#viaggiare insieme a te
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Ti va di andare al mare ?
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L'amore non si elemosina, non si presta e non si compra, l'amore è un frutto selvatico che nasce spontaneo, ed ha un sapore dolce amaro senza eguali. L'amore si dona si offre e si regala anche se è di gran valore, è più prezioso dell'oro fino e delle perle dei mari più limpidi e profondi. Se tu vai incontro all'amore, l'amore ti coccolerà, lui ti prenderà per mano, camminerà insieme con te. Se non ci credi provaci pure e vedrai che anche l'amore è un muscolo che va allenato che anche l'amore è una droga potente, ma, per prenderne la dipendenza devi prima usarlo, devi accettarlo e prenderci diletto. Lui crea sempre dipendenza anche a distanza, grazie allo spirito d'amore può anche trasmettere emozione, sentimento e stati d'animo. L'amore è passione, può correre anche attraverso fili invisibili, il desiderio può viaggiare anche via aria. L'amore non si può mai spiegare, come l'attrazione che si prova, si sente e si vive. L'amore non si dimentica, il dolore e la nostalgia nemmeno. Ma è il più grande afrodisiaco, la più grande necessità, di cui non si può fare a meno.
lan ✍️
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Amo mangiare da solo, viaggiare da solo, uscire da solo, risolvere tutto da solo.
Perciò se dovessi vedere che ti cerco per fare qualcosa insieme, è perché mi piace davvero stare con te
#pensieri#aforismi#frasi belle#citazioni#frasi tumblr#quotes#frasi italiane#frasi vere#frasi sagge#frasi rap#frasi celebri#solo#società
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La leggenda dell’albero della vita
Un bel giorno, un giovane ragazzo, mentre camminava, vide un albero, completamente isolato. Ripensò allora a ciò che aveva appreso lungo il suo cammino, ovvero che esisteva una connessione tra lui e il resto del mondo, e che per questo doveva essere in grado di comunicare anche con gli alberi.
Decise allora di rivolgersi proprio a quell’albero che se ne stava solitario su quel campo. Gli si avvicinò, e cominciò a parlargli, chiedendogli il permesso di avvicinarsi ancor di più, per condividere con lui il proprio campo di energia.
L’albero acconsentì con gioia. “Sono venuto a condividere le mie esperienze con te”, gli disse. “Vuoi vedere quello che ho visto nella mia vita?” “Certo, sono felice di questo dono.”
Il corpo del ragazzo si avvicinò e abbracciò l’albero. Non appena a suo agio, il ragazzo iniziò a portare alla sua mente tutte le immagini più amate nella sua vita. Il mare e le onde, le montagne e la neve, gli estesi campi che attraversano i paesi, le grandi città affollate da persone che corrono frettolose verso nessun luogo, gli animali liberi e quelli in cattività, i libri, la televisione. Il giovane mostrò all’albero i suoi percorsi di vita ed esperienze, accompagnate da intensi sentimenti, come amore, odio, paura, speranza, amicizia, condivisione e solitudine.
Improvvisamente il ragazzo si sentì in colpa: stava mostrando all’albero tutto ciò che è in grado di muoversi, di poter vedere altri paesaggi, altre parti del pianeta, mentre invece l’albero non poteva spostarsi da quel punto della terra, costretto a rimanere nel mezzo di un campo vuoto.
“Oh, mi dispiace albero, non volevo renderti triste!” “Triste? Oh, piccolo uomo, l’unico modo che ho di sperimentare la tristezza è attraverso i vostri sentimenti. Tutto ciò che hai condiviso con me, quello che hai visto e sentito con il cuore, non era affatto nuovo per me. Le mie radici sono nella terra e i miei rami nel cielo, il mondo non è un mistero, né lo sono i suoi mari e monti, le sue valli e i suoi cieli.
Le persone hanno pensieri e pensano molto. E grazie a questi pensieri, noi riusciamo a sentire. Noi sentiamo tutto ciò che viene da un uomo o un animale, da un vegetale o dal cielo. Piccolo uomo, tu hai bisogno di viaggiare per vedere il mondo, noi abbiamo bisogno di toccare solo la brezza. Quello che non si vede, in realtà esiste Tutto ciò che esiste, esiste ovunque. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte per essere ovunque. Noi alberi siamo benedetti. Vai in pace giovane uomo e vieni da noi, se ti senti solo di nuovo”.
Il ragazzo, in soggezione, si scostò di qualche metro dall’albero. Quello che avrebbe dovuto rattristare l’albero in verità aveva reso triste lui. Quello che non conosceva prima, il bisogno di poter credere, la necessità di toccare, annusare, parlare, sentire … improvvisamente si rese conto che tutto quello che pensava di aver raggiunto, di fatto già esisteva nella natura di tutte le cose. Essere connessi non è un obiettivo da raggiungere, è sufficiente ricordare la natura di ognuno. L’albero della vita è uno dei simboli cabalistici più antichi ed importanti.
L’albero stabilisce la comunicazione fra i tre livelli dell’universo: la terra, tramite le sueradici; la superficie, tramite il tronco, ed il cielo, attraverso i propri rami. L’albero è quindi l’epicentro del mondo, che stabilisce la relazione tra terra e cielo. L’albero della vita sorge da un insieme che simboleggia la madre terra, dalla quale nasce la vita
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Mi spoglio per te
Ho trentacinque anni. Le ho provate tutte: cameriera, commessa in un negozio di aeromodellismo, in una tabaccheria, in un minimarket di alimentari. Operatrice in un call center. Regolarmente il titolare, chiunque fosse, quando eravamo da soli finiva per mettermi le mani addosso e infine dovevo andarmene, con sul mio corpo esile gli sguardi infuriati e nelle orecchie le frasi da lingua di vipera urlate dalla moglie o fidanzata di turno.
Mai fatto nulla per incoraggiare: anzi, zero trucco e maglioni larghi. Ma questo inspiegabilmente pareva eccitarli di più. Intanto, in qualche modo studiavo. Laurea in Lettere Moderne con 110 e lode: olé! Però sta lì, nella mia testa, con la tesi stampata in fondo alla mia fedele valigia. Pronta a viaggiare con me. Resto sempre leggera, provvisoria. Come la mia vita fino a oggi.
