Tumgik
#valentino mario conte
nofatclips · 6 years
Video
youtube
SuperStudio by Calibro 35 from the album Decade - Direction, editing: Patrizio Gioffredi
1 note · View note
corallorosso · 4 years
Photo
Tumblr media
Altro che ‘governo dei migliori’: ecco quello senz’anima di Paolo Farinella, sacerdote “Alto Profilo”, disse l’uomo del Colle. Quando la polizia fa la foto segnaletica obbliga l’arrestato a due posizioni: di fronte e di “profilo” appunto. Dicesi “alto profilo” quando l’arrestato, essendo basso, per arrivare al riquadro d’ordinanza deve salire su uno sgabello. Per San Valentino, tutti gli innamorati di San Mario Draghi avevano rispolverato cuori, cuoricini, anelli intrecciati, ma dopo una manciata di ore ha cominciato a deludere, presentando la lista equilibrista dei ministri, di cui ben otto sono presi dal governo precedente più altri tre di seconda fascia dello stesso governo: in tutto 11 su 23, cioè il 50%. Bel risultato per essere un governo alternativo al Conte II, ritenuto unanimemente il governo degli incompetenti, degli improvvisati e degli anti-Mes “ideologici”. Lo ha capito anche il piccolo visir, Matteo d’Arabia, che ora abbandona il Mes come zavorra, visto che era solo il piede di porco per fare confusione e assumersi la paternità e la maternità di “Draghi il più bravo di tutti”. Secondo la costituzionalista Lorenza Carlassare, “Matteo Renzi ha agito per sé e io credo anche per conto terzi: in troppi erano preoccupati dal possibile consolidamento di un’alleanza 5Stelle-Pd per timore di uno scivolamento a sinistra del Paese. Basta vedere come si affannano nel chiedere che le risorse non vengano sprecate nei sussidi”, cioè abolire il Reddito di Cittadinanza, che è stato essenziale, anzi unico sostegno per almeno 3 milioni di poveri veri e ha aiutato il 30% dei richiedenti a trovare lavoro. “Tutti dentro”. Peccato che sia anche il titolo emblematico di un film di Alberto Sordi del 1984, perché il governo Conte è caduto due giorni prima dell’approvazione della Legge sul blocco della prescrizione, esigenza etica, prima ancora che richiesta della stessa Commissione Europea. (...) Tutto è chiaro. L’operazione “Dragonman” era già pronta e cucinata da tempo, non è nata d’improvviso perché, quando il Presidente Mattarella ha fatto barba e capelli ai partiti con il suo rasoio affilato, Draghi era già pronto alla bisogna da tempo. Due le emergenze vere: la cornucopia dei miliardi non poteva essere affidata ai 5S e a Giuseppe Conte, estranei al sistema e incorruttibili e, seconda, cogliere l’occasione per riportare tutto “dentro” il sistema, facendo sporcare tutti per dare sostanza e responsabilità a ciascuno fino alla fine di legislatura, ma in vista della prossima. Se tutti approvano, domani non potranno protestare: legati mani e piedi. (...) Si compie così l’ultimo obiettivo di tutto il ‘complotto quirinalizio’, orchestrato naturalmente “per il bene del Paese”: fare fuori i 5Stelle, senza troppi traumi, dilaniandoli dall’interno. Ci sono riusciti alla grande tanto che nemmeno loro si sono accorti di essere stati messi nel sacco, anzi in scatoletta, con la loro espressa volontà. Addirittura, ubriacati da Draghi con il Multi-Super-Ministero-Transitivo, gli hanno dato la patente di “grillino onorario”, senza che l’interessato l’avesse neanche chiesta. Propongo San Giovanni Decollato come protettore 5Stelle. Mi auguro che almeno la metà dei pentastellati in parlamento neghi la fiducia a Mario Draghi, ridimensionandone le velleità e facendolo vivere alla giornata, e spero che il Pd voti compatto con i 5Stelle la legge di riforma della prescrizione, mettendo a posto sia Renzi che Salvini, ma specialmente Berlusconi, il solo che trae vantaggio da questa ammucchiata, in cui è specialista con master specifico. Signore e Signori: ecco il nuovo Drago cinese che avanza per la salvezza dell’Italia e zone limitrofe: Berlusconi, Brunetta, Gelmini, Carfagna; oh, Segnur! Giorgetti, Garavaglia, Stefani, anima e core di Salvini: da oggi presepi e Madonne a gogò per tutti; Cartabia (CL), Colao (Vodafone), Franceschini (sempreverde), Orlando, ma non una donna del Pd; infine Renzi d’Arabia con la Bonetti del Conte II. Abbiate pietà dei comuni mortali. In nome del “governo dei migliori” di platoniana memoria, ecco il governo senz’anima, ma con la visione della discordia incorporata. Draghi ha appena giurato e già siamo alle invettive degli uni contro gli altri, come moschettieri alla rovescia.
6 notes · View notes
Text
Inter - Operation Vendetta
Season Preview - 2019/2020
Tumblr media
Some may see it as the ultimate betrayal, others as ambitious professionalism. Antonio Conte and Beppe Marotta were 2 of the prime architects that kick-started the Juventus hegemony 8 years ago. Today they’re reunited at Inter; where better after being spurned by the bianconeri? Despite some fans grumbling about their black and white past, general enthusiasm for the coming season is somewhere in the stratosphere - as validated by season ticket numbers. 
Both bring a winning mentality and professionalism often lacking from the Inter circus. The nerazzurri have always had a penchant for unstable, unhinged footballers high on talent (Adriano, Balotelli, Recoba, Cassano to name a few). Over the years millions were invested, controversies were abundant, but there was precious little silverware outside the 5 year post-calciopoli period.
