#viva la Repubblica Italiana
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D di Domodossola
Non c'è solo questo per ricordare Domodossola.
In occasione dell'80esimo anniversario della Repubblica dell'Ossola, il paese dipinto di Legro di Orta, ha ceduto a Domo questo murale intitolato -40 giorni di libertà-.
In questo periodo di lotta per la democrazia, vennero elaborate riforme che poi in seguito sarebbero state di ispirazione per la stesura della Costituzione Italiana.
Perché Domodossola non è solo una D.
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Details of a hussar’s sabre of the Napoleonic era, 1802 - 1805
“Vivere Libero O Morire”, tr. Live Free or Die
“Viva La Repubblica Italiana”, tr. Long Live the Italian Republic.
The motto refers to the Italian Republic, a very short-lived Napoleonic state (1802-1805), born out of the Cisalpine Republic, whose president was Napoleon himself.
(Finarte)
#Rara sciabola da ussaro d'epoca napoleonica#saber#hussars#napoleonic era#napoleonic#napoleon bonaparte#napoleon#first french empire#french empire#19th century#Italy#history#sword#swords#France#cisalpine republic#Italian republic#french revolution#1800s
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Finis Italiae
Si è parlato di una fine dell’Europa, se non dell’Occidente, come dell’evento che segna drammaticamente l’epoca che stiamo vivendo. Ma se c’è in Europa un paese in cui alcuni dati permettono di certificare con sobria precisione la data della fine, questa è l’Italia. I dati in questione sono quelli della demografia. Tutti sanno che il nostro paese conosce da decenni un declino demografico che lo classifica come il paese europeo con il più basso tasso di natalità. Ma pochi si rendono conto che questo significa che il perdurare di questo declino condurrebbe in sole tre generazioni il popolo italiano verso l’estinzione.
È per lo meno singolare che ci si continui a preoccupare di problemi economici, politici e culturali senza tenere conto di questo dato, che li vanifica tutti. Evidentemente come non è facile immaginare la propria morte, così non si ha voglia di immaginare una situazione in cui non ci saranno più italiani. Non mi riferisco ai cittadini dello Stato italiano, che un po’ più di un secolo fa non esisteva e la cui sparizione in fondo non mi preoccupa più di tanto. Mi rattrista piuttosto la possibilità perfettamente reale che non ci sia più nessuno per parlare italiano, che la lingua italiana divenga una lingua morta. Che, cioè, nessuno possa più leggere la poesia di Dante come una lingua viva, come Primo Levi la leggeva ad Auschwitz al suo compagno Pikolo. Questo mi rattrista infinitamente di più che la scomparsa della Repubblica italiana, che del resto ha fatto tutto quello che poteva per condurre a quella fine. Resteranno, forse, le meravigliose città, resteranno, forse, le opere d’arte: non ci sarà più il «bel paese là dove ‘l sì suona».
11 dicembre 2023
Giorgio Agamben
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Strage di Ustica. Nasce la "Fondazione Museo per la memoria"
Strage di Ustica. Nasce la "Fondazione Museo per la memoria" Il 27 agosto 1980 il DC-9 della compagnia Itavia scompare dai radar. Partito dall'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna alle 20.08, due ore dopo l'orario previsto, non arriverà mai a destinazione, a Palermo. Precipita nel mar Tirreno al largo dell'isola di Ustica, trascinando con sé 81 persone. Un abbattimento in tempo di pace, un atto di guerra - come attesterà la verità processuale nel 1999 - dopo che nei primi anni furono avanzate le più svariate ipotesi: un cedimento strutturale, un'improvvisa anomalia della pressurizzazione, una collisione in volo, una bomba a bordo. E proprio per tenere viva la memoria di quel drammatico episodio della storia recente nasce la "Fondazione Museo per la memoria di Ustica" su iniziativa congiunta di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna e altri fondatori promotori, a partire dall'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica. La Giunta regionale ha approvato il progetto di legge che definisce la partecipazione della Regione quale socio fondatore pubblico. La Fondazione, di diritto privato e senza fini di lucro, prevede attività svolte principalmente nel territorio dell'Emilia-Romagna con lo scopo di diffondere e promuovere la memoria della strage di Ustica, in continuità con l'operato dell'Associazione. Tra gli obiettivi, la valorizzazione, promozione, adeguamento funzionale ed espositivo del Museo di Ustica, con le relative dotazioni e collezioni, anche attraverso attività di interesse generale a beneficio della collettività e progetti culturali, didattici, educativi e formativi sui temi legati alla memoria e alla strage. Il contributo iniziale della Regione al patrimonio della Fondazione sarà di 25mila euro, cui seguiranno 125mila euro per il 2024, 150mila euro per il 2025 e altrettanti per il 2026. La decisione della Giunta rientra nelle finalità dalla legge regionale sulla Memoria del Novecento (numero 3 del 2016), che riconosce l'importanza di promuovere il ricordo dei fatti determinanti per l'assetto e lo sviluppo democratico della Repubblica Italiana e per la storia nazionale e locale: vicende che costituiscono elementi di rilevante valore sociale, educativo e formativo della comunità regionale, per la sua coesione sociale e la sua crescita culturale. Il progetto di legge seguirà ora l'iter di approvazione in Assemblea legislativa, successivamente la Giunta nominerà i suoi rappresentanti negli organi della Fondazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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"Ciuffi Cocò", opera teatrale in lingua greca
