#violenze di genere
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klimt7 · 2 years ago
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UN CONTRIBUTO PER CAPIRE
CHE IL PROBLEMA È
SOPRATTUTTO CULTURALE.
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"Drogate e stuprate: succederà ancora"
A cura di Ilaria Maria Dondi
Essere drogate e stuprate: è una storia vera, che si moltiplica per tutte le donne cui è successo o accadrà in futuro.
'21h - Les détails' è il corto, sceneggiato dalla scrittrice Nadia Busato e interpretato dall'attrice Sveva Alviti che fa parte di 'H24 - 24 heures dans la vie d’une femme', un progetto corale internazionale ispirato a 24 storie vere di donne, scritte, interpretate e dirette da donne.
“Avevo 19 anni, una patente fresca di rilascio e la voglia matta di godermi l’ultima estate prima dell’università. Con l’amica di sempre aspettavamo elettrizzate l’inizio del festival rock più grosso della provincia. Finalmente, abbiamo passato il cancello e ci siamo fermate a bere un bicchiere, poco oltre l’ingresso.
Abbiamo brindato, ci siamo avvicinate al palco, abbiamo iniziato a cantare il primo pezzo e …bum!
Nessuna di noi ricorda nulla della serata finché, ore più tardi, siamo ritornate in noi stesse. In più di vent’anni abbiamo provato più volte a rimettere insieme la memoria di quella sera, ma tutto è cancellato, scomparso.
Agli inizi del millennio non c’erano né i social né il Me-too.
Erano gli anni dell’uomo che non deve chiedere mai. Famiglia, scuola, televisione insegnavano a noi ragazze di ogni età, che quando ci succede qualcosa di inquietante, brutto, violento, la colpa è nostra: ce la siamo andata a cercare; che è diritto di ogni uomo usare i corpi delle donne come meglio crede; ed è parimenti suo diritto non avere seccature inutili, come il consenso esplicito.
Se lei dice no, intende sì: quante volte l’abbiamo letto, sentito, detto ridendo?
Ripenso spesso a quella notte. Io e la mia amica, insieme, non pesavamo quanto un uomo adulto. Io anoressica, lei longilinea per costituzione: saranno bastate poche gocce.
Sarei davvero curiosa di sapere cos’era.
Le più famose sono le Ghb, Gbl e Bd, si trovano anche in medicinali che, ciclicamente, vengono ritirati dal commercio e poi re-immessi in altre formulazioni, per altre patologie.
Si chiamano droghe da stupro perché succede quello che è successo a noi: dopo non ricordi nulla.
Ci sono voluti diversi anni perché avessi almeno un nome da dare a quello che ci è capitato.
Chissà se chi l’ha fatto si è limitato a noi, quella sera. Se avesse voluto farlo ad altre ragazze, niente l’ha fermato. Magari l’ha fatto per tutta l’estate e le estati seguenti, magari lo fa ancora oggi. Immagino lo trovi divertente e, all’occorrenza, utile.
Quando Valérie Urrea e Nathalie Masduraud mi hanno chiesto di sceneggiare questo episodio di H24 ci ho messo dentro quello che succede a me, che da più di vent’anni cerco di rimettere insieme i ricordi e cerco gli indizi.
Esattamente come la protagonista di questa storia (che è tratta da una storia vera), tutto ciò che ricordo davvero era la banalità della serata: nessun segnale di pericolo, una normale sera d’estate tra amiche.
Esattamente come la protagonista (interpretata dalla bravissima Sveva Alviti) anche io mi sono sentita dire che sono stata fortunata: nessuna gravidanza, nessuna MST, nessun segno evidente di abuso, nessuna memoria, l’opportunità di dimenticare e riderci su.
Paradossale che qualcuno provi a consolarti ricordandoti che ci sono certamente donne a cui va molto molto molto peggio di te.
Quindi: allegria, dai, basta pensarci, mettitela via.
