#venti minuti
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Stasera in una palestra GIAPPONESE, uno straniero mi si è messo a chiedere di che nazionalità fossi.
Bellofigo, invece, è sparito nel nulla.
#come devo fare con quel ragazzo maroooooo#Martedì solo VENTI MINUTI jaaaa#quest'altro scemo che dice pure che sembravo mezza cinese#ma tutt'appost???#cioè la gente approccia nelle maniere più assurde#E LUI GUARDA E BASTA DA MESI#lo voglio picchiareeeeeeee#bellofigo
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Io capisco che sono tanto cara e generosa ma mi angoscia così tanto quando anche negli unici venti minuti che ho per me per respirare qualcuno mi bombarda con i propri problemi e affanni.
#mamma ti voglio bene#so che all'università ai dei colleghi stronzi ma abbi pietà dei miei venti minuti di pace
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Sono inciampata in un threads su quanto sia più bello vivere in un "paesino" rispetto a una grande città.
Io, nata e cresciuta in paesino in mezzo ad altri paesini più o meno grandi, conoscendone le criticità logistiche, resto confusa. Mi addentro nel loro discorso.
Il loro concetto di paesino è la città di provincia, non troppo lontana dalla grande città ("a 20 minuti"), dove hai comunque i servizi e puoi muoverti a piedi e con i mezzi pubblici.
Esclamo un grande "grazie al cazzo", chiudendo il threads, pensando che qua, come in tanti altri paesini, muoversi a piedi vuol dire al massimo arrivare alla Farmacia o nel paesino accanto dove, di inverno, è già tanto se trovi un bar aperto. I mezzi pubblici? Un miraggio, l'invenzione fantascientifica per eccellenza.
Questi, il paesino, non sanno neanche cosa sia.
#già che avete i mezzi pubblici e vi collegano decentemente ad altri luoghi per me siete nel 3024#a venti minuti dalla grande città... a venti minuti se ti va bene hai il primo supermercato rifornito............#givemeanorigami
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Vabbè pausa pipì
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Dopo Qui Quo Qua e din don dan
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io sempre basita quando stimati professori magari pure ordinari non sono assolutamente in grado di fare un intervento rispettando i tempi prestabiliti
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la me che domattina sentirà alle 6.30 odierà profondamente la me che ha deciso di uscire stasera e rientrare a mezzanotte e mezzo
#e che non ho preparato la lezione per domani#che poi 1. non devo spiegare nulla perché la nuova unità la vuole iniziare l'altra docente lunedì#2. sono in due nessuna è americana sono stra brave io un'attività che di solito mi prende mezz'oretta con loro la faccio in 10 minuti#MI BRUCIANO TUTTO IL MATERIALE E POI NON SO COSA FARE ma poi a una certa che palle okay i riflessivi e le attività quotidiane ma mica posso#far dire loro venti volte la loro giornata e quella dell'altra
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Comunque Una Voce Per San Marino è la cosa più bella che io abbia mai visto in tv. Giuro raga non sto scherzando io questo programma lo amo. LO AMO.
#Disse Thomas dopo aver visto venti minuti del programma#questo è il tag per quando parlo italiano#San Marino ritiro tutto#Eurovision Betelgeuse saga
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In qualche modo siamo sopravvissute ai Pooh
#abbiamo passato venti minuti a cantare a squarcia gola#e a preoccuparci per la salute di roby Facchinetti#sanremo 2023#sanremo#italian posting
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Da sempre, il paio di lenti attraverso le quali guardo il mondo. Cambia il mezzo usato per raccontarlo, non il fine, mai il fine. Quando ho visto quella mini scritta tra i disponibili mi sono buttata, venti minuti dopo -con un sorriso che andava da un orecchio all'altro- avevo un tatuaggio che la chiara di tredici anni già diceva di volersi fare. Mi fa ridere che guardandolo dalla mia prospettiva mi venga più facile leggere 'tra', ma forse è la cosa che mi piace di più.
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L'innocenza
A vederti ti si scambierebbe per una bambina. Eppure hai già venticinque anni. Un accenno di seno, magra ma tonica. Ben allenata, eppure piccola e tenera. Solo io so di quali numeri sia capace la tua bocca. Solo io conosco quanto sia morbido e accogliente il tuo culo, quando s’allarga elastico per farmi entrare. Impazzisco, se sto senza vederti un giorno, senza poterti baciare tra le gambe e sentirti godere mentre vieni in silenzio.
