#vetri appannati
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Come Disappannare il Parabrezza: Aria Calda o Aria Fredda? Scopri il Metodo più Efficace
Guida pratica per eliminare l’appannamento del parabrezza in modo rapido e sicuro
Guida pratica per eliminare l’appannamento del parabrezza in modo rapido e sicuro Con l’arrivo dell’inverno e dei primi freddi, il problema dell’appannamento del parabrezza diventa una sfida quotidiana per molti automobilisti. Un parabrezza appannato non solo riduce la visibilità, ma può anche causare pericoli alla guida. Uno dei quesiti più comuni riguarda la temperatura dell’aria da utilizzare…
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"Sfuocate, sospese. Così certe persone, prima di conoscerle. Come guardarle da dietro dei vetri appannati. Poi le conosci, ed erano meglio dietro il vetro... sfuocate, sospese!"
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Sarà anche più bello fare l'amore su un letto, su un divano, persino su un tavolo.
Ma era bello quando lo si faceva in macchina, con quell'adrenalina di fare in fretta prima di essere beccati, dove il pericolo, il rischio erano ancora più eccitanti. Dove tutte le posizioni erano scomode ma ci provavi lo stesso. La frenesia, gli sguardi provocatori ma felici.
I vetri appannati.
Le facce soddisfatte.
La musica di sottofondo.
Lo scoprirsi a poco a poco.
L'amore. Il sorriso che avevi quando ritornavi a casa e pensavi solo a questo. Al romanticismo. A quanto fosse stato bello... ♠️🔥
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Ci sono bambini che
nessuno si accorge che hanno paura.
Guardano da un angolo profondissimo mamma e papà mentre urlano e
si coprono le orecchie con le mani per
non sentire quelle parole terribili che si dicono.
Ci sono bambini con la testa appoggiata sulle spalle della mamma,
che la stringono mentre piange guardando il vento e il mare su barconi,
bambini che annegano in acque gelide e nessuno vedrà mai più i loro occhi bellissimi.
Ci sono bambini usati come oggetti del sesso da mostri
che sembrano persone come noi
e si nascondono nell'inferno delle loro
esistenze rubate.
Bambini venduti.
Bambini con le mani stanche di lavoro.
Ci sono bambini sotto le bombe che non trovano più rifugio da un mondo senza ragione.
Bambini che la fame non gli passa mai.
Ci sono bambini che guardano dalla finestra
la pioggia scendere,
sui vetri appannati disegnano facce che ridono.
Gilda Jocle🖋
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Autunno
i colori,
la pioggia,
le foglie dagli alberi che cadono,
quella brezza di fresco che invade il corpo,
e io che cerco le tue mani…
E fuori piove,
i vetri appannati,
il desiderio che divampa nell’aria,
l’atmosfera si trasforma,
si riscalda,
e tu accarezzami la pelle eccitata,
perché io ti voglio…
É meraviglioso stare bene insieme…
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Vorrei tornare bambino,
Disegnare cuori sui vetri appannati
Per sorridere al freddo dell'inverno,
Andare a scuola con gli occhi assonnati
Vedere la giovinezza dei miei genitori in eterno.
Vorrei tornare bambino,
Per sentire sempre nuovi sapori
Rivedere la meraviglia del meravigliarmi,
Nutrirmi di ogni gesto e particolari
Vivere di sogni senza mai svegliarmi.
Vorrei tornare bambino,
Perche' ogni nascondiglio era una sorpresa
Il silenzio magico di un mistero,
Il rifugio di una dolce attesa
La favola di un piccolo guerriero.
Vorrei tornare bambino,
Per riassaporare le domeniche di una volta
Le orecchiette fatte in casa della nonna,
Il profumo della mentuccia appena colta
Il soffice canto di una ninna nanna.
Vorrei tornare bambino,
Perdermi nel mama o non mama di margherite
Nel tuffo dei sassi piatti nello stagno,
Punzecchiarmi con spine di rose appena fiorite
Ammirare la curiosita' di un piccolo ragno.
Vorrei tornare bambino
Per proteggere le piccole cose fino in fondo
Perche' e' con i sogni di ogni singolo bambino
Che si puo' fare grande il mondo.
Marco Vannoli
scelto da https://www.tumblr.com/maripersempre-21
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L' ultima goccia di sperma la pulisce soddisfatta col pollice.