Sono dovuta andare via presto anche da casa mia per lo stesso motivo: il nuovo compagno di mamma aveva iniziato con battutine, abbracci un po’ troppo stretti e, quando lei non c’era, a cercare di ficcarmi mezzo metro di lingua in bocca. Mia madre ci ha sorpresi in un momento in cui, non potendone più, sfinita gli stavo consentendo di baciarmi il collo e toccarmi il culo da sopra i calzoni, purché la finisse: questo era l’accordo, giuro! Ma lei l’ha interpretata come se io ci stessi e ha pensato che l’avessi già fatto scopare.
Ovviamente tra lui e me lei senza esitazione ha scelto di tenersi il suo cazzo caldo e duro in bocca e tra le cosce la notte. Non importava che fosse attaccato a uno stronzo. L’ultimo impiego “serio” prima di gettare la spugna è stato il lavoro in un negozietto di lingerie di assoluta classe a Milano. Piccolo ma di alto livello: con clientela top e danarosa. Gestito da una divorziata quarantenne e bellissima. Lì sono durata un paio d’anni. Dapprima il nostro è stato un rapporto decisamente professionale: ho veramente pensato per un po’ di potervi rimanere.
Lei, Giuliana, inizialmente era un po’ algida, diffidente. Poi ha visto che ero brava e sveglia sul lavoro: gestivo in modo impeccabile e razionale il magazzino scorte, mi segnavo gli articoli in esaurimento per il riassortimento, ordinavo fatture, pagamenti etc. Ma soprattutto vendevo da pazzi. Sono quello che si definisce un “soggetto emotivamente intelligente” come cataloga Daniel Goleman.
Quindi Giuliana dopo qualche mese ha iniziato a scongelarsi, con me. Ho scoperto che dal divorzio, per scelta non era più stata con un uomo. Che ormai preferiva le donne. E comunque per oltre un anno mai un contatto scorretto o un momento di imbarazzo, tra noi. Complicità, ecco: questo c’era. Ed era francamente molto gradevole. A lei piace arrampicarsi, per cui una domenica ho accettato di fare una passeggiata-arrampicata con lei su una mezza collina, dal grado di difficoltà elementare.
Me la sono cavata benino. Ero contenta e scendevamo insieme a valle. Dopo una curva, a duecento metri dalla sua macchina, mentre ridevamo e scherzavamo, lei non ha resistito: s’è messa di fronte a me, mi ha presa per le spalle, m’ha attirata a sé e m’ha baciata. Non ho opposto resistenza. L’ho lasciata fare: soprattutto perché proprio non volevo ricominciare a cercare un altro lavoro. Ha subito insistito perché restassi a cena a casa sua. E ovviamente a letto. Madonna, che caspita di appartamento: ero incantata!
Con Giuliana ho finto una naturalezza che non avevo e mi sono ficcata tranquillamente sotto le coperte con lei. La mia prima volta con una donna. M’è piaciuto, devo dire. Forse le cose da lontano diventano sempre un po’ poesia. Però prima le ho detto chiaramente che volevo che la cosa restasse episodica, una notte e basta lì. Ho messo in chiaro che non desideravo legami. Pur di leccarmi la fica e il buco del culo, di sentire la mia lingua guizzarle addosso e le mie mani tra le sue cosce e sui seni, m’ha stra-giurato: “ma certo, figurati. Resteremo comunque ottime amiche intime, no? E poi sai bene che sei anche la mia miglior collaboratrice, in negozio: non voglio perderti! ”
Dopo un po’ di giorni però me la ritrovavo addosso in tutti i momenti morti: in magazzino e anche nel microscopico bagnetto. Mi voleva, mi cercava. M’accarezzava. Spesso in modo lascivo e intimo. Iniziò a essere pure gelosa, possessiva. Mi scriveva messaggi chilometrici e mi mandava note vocali disperate, in cui a volte mi diceva di essere innamorata persa. Altre che le dovevo assoluta riconoscenza e di conseguenza amore. In sostanza, cercava di usare di continuo bastone e carota, con me. Faceva di tutto, pur di avermi per sé e ancora nel letto. Per non perdere il lavoro a cui tenevo veramente molto, nuovamente un paio di notti sono stata da lei, per tenerla buona.
Ma ho sbagliato, cazzo! S’è legata di più e infine ha fatto “il passo”: mi ha chiesto di sposarla e di trasferirmi a casa sua. Alla fine la sua vicinanza è risultata insostenibile. Mobbing, esasperazione, molestie. Mi sono dovuta licenziare ancora una volta, per evitare una situazione di continuo e assoluto imbarazzo. Ho dovuto farlo, pur di troncare con questa nuova e indesiderata “colla” che mi era piovuta addosso. E allora adesso basta: lavoro da casa, col mio laptop. Mi spoglio per te. Faccio ciò che dici. Ho molti clienti, tra cui alcuni assidui e affezionati che vogliono solo me: avvocati, salumieri, brokers d’alto profilo, impiegati e infine casalinghe trascurate, forse le più appassionate. Poi anche ragazzi con difficoltà a instaurare rapporti con le loro coetanee: a loro cerco di dare i consigli giusti e di spingerli a vivere al di fuori di un computer.
Gli altri invece cerco di farli restare collegati il più possibile, così corre il tassametro del desiderio e della loro libidine insoddisfatta. In questo modo guadagno bene. Ci pago l’affitto, mangio e mi tolgo pure qualche sfizio. Sono disperatamente sola. Alcuni mi offrono montagne di denaro, per andare una notte con loro: donne, uomini maturi, ragazzi, preti e anche una suora! Anzi: di alcuni ho già il numero di telefono e alla fine penso proprio che tenterò la mia nuova carriera di puttana. Mi sento sola. Sono molto tentata: a trentacinque anni mi devo sbrigare ad accumulare denaro. E lavorerò solo con bonifico anticipato, questo è sicuro. Nessun rischio di far godere dentro di me qualcuno che non mi pagherà.
