#vino toscano
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Coniglio del fattore toscano
Coniglio del fattore toscano
Il coniglio del fattore toscano è un piatto tradizionale della cucina toscana che prevede l’utilizzo di coniglio e altri ingredienti tipici della regione come il pomodoro, le olive e il vino rosso.
Ingredienti per quattro persone
un coniglio di media grossezza,
una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano,
sale,
pepe.
Tempo necessario
circa un’ora e mezzo.
Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
Abbinamento Vini
Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
Si può accompagnare con Vino Nobile di Montepulciano o Grignolino o Grumello o Rosso Conero o Gragnano.
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Coniglio del fattore toscano
Coniglio del fattore toscano
Il coniglio del fattore toscano è un piatto tradizionale della cucina toscana che prevede l’utilizzo di coniglio e altri ingredienti tipici della regione come il pomodoro, le olive e il vino rosso.
Ingredienti per quattro persone
un coniglio di media grossezza,
una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano,
sale,
pepe.
Tempo necessario
circa un’ora e mezzo.
Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
Abbinamento Vini
Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
Si può accompagnare con Vino Nobile di Montepulciano o Grignolino o Grumello o Rosso Conero o Gragnano.
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Coniglio del fattore toscano
Coniglio del fattore toscano
Il coniglio del fattore toscano è un piatto tradizionale della cucina toscana che prevede l’utilizzo di coniglio e altri ingredienti tipici della regione come il pomodoro, le olive e il vino rosso.
Ingredienti per quattro persone
un coniglio di media grossezza,
una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
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sale,
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Tempo necessario
circa un’ora e mezzo.
Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
Abbinamento Vini
Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
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Il coniglio del fattore toscano è un piatto tradizionale della cucina toscana che prevede l’utilizzo di coniglio e altri ingredienti tipici della regione come il pomodoro, le olive e il vino rosso. Ingredienti per quattro persone un coniglio di media grossezza, una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata), quaranta grammi di burro, due bacche di ginepro, un mazzetto guarnito composto di rosmarino, maggiorana e timo, due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano, sale, pepe. Tempo necessario circa un’ora e mezzo. Difficoltà: OD Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità). Preparazione Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino. A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati. Abbinamento Vini Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità. Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano: Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso. Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento Si può accompagnare con Vino Nobile di Montepulciano o Grignolino o Grumello o Rosso Conero o Gragnano.
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Il coniglio del fattore toscano è un piatto tradizionale della cucina toscana che prevede l’utilizzo di coniglio e altri ingredienti tipici della regione come il pomodoro, le olive e il vino rosso.
Ingredienti per quattro persone
un coniglio di media grossezza,
una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano,
sale,
pepe.
Tempo necessario
circa un’ora e mezzo.
Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
Abbinamento Vini
Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
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Ingredienti per quattro persone
un coniglio di media grossezza,
una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano,
sale,
pepe.
Tempo necessario
circa un’ora e mezzo.
Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
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Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
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una fetta piuttosto spessa di bacon (pancetta affumicata),
quaranta grammi di burro,
due bacche di ginepro,
un mazzetto guarnito composto di rosmarino,
maggiorana e timo,
due bicchieri di Vino Nobile di Montepulciano,
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Difficoltà: OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare il bacon a striscioline, salarle, peparle e introdurle nell’interno del coniglio insieme con il mazzetto aromatico e le bacche di ginepro; disporre il coniglio in una teglia ben imburrata, salarlo, cospargerlo con il rimanente burro a pezzetti e farlo cuocere in forno, facendolo ben rosolare da tutte le parti e cospargendolo, a poco a poco, con il vino.
A cottura ultimata tagliare il coniglio a pezzi, cospargerlo con le striscioline di bacon e irrorarlo con il sughetto di cottura ben ristretto. Servire come contorno una purea di patate, dei sedani alla crema o dei cardi gratinati.
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Per l’abbinamento vini per il coniglio del fattore toscano, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore intenso e speziato del piatto, ma anche di bilanciare la sua sapidità. La Toscana è una regione vinicola importante in Italia, che produce una vasta gamma di vini rossi di qualità.
Ecco alcune opzioni di vini da abbinare al coniglio del fattore toscano:
Chianti: il Chianti è un vino rosso prodotto nella regione della Toscana, che si caratterizza per la sua struttura tannica e il suo aroma fruttato. Si tratta di un vino ideale per accompagnare il coniglio del fattore toscano, grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di valorizzarne il sapore intenso.