Cari lettori di Vortici.it con questo articolo vogliamo farvi fare un viaggio nella Grecia della seconda metà del '900, grazie a un’opera teatrale dal titolo Ciuffi Cocò: il nomignolo che una nonna, Cleri Piniou Saracini, scomparsa nel 2022, dà al suo nipotino mentre gli racconta della sua infanzia, attraverso parole, musica e fotografie. L'opera teatrale è tratta dal libro bilingue Cleri, la vita che mi hai regalato! di Angelo Saracini, marito della protagonista, insegnante presso la Scuola Italiana di Atene, pittore, scenografo, impegnato in movimenti politici italiani e greci. È stato presidente del Comites in Grecia ed è Cavaliere del lavoro della Repubblica Italiana. Lo scenario, invece, è di Irini Hiratou, che riesce a trasformare il testo in poesia, spettacolo, teatro musicale grazie al suo raro e raffinato talento artistico, con cui dà una voce e un respiro particolare ad un'anima che rimarrà viva ed eterna, che viaggia oltre il testo scritto. Una particolarità di questo spettacolo è anche il dialogo continuo fra musica e parole, dove gli strumenti collaborano al racconto partecipando alla recitazione. Nella drammatizzazione scenica musicale, questo soprannome diventa il pretesto, per dare spazio ad un monologo - dialogo carico di emozioni e ricordi di Cleri Piniou, in un contesto esistenziale, ideologico e politico, attraverso la conversazione con l'amato nipote Angelo, soprannominato proprio Ciuffi Cocò: personaggio cardine di un volto allusivo che rimanda simbolicamente a ogni bambino innocente e alle nuove generazioni sofferenti, che vacillano tra conflitti e comportamenti esistenziali. La sinossi dell'opera teatrale: L'opera teatrale racconta attraverso la vita una donna influenzata dalla politica ancor prima della nascita, in un momento di intensa agitazione politica e sociale in Grecia – quello della guerra civile –, che osservando il cielo stellato, si chiedeva cosa significasse quel seno sorridente e rigoglioso, che mentre grondava quel meraviglioso "liquido" bianco, diceva: "Il mondo è pieno di gente cattiva". La turbolenta vita di Cleri Piniou Saracini, in fuga dalle persecuzioni politiche, inizia proprio su una barca, che assurge a simbolo di una vita burrascosa e pericolosa: Scappammo dall’isola di Thassos, Ciuffi Cocò…su una barca… di corsa e frettolosi… la barca così leggera e veloce sembrava che avesse le ali e volasse sulle onde ecco perché la chiamai... "LIKNISTI”(snodata)… e così navigavamo su acque limpide e fluide…per salvarci! mio padre, mia madre, mia sorella di due anni ed io… emozionata e confusa nel ventre di mia madre sentivo le vibrazioni del suo grembo, le lacrime di tristezza, i deboli battiti del suo cuore! Il ventre rotondo di una donna sdraiata e la vita e la morte su un’altalena sesto giorno …caldo insopportabile! (È colpa del sole?) Un sole allucinante e Caronte... pronto a traghettare! (…) La storia: Angelo e Cleri si conoscono a Roma, fra i banchi dell'Università, dopo che la giovane Cleri era arrivata in Italia per studiare architettura e laurearsi: è il 1965 quando affronta un viaggio di due giorni e due notti su un treno a vapore che parte da Atene, attraversa la Jugoslavia e la porta dritta in Italia, prima a Trieste e poi nella capitale. I due giovani studenti iniziano a frequentarsi sempre più assiduamente e Angelo porta Cleri a visitare le bellezze naturalistiche e monumentali nei dintorni di Roma, ma ben presto le loro giornate si legano ad un'intensa attività politica. Recepiscono la richiesta di aiuto dei compatrioti di Cleri e insieme ad altri studenti provenienti dalla Grecia stabilitisi in Italia, chiedono solidarietà per il popolo democratico per eccellenza, che ora veniva invaso dai carri armati e piegato alla dittatura. Contesti difficili: Nel frattempo il contesto politico si inasprisce anche in Italia, si avvicina il 1968 ed esplodono le contestazioni studentesche, che rendono più difficile battersi per la libertà della Grecia, soprattutto quando Cleri viene privata della cittadinanza greca proprio a causa del suo attivismo. Un impedimento non da poco per l'imminente matrimonio, che viene però arginato grazie a un permesso speciale del Vaticano, firmato dall'allora cardinale Montini, il futuro Papa Paolo VI. Dopo la laurea in architettura e un breve soggiorno a Venezia, i due partono alla volta della Grecia ma non riescono a consolidare la permanenza e affrontano un burrascoso viaggio di ritorno, con tutte le complicazioni del caso. Tornano in Italia, dove resistono poco tempo senza un'occupazione, da qui la decisione di ripiegare ancora verso la Grecia. Finalmente trovano entrambi la stabilità e la serenità familiare e professionale, Angelo come insegnante presso la Scuola Italiana di Atene, e Cleri come dirigente della Società Immobiliare pubblica K.E.D. per la ricostruzione statale ed economica della Grecia, e non solo, mentre nel 1975 nasce Raffaello Saracini. Proprio in Grecia, Cleri può dare sfogo al suo idealismo politico sostenendo vari leader della sinistra greca da Alexis Tsipras a Luca Katzeli. Dopo quattro anni di lotta, Cleri si spegne a causa di una malattia ma viene costantemente ricordata proprio grazie alle parole del marito Angelo, contenute nel memoriale della loro storia, Cleri, la vita che mi hai regalato! Una riflessione di Annapaola Di Ienno: Conosco molto bene l'autore Angelo Saracini e suo figlio Raffaello (il papà del piccolo Angelo) per motivi importanti che hanno segnato la mia esistenza. Cleri invece l'ho conosciuta da vicino in due occasioni. Sapevo poco della sua vita, ma istintivamente riconoscevo in lei una forza, un coraggio e una determinazione incredibili. L'incontro con il libro bilingue "Cleri la vita che mi hai regalato!"(Edizione bilingue 24 grammata) che ho letto con estrema attenzione ma, soprattutto, con particolare emozione, ha contribuito a farmela conoscere profondamente, scoprendo una persona ricca sotto ogni aspetto. La trasposizione teatrale di Irinis Hiratou “CIUFFI COCÒ" proposta a voi lettori di Vortici.it, è ovviamente in lingua greca e non ha sottotitoli in italiano, ma fidatevi di chi vi scrive e conosce perfettamente la lingua, essendosi integrata perfettamente con il popolo, avendo avuto la possibilità di viverci per 41 anni. Lasciatevi trasportare da tutto mentre ascoltate... parla un'anima che, attraverso la sua esistenza, ripercorre la storia moderna e contemporanea, di una Nazione, la Grecia che è la culla della Democrazia e che giustamente la preserva lottando strenuamente per conservarla, come ha dimostrato Cleri con la sua vita! Guardare lo spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=E3zCQjdlCBY Composizione musicale - Testi - Regia: Irini Hiratou. Montaggio del materiale di proiezione: Nikos Gravaris. Cleri Piniou Saracini è interpretata dall'attrice Marianna Geka. I musicisti suonano: Spyros Kostis-fisarmonica / Solis Barki-percussioni / Irini Hiratou-violino / Dimitris Kostis-corno. Per altri articoli di cultura sul nostro sito, fai clic qui. Annapaola Di Ienno e Benedetta Pisano Read the full article