Io però non ero nata puttana. Nessuno nasce col desiderio di vendere il proprio corpo. O almeno così credo. Alla fine dei conti io volevo solo un lavoro normale, pulito e alla luce del sole. E magari un bel ragazzo: uno serio, onesto, che mi amasse, con cui fare due o tre figli. Non è mai arrivato. Purtroppo ciascuno ha un proprio karma ben definito: ho capito ormai che il mio è quello di attirare inesorabilmente soltanto gli obliqui, gli irrisolti, i frustrati del sesso.
Mi cercano: come la fiamma ha bisogno dell’ossigeno, le mani e la libidine di questi esseri umani sessualmente frustrati me le ritrovo lungo il cammino della mia vita. Sembra un incantesimo, arrivano senza che io faccia nulla. Li attiro magneticamente e ormai li riconosco al volo ovunque io vada.
In un gruppo c’è sempre e invariabilmente qualcuno che inizia a guardarmi con quello sguardo fisso che conosco benissimo. Io sono per loro quello che il miele è per le mosche. Sarà l'odore del mio corpo. Sia fatta la tua volontà, o Signore: ho capito. Seguirò la strada che mi hai messo davanti. Cercherò di far comunque bene il mio lavoro. Tu però fai la tua parte e proteggimi, perché sono sempre una tua figlia.
Sarò pure io una di quelle che scontano i peccati del mondo, che pagano per i privilegi dei giusti e dei più fortunati. Che dormono sonni tranquilli. Una di quelle destinate a essere come bellissime stelle filanti. Oggetti che danno piaceri effimeri. Donne desiderate, godute e fottute da molti. Ma scelte per la vita solo dalla solitudine. “Ci sei? Ciao: si, sono qui. Che cosa vuoi che faccia per te stasera, bello?”
RDA
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“io sono immensamente fiera di te e mi auguro e ti auguro che questo tipo di esperienze ti capitino sempre. Che tu possa sempre inseguire i tuoi sogni, ricercare nuovi obiettivi, raggiungere nuovi traguardi, crescere e viaggiare tanto perchè anche se non saremo insieme, è come se lo fossimo sempre perchè io ti amo proprio tanto”
dio quanto sono innamorata di sta ragazza porca troia
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È difficile da spiegare ciò che una mente è in grado di fare.. riuscire ad andare oltre il reale, riuscire a vivere i pensieri, riuscire a percepire ricordi mai accaduti in questa vita.. vedere e vivere dei momenti specifici, delle visioni, nei minimi dettagli, percependo odori, rumori, pensieri, stati d’animo, persino il tipo di atmosfera all’interno di quella “visione” .
Queste sensazioni molte volte possono essere in grado di confondere ciò che si vive, confondersi su quale cosa sia reale, se tutto ciò che vedi sia un ricordo di una vita precedente, se sia una connessione in tempo reale di un multiverso, se sia un momento specifico nel quale riesci ad entrare in collegamento con la mente e i pensieri di un te stesso in qualche altra parte o vita.
Tutto ciò è una follia.. non mi aspetto che qualcuno possa comprendere tutto ciò.. ma questo è proprio quello che in tutto questo tempo mi escludeva dal mondo, il motivo per il quale mi sentivo perennemente fuori posto e non compreso.. ma se finalmente riesci a conoscere qualcuno che possa viaggiare sulla stessa linea d’onda, qualcuno che sembra venire da un altro posto proprio come te.. l’avere visioni l’uno dell’altro come se vi conosceste da sempre.. ricordi mai vissuti in questa vita..
È un qualcosa di incredibile, che fa riflettere e fa domandare se tutto questo sia reale o se sia tutto frutto della propria immaginazione.. come un lunghissimo sogno.. forse la mia paura è proprio questa.. non avere sempre chiaro di essere nella realtà o in un sogno.
Ma ciò che so e ciò che voglio, è restare in questa meravigliosa connessione condivisa con una compagnia perfetta in grado di comprendere e viaggiare insieme a me. Non importa dove, non importa quando e in quale vita. L’importante è riuscire a vivere tutto questo.
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Vuoi venire da me?
Non so come e perché ci siamo incontrati, ma credo che ad ogni cosa che accade, ci sia una spiegazione.
Voglio crederci amore.
Allora vieni con me? Portati una valigia piccola e prova a non avere paura. So che è un viaggio lungo e una vita nuova.
Seguimi... Io ti porterò a scoprire l’universo. Quello che nemmeno io ho il coraggio di fare senza te al mio fianco.
Non ti prometto la luna, ma tutte le attenzioni di questo mondo.
Decideremo insieme ogni singola cosa. Ma lasciati andare. Perditi in questo sogno e risvegliati con me nella realtà.
Voglio viaggiare con te Anima. In posti immensi e sconosciuti, cominciando da quelli dentro di noi e insieme conoscere il Paradiso.
Se esiste veramente, non potrà essere diverso da una vita con te...
(Claudio Del Pizzo)
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Della nostra casa è rimasto uno scheletro con due braccia che chiedono perdono e due gambe che non sanno dove andare se non lontano.
Raccontami come si sta distanti centinaia, forse migliaia di chilometri da qui. Il tempo scorre sempre più leggero, scrivere in veranda portare fuori il cane, andare a scuola dai bambini. Ci hai mai pensato che un tempo lo eravamo anche noi? Sembra buffo pensarci adesso. Della nostra casa, io avrò cura mentre non ci sarai, prometto che bagnerò i fiori e baderò alla polvere sopra il tuo letto, non farò caso alle pareti spoglie, o a quei cassetti che avrai portato via con te.
Della nostra casa resta uno scheletro con i muscoli ancora per sorridere senza misericordia per chi siamo state.
Ripongo nei cassetti anni di intensi sentimenti, senza i quali non saremmo chi siamo. Vorrei ci fossi anche tu, perché soltanto tu puoi capire che solo io posso capire te. Mentre getto via qualcosa e tanto altro me lo tengo stretto, penso al prossimo passo. Non avevo mai realizzato quanto un fratello potesse essere indispensabile.