Brunello di Montalcino: un altro vino prodotto nella regione della Toscana, dal sapore complesso e armonioso, con note di frutta matura e spezie. Si tratta di un vino strutturato e persistente, che si adatta bene al coniglio del fattore toscano grazie alla sua capacità di bilanciare la sapidità del piatto e di creare un abbinamento
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DUDE YOUR TAGS ARE KILLING MEEEE
Ok now because of @two-red-lungs 's headcanon about Marko being Italian (which I am now clinging to like it's a lifeline lol). All I can think about is
Marko getting so lost in pleasure while he's with his mate that he just completely forgets English and starts speaking Italian. If you don't understand it, be ready to just bask in the beauty that is him speaking it, head thrown back in pleasure while he completely loses his shit, you get a gist of what he's saying due to the tone, fluctuations in his voice, and overall breathlessness.
If you do speak it, it is some of the dirtiest, yet sweet and romantic shit falling from this boy's tongue. You're not quite sure how he could mix both how much he loves you, how good you feel taking him, and how he wanted to completely ruin you for anyone else, so you would never even think of straying (pfff as if you would). But he does, and it sounds like music to your ears.
When it's all said and done it still takes him a bit to learn English again. He's cuddling with you, basking in the afterglow and muttering soft little confessions of love against your skin.
Give the boy a bit, let him ride out the serotonin, he'll eventually start speaking so you can understand him again (if you hadn't been able to this whole time).
#Maremma maiala ma cos'è sto vino?#Vuo fa questione? Io t'acciro!!!#They will have different personalities#Because toscano Marko will be#And napoletano Marko will be#And I think they are both amazing
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Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduja, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.
-Il vestito di Arlecchino-
Gianni Rodari 🖋
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“ Mala tempora currunt, ora che tutti scrivono un po’ allo stesso modo? Nulla di nuovo sotto il sole. Non è la prima volta che capita. Basta ricordare quanto agli inizi del Novecento Renato Serra annotava: «Oggi tutti scrivono, in modi diversi, press’a poco la stessa lingua», «romanzi e novelle oramai in Italia hanno realizzato il tipo unico con una felicità da fare invidia ai produttori di vino toscano. Un tipo solo in tre o quattro confezioni». Ma Renato Serra auspicava una prosa raffinata, una prosa d’arte, che trionfò per un po’, e che poi fece il suo tempo. Abbiamo dunque a che fare con la millenaria ricorrente lamentela sul presente che è sempre apparso inferiore rispetto al passato? Apro lo Zibaldone di Leopardi in data 2 aprile 1827 e vi leggo: «disgraziatamente l’arte e lo studio son cose oramai ignote, e sbandite dalla professione di scriver libri. Lo stile non è piú oggetto di pensiero alcuno. […] Troppa è la copia dei libri o buoni o cattivi o mediocri che escono ogni giorno, e che per necessità fanno dimenticare quelli del giorno innanzi; sian pure eccellenti. […] La sorte dei libri oggi è come quella degli insetti chiamati efimeri: alcune specie vivono poche ore, alcune una notte, altre tre o quattro giorni; ma sempre si tratta di giorni». E sul tema si potrebbe raccogliere un vasto florilegio di alti lai. “
Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
#letture#leggere#citazioni#saggistica#scritti saggistici#libri#intellettuali italiani contemporanei#In contrattempo#linguistica#dibattito culturale#lettura#divulgazione#complessità#testi#Giacomo Leopardi#scrittori#scrittura#XIX secolo#Zibaldone#storia della letteratura#ottimismo#pessimismo#Renato Serra#elogio della lentezza#romanzi#novelle#Italia#stile#poeti#intellettuali italiani del XIX secolo
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Il peposo dell'Impruneta, gusto per duri!
