#via Dal Pozzo Alessandria
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Provvedimenti viabili ad Alessandria: Modifiche per allestimento TAC mobile, gara di calcio e vendita di dolciumi
Misure straordinarie di viabilità dal 13 ottobre 2024 al 3 gennaio 2025 per garantire la sicurezza e l'efficienza della circolazione in occasione di eventi sportivi, festività e allestimenti sanitari.
Misure straordinarie di viabilità dal 13 ottobre 2024 al 3 gennaio 2025 per garantire la sicurezza e l’efficienza della circolazione in occasione di eventi sportivi, festività e allestimenti sanitari. Il Comune di Alessandria ha annunciato una serie di provvedimenti viabili che interesseranno la città nelle prossime settimane. Le misure riguardano l’allestimento di una TAC mobile in via Santa…
#Alessandria viabilità#AOU SS. Antonio e Biagio#banchi dolciumi via Monteverde#campionato Promozione 2024#Cimitero Alessandria#divieto di fermata Alessandria#divieto di sosta Alessandria#divieto di transito Alessandria#divieto di transito pista ciclabile#eventi Alessandria 2024#gara F.C. Alessandria#Modifiche traffico Alessandria#modifiche viabilità eventi#provvedimenti traffico Alessandria#provvedimenti viabilità Alessandria#ricorrenza dei Defunti Alessandria#Stadio Moccagatta#TAC mobile Alessandria#traffico cittadino Alessandria#traffico festività Alessandria#traffico stadio Alessandria#U.S.D. Castellazzo Calcio#vendita ambulante Alessandria#vendita dolciumi Alessandria#via Bellini Alessandria#via Dal Pozzo Alessandria#via Santa Caterina Alessandria#viabilità Alessandria novembre 2024#viabilità Alessandria ottobre 2024#viabilità evento sportivo
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Alessandria, 17 ottobre 2018 COMUNICATO STAMPA Provvedimenti viabili
Iniziative della Questura di Alessandria in occasione della Cerimonia di Giuramento del 200° Corso per Allievi Agenti della Polizia di Stato – piazza Marconi in data 18 ottobre 2018
In occasione della Cerimonia di Giuramento del 200° Corso per Allievi Agenti della Polizia di Stato in programma il 18 ottobre 2018, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Ufficio Relazioni Esterne della Questura di Alessandria, organizza una serie di eventi collaterali, tra i quali il ‘Fullback della Polizia Scientifica’ in piazza Marconi alle ore 00 alle ore 17, sarà vietata la fermata con rimozione forzata in via San Lorenzo, nel tratto compreso tra via Caniggia e via Legnano
Trasloco in via Ferrufini – lunedì 22 e martedì 23 ottobre
Per la necessità di autorizzare il transito e la sosta di automezzi per consentire le operazioni di un trasloco, dalle ore 11.30 alle ore 17.30, dei giorni 22 e 23 ottobre 2018 vigerà il divieto di transito in via Ferrufini.
Gara di campionato nazionale Lega Italiana Calcio professionistico serie C presso lo stadio comunale “G.Moccagatta” – giovedì 18 ottobre
Per permettere lo svolgimento della partita di calcio di Campionato Nazionale Lega Italiana Calcio Professionistico Serie C Stagione Sportiva 2018/2019 tra JUVENTUS U23 – AREZZO, in programma giovedì 18 ottobre con inizio alle ore 15, dalle ore 10 alle ore 19 sarà istituito il divieto di fermata con rimozione forzata e dalle ore 12 alle ore 19 sarà istituito il divieto di transito, nelle seguenti vie: – SPALTO ROVERETO, semicarreggiata nord, ambo i lati; – VIA BELLINI, nel tratto compreso fra spalto Rovereto e via Santorre di Santarosa, ambo i lati – VIA ROSSINI, nel tratto compreso fra spalto Rovereto e via Santorre di Santarosa, ambo i lati – VIA SANTORRE DI SANTAROSA, nel tratto compreso tra via Bellini a via Rossini, ambo i lati Dalle ore 10 alle ore 19 di giovedì 18 ottobre sarà istituito il divieto di fermata con rimozione forzata e di transito in una porzione di piazzale Berlinguer, a delimitare un’area posta a nord ovest, per la riserva di 30 stalli di sosta (da tale divieto sono esclusi i mezzi dei supporters della squadra ospite AREZZO) Dalle ore 12 alle ore 19 di giovedì 18 ottobre sarà istituito il divieto di transito nelle seguenti vie: – SPALTO MARENGO, semicarreggiata nord, nel tratto compreso fra viale Milite Ignoto e via Donizetti, – VIA PORTA, (ai veicoli in sosta sarà consentito il transito in direzione verso via Donizetti), – VIA DAL POZZO (ai veicoli in sosta sarà consentito il transito in direzione verso via Rapisardi) Sarà altresì consentito l’accesso ai passi carrai ivi presenti. Si evidenzia che i parcheggi individuati per la tifoseria locale e per la tifoseria ospite sono i seguenti: PIAZZA PEROSI, destinata al parcheggio della tifoseria LOCALE, PIAZZA BERLINGUER, destinata al parcheggio della tifoseria OSPITE.