If you needed proof that Marotta was already rearranging the furniture, you only need look as far as the Icardi melodrama. The (still ongoing) saga already has enough convoluted material for a separate article, or a thesis on the psychology of ego-centrism.The point is Marotta (and Conte) understand that sacrificing Icardi’s goals in exchange for collective harmony gives Inter a greater chance of success. Party animal, Nainggolan, ousted as well - considered too undisciplined. Perisic, who spent most of his tenure requesting a move away, also goes. Joao Mario seems set to join them with a late departure, ducking under the door as it comes down on deadline day.
In come players in the mold of Conte; Lukaku, Barella, Sensi, Godin, and probably Biraghi as well. Most, if not all, chose Inter for Conte. No-nonsense players, but still with enough talent to challenge at the summit. Despite spending significant sums of Suning dollars this summer, Marotta will be confident he’s invested well. The last piece of business is for Lukaku’s strike-partner - either Alexis Sanchez or Dybala if the papers are to be believed. The former is favorite, but the latter would make for a mouthwatering strike-force, even if it meant Icardi going the other way. Failing that, Lautaro Martinez will be the big Belgian’s sidekick, without forgetting Politano who can also fill the role. Teenager Esposito impressed there in preseason, and although he is a tantalizing prospect for the future, he’s far too young and raw to enjoy more than a bit part this season. 
Ex-Sassuolo man, Stefano Sensi, has been the most impressive in preseason, pulling the creative strings as Conte’s regista. Like Politano before him, he’ll be looking at transcending into a Champions League player of continental quality. Box-to-box Barella has been much hyped throughout summer; he’ll be working hard to ensure the expectation is met. Barella, along with Sensi, is in the national set-up and now seen as a fixture in Mancini’s starting 11. The 2 Italians will join forces with Brozovic for a midfield of quality and quantity.
Inter has always been a club with a Uruguayan flavor (just ask Adani), so Godin will no doubt wear the nerazzurri colors well. Although his best years are behind him, he’ll be invaluable to the development of Skriniar and de Vrij. In Handanovic they also have one of the best keepers in the league. So what’s missing then? Whether Conte opts for his classic 3-5-2 or 3-4-3, his philosophy lends a reliance to wingbacks. Strangely, Inter haven’t indulged themselves in this department. Valentino Lazaro was signed from Hertha Berlin, and he’s an interesting profile, but we’ll have to wait and see if he can adapt to Italian football and tactical obsession. On the eve of Inter’s opening game, Conte looks to have put his faith in Candreva and Asamoah to fly the wings of his formation - neither have been overly popular among fans of the Beneamata. It wouldn’t be surprising to see Marotta move for someone on the flanks come January, or even before September 2.
This season, Inter join Napoli in pursuit of Juventus, hoping to profit from any aberrations while the champions adjust to their image makeover. Inter do have a reputation of derailing themselves, but it’s a habit they’re trying to shake. Conte usually hits the ground running; he’s a winner who’s succeeded quickly in many of his posts throughout his career. A strong start to the season will be crucial to Inter’s chances. Whlie they can’t match Juventus for depth, Conte will know that the longer he keeps pace with the Old Lady, the more confidence will shift and seeds of Sarri doubt will grow. It’s primed to be a three-pronged Scudetto race with very little between the contenders. I’d suprised if Agnelli wasn’t spending a night or 2 staring out the window of his mansion, worrying about the presence of 2 of his old boys plotting their revenge. 
Tumblr media
3 notes · View notes
giancarlonicoli · 3 years
Link
17 apr 2021 18:49
SOTTO LA MASCHERINA, C'E' “BAFFINO” - D'ALEMA VERRÀ SENTITO DAI PM COME PERSONA INFORMATA SUI FATTI PER L'INCHIESTA SULLA VENDITA A LAZIO E SICILIA, PER 22 MILIONI DI EURO, DI 5 MILIONI DI MASCHERINE E MEZZO MILIONE DI CAMICI CINESI NON CONFORMI, OLTRE A CERCARE ABBOCCAMENTI CON ARCURI PER PROVARE A PIAZZARE ALTRE PARTITE DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE – E SUI VENTILATORI RIVENDICA DI “AVER DATO UNA MANO A RECUPERARLI”, ANTICIPANDO I SOLDI PER LO STATO CON L'ASSOCIAZIONE DI CUI FA PARTE – IL RUOLO DEL LÌDER MAXIMO NEL CONTE BIS…
-
Massimo Malpica per "Il Giornale"
Sotto la mascherina, tutti. I pasticci sulle protezioni individuali portano i nodi al pettine delle inchieste giudiziarie, e dopo il coinvolgimento dell'ex commissario straordinario Domenico Arcuri a finire coinvolto, pur se non indagato, è l'ex premier Massimo D'Alema. «Baffino» verrà sentito dalla pm romana Rosalia Affinito come persona informata sui fatti per l'inchiesta legata alla vendita a Lazio e Sicilia, per 22 milioni di euro, di 5 milioni di mascherine e quasi mezzo milione di camici cinesi non conformi, oltre a cercare abboccamenti con Arcuri per provare a piazzare altre partite di dispositivi di protezione destinate a scuole e studenti. E con D'Alema potrebbe essere sentita dai magistrati romani anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria all'economia.
A tirare in ballo il lìder Massimo in questa storiaccia sono le intercettazioni e i pedinamenti ai protagonisti dell'inchiesta capitolina arrestati a inizio marzo scorso, Andelko Aleksic, il rappresentante della società «fornitrice» dei dpi, la European Network, e l'ex «re degli stampatori» Vittorio Farina, suo delegato, oltre all'imprenditore 51enne Domenico Romeo che avrebbe procurato i falsi certificati di conformità.