Sai, dicono che fratello o sorella non abbiano esperienza degli stessi genitori. Però io so che tu sarai la mia memoria anche alla fine ed io sarò la tua. e se ci pensi intensamente è commovente. Sei la sola persona che contiene in sé tutto ciò che anche io so. di mamma e papà, di me e te. Di questa famiglia e di questa casa. La casa dell’infanzia la ricorderemo noi due soltanto. e più ci penso, mi sembra assurdo e straordinario come io e te condivideremo per sempre questa memoria collettiva che morirà insieme a noi. come questa casa, dopo tutto. A volte, la guardo già con nostalgia anche se non ce n’è bisogno. a volte mi chiedo se tornerai o deciderai di viaggiare per sempre. altre volte mi domando se sono coraggiosa o se l’avrei mai fatto al posto tuo… Credo di no… Non riesco a trovare un perché. ti voglio bene
#amore#amare#dolore#me#giorni#nascerannofiori#vita#amarsi#nascerannofiori scrive cose#sorella#fratelli#sorelle
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Ciao Marco come stai?
Sono ormai 6 anni che non ci sei più e stasera sono qui in palestra e tra una serie e un’altra ho voluto scriverti questa lettera qui su questo social perché tanto non mi leggerà nessuno che mi conosce e almeno qui so che posso sfogarmi un po’ con me stesso.
Da quando non ci sei più sono accadute cose bellissime nella mia vita: i miei progetti di vita e di lavoro sono cambiati in poco tempo ed inaspettatamente e alcune cose belle sono capitate così per caso a migliorare la mia vita. Sono riuscito a comprare casa, una macchina nuova e a viaggiare a conoscere nuove persone che mi vogliono bene e mi stimano anche oltre il lavoro. Ma ho sempre pensato che ci fossi tu dietro a guidarmi e a proteggermi come un angelo in ogni mio passo, in ogni mia scelta, in ogni mio viaggio. Non mi sono mai sentito solo.
Mi sono sempre chiesto perché tu avessi scelto me. Ma non avevo bisogno di risposte perché avevamo forse capito tutti e due quando ci siamo visti la prima volta e ci siamo dati il nostro primo bacio che conserverò nel cuore per tutta la vita. Il nostro era un amore a distanza ma di distanze non c’erano mai state. Era forse tutto troppo perfetto. Così perfetto che forse non meritavi di stare in questo mondo di merda!!! Ma io sicuramente non meritavo di perderti così presto e all’improvviso.
Mi hai insegnato ad essere generoso e ad agire sempre con il cuore perché sono i gesti che rimangono sempre e lasciano un segno indelebile nelle persone. Perché la cosa più bella è essere ricordati e ricambiati da chi ti vuole veramente bene e ti stima. Mi hai insegnato a non giudicare nessuno senza conoscere perché non puoi mai sapere dall’altra parte quale battaglia interiore può vivere l’altro. “Ama sempre” mi ripetevi.
Dovrei forse dire oggi che non mi manca nulla. Invece oggi mi manca ancora qualcuno che mi abbracciava come te, che mi faceva ridere come te, che mi coccolava come te e che mi teneva per mano e che mi baciava all’improvviso come facevi tu. Ma tu lo sai meglio di me che il tesoro più grande che puoi trovare qui è l’amore sincero di qualcuno che ti ama così come sei: semplicemente te stesso!!!
Questa è la foto della nostra prima serata insieme. Mi manchi tantissimo e Anche a Vittoria. Mi manca il tuo amore forte e folle.
Non smetterò mai di cercare e di ritrovare chi mi guarderà con gli stessi occhi tuoi.
Con amore per sempre. ❤️
P.S. Allenamento andato a puttane. Rifarò le gambe!!!
M.
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Mangiafuoco
Manteniamo il silenzio ma restiamo a parlare
resistiamo in piedi ma potremmo crollare
se cadrai tu non disperare
mi siederò con te finché non ti vorrai rialzare
Perché è una vita che va a puttane
fanculo il relax e le sue tisane
ed il destino con le sue grane
sorrisi bloccati alle dogane
Mi sento perduta come Cappuccetto Rosso
sprofondata caduta in mezzo al bosco
seguendo una strada che non conosco
sto precipitando in mezzo al mondo
Mentre sento il suono delle sirene
e volevo farti solo del bene
baci al sapore delle amarene
per restare ancora un'ora insieme
E questa pioggia mi rende il cuore un mattone
taglia e brucia come cartone
ed allora ti dedico un'altra canzone
per nascondervi dentro la mia emozione
giochi di prestigio con sparizione
Senti un poco
è tutto un gioco
sentimenti benzina per il mangiafuoco
Siamo tutti colmi di incertezza
ma puoi cambiare il mondo con una carezza
viaggiare come il vento solo se sei brezza
essere preziosa per quanto grezza
Vorresti creare una bolla
un tira e molla di colla
in mezzo a mari di folla
non sentire il cuore balzare come una molla
Quindi cambiati e svestiti dalle tue paure
che tanto non ti servono mille armature
solite parole e millemila cure
tra i nonostante e tutti gli oppure
Dimmi qual è stata la tua bugia
la ragione per la quale te ne sei andata via
camminando sul filo un'eterna acrobazia
come un ricordo in preda ad amnesia
Se chiudi gli occhi vedi i mostri
ti possono sembrare dei tipi loschi
i segni degli abbracci non li dimostri
quelli rimasti i miei e i nostri
mai un po' più vostri
Senti un poco
è tutto un gioco
sentimenti benzina per il mangiafuoco
Restiamo zitti e muti
tutti seduti
senza più aiuti
con i sentimenti sparsi a terra come rifiuti
sono solo benzina per il mangiafuoco
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
#life#vita#umi-no-onnanoko#writing#write#writer#scrivere#scrittrice#scrittura#song#songs#canzone#canzoni#music#musica#mangiafuoco#11.01.24
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Non conosco nessuno qui, ma contro ogni aspettativa non me ne frega niente e l'ansia quasi non esiste. La stanza dell'albergo è silenziosa da morire, ma contro ogni aspettativa non me ne frega niente, la solitudine non esiste, è la pace.