A noi, che abbiamo assecondato questo sistema educativo per intere generazioni.
A noi, che abbiamo sempre incolpato le ragazze ovunque, in pubblico e in privato.
A noi, che abbiamo guardato Fedro Francioni nella casa del Grande Fratello raccontare di aver stuprato un’amica incapace di reagire senza andare a distruggere gli studi di Cinecittà.
A noi, che leggiamo gli articoli assolutori su Alberto Genovese dando un colpetto annoiato di spalle perché le modelle e le attrici, come ci hanno più volte spiegato in TV, molti alti esperti, medici, opinionisti, politici e giornalisti, sono prostitute a caccia di tornaconto.
A noi, che sentiamo dire frasi come:
“…però lo sa che funziona così; cosa si aspettava?; ha avuto anche lei i suoi vantaggi;… e se lo ricorda dopo tanti anni?; bisognerebbe sentire la versione di lui; a me non sembra uno stupratore; lei è una facile; chissà chi c’è dietro”
e preferiamo non iniziare nemmeno una discussione.
A noi, che in un paese dove il cattolicesimo sostituisce lo stato di diritto sui corpi delle donne, ci stupiamo genuinamente dei numeri della violenza e dei femminicidi.
A noi, che chiamiamo la polizia se sentiamo il rumore di un furto ma non ci intromettiamo nella casa del vicino che picchia da anni moglie e figli.
A noi, che il femminismo bianco è sempre moderato e sorridere è meglio che alzare la voce.
A noi, che ormai questi uomini non li cambi più ed è meglio sperare nel futuro.
A noi , che voi vi lamentate ma siete fortunate.
A noi, che… e io che ci posso fare?”
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falcemartello · 2 months ago
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JK Rowling: "L'ideologia di genere ha minato la libertà di parola, la verità scientifica, i diritti degli omosessuali, la sicurezza, la privacy e la dignità delle donne e delle ragazze. Ha anche causato danni fisici irreparabili a bambini vulnerabili.
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La stragrande maggioranza delle persone non è d'accordo con il gender, eppure è stata imposta, dall'alto verso il basso, da politici, enti sanitari, mondo accademico, settori dei media, celebrità e persino dalla polizia.
I suoi attivisti hanno perpetrato violenze su coloro che hanno osato opporsi. Le persone sono state diffamate e discriminate per averla messa in discussione. Sono stati persi posti di lavoro e sono state rovinate vite, tutto per il "crimine" di aver detto che il sesso è reale.
Coloro che hanno tratto maggiori benefici dall'ideologia dell'identità di genere sono gli uomini, sia trans che non. Alcuni sono stati ricompensati per avere una mania di travestitismo con l'accesso a tutti gli spazi precedentemente riservati alle donne.
Altri hanno sfruttato il loro delizioso status di vittima per minacciare, aggredire e molestare le donne. La Sinistra non trans ha trovato una magnifica piattaforma da cui mostrare le loro credenziali progressiste, schernendo le esigenze delle donne e delle ragazze.
Le vere vittime sono state donne e bambini, soprattutto i più vulnerabili. I gay che hanno resistito al movimento hanno pagato un prezzo orribile. Le persone che lavorano in ambienti in cui un pronome fuori posto potrebbe farti diffamare o liquidare in modo costruttivo.
Non dirmi che si tratta di una piccola minoranza. Questo movimento ha avuto un impatto disastroso sulla società. Se avessi un pò di buonsenso, cancelleresti ogni traccia di mantra attivisti, attacchi ad hominem, false equivalenze e argomentazioni circolari dai tuoi feed X.
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Perché si avvicina rapidamente il giorno in cui vorrai fingere di aver sempre visto attraverso la follia e di non averci mai creduto per un secondo."
- J.K. Rowling
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vintagebiker43 · 1 month ago
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"Tenetevi le mimose, a noi date consultori, il diritto all'aborto, dateci gli asili, dateci il lavoro, dateci i ruoli che ci spettano, dateci una reale lotta contro le violenze di genere, l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole".