Duathlon con partenza e arrivo in Cittadella – domenica 21 ottobre
L’associazione sportiva dilettantistica “SAI FRECCE BIANCHE TRIATHLON” svolgerà una gara di tipo Duathlon competitiva denominata “DUATHLON CORSA-BICI-CORSA” in programma il 21/10/2018 con partenza dalla Cittadella di Alessandria alle ore 8 e arrivo allo stesso sito entro le ore 17. Per consentire lo svolgimento della competizione saranno adottati i seguenti provvedimenti viabili: dalle ore 00 alle ore 17 sarà vietata la fermata con rimozione forzata e dalle ore 12 alle ore 15, durante il transito dei partecipanti, sarà vietato il transito nelle vie interessate o interferenti e di competenza comunale, con la gara competitiva, di seguito elencate: percorso 1 – partenza dalla Cittadella di Alessandria, ponte Meier, lungo Tanaro Solferino (tra il ponte Meier e largo Catania, semicarreggiata lato fiume) compresa l’area di penetrazione verso il parco Italia e ritorno, lungo Tanaro San Martino (tra il ponte Meier e rotatoria Palacima, stessa semicarreggiata), spalto Borgoglio (tra rotatoria Palacima e rotatoria Liceo Scientifico – via Tiziano – stessa semicarreggiata) e ritorno percorso 2 – partenza dalla Cittadella di Alessandria, ponte Meier, via Giordano Bruno (tra ponte Meier e rotatoria piazza Alba Julia e ritorno, via Pavia (tra ponte Meier e rotatoria via Porcella) e ritorno. Dalle ore 8 alle ore 15 sarà vietato il transito sul ponte Meier.
Lavori di riparazione del quadrante dell’orologio del fabbricato in piazza Garibaldi – giovedì 18 ottobre
Per consentire lo svolgimento dei lavori urgenti di manutenzione al quadrante dell’orologio del fabbricato ubicato in Piazza Garibaldi, in programma il giorno 18 ottobre, dalle ore 8 alle ore 18 vigerà il divieto di sosta con rimozione forzata in piazza Garibaldi (anello viabile compreso fra via Mondovì e corso Cento Cannoni, stalli di sosta a spina tratto antistante i civv. 26-36).
Lavori di taglio erba in via Livorno e pulizia scarpata di viale Brigata Ravenna – martedì 23 e mercoledì 24 ottobre
Per autorizzare lo svolgimento dei lavori di taglio dell’erba della scarpata di viale Brigata Ravenna lato via Livorno, dalle ore 7 del giorno 23 ottobre 2018 alle ore 24 del giorno 24 ottobre 2018, vigerà il divieto di sosta con rimozione forzata, con contestuale restringimento della carreggiata di transito, in via Livorno lato scarpata cavalcavia
Lavori di asfaltatura in viale Tivoli intersezione via Carlo Alberto e piazza Ceriana – dal 23 al 26 ottobre 2018
Per consentire alcuni lavori di ripristino della pavimentazione bituminata per conto Telecom a seguito di scavi per posa pozzetti in viale Tivoli/via Carlo Alberto, dalle ore 8 alle ore 18 dei giorni 23-24 ottobre 2018, vigerà il divieto di sosta con rimozione forzata con contestuale restringimento della carreggiata in: VIALE TIVOLI, controviale fra via Maggioli e Via Carlo Alberto, ambo i lati della carreggiata VIA CARLO ALBERTO, tratto fra viale Tivoli fino al civ.38 Inoltre, dalle ore 8 alle ore 18 dei giorni 25-26 ottobre 2018 vigerà il divieto di sosta con rimozione forzata con contestuale restringimento della carreggiata in VIA PARINI, nel tratto fra corso Acqui fino al civ.33, ambo i lati della carreggiata.