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/la-guerra-delle-influencer-e-la-mossa.html La guerra delle influencer e la mossa di Giorgia: via libera al “decreto Ferragni” “L’influencer in capo di questo paese” vara la stretta contro gli influencer. Il Consiglio dei ministri approva il cosiddetto ddl Beneficenza, già ribattezzato “decreto Ferragni”. Come Chiara, una delle avversarie che Giorgia Meloni si è scelta come controparte politica. Insieme alla segretaria del Pd Elly Schlein, che la premier sfiderà in un dibattito televisivo prima delle elezioni europee. Meloni ha attaccato Ferragni dal palco di Atreju, festa di Fratelli d’Italia, poi ha rilanciato la sfida durante la conferenza stampa di inizio anno e nell’intervista concessa lunedì a Nicola Porro a Quarta Repubblica, su Rete 4. E adesso gli influencer arrivano anche in Consiglio dei Ministri. Infatti il decreto che mira a regolamentare le attività di destinazione a scopo benefico di proventi derivanti dalla vendita di prodotti è stato uno dei piatti forti del Cdm convocato ieri. Un via libera al testo da parte del governo che giunge in concomitanza con le polemiche e le inchieste sulle sponsorizzazioni benefiche di Chiara Ferragni. Ma cosa prevede il ddl Beneficenza? Innanzitutto si parla di multe da 5mila a 50mila euro, fino alla sospensione dell’attività da parte dell’Antitrust, per professionisti e produttori che non rispettino le regole volute dal governo Meloni. Con la previsione che le sanzioni vengano pubblicate anche sui siti web delle aziende e degli influencer coinvolti. Dal testo emerge l’obbligo di indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, nonché l’importo o la quota destinati a quel fine, che devono essere anche comunicati all’Antitrust prima della commercializzazione. Produttori e testimonial dovranno anche indicare all’Antitrust il termine entro cui sarà versato l’importo da destinare in beneficenza. Poi, entro tre mesi dalla scadenza del termine, va comunicato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato l’effettivo e avvenuto “versamento dell’importo destinato alla beneficenza”. L’entità delle sanzioni, che possono arrivare fino a 50mila euro, sarà stabilita tenendo in conto il prezzo di listino del prodotto e il numero delle unità messe in vendita. Al netto del caso Ferragni e dell’indubbia esigenza di trasparenza, resta il dato politico di un governo e di una presidente del Consiglio che cavalcano la vicenda mediatica e giudiziaria che coinvolge la più celebre influencer italiana, già indicata dalla premier come un’avversaria. Come la “Che Guevara” della sinistra. Lo fa notare il capogruppo di Italia Viva al Senato Enrico Borghi, intervenendo alla Sala Nassirya del Senato alla conferenza stampa sul premio di dottorato Socint – G-Research in materie quantitative: “Lasciamo fare ad altri il gioco delle influencer, e concentriamoci sul futuro che arriva se non vogliamo esserne sbalzati fuori”. Intanto Ferragni non si scompone: “Il governo colma un vuoto legislativo”. Bocciano il provvedimento anti-influencer perfino il Codacons e l’Unione Consumatori. Meloni, l’influencer in capo, decide anche di concentrare la massima attenzione mediatica sugli appuntamenti elettorali previsti nel 2024. Sabato e domenica 8 e 9 giugno si voterà per le elezioni europee in abbinamento con le amministrative e le regionali di Piemonte, Basilicata e Umbria. Nello stesso decreto Elezioni spunta il contentino alla Lega: via libera al terzo mandato per i sindaci dei comuni tra 5mila e 15mila abitanti, sotto i 5mila viene eliminato ogni limite di mandato. Approvato anche il decreto legislativo sull’accertamento, con il concordato preventivo biennale per le partite Iva. Passano il dlgs per l’applicazione di una legge delega a favore degli anziani e una stretta sulla cybersecurity. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa, paventa un possibile rinvio dei cortei pro-Palestina convocati sabato, in coincidenza con le commemorazioni per la Giornata della Memoria delle vittime della Shoah: “Ci sono valutazioni in corso per motivi di ordine pubblico”.
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Film about the Fascist abuses in 2001 Italy
Treatment of prisoners at Bolzaneto
Prisoners at the temporary detention facility in Bolzaneto were forced to say "Viva il duce."[15] and sing fascist songs: "Un, due, tre. Viva Pinochet!" The 222 people who were held at Bolzaneto were treated to a regime later described by public prosecutors as torture. On arrival, they were marked with felt-tip crosses on each cheek, and many were forced to walk between two parallel lines of officers who kicked and beat them. Most were herded into large cells, holding up to 30 people. Here, they were forced to stand for long periods, facing the wall with their hands up high and their legs spread. Those who failed to hold the position were shouted at, slapped and beaten.[16] A prisoner with an artificial leg and, unable to hold the stress position, collapsed and was rewarded with two bursts of pepper spray in his face and, later, a particularly savage beating.