Perché la cosa che più ti piace è vestirti in modo sexy, anche in casa; e stimolarmi, farmi andare fuori di testa con la tua aria da studentessa modello e puttanella da adorare e sfondare. Sei diabolica. Ami trascinarmi in un’altra stanza dove tua madre, mia compagna da anni, non ci possa vedere. Per toccarmi nei pantaloni, frugarmi e sentirmi crescere. Baciarmi sulle labbra, iniziare a masturbarmi per poi improvvisamente fuggire via nella tua cameretta.
Adoro la tua fica strettissima e il modo in cui di notte nel tuo letto mi accetti dentro di te senza fare un fiato, per non svegliarla mentre dorme serena. Dovrei sentirmi in colpa. Ma il desiderio non conosce tabù da rispettare e a te io non so rinunciare, gemma di primavera nel mio autunno ormai tormentato dalla voglia di te. Ormai è da qualche mese, da quando è sbocciato questo frutto amaro, che ogni notte sgattaiolo in silenzio e mi ficco a letto con te per quei preziosi venti minuti di puro sesso animale.
Non dovremmo, lo so; ma ormai non ho più scrupoli o vergogna. Poi, di mattina si fa colazione tutti e tre insieme. Ognuno andrà dove deve, chi a lavorare chi all’università. Io nella mia mente comunque sarò soprattutto impegnato ad aspettare impaziente tutto il giorno i tuoi messaggi, che puntualmente risveglieranno il mio desiderio. Nessuno potrebbe resistere alle tue tettine dolci ma sode e alla tentazione del tuo corpo scattante, magro e nervoso. Ma è la tua mente perfida, quella che mi vince. Che mi possiede totalmente. Sei desiderio puro.
Ogni volta che mi ripropongo di smetterla, di non farmi più ossessionare dall’idea di te, dal tuo profumo, metto una mano in tasca al giaccone e lì trovo sempre il promemoria, quel tuo perizoma che mi ci hai infilato di nascosto tempo fa, per rimarcare il territorio. L’annuso profondamente e torno a pensarti con intensa passione. Lo custodisco come una reliquia. Sei un’ossessione. Occasionalmente, finito di scoparti lo prendo e te lo passo tra le gambe, per pulirti e impregnarlo nuovamente del profumo più buono al mondo: quello della tua fichetta.
Oh, come mi piace vederti remissiva e obbediente a tua madre quando lei bonariamente ti rimbrotta. O se magari, osservandoti con lo sguardo pieno d’amore, ti dà dei consigli pieni di saggezza e affetto su quanto sia importante comportarsi bene e trovare un bravo ragazzo. Sei la sua bambina innocente, la luce dei suoi occhi. E la pura perdizione, per me. Ogni tanto parlando di te lei mi dice: “non è adorabile, la mia ragazza?” Occasionalmente capita qualche giornata in cui tua mamma mandi un messaggio a entrambi e ci comunichi che purtroppo per un imprevisto o la malattia improvvisa di qualche collega lei debba fare straordinario fino a sera tardi, per coprire un doppio turno.
Allora io so già come andrà il pomeriggio, tra noi. Lei è una donna d’oro: t’ha avuta giovanissima e da ragazza madre modello t’ha allevata con sacrifici neri, prima di incontrare me qualche anno fa. Solo allora s’è potuta rilassare un po’. Avrebbe diritto soltanto a un enorme rispetto, da parte nostra. A non essere ingannata, tradita in modo così subdolo. Mi vergogno da morire. Lei è un’anima adorabile: con me si comporta sempre in modo inappuntabile, da vera compagna fedele, devota e al tempo stesso, in privato, da femme fatale.
Si fa sempre bellissima e come sai bene, perché la invidi un po’, è ancora giovane e molto sexy: s’ammazza di palestra solo per piacermi e ha un corpo da urlo, letteralmente. Le piace sedurmi e legarmi ogni giorno di più, col suo innegabile e intelligente charme di donna pantera. Impazzisco sia per il suo sorriso che per il suo corpo caldo di femmina matura, molto esperta nei giochi di sesso e nel trattenimento del pene. Sessualmente mi vizia di continuo: mi fa fare e mi fa di tutto. Adora succhiarmelo e inghiottire il mio seme. Già questo dovrebbe bastarmi, no?