In particolare sarebbe proprio Farina, anche tramite l'imprenditore pugliese Roberto De Santis, vicinissimo a D'Alema e con lui ex comproprietario dell'Ikarus II (e indagato in questa inchiesta), a essere intercettato parlando dell'ex premier o in sua compagnia.
Succede a metà agosto dello scorso anno, quando Farina chiacchiera con il suo ex socio Luigi Bisignani (non indagato) e lo informa che pranzerà con De Santis e D'Alema, per poi essere intercettato nuovamente l'indomani al telefono con una giornalista, Laura Tecce, alla quale passa al telefono proprio D'Alema che evidentemente è in sua compagnia perché i due concordino «direttamente la data di un'intervista».
Farina, secondo gli inquirenti, tramite i rapporti con De Santis e D'Alema ma era in contatto anche con l'ex ministro all'agricoltura del governo Berlusconi IV, Francesco Saverio Romano - puntava al commissario Arcuri, per spingere nuove partite di dpi che lui e gli altri indagati speravano di piazzare.
Anche la fondazione Italianieuropei di cui D'Alema è fondatore e presidente è finita nelle intercettazioni e nei pedinamenti, e proprio a quella fondazione è legato il desiderio dei pm di ascoltare la Guerra (nemmeno lei indagata, verrà sentita come persona informata sui fatti), che è nel comitato di redazione della rivista di Italianieuropei, poiché di lei parla Aleksic, intercettato a proposito di tamponi che sarebbero «al vaglio» della sottosegretaria.
Lo stesso Farina viene visto entrare nella Fondazione a novembre scorso (e in un'altra occasione viene pedinato fino all'ingresso del ministero della Salute), e il broker che è in sua compagnia nelle due occasioni, intercettato con lo stesso Farina giorni dopo, chiede all'indagato se «Max non interviene». Una noia per l'ex premier, già coinvolto nella vendita all'Italia di 140 ventilatori non a norma, passati per una società cinese controllata dalla Silk Road Cities Alliance di Pechino, della quale D'Alema è presidente onorario. Sul punto, lui in un'intervista al Corriere della Sera, però, rivendica il suo ruolo, sostenendo di «aver dato una mano a recuperare dei ventilatori», di fatto anticipando i soldi per lo Stato con l'associazione di cui fa parte e negando che fossero difettosi o non conformi.
Alessandro Da Rold per “La Verità”
Massimo D'Alema conferma di essersi interessato con la Cina per l'acquisto dei ventilatori Aeonmed Vg70, ora ritirati dagli ospedali laziali. Lo fa attraverso un'intervista al Corriere della Sera, dove parla dell'associazione internazionale di cui fa parte, anche senza nominarla. È la Silk road global information limited, che, stando alle parole dell'ex presidente del Consiglio, avrebbe anticipato i soldi al governo italiano in quei mesi in difficoltà nel reperire materiale sanitario per contrastare la pandemia. Allo stesso tempo, però, D'Alema non spiega se quei soldi siano tornati indietro.
Poi racconta anche la sua esperienza con il Covid, spiegando di aver utilizzato antinfiammatori per curarsi, cioè quelli previsti dal protocollo Remuzzi, smentendo quelli del ministero della Salute, cioè tachipirina e vigile attesa. Sta di fatto che D'Alema al quotidiano di via Solferino riconosce di aver avuto un ruolo centrale durante il secondo governo di Giuseppe Conte. Aspetto, quest' ultimo, che è stato confermato ieri anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la conferenza stampa con il presidente del Consiglio Mario Draghi. «È chiaro che tutte le personalità che potessero avere relazioni pregresse con il principale venditore di questi beni, che in quel momento soprattutto per le mascherine era la Cina sono state attivate dalla struttura commissariale», ha detto Speranza, confermando quindi l'asse tra l'ex commissario Domenico Arcuri e D'Alema. E scaricando su di loro le scelte.
Che l'ex premier e ministro degli Esteri abbia avuto un ruolo centrale nel secondo governo Conte, era già noto soprattutto tra i corridoi di via XX Settembre, sede del ministero dell'Economia. Attraverso l'ex ministro Roberto Gualtieri, D'Alema è stato uno dei grandi protagonisti dei rinnovi delle partecipate statali nel 2020. Insieme con l'ex commissario Arcuri, ancora in Invitalia, la coppia Gualtieri-D'Alema è stata decisiva fino agli ultimi giorni del Conte bis. Basta guardare le ultime nomine nelle controllate del Gse (Gestore servizi elettrici), dove a fine dicembre 2020 sono stati nominati Filippo Bubbico e Andrea Peruzy, il secondo nel Gme (Gestore dei mercati energetici), il primo in Acquirente unico. Bubbico e Peruzy arrivano entrambi dal mondo dei Ds, con esperienze nei passati governi di centrosinistra e nella fondazione Italianieuropei, voluta proprio da D'Alema nel 1998.
Nel comitato di indirizzo della Fondazione siede anche Claudio De Vincenti, ex sottosegretario e ministro dei governi Renzi e Letta, da poco nominato presidente di Aeroporti di Roma. Dopo l'arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, però, il potere dell'ex premier ha iniziato a vacillare. La prima testa a saltare è stata quella di Arcuri come commissario straordinario, messo alla porta dall'ex numero uno della Bce senza troppi giri di parole. Ora vacilla Speranza (anche lui in Italianieuropei) al ministero della Salute. In sostanza il potere contrattuale di D'Alema sembra essersi ridotto, anche perché da un lato salgono le quotazioni del nuovo segretario del Pd Enrico Letta come aumenta la pressione delle inchieste su ventilatori e mascherine cinesi.