ALESSANDRIA. PROVVEDIMENTI VIABILI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI GIURAMENTO DEL 200° CORSO ALLIEVI DI POLIZIA DI STATO. Alessandria, 17 ottobre 2018 COMUNICATO STAMPA Provvedimenti viabili Iniziative della Questura di Alessandria in occasione della Cerimonia di Giuramento del 200° Corso per Allievi Agenti della Polizia di Stato - piazza Marconi in data 18 ottobre 2018…
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Il Comandante Diavolo, Amedeo Guillet, raccontato nel 1955 da Indro Montanelli
Due anni orsono il nuovo ambasciatore d’Italia al Cairo, Jannelli, che, per un di quei malintesi geografici in cui la nostra politica estera cade di sovente, ha il compito di Presentarci anche nello Yemen, partì per Taiz, accompagnato dal primo segretario dell’ambasciata, per presentare all’Imam le sue credenziali. Gli ospiti vennero accolti con la consueta sontuosa ospitalità, e la cerimonia fu solenne. Ma l’Imam, mentre Jannelli in feluca e spadino gli volgeva il discorsetto di prammatica, teneva gli occhi fissi sul segretario, che invece teneva i suoi un po’ codardamente rivolti a terra. E fu a lui che, terminata l’allocuzione ufficiale dell’ambasciatore, disse, al di fuori di ogni formula protocollare e sul tono indulgente d’un babbo che abbia deciso di perdonare una scappatella al suo figliuolo: «Alla fine, Ahmed Abdallah Al Redai, sei tornato a casa, eh?».
Ahmed Abdallah Al Redai, nell’annuario della nostra diplomazia, porta il bel nome savoiardo di Amedeo Guillet, che è anche quello con cui venne iscritto nei registri dello stato civile quando nacque, quarantasei anni orsono. Ma esso non gli rimase addosso che fino al 1935, quando i cavalleggeri libici che militavano nel suo squadrone decisero di ribattezzarlo e, al termine di una carica in cui per due volte lo videro schizzar via di groppa al cavallo ucciso e sempre risalire su un altro pur con una gamba spappolata da una pallottola, lo chiamarono Communtàr-As-Sciaetàn che vuoi dire Comandante Diavolo.
Questa seconda incarnazione durò sei anni, durante i quali Comandante Diavolo collezionò altre quattro medaglie d’argento, prima in Abissinia, poi in Spagna, poi di nuovo in Abissinia. Finché la sua divisa di maggiore fu ripescata, lorda di sangue, su un campo di battaglia, dove i pochissimi che non morirono furono tutti fatti prigionieri.
Delle guerre che hanno la disgrazia di perdere, i popoli di scarso carattere preferiscono cercare di dimenticarsi al più presto, seppellendo nella stessa bara eroi e traditori; casi di fellonia e gesti di eroismo. E così noi italiani, se vogliamo sapere qualcosa dell’episodio di Cherù, dobbiamo sfogliare gli annali dello stato maggiore britannico dov’esso è definito, da un nemico che ogni tanto si ricorda di essere stato il più sportivo del mondo, the most gallant affair of this war, la più cavalleresca impresa di questa guerra.