Intervento alla Camera della Deputata Gilda Sportiello.
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diceriadelluntore · 1 month ago
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Giornate Di Riflessione
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C'è sempre l'uso di una parola che muta o che sostituisce: l'8 Marzo non è la Festa della Donna, ma è Giornata internazionale dei diritti delle donne, cioè un momento di riflessione sociale, culturale e politica su come agire e garantire l'importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, ricordando le conquiste sociali, economiche, politiche e portando l'attenzione su questioni come l'uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne.
Non è quindi necessariamente il regalare un fiore splendido (la mimosa non muore senza i suoi fiori, la questione dei fiori recisi la spiegherò una volta) o andare a pranzo tra amiche (che è una cosa che si dovrebbe fare sempre), conseguenza della monetizzazione di ogni questione ormai. È l'occasione per una riflessione specifica e per un giorno "più centrale" di come arrivare agli obiettivi di cui sopra. Significa iniziare dalle cose più semplici, come l'uso di un linguaggio più attento, di piccole attenzioni che finiranno, spero, per cancellare degli usi non più accettabili, per arrivare a promuovere la parità di salari a parità di mansioni, le politiche indispensabili a sostegno di chi vuole avere una famiglia, al rispetto totale delle sua libertà di lavorare, amare, vivere. Significa dare spazio alle conquiste ma agire per tutte le altre, alcune davvero fondamentali, che ancora mancano.
Mi permetto però una piccola postilla volutamente sarcastica: fare ironia su tutti i tentativi, indistintamente, che mirano a queste riflessioni è un po' come sostenere che "tutte le donne non sanno guidare", cambia solo la questione generica di chi lo pensa. E non credo che l'obiettivo sia quello di somigliare ad uno che la pensa così.
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clarissasworld · 2 months ago
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In tutto il mondo ci sono innumerevoli esempi di donne che si alzano,
si mettono alla guida,
prendono il destino nelle loro mani,
ispirano tutti noi.
Ma donne e ragazze sono ancora la maggioranza delle vittime delle guerre.
Sono oltre la metà di tutti i rifugiati, e la stragrande maggioranza delle vittime di stupro
e altre violenze sessuali e di genere.
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- Angelina Jolie
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promisemeabrandnewday · 5 months ago
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Una volta c’era quel “trend”, passatemi il termine, che poneva una domanda: se scegli l’uomo o l’orso.
Venivi criticato se sceglievi l’orso perché tutte le persone ragazze e ragazzi hanno subito abusi, violenze, molestie. Ti sentivi più sicuro a scegliere l’orso.
Non ho mai commentato su tiktok chi sceglievo. Chi ha subito violenze, molestie e abusi sceglieranno sempre l’orso.
Ma vorrei dire una cosa, forse non se la fila nessuno oppure ci sarà un dibattito interessante. Ma io scelgo l’uomo. Non un uomo qualunque. Scelgo l’uomo per bene, lo so, non si conosce mai abbastanza una persona nonostante ci si può stare per anni e anni.
Come ci sono “uomini” o esseri spregevoli come l’anon che ha detto una cosa gravissima ad una ragazza. Ci sono anche uomini per bene, quelli “all’antica”. Quelli che combattono al fianco delle donne e ragazze con il loro sostegno contro la violenza di genere. Ci sono anche molti uomini buoni, che ti vogliono bene/amano nei tuoi pregi e nei tuoi difetti. Che se si litiga non alza le mani. Che ti aiuta se hai bisogno. Che non sono malesseri che vanno tanto oggigiorno e che sono violenti.
