#unghie animalier
Explore tagged Tumblr posts
Text
UNGHIE NATALIZIE: CERVO E RENNA!
UNGHIE NATALIZIE: CERVO E RENNA!
View On WordPress
#cervo manicure#cervo nail art#christmas manicure#christmas manicure ideas#christmas nail art#christmas nail art ideas#christmas nails#christmas nails ideas#idee unghie invernali#idee unghie inverno#immagine#immagini#manicure con cervo#manicure con renna#manicure invernale#manicure invernali#manicure natalizie#manicure renna#nail art animalier#nail art cervo#nail art di natale#nail art invernale#nail art invernali#nail art natalizie#nail art renna#nails natalizie#renna manicure#renna nail art#unghie con cervo#unghie con renna
0 notes
Text
Oggi una giornata che mi sono sembrate le montagne russe emotivamente.
È cominciata con una rabbia dentro che mi stava divorando. Ho cercato di tappare con un'altra moka di caffè e mezzo pacco di biscotti. Pareva fosse finita e invece no. Allora mi sono guardata allo specchio di nuovo per compiacermi e mi sono indotta piacere da sola, prima una volta e poi un'altra. Poi ho letto come un'ossessa.
In questi giorni letto Borrasso, poi Saviano e ora Ferrante. Tutti napoletani e tutti con una scrittura pesante, malinconia ma tagliente, profonda, traumatica. È palpabile la sensazione di essere cresciuti in un microcosmo di crudeltà viva, da cui ne sono usciti con le unghie ma pieni di contusioni indelebili. Ho pensato che, riflettendoci, questo tipo di scrittura ci caratterizzi come napoletani e come gente del sud perché oggettivamente viviamo in un microcosmo di pura atrocità e non riusciamo a scrivere con troppa leggerezza. Ma potrebbe essere un mio bias da campana e qualsiasi italiano potrebbe ritrovarsi in questa descrizione, non lo so.
Mi sono poi stancata e ho sentito l'esigenza di fare qualcosa perché sennò sarei impazzita.
E allora mi sono messa a camminare, camminare come un'ossessa mentre pensavo e ripensavo di nuovo che avevo bisogno urgente di dopamina, che ho mangiato i biscotti per quello, che ho ricercato il piacere carnale per quello, che mi sentivo sola e abbandonata per quello e che avrei voluto qualcuno da stringere fino a conficcargli e strisciargli le unghie nella carne per quello, che è tutto per quello solo per quello. Lo sapevo perché sono consapevole, ma a che cazzo serve la consapevolezza quando comunque sono rabbiosa, incontentabile, persa e confusa tanto da volermi strappare i capelli dalla testa? Questa cazzo di consapevolezza e conoscenza così tanto elogiata perché vivere come se fossi un NPC pare un abominio che invece abominio non è: fai sesso senza domandarti il perché, ti abbuffi di cibo senza domandarti il perché, ti spari le pose erotiche e le lanci nel web senza sapere il perché. Non è meraviglioso, lineare, da animali quali siamo?
Invece no, io devo impazzire, capire che ho bisogno di dopamina come fosse droga e non sapere come cazzo fare per smettere di avere quella smania di non sapere cosa cazzo volere ma comunque sapere la causa del malessere.
E perché mi devo sentire così: indifesa, incompresa, bisognosa, smaniosa? Per uno squilibrio ormonale del cazzo. Perché sicuramente anche gli uomini si possono sentire smaniosi, bisognosi, arrapati insieme ma non ogni mese, tutti i cazzi di mesi per ANNI. E non è piacevole perché in queste situazioni saprei solo avvinghiarmi a qualcuno pur di smettere di sentirmi bisognosa per poi buttarlo come uno zerbino il giorno dopo, perché ritornata in me. Poi uno dice che le femmine sono stronze puttane: dice bene, perché io ho solo la fortuna di non avere nessuno a cui appendermi in questi momenti di estrema debolezza.
Anche se, devo ammettere che ho ricontattato L solo per questa ragione. Sabato usciamo, anche se so che non ne caverò un ragno dal buco (né so se e che ragno ci vorrei cavare). Perché è intelligente, l'ultima volta che uscimmo mi sorprese, anche se poi cominciò pure lui a farmi domande sulla mia (inesistente) vita sessuale e quindi forse è intelligente però è pure maschio e faccio bene a non sentirmi in colpa se lo sessualizzo e/o non lo penso completamente disinteressato. Ma vabbè.
Tutto questo flusso di coscienza mentre camminavo e camminavo senza fermarmi mai. Poi sono andata dai nonni. Sembrava essere andato tutto ok, finché nonna in disparte non mi ha rifatto tutto il solito discorso su mia madre. E io le volevo dì: nonna tu ci soffri, io sto a fa lo stesso con lei, non ti preoccupare, perché lei è diventata la replica vostra non ha imparato un cazzo da quello per cui si lamenta. Anzi, fa la vittima tale e quale a te, pure peggio perché è più colpevole.
Ha raccontato un sacco di cose dei tempi andati e diceva che era tutto più bello, tutto più disinteressato, più umano. Una descrizione che calzava a pennello con la trama de L'amica Geniale con la differenza che lì niente è umano e disinteressato. I campani sono persone false come la merda altro che "cuore napoletano". Ci sciacquiamo la bocca di valori come la famiglia ma i familiari servono solo per fottere ed essere fottuti meglio e in maniera inaspettata. Facciamo gli amiconi finchè abbiamo un ritorno; quando non servi più, ma chi t sap chiù, addio e buona vita. Una razza bastarda che conferma la mia idea sui romanzi scritti da campani: non ne puoi uscire senza traumi.
Sono tornata a casa. Ho partecipato alla videocall con Andrea Colamedici sulle AI. È stato interessante e stimolante. Atterrita da quanto le AI siano avanti e io non lo sapessi (anche se era prevedibile).
Mi pare di essermi finalmente calmata. Speriamo domani sia un giorno più semplice.
#e che sto ciclo del cazzo arrivi il prima possibile#pensieri notturni#flusso di coscienza#flusso di pensieri
10 notes
·
View notes
Text
TOKYO MEW MEW REWATCH - EPISODE 19
Purin che va al mare è una cosa bellissima. Pensate a che vita fa quella povera bambina, che occasioni ha di divertirsi così?