Oggi è il primo giorno di vacanza da sola, che credo sarà la prima di una lunga serie. Lo penso provando immense felicità e gratitudine perché merito di trattarmi bene e di pensare solo a me in questo modo, come in molti altri, e già mi sta risultando un'esperienza splendida. Lo penso anche con tanta amarezza e un senso di vuoto, perché amavo viaggiare con te, a modo più tuo, anche se i viaggi sono sempre stati un punto molto difficile tra di noi. Fatico a non pensare che non dovrei essere qui, che saremmo dovuti essere altrove in questo momento, insieme, ma me lo dovevo tutto questo. Adesso ci sono solo io.
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Quindi per te la famiglia vuol dire avere un maschio solo per scopare?
Madonna pensavo che avessimo superato il concetto di famiglia = due persone che fanno figli.
La mia famiglia è composta da: ragazzo, mamma, babbo, gatti, cane, i miei amici. Potrebbe essere per sempre oppure no.
Quindi io e il mio ragazzo non siamo una famiglia perché stiamo insieme solo per amore, scopare, viaggiare?
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Lascia al tempo fare il suo corso magari ti sorprenderà
Questa è la storia di Vera e Nando, il destino come li aveva fatti incontrare li aveva separati per sempre o almeno così credevano...
Chat del 31 dicembre ore 23:45
Nando: ehi Vera sono il ragazzo più felice del mondo!
Vera: ... perché? Che è successo???
*pensiero di Vera: temo di aver capito purtroppo*
Nando: ce l'ho fatta! Finalmente lei è mia, sono fidanzato ufficialmente con la donna della mia vita, quella che ho desiderato in tutte le ragazze che ho conosciuto!!
Vera: buon per te.
Nando: per essere mia amica mi aspettavo un po' più di entusiasmo Vera da parte tua
Vera: yuppy. Ti va bene così?!
Nando: ok dimmi che hai? Uno dei tuoi soliti crolli?
Vera: No Nando, ero felice anch'io prima che mi mandassi questo messaggio e non è gelosia la mia è solo che mi fa ancora male pensarti tra le braccia di un'altra, io ti ho amato e ho bisogno di tempo per guarire questo mio cuore malato d'amore, non riesco ad essere davvero felice per te perché anch'io ti ho desiderato, ti ho sognato in una vita insieme, anch'io ho ricevuto da te un ti amo e un bacio, il mio primo bacio. Ma tu hai mutato i tuoi sentimenti con il tempo mentre i miei invece si rafforzavano. Quindi scusami se non sono felice per te, ma anch'io ho vissuto un sacco di momenti con te e non è facile per me chiudere il passato dietro una porta e non aprirla mai più, soprattutto se è un passato troppo recente, le cui ferite d'illusione bruciano ancora.
Nando: Oh Vera pensavo ingenuamente ti fosse passata, non volevo ferirti lo sai, non l'ho mai voluto e mi dispiace di averti illusa tanto, ma non ti amo più da un pezzo, al cuore non si comanda lo sai. Spero potremo restare amici e continuare a sentirci, non ti voglio perdere e ci sarò sempre per te. Ma tu più di chiunque altra sa quanto ho sognato e desiderato lei con tutto il mio cuore
Vera: si lo so, anche se è diversa da come la descrivevi un tempo
Nando: in che senso?
Vera: non ricordi: capelli biondi un po' ricciolini come le onde del mare, occhi azzurri ma da cerbiatta, alta e magra, sportiva ed elegante nel suo paio di jeans, possibilmente con un accento inglese da farti viaggiare nel nord Europa ad ogni suo sussurro. E invece lei è mora e ha gli occhi scuri, non è chissà quanto alta ed è italiana al 100%.
Nando: hai ragione ma è lei nonostante tutte queste differenze che aspettavo da una vita. Quella che hai descritto era la ragazza che desideravo da adolescente, per sentirmi una sorta di supereroe con una lady di tutto rispetto da fare invidia a tutti i miei coetanei che mi definivano strano e un fallito.
Vera: lo so ... Vabbè che devo dirti allora congratulazioni! Sono (fintamente) felice per te. Ma pensi davvero che lei accetterà il nostro rapporto anche se solo di amicizia, io non credo, lei ti vorrà solo per sé magari non ora, ma tra qualche mese ti chiederà di scegliere e tu ovviamente finirai per scegliere lei, chiudendo tutto con me. Quindi non voglio più collezionare ricordi di noi per poi ritrovarmi con nulla. Preferisco approfittare che tra qualche minuto inizia un nuovo anno per andare avanti senza di te.
Nando: Vera non dire così... Non voglio perderti
Vera: Nando mi hai già persa. Ecco che fanno il conto alla rovescia 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2 ,1 buon anno! E buona vita, addio. Una sola cosa ti chiedo pubblica quei tuoi racconti in forma cartacea anche se a quel concorso non ti presero in considerazione è davvero un peccato tenerli nascosti su questi social.
Nando: addio Vera buon anno anche a te, ti auguro il meglio e ancora scusami, grazie di ogni cosa che abbiamo vissuto, non volevo finisse così.
*chat eliminata*
...
5 anni dopo
Tg 2: «E per la rubrica dei lettori più appassionati ecco salire in prima posizione la saga "SAOA" di Nando Fritz! Che con il suo miscuglio di fantasy e fantascienza ha conquistato grandi e piccini!
Vera: «Nando, quel Nando almeno ha seguito il mio ultimo consiglio, alla fine ha pubblicato con quella famosa casa editrice per ragazzi ed ecco che come pensavo ha ottenuto un grande successo per la sua fantastica immaginazione e originalità».
Tg 2: «É previsto il lancio del suo nuovo libro nella Mondadori di Roma il 20 ottobre alle 14:00, non mancate per scoprire quale altra perla è uscita dalla sua magica penna. E ora passiamo allo sport, anche quest'anno l'Italia non si è classificata per i mon...>>.
*Vera spegne la TV e si annota quella data sull'agenda del telefono*
*pensiero di Vera: semmai dovesse capitare un torneo a Ciampino in quei giorni magari ci potrei fare un salto, giusto per togliermi la curiosità*
...