Scelgo l’uomo. Ma un uomo con la U MAIUSCOLA. Non un omuncolo che ti augura un Turetta, che ti augura le peggio schifezze che lui stesso ti farebbe
Per quanto possa essere difficile trovare un ragazzo/uomo per bene, se volete cercarlo? Cercatelo. Se lo volete attendere? Attendetelo. Ma trovate quella persona, la vostra persona, la vostra anima gemella come la volete chiamare. Ma trovate, cercate o attendete l’uomo con la U maiuscola. Può essere difficile ma non impossibile
Tutto questo discorso dall’inizio alla fine vale anche per gli uomini/ragazzi. Vale anche all’inverso. Ci sono molte ragazze la fuori che nessuno si fila perché sono quelle più nascoste. Quelle che escono solo quando sono a loro agio con loro stesse (così come i ragazzi).
Ci sono ragazzi/uomini e ragazze/donne che si devono ancora cercare perché hanno trovaro persone tossiche che giudicavano l’aspetto, il loro modo di fare, il loro carattere e la loro persona sminuendole. Persone tossiche causano relazioni malsane
Ognuno di noi, merita qualcuno che ci ami per quello che siamo che condividano le nostre passioni o che se ne hanno alcuni non per forza in comune. Che si fidano di voi, che vi rispettino, vi supportano e vi sopportano. Perché le relazioni sane sono quelle dove c’è rispetto e comunicazione. Se si litiga, si discute il giorno dopo ancora? Be’ quando la rabbia è finita, si parla perché non si è capito l’uno il punto di vista dell’altro
Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne
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mezzopieno-news · 5 months ago
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LA COLOMBIA HA ABOLITO I MATRIMONI INFANTILI
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Il 14 novembre 2024 la Colombia ha approvato una legge storica che abolisce i matrimoni infantili, segnando un passo significativo verso la tutela dei diritti dei minori e la promozione dell’uguaglianza di genere.
La pratica dei matrimoni infantili è ancora molto presente in alcune regioni del paese, dove le tradizioni culturali e la povertà spingono molte famiglie a far sposare le loro figlie in giovane età con uomini con il doppio o il triplo dei loro anni. La nuova legge vieta i matrimoni sotto ai 18 anni e protegge i minori da abusi e sfruttamento garantendo loro il diritto all’istruzione e a un’infanzia libera da responsabilità adulte. Le ragazze indigene sono le principali beneficiarie di questa riforma, poiché i matrimoni infantili spesso le privano delle opportunità educative e le espongono a violenze e rischi sanitari legati a gravidanze precoci. Il percorso per l’approvazione di questa legge durato 17 anni ha affrontato il fatto che molte comunità vedevano ancora i matrimoni infantili come una soluzione per alleviare il peso economico delle famiglie e per proteggere le ragazze da situazioni di vulnerabilità.
La Colombia è al 20° a livello globale in termini di adolescenti che si sposano prima dei 15 anni. L’abolizione dei matrimoni infantili in Colombia è stata accolta con favore da numerose organizzazioni internazionali che vedono in questa misura un modello da seguire per altri Paesi con situazioni sociali simili. La nuova legge prevede sanzioni severe per chi viola il divieto e stabilisce programmi di reinserimento ed educazione per le giovani vittime di matrimoni forzati o precoci.
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Fonte: Senado de la República de Colombia; Jennifer Pedraz; Unicef; immagine di Renthel Cueto
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VERIFICATO ALLA FONTE Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
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raffaeleitlodeo · 2 years ago
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Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato. Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio". Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”. - Conversazioni con Adriano Sofri, Facebook
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tulipanico · 2 years ago
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Se viene commesso un abuso sessuale di gruppo ai danni di due ragazzine minorenni e quello che viene detto dai piani alti, in soldoni, è: dobbiamo bonificare il territorio per renderlo meno propenso alla criminalitá, c'è un problema. Mi ha fatto ricordare mia zia che, per evitare che mia cugina da bambina aprisse tutti i mobili della casa e ne riversasse il contenuto sul pavimento, tolse tutte le maniglie.
Eppure, nel secondo caso, viene spontaneo capire che il problema non sta nelle maniglie, ma nell'educazione. E allora, come mai è così difficile capire?
