#un meraviglioso declino
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Canzoni preferite dei Coladima?
incredibile questa domanda ha bisogno di un essay a sé stante, non posso sceglierne una (1) concedimi di andare disco per disco:
Cara Maestra Abbiamo Perso: Ho sparato a Vinicio Capossela
Sarebbe bello non lasciarsi ecc ecc: tutte tied tra Non siamo gli alberi e Ormai siamo troppo giovani
Un meraviglioso declino: Le Foglie Appese (ma nella Deluxe Edition tied con Fiori di Lana)
Non vengo più mamma: Piangi Maria (don't skip non vengo più mamma è Un Signore EP)
Un Paese Ci Vuole: Niente da Dichiarare
Egomostro: tutte Sottocoperta
Un mondo raro: Pensami
Infedele: tutte Ti attraverso
Compendio Infedele: Condividere
Afrodite: tutte La Luna e il Bingo
I Mortali: tutte seriamente non posso sceglNoia Mortale
I Mortali²: non sono immune al dualismo Amore Sociale / Decadenza e Panna
Menzione onoraria dei singoli: Ci diamo un bacio (Dimartino con la Rappresentante); Immaginario (MACE con Colapesce); La canzone dell'amore perduto (Colapesce); Penelope, Spara! (Carnesi con Dimartino)
e sono stato breve e coinciso
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Il doppio standard delle cosidette democrazie occidentali che tanto fieramente si oppongono ai regimi oligarchici, teocratici e “comunisti” d’oriente si prefigura plasticamente nella vita civica di queste stesse cosidette democrazie. In italia una legge elettorale dai profili incostituzionali per stessa ammissione della Corte produce storture elettive in cui non viene scelta alcuna maggioranza se non la stessa commistione di partiti, partitini e transfughi della marea da solstizio che compongono un’offerta elettorale arappresentativa; ed in cui il vero partito a vincere è quello dell’astensione elettorale; roba che Bobbio e Brencht stan ancora rivoltandosi nella tomba. Come una linea tracciata pedissequamente dai suoi stessi carnefici, il doppio standard occidentale prosegue poi, sempre nel paesucolo italico dalla rinomata storia, con lo stesso Capo dello Stato, in-eletto ma inquilino del Quirinale per virtù di incompetenza parlamentare altrui, che esprime e promuove una netta posizione bellicista in favore di una parte di un conflitto che ha generato centinaia di migliaia di morti e in aperto conflitto con l’articolo 11 della Costituzione -nonché in conflitto col dovere di onorare la natura stessa della carta fondante del vivere civico di una nazione intera.
“Se l’Ucraina cadesse, assisteremmo ad una deriva di aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo condurrebbe ad un conflitto generale devastante” Sergio Mattarella.
Dal Presidente si discende poi nei gironi di altre cariche dello stato e poi ancora nei suoi parlamentari di cosiddetta democrazia indiretta, il cui eloquio esprime poi solidarietà verbale ad un regime come quello nazi-sionista israeliano che da anni trucida il popolo palestinese in aperta violazione di numerosi trattati di pace e sui diritti umani -proprio all’indomani di un feroce attacco del suddetto regime.
“Stamattina Israele è sotto attacco. Un’operazione terroristica di Hamas con morti e feriti nel sud del Paese. Un atto che va condannato con fermezza. Solidarietà a Israele.” Enzo Amendola, PD
Nel meraviglioso mondo del doppio standard della cosiddetta democrazia occidentale italica poi il formidabile comparto di 'liberali' dove il garantismo va bene solo se applicato agli italiani: ti spiega pure che 18 mesi di trattenimento amministrativo via questore, fuori dalla naturale giurisdizione senza garanzia difensiva alcuna, non sono da Stato di Polizia. Nel contesto di un paese soggetto a normalissime e storiche migrazioni, la reazione serve come utile sintomo nella diagnosi dello stato di salute della sua, ormai uso la parafrasi, “cosiddetta democrazia”. Cosi come è sintomatico di uno stato di polizia, lo scontro violento della propaggine governativa del parlamento contro il sistema di pesi e contrappesi per garantire la convivenza civile in una democrazia: in questo caso l’esempio del rovinoso atto di terrorismo legalizzato verso la giudice Apolostolico: schedata e rea di aver partecipato ad una manifestazione, per altro promossa in seguito da una delle ultime parvenze di lucidità di un Capo dello Stato, che come descritto poc’anzi, ormai istituzionalmente catatonico.
Potrei ulteriormente dilungarmi, affrontare gli aspetti del lavoro, dei diritti,del walfare, della violenza di genere, dell’energia e ambiente della nostra ormai fu carta costituzionale sotto i neo fascisti meloniani e para mafiosi berlusconiani; potrei dilungarmi e affrontare aspetti riguardanti anche altri stati europei, non necessariamente in umani ma esempi virtuosi di convivenza civica evoluta; ci si potrebbero scrivere libri, ma la chiosa può essere una sola: il medioevo non è mai stato fattualmente e storicamente ‘dark ages’, l’attualità è l’oscurantismo e in epoca di declino della civiltà è dovere di ciascuno leggere il più possibile e informarsi secondo i propri strumenti di comprensione: quali che essi siano; sono l’informazione e la lettura parti importantissima della manifestazione del proprio io civico, oltre ad altri metodi di disobbedienza; non siate indifferenti, parteggiate, siate partigiani, sempre.
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Colapesce, Fiori di Lana
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Ogni tanto indie lo divento anche io. Nei momenti giusti.
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Grazie @supersuperficie
Ecco i 4 dischi che mi hanno accompagnato nel 2020:
-Nu Guinea~Nuova Napoli
-Colapesce~Un meraviglioso Declino
-Tha Supreme~236451
-boy pablo~wachito rico
Taggo @mafedericascusami @acrilici @withoutskin @guardanonsaprei
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💟
#Colapesce#Indie#Indie italia#Indie italiano#Cantautore#Faber#Fabrizio de André#Faber nostrum#Le foglie appese#Gazzelle#Calcutta#I cani#I pinguini tattici nucleari#Canova#Spotify
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Questa è una domanda e non un attacco, te lo chiedo tranquillamente: ma i colartino per te sono una ship (passa il termine) o c'è qualche motivo per cui ti piacciono? Nessun attacco, ripeto, solo curiosità.
hello beloved my beloved!! prima cosa: non l'avrei presa come attacco mi fa un sacco piacere parlare di queste cose, ma ti ringrazio per aver specificato!!!!
seconda cosa ovviamente quello che vedete su questo fantastico e magico sito è tipo un centocinquantesimo di quello che penso di loro, diciamo che qui è tutto uno scherzo e un memotto, si fa per ridere qua sopra djlsajdkl ma no certo certo tengo ad entrambi, molto specialmente a lorenzo, artisticamente parlando, per motivi legati sia al fatto che mi piace il suo modo di scrivere e suonare, sia perché io e il CD di Egomostro ne abbiamo passate un po' insieme (sono un nostalgico, mi perdonerai)
e,,,, e mi sembra corretto specificare che non li """shippo""" sul serio, cioè, irl, davvero, per quanto sia tutto divertente è seriamente un meme, non prendetemi sul serio vi supplico
ora però se hai voglia, car* anon, sorbisci tutta la storia della mia vita qui sotto
ti dirò, ho cominciato ad ascoltare colapesce quado è uscito Egomostro, stavo facendo """spesa"""" su torrent di roba da mettermi nel cellulare da ascoltare, c'erano tipo le nuove uscite/nuovi post (fai che era il forum TnTVillage o qualcosa del genere, ecco) e l'ho scaricato, l'ho lasciato nel computer e niente, è rimasto lì sul cellulare per un po', completamente inascoltato
fast forward a qualche mese dopo, ricordo che faceva un sacco di caldo e avevo smesso di prendere alcune medicine, ero sdraiato sul mio letto sopra le lenzuola ed è partita Sottocoperta, credo di aver provato qualcosa, non ti so dire cosa, però quel qualcosa era abbastanza forte da lasciare un impatto sul me di 18 anni. a posteriori ti dico, ha senso, ero piccolo e un sacco spaventato di tutto quello che mi stava accadendo attorno e ti dirò in quel CD ho trovato un po' di pace e di comprensione
esce infedele due anni dopo, ascolto infedele, litigo con mia madre di andare a vederlo all'alcatraz, mia madre risponde (cito testuali parole) "ma non lo conosce nessuno, sarà vuoto, poi vai lì e ti rubano" (gente che paga il biglietto per rubarmi??) e niente, rimango triste a casa a guardarmi i video dei concerti su youtube, intravedo dimartino in qualche video, ma non sapevo che sarebbe stato uno strumentopolo misterioso per dopo
ayways continuo a consumare la sua musica, mi prendo i CD legalmente, ho un video di me briciolino diciannovenne che suona sottocoperta alla chitarra, ho il cd infedele scardinato perché lo aprivo e lo chiudevo troppo spesso tanto lo ascoltavo, un meraviglioso declino tutto macerato... diciamo che lo seguo come artista in maniera abbastanza affezionata e la sua musica ha sicuramente aiutato in qualche modo la mia labile psiche durante l'ultimo periodo, quello più faticoso, di relazione con la mia ex storica (sette anni di sofferenze, modestamente)
consumo infedele, consumo egomostro e,,, niente, passo a spotify, nel mio spotify wrapped del 2019 c'è ancora una reminiscenza di qualche traccia di Egomostro (Maledetti Italiani, credo), nel 2020 compare Satellite e Totale, ma comunque per un motivo o per l'altro li perdo molto di vista fino al 2021 quando tra le indiscrezioni sanremesi mi compare 'colapesce' e io mi precipito qui a dire 'rega ma in che senso colapesce' e,,, e niente, poi escono i nomi dei due best padri di sempre, vado a vedere che ha fatto il Lollo durante la mia assenza e vedo i Mortali
dai mortali si passa alle interviste, mi affeziono anche alla loro persona pubblica, (perché la relazione parasociale ce l'ho solo con Valerio Lundini ma quella è un'altra storia) continuo spizzandomi la musica di dimartino, velocizziamo la trama e arriviamo a ora, che siamo qui a fare i meme insieme a Beppe Vessicchio
tutto questo per dire che per quanto sia un sacco divertente scherzare e scrivere cose divertenti e augurare grandi scopate, tengo davvero molto a Colapesce in quanto artista e sicuramente la sua musica ha impattato sul mio lobo frontale non ancora pienamente formato, devo a quei testi sicuramente una piccola parte di crescita personale
in più, già che ci sono, io ho Un Ossessione per l'archiviazione, tutto quello che ha il mio minimo interesse, dalle vicissitudini della seconda repubblica italiana a sanremo, ha uno spazio sul mio cloud, quindi non sono speciali ad avere l'archivio tsè tsè, sono solo uno tra i tanti argomenti del mio cloud
e sì mi piacciono, mi piace la loro musica, mi piace specialmente il testo delle loro canzoni, sono una persona che ha purtroppo studiato musica e riconosco anche la loro bravura a livello di composizione, insomma, ho affetto per entrambe le discografie e, per quanto riguarda Colapesce, ho anche un affetto legato a tutto il tempo che ho passato da più piccolo ad ascoltarlo
se sei arrivat fino a qui complimenti che voglia
ciao spero sia stata una risposta esaustiva e anche un po' smielata
#c'è la storia della mia vita qui dentro santo cielo che oversharing#rispostone lungo ponderato in 2 giorni perché per quanto non avrei mai preso questa domanda come aggressiva#il fatto che ci sia scritto 'questo non è un attacco' me lo fa sentire come attacco#no hard feelings anon ily#frà risponde
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La deturpazione dell’ambiente naturale suscita in molte persone una profonda solastalgia
I danni che subisce il mondo naturale dei luoghi in cui viviamo creano in molti di noi un disagio e un’angoscia talmente forti da impattare negativamente nella nostra esistenza quotidiana.
Nel 2003 il filosofo ambientale ed ex professore di sostenibilità australiano Glenn Albrecht, autore del libro Earth emotions: new words for a new world (Cornell University Press), ha coniato il termine “solastalgia” (dal latino solacium, sollievo/conforto, e dalla radice greca algia, dolore) per indicare il dolore provato dagli individui quando riconoscono che il luogo in cui vivono e che amano è sotto il diretto attacco di negativi cambiamenti ambientali che, vissuti come incontrollabili, impattano su di loro suscitando un profondo senso di impotenza e di perdita di controllo rispetto alla trasformazione in atto.
Riscaldamento globale, inquinamento, urbanizzazione incontrollata, deforestazione, questi sono tutti fattori scatenanti la solastalgia che fa sì che, pur trovandosi a casa propria, le persone si sentano scollegate dal proprio ambiente e quindi depresse, ansiose, tristi, intorpidite, addolorate, sopraffatte e spaesate proprio come se si fossero dovute trasferire controvoglia altrove o qualcuno le avesse lasciate in mezzo alla strada privandole di ogni cosa. Si sperimenta così una forte nostalgia di casa (etimologicamente nostalgia significa intenso desiderio malinconico di fare ritorno nella propria casa/patria) pur trovandosi ancora in casa propria.
“Non è la nostalgia, che è la malinconia causata dalla mancanza di una casa ormai lontana – spiega Glenn Albrecht – ma è l’angoscia causata dall’alterazione dell’ambiente della propria casa in una nuova inquietante normalità”.
Proviamo a pensare ad una persona abituata ad aprire la finestra della propria camera da letto e ad ammirare un rigoglioso boschetto che, all’improvviso, dalla stessa finestra si trova a poter vedere soltanto un enorme condominio in cemento armato. Pur vivendo ancora nella propria casa, questa persona percepirà il cambiamento esterno come una violenza ed una perdita sulle quali non può intervenire.
Nei suoi studi sulla Regione dell’Hunter, più conosciuta come Hunter Valley, che fa parte del Nuovo Galles del Sud, uno stato situato nella parte orientale dell’Australia nel quale, a partire dal 1980, miniere di carbone a cielo aperto, inquinamento delle centrali elettriche e persistente siccità hanno portato gli abitanti ad iniziare a soffrire di una forma di stress cronico, Albrecht ha potuto verificare che si sta facendo strada nelle persone un profondo senso di perdita man mano che il paesaggio attorno a loro cambia.
Piante autoctone che non crescono più, animali che lasciano definitivamente il loro habitat, fiumi sulle cui acque non ci si può più bagnare, alberi che vengono abbattuti, panorami che si degradano, le persone non si sentono più “a casa”, come se fossero state sradicate dal proprio luogo di origine.
È una forma di tristezza simile a quella sperimentata dalle popolazioni indigene – Aborigeni australiani, indigeni dell’Amazzonia, Nativi Americani, tanto per fare degli esempi – obbligate ad abbandonare le loro terre native che, di fronte a questo allontanamento forzato, hanno iniziato a manifestare un profondo senso di disorientamento luttuoso caratterizzato da inquietudine, ansia, depressione, disperazione. A me fa venire in mente anche quella velata malinconia che si coglie nelle persone anziane quando ricordano aree verdeggianti della loro infanzia o giovinezza sostituite ora da mattoni e cemento.
Ma questa specie di “patologia del luogo”, sottolinea Albrecht, non la si riscontra solo in chi è stato cacciato con la forza dalla propria casa o in chi vive accanto a “brutture” ambientali come, ad esempio, centrali elettriche o discariche a cielo aperto, ma si tratta piuttosto di una condizione globale legata al degrado ecologico che imperversa in molte aree della Terra. Nel vedere i propri luoghi deturpati e degradati le persone provano una sorta di peso al cuore, un senso di vertigine causato dal sentire che, in un certo modo, è tutta la loro vita che si sta disintegrando.
Per quanto a qualcuno possa sembrare strampalato il concetto espresso da Albrecht, è bene ricordare che identificarsi con un luogo e costruire la propria vita attorno ad un ambiente percepito come proprio, oltre ad essere una naturale tendenza dell’uomo, rappresenta un elemento importante per il proprio benessere. È auspicabile, quindi, sviluppare un positivo “senso del luogo” e sintonizzarsi con quello che il geografo cinese Yi-Fu Tuan ha chiamato “topofilia” (dal greco topos, luogo, e philia, amore), ovvero un forte sentimento d’amore per un luogo e il suo paesaggio.
È assolutamente consigliabile, quindi, che ognuno di noi inizi a riflettere seriamente sulla questione e si ponga qualche domanda, ad esempio:
Mentre il nostro ambiente continua a cambiare intorno a noi, quanto profondamente sta soffrendo la nostra mente?
Quali sono i costi emotivi del declino ecologico che sta subendo il nostro pianeta?
Siamo davvero così evoluti da poter affrontare indenni i profondi cambiamenti dei nostri territori?
Come reagiremmo se scomparissero gli alberi che ci sono così familiari, se la neve diventasse un ricordo o se la temperatura si innalzasse troppo?
Più velocemente cambierà il nostro ambiente, sostiene il filosofo australiano, più intensa sarà la solastalgia che proveremo. Già oggi, ad esempio, i suoi studi rilevano che nelle ex aree selvagge dell’Australia dove le distese verdeggianti sono state sostituite da aree industriali, è pericolosamente aumentato il tasso di suicidi.
Sono molte le persone che, a livello mondiale, cominciamo a sentire questa forma di disagio. Non a caso lo scrittore ed educatore statunitense Richard Louv nel suo libro The Nature Principle (Algonquin Books) tratta la solastalgia come un tema emergente nella vita degli esseri umani. Si tratta di un concetto, poi, che fin dalla sua definizione, ha avuto un notevole impatto internazionale contribuendo a rianimare l’interesse per il rapporto tra gli esseri umani e i luoghi a diversi livelli: accademico, artistico, musicale, letterario ecc.
Uno dei motivi di questo interesse è che siamo nel mezzo di un’angoscia legata alla Terra che si sta diffondendo velocemente e che, se non affrontata, potrà soltanto peggiorare. Fino a quando lo sviluppo incontrollato e le pressioni climatiche continueranno a crescere, tutto ciò che nel proprio ambiente risultava familiare e ispirava fiducia verrà sperimentato, dice Glenn Albrecht, come il “nuovo anormale”.
La forza del concetto di solastalgia sta nel fatto di permettere l’espressione di sentimenti viscerali, quelli che descrivono ciò che le persone sensibili già sentono in merito alla distruzione della Natura ma che non riescono ad esprimere verbalmente perché mancano nel nostro linguaggio termini specifici per farlo (