A parte la rara visione di una Mew Mew che non sia Ichigo con tratti animali in mostra anche in forma 'civile', molto carina e istruttiva la parte con le informazioni sui loro animali, vonsiderati i bambini che guardano.
Questa cosa di Ichigo che si incazza perché le danno della vecchia a tredici anni ... di solito a quell'età si è contenti se si viene presi per grandi, sbaglio?😅
Retasu che per togliere la paura dell'acqua alla bambina quasi annega, un tentativo geniale.
Comunque bella la scritta 'PIPO' acaratteri cubitali che gli adattatori italiani non hanno neanche pensato a censurare (a farlo sono stati gli americani, che non ne avevano nessun motivo). Magari all'epoca lo slang era diverso?
'Ma Retasu è una Mew Mew'
Comunque questa cosa delle identità segrete che devono rimanere tali solo quando è conveniente per la trama è snervante: passiamo da episodi in cui la Mew di turno si fa millemila ansie per la possibilità di essere scoperta a scene in cui tutte si trasformano incuranti di chiunque possa guardarle. Coerenza regà!
In effetti Taruto fa bene ad essere orgoglioso, ha creato dei chimeri davvero rognosi da gestire per le nostre eroine.
Comunque frame prezioso per Pai che nasconde vezzosamente la bocca dietro il ventaglio come si conviene a una brava signorina vittoriana.
Come fanno questi a respirare e parlare sott'acqua?! Il problema è che stavano affogando! Sarà per la Mew Acqua...?
Comunqie era meglio se non parlavano, non so chi sia la doppiatrice di 'sta bambina ma le ha dato una voce odiosa, sembrano unghie su una lavagna e non cambia mai di tono qualunque cosa succeda.
Episodio abbastanza noioso, peccato sia quello in cui presentano la Mew Acqua.
3 notes
·
View notes
Text
Carol Rama
https://www.unadonnalgiorno.it/carol-rama/
La rabbia è la mia condizione di vita da sempre. Sono l’ira e la violenza a spingermi a dipingere.
Carol Rama, artista visionaria, tormentata e trasgressiva, che ha conquistato il plauso della critica mondiale grazie al suo inedito punto di vista. Una donna che ha cambiato il modo di fare arte.
Le sue opere sono protagoniste nelle mostre di arte contemporanea in molti paesi del mondo.
Nata a Torino il 17 aprile 1918 col nome di Olga Carolina Rama, ha avuto un’infanzia difficile dovuta alla prematura e tragica scomparsa del padre e della conseguente malattia psichiatrica che aveva colpito sua madre.Si è avvicinata all’arte da autodidatta, negli anni Trenta, rievocando il suo tormentato vissuto in acquerelli che raffigurano donne nude, amputate, in sedia a rotelle, cariche di un erotismo spinto e perverso. Soggetti accompagnati da animali, protesi e parti anatomiche del corpo come falli, piedi e lingue, rappresentazioni scabrose e inaccettabili per i suoi tempi. La sua prima personale del 1945, infatti, venne bloccata e le opere sequestrate.
Si è poi rivolta all’astrattismo e ha fatto parte del MAC – Movimento Arte Concreta. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1948 e del 1950.
Le sue opere più conosciute, che l’amico Edoardo Sanguineti aveva definito Bricolage sono progetti polimaterici in cui macchie informali si combinano a denti, unghie e occhi di vetro. Utilizzando camere d’aria di bicicletta ha realizzato tele in apparenza astratte in cui compaiono riferimenti all’anatomia umana e alla sessualità (pelle, carne, budella, falli).
La sua sensibilità provocatoria ha vantato estimatori come Italo Calvino, Andy Warhol, Orson Welles e Man Ray.
Un’importante evoluzione della sua carriera è avvenuta grazie all’incontro con la critica e curatrice Lea Vergine, nel 1980, che l’ha invitata a esporre i suoi lavori nella mostra itinerante sulle più grandi artiste del Novecento, intitolata L’altra metà dell’avanguardia.
Nel 1985, sempre con la cura di Lea Vergine, ha allestito la sua prima antologica nel sagrato del Duomo di Milano.
Oltre a figure e personaggi ispirati alla sua storia personale, che raccontano anche di desideri e fantasie inespresse, tra gli anni Ottanta e Novanta il suo immaginario si è popolato di nuovi soggetti, come la Mucca Pazza, dipinti o disegnati sopra mappe catastali e disegni tecnici prescritti.
Nel 1993 ha avuto una sala personale alla Biennale di Venezia.
La sua prima personale negli Stati Uniti è stata a New York, nel 1997. Ha poi esposto nel Regno Unito, Germania, Austria, Australia, Paesi Bassi e in numerosi luoghi cardine dell’arte contemporanea del nostro paese e non solo.
Nel 2003 la Biennale di Venezia le ha conferito il Leone d’oro alla carriera.
Il 14 gennaio 2010 ha ricevuto il Premio del Presidente della Repubblica da Giorgio Napolitano, su segnalazione degli Accademici Nazionali di San Luca.
Ha lasciato la terra il 24 settembre 2015 a Torino. La sua casa studio è diventata un museo.
Carol Rama ha imposto nuovi punti di vista alla contemporaneità. Attratta da ciò che normalmente disgusta l’opinione pubblica, il suo stile trasgressivo è stato conseguenza delle sue esperienze profonde e traumatiche che ne hanno segnato l’estetica e la poetica.
Nelle sue opere ha ricercato l’inusuale e giocato con materiali poco convenzionali dando loro nuova forma e significato. Ha usato l’assemblage in maniera nuova e con esiti mai visti, in un periodo storico in cui provocazione faceva rima con volgarità e in un contesto sociale in cui una donna non poteva permettersi di essere poco elegante.
È stata trasgressiva, libera e dissacrante, ho osato come nessuna prima, cambiando inesorabilmente il corso dell’arte contemporanea.