Gli stupri, le violenze, le molestie non avvengono per colpa di un 'territorio propenso alla criminalitá', di un vicolo buio, di una gonna corta, di parole che ti hanno fatto credere che. Succedono, e molto più di quanto faccia notizia, perchè manca l'educazione. Educazione al consenso, educazione di genere, educazione in ogni accezione possibile.
Sono giorni che sto in silenzio, giorni in cui voglio scrivere ma non mi pare mai di riuscire nel modo giusto, e probabilmente nemmeno questo lo è. Sentire di questi casi, prima Palermo poi Caivano, mi ha riportato alla mente un episodio accaduto a Parigi, di cui non ho fatto parola con nessuno.
Eravamo in metropolitana, il vagone era pieno zeppo, io avevo avuto la fortuna di trovare un posto seduta. C'era questo ragazzo in piedi davanti a me, non so come fosse fatto perchè non l'ho mai guardato davvero. Dicevo, il vagone era pieno, ma non c'era motivo per il quale lui dovesse stare così vicino a me. Non c'era motivo, per fare aderire il suo bacino al mio braccio, anche quando ho provato a spostarmi.
Non c'era motivo, per compiere quei movimenti oscillatori, sfregandosi come un animale. Non c'era motivo per nulla, eppure poi l'unica cosa che ho pensato è che mi fossi sognata tutto, che avessi sentito male, che avessi amplificato una semplice casualitá. Che non era possibile, perchè insomma chi potrebbe mai fare una cosa così? Chiedilo, a tutte le tue amiche, chi potrebbe mai fare una cosa così, senti quello che hanno da raccontare.
L'unica cosa da bonificare sono i pensieri, signora mia, lavorare su ciò che gli uomini si sentono in grado di poter fare.
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colonna-durruti · 2 years ago
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Adriano Sofri
E allora tu che faresti coi migranti?
Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato.
Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio".
Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”.
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thegirllwhosoldtheworld · 26 days ago
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ribadisco il concetto per la quale schifo la maggior parte delle persone.
posso leggere, nel 2025 ancora, frasi del tipo “consiglierei di non mangiare” nelle storie di gente che ha tipo. 2/3k di seguaci?
ma tutto apposto?
e che non mi si venisse a dire che è “ironia” perché, porco del vostro dio, io sono la prima ad amare il black humor ma non è questo il caso e questa non è ironia: è solo un’aberrante superficialità con cui vivete la vita ed è esattamente il motivo per cui, poi, vi lamentate di avere vite tristi e vuote.
una frase innocua, detta con ironia, che mi sta facendo sentire in colpa per la carbonara super calorica che me so magnata ieri a pranzo. e continuo a dire che, per quanto queste cose restano un trigger anche per me, io ho una terapia psichiatrica alle spalle che mi permette di riprendermi.
non posso dire la stessa cosa per tutte quelle 2/3k persone che seguono questo individuo.
però, poi, l’importante è che nelle giornate dedite si faccia il post “acchiappa likes” dove si “sensibilizza” su violenze di genere, disturbi mentali, disturbi alimentari, prendersi cura di se stessi in modo sani e poi si vada a piangere, soprattutto, dicendo “oh mio dio fsccio schifo e nessuno mi vuole”.
fatevi due domande e datevi due risposte, che molti di voi hanno pure un bell’aspetto estetico, ma, poi vi rivelate schifosi dentro.
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somegrrrl · 1 month ago
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Grazie degli auguri,
Ma la reclusione delle donne al lavoro di cura e la loro difficoltà ad accedere al lavoro salariato è causa di scarsa indipendenza economica e di maggiore esposizione a violenze e abusi.
Grazie degli auguri,
Ma la femminilizzazione dei settori accademici e occupazionali (segregazione orizzontale) provoca perdita di status e quindi di retribuzione di molte discipline.