20 ottobre ore 13:30
Vera al telefono con i genitori: «niente da fare, sono arrivata 6°, sempre le solite sul podio, vabbè mi rifarò la prossima volta ahah. No non riparto subito, penso di andare a farmi un giro nella libreria qui vicino è così maestosa, con tutti quegli scaffali pieni di libri dalle copertine più svariate. Si sto attenta, come sempre, mamma non sono più una bambina. Si vi chiamo quando entro in autostrada, tranquilli. A dopo ciao ciao ciao»
*Vera cerca la libreria tra i vari negozi di quel centro commerciale, e fa lo slalom tra tutta quella gente che si era fatta prendere dalla febbre dei saldi autunnali. Una volta superato il negozio di lingerie eccola la più bella Mondadori che avesse mai esplorato, all'ingresso era presente una sorta di bancarella con i libri in svendita, mentre vicino alle scale, che portavano al secondo piano con vista e salottino per leggere i libri di seconda mano, erano posizionati dei cestelli pieni dei nuovi arrivi. Mentre al piano inferiore situato un po' sottoterra c'era un delizioso bar stile retrò con tutto l'arredamento in legno che dava davvero la sensazione di essere accolti in un caloroso abbraccio e l'aria era intrisa di quell' inconfondibile profumo di thè caldo di ogni tipologia e sapore. Infine superati i vari scaffali di ogni genere letterario immaginabile e svoltato a destra rispetto all'angolo dedicato alla lettura dei più giovani, ecco la zona delle conferenze e firma copie. Era allestita come una sorta di red carpet per i divi del cinema, solo che stavolta era dedicata ai "divi" dei lettori. E poi lo vide, lo riconobbe subito Nando che stava venendo intervistato dalla Rai, la stessa Rai che anni prima aveva ignorato i suoi racconti. Non era cambiato molto fisicamente, sempre magro, di altezza media, non troppi muscoli e quei capelli castani un po' ribelli e si era fatto crescere un po' di più la barba. Anche Vera non era poi tanto cambiata, sempre quattrocchi, un po' pienotta anche se di meno rispetto ad anni prima, vestita casual con i capelli nero corvino che le cadevano sopra le spalle. Qualche anno prima aveva provato con un taglio corto, seguendo l'idea che aveva letto da qualche parte che le donne tendono a cambiare acconciatura dopo una rottura, ma non solo era stato inutile cambiare taglio ma lei non riusciva proprio a vedersi con i capelli corti quindi lasciò che ricrescessero anche un po' più lunghi di prima.
Una cosa che colpì Vera, no non fu un libro che era in bilico sullo scaffale, ma l'aver notato che Nando era da solo, niente famiglia nemmeno il gatto tanto insopportabile per lui e soprattutto niente ragazza al suo fianco.
"Strano davvero molto strano, in un giorno così importante per lui quella non sta al suo fianco?! Mah, che strano rapporto hanno instaurato sti due" Pensò Vera.
Poi si scorse un po' tra le teste di tutti quei ragazzi che erano in fila per ricevere l'autografo sulla copertina dei loro libri di quella ormai famosa saga "SAOA". E riuscì a leggere il titolo del suo nuovo libro "Il tempo e i suoi misteri" con la raffigurazione di un ragazzo in divisa da cosmonauta che si premeva l'orologio da polso e da quello fuoriusciva un fascio di luce che immobilizzava ogni cosa.
Vera capì subito a cosa si riferiva l'immagine in copertina: un time-stop! Chissà cos'altro si è inventato stavolta Nando, quasi quasi lo compro, ma senza farmi notare, anche se ... mi piacerebbe avere un suo autografo, ho pur sempre fatto da braccio destro per un po' di tempo ed ero sua fan con lo slogan "721 rivoluzione". Magari non mi riconoscerà e così potrò avere il suo autografo senza scatenare eventi che possano variare le linee temporali. Ok, fermi un attimo ma sto parlando come lui ahah. E si mise a ridacchiare tra sé e sé. Un ragazzo lì vicino la notò e dallo sguardo perplesso che fece sicuramente pensò "questa è matta". Ma Vera lo ignorò e si mise in fila.
Intanto l'intervista per la Rai era stata interrotta per un problema con dei cavi, roba informatica, che se non fosse stato impegnato a vivere quei momenti di fama, Nando avrebbe sistemato volentieri seguendo uno dei suoi motti "fare del bene al prossimo".
La fila scorreva velocemente e solo 3 persone dividevano i nostri protagonisti dall'incontrarsi nuovamente. Vera sentiva il cuore battergli all'impazzata e sperò vivamente fosse solo emozione o adrenalina data dal momento e non il riaffiorare dei sentimenti che con tanta fatica era riuscita a reprimere.
Ancora una persona davanti a Vera, una ragazza sorridente con l'apparecchio ai denti, una gonnellina corta nera e delle calze a rete che le modellavano le gambe slanciate su dei tacchi eleganti, stringeva tra le mani il nuovo libro come il più prezioso dei tesori. "Che carina!" Pensò Vera. Prima di sentire lo stesso commento provenire da quella voce che conosceva bene, quella di Nando intento a ringraziare la sua fan e farle l'autografo con dedica. Sentì che la stava congedando con un saluto e ... un batti cinque. "È rimasto il ragazzo strambo di un tempo" disse tra sé e sé Vera, prima di rendersi conto che la ragazza aveva lasciato la fila e che ora a dividerla da quel suo caro scrittore-poeta era rimasto solo il tavolo stracolmo di quel suo nuovo racconto. "Ok Vera respira e comportati come una semplice fan, non farlo insospettire" cercò di ripetersi mentalmente Vera come un mantra e prese uno dei libri passandolo a Nando limitandosi a sorridere.
Nando prese il libro, aprì alla prima pagina interna ed era pronto per la dedica puntando la penna azzurra sotto al titolo, alzò lo sguardo per chiedere il nome della fan e rimase quasi pietrificato vedendo Vera, la riconobbe all'istante, anche se lei cercava di nascondersi dietro alle sue ciocche corvine. E esclamò il suo nome a gran voce con un sorriso di entusiasmo e nostalgia : «VERA!! Vera Fleur, sei davvero tu? Non ci posso credere, tu qui dopo tutto questo tempo, nonostante tutto e tutti e per un mio romanzo» quelle sue parole attirarono l'attenzione di tutti compresa la truppa della Rai che stava finendo di sistemare per proseguire le riprese.