2 notes
·
View notes
Text
Mi chiedo quanto sia necessario nella vita di un uomo o di una donna sentirsi innamorati. É un qualcosa che viene scritto nel DNA dalla nascita e a cui si va ineluttabilmente incontro? O è un orpello sentimentale, molto idealizzato, infilato nella testa e di cui farne a meno? Roba da femmine insomma, come direbbe qualcuno? roba per cui si versano lacrime, e ci si mangia nervosamente le unghie? O non sarebbe più pratico guardarsi, capire se ci si piace, semmai farsi un’annusatina, come fanno gli animali, e, senza troppe complicazioni, arrivare al dunque con più o meno intensità? Un sesso, insomma, senza amore per sfogare le proprie pulsioni e scaricare un po’ di sane tossine?
Ecco, mi domando perché davanti a tutto questo, roba che tanti uomini e donne caldeggiano e si auspicano, io non sono fatto così? Perché mi manca quel lato bestiale (si c’è ma nascosto e che vien fuori solo se sono coinvolto)? Perché mi devo sentire intrippato ogni volta? Stare sulle montagne russe emotive? Anelare abbracci, respiri, baci? Che cavolo non funziona? Ma che ne devo fare di queste cose, che, poi, se non ce le ho, vado fuori di testa perché mi mancano come l’aria, e, se ce l’ho, alla fine mando tutto a puttane perché incapace di gestirle?
Ma sono solo io così?
Sul serio lo vorrei sapere, o faccio parte di una schiera più ampia di poveri disgraziati, tutto sommato normali, immersi in un mondo di pseudo fantaRoccoSIFFREDI/Alain Delon o di immaginarie ValentinaNAPPI/Sofia Loren? Siamo noi gli anormali o il branco che ci circonda? E perché tutto questo sbattimento tra esaltazioni e delusioni? Ma non sarebbe meglio una vita da gregario con qualche piccolo guizzo di vita spericolata? Si camperebbe assai meglio. Io camperei meglio
1 note
·
View note
Text
Panorama
Scopri soluzioni per cruciverba, ricette deliziose (sia dolci che salate) e suggerimenti per prendersi cura di animali domestici come Golden Retriever, Bulldog inglesi e Barboncini. Rimani informato sul benessere, consigli di bellezza per labbra e unghie e ricevi gli ultimi consigli su giardinaggio e coltivazione di piante.
soluzioni cruciverba
1 note
·
View note
Text
🐢 Turtles have a multifunctional dermal shell covered in keratin, the same substance that makes up our hair and nails.
🐢 Turtles belong to the Testudines order and are very widespread reptiles almost everywhere, even in Italy.
Their shell is an extraordinary biological structure and represents an incredible bioengineering project that has enabled the success of these animals in terrestrial, freshwater and marine ecosystems.
🐢The turtle shell consists of the dome-shaped dorsal carapace and the ventral plastron, connected by lateral "bridges".
The carapace and plastron are made up of ossified dermal tissue covered by 38 keratinized epidermal plates, called scutes, arranged in a mosaic.
The scutes are innervated and bleed if damaged, and are sensitive to touch.
🐢The turtle shell is multifunctional, that is, it is used for:
shelter, camouflage, impermeability, buoyancy, thermoregulation, reserve of fat, minerals and water, and, above all, mechanical protection.
📚 Elaboration of the compendium on a text of the
Dr. Pirrone
🐢Le tartarughe possiedono un guscio dermico multifunzionale ricoperto di cheratina, la stessa sostanza che costituisce i nostri capelli e unghie.
🐢Le tartarughe appartengono all'ordine Testudines e sono rettili molto diffusi un po’ ovunque, anche in Italia. Il loro guscio è una struttura biologica straordinaria e rappresenta un incredibile progetto di bioingegneria che ha permesso il successo di questi animali negli ecosistemi terrestri, d'acqua dolce e marini.
🐢Il guscio delle tartarughe è costituito dal carapace dorsale a forma di cupola e dal piastrone ventrale, collegati da “ponti” laterali.
Il carapace e il piastrone sono formati da tessuto dermico ossificato ricoperto da 38 placche epidermiche cheratinizzate, chiamate scuti, disposte a mosaico. Gli scuti sono innervati e sanguinano se danneggiati, e sono sensibili al tatto.
🐢Il guscio delle tartarughe è polifunzionale, cioè serve per:
il riparo, il mimetismo, l’impermeabilità, la galleggiabilità, la termoregolazione, la riserva di grasso, minerali e acqua, e, soprattutto, la protezione meccanica.
📚 Elaborazione del compendio su un testo della
Dott.ssa Pirrone
0 notes
Text
Trovata una nuova famiglia per Giada, cane salvato la scorsa estate dai Carabinieri Forestali del Nucleo Cites di Bologna
Trovata una nuova famiglia per Giada, cane salvato la scorsa estate dai Carabinieri Forestali del Nucleo Cites di Bologna. Lieto fine per “Giada”, cane di razza Springer Spaniel, che in questi giorni è stata affidata ad una famiglia che se ne prenderà cura. Giada era stata sequestrata dal Nucleo Cites del Gruppo Carabinieri Forestale di Bologna il 22 agosto 2023 poiché detenuta stabilmente all’interno di un’auto in disuso parcheggiata sotto il sole (con temperature esterne elevatissime, data la stagione, nelle ore più calde della giornata) all’interno di una gabbia in lamiera appena sufficiente per un trasporto di breve durata, con una ciotola di acqua sporca ed una lettiera intrisa di acqua e urina. Come constatato dai Veterinari AUSL di Bologna, intervenuti sul posto, il cane si presentava “con parassitosi da pulci, una leggera alopecia, pelo completamente bagnato con cute leggermente arrossata nell’area posteriore e addominale e unghie lunghe negli arti anteriori”. Il permanere isolato, con scarse possibilità di movimento e ventilazione dell’abitacolo, esposto a temperature anche elevatissime durante le ore centrali della giornata, che aumentavano sensibilmente negli spazi chiusi poco aerati, aveva esposto l’animale a gravi sofferenze, fino al rischio di morte per colpo di calore. Per questo motivo era stato necessario il sequestro immediato e preventivo dell’animale per affidarlo temporaneamente al canile intercomunale di zona gestito dalla Società Cooperativa onlus “Lo Scoiattolo” che ha poi avuto un ruolo fondamentale nel migliorare lo stato emotivo e psicofisico di Giada anche attraverso un percorso educativo volto al suo affidamento. Una persona è stata deferita all’Autorità Giudiziaria. La fattispecie di reato ipotizzata è il 727 c.2 c.p. (“detezione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi conseguenze”) punita con l’arresto fino ad un anno.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
La storia di Seltar - Capitolo 1 (seconda parte)
Il fuoco scoppiettava nel camino, mentre Seltar si accingeva a preparare un po' di selvaggina cacciata durante le prime ore dell'alba.