Prisoners who answered back were met with violence. One of them, Stefan Bauer, answered a question from a German-speaking guard and said he was from the European Union and he had the right to go where he wanted. He was hauled out, beaten, sprayed with pepper spray, stripped naked and put under a cold shower. His clothes were taken away and he was returned to the freezing cell wearing only a flimsy hospital gown.
The detainees were given few or no blankets, kept awake by guards, given little or no food and denied their statutory right to make phone calls and see a lawyer. They could hear crying and screaming from other cells. Police doctors at the facility also participated in the torture, using ritual humiliation, threats of rape and deprivation of water, food, sleep and medical care.[17] A prisoner named Richard Moth was given stitches in his head and legs without anaesthetics, which made the procedure painful.
Men and women with dreadlocks had their hair roughly cut off to the scalp. One detainee, Marco Bistacchia was taken to an office, stripped naked, made to get down on all fours and told to bark like a dog and to shout "Viva la polizia Italiana!" He was sobbing too much to obey. An unnamed officer told the Italian newspaper La Repubblica that he had seen police officers urinating on prisoners and beating them for refusing to sing Faccetta Nera, a Mussolini-era fascist song.
Ester Percivati, a young Turkish woman, recalled guards calling her a whore as she was marched to the toilet, where a woman officer forced her head down into the bowl and a male jeered "Nice arse! Would you like a truncheon up it?" Several women reported threats of rape.[18] Finally, the police forced their captives to sign statements, waiving all their legal rights. One man, David Larroquelle, testified that he refused to sign the statements. Police broke three of his ribs for his disobedience.
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L'Albania sospende la ratifica dell'accordo Meloni-Rama
In Albania si ferma, almeno temporaneamente, il percorso per l'approvazione dell'intesa con l'Italia sui migranti. La ratifica dell'accordo sottoscritto da Giorgia Meloni ed Edi Rama, che era prevista per domani nel Parlamento di Tirana, è stata sospesa dalla Corte Costituzionale, che ha accettato di esaminare due ricorsi presentati dall'opposizione. Tutto è quindi rimandato alla sentenza di merito, che dovrà arrivare entro tre mesi. Palazzo Chigi ha registrato questo passaggio scegliendo di non commentare una decisione tecnico-giuridica di un Paese terzo (quindi non politica). E in ogni caso è emerso che non c'è alcuna preoccupazione su eventuali ritardi sulla messa in campo del memorandum.
Il protocollo siglato dai due capi di governo lo scorso novembre, che prevede tra le altre cose la creazione di due centri di accoglienza e rimpatrio sul suolo albanese, ma finanziati e gestiti dall'Italia, ha creato duri scontri tra maggioranza e opposizione sia a Roma (dove l'intesa deve ancora approdare in aula per la ratifica) che a Tirana. Nella capitale albanese il centrodestra, avversario dell'esecutivo socialista, si è spinto fino al più alto tribunale per denunciare un meccanismo di cooperazione che sarebbe in contrasto con la Costituzione e con le convenzioni internazionali alle quali il Paese aderisce. In particolare, nei due ricorsi presentati alla Corte - uno avanzato dal Partito democratico guidato dall'ex ministro dell'Interno ed ex sindaco di Tirana Lulzim Basha, l'altro da 28 deputati legati all'ex premier ed ex presidente Sali Berisha - è stato affermato che il protocollo con l'Italia porterebbe l'Albania a rinunciare alla sua sovranità, e in ogni caso per far passare questo accordo sarebbe necessaria l'autorizzazione del presidente della Repubblica. Su questi rilievi è arrivato un primo pronunciamento della Corte costituzionale. Non nel merito, ma sulla legittimità.
La presidente Holta Zaçaj, infatti, ha spiegato che "il collegio dei giudici ha considerato che i ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti, ed ha deciso di esaminarli in seduta plenaria". A questo punto, le procedure parlamentari per la ratifica dell'accordo vengono sospese fino a quando gli alti magistrati non si esprimeranno con una sentenza. Che secondo la legislazione nazionale deve arrivare entro tre mesi dalla data di presentazione del ricorso. In questo caso, entro il prossimo 6 marzo. La prima seduta è prevista il 18 gennaio. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate sulla questione, hanno fatto sapere di non temere ritardi nell'attuazione del protocollo. L'esecutivo, tra l'altro, proprio oggi ha incassato un significativo appoggio da Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione, nella lettera inviata ai 27 sullo stato dei lavori sulla migrazione, come avviene di prassi prima dei vertici a Bruxelles, ha definito l'intesa Italia-Albania "un modello" a cui guardare. Un "esempio di pensiero fuori dagli schemi, basato su un'equa condivisione delle responsabilità con i Paesi terzi in linea con gli obblighi previsti dal diritto dell'Ue e internazionale", ha sottolineato, secondo quanto è emerso da fonti europee. Di fatto lo stesso concetto espresso da Giorgia Meloni, che dopo la firma con Rama aveva parlato di un'Italia "pioniera", di un "accordo innovativo" e di un "esempio da replicare".
A Roma, invece, lo stop temporaneo arrivato da Tirana ha provocato una nuova levata di scudi dell'opposizione. "Questo governo vince qualunque premio in giro per l'Europa e a livello internazionale. Ma in incompetenza e inadeguatezza", ha detto il segretario Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Lo spot di Giorgia Meloni rischia di non andare in onda", gli ha fatto eco Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. "Spero che questo segni l'inizio della fine di questo obbrobrio giuridico e umanitario", le parole del segretario di +Europa Riccardo Magi.
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STUDIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Ed eccoci agli articoli costituzionali che concernono i "rapporti civili": ricordo che detti articoli possono essere rammentati a chi per qualsiasi atto, gesto per i quali dovreste essere denunciati, di modo che possiate fare valere la Costituzione che rimane sempre al primo posto nelle fonti del diritto giuridico.
Iniziamo dall'articolo 13 che dice: " La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva."
Ovvero: nel caso di denuncia e fino a prova contraria, siete persone assolutamente libere, e comunque già il fatto di vivere da persone civili, non fa di voi soggetti da dover riprendere anche solo per qualsiasi gesto poco opportuno.
