zitto non sa stare, si mette a chiacchierare della musica che avevano ascoltato
“oh, bravo il tizio” “si si, è n’amico de un mio amico” “eh è pure il fratello del bassista della mia band”
(in pratica sto concerto stavano solo gente amica di amici)
“ah tu suoni?”
oh, l’apertura del vaso di Pandora
in pratica tutta la politica “non dare troppe info private agli sconosciuti” è andata a farsi fottere in tre due uno perché meh come fai a non parlare di musica
cioè poi Ermal stava tutto gasato che lo avevano chiamato con la band finalmente stava inseguendo il suo sogno e tutte cose tutte cose
e Fabrizio lo interrompe solo quando sente il nome del concorso a cui avevano partecipato la settimana scorsa (e perso VABBEH)
“ma sai che c’ero pure io?” “nooooo possibile” “eccerto” ma stavi da solo” “si” “ma dai? ma che culo ci vuole?”
“ma quindi canti pure tu?” “a tempo perso, ormai. All’età mia uno deve pure pensare alle bollette e altre cose”
“ma che siginfica, se uno ci crede davvero alla fine ci arrivano pure gli altri”
“seh, ma nel frattempo devo magnà, che dici” “dico che m’hai fatto venire fame”
perché che vuoi fare alle due di notte con un semi sconosciuto se non pigliarti un kebab e piazzarlo sullo stomaco?
e pure alle luci a neon brtt del kebabbaro Fabrizio appare carino cioè Ermal mica lo aveva visto bene prima, eh
e non si è neanche rivelato un psicopatico che sta cosa schifo non fa mai vorrei dire
Fabrizio c’ha solo fame, e giustamente magna pyccolo ancyelo che si era mangiato giusto una girella prima di uscire
poi avevano pure parcheggiato sotto casa di Ermal quindi la serata gli ha detto pure culo meglio di così
EPPERO’
più se lo spizza più il giovane corpo di Ermal è poco favorevole al mollarlo là
però che vuoi fare, mica ti inviti uno sconosciuto a casa no?
voglio dì, va bene tentare la fortuna, ma me pare esagerato
e Fabrizio pare si stia per addormentare
quindi saluti alla prossima magica avventura ce se vede quando ce se vede
Fabrizio monta in macchina, Ermal sale a casa
MOMENTO TOPICO CON LO SCHERMO SEPARATO IN DUE CON FABRIZIO CHE PENSA A ERMAL E ERMAL CHE GUARDA FABRIZIO ANDARE VIA CON LA SCASSA-MOBILE
e let’s call it a night anzi mettiamo la sveglia che sennò domani so’ cazzi, vero E’?
Ermal fa per pigliare il cellulare e OH TU GUARDA NON C’E’
contemporaneamente, Fabrizio, spegne la macchina nel garage, fa per prendere il borsello e COSA TROVA ABBANDONATO SUL SEDILE?
esatto, il cellulare del genio
ma era davvero troppo tardi quindi una volta recuperato e messo nel borsello decide senza troppe cerimonie di andare a dormire, glielo avrebbe riportato l’indomani
ALLORA DITEMI CHE NE PENSATE SE DEVO CONTINUARE SE HA SENSO PERCHE’ BOH NON SO MANCO IO CHE STO A SCRIVE’ SO SOLO CHE QUA LE COSE COSANO
@ anon dei bacini pls il tuo feedback è necessarissimo
ECCO LA PARTE DUE ACCORRETE
bye
#metamoro#spilungone!au#Ermal meta#fabrizio moro#Ermal è alto#per un momento ho pensato di fargli fare il serial killer#ma quella è un'altra storia#prompt#anon ask#anon dei bacini
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Esecuzione professionale
Scusa, sai mica dirmi per caso l'ora?
Che son qui ad aspettare più o meno da una vita
Che mi hanno assunto forse per guardare il vuoto
“Con noi puoi far carriera, ma intanto stai fermo e muto!”
Che poi aspettare, non so neanche bene cosa
Una chiamata, una risposta, non dal cielo, no, ma cosa!
Sarebbe più probabile che un angelo scendesse quaggiù
Con un sigaro in bocca e mi dicesse “Hey tu!
Alza il culo, c’hai da fare, non è questo il posto dove devi stare!”,
piuttosto che mi vengano a chiamare e a spiegare che cazzo devo fare….