Nonostante avesse dormito per svariate ore, si sentiva stanco e appesantito, il suo sonno era pesante ma al tempo stesso vigile.
La notte era troppo pericolosa per potersi riposare, le creature che popolavano quelle foreste, cacciando di notte, venivano chiamate Erranti.
Erano creature un tempo umane dall'aspetto grottesco, il loro corpo era magro e pallido con una totale assenza di peli, mentre le loro unghie erano lunghe e affilate, nere come la pece. I loro denti non sembravano più umani, come fossero una lunga fila di canini, progettati solo ed unicamente per divorare le carni. Camminavano sfruttando la punta dei piedi e le nocche e il più delle volte sapevano essere più silenziosi dell'aria che ti entrava nei polmoni.
Vivevano per lo più nelle grotte e in branco erano in grado di abbattere anche una delle creature più forti della foresta, l'Arctosimus, un orso che poteva raggiungere i 3,5 metri di altezza e con una mascella in grado di frantumare le ossa.
In molte aree del continente si riteneva che fosse esistito, ma in quell'area c'era come una barriera che impediva agli agenti patogeni esterni di interferire con l'ecosistema, mantenendo quel posto ad uno stadio quasi primordiale.
Gli erranti cacciavano prevalentemente di notte ed erano organizzati in branco. Avevano perso l'uso della parola, ciò li costringeva a comunicare tramite dei suoni gutturali che sembravano come unghie sul vetro. Nella loro specie c'erano delle varianti, come delle mutazioni. Alcuni erranti erano più magri e slanciati ed erano in grado di arrampicarsi sugli alberi a mani nude, venivano chiamati Esploratori ed erano quella parte del branco che veniva impiegata per mantenere il controllo dell'area di caccia e per accertarsi dell'eventuale presenza di carne umana, di cui erano ossessionati.
Seltar mise la carne ad abbrustolire sul fuoco, sfruttando una griglia creata intrecciando vecchie spade ormai spuntate e logorate dalle dure battaglie che lo avevano portato fin sulla cima di quel monte.
Mentre la carne si preparava, Seltar udì un suono provenire dall'esterno, un suono leggero, come di un ramoscello spezzato dal peso di un animale. Era da molto che Seltar abitava in quel luogo e ormai aveva allenato il suo udito a percepire ogni minimo suono e a restare sempre all'erta.
Con un movimento rapido ma deciso afferrò l'accetta appesa per un cordino al porta utensili accanto al camino e si accucciò ai piedi di un giaciglio che aveva creato di fronte al camino.
C'erano una pila di coperte ricavate dalla pelliccia degli animali che lo nascondevano, mise la schiena contro il suo zaino, uno zaino pesante, reso più pesante dell'imbottitura di metallo che gli aveva applicato e che gli serviva per tenere costantemente sotto allenamento il suo fisico.
Fu allora che sentì delle unghie grattare contro la porta...
Iridium94
#storia#compagnia#frasi mie#scritto da me#scritto mio#scrittura#frasi libro#frasi tumblr#frasi libri#scritto sul muro#scrittore#citazioni#scritture brevi#mine#cuore a pezzi#ferite#tagli#dolore#ricordi#pensieri#parole#emozioni#sentimenti#sfogo#racconto
1 note
·
View note
Text
Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo. Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa' che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi.
Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.
Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l'unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa' che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore.
Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamante le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici.
Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno, un pò per amor Tuo, e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.
Antonio De Curtis, preghiera ad un Clown
1 note
·
View note
Text
TUTTO QUELLO CHE MI VIENE IN MENTE SU DI ME: P4
Preferisco le città storiche alle città futuristiche. Le trovo vuote senza identità.
Amo le airforce
Amo il profumo armani stronger with you nella versione intensely. Ritengo sia il profumo da uomo migliore sul commercio al momento. Mi fa impazzire.
Odio le persone che strappano l’erba o i fiori nei momenti di noia o per divertimento, per farci le coroncine o delle foto.
Odio il palio, il circo e tutte le manifestazioni in cui gli animali rischiano di farsi male, di spaventarsi, di entrare in stati d’ansia, stress o peggio ancora.
Amo parlare al telefono (a voce). Non mi piace per niente parlare per messaggio anche se spesso e volentieri mi torna più facile.
Amo i lunapark e parchi divertimento. Sogno da sempre di visitare Disneyland e spero tanto di farlo un giorno
Non credo per niente in me stessa e tante volte ho provato a farmi del male o ho sperato che mi succedesse qualcosa di brutto.
Amo le maschere per il viso
Amo lo spazzolino elettrico o forse la verità è che faccio fatica con quello manuale e mi distruggo le gengive
Amo la focaccia genovese al formaggio. Supera di gran lunga la pizza.
Non amo la pizza ma mi piace molto l’impasto al carbone vegetale.
Amo la doccia non amo affatto la vasca.
Amo le pinze per capelli
Dovrei indossare gli occhiali da vista ma mi fanno venire mal di testa. Stessa cosa succede anche con gli occhiali da sole, dopo pochissimo mi fanno male gli occhi e la testa.
Amo scrivere al computer e amo scrivere in generale i miei pensieri
Odio la ceretta
Non amo i peli ne sulla donna e ne sull’uomo
Amo la neve e la natura
Amo camminare stringendo il mignolo del mio fidanzato
Amo dondolare quando qualcuno mi abbraccio da dietro
Non so scendere dall’altalena in movimento
Quando sono molto stressata o ansiosa ho il vizio di ciucciarmi il pollice
Amo la semipermanente
Amo le unghie a mandorla, non mi piacciono per niente quelle a stiletto
Da tutta la vita faccio le unghie delle dita dei piedi rigorosamente rosse fuoco
Le unghie delle mani mi piacciono corte, che escono leggermente dal dito e di colore nude o chiaro. Mai matte sempre super lucide.