Per l'articolo 14 "Il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale.
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali."
A meno che non abbiate compiuto atti/gesti atti a minare l'ordinamento civile e democratico dello stato, per nessuna altra motivazione potete essere oggetto di perquisizioni nelle vostre case.
Invece, l'articolo 15 "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge."
Nessuno autorità giurisdizionale ha la facoltà di poter entrare nelle comunicazioni private di ogni cittadino: quindi sono bandìte le intercettazioni pur se da elementi emersi non vi siano comprovate possibilità di insubordinazione/eversione da parte del cittadino stesso e in questo caso ogni limitazione e ogni intercettazione è autorizzata.
Infine, l'ultimo articolo, il 16, stabilisce che " Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge."
E' un articolo che fa il "paio" con il numero 14, in questo caso ci si riferisce alla persona che proveniendo da un paese straniero, viva in Italia rispettando le leggi vigenti nel nostro paese; ma attenzione! Volendo allargare ed estendere ad altri soggetti ai quali si riferisce l'articolo, solo nel caso di trasferimento per qualsivoglia motivazione e in mancanza di elementi di reato, pure i cittadini italiani hanno ampia libertà di uscire dal nostro territorio.
Nel prossimo articolo vedremo altri articoli dei "rapporti civili": per intanto continuate pure nello studio della Costituzione Italiana a questo link:
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Lollobrigida e il treno, scoppia il caso: bufera sul ministro
(Adnkronos) - E' bufera su Francesco Lollobrigida dopo una ricostruzione del Fatto Quotidiano che accusa il ministro dell'Agricoltura di aver fatto fermare nella giornata di ieri un treno Frecciarossa diretto a Napoli e in forte ritardo per un guasto sulla tratta, per poi scendere ad una fermata 'straordinaria' nei pressi di Roma, a Ciampino, e continuare così il viaggio in auto verso l'inaugurazione del parco di Caivano dove era atteso. Una ricostruzione che ha catturato l'attenzione delle opposizioni e scatenato accuse e critiche nei confronti del ministro. Da Italia Viva al Pd al M5S, si va all'attacco: "Dimissioni", "Treni italiani come auto blu", "Ministro della sovranità ferroviaria", "Devastante". Ma Fratelli d'Italia si schiera in difesa del titolare dell'Agricoltura: "Contro di lui sciacalli, nessun disagio ai cittadini" "Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta Velocità in una stazione sul percorso Roma-Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti. I ministri possono usare i mezzi dello Stato ma non possono fermare i treni di tutti i cittadini. Se la notizia sarà confermata chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida", il commento del leader di Italia viva Matteo Renzi sui social. "Il ministro Lollobrigida non può trasformare i treni italiani nella sua auto blu. La fermata straordinaria imposta da Lollobrigida a Ciampino, come si apprende oggi dalla stampa, è un atto di un’arroganza ingiustificabile, uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini e le cittadine che erano sul suo stesso treno, già in ritardo, e a tutte le persone che fronteggiano ogni giorno i disservizi causati dalla mancanza di finanziamenti nei trasporti da parte del governo Meloni di cui fa parte. Presenteremo immediatamente un’interrogazione in Parlamento per fare subito piena luce su questa brutta storia", rimarca il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera. “Dalla sovranità alimentare per l’Italia alla sovranità ferroviaria per se stesso. Se risultasse vera la notizia che Lollobrigida ha fatto fermare un treno, non dovrebbe attendere oltre e correre in Parlamento a spiegare. I cittadini, già vessati da un sistema di trasporti nazionale penoso, devono anche subire l’umiliazione di un ulteriore ritardo per le esigenze di un ministro. Il vero problema, è che questa classe politica oggi al governo non si sente amministratore pro tempore del Paese ma padrone dell’Italia, tanto da sentirsi in diritto di bloccare i treni”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi. “Il fatto, che non è stato smentito, rappresenta un segnale devastante della politica ai cittadini a fronte di una manovra lacrime e sangue. Una politica che ‘lascia a terra’ famiglie e cittadini mentre utilizza per sé un mezzo di trasporto e ne fa un privilegio personale. Un segnale devastante. Lo definirei un privilegio da prima repubblica ma non si dire se ministri della prima repubblica si siano mai permessi di chiedere un privilegio del genere. Ci riserveremo tutte le valutazioni del caso”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte, commenta la notizia. "Leggo da una ricostruzione giornalistica accurata de Il Fatto che ieri il ministro Lollobrigida ha pensato bene di usare un treno Frecciarossa su cui stava viaggiando come mezzo personale, scendendo alla fermata (non prevista) di Ciampino perché stava accumulando troppo ritardo e salire sull'auto blu per far prima", le parole del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. "E allora mi viene da pensare - prosegue il leader di SI - a quei milioni di pendolari, lavoratori e studenti, che ogni giorno ne passano di tutti i colori sui regionali e non possono nemmeno lamentarsi. Sull’arroganza da privilegiato di Lollobrigida qualcuno del governo dovrà dare spiegazioni in Parlamento, perché - conclude Fratoianni - di una versione governativa del Marchese del Grillo gli italiani non ne hanno proprio bisogno. E forse non hanno neanche bisogno di Lollobrigida al governo". “Oggi dal solito quotidiano, con la schiera al seguito di alcuni parlamentari della sinistra, arriva l’ultimo attacco spuntato contro il ministro Lollobrigida. La sua colpa sarebbe quella di essere sceso, a causa di un grave ritardo, dal treno Frecciarossa e senza recare alcun disagio ai passeggeri, pur di presenziare a un evento importante come l’inaugurazione del parco urbano a Caivano. È lampante che l’assenza di un ministro ad un’iniziativa come quella di ieri che sancisce, grazie anche al Governo Meloni, la rivincita dei cittadini contro la criminalità, sarebbe stato un vero e proprio danno all’immagine dello Stato", la difesa del ministro del capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti. "Se la colpa di Lollobrigida è quella di voler esser presente a tutti i costi a Caivano, di aver voluto usare un mezzo pubblico e di aver trovato prontamente un’alternativa per raggiungere il luogo, è evidente -aggiunge l'esponente di Fdi- che certi sciacalli non sappiano più a cosa aggrapparsi. E fa davvero sorridere la richiesta di dimissioni da parte di Renzi, che arriva proprio da colui il quale si fece fare ‘l’air force Renzi’ tutto per lui. Solidarietà al ministro Lollobrigida”, conclude. [email protected] (Web Info) Read the full article