Peposo Gli operai che lavoravano ai forni (fornacini) nella produzione del cotto non erano certo persone abbienti, anzi, al lavoro duro non corrispondeva certo un salario alto. Approvvigionarsi di proteine era quindi difficile dato il costo della carne. Spesso il denaro non bastava neanche per le carni meno pregiate, come il muscolo o lo zampetto, quindi ci si accontentava si di questi tagli, ma di quelli avanzati che avevano molti giorni ed erano andati oltre la normale frollatura sfociando in un inizio di putrescenza. Mangiare questa carne non doveva essere gustoso, l'olezzo era sicuramente disappetente e quindi solo la spezia poteva rendere questa carne accettabile. Nacque quindi il peposo per questa ragione, eliminare il tanfo di vecchio; e cosa meglio del pepe, dell'aglio del rosmarino e della salvia il tutto in abbondanza. In pratica i fornacini tagliavano a grossi tocchi la carne, la mettevano in un coccio di terracotta aggiungevano abbondante pepe, aglio in camicia, rosmarino e salvia, poi ricoprivano il tutto con del vino rosso. Il coccio veniva poi, alla mattina presto, all'inizio del turno di lavoro, posizionato alla bocca dei forni dove si cuocevano i mattoni e alla mezza il pranzo era pronto. Oppure veniva posizionato nei forni alla sera, come mi suggerisce Filippo Caroti riportandomi voci di ricordi di vecchi imprunetani. Tutte le ore di cottura avevano asciugato il vino concentrandolo e reso la carne del muscolo tenera e succosa. Uno stracotto altamente speziato. Ecco nato il peposo dell'Impruneta, un piatto che oggi sarebbe immangiabile da chiunque se utilizzata la carne passata di allora.
Preparazione del peposo. Oggi la carne che viene usata è sempre il muscolo, più fresco ovviamente, ma il procedimento non cambia, tanti spicchi d'aglio in camicia, rosmarino, salvia e pomodoro (spesso usato il concentrato o dei pelati). Devo far notare che il pomodoro è aggiunta moderna, all'epoca non si conosceva ed è entrato in cucina nell'800. Anche il pepe non viene più aggiunto in abbondanza come allora, anzi spesso il pepe macinato viene sostituito da pepe in grani che lascia il suo splendido aroma ma può essere allontanato per aggredire meno le papille gustative moderne. Anche qui un appunto, il pepe oggi macinato, all'epoca era quasi certamente usato in grani probabilmente perchè riutilizzato più volte. Ricordiamoci che era caro, addirittura usato come merce di scambio non deperibile. La leggenda vuole che questo piatto sia arrivato anche in piazza del Duomo a Firenze durante la costruzione del cupolone assieme ai mattoni necessari al Brunelleschi. Lo stesso Brunelleschi sembra abbia utilizzato questo piatto per nutrire i manovali. In pratica si racconta che all'ora del desinare fra far scendere gli operai e poi farli risalire dopo mangiato la perdita di tempo era notevole. Il Brunelleschi si inventò la prima mensa aziendale facendo salire insieme ai mattoni anche il peposo, il pane e il vino in modo da far mangiare gli operai direttamente sulle impalcature. Oggi possiamo gustarci il peposo in qualche ristorante oppure lo possiamo fare in casa con i pochi ingredienti ma con tanto tempo di cottura. Utilizzate un tegame di coccio, il forno a 120-150 °C, copritelo avendo l'accortezza di lasciare da un lato leggermente sollevato il coperchio in maniera che il vino possa lentamente evaporare. La cottura è lunga, almeno 3-4 ore, ricordate di mescolare periodicamente. Una variante interessante può essere aggiungere un paio di bacche di ginepro schiacciate e un paio di chiodi di garofano, gusto personale. Insomma la ricetta è già scritta su, non vi rimane che scegliere se essere aggressivi con il pepe macinato oppure più aggraziati con il pepe in grani. Servitelo su fette di pane toscano abbrustolito.