Odio l’odore del fumo e non mi piace sentire le persone puzzare di fumo o alcol
Amo la luna
Amo la musica nelle cuffiette
Amo svegliarmi e vedere come prima cosa la persona che ami
Odio come �� organizzata l'istruzione italiana
Non mi piacciono pandoro, panettone e colomba
Amo i miei capelli dopo una giornata al mare e il colorito rosso per il sole
Amo follemente maglie e felpe oversize
Amo la mia collezione di tazze, souvenir dei viaggi
La mia scatola dei ricordi
Le foto buffe e spontanee
Faccio fatica a dire di no alle persone
Quando qualcuno dice qualcosa di brutto su di me o fa una battuta che mi ferisce faccio finta di non averla sentita
Penso non sia giusto mangiare o indossare essere viventi morti, vorrei riuscire a eliminare i derivati animali dalla mia dieta
Amo i rossetti
Gli unici prodotti make-up che terrei se dovessi scegliere sono il piegaciglia e il lip oil
Amo il pianoforte e il violino
Amo le arance rosse, le mele golden, le banane e i frutti di bosco
Amo i profumi al cocco, vaniglia, fava tonka, fiori di ciliegio. Il mio profumo preferito per la casa è il tropicale o relaxing zen
Amo la apple e la dyson
Team estathé alla pesca da sempre.
Team acqua naturale da sempre. Preciso che non è una preferenza, ma l'acqua frizzante è proprio cattiva, non riesco a berla.
Ho una malata ossessione per le frisks
Ho una mutazione genetica, ma non è grave, non è così rara. Faccio parte del 2-5% in Europa.
Quando ero piccolina sognavo di fare la ballerina di danza (tra le altre cose, ne avevo una ogni giorno) e avevo sviluppato questo vizio buffissimo di fare di continuo spaccate e ruote ovunque, nei centri commerciali, per strada, alimentari, letteralmente ovunque. Ogni tanto mia madre vedeva partire qualche piede, qualche scarpa oppure mi vedeva sparire e abbassando la testa mi trovava sorridente e soddisfatta a terra a fare la spaccata.
Mi è capitato moltissime volte di mandare messaggi a persone sbagliate. Una volta addirittura mandai una foto sul gruppo di classe che era in realtà per il mio fidanzato... era una foto giocosa e una volta accorta dell'enorme errore mi sono sentita malissimo. Spero non l'abbia mai vista nessuno.
Non amo il gossip, lo trovo irrispettoso e maleducato
Un giorno mi piacerebbe lasciare l'Italia
Nonostante i miei 22 anni quando vado a fare la spesa mi appoggio sul manico del carrello e mi do la spinta proprio come i bimbi
Preferirei conoscere la data della mia morte piuttosto della causa.
Amo parlare
Mi sento quasi sempre un pesce fuor d'acqua
Il mio profumo preferito per ambienti è il tropicale o il relaxing zen.
Amo i pan di stelle
Amo fare i test della personalità o in generale rispondere a delle domande o curiosità su di me
Amo le lenticchie, piselli, fagiolini e spinaci.
Amo l'insalata che fa la mamma del mio ragazzo.
Odio l'olio e il sale, li evito in qualsiasi maniera. Non metto il sale nella pasta (e se vuoi saperlo non è cattiva, anche perché compensa il sugo. Bianca non mi piace) e nell'insalata metto l'aceto bianco.
Tra pizza e hamburger preferisco l'hamburger.
Amo i panini dell'antico vinaio
Salvo un sacco di articoli e compro un sacco di libri che poi non trovo il tempo di leggere.
Sono e non sono brava a dire bugie. Con qualcuno sono molto brava con altri, tipo il mio ragazzo non sono capace. Mi scopre subito
Quando ero piccola raccontavo una marea di balle perché ero molto insicura
Amo le maratone di film
Quando inizio un film ho bisogno di finirlo, odio doverlo bloccare e riprendere perché inevitabilmente mi perdo e dimentico dei pezzi.
Vorrei fare la maratona di Milano
So dire un paio di frasi in cinese ma non mi ricordo mai i caratteri
Mi danno fastidio le persone che passano le serate o giornate a parlare degli affari degli altri
Non so stare con persone o ambienti in cui non mi sento a mio agio. Per meglio dire, non mi costringo a starci. Non mi obbligo ad adeguarmi, se una persona mi diverte e fa stare bene ci passo del tempo altrimenti no.
Amo fare i regali manuale alle persone che amo
Non so mai cosa rispondere quando le persone mi dicono "ti voglio bene" e rispondo sempre "anche io". Io certo non voglio il loro male, voglio assolutamente il loro bene, anzi il meglio per loro ma do molto peso su questa espressione anche se forse non dovrei e non esce facilmente dalla mia bocca.
Sono quel tipo di persone che non fa le cose per un tornaconto ma perché è felice di aiutare e fare del bene però ci rimango male quando sono io ad avere bisogno e dall'altra parte vedo disinteresse.
Spero di passare tutta la mia vita con il mio ragazzo e la mia migliore amica.
La mia migliore amica è la migliore che ci sia. La persona più buona, gentile, disponibile, attenta e bella della terra.
Quando mi vengono le mestruazioni non me ne accorgo, non sento dolori o fastidi, ho solo più fame e meno pazienza del solito.
Mi piace dormire con tutte le luci spente anche la minima lucina mi da fastidio.
Tengo la luminosità del telefono sempre al limite o quasi.
Ho la brutta abitudine di tenere sempre il silenzioso.
Quando ero piccola ero tremendamente gelosa della bellezza della altre ragazze e dei successi di chiunque, per sentirmi meglio andavo a scavare per cercare in loro difetti o aspetti negativi, scusate.