Grazie degli auguri,
Ma la narrativa diffusa per cui la sessualità è una cosa subita dalle donne e la totale assenza di educazione sessuale in Italia porta i ragazzini a sviluppare dinamiche di dominio all'interno delle loro relazioni fin dai primi rapporti e causa una cultura che legittima lo stupro e la violenza come fatto naturale.
Grazie degli auguri, veramente,
Ma la mimosa deve essere brandita come simbolo rivoluzionario e non regalata come gesto galante, rafforzando la divisione binaria dei ruoli di genere e rendendo anche la Giornata internazionale dei diritti delle donne un palcoscenico.
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vintagebiker43 · 1 month ago
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youtube
"Tenetevi le mimose, a noi date consultori, il diritto all'aborto, dateci gli asili, dateci il lavoro, dateci i ruoli che ci spettano, dateci una reale lotta contro le violenze di genere, l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole".
Intervento alla Camera
della Deputata Gilda Sportiello.
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diceriadelluntore · 1 year ago
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L'importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, ricordando le conquiste sociali, economiche, politiche e portando l'attenzione su questioni come l'uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni e le violenze contro le donne.
Questa è la riflessione che ha portato all'istituzione di una Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne.
Che si traduce in una parità sostanziale nelle opportunità in ogni ambito sociale, nella non discriminazione di genere, nel maggior supporto dello stato sociale in situazioni specifiche.
Significa anche la fine di stereotipi sulle capacità intellettuali e fisiche di ogni donna.
Non prendiamocela con la mimosa
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abr · 2 years ago
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Il wokismo – scrive Renée Fregosi (*) – è un’ideologia totalitaria: si appropria di tutti i campi dell’attività umana e distorce la realtà in vari modi. (...) Il corpo occupa un posto centrale: è il primo punto di partenza della logica di vittimizzazione sistematica che è il motore del wokismo. Il colore della pelle è messo in rilievo per denunciare ciò che i wokisti definiscono la “razzializzazione” dei non-bianchi, ossia le discriminazioni, oppressioni e violenze esercitate ai loro danni “in maniera sistemica” da quelli che a loro detta beneficiano del “privilegio bianco”. La differenza di sesso (...) è messa in discussione a beneficio del “genere��� che distingue il maschile dal femminile principalmente attraverso l’apparenza (...), vestimentaria in particolare. Il velamento del corpo delle donne, benché patriarcale, viene rivendicato contro una presunta “islamofobia” (...). L’ossessione wokista trasforma (anche) il corpo degli sportivi in uno dei suoi terreni di gioco privilegiati. (...) Il delirio woke raggiunge nello sport il suo punto più alto, mandando nel panico le federazioni sportive che reagiscono in maniera disordinata. Lo scorso marzo, la Federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics) ha deciso di escludere dalle prove femminili le donne transgender che “hanno attraversato la pubertà maschile”, ritenendo “insufficienti le prove che le donne trans non abbiano vantaggi sulle donne biologiche”. Indignata, l’atleta francese nata uomo Halba Diouf ha immediatamente denunciato questa decisione sul quotidiano sportivo L’Équipe. Quanto ai (sedicenti, ndr) atleti intersessuali (ermafroditi o di sesso indeterminato alla nascita), come la sudafricana Caster Semenya, devono d’ora in avanti mantenere il loro tasso di testosterone sotto la soglia di 2,5 nmol/L per ventiquattro mesi per poter concorrere nella categoria femminile (...), fatto che essi giudicano come una misura “discriminatoria”. (...) La Federazione internazionale di nuoto ha annunciato nel giugno del 2022 che voleva creare una categoria per le nuotatrici transgender divenute donne post pubertà (come l’americana Lia Thomas), al fine di riservare le categorie femminili alle donne di nascita e eventualmente alle transgender divenute donne prima della pubertà. Nel calcio, i regolamenti cambiano a seconda dei paesi.  Anche nel ciclismo le posizioni sono varie e cambiano in tutti i sensi. I britannici, per esempio, dichiarano che l’atleta transgender Emily Bridges non era “ancora” autorizzata a concorrere in un campionato nazionale. La questione agita tutto il mondo sportivo, e in particolare gli sport di combattimento.  (Traduzione di Mauro Zanon) (*) Filosofa e politologa francese, Renée Fregosi, con un passato da militante del Mouvement de libération des femmes (Mlf) e Partito socialista, ha scritto “Les Nouveaux autoritaires. Justiciers, censeurs et autocrates” (Éditions du Moment).