Cherù sta, sulle pendici che dall’acrocoro eritreo digradano verso il bassopiano occidentale, poco oltre Cheren dove il povero generale Lorenzini veniva ammassando, per l’ultima disperata difesa dell’Africa orientale, le poche truppe che aveva a disposizione. Aveva bisogno di ventiquattr’ore di tempo per sistemare alla meglio, contro i mezzi corazzati e le artiglierie britanniche che irrompevano dal Sudan, le sue sparpagliate ed eterogenee fanterie. Ma non aveva sottomano, per ritardare l’urto, che gli ottocento cavalieri amhara, eritrei e arabi, di Comandante Diavolo. Fu la penultima carica della storia militare europea prima quella del Savoia in Russia, che fu l’ultima. E non me l’ha raccontata il protagonista, che d’altronde non racconta mai nulla. Me la raccontò un ufficiale britannico, che quel giorno comandò il fuoco di una batteria di cannoni con alzo a zero contro quell’orda irrompente di uomini che urlando come ossessi a bordo di cavalli dalle froge bianche di bava e dagli occhi iniettati di sangue, travolsero ogni. cosa. Egli non è mai riuscito a capire come andò quell’affair, di dove fossero sbucati quei dannati e come facessero ad arrivare sui pezzi che avventavano su di loro un uragano di granate.
Ci rimasero quasi tutti, bipedi e quadrupedi, ed era obbligatorio ritenere che ci fosse rimasto anche Communtàr-As-Sciaetàn. Ma, nonostante le diligenti ricerche che ne fecero i britannici, i quali volevano assicurarsi che quel tipo fosse proprio morto, il suo corpo non fu mai trovato. Per la semplicissima ragione che in quel momento, ebbene arricchito di una quinta pallottola in aggiunta alle quattro già a zonzo tra le sue frattaglie, esso navigava, avvolto in una futa araba, tra le ambe e le forre dell’altopiano.
Cheren caduta, dopo quaranta giorni di battaglia in cui rimasero sul terreno l’ottanta per cento dei nostri col loro comandante Lorenzini, arresa l’Amba Alagi, gl’inglesi ricercavano ancora Comandante Diavolo. Lo ricercavano dappertutto, salvo che tra le pieghe della futa di Ahmed Abdallah Al Redai, povero yemenita che, in compagnia di alcuni suoi compatrioti, ex gregari di Communtàr-As-Sciaetàn, conduceva una peripatetica vita di disoccupato in cerca di lavoro. Bruno e segaligno, conoscitore perfetto della lingua e dei costumi arabi, Ahmed in fondo se la sarebbe cavata benissimo, se si fosse deciso a chiedere aiuto e ospitalità ai molti amici che aveva fra i concessionari italiani che i nuovi padroni avevano lasciato a piede libero. Ma egli non voleva aver nulla a che fare con loro. All’opposto di molti partigiani di nostra conoscenza, tanto bravi a lanciar bombe quanto pronti a pagarne il prezzo con la pelle altrui, Ahmed aveva detto ai suoi compagni: «Mangeremo solo alle spalle del nemico» e ne dava l’esempio per primo.
C’era una grossa taglia sulla sua testa e la minaccia di fucilazione a chiunque gli desse aiuto. Ahmed non ne chiese mai a nessuno. Non era convinto della disfatta, o meglio era convinto che fosse soltanto locale. Il giorno, pensava, in cui Rommel fosse entrato ad Alessandria e gli inglesi in Eritrea fossero rimasti isolati, con quegl’italiani a piede libero e con i depositi di armi nascosti qua e là, si poteva riaprire il capitolo momentaneamente interrotto ad Amba Alagi. Si trattava di resistere. E per resistere, con quella gamba cionca e col fegato roso dall’ameba e dalla malaria, qualche volta si abbassava all’infame mestiere di delatore, andando, a denunziare agl’inglesi Comandante Diavolo, che giurava, di aver visto qua o là, per riscuotere il premio. Ogni tanto offriva loro anche i suoi servigi. E fu così che un giorno cosse due uova al capitano Reich ch’era il più spietato dei suoi persecutori.