0 notes
Text
HOTO 35 in 1 Kit
Il kit arriva in una comoda custodia per il trasporto e per riporre utensile e d accessori quando non utilizzati. Al suo interno oltre utensile a batteria, la base di ricarica con cavo USBC, accessorio per protezione e per taglio unghie animali e in un ulteriore custodia in plastica dotata di quattro cassetti al loro interno tutti gli accessori suddivisi per utilizzo. Accessori : Intaglio e…
View On WordPress
#diy#3d priter gadget#avvitatore portatile#best eletric multitool#best rotary tool kit#bricolage#bricolage multitool#diy tools#edc torch#eletric multitool hoto#eletric multitool wood#eletric wood multitool#fai da te#grinding tool#hobby tool#hoto#hoto 35 in 1#hoto 35 in 1 rotary tool#hoto avvitatore#hoto eletric mutitool#hoto kickstarter#hoto multitool 35#hoto recensione#hoto rotary tool#hoto rotary tool kit#hoto screwdriver#hoto tool unboxing#hoto tools#leather tool#Multitool
0 notes
Text
ISLAM 101: Il Tuo Pellegrinaggio: Parte 4
La Festa del Sacrificio (‘Id al Adha)
È la seconda festa islamica che cade nel decimo giorno del mese di Dhul-Hijjah (il dodicesimo mese del calendario lunare islamico). In questo giorno sono contenute numerose virtù. Tra queste:
1) È uno dei giorni migliori di tutto l’anno. I giorni migliori dell’anno sono i primi dieci del mese di Dhul-Hijjah, come ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Non ci sono giorni migliori in cui le buone azioni sono amate da Allah come questi dieci giorni”. Chiesero: “Nemmeno il combattimento sulla via di Allah (jihad)?”. Rispose: “Nemmeno il combattimento sulla via di Allah, a eccezione di chi offre i suoi beni e la sua vita per la lotta sulla via di Allah e non fa ritorno con nulla di quanto aveva offerto” (Bukhari 926, Tirmidhi 757). 2) È il giorno più importante del pellegrinaggio. In questo giorno vengono eseguiti i riti maggiori e più importanti, come la circumambulazione attorno alla Ka’bah, il sacrificio dell’animale, il lancio delle pietre contro il pilastro più grande a Mina, conosciuto come Jamrat-ul-‛Aqabah.
Cosa si fa nel giorno della festa del Sacrificio (‘Id al Adha)?
Nel giorno della festa del Sacrificio, quanti non stanno compiendo il pellegrinaggio, sono tenuti alle stesse azioni del giorno della festa della rottura del digiuno (‘Id al Fitr), ad eccezione del versamento della zakatul Fitr, elemosina dovuta in modo esclusivo in occasione di ‘Id al Fitr.
La caratteristica di ‘Id al Adha è l’offerta del sacrificio per avvicinarsi ad Allah.
Il sacrificio (udhiah) è l’animale (tra camelidi, bovini o ovini) che viene macellato ritualmente, allo scopo di cercare di avvicinarsi ad Allah, nel giorno di ‘Id al Adha, tra la fine della preghiera della festa fino al tramonto del tredicesimo giorno del mese di Dhul-Hijjah. Ha detto l’Altissimo: “Esegui l’orazione per il tuo Signore e sacrifica!” (Corano 108, 2). Qui “l’orazione” sta ad indicare la preghiera del ‘Id ed il sacrificio (udhiah).
Il sacrificio rappresenta una sunnah del Profeta cui è molto raccomandato attenersi (sunnah mu’akkadah). Il Musulmano esegue il sacrificio per se stesso e per i familiari a suo carico.
Se durante il pellegrinaggio intende offrire il sacrificio non può tagliare né accorciare i suoi capelli, unghie o peli del corpo dal primo giorno di Dhul-Hijjah fino a quando esegue il sacrificio.
Condizioni relative all’animale da offrire in sacrificio:
1) Non deve essere nessun animale o uccello al di fuori dei bovini, ovini o camelidi. Una pecora o una capra è sufficiente come sacrificio per un uomo e la sua famiglia, mentre possono partecipare sette famiglie all’acquisto e sacrificio di una mucca o di un cammello. 2) L’animale da sacrificare deve avere l’età adeguata. La pecora deve avere almeno sei mesi, la pecora un anno, la mucca due anni ed il cammello cinque anni. 3) L’animale da sacrificare deve essere esente da difetti manifesti. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Quattro animali non sono adatti per il sacrificio: l’animale cieco o con un solo occhio sano, quello ammalato, quello zoppo, quello troppo magro” (Nasa’i 4371, Tirmidhi 1497).
Cosa si fa dell’animale sacrificato?
Nessuna parte dell’animale sacrificato può essere venduta
È raccomandato dividere la sua carne in tre parti: una parte per mangiarla, una parte per donarla ed una parte da dare ai poveri e ai bisognosi.
È permesso incaricare qualcun altro di eseguire il sacrificio per conto proprio; è altresì possibile versare del denaro ad una associazione umanitaria di fiducia affinché tale associazione compia il sacrificio e poi distribuisca la carne ai bisognosi.
La visita alla città del Profeta
Madinah è la città verso la quale emigrò il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) quando lasciò Mecca a causa delle vessazioni subite da parte dei politeisti.
La prima cosa che fece il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) al suo arrivo a Madinah fu la costruzione della sua nobile moschea (Moschea di Quba) che divenne il fulcro dell’invito all’Islam e della diffusione del bene tra la gente.
È fortemente raccomandata la visita alla moschea del Profeta tanto nel periodo del pellegrinaggio quanto in qualsiasi altro momento.
Questa visita non fa parte dei riti del pellegrinaggio, dunque non è legata ad un tempo specifico.
Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Ci sono solo tre moschee per le quali ci si mette in viaggio: la sacra moschea (a La Mecca), questa mia moschea (a Madinah) e la moschea al Aqsa (a Gerusalemme)” (Bukhari 1139, Muslim 1397, Abu Dawud 2033).
E ha detto anche: “La preghiera in questa mia moschea è ricompensata mille volte più di quella compiuta altrove, eccetto che nella moschea sacra (a La Mecca)” (Bukhari 1133, Muslim 1394).
Come si compie la visita a Madinah?