Anche se chi conosce i dalemiani fa notare che la vera partita su cui punterà «Max» è quella attorno a Cdp.In via Goito Fabrizio Palermo è in scadenza. I rapporti tra D'Alema e l'attuale amministratore delegato sono considerati buoni, senza contare il ruolo strategico di Giacomo D'Amico, ex capo di gabinetto della Regione Lazio di Nicola Zingaretti, prima in Sia e ora in Terna.
Al pari di D'Amico, un altro uomo della galassia ex ds è Mario Vitale, direttore generale della neo Fondazione dell'istituzione che gestisce il risparmio postale degli italiani nata in tempi di pandemia e presieduta da Pasquale Salzano. Settimana scorsa è stato confermato Donato Iacovone come presidente di Webuild (ex Salini), dove Cdp equity vanta il 18, 68%. Iacovone è sempre stato uno degli esponenti di punta di Ernst & Young, altro avamposto dalemiano, dove D'Alema è presidente dell'advisory board della società di consulenza internazionale.
Nella galassia Cdp c'è da segnalare anche Rodolfo Errore, nominato nel 2019 presidente di Sace, dato secondo indiscrezioni in uscita ma poi smentite: la scadenza naturale è nel 2022. Ma la vera scommessa è il posto nel consiglio di amministrazione di Carlo Cerami, l'avvocato milanese che piace a destra e sinistra, da sempre considerato vicino a D'Alema. Cerami entrò nell'estate del 2020, al posto di Valentino Grant, quota Lega, che era stato eletto al Parlamento europeo. Infine è da sbrigliare la matassa intorno a Domenico Arcuri.
L'ex commissario al momento resta in Invitalia, dove ormai alberga da 10 anni. Ma il suo nome, in passato, era stato associato anche a grandi aziende statali. Potrebbe essere il jolly in questa tornata di nomine. Anche se c'è chi scommette che dopo l'esperienza commissariale non si apriranno nuovi spazi.
0 notes
pangeanews · 4 years
Text
“Vivo nel centro del nervo solare, intanto tiro a scomparire”: pubblicate Dario Villa, il poeta che svela l’ipocrisia dei poeti (e ha tradotto magnificamente Blake)!
Così, improvvisamente, come una lince che pensavi estinta, mi assale Dario Villa. Sfogliavo il volume delle Opere di William Blake (Guanda, 1984), specie di breviario dei giorni dispari, Vala o I quattro Zoa:
Nei Torchi vi è però lamento, terrore & disperazione. Abbandonati dai loro Elementi essi svaniscono & non sono più, Non sono più che un desiderio d’Essere, un distratto, divorante desiderio Desiderante come il verme affamato & la tomba spalancata. S’immergono negli Elementi; gli Elementi li espellono O consumano altrove i loro ombrosi sembianti…
Sbatto, dopo il rito, nella pagina che censisce i traduttori. Roberto Sanesi ha curato e tradotto quasi tutto; Giuseppe Conte ha reso i Songs of Innocence e of Experience. Dario Villa ha raffinato Vala, Jerusalem, la scelta delle lettere, For the Sexes, e i Poems from the Pickering Manuscript. Eccolo, Villa, dalla foresta della memoria, mi sbrana.
*
Dario Villa, puro ispirato, bestia sacra, Orfeo col papillon, dandy gnostico, è tutto in quella foto scattata da Antonio Ria. Seduto di sbieco, con il gomito destro sul ciglio della sedia al fianco; maglia con scollo a V, camicia, nobiltà felina; guarda a bocca semiaperta qualcosa, di lato, sul fondo, al di là, forse una rissa d’angeli; nella mano impugna, visibile, una carta, strappata, ha scritto l’ennesima poesia, credo, sul palato del caso. Nato a Milano nel 1953, morto giovane, a 42 anni, Dario Villa mi fu donato da Girolamo Melis, maestro di gioie inquiete. Amava frequentarlo, se lo portava con sé nei consigli d’amministrazioni di pluridotati capi d’impresa. Villa, il poeta, che villeggiava tra la verità e il frainteso, portava scompiglio nel consiglio – cioè, il destino dove è la stasi del profitto. Che genio.
*
Da assoluto ispirato, non era adatto alla dissolvenza – quella che avvolge un po’ tutti i poeti, oggi –, preferì la sparizione. Trentenne, esordì con la placca Lupsus in fabula (1984), lo riconobbero – col Mondello opera prima – e lui si decimò, dandosi alla macchia. Era stato scoperto, lince rara, ancora, nel volume Poesia Uno edito da Guanda, era il 1980: tra un pezzo di Giovanni Giudici, un frammento di Mario Luzi, una silloge di Vittorio Sereni e un’altra di Valentino Zeichen, nel fatidico “Quaderno collettivo”, ultimo dell’alfabeto (V come Villa) c’era lui, Dario Villa – insieme a quell’altro carismatico del linguaggio, Alessandro Ceni. Poi, si disperse, nel gorgo di plaquette introvabili. Sul ciglio del morire, nel 1995, per Marsilio, Abiti insolubili. L’aveva voluto Giovanni Raboni, che firmò, nel 2001, l’intro a una meritevole raccolta di Tutte le poesie 1971-1994 di Villa: “Credo che pochissimi poeti italiani, negli ultimi decenni del secolo appena trascorso, siano stati così costantemente, oserei dire così insistentemente frequentati dalla grazia come l’autore di questo libro”. Nessuno diede credito a quel credo: di Villa non c’è traccia tra le nostre macerie editoriali, né nelle antologie di pregio. D’altronde – e anche qui Raboni azzecca – “è come se fosse, la sua poesia, sempre un passo avanti, sempre un po’ altrove, un po’ oltre rispetto a se stessa o, per essere precisi, al sentimento… della propria contemporaneità”. Tanto oltre – ma non è, da sempre, sempre così, oltre, la poesia? – da svagare nell’invisibile.