Jacopo Cioni Read the full article
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La prima intimità
Eravamo lì, sdraiati nel mio letto. Faceva particolarmente caldo, quindi ho deciso di chiudere finestra e porta e mettere l’aria condizionata. Tutto intorno a noi si stava raffreddando, sentivo l’aria più fresca, eppure noi eravamo così caldi. Avvinghiati l’uno all’altro, lui che mi teneva stretta anche mentre dormiva, era diventato la mia coperta. Sentivo sul mio collo il suo fiato caldo e il suo respiro era diventata una melodia bellissima: soave, leggera e a tratti si faceva più pesante. Sono una ballerina, qualsiasi suono che sento è un ritmo diverso, diciamo una scusa per inventarci sopra una coreografia. Il suo respiro, a ritmo alternato, era diventata la mia musica preferita: sognavo di ballare con un vestito leggiadro, bianco, lungo, che seguisse tutti i miei movimenti. Lo guardavo dormire e ancora non capivo cosa avesse avuto di speciale rispetto agli altri ragazzi incontrati quegli anni, per farmi addirittura cambiare le date degli esami e, credetemi, sono una secchiona: niente e nessuno ci è mai riuscito. Quel ragazzo dagli occhi verdi, stava diventando il mio “ne vale la pena”. In realtà, non è vero che ha gli occhi verdi, a lui piace dire così. Ha degli occhi veramente unici: da una parte quel verde fa ricordare le colline toscane, quelle curate, in cui tutti vorremmo trascorrerci delle ore davanti a un bel vino rosso (decorosamente toscano), regalandoti spensieratezza e tranquillità. Dall’altra parte, quando prende un po’ più di sole, insieme al verde, escono delle sfumature cristalline che ti ricordano il mare. Non un mare qualsiasi, ma quello cristallino, color smeraldo, forse paragonabile a quello sardo. Questo color cristallino ti permette di lasciarti cullare dal suo dinamismo, ti dà sicurezza e al contempo non puoi non lasciarti trasportare dal ritmo delle sue onde. Il mare però è anche turbolento quando agitato, di fronte a una tempesta indomabile, non puoi fare altro che aspettare che il flusso diminuisca. Ancora. Nei suoi occhi puoi scorgere anche un po’ di ambra, colore rarissimo da trovare negli occhi di una persona. Questo colore così giallastro che ti ricorda il sole: una presenza calda, piacevole, di cui tutti abbiamo bisogno. Lui forse è tutto questo per me: è entrato nella mia vita come una tempesta che sconvolge tutto, eppure non mi sono mai sentita cosi tranquilla e protetta come oggi. Forse, è troppo presto per dire di avere bisogno di lui, però sicuramente sento che averlo accanto mi rende più sorridente, più serena.
È incredibile come tutti questi pensieri mi siano venuti mentre lui sta dormendo, decorosamente ad occhi chiusi. Nonostante sia rilassato, lì fermo immobile, senza lasciarmi un attimo, riesco a scorgere le sue rughette. Rughe che sicuramente in parte sono di espressione, ma dall’altra sono un po’ di vecchiaia. Succede a prendersi uno di 10 anni più grande. Ma posso dire che le trovo anche sexy? Quelle rughe sinonimo del suo grande sapere, della sua enorme saggezza che ogni volta mi impressiona. Ha una cultura che, quando lo senti parlare, hai quasi paura a stargli accanto. Questo suo enorme sapere che farebbe sentire stupidi chiunque, anche tra i più secchioncelli. Questo suo enorme sapere che ti rende piccolo piccolo quando sei con lui e ti fa capire quanto una persona così nella tua vita non può fare altro che arricchirti e migliorarti.
Non appena ho sentito il suo sospiro farsi sempre più pesante, volevo provare ad alzarmi: aveva il braccio sotto di me, perchè non voleva lasciarmi. Non voleva che i nostri corpi fossero distanti nemmeno un cm, come se avesse avuto paura che al suo risveglio, io non fossi accanto a lui. Come se fosse, quello che stavamo costruendo insieme, quell’inizio (spero) della “nostra” storia, fosse un bellissimo sogno. Però, non potevo permettere che questa sua paura gli facesse giocare il braccio. Allora, ho provato ad alzarmi, delicatamente, senza far rumore, addirittura avevo smesso anche di respirare per paura che potesse sentire un fiato ancora più caldo sul suo collo. E niente, si è svegliato per prendermi con sé, girarmi con lui dall’altra parte e cambiare posizione. Ormai si era svegliato per colpa mia, non potevo essere responsabile della sua insonnia. Allora, nel posare delicatamente le mie labbra sulla sua pelle calda nonostante il condizionatore segnasse 18 gradi, gli accarezzavo la mano. Ed eccolo lì tempo due minuti ed era già crollato. Di nuovo. Per paura di risvegliarlo, stavo ferma, respiravo a mala pena. Ho smesso anche di fargli i grattini, di accarezzargli la mano per paura di dargli noia. Non so bene cosa stava sognando, però, non ho fatto in tempo a smettere che lui cercava la mia mano. Non so bene spiegarvelo, ma mi ha fatto impressione: io e lui, attaccati come le patelle, smesso di accarezzargli una mano, lui la rimuove come se avesse sentito la mia mancanza. Io riinizio subito, incredula, a sfiorargli delicatamente la mano. “No dai, è uno degli spasmi che si fanno durante il sonno” mi dicevo. Convinta di questa tesi, smetto di fargli i grattini. e invece, la mia tesi era sbagliata: lo spasmo c’è stato di nuovo. e così, altre due o tre volte. Esterrefatta di come un ragazzo così uomo dall’esterno, avesse bisogno di cosi tante coccole anche durante il sonno. Un ragazzo che si definisce come “spirito libero”, che non vuole incatenarsi, che però inconsciamente aveva bisogno di una mano che lo accarezzasse, come se questo gli regalasse tranquillità e sicurezza - due cose che, in realtà, forse non aveva bisogno. Almeno, io ero convinta di quello.