Nove mesi durò questa vita senza che Rommel si decidesse a isolare gl’inglesi in Eritrea. E Ahmed Abdallah Al Redai, con gli ultimi due compagni yemeniti rimastigli, si era ridotto a far l’acquaiolo a Massaua, dove si era rotta la conduttura e i rifornimenti bisognava farli ai pozzi in quella che si è sempre chiamata «la piana della morte» per vi dei colpi di sole e di calore che ci si busca. Ahmed si aggirava di tucul in tucul con i suoi otri di pelle penduli alla schiena di un asino, urlando: «Donne!… La mia acqua è fresca come caldo è il vostro cuore!…». E son discorsi che anche sulle negre fanno sempre il loro effetto.
Finalmente ebbero, lui e il suo ultimo compagno, di che pagarsi un passaggio su una barca che faceva la spola con Aden. Ma era una fusta di pirati che, intascato il denaro dopo due giorni di navigazione li buttarono in mare, fronte alla costa dancala, dove alcuni nomadi pastori, segno di benvenuto, li derubarono del poco che restava loro e li lasciarono sulla spiaggia tramortiti di botte. Anni orsono, Amedeo Guillet, rientrato nei suoi panni, ripreso il proprio nome d’origine, tornò con l’ambasciatore Conti in quello squallido deserto alla ricerca della solitaria zeriba, un centinaio di chilometri a sud di Massaua dove tuttora vive Ibrahim, colui che quella sera raccolse svenuti i due relitti umani e li salvò masticando un po’ di burgutta e ficcandogliela a forza fra i denti. Ora è contento, Ibrahim, perché Guillet gli ha fatto costruire un pozzo in muratura, ch’era il suo gran sogno. Però rimpiange ancora che Ahmed quella volta abbia rifiutato di sposare sua figlia, che pure è una gran bella ragazza. E Guillet riconosce lealmente che, nella sua spericolatissima vita, il pericolo più grosso effettivamente lo corse allora e che a salvarlo dalla tentazione di finire lì, in quella perduta zeriba, fu solo il ricordo di una bionda cugina di nome Bice…
Il secondo imbarco, di lì a qualche settimana, fu più fortunato. E l’Imam dello Yemen non si mostrò affatto scontento di annoverare fra i suoi sudditi quell’Ahmed Abdal-lah Al Redai che, per quanto di aspetto piuttosto patibolare, oltre a saper raccontare in perfetto arabo meravigliose storie di emiri e di califfi, riusciva a incantare, non si sa come, i cavalli, tramutando i più riottosi ippogrifi nei più placidi brocchi. E infatti si ebbe molto a male che Ahmed, un certo punto, volesse tornare sui suoi passi e discendere a Hodeidah per imbarcarsi clandestinamente su una nave della Croce Rossa che andava a ripescare i civili italiani dell’Africa orientale. Per questo lo accolse con aria affettuosa, sì, ma anche imbronciata, due anni fa, quando se lo vide ricapitare a Corte in feluca di diplomatico, quell’ingrato di Ahmed Abdallah Al Redai.
Il fatto è che anche Stalingrado, anche la caduta della Libia e della Tunisia sembravano, a Comandante Diavolo, disfatte soltanto locali. E quando, dopo settanta giorni di navigazione, egli poté riprendere il suo vero nome nel porto di Napoli (dove trovò ad aspettarlo un Ordine Militare di Savoia e quella bionda cugina che si era sempre rifiutata di capire cosa significassero le parole «disperso in combattimento» con cui il superiore ministero aveva creduto in un primo tempo di averle partecipato la notizia della morte di Amedeo), la prima cosa che fece fu di precipitarsi a Roma per chiedervi di essere paracadutato nuovamente Abissinia coi mezzi necessari a prepararvi la riscossa. Ma vi arrivò contemporaneamente al comunicato che annunziava l’armistizio. Comandante Diavolo curvò la testa e seguì il suo re. Qualche settimana dopo, a Brindisi, incontrò a una mensa alleata due degli ufficiali britannici che gli avevano dato la caccia in Eritrea. «Che fortuna non avervi incontrato allora!» dissero cavallerescamente alzando il bicchiere alla sua salute. «Che fortuna per voi, forse. Che disgrazia per me, di certo!» rispose con amarezza il tenente colonnello Guillet.