Recandosi in visita presso Madinah, un Musulmano esprime l’intenzione di visitare la moschea del Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui) ed eseguire qui la preghiera. Tra gli altri luoghi inclusi nella visita:
1) Il nobile giardino (Ar-Rawdah), dove è assai meritorio eseguire la preghiera: è un’area oggi all’interno della moschea del Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui), posta tra la sua abitazione ed il suo pulpito. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Tra la mia abitazione ed il mio pulpito c’è un giardino tra i giardini del Paradiso” (Bukhari 1137, Muslim 1390). 2) La tomba del Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui), all’interno della sua moschea, dove gli si rivolge il saluto stando di fronte al luogo della sepoltura e dando le spalle alla qiblah. A voce bassa e con rispetto si dice: Assalamu ‘alayka ya rasulallahi wa rahmatullahi wa barakatuh; ash-hadu annaka qa ballaghta ar-risalah, wa addaital-amanah, wa nashtal-ummah, wa jahatta fillahi haqqa jihadihi. Fa jazakallahu ‘an ummatika afdala ma jaza nabiyyan ‘an ummatih (“Pace su di te o Messaggero di Allah. Testimonio che hai trasmesso il Messaggio, hai svolto l’incarico ed esortato la comunità dei credenti; ti sei sforzato sulla via di Allah: Allah ti ricompensi per conto della tua comunità più di quanto un profeta abbia mai ottenuto per conto della sua comunità”).
A tal proposito ha detto il Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Nessuno mi rivolge il saluto senza che Allah mi renda lo spirito per poter rispondere al suo saluto” (Abu Dawud 2041).
Poi ci si volge un po’ verso destra per dare il saluto ad Abu Bakr (Allah sia soddisfatto di lui), successore del Profeta e suo migliore Compagno.
Ancora un po’ a destra e si saluta ‘Umar (Allah sia soddisfatto di lui), il secondo successore del Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui), dopo Abu Bakr As-Siddiiq (Allah sia soddisfatto di lui).
Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) pur essendo il migliore degli uomini, non ha in sé il potere di concedere il bene o allontanare il male: non è quindi lecito rivolgergli suppliche o invocarlo. Le invocazioni ed ogni altro tipo di devozione sono esclusivamente da rivolgere ad Allah, l’Unico e senza uguali.
3) Visita alla moschea di Quba’. È raccomandato per chi si trova a Madinah, di recarsi in visita presso questa moschea: la prima moschea che venne costruita al tempo del Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui), prima ancora della sua stessa moschea. Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) era solito visitarla; disse: “Chi esegue le abluzioni a casa sua, poi si reca presso la moschea di Quba’ ed esegue qui una preghiera sarà ricompensato come se avesse compiuto un pellegrinaggio minore (‘umrah)” (Ibn Majah 1412).
#islam#musulmano#musulmana#corano#allah#dio#convertito#convertita#convertito islam#convertita islam#convertita musulmana#convertito musulmano#reminder#preghiera#salah#dua#pregare#muslimah#hijab#velo#hijabi#hijabista#mohammad#maometto#muhammad#benvenuto nell'islam#benvenuta nell'islam#convertito all'islam#convertita all'islam#come convertirsi all'islam
0 notes
Text
COMBATTERE LA CARENZA DI FERRO A TAVOLA
Stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni, sono tutte condizioni riconducibili a un basso livello di ferro nell’organismo. Oggi si stima che un terzo della popolazione mondiale, in particolar modo le donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni, sia colpito dalla carenza di ferro. Eppure è una condizione ancora ampiamente trascurata e sotto diagnosticata, in gran parte proprio per la difficoltà di riconoscerne i sintomi, che spesso appaiono slegati, non correlati fra loro. Le linee guida raccomandano un’assunzione del minerale fra i 10 e i 18 mg al giorno, valore che può quasi raddoppiare in determinate condizioni: sono consigliati 27 mg per le donne in gravidanza e 11 durante l’allattamento (LARN, 2014). In questo contesto una corretta alimentazione può fare molto.
Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, biologa e nutrizionista, spiega che «il ferro è presente nei prodotti alimentari in due forme, come ferro eme, che si trova nella carne e in alcuni pesci, e come ferro non eme, che si trova sia nei prodotti vegetali che in quelli animali. Differiscono nella loro forma chimica, ma soprattutto nei meccanismi di assorbimento. Il ferro eme è altamente biodisponibile (il 25-30% di questa forma viene assorbito), sebbene rappresenti una parte minore del ferro alimentare, mentre l’assorbimento del ferro non eme è inferiore e più variabile (1-10% di questa forma è assorbita). Quando nel pasto è presente ferro eme, quest’ultimo consentirà un maggiore assorbimento anche del ferro non eme. Anche gli alimenti ricchi di vitamina C, come pomodori, agrumi, possono favorire l’assorbimento del ferro non eme, ma mangiare carne rimane l’arma migliore per combattere quello che viene definito il “deficit marziale”». Inoltre, secondo un recente studio pubblicato su The Lancet Global Health, nel mondo la metà dei bambini in età prescolare e due donne su tre in età riproduttiva soffrono di “fame nascosta”, una forma di malnutrizione dovuta alla carenza di micronutrienti e vitamine, come ferro appunto, ma anche iodio, zinco, folato e vitamina A. «Tutti elementi — ricorda la dottoressa Bernardi — che sono forniti principalmente dagli alimenti di origine animale». Non a caso l’associazione Carni Sostenibili e European Livestock Voice, l’organizzazione che riunisce associa gli organismi europei delle filiere zootecniche, sottolineano l’importanza di un’assunzione bilanciata e sufficiente di proteine animali all’interno di una corretta alimentazione. «Alimentarsi in modo equilibrato, senza escludere alcun alimento, è fondamentale» conclude la Bernardi (fonte: EFA News – European Food Agency).
Fonte: Eurocarni 1/23
0 notes
Text
Cose che so di me: -ho gli occhiali perennemente rotti o storti
-Animali>>persone
-amo i film in cui non succede nulla perché mi piace vedere la realtà vista dalla prospettiva altrui
-ho le mani e le labbra sempre distrutte dal freddo e dallo stress
-odio quando le persone mi correggono in classe o in generale quando sbaglio qualcosa di scolastico(es stupido mi correggi in matematica)
-la fisica e la matematica, mi sento stupida se non le capisco
-amo fare rumorini fastidiosi con la bocca o con le unghie
-quando rido troppo batto i denti come se avessi freddo
0 notes
Text
L’alimentazione dei fiorentini nell'alto medioevo
I cibi erano molto rustici e semplici, l’alimentazione girava intorno ai pochi prodotti allora coltivati, o sui frutti spontanei provenienti dal bosco come le castagne. La carne più rara per i poveri, era costituita da selvaggina o da piccoli animali allevati. A tavola non vi era ancora il concetto del piatto singolo per ogni commensale, dunque questo andava diviso con altri. Spesso mancavano la tovaglia e le posate, si utilizzava però un coltello per tagliare le pietanze, le semplici mani e più avanti la lesina una sorta di spuntone, un rozzo prototipo di forchetta, che arriverà ancora più avanti, dotata dapprima di soli due rebbi.
Alcune portate erano servite in piatti fatti direttamente con una focaccia o pane raffermo, mangiati a fine pasto, oppure inseriti in un pentolone insieme agli altri scarti rimasti sul tavolo e lasciati cuocere con le braci rimaste accese tutta la notte. Questa zuppa (ndr: antenata della ribollita) diveniva il pasto principale per la servitù, dentro i più lesti, vi potevano trovare anche qualche pezzo di carne, merce piuttosto rara per questi disgraziati. Nei monasteri il pasto quotidiano era sicuramente di livello superiore, si mangiava in maniera ordinata ed equilibrata e la dieta era prevalentemente a base di pesce, legumi, verdure, frutta, formaggio e pane integrale. Ci si doveva in questi luoghi per motivi liturgici, astenere dal consumo della carne per lunghi periodi che arrivavano a durare fino a 160 giorni l’anno. La stessa alimentazione veniva anche elargita gratuitamente ai poveri e ai pellegrini.
I contadini e la povera gente si accontentavano invece di zuppe composte dalle poche verdure disponibili, o di qualche animale di piccola taglia e frutta selvatica. In Toscana come in Umbria si poteva inserire nell'alimentazione il maiale che spesso i contadini allevavano di nascosto per non farselo requisire dai padroni. Il maiale allora veniva lasciato crescere nascosto nel bosco nelle parti più impervie, dove difficilmente i signori si inoltravano. I maiali erano di piccola taglia, scuri e spesso incrociati con i cinghiali; erano gli antenati dell’attuale Cinta Senese, animale dalla ricercata e prelibata carne.
Quando d'inverno le giornate erano più corte e i signori non uscivano per fare le loro battute di caccia, i villici e i contadini, di nascosto ammazzavano il loro maiale. Questa diveniva allora una giornata di festa in cui mangiare a sazietà la carne, che difficilmente avrebbero altrimenti trovato disponibile durante l’anno. Un detto popolare suole dire: “Si levavano le grinze dalla pancia”. La carne che rimaneva veniva conservata in diversi modi: affumicata, sotto lo strutto, sotto il miele, o sotto sale, così da essere disponibile per tutto l'inverno quando ogni cibo scarseggiava. In Toscana ancora oggi si dice che del maiale non si butta nulla, infatti ogni parte di questo animale veniva utilizzata per l’alimentazione. Con il grasso si preparava il lardo e lo strutto, mentre con il sangue si preparavano i migliacci, i roventini, i buristi, le frittelle e alcuni insaccati. Quello che non si mangiava come le ossa e le unghie veniva utilizzato per altri scopi, come fare delle fibbie, dei bottoni e piccoli attrezzi. Le setole invece si usavano per preparare dei pennelli, mentre la pelle forniva il cuoio per le calzature o per i grembiuli da lavoro.
Essendo la carne un cibo difficile da reperire, spesso e volentieri veniva utilizzata solo nei giorni di festa, allora diveniva un cibo che doveva obbligatoriamente essere presente in tavola durante queste ricorrenze. La carne era il cibo che mangiavano i veri uomini, solo più tardi il pesce prenderà un posto più elevato nell'alimentazione che di solito nel medioevo invece, era riservato agli uomini di chiesa. Era ritenuto infatti cibo penitenziale, consumato solitamente il venerdì o nei giorni di Vigilia. Veniva ritenuto un cibo da mezzi uomini, quali erano considerati i religiosi, invece i veri uomini, i guerrieri, quelli che dovevano combattere, coraggiosi e brutali, dovevano avere nella loro alimentazione la carne come cibo di eccellenza. Nel 643 il re longobardo Rotari stabiliva che la selvaggina di grossa taglia dovesse essere riservata solo alla classe elevata composta da uomini liberi, gli unici per altro che potessero cacciare animali di grossa taglia. Gli uomini di origine umile o servile potevano invece alimentarsi di piccole prede come lepri, conigli e uccelli.
Dopo i Longobardi arrivarono i Franchi e anche la situazione alimentare cambiò. Carlo Magno che era un buongustaio, detestava le gozzoviglie e quindi vietava che si bevesse esageratamente alla sua tavola, ma anche che non si superassero le cinque portate ad ogni pasto, esigendo per altro un comportamento civile a tavola. In seguito introdusse l'abitudine di accompagnare le sue libagioni con delle letture, sia religiose che poetiche, spesso accompagnate da musici. Un vero e proprio contrasto con le rozze e incivili tendenze dei suoi predecessori. Il sovrano si impegnò anche a migliorare l'agricoltura e l'allevamento con nuove tecniche; elaborò disposizioni legislative sulle quali comparivano gli elenchi di prodotti di vario genere che non dovevano mancare come: carote, rape, cipolle, cavoli, lattughe, albicocche, mele susine e castagne per ciò che concerneva i vegetali, poi, polli, oche, fagiani pernici per le carni. Impose ai fornai di preparare per l’esercito un cibo particolare chiamato “bis cottumi”, fette di pane passate al forno due volte che così tostate erano più difficilmente deperibili, una sorta di gallette o cracker insomma. Il termine “biscotto” proviene proprio da questa preparazione e significa proprio “cotto due volte”.
Riccardo Massaro Read the full article
0 notes