*
In effetti, presupponendo tutto, profeta di mondi ulteriori, in un numero di Poesia del dicembre 1988, Villa si chiedeva: “Che altro fare? Chiudere il beccuccio o continuare a sbrodolare acidi e dolcificanti sul risaputo e sull’inattingibile? Perpetrare una folle ancorché splendida rimessa in gioco dell’essere (già decretato irrilevante da una certa carenza di finalità evidenti) e quindi anche della letteratura (che è l’essere che si commenta) protraendo il calcolo e l’azzardo fino alla coincidenza per saturazione col proprio esaurito motore? Tirare avanti e fottersene, continuando a danzare in un teatro che è sempre più spopolato, tanto il pubblico ha altro a cui pensare? Rimane da vedere se la funzione critica sia sufficiente alla poesia per proseguire in quell’immenso divorzio dalle proprie ragioni originarie che sembra (sembra a me, oggi) faute de mieux l’unica strada percorribile senza vergogna”.
*
È uno di quei poeti che inchiodano l’ipocrisia dei poeti di mezzo – la poesia, si sa, mezze misure non ha –, i burocrati del letterario, gli amministratori del bel verso, un poeta-ferita, Dario Villa, una ferita aperta.
*
Di lui, in effetti, qualcosa resta. Le frattaglie. Brandelli di William Blake, Un uomo solo di Christopher Isherwood, tradotto per Guanda nel 1981, ora in catalogo Adelphi. Stop. Segugio degli insoliti, Dario Villa ha tradotto Basil Bunting, poeta modernista amico di Pound – a lui è dedicata Guide to Kulchur –, e David Gascoyne, surrealista inglese – frequentava Dylan Thomas, Henry Miller, Salvador Dalí –, che fan parte di un canone altro, altrui, scostante, scansato in Italia. Per Mondadori, Villa ha tradotto, nel 1992, L’elefante di Richard Rayner (coetaneo di Villa, vive a Los Angeles, da un suo libro Mika Kaurismäki ha tratto L.A. Without a Map) e nel 1994 Vindication di Frances Sherwood (che con quel libro fu finalista al National Book Award). Entrambi i libri sono affogati nell’oblio, frutto di lavori sporadici, per cavare quattrini.
*
Come i poeti autentici, disadatti, nati in altri astri, Dario Villa si occupava dell’opera senza occuparsi del suo esito, della comunicazione, della pubblicazione, del pubblico. Lo installai, tra altri quotati – Cristina Campo, Giovanni Testori, Turoldo, Massimo Ferretti, Emanuel Carnevali, Scipione… – in una antologia, Maledetti italiani, stampata da il Saggiatore nel 2007 (presto maledetta, poco di moda). Scrissi, con enfasi, di una “impudica scommessa col regno dei morti”. Mi pareva che il genio di Villa fosse lampante, attesi ristampe della sua opera – le attendo ancora, sbaglio monocolo, il mio monologo è stantio, come sempre. Sostanzialmente nessuno si è occupato di lui; Marco Merlin lo ha installato tra i Poeti nel limbo (Interlinea, 2004): “Villa abita una letteratura di secondo grado, condannata a incistarsi nella contemporaneità come un anacronismo: appena si aderisce all’immagine che essa può restituirci, avvertiamo lo scacco esistenziale, qui lambito per mezzo degli scatti ironici di chi è consapevole che la verità è prossima al nonsense, che il reale va a braccetto con l’assurdo, che il soggetto è uno specchio, in sé vuoto, che ospita quanto lo attraversa”.
*
Nell’edizione Marsilio, Raboni parlava, a proposito di Villa, di “postmoderno” – lo preferii quando scrisse che era un “visitatore angelico”. Se è postmoderno lo è come il protagonista di un romanzo di Philip K. Dick, uno che sfigura i replicanti, un predicatore tratto da Valis. D’altronde, nella sua poesia, sotto la cute dell’affabulazione, dell’imbambolamento linguistico, del gioco di prestigio retorico – armato, però, per sottrarre ogni retorica alla retorica – leggo la fame aforistica, il flash del visionario, l’estro sapienziale, il Sinai al posto del Pirellone. Ecco una antologia di versi fulminanti.
(siamo un’ombra del caso procediamo da cause sconosciute precipitiamo come nebulose in un fuoco di rose)
*
– bestie stratificate urgono sotto, divorate da inutili secondi, braccate dalla coda, il muso muto e chiuso, somigliante ad altro, all’ombra di una parvenza, a un morso, a un lupo, al vuoto: il cuore occluso, roso da vertigini che durano un minuto, come i secoli
*
vivo nel centro del nervo solare e sono io per gli altri, altro per me: intanto tiro a scomparire: spiro: e la voglia di vivere vivacchia:
*
cade al fondo di un sogno e si desta in un arabesco di simboli
o sono mosche? il mondo è fuoco bianco, vuoto, quadrato: l’io che si conta (una testa tramonta tra le frasche)
*
sarà il solito dio che tiene il mondo nel fazzoletto come fosse un nodo e martella impazzito sul mio chiodo (è appesa a me la sua memoria corta)
*
non c’è un’anima nemmeno un cane sull’argine d’ombra sciacallo psicopompo che li traghetti esperto delle brume oltre il battito cieco che li ha portati fino a questa sponda – ha soltanto una sponda questo limbo
*
è pianto inane, umidità sprecata, è nulla aggiunto al nulla piantato nell’eterna aridità, ché dilaga soltanto per i vivi e insolentisce gli ossi che dilava: viene giù per i morti e non li tocca, folle diluvio di formule cupe
*
i corpi a morsi si scardinano gli occhi bruciano al buio i sogni penetrano nella carne i corpi rotolano come troni rovesciati
*
Amo altri poeti – alcuni fino a cucirmi le labbra con una forchetta – ma non ho segnato, scarabocchiato, graffiato nessun libro di poesie come quello di Villa. Ogni verso è uno scisma contro la correttezza poetica, un pozzo – no, non c’è acqua, ma il magma buio, l’attrazione della caduta, ed è quello che vogliamo, volare. (d.b.)