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ok quindi l'unico modo per evitare un governo di destra con a capo fratelli d'italia dopo le prossime elezioni sarebbe un alleanza tra gli ignavi del pd, i mentecatti del m5s, i duemila partitelli di sinistra e le merde centriste di italia viva e coso lì il partito di calenda ed ecco se questo non abbastanza per giustificare la dissoluzione nella repubblica italiana non so cosa potrebbe esserlo
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Giorgia Meloni, in occasione dell'anniversario della morte di Giorgio Almirante, ha scritto sui social che dovremmo onorare ogni giorno i "valori" che ci ha lasciato in eredità. Vediamo quindi chi è stato Giorgio Almirante e quali sono stati i suoi "valori". Fin dalla sua nascita, Almirante fu un orgoglioso fascista; partecipò attivamente alla vita del regime e non rinnegò mai la sua fede fascista, neanche dopo la capitolazione del regime. Fu segretario di redazione della rivista 'La Difesa della Razza', attiva dal 1938 al 1943. La rivista si propose di rilanciare negli anni del fascismo il razzismo e l'antisemitismo in termini molto più espliciti ed aggressivi di quanto non fosse mai accaduto in precedenza ed ebbe un ruolo determinante nella promulgazione delle leggi razziali. Nel 1942 fu lo stesso Almirante a scrivere sulla rivista uno dei suoi discorsi più famosi ed esemplificativi dei suoi "valori", di cui propongo un estratto: «Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza [...]. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali». Nel 1938 Almirante fu tra i principali firmatari del 'Manifesto della razza', documento in cui furono formalmente cristallizzati tutti i princìpi del fascismo; nel documento, tra le altre cose, si parla di «fisionomia razziale», si ritiene che «è tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti», che «esistono grandi razze e piccole razze» e ancora che «esiste una pura “razza italiana”» e che «gli ebrei non appartengono alla razza italiana». Dunque, alla leader di FdI verrebbe da chiedere quali siano esattamente i "valori" che dovremmo onorare di uno degli uomini che più hanno macchiato e imbarazzato la Storia del nostro Paese. E ancora, può una parlamentare di una Repubblica fondata su una Costituzione espressamente antifascista omaggiare uno dei maggiori esponenti del fascismo? Marco Cilento
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Enrico Pieri, ha 86 anni ed è un sopravvissuto dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, premiato "per l’impegno, di tutta una vita, a favore della tutela della memoria, della diffusione della conoscenza storica e della difesa dei principi alla base della convivenza democratica"
Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Per l’impegno, di tutta una vita, a favore della tutela della memoria, della diffusione della conoscenza storica e della difesa dei principi alla base della convivenza democratica"
Superstite e testimone dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: aveva dieci anni il 12 agosto del ‘44 quando, nascosto sotto la scala vide morire per mano nazista i genitori, due sorelle, nonni, zii e cugini. È Presidente dell’associazione “Martiri di Sant’Anna di Stazzema” e ha donato all’associazione la sua casa di infanzia, la stessa in cui fu sterminata la famiglia, per favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant’Anna per informarsi e approfondire la conoscenza storica. E proprio ai più giovani Enrico non si stanca di raccontare di quella strage, mettendoli in guardia da ideologie e nazionalismi. Così si esprime: “Viviamo da 76 anni in una condizione di pace e benessere grazie a tutte le persone che hanno pagato per la guerra. Non dobbiamo perdere la memoria, la dobbiamo tenere viva”. Emigrato in Svizzera, dove ha vissuto per 32 anni, è stato militante attivo nell’organizzazione “Colonia Libera Italiana”. Per il suo impegno ha ricevuto nel 2011 il premio di Cittadino europeo dell’anno dal Parlamento europeo.
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Mattarella all'Arma dei Carabinieri: «Il momento storico sollecita fedeltà alla Repubblica»
Mattarella all'Arma dei Carabinieri: «Il momento storico sollecita fedeltà alla Repubblica». Si sono aperte a Roma, nella caserma di Tor di Quinto, le celebrazioni dei 210 anni dalla fondazione dell'Arma dei Carabinieri. Alla cerimonia partecipano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, autorità parlamentari e di governo - come il ministro della Difesa Guido Crosetto - esponenti delle magistrature, autorità militari - come il capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone - e il comandante generale dell'Arma, Teo Luzi. Questo il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al comandante generale Luzi. "Nel giorno in cui l'Arma dei Carabinieri celebra il 210° anniversario della fondazione, la Bandiera di guerra riceverà la dodicesima Medaglia d'oro al valor civile, a testimonianza del lungo percorso compiuto sin dalla nascita dell'unità d'Italia e, da quel momento, protagonista nei passaggi che hanno caratterizzato la storia del Paese. Desidero, anzitutto, rivolgere un riconoscente pensiero alla memoria di tutti i Carabinieri che, in Patria o fuori dai confini nazionali, hanno perso la vita nell'adempimento del dovere e un deferente saluto alla Bandiera”. "Il momento storico che l'Italia e l'Europa stanno vivendo sollecita più che mai i valori di fedeltà alla Repubblica e di abnegazione di cui l'Arma ha saputo essere interprete. La sfida alla pace, la tutela delle libertà della nostra convivenza civile, vedono i Carabinieri operare nella duplice proiezione da un lato nelle crisi internazionali, dall'altro nel presidio offerto sul Territorio nazionale dalla rete delle Stazioni - prosegue Mattarella - la lotta alla criminalità organizzata, essenziale per la garanzia della legalità, concorre in modo significativo alla coesione della società italiana. Sono tutti campi che reclamano esigente impegno per le donne e gli uomini dell’Arma". "Nel manifestare a tutti i Carabinieri in servizio e in congedo i sentimenti di gratitudine della comunità nazionale, formulo in questo giorno di festa, a voi e alle vostre famiglie, i più fervidi auguri. Viva l'Arma dei Carabinieri, viva le Forze Armate, viva la Repubblica!", conclude il Capo dello Stato. https://videopress.com/v/EU9QZ6KI... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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"Ciuffi Cocò", opera teatrale in lingua greca
Cari lettori di Vortici.it con questo articolo vogliamo farvi fare un viaggio nella Grecia della seconda metà del '900, grazie a un’opera teatrale dal titolo Ciuffi Cocò: il nomignolo che una nonna, Cleri Piniou Saracini, scomparsa nel 2022, dà al suo nipotino mentre gli racconta della sua infanzia, attraverso parole, musica e fotografie.