Ma io invece per il puro gusto del proibito, del peccato, della trasgressione, del non si fa, del sesso assolutamente vietato dalla comune morale e tabù, voglio sempre e solo te. Ti desidero, ti devo leccare, odorare, toccare, violare ovunque e ho bisogno di riempire di sborra ogni tuo orifizio. Devo sentire che sudi, sotto di me; che vibri e godi da impazzire. Poi mi sento sempre in forte colpa. Vorrei confessare tutto a lei e ricominciare daccapo insieme, in modo pulito e onesto. Perché la amo da impazzire. Ma così la distruggerei, la perderei. E anche tu avresti perso tua madre. Dall’altro lato però francamente spero non finisca mai, questo nostro osceno, indicibile, deprecabile peccato. Adesso lecca tuta la mia sborra e ingoiala. Amore mio segreto.
RDA
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Oggi vado a lavoro con le trecce un po' da bimba così magari i clienti capiranno che ✨I'm just a girl✨ e sorvoleranno sul fatto che non so il nuovo menù, impiegherò dieci minuti a prendere l'ordine, gli farò ripetere venti volte se l'acqua la vogliono naturale o frizzante e sarò costretta a chiamare il boss in caso chiedano consiglio sul vino
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Palloni sgonfiati - Spalletti riparta dall’Italia degli ultimi venti minuti: gente a caso messa a caso, con l'unica accortezza in più di inserirli al posto di interisti a caso. Non possiamo pareggiare con la tecnica o l'organizzazione, facciamolo col caos. Per il resto c'è Gigio.
ispirata da https://x.com/Kataklinsmann/status/1805346097147068804
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
Silvana Blasco
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Ciao, scusa il disturbo. Non ti seguo da tanto quindi ho molto rimuginato sull'eventualità di mandare questo messaggino, tuttavia ho deciso di farlo, per ringraziarti, perché il tuo blog mi sta facendo davvero compagnia. Ora che mi trovo in un periodo nero come non mi succedeva da fin troppo, e mi trovo a spendere su questo sito assai più tempo del dovuto, poter leggere i tuoi pensieri, non importa quanto profondi o limati, mi aiuta davvero a sentire meno gravosa la solitudine; e ora che il solo sentire parlare d'università mi fa mancare i sensi, e ci perdo appresso il sonno e le lacrime, leggere della quotidianità di qualcun altro, pur distante, tra relatori, magistrali e dottorati, mi spinge a dire che ce la devo fare anch'io, e fiorisce in me un po' di conforto. Anche se mi sembra estremamente invadente, ti mando un abbraccio virtuale e ti auguro tutto il meglio per il futuro, credo fermamente che la tua tenacia e la tua passione saranno fruttuose :)
mi sento quasi in colpa dopo aver scritto un post così “incazzoso” dei miei (se non perdi la pazienza prima imparerai a conoscermi anche in queste vesti) a ricevere un messaggio così carico di calore umano. Non credo di essere un modello di riferimento da alcun punto di vista – anche perché mi arrangio per sopravvivere e già questo è sufficiente a squalificarmi dal ruolo – ma credo invece che in qualunque momento della vita le fonti di conforto possano avere le provenienze più insospettabili, naturalmente anche quando non sono intenzionali. Per cui ti ringrazio di esserti manifestata. Non ti lascio con una bella perla di ipocrisia alla “tutto si risolve per il meglio”; sono la prima a non crederci più. Però ti posso dire per esperienza personale che se ti piace studiare, indipendentemente da voti, figure competenti cui tocca valutarti e istituzioni, puoi farne uno strumento per mantenerti a galla. Te lo dico da persona che non ha sfiorato la morte ma quasi e in quasi tutte queste terribili circostanze, quando ne ho avuto le forze, mi sono ancorata o all’atto di studiare (anche solo venti minuti al giorno nella peggiore delle ipotesi) o a quanto già appreso e alla seconda pelle di cui averlo fatto mi ha corazzato. Più nozioni (ma, mi sento di dire, soprattutto metodo) riesci a incamerare e più, anche nei momenti nerissimi, ti ci puoi aggrappare. Se è qualcosa che ti piace e che stuzzica le tue attitudini francamente è anche meglio. Grazie per questo bellissimo messaggio che considero a pieno titolo un regalo di Natale e, a mia volta, un appiglio, una forma di compagnia per nulla immateriale da ripetere in mente come una nenia rincuorante di altri tempi, cantata da una voce femminile e materna. Per cui l’abbraccio virtuale è ampiamente ricambiato. E grazie non da meno per gli auspici, che terrò nel cuore.
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Oggi come Dory. Per mettere insieme le cose che ci vogliono per fare colazione ci ho messo venti minuti 🤦🏻♀️
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