via https://www.ilfoglio.it/il-foglio-internazionale/2023/09/11/news/l-ossessione-woke-trova-nello-sport-uno-dei-suoi-terreni-di-gioco-privilegiati-5664212/
IL DELIRIO. E noi siamo costretti a perderci del tempo.
Ah, sempre a proposito di sport, che dire poi quella francese (giornalaia o ministro? Boh) che ha definito la HAKA neozelandese in corso di Mondiali di rugby, "atteggiamento maschlista e violento". Manco più le popolazioni indigene sfuggono al melting pot omogeneizzante del siamo quello che desideriamo essere (non nel senso motivazionale, in quello "fisico" proprio).
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seduction-fatale78 · 1 year ago
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C'è Anna che ha un bambino e rimane per lui, quando la sera si chiude la porta e il suo uomo le si avvicina a pugni stretti ormai non cerca più nemmeno una via di fuga.
Serena sta cercando lavoro e si è sentita chiedere se mai vorrà figli, che è stato brutto, ma si è anche sentita chiedere quanto sarebbe disposta a dare all'azienda, che è stato anche peggio.
Poi c'è Terry che sta per strada, quando è arrivata pensava di trovare lavoro tramite un conoscente e infatti l'ha trovato: viene caricata su una macchina otto volte a notte e quando torna a casa i soldi che vorrebbe non aver guadagnato non sono nemmeno suoi.
Lucia porta gli occhiali da sole a novembre, gira sempre con lunghi foulard e le batte ancora il cuore quando Marco le porta un mazzo di rose a sorpresa per il suo compleanno.
Veronica non viene nemmeno sfiorata, secondo Tommaso lei non vale nulla, nemmeno il tempo di un sorriso, di una carezza, di una parola che invece non manca mai di essere espressa quando sbaglia e lei sbaglia sempre, inizia a crederci persino lei.
Federica vive da sola, ha solo ventisette anni, ma se ne sente molti di più: gli altri pensano che non sia bella abbastanza e non ne fanno segreto, nessuno glielo dice apertamente ma appellativi come cesso e cozza sono spesso sussurrati fra i colleghi e le risatine alle sue spalle non mancano.
Teresa ha la quinta di seno, come se fosse una sua scelta, come se su quelle tette ci fosse scritto Toccami, come se i vestiti non fossero mai abbastanza larghi, come se il suo corpo gridasse troia ad ogni passo anche se lei ormai cerca di affogarci dentro a quei maglioni sformati.
Evelina ha fatto giurisprudenza come i suoi colleghi, si è laureata con un voto di tutto rispetto, eppure è proprio il rispetto che le manca sul posto di lavoro dove deve correre due volte di più per dimostrarsi all'altezza di meriti che agli uomini vengono riconosciuti di diritto.
Sofia ha quattro anni e queste cose le vede sempre, quando cerca di salire in alto sulla rete del parco giochi insieme ai suoi coetanei ma viene fermata perché potrebbe farsi male, quando Ludovico le ha stretto il braccio e l'ha spinta per terra e le mamme hanno ridacchiato un 'fa così, perché gli piaci', quando ha deciso che voleva fare basket e si è trovata in un tutù, quando il papà la tratta come se fosse un oggetto delicato, che potrebbe rompersi da un momento all'altro, che ha bisogno di protezione, ma soprattutto di sorveglianza.
Sono tanti corpi e tante menti di donne, sono violenze: fisiche, psicologiche, di genere.
Sono e siamo noi.
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