Rendendosi conto di aver attirato troppo l'attenzione Nando si rimise a sedere e si sbrigò a scrivere la dedica a quella ragazza che gli aveva donato così tanti bei momenti e in piccolo scrisse "se lo vorrai vediamoci al caffè nella viuzza parallela a questa troppo affollata tra un'oretta"
Vera riprese il libro e senza dare nell'occhio cercò di scappare da lì sentendosi comunque lo sguardo di tutti addosso.
Una volta fuori dalla libreria si affrettò ad uscire da quel centro commerciale, si sentiva girare la testa per le troppe emozioni. Uscita dal centro commerciale raggiunse un parco pubblico e si sedette sulla prima panchina libera. Aprì il libro sulle sue ginocchia e lesse la dedica del suo caro Nando:
"Alla dolce Vera il mio braccio destro e super fan.
721 rivoluzione e ricorda l'amore vince sempre.
Non ho mai smesso di volerti bene.
Il tuo Nando".
Senza accorgersene le iniziarono a scendere le lacrime lungo le guance e poi con la vista offuscata notò la scritta in piccolo e si alzò in piedi di scatto controllando subito l'orario sul display del cellulare, ore 14:50. Solo 10 minuti per trovare questo bar isolato. Iniziò a correre per le vie limitrofe e poi finalmente lo trovò "Bar della pace", se non è questo un segno ditemi cos'è. Entrò nel locale e lo vide seduto nell'angolino più nascosto con indosso una delle sue felpe blu oceano. Lo raggiunse e si scambiarono un lungo abbraccio stretti l'uno all'altro sussurrandosi i rispettivi nomi. Poi sedendosi iniziarono a parlare, cominciò Nando così: «Oh Vera non hai nemmeno idea di quanto mi sia mancata, ti ho pensata spesso e alcune volte passando vicino alla stazione ho pensato di venirti a trovare e riallacciare i rapporti. So che ti stai chiedendo dov'è lei, la ragazza che ci ha fatti separare 5 anni fa e devo ammettere che avevi ragione tu, che non era la persona che pensavo fosse e che era troppo gelosa e chiassosa per me. Mi ha fatto perfino discutere con i miei per dei suoi capricci e quindi sì l'ho lasciata dopo 2 anni di relazione».
«Aspetta» lo interruppe Vera, «hai detto 2 anni, ma corrisponde alla data di uscita del primo libro della saga».
«Si Vera, appena l'ho lasciata mi sono reso conto di aver perso una ragazza speciale e rara, tu, per rincorrere un'avventura del me adolescente. E mi sono ricordato dell'ultimo tuo consiglio, quello di pubblicare con un editore i miei racconti e così ho inviato a tutti gli editori una copia di "SAOA" e ho aspettato con pazienza una risposta. Dopo 4 mesi la risposta è arrivata da questo famosissimo editore, il racconto era davvero piaciuto e dopo qualche piccola miglioria e un paio di mesi di lavoro in team ecco uscire in libreria il mio primo libro. Vera se non fosse stato per te non avrei mai trovato il coraggio di fare questo passo, ti ringrazio dal profondo del mio cuore».
"Wow", solo questo uscì dalla bocca di Vera dopo aver ascoltato il discorso fatto da Nando.
Nando allora le prese la mano e tenendola stretta le disse ciò che in fondo Vera aveva sperato per tanto tempo: « Vera, so che non sarà facile avere davvero il tuo perdono per tutto ciò che ti ho fatto e so che alla fine ti eri convinta non fossi il ragazzo giusto per te... ma se ci fosse un briciolo di speranza ora che siamo entrambi più maturi di riprovarci seriamente, senza nasconderci, parlando di noi alle nostre famiglie, ritrovandoci almeno una volta a mese da qualche parte insieme, se ci fosse questa speranza sappi che io metterei tutto il mio cuore e l'etichetta "fidanzati" al nostro rapporto. Vera ti amo e forse in un angolo remoto del mio cuore non ho mai smesso di provare questo sentimento per te, ma la paura della distanza e dei nostri caratteri aveva preso il sopravvento. Ora siamo più grandi e maturi e io mi sento pronto ad una relazione seria con te. Cosa mi dici dolce Vera vuoi essere la mia ragazza?»
Vera era stordita, tutte quelle parole le svolazzavano nella mente e credette di aver solo immaginato tutto questo, si diede uno schiaffetto sul viso come per svegliarsi ma Nando e il suo sguardo innamorato erano ancora davanti ai suoi occhi, non sapeva cosa rispondere, aveva paura di soffrire di nuovo per lo stesso ragazzo, eppure l'istinto le sussurrava dì di sì. Così fece dopo aver tentennato per un po' di minuti. Si lasciò andare ed eccoli fidanzati Vera e Nando e chissà quante altre avventure aspettavano a questi due ormai non più ragazzini.
Nando accompagnò Vera a casa e i genitori di lei in un primo momento non la presero molto bene sapendo come aveva sofferto la figlia per quel fessacchiotto, ma vedendo gli occhi di Vera luccicare si convinsero a dare un'altra possibilità a Nando.
Così ogni mese si alternavano le visite alle rispettive famiglie e qualche viaggio tra musei e natura.
Nando fece conoscere anche al pubblico la sua fidanzata e i suoi racconti fantasy ed entrambi ebbero successo contentendosi la classifica dei bestseller.
E la vita dei due proseguì come nelle più belle fiabe "vivendo felici e contenti".