L'articolo “Vivo nel centro del nervo solare, intanto tiro a scomparire”: pubblicate Dario Villa, il poeta che svela l’ipocrisia dei poeti (e ha tradotto magnificamente Blake)! proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/34zNezh
0 notes
purpleavenuecupcake · 5 years
Text
I due Matteo pronti ad assalire la "diligenza" con un Mattarella bis all'orizzonte e Meloni all'opposizione
(di Luigi Alfano) La politica porta con sé un “fascino” intrinseco, capace di “ammaliare” e “inebriare”. Dagli ultimi eventi dello scenario politico trova risalto l’articolo di affari italiani (www.affaritaliani.it).  Un Carroccio più moderato e meno salviniano potrebbe facilitare l'avvicinamento tra i due Matteo. I rumor del Palazzo raccontano che i renziani potrebbero anche ipotizzare il sostegno a un esecutivo a guida Giancarlo Giorgetti, che rassicuri i mercati finanziari e i partner europei. Oltre ovviamente il Vaticano e le gerarchie della Chiesa con le quali l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha un ottimo rapporto consolidato da anni. Il pegno da pagare da Salvini per la caduta del governo Conte e il ritorno alle urne (comunque non scontato) sarebbe quello di dire addio al sogno di Palazzo Chigi, anche se qualche mese fa lo stesso Capitano rivelò come il suo obiettivo fosse quello di tornare a occuparsi di sicurezza e contrasto all'immigrazione clandestina, ovvero il Viminale. Diversi esponenti di Forza Italia, dietro le quinte, starebbero tessendo la tela del dialogo tra renziani e Centrodestra. Tanto che l'ex 'amazzone' di Silvio Berlusconi Michaela Biancofiore è uscita allo scoperto: "Ci sono evidenti coincidenze di programmi tra Italia Viva di Renzi e l'intera coalizione di Centrodestra, che sono maggioranza nel Paese e in Parlamento. Ora serve solo un atto di coraggio di tutti i campioni in campo e la presa di coscienza che gli italiani vogliono una Squadra di governo siffatta che generi speranza, orgoglio, ideali definendo molto bene le righe della metà campo. Si tratta di scegliere tra il giocare nella parte del campo delle norme di civiltà, giustizia, intrapresa e idem sentire col popolo o di quella dello statalismo, giustizialismo e pezzentismo. Questo è lo choc che serve agli italiani e il più grande segno d'amore che gli italiani vorrebbero per San Valentino dai protagonisti su citati, ovvero che indossassero tutti la maglia sacra della nazionale politica italiana". Sottotraccia si profila quindi l'ipotesi di una coalizione e di un governo, che potrebbe anche non passare da nuove elezioni, tra l'attuale opposizione di Centrodestra e Italia Viva. Anche perché una fetta consistente di grillini di destra, stufa di governare con il Pd, potrebbe dare il proprio sostegno a Giorgetti premier, mantenendo magari Luigi Di Maio alla Farnesina. Ecco spiegate, forse, quelle parole di grande apprezzamento di qualche giorno fa per il ministro degli Esteri da parte dello stesso Giorgetti ('Ha la schiena dritta, non è un opportunista'). Altro 'pegno' da pagare da parte di Salvini potrebbe essere il Mattarella-bis, ovvero la rielezione nel 2022 al Quirinale dell'attuale Capo dello Stato. Un'altra delle condizioni, stando ai rumor, posta da Renzi. L'unico ostacolo - che potrebbe però essere un macigno - a questo scenario rivoluzionario per la politica italiana si chiama Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, infatti, non sarebbe affatto disposta ad appoggiare un esecutivo con Italia Viva e insiste per mantenere la coerenza e l'unità del Centrodestra che dovrà tornare al governo solo dopo nuove elezioni. Ma qualcuno fa notare che i numeri in Parlamento di FdI non rispecchiano i sondaggi attuali e che alla fine si potrebbe fare anche senza Meloni...” Vico, noto filosofo napoletano, elaborò la teoria “dei corsi e ricorsi storici” con la quale sosteneva che alcuni accadimenti si ripetono con le medesime modalità e non a distanza di tempo. Il disegno “divino” a cui è soggetta la teoria tenderebbe a presagire un ritorno al passato, quindi si potrebbe presagire un’alleanza “allargata” nella quale si adagerebbe Italia Viva, con Matteo Renzi pronto a sostenere l’esecutivo a guida Giorgetti e a rientrare, così, nell’asset governativo anche attraverso la trend d’union con Matteo Salvini. L’uno contro l’altro praticamente “amici”, parafrasando un film di Corbucci, i due Matteo con diverse personalità, il primo animato da una sana spregiudicatezza e il secondo meno rivoluzionario di quanto si è soliti pensare. Insieme sapranno abbracciare una politica più “unitaria”? Il cui scopo è fare gli interessi della “polis” (la città-stato), oppure sarà come rivivere il passato, tra sofferte alleanze e bucolici ostruzionismi? Il nodo gordiano presenta sullo sfondo la figura meno sbiadita di Mario Draghi, infatti alla domanda Mario Draghi Presidente della Repubblica? Matteo Salvini ha riposto “why not? Non avremmo controindicazioni, ma non decido io i destini altrui” (il fatto quotidiano del 3 dicembre 2019). In più, Fratelli d’Italia saranno disposti a svolgere il ruolo da “secondo pilota”, nell’attesa di ricevere gli ordini di “scuderia”? La “liaison” si mostrerà pericolosa e turbolenta oppure capace di governare?          