Non lo so, non lo so, forse sto aspettando Godot,
Forse un orgasmo scenico… così poi godrò...
Forse aspetto che il mio aspetto stanco migliori un po’
Forse aspetto un treno che è già passato da un bel po’
Sì ma aspetto che sta vita mi entusiasmi in ciò che vivo,
Che non credo a Vasco che dice che un senso non ce l'ha
Io voglio andare più in là, voglio andare più in là
E invece resto fermo qua in sta scrivania di merda
Come ammanettato e imbavagliato in mezzo alla nebbia
Qui dove ogni cosa potrebbe succedere
tranne ciò che esce dalle regole.
Io ci spero che tutto può succedere
Basta solo che esca dalle regole
I'm sorry, ho una call...sono stanco di questi inglesismi
Di termini alla cazzo di cane lanciati come frisbee
La mia user interface è in continuo reset
Il mio knowledge workspace non è più in asset
Ma chi me lo fa fare di star dietro a ste cazzate
Di ascoltare questa merda in cui neanche voi credete
Dietro la sintetica realtà di uno e zeri
Ti barrichi nel tuo backend come militari cybernetici,
origli come cimici dalla rete di bugie in cui io cado e mi cucini.
Ci casco senza casco, rompo il cranio e mi disgusto.
Perché io di robusto ho solo voglia di Lambrusco.
Mi risveglio bruscamente dal torpore esistenziale,
una voce che mi chiama al giudizio universale
come in tribunale, a testimoniare un mio errore
la mano sul manuale… e la mina di una stilo puntata sul cuore.
Due parole, lapidario, è chiaro che questa è la mia esecuzione,
mica una qualunque ammonizione durante la ricreazione.
“Forse non ci siamo capiti, o capiti male...”
Fai davvero? Fortuna che fai comunicazione!
“Zitto, fai silenzio, non ti è concesso parlare!
Qui il Consiglio per te ha un’altra soluzione.
La sentenza parla chiaro: licenziato!!”
Un cappio intorno al collo e il contratto stracciato.
Il mio corpo pende giù senza fiato,
dondolando in un tango fuori luogo ed ubriaco
con la cravatta nera come fosse una lancetta
“Ora del decesso? è pausa, che ci importa?”
Il giorno del mio funerale l’istituto nazionale della presunzione sociale
ha detto in mio onore giusto un paio di parole:
“Ha fatto il suo dovere. Che la disoccupazione gli sia lieve…”
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Ciao amore mio
ti sto aspettando a casa, e immaginandoti qui con me, sul nostro letto, immagino di raccontarti la giornata passata, e nonostante tutto, non mi staccherei da te..perché il tempo deve essere recuperato.
Partendo dal presupposto che mi sono svegliata piangendo per un brutto sogno, è stato brutto poi leggere di quel concerto di Vasco. Chiunque sia quella persona, sono stra gelosa..soprattutto perché mi ero ripromessa che il prossimo concerto sarebbe stato con me. È stato tanto brutto. So che sarai un po’ delusa e arrabbiata sapendo del compleanno ma io credo che sia stata la cosa più giusta da fare. Lo è in quanto io avevo immaginato quel compleanno con te, mano nella mano..perché ti avrei invitata a danzar con me un lento, perché ti avrei trascinata in bagno ogni secondo e ti avrei chiesto di venire a ballare con me e mi sarei attaccata a te come una cozza e, incurante di tutto e di tutti mi sarei attaccata a te, baciandoti ad ogni passo. Avremmo passato la serata fuori, a fumare insieme e a parlare di noi, a coccolarci in ogni punto. Avremmo deciso cosa metterci assieme, e probabilmente avremmo trovato qualcosa che richiamasse l’altra..oltre le nostre fedine. Sarei entrata con te, mano nella mano e avremmo fatto gli stessi passi. Ci saremmo fatte mille foto assieme ed io non avrei smesso nemmeno per un secondo di dirti “sei bellissima amore mio”. Ti avrei guardata e sorriso ogni istante. Il fatto di non poterlo passare con te mi ha completamente annientata e sommato poi al grande rispetto che nutro nei tuoi confronti ho deciso in tutto e per tutto e ancor di più di non andare. Perché per me, per quanto sia idiota, sarebbe una delle più grandi mancanze di rispetto nei confronti della persona che amo e che sento la mia fidanzata e sei tu. So che non potrà essere compresa come scelta, ma io non riesco a distrarmi senza te, non riesco ad essere felice senza te o a far cose. Scusa di questo. Non so che compleanno hai domani, ma il fatto che tu abbia parlato di tanti ragazzi, mi ha fatto ribollire il sangue perché vorrei essere l’unica, ma vabbè, per me tu lo sei. Ho occhi solo per te.