Anche gli uomini a volte fanno fatica a cedere alle tentazioni e lei lo sa bene, così le spunta fuori un sorriso crudele da puttana, sta sfidando il mio sguardo triste che trasuda sensi di colpa.
C'è un silenzio strano, da vetri appannati e pioggia autunnale, che stride con quelle labbra rosso ciliegia.
Lei è ancora vestita, non ho voluto incoraggiarla toccandola come desideravo mentre mi succhiava.
Ma ora mi assale una disperazione inquieta e struggente, così quel vestitino del cazzo glielo vorrei strappare di dosso, insieme al suo sorriso.
G.B
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Feste...
Tempo che comanda al tempo
Tra le attese che nulla tradisce
Nelle luci appese ai balconi di condomini riuniti.
Affiancati come vecchi sposi
In un silenzio di tante parole rubate,
Tra le mura sottile, dietro i vetri appannati.
Feste che avanzano in un corteo
Senza soste solo rintocchi di campane
Nel ricordo di un passato
rimasto illeso leso tra pagine ingiallite di un vecchio album di fotografie...
Feste che nel fasto
Rivestono il fusto spoglio di alberi finti di festoni e sogni fin troppi veri.
Tra i desideri taciuti e quelli confessati
Tra le cose possibili e quelle fattibile...
Come il primo di giorni che si contano
Come oggi e domani...
Nell'avvento festoso,
segnato sul calendario
come le luci che nell'ardere scandiscono le ore...
pause dopo pause.
J.D
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Un sabato pomeriggio con il letto disfatto e i vetri appannati dopo aver fatto l’amore
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vorrei essere il nome che scrivi sui vetri appannati
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Un parcheggio isolato, i vetri appannati e i tuoi gemiti in macchina.
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Ci sono bambini che
nessuno si accorge che hanno paura.
Guardano da un angolo profondissimo mamma e papà mentre urlano e
si coprono le orecchie con le mani per
non sentire quelle parole terribili che si dicono.
Ci sono bambini con la testa appoggiata sulle spalle della mamma,
che la stringono mentre piange guardando il vento e il mare su barconi,
bambini che annegano in acque gelide e nessuno vedrà mai più i loro occhi bellissimi.
Ci sono bambini usati come oggetti del sesso da mostri
che sembrano persone come noi
e si nascondono nell'inferno delle loro
esistenze rubate.
Bambini venduti.
Bambini con le mani stanche di lavoro.
Ci sono bambini sotto le bombe che non trovano più rifugio da un mondo senza ragione.
Bambini che la fame non gli passa mai.
Ci sono bambini che guardano dalla finestra
la pioggia scendere,
sui vetri appannati disegnano facce che ridono.
Gilda Jocle🖋
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Hai gli occhi profondi e tristi
"Tristi eran gli occhi suoi in quei
Giorni della prima nebbia.
Rischi correvamo noi se mio padre
Ci scopriva insieme era nato per il
Sole a nascondersi non era buono
E il segreto gli dava gli occhi tristi.
Solo, lui viveva solo una camera
Affitto al terzo piano dentro, le
Sue poche cose ed un poster
Abbastanza strano mi guardava
Dolcemente e tra noi non succedeva
Niente io potevo essere sua, giorni
Che ho buttato via ora certo che
Vorrei come il vento andrei da lui.
Tristi eran gli occhi suoi quanta
Pioggia sopra i vetri un po'
Appannati caldi, tra i lenzuoli noi
Con la furia di animali già braccati.
Ma finì improvvisamente mille
Fuochi dentro la mia mente.
Io l'ho perso ma ora so dentro me
Ti porterò per il tempo che vivrò
Come un dono raro mio caro."
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Siamo nati a Genova, e quando abbiamo visto la luce era quella della Lanterna.
La vita di noi Genovesi è scandita da certezze minime, ma in compenso indiscutibili.
A Genova la gente si lamenta sempre.
A Genova la gente non è cordiale con il turista.
A Genova non ci sappiamo fare con l’ospitalità.
A Genova siamo musoni, schivi, diffidenti, intolleranti, non sorridiamo mai e bla bla bla.
Le altre città sono larghe.
Genova è lunga.
A Genova siamo incastrati gli uni sugli altri.
A Genova non abbiamo spazio.
A Genova siamo schiacciati tra le colline e il mare.
Sì. Perché a noi Genovesi piace vivere così. Tutti vicini. Tutti abbracciati.
Genova ha una sola linea metropolitana, che chiude alle nove di sera.
A Genova i mezzi pubblici sono sempre in ritardo e sono sempre strapieni.
A Genova le strade sono strette, ci sono salite e discese, curve e gallerie, e noi siamo sempre in troppi a guidare e ci innervosiamo facilmente.
A Genova quando devi imprecare preferisci farlo in dialetto, perché rende meglio l’idea.
A Genova se hai la fortuna di essere sulla Sopraelevata durante l’ora del tramonto puoi vedere il cielo rosa e il mare viola.
A Genova abbiamo le tegole fatte di ardesia nera.
Così quando piove i tetti diventano lucidi, riflettono il cielo e le case sembrano fatte di specchi.
A Genova il Centro Storico è un labirinto di botteghe e carruggi, se non la conosci ti perdi.
Questo serviva nell’antichità a difenderci dai predoni che approdavano dal mare e dai briganti che irrompevano dalle colline.
Genova è stata una Repubblica Marinara.
Genova è stata uno snodo fondamentale per il commercio, per via della sua posizione strategica, tra la terra e il mare.
Genova è patria di esploratori, inventori, inquisitori, ladri, tagliagole, pirati, nobildonne, streghe, sante e prostitute.
Genova ha i gatti sui tetti e i topi per le strade del porto.
Genova è la focaccia, il pesto, i pansoti al sugo di noci e la torta Pasqualina.
Genova sono gli ulivi sulla riviera.
Genova sono i Parchi di Nervi e i suoi scoiattoli.
Genova è la pizza d’asporto mangiata sugli scogli di Boccadasse.
Genova è il gelato in Corso Italia con gli amici il sabato sera.
Genova è l’aperitivo in Piazza delle Erbe.
Genova è lo shopping con gli amici in via Venti Settembre.
Genova sono i bonghi in Piazza De Ferrari.
Genova è le sue scritte anarchiche sui portoni, i palazzi e le saracinesche dei vicoli.
Genova è le sue biblioteche e i suoi musei.
A Genova, quando siamo innamorate, la sera andiamo sulle alture di Righi, in macchine scomode dai vetri appannati.
Genova è la grigliata sui prati in Primavera.
Genova è la festa in spiaggia nelle serate d’Estate.
Genova sono le piogge e i fiumi esondati ogni anno in Autunno.
Genova è la città che si ferma incapace di gestire la neve d’Inverno.
Genova è le sue alluvioni e i suoi morti ogni anno.
A Genova non si trova lavoro. Per questo prima o poi di qua ce ne dobbiamo andare.
A Genova quando ci vivi non la sopporti e te ne lamenti.
Quando però vai a vivere in un'altra città ti manca e parli a tutti di Lei.
Perché Genova ha mille disagi e difetti, e io sono pronto a riconoscerli tutti.
Ma è la mia città, Casa mia, e l’avrò dentro per sempre.
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Lo avevi promesso ma dove sei ?? Mi chiedo spesso come si possa diventare sconosciuti dopo aver condiviso così tanto perché io ancora scrivo nei vetri appannati dal freddo il nostro nome ma cose che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani vedo tutta questa gente e noi invece no noi abbiamo fallito a volte credo che sia più facile far finta che non mene importi più tosto che ammettere e come melo spieghi io so che un po’ ti manco noi eravamo molto di più non c’è più ne un saluto la verità è che noi ormai ci siamo persi ci siamo persi per orgoglio ci siamo persi per sbaglio a prescindere da tutto anche se ora lo so darò un altro senso alla mia vita sarà troppo tardi per tornare indietro ma ancora è troppo presto per dimenticare mi cercherai con la speranza di trovarmi ancora lì ma sarà troppo tardi senza pensare che il tempo passa e le persone cambiano nella vita bisogna essere sempre pronti a tutto che chi dice che i treni passano una volta sola chi invece dice che i treni si perdono e si ritrovano ma come ci siamo potuti perdere noi io di treni ne ho persi ma ho sempre trovato la forza li ma la tua assenza chissà dove mi porterà ogni lasciata è persa e noi ci siamo persi senza pensare a nulla ma io quel posto accanto a me non lo cambiato mai e non lo farò mai noi siamo noi
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