Mario Draghi a quanto pare potrebbe cedere ai corteggiamenti di JP Morgan, con un ingaggio secondo Il Tempo,  stellare, dopo aver fatto persino pace con i tedeschi e non essendo sicuramente smanioso di impantanarsi in vicende italiane. Per questo motivo un Mattarella bis  sarebbe l'unica soluzione digeribile da parte dei due Matteo, pronti a salire sull'attuale diligenza senza necessariamente andare a nuove elezioni, con buona pace della "guerriera" Giorgia Meloni che verrebbe nuovamente relegata all'opposizione. Read the full article
0 notes
italianaradio · 5 years
Text
Bocce. Serie A e A2: esordio complicato per Città di Rende e Catanzarese
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/bocce-serie-a-e-a2-esordio-complicato-per-citta-di-rende-e-catanzarese/
Bocce. Serie A e A2: esordio complicato per Città di Rende e Catanzarese
Bocce. Serie A e A2: esordio complicato per Città di Rende e Catanzarese
Nel massimo campionato di alto livello della Raffa, la Serie A, esordio casalingo dolceamaro (forse più amaro che dolce) per la Città di Rende che contro i marchigiani di Montesanto (Potenza Picena, MC) si arrende per 2-6. La squadra del presidente Daniele Salerno e del riconfermato tecnico Gianluca Cristiano, paga lo scotto della prima volta in Serie A, risulta poco incisiva nelle giocate a punto e lascia per strada, con tanti rimpianti, i quattro set del primo turno. La reazione, alla ripresa delle ostilità si vede solo nei turni di coppia quando ormai è tardi per fare risultato. Nota positiva è però l’esordio dei nuovi arrivati, vale a dire Antonio Veloce e, soprattutto, Gianfranco Bianco (attuale campione italiano tiro di precisione e Parata Élite Juniores), approdati a Rende in estate rispettivamente dalla Città di Acri e dall’S.S. Sala, che hanno vinto i due set di coppia in cui sono stati impiegati contro Petrelli e Testoni (8-5 e 8-1). Sicuramente una buona dote da cui ripartire per la trasferta di sabato prossimo in casa di Boville Marino (Roma) valida per la seconda giornata del girone 2. All’incontro, ben diretto dall’esperto arbitro nazionale Emilio Segreti, hanno assistito con interesse il presidente del Comitato regionale della Federazione italiana bocce, Ernesto Mazzei, e il numero uno del Comitato provinciale cosentino, Francesco D’Ambrosio. E per testimoniare la vicinanza dell’amministrazione comunale di Rende non sono mancati neppure il sindaco Marcello Manna e l’assessore con delega allo sport Mario Rausa. IL TABELLINO Città di Rende – Montesanto 2-6 (43-54) RENDE: Parise (c), Toteda, De Rose Vincenzo, De Rose Carmine, Veloce A., Bianco G. All.: Cristiano, Dir.: Mondera MONTESANTO: Petrelli Sauro (c), Ascani Lodovico, Ascani Maurilio, Milucci, Petrelli Luca, Testoni. All.: Petrelli Giuseppe. Dir.: Calcina Gianfranco DIRETTORE DI GARA: Emilio Segreti (arbitri: Davide Conte – Eugenio Gaudio) TERNA: Bianco – Parise – Toteda vs S. Petrelli – M. Ascani – Testoni 5-8 INDIVIDUALI: De Rose Vincenzo vs L. Petrelli 5-8 e 1-8; Bianco vs Petrelli S. 7-8 COPPIE: De Rose V.- C. De Rose vs Petrelli S. (sost. 2° set L. Ascani) – Ascani M. (sost 2° set Micucci) 2-8 e 7-8; Veloce, Bianco vs L. Petrelli – Testoni 8-5 e 8-1 Al debutto assoluto in Serie A2 niente da fare nemmeno per la Catanzarese (Girone 3) che torna a mani vuote dalla trasferta di Terzigno (Napoli). Contro il dominio della Aquino – come purtroppo testimonia il computo totale dei punti – Perricelli e compagni portano a casa solo il set dell’individuale post-terna vinto da Piperis (6-8) e l’ultimo set di coppia con Zaffino e De Giovanni (6-8). Alla squadra del presidente Caliò non serve ora rimuginare troppo sulla sconfitta al battesimo assoluto nella seconda massima serie, ma ragionare su cosa non ha funzionato e guardare con positività all’esordio casalingo di 19 ottobre. Il campionato della Catanzarese può e deve cominciare la Kennedy Af Accessori (Na). IL TABELLINO Bocc. Aquino – ABD Catanzarese 6-2 (60-28) Formazione CATANZARESE: Perricelli (c), De Giovanni, Piperis, Rotundo, Valentino, Zaffino. All.: Caliò. Dir.: Fabiani DIRETTORE DI GARA: Aniello La Marca (arbitri: Giusepppe Perna – Luigi Ferrante) TERNA: 8-0 INDIVIDUALI: 8-6 e 8-0, 6-8; COPPIE: 8-1 e 8-2; 8-3 e 6-8