E ora eccolo qui, questo gran ragazzo quasi cinquantenne, con Bice e due bambini, primo segretario della nostra ambasciata al Cairo con mansioni di incaricato d’affari nello Yemen. Entrò in diplomazia non per «meriti speciali», ma in seguito a regolare concorso, quando dovette convincersi (ma quanto gli costò…) che, per Comandanti Diavolo, nell’esercito italiano non c’era più posto. Se lo incontrate, evitate di parlargli delle sue avventure. Vi troncherebbe la parola in bocca con un frettoloso: «Ma no, ma no… Esagerazioni…». E anche alle pallottole che lo hanno ridotto un colabrodo, cercate di alludere con discrezione.
«La gamba?» mi fa tastandosi quella che si trascina dietro, cionca e balbuziente. «La curo con lo yoga e sta benissimo, guarda…» Posa il bicchiere, guizza in aria a corpo intelito come un misirizzi, vi si rovescia, e ricasca nello stesso punto.
Ieri, su una cavalla di nome Brigitte, ha vinto il suo ennesímo concorso ippico.
Amedeo Guillet raccontato da Indro Montanelli Il Comandante Diavolo, Amedeo Guillet, raccontato nel 1955 da Indro Montanelli Due anni orsono il nuovo ambasciatore d'Italia al Cairo, Jannelli, che, per un di quei malintesi geografici in cui la nostra politica estera cade di sovente, ha il compito di Presentarci anche nello Yemen, partì per Taiz, accompagnato dal primo segretario dell'ambasciata, per presentare all'Imam le sue credenziali.
#Ahmed Abdallah al Redai#amedeo guillet#Amhara#comandante diavolo#Communtàr-As-Sciaetàn#eritrea#Indro Montanelli
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Adriano Olivetti, il coraggio dell’Utopia: una mostra a Chivasso fino al 24 Novembre 2019
E’ partita a Chivasso a Palazzo Einaudi, la mostra “Adriano Olivetti – Il coraggio dell’Utopia”, un progetto ideato dall’ Uni3 di Chivasso e dal liceo Newton in collaborazione con l’Università della Terza Età e l’istituto di Istruzione Superiore Piero Martinetti di Caluso, le associazioni Archivio Storico Olivetti di Ivrea e Pozzo di Miele Pregnana Milanese … Leggi tutto L'articolo... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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A Torino a Palazzo Cisterna la mostra su Ludwik Zamenhof il profeta dell’Esperanto
Dal 29 gennaio fino al 9 febbraio a Palazzo Cisterna si tiene la mostra su Ludwik Zamenhof, stato un medico e linguista polacco che ha fondato le basi dell’esperanto. La mostra è stata allestita in occasione del Giorno della Memoria a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino. La mostra è […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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Aspettava che la moglie uscisse dal lavoro armato di coltello, arrestato dai carabinieri
Giovedì scorso, alle 14.00, i carabinieri della Stazione Torino Pozzo Strada hanno arrestato un uomo di 47 anni, italiano, abitante a Torino, per atti persecutori nei confronti della moglie. L’uomo è stato fermato mentre attendeva, con un coltello in tasca, la donna vicino al lavoro. L’arrestato aveva ripetutamente minacciato di morte la vittima e si […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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Ragazza di 16 anni precipita dal sesto piano nel quaritiere Pozzo Strada: si indaga per suicidio
Dramma nel quartiere Pozzo Strada: una ragazza di 16 anni di Rivalta è morta cadendo dal balcone al sesto piano di un condominio nell’area tra corso Monte Cucco, via Monte Ortigara e via Fossati. Sul posto è intervenuta l’ambulanza dal vicino ospedale Martini e una pattuglia della polizia. Purtroppo, nonostante il trasporto, ma non c’è stato nulla […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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Campionesse Olimpiche e nella vita, la mostra a palazzo Cisterna
La storia della conquista del diritto allo sport e alla visibilità per le donne atlete è raccontata dalla mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, promossa e realizzata dall’Area 3 Distretto Italia del Panathlon International e ospitata al piano nobile di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna. La mostra sarà visitabile sino a venerdì 10 […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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