Vederti passare e sorridere mi ha reso un po’ blu, anche se stavo per piangere perché stavo pensando a te e a quanto avessi bisogno di un bacio, abbraccio e di una chiacchierata con te, si esattamente di quelle nostre. Perché credimi, ne ho realmente bisogno perché sto approfondendo e sto crollando sempre di più. Eri bellissima e non ho fatto altro che guardarti anche mentre andavi via. Ma mi sono pentita di non averti fermata e baciata, perché se fosse stato per me lo avrei fatto fino a consumarci le labbra. Come sempre.
Mi sono chiusa completamente, non voglio parlare con nessuno, non riesco nemmeno a farlo perché ci riesco solo con te, del resto sono diventata una corazza vivente ma solo tu puoi entrarmi fin dentro l’anima. Penso a te continuamente e vorrei tanto incontrarti nel nostro posto, sarebbe un sogno per me. Ho davvero bisogno di te..sempre di più.
Danza poi. Ho un qualcosa alla gamba, penso che sia ancora quello strappo, ma nessuno sa che è particolarmente peggiorato, mi fa tanto male ma stringo i denti e cerco di lavorare al meglio, non riesco a fare stretching come dovrei ed ogni volta ho forti dolori.
Io spero davvero che tu possa esserti tanto divertita al concerto questa sera e spero anche che sia stato tanto emozionante per te incontrare il frontman. Immagino e spero che tu abbia cantato tutte le nostre canzoni, da questa nostra stupida canzone d’amore a da sola in the night, sentendomi dietro di te o mano nella mano con te. Indubbiamente avrei trovato un modo per farti una piccola sorpresa. Ti avrei baciata tutto il tempo, lo sai amore? Spero di sì. Spero che sia stato tanto bello e giuro che avrei dato tutto per essere la con te amore mio, avrei dato ogni cosa. Ti immagino cantare e mio dio, ti avrei guardata ogni singolo istante e mi sarei innamorata sempre più di te. E sai, vorrei sapere da te ogni dettaglio del concerto, vorrei che me ne parlassi e che me lo spiegassi per filo e per segno..come facciamo noi per tutto quello che accade, ma solo tra noi, perché con gli altri non ci riusciamo per niente e lo sappiamo entrambe.
Insomma..io mi sto innamorando sempre più di te e mi accorgo sempre di più che sei tu la persona più giusta per me. Sei tu la persona che amo, sei tu la persona della mia vita, che voglio per sempre nella mia vita. Quel cuoricino blu mi ha fatto diventare blu, quella canzone, in quel punto, mamma mia..ti amo da morire. Sentirti cantare quella canzone mi fa venire lo stomaco come quella famosa notte e come ogni volta che ti vedo, perché con te è come vivere la realtà e realizzare tutti i sogni. Mio dio.
Io voglio stare con te per tutta la vita. Ti prego amore mio, torna insieme a me. Lottiamo insieme, troviamo il modo. Ti prego vita mia.
Sei tu. Ti amo principessa mia. Sei tutta la mia vita e lo sarai per sempre. Sei la sola persona di cui mi fido e mamma mia amore mio..ho davvero bisogno di te. Quelle coperte, quel divano, aspettano solo noi, perché tanto io ti aspetto sempre a casa. E ti aspetto e ti aspetterò sempre. Spero tanto che quel concerto ti abbia dato la forza per lottare..ho bisogno di vederti..ti prego mia blu.
Sei tutta la mia vita, ti amo da morire e ho un bisogno assurdo di te e di noi..ti prego, anche solo cinque minuti.
Ti amo mio sogno realizzato, ti amo mia principessa. Sei bellissima, sempre di più.
Di alla mia fidanzata che la amo da morire e che non aspetto altro che portarla a tutti i concerti dei tuoi e nostri cantanti preferiti per cantare con lei e fare di tutto. Sei tu.
Ne vali la pena, ogni giorno di più.
Ti amo da morire amore della mia vita, ti aspetto a casa, sotto le coperte o sul divano.
Sono tua e tu sei mia.
Ti amo da morire amore mio.
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