Nel massimo campionato di alto livello della Raffa, la Serie A, esordio casalingo dolceamaro (forse più amaro che dolce) per la Città di Rende che contro i marchigiani di Montesanto (Potenza Picena, MC) si arrende per 2-6. La squadra del presidente Daniele Salerno e del riconfermato tecnico Gianluca Cristiano, paga lo scotto della prima volta in Serie A, risulta poco incisiva nelle giocate a punto e lascia per strada, con tanti rimpianti, i quattro set del primo turno. La reazione, alla ripresa delle ostilità si vede solo nei turni di coppia quando ormai è tardi per fare risultato. Nota positiva è però l’esordio dei nuovi arrivati, vale a dire Antonio Veloce e, soprattutto, Gianfranco Bianco (attuale campione italiano tiro di precisione e Parata Élite Juniores), approdati a Rende in estate rispettivamente dalla Città di Acri e dall’S.S. Sala, che hanno vinto i due set di coppia in cui sono stati impiegati contro Petrelli e Testoni (8-5 e 8-1). Sicuramente una buona dote da cui ripartire per la trasferta di sabato prossimo in casa di Boville Marino (Roma) valida per la seconda giornata del girone 2. All’incontro, ben diretto dall’esperto arbitro nazionale Emilio Segreti, hanno assistito con interesse il presidente del Comitato regionale della Federazione italiana bocce, Ernesto Mazzei, e il numero uno del Comitato provinciale cosentino, Francesco D’Ambrosio. E per testimoniare la vicinanza dell’amministrazione comunale di Rende non sono mancati neppure il sindaco Marcello Manna e l’assessore con delega allo sport Mario Rausa. IL TABELLINO Città di Rende – Montesanto 2-6 (43-54) RENDE: Parise (c), Toteda, De Rose Vincenzo, De Rose Carmine, Veloce A., Bianco G. All.: Cristiano, Dir.: Mondera MONTESANTO: Petrelli Sauro (c), Ascani Lodovico, Ascani Maurilio, Milucci, Petrelli Luca, Testoni. All.: Petrelli Giuseppe. Dir.: Calcina Gianfranco DIRETTORE DI GARA: Emilio Segreti (arbitri: Davide Conte – Eugenio Gaudio) TERNA: Bianco – Parise – Toteda vs S. Petrelli – M. Ascani – Testoni 5-8 INDIVIDUALI: De Rose Vincenzo vs L. Petrelli 5-8 e 1-8; Bianco vs Petrelli S. 7-8 COPPIE: De Rose V.- C. De Rose vs Petrelli S. (sost. 2° set L. Ascani) – Ascani M. (sost 2° set Micucci) 2-8 e 7-8; Veloce, Bianco vs L. Petrelli – Testoni 8-5 e 8-1 Al debutto assoluto in Serie A2 niente da fare nemmeno per la Catanzarese (Girone 3) che torna a mani vuote dalla trasferta di Terzigno (Napoli). Contro il dominio della Aquino – come purtroppo testimonia il computo totale dei punti – Perricelli e compagni portano a casa solo il set dell’individuale post-terna vinto da Piperis (6-8) e l’ultimo set di coppia con Zaffino e De Giovanni (6-8). Alla squadra del presidente Caliò non serve ora rimuginare troppo sulla sconfitta al battesimo assoluto nella seconda massima serie, ma ragionare su cosa non ha funzionato e guardare con positività all’esordio casalingo di 19 ottobre. Il campionato della Catanzarese può e deve cominciare la Kennedy Af Accessori (Na). IL TABELLINO Bocc. Aquino – ABD Catanzarese 6-2 (60-28) Formazione CATANZARESE: Perricelli (c), De Giovanni, Piperis, Rotundo, Valentino, Zaffino. All.: Caliò. Dir.: Fabiani DIRETTORE DI GARA: Aniello La Marca (arbitri: Giusepppe Perna – Luigi Ferrante) TERNA: 8-0 INDIVIDUALI: 8-6 e 8-0, 6-8; COPPIE: 8-1 e 8-2; 8-3 e 6-8
0 notes
footballghana · 5 years
Text
Ghanaian midfielder Kwadwo Asamoah omitted from Inter Milan squad to face Tottenham
Ghana international Kwadwo Asamoah has been left out of Inter Milan's squad for the International Champions Cup clash against Tottenham Hotspurs on Sunday.The 29-year-old joined his Nerazzurri teammates in training on Wednesday after he was given extra days off following his participation in Ghana's 2019 Nations Cup.As a result of his late arrival, Asamoah has been left out of the side's pre-season game against the English side at the Tottenham Stadium.Antonio Conte's men will also be without Diego Godin, Alessandro Bastoni, Matias Vecino, Valentino Lazaro and Lautaro Martinez for the game in London.Inter Milan squad for Tottenham clash below;Handanovic, Padelli, Berni; De Vrij, Skriniar, Ranocchia, D’Ambrosio, Dalbert, Dimarco, Pirola: Brozovic, Sensi, Valero, Joao Mario, Gagliardini, Candreva, Agoume, Barella; Politano, Perisic, Longo, Esposito, Puscas. source: https://footballghana.com/
0 notes
soccernetghana · 5 years
Text
Kwadwo Asamoah left out of Inter Milan squad against Tottenham
Ghana midfielder Kwadwo Asamoah will not play a part in Inter Milan International Champions Cup clash against Tottenham Hotspurs on Sunday.Asamoah joined his Nerazzurri teammates in training on Wednesday after he was given extra days off following his participation in Ghana's 2019 Africa Cup of Nations tournament.As a result of his late arrival, the 30-year-old has been left out of the side's pre-season game against the English giants at the Tottenham Stadium.Antonio Conte's men will also be without Diego Godin, Alessandro Bastoni, Matias Vecino, Valentino Lazaro and Lautaro Martinez for the game in London.Inter Milan squad for Tottenham clash below;Handanovic, Padelli, Berni; De Vrij, Skriniar, Ranocchia, D’Ambrosio, Dalbert, Dimarco, Pirola: Brozovic, Sensi, Valero, Joao Mario, Gagliardini, Candreva, Agoume, Barella; Politano, Perisic, Longo, Esposito, Puscas source: https://ghanasoccernet.com/
0 notes