L'opera teatrale è tratta dal libro bilingue Cleri, la vita che mi hai regalato! di Angelo Saracini, marito della protagonista, insegnante presso la Scuola Italiana di Atene, pittore, scenografo, impegnato in movimenti politici italiani e greci. È stato presidente del Comites in Grecia ed è Cavaliere del lavoro della Repubblica Italiana.
Lo scenario, invece, è di Irini Hiratou, che riesce a trasformare il testo in poesia, spettacolo, teatro musicale grazie al suo raro e raffinato talento artistico, con cui dà una voce e un respiro particolare ad un'anima che rimarrà viva ed eterna, che viaggia oltre il testo scritto. Una particolarità di questo spettacolo è anche il dialogo continuo fra musica e parole, dove gli strumenti collaborano al racconto partecipando alla recitazione. Nella drammatizzazione scenica musicale, questo soprannome diventa il pretesto, per dare spazio ad un monologo - dialogo carico di emozioni e ricordi di Cleri Piniou, in un contesto esistenziale, ideologico e politico, attraverso la conversazione con l'amato nipote Angelo, soprannominato proprio Ciuffi Cocò: personaggio cardine di un volto allusivo che rimanda simbolicamente a ogni bambino innocente e alle nuove generazioni sofferenti, che vacillano tra conflitti e comportamenti esistenziali. La sinossi dell'opera teatrale: L'opera teatrale racconta attraverso la vita una donna influenzata dalla politica ancor prima della nascita, in un momento di intensa agitazione politica e sociale in Grecia – quello della guerra civile –, che osservando il cielo stellato, si chiedeva cosa significasse quel seno sorridente e rigoglioso, che mentre grondava quel meraviglioso "liquido" bianco, diceva: "Il mondo è pieno di gente cattiva".La turbolenta vita di Cleri Piniou Saracini, in fuga dalle persecuzioni politiche, inizia proprio su una barca, che assurge a simbolo di una vita burrascosa e pericolosa: Scappammo dall’isola di Thassos, Ciuffi Cocò…su una barca… di corsa e frettolosi… la barca così leggera e veloce sembrava cheavesse le ali e volasse sulle ond ecco perché la chiamai... "LIKNISTI”(snodata)…e così navigavamo su acque limpide e fluide…per salvarci!mio padre, mia madre, mia sorella di due anni ed io…emozionata e confusa nel ventre di mia madre sentivo le vibrazioni del suo grembo,le lacrime di tristezza, i deboli battiti del suo cuore!Il ventre rotondo di una donna sdraiatae la vita e la morte su un’altalenasesto giorno …caldo insopportabile!(È colpa del sole?) Un sole allucinantee Caronte... pronto a traghettare! (…) La storia: Angelo e Cleri si conoscono a Roma, fra i banchi dell'Università, dopo che la giovane Cleri era arrivata in Italia per studiare architettura e laurearsi: è il 1965 quando affronta un viaggio di due giorni e due notti su un treno a vapore che parte da Atene, attraversa la Jugoslavia e la porta dritta in Italia, prima a Trieste e poi nella capitale. I due giovani studenti iniziano a frequentarsi sempre più assiduamente e Angelo porta Cleri a visitare le bellezze naturalistiche e monumentali nei dintorni di Roma, ma ben presto le loro giornate si legano ad un'intensa attività politica. Recepiscono la richiesta di aiuto dei compatrioti di Cleri e insieme ad altri studenti provenienti dalla Grecia stabilitisi in Italia, chiedono solidarietà per il popolo democratico per eccellenza, che ora veniva invaso dai carri armati e piegato alla dittatura. Contesti difficili: Nel frattempo il contesto politico si inasprisce anche in Italia, si avvicina il 1968 ed esplodono le contestazioni studentesche, che rendono più difficile battersi per la libertà della Grecia, soprattutto quando Cleri viene privata della cittadinanza greca proprio a causa del suo attivismo. Un impedimento non da poco per l'imminente matrimonio, che viene però arginato grazie a un permesso speciale del Vaticano, firmato dall'allora cardinale Montini, il futuro Papa Paolo VI. Dopo la laurea in architettura e un breve soggiorno a Venezia, i due partono alla volta della Grecia ma non riescono a consolidare la permanenza e affrontano un burrascoso viaggio di ritorno, con tutte le complicazioni del caso. Tornano in Italia, dove resistono poco tempo senza un'occupazione, da qui la decisione di ripiegare ancora verso la Grecia. Finalmente trovano entrambi la stabilità e la serenità familiare e professionale, Angelo come insegnante presso la Scuola Italiana di Atene, e Cleri come dirigente della Società Immobiliare pubblica K.E.D. per la ricostruzione statale ed economica della Grecia, e non solo, mentre nel 1975 nasce Raffaello Saracini.Proprio in Grecia, Cleri può dare sfogo al suo idealismo politico sostenendo vari leader della sinistra greca da Alexis Tsipras a Luca Katzeli. Dopo quattro anni di lotta, Cleri si spegne a causa di una malattia ma viene costantemente ricordata proprio grazie alle parole del marito Angelo, contenute nel memoriale della loro storia, Cleri, la vita che mi hai regalato! Una riflessione di Annapaola Di Ienno: Conosco molto bene l'autore Angelo Saracini e suo figlio Raffaello (il papà del piccolo Angelo) per motivi importanti che hanno segnato la mia esistenza. Cleri invece l'ho conosciuta da vicino in due occasioni. Sapevo poco della sua vita, ma istintivamente riconoscevo in lei una forza, un coraggio e una determinazione incredibili. L'incontro con il libro bilingue "Cleri la vita che mi hai regalato!"