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Amica mia, é tutto iniziato a Parigi, anche se ci conoscevamo già da quando eravamo piccole. La nostra amicizia é nata dall'altra parte del mondo, in mezzo alla foresta. Io in uno dei momenti più confusi e tristi, tu di ritorno da un'esperienza meravigliosa ma confusa quanto me. Mi sei stata accanto fin da subito, ho trovato una compagna di viaggio, un'amica leale, la ragazza che anche nei momenti più duri mi è stata accanto in silenzio, senza guidicarmi anche quando le mie scelte erano più che discutibili. Ricordo ancora quando eravamo ad Ohrid e sono scoppiata a piangere, non mi hai detto nulla, mi hai solo abbracciata e mi sei stata accanto. Non sono una persona semplice, anzi, ma te ne sei sempre sbattuta perché le persone non complicate sono noiose cit. Forse in realtà siamo più simili di quanto pensassi o di quanto avrei mai potuto immaginare. Tu scappi da qualcosa di più grande di te, io scappo da altro, ma alla fine stiamo solo entrambe cercando il nostro posto nel mondo. Viaggiare insieme ci ha aiutate ad alleviare questo nostro dolore, che c'è per quanto non ne parliamo quasi mai. Ho fatto le peggio cazzate con te. Da quando mi sono buttata in un lago in Macedonia con 4 gradi, quando ho sboccato l'anima in un campo, a quando ci siamo fatte tutta Roma in bici alle 4 di notte sotto la pioggia per tornare a casa e prendere un pullman per scendere a Napoli la notte di Capodanno, e ti ricordi le nottate nelle capanne ai Caraibi? O le passeggiate sulle statali croate alle 3 e potrei elencarne mille. Tra poco inizia una nuova storia amica mia, Oslo. Chi se lo sarebbe mai aspettato eh? Almeno hai scelto una meta in cui non siamo mai state ahah. Faccio fatica ad esprimere ciò che sento per gli altri e spesso anche a dimostrarlo, ma ti voglio un bene dell'anima e non posso far altro che augurarti il meglio, una vita meravigliosa e si, ora ci vedremo tra Torino, Roma, Oslo e qualche parte in Europa, ma resterai sempre il mio braccio destro e non mancherò di chiamarti quando dovrò fare qualche cazzata delle mie. Chissà, magari un giorno ti raggiungerò definitivamente.
Ricordati della nostra canzone, a dondolarci sulle amache a Guadalupa.
Lulla
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Tu sei …
Tu sei il colui che mi ha fatto svoltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Non mi hai presa per mano, mi hai attirata con i tuoi occhi marroncini ricoperti da sfumature verdognole. Non mi hai chiesto di venire con te, l’abbiamo deciso insieme senza dircelo. Mi hai guardata dritta negli occhi e avevamo già capito tutto entrambi. Non sono state le tue parole ad avermi conquistata e nemmeno la tua dolcezza, perché chi ti conosce lo sa che sei taciturno e sembra tu non provi emozioni. Mi ha affascinato di te proprio questo: vedere i tuoi occhi congelati, che finalmente brillavano. Ci siamo amati per molto senza dircelo, perché i nostri abbracci non erano abbracci qualunque, gli sguardi si facevano ogni volta più intensi e quando sono iniziati i baci, avevamo già capito che eravamo l’uno dell’altra. Nessun contratto. “Connessione” si chiama. È ciò che ci ha uniti. È ciò che ci ha spinto ad arrivare fino a qua.
Tu mi hai sempre detto di stare calma, io invece ti ho portato a scatenarti. Ci siamo contagiati e i comportamenti che non sopportavamo dell’altro, ora sono anche nostri. I vizi sbagliati gli abbiamo annaffiati insieme, ma sempre standoci vicini siamo riuscita a migliorare. Io sono la negatività in persona, che quando ha visto il tuo volto ha deciso che si sarebbe impegnata per farci stare un enorme sorriso. Non sorridi tantissimo, ma mi fai arrivare al settimo cielo quando lo fai, sei bello, sei bello da morire.
La nostra storia è iniziata con due semplici anime che si sono ritrovate per viaggiare insieme, e questi viaggi le hanno portate ad esperienze uniche e sentimenti profondi. Non erano quello che cercavano, ma è successo.
Tu sei …
Insicurezza, che accanto a me non migliora. Siamo due insicuri che aspettano l’uno la risposta dall’altra, pur sapendo che nessuno la darà. Mi hai dato così la forza. Mi hai fatto capire che ciò che penso e dico ha un grosso valore per te. Io con te ho imparato che da certe bocche, ad esempio la tua, bastano poche parole per sentirsi importanti. Sei silenzioso, per questo ho imparato ad apprezzare molto di più quando ti esprimi. Sei complicato, siamo complicati. Siamo due disastri che forse insieme fanno anche un capolavoro, ma capirci è qualcosa di impossibile.
Siamo arrivati qua, agli sgoccioli dei due anni, solo grazie alla forza del nostro amore. Parecchi sono stati i problemi e le litigate che hanno tentato di allontanarci, e sbagliando abbiamo dato ascolto anche a loro, ma non abbastanza da lasciare la mano dell’altro. Stavamo male, ma l’interesse per l’altro era sempre la stesso, se non maggiore. C’era preoccupazione ma anche tanto orgoglio che ci ha ferito entrambi. Abbiamo iniziato un percorso, un viaggio. Abbiamo camminato per molto, attraversato montagne, colline, pianure piene di girasoli, abbiamo rischiato di annegare nelle acqua marine, ma abbiamo deciso che se l’avessimo fatto, l’avremmo fatto senza staccarci. E siamo andati avanti con il percorso, tra le rocce, le spine, la sabbia bollente e nonostante il percorso sia durato tanto, non siamo ancora arrivati a destinazione e forse forse, nemmeno ci voglio arrivare a destinazione, perché preferisco affrontare un temporale con te, che iniziare un nuovo percorso senza la tua presenza.
Tu mi hai fatto apprezzare la pioggia, perché ti rispecchia: la pioggia è fine, è elegante, si fa sentire poco durante l’anno, ma quando lo fa, è bello stare in silenzio e lasciare che il rumore ti entri nelle orecchie e ti liberi la mente dai pensieri frenetici. È calma, è pura. È semplice, ma bella. Non tutti l’apprezzano. Io ho lasciato le tue parole come le tue lacrime scorrere su di me, e ho capito che non voglio tenere tra le braccia nessun altro. Voglio amarti e prendermi cura di te finché potrò vivere. Voglio portarti con me in ogni parte del mondo, ma voglio la tua presenza: non voglio accontentarmi del tuo pensiero.
Tu sei…
La persona più importante per me …
Lunedì 17 Aprile 2023, 22:29
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