Lui ha qualcosa di speciale, non so bene ancora cosa. Ma lo ha, sento che lo ha, sento che è diverso. E questa sua diversità mi fa paura, perchè credo che stia iniziando a piacermi. e seriamente anche.
Il titolo di questo racconto è la “prima intimità” perchè credo che dormire con una persona a cui tieni in modo particolare, sia un vero senso di intimità. Sei povero, indifeso, debole, esposto a tutti i pericoli. Eppure non te ne frega, perchè ti fidi della persona che è lì con te, ti lasci cullare, ti lasci proteggere. è un’altra forma di intimità rispetto a quelle che verrebbero in mente nel momento in cui si legge questa parola, ma forse anche più importante, più forte, più travolgente.
Ho paura di questa tempesta. Ho paura della tempesta che sta portando dentro di me. Sarò capace di domarla? O meglio, sarò capace essere abbastanza forte da resistere a tutto? Sarò abbastanza per un qualcuno così?
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La toscana
La Toscana es uno de aquellos lugares donde uno queda sorprendido dondequiera que lleve su mirada. La mayoría de sus pueblos tienen un encanto único con sus calles de estilo medieval que te transporta a tiempos pasados. Y sus paisajes espectaculares que no se quedan atrás en cuanto a belleza se refiere.
En la Toscana podemos encontrar por ejemplo al magnífico pueblo de San Gimignano, situado en lo alto de una colina, declarado Patrimonio de la Humanidad por la Unesco. Se trata de un pequeño pueblo amurallado que te conquista enseguida uno comienza a perderse en sus calles de piedra. Hoy cuenta con 14 de las 72 torres de piedra que tenía en la época medieval.
La ciudad de Florencia es, sin lugar a dudas, uno de los sitios obligados para visitar gracias a su centro histórico lleno de atractivos. Algunos de los imprescindibles son la Piazza del Duomo, con tres edificios increíbles como la Catedral, el Battistero y el Campanile y la Piazza della Signoria con el Palazzo Vecchio. Tampoco debemos olvidar los museos donde se encuentra una de las esculturas más famosas a nivel mundial, como lo es el David de Miguel Ángel.
La Via Chiantigiana, que conecta Florencia con Siena, es una carretera con vistas panorámicas de campos y viñedos de gran colorido. Imagina la sensación de recorrer la región a bordo de una vespa, sintiendo el viento y los aromas que ofrece la Toscana.
Como ya nombramos, Siena es otro de sus pueblos que cuenta con un centro histórico bellísimo. Se destaca la Piazza del Campo donde se encuentran la Torre de Mangia, el Palacio Público y la fuente Gaia, y el Duomo construido en su totalidad de mármol blanco y verde oscuro que cuenta con una biblioteca impresionante.
Para los más aventureros, una de las mejores experiencias es, sin vacilar, sobrevolar en globo aerostático, admirando los paisajes del Chianti y de Colle Val D´Elsa. Descubrir las colinas de Chianti desde una perspectiva totalmente diferente mientras se observa un amanecer mágico. Contemplar desde el cielo a sus asombrosos pueblos, como Florencia y su emblemático centro histórico, y maravillarte con la vista una y otra vez. Es una de esas aventuras que no se olvidan fácilmente y donde obtendrás fotos espectaculares.
Siguiendo el recorrido, la ciudad de Lucca conserva en perfecto estado las murallas del siglo XV que rodean a la ciudad, donde se pueden apreciar sus torres e iglesias en este sitio conocido como la ciudad de “las 100 torres y las 100 iglesias”. Otro punto de interés es la Plaza del Anfiteatro, considerada un lugar único en toda Italia por contener un antiguo anfiteatro romano del siglo I en su interior. De características similares por ser otra de las ciudades medievales de La Toscana se encuentra la ciudad de Volterra, con vistas admirables de su entorno por encontrarse en la cima de la colina.
Pisa y su torre inclinada atraen a miles de turistas para tomar la característica foto sosteniendo la torre, pero no es lo único que esta ciudad puede ofrecer ya que cuenta con otras maravillas arquitectónicas que también destacan.
Para los amantes del buen vino se encuentra Montalcino, una de las zonas de cultivo de la vid más prestigiosas de toda Italia. Las extensiones de viñedos que se pierden en el horizonte ofrecen una vista majestuosa de este lugar de cuento. Es obligación pasar por una de sus bodegas y degustar un buen vino.
También recomendamos sus centros termales en Bagno Vignoni. En el centro del pueblo se encuentra una plaza con una gran pileta de la época romana, con aguas calientes debido a su suelo volcánico. Esta pileta se encuentra rodeada de edificios medievales que le dan al lugar un aspecto muy particular. Además de la pileta de libre ingreso hay dos centros termales en forma de hoteles a los que se pueden acceder abonando una entrada.
La isla de Elba
Se trata de la tercera isla más grande de Italia y la más grande de la Toscana. Tiene 30 kms. de largo y 19 kms. de ancho. Pertenece al Archipiélago Toscano declarado Parque Natural por su increíble belleza. Elba es, según cuenta la leyenda, una de las perlas de la diadema que la diosa Venus perdió en el mar Tirreno.
Es conocida como uno de los lugares de exilio de Napoleón en 1814 y en su recorrido se puede visitar una de las dos villas donde él vivió en aquel tiempo. Entre otras de las múltiples opciones que ofrece esta isla se pueden recorrer ciudades y castillos en la cima de la colina. En Portoferraio, capital de Elba, se encuentran los fuertes Falcone, Stella e Inglese que preservan el ingreso marítimo a la ciudad. Tiene un puerto pintoresco que vale la pena conocer, especialmente en el horario de la mañana donde los pescadores venden lo capturado.
Para recorrer admirando sus ciudades fortificadas y aguas turquesas se puede hacer senderismo o ir bordeando la costa en bicicleta o en moto; acabando muchos de sus caminos en el monte Capanne. Y para los amantes del mar, el encanto de descubrir la ciudad a bordo de un velero es una experiencia inolvidable imposible de rechazar.
Sea por aire, mar o tierra la Toscana es un viaje para agudizar nuestros sentidos y satisfacer nuestras expectativas, recorriendo la belleza de sus paisajes urbanos y campos con viñedos.
Originally published at on https://estilosviajes.com/January 30, 2023.
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IL CACCIUCCO DELLA VIGILIA
Ogni anno, per la Vigilia di Natale, abbiamo l’usanza, io ed i miei genitori, di riunirci a casa dei nonni alle per il tradizionale cenone. Appena varchiamo la soglia, mio nonno accende il suo storico giradischi e dalle casse inizia a diffondersi la musica natalizia così familiare per le mie orecchie e che ogni volta che parte mi porta una gioia dentro e mi riporta alla mia infanzia.
Tutti insieme apparecchiamo la tavola, stendendo la tovaglia rossa con ricami dorati e fiocchi di neve e mettiamo i piatti di porcellana appartenuti alla mia bisnonna che vengono utilizzati solo per quella occasione. Il pezzo forte della serata, però, è sempre lo stesso: il cacciucco di mia nonna accompagnato da fette di pane abbrustolito. Nonna lo prepara con amore, e lo serve in una vecchia ciotola di ceramica, tramandata di generazione in generazione.
Quando ero bambina, il momento più atteso era l’arrivo di babbo natale, cioè mio nonno travestito, che lasciava i doni davanti alla porta dopo aver suonato il campanello. Oggi, i regali li scambiamo intorno all’albero, ma la magia resta perché è l’amore in famiglia ed il tempo con questa a rendere la serata speciale.
Ogni volta che penso al cacciucco, rivedo quelle serate piene di calore familiare. È un sapore che porterò sempre con me.
Ricetta cacciucco di nonna:
Ingredienti:
- 1 kg di pesce misto per cacciucco (polpo, seppie, calamari, scorfano, gallinella, tracina, cicale di mare, granchi)
- 500 g di pomodori pelati o passata di pomodoro
- 4 spicchi d'aglio
- 1 bicchiere di vino rosso
- Olio extravergine di oliva
- Pane toscano (meglio se raffermo)
- Prezzemolo tritato
- Sale e pepe q.b.
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