(Edizione bilingue 24 grammata) che ho letto con estrema attenzione ma, soprattutto, con particolare emozione, ha contribuito a farmela conoscere profondamente, scoprendo una persona ricca sotto ogni aspetto. La trasposizione teatrale di Irinis Hiratou “CIUFFI COCÒ" proposta a voi lettori di Vortici.it, è ovviamente in lingua greca e non ha sottotitoli in italiano, ma fidatevi di chi vi scrive e conosce perfettamente la lingua, essendosi integrata perfettamente con il popolo, avendo avuto la possibilità di viverci per 41 anni. Lasciatevi trasportare da tutto mentre ascoltate... parla un'anima che, attraverso la sua esistenza, ripercorre la storia moderna e contemporanea, di una Nazione, la Grecia che è la culla della Democrazia e che giustamente la preserva lottando strenuamente per conservarla, come ha dimostrato Cleri con la sua vita! Guardare lo spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=E3zCQjdlCBY Composizione musicale - Testi - Regia: Irini Hiratou.Montaggio del materiale di proiezione: Nikos Gravaris.Cleri Piniou Saracini è interpretata dall'attrice Marianna Geka.I musicisti suonano: Spyros Kostis-fisarmonica / Solis Barki-percussioni / Irini Hiratou-violino / Dimitris Kostis-corno.Per altri articoli di cultura sul nostro sito, fai clic qui. Annapaola Di Ienno e Benedetta Pisano Read the full article
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Agire nella società per il bene collettivo
dal discorso del Vice Sindaco Giuseppe Leo:
Grazie a tutti per essere presenti e per partecipare a questa cerimonia in forma statica.
Come tutti sappiamo oggi si festeggia la Repubblica Italiana che nasce il 2 giugno 1946. Stiamo ora affrontando un momento difficile della nostra storia, probabilmente il più complesso da 75 anni a questa parte. E come ci è stato insegnato, nei momenti difficili, occorre unirsi e farsi forza guardando ai valori più importanti,vai pilastri più robusti e solidi della nostra società, quelli che come Italiani ritroviamo nei principi della nostra Costituzione ed in particolare nei suoi primi 12 di quei 139 articoli, che rappresentano i principi fondamentali della nostra Nazione.
Con voi voglio oggi ricordare gli artt. 2 e 3 che come tutti sappiamo rappresentano i diritti cosiddetti inviolabili dell’uomo ma non solo.
L’Art. 2 recita: “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Mentre l’Art. 3 dice:” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione ,di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Negli artt. 2 e 3 trova fondamento anche il movimento associativo e quello del volontariato come espressione dello sviluppo del singolo uomo che, organizzato insieme ad altri, agisce nella società per il bene collettivo.
Sentirsi oggi una 'comunità' significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri.
Significa 'pensarsi' dentro un futuro comune, per costruire insieme il Bene Comune.
E ora, come 75 anni fa, vi sono persone che ancora una volta hanno sentito la chiamata all’impegno civile in aiuto degli altri.
Ora come allora i Solbiatesi hanno risposto e in molti ci hanno aiutato fin dal periodo più buio della pandemia attivandosi ad esempio con la consegna a domicilio dei medicinali per le persone più fragili e delle mascherine;
ma molti di più hanno risposto ora per il centro vaccinale di Malpensa Fiere. (dagli ultimi dati Solbiate sta contribuendo con più di 50 volontari).
Un centro fatto sì di medici e personale sanitario, ma anche di tanti, tantissimi volontari.
Pensate che sono più di 80 i soli volontari (escludendo Medici, Croce rossa, Protezione civile, Forze dell’ordine e Forze Armate) che, dalle 7 del mattino fino oltre le 21 la sera, si alternano ogni giorno per rendere operativo il centro e che senza di loro sarebbe fermo.
Quindi un doveroso e grande GRAZIE a tutti coloro che, con la loro presenza e il loro agire quotidiano garantiscono, a beneficio di tutti gli utenti, l’efficiente funzionamento del centro vaccinale.
Un Grande Grazie anche per rappresentare Solbiate.
Un GRAZIE a tutti, e voglio nominarli tutti, sperando di non saltarne nessuno:
Grazie ad Angelo, Barbara, Stefania, Nico, Lucia, Giuliano, Mauro, Alessia, Arcangelo, Giuseppe, Silvia, Alessandro, Assunta, Alessandra, Danilo, Angelo, Veronica, Alessandro, Alberto, Samuel, Alessandro, Andrea, Alessia, Biagio, Lorella, Ernesta, Nicola, Pietro, Francesca, Elena, Giacomo, Nicoletta, Sara, Alessandra, Daniela, Sonia, Filippo, Andrea, Marina, Roberta, Carlo, Camilla, Miriam, Alessandra, Roberto, Chiara, Luca, Laura, Mirko, Giovanni, Matteo, Valentina, Elena e a tutti quelli che ho dimenticato e che ancora si aggiungeranno!
Un grazie di cuore a tutti perché se è vero che l’Italia è un Paese ricco di solidarietà e volontariato allora possiamo dire che Solbiate è un Paese ricco.
Viva Solbiate, Viva la Repubblica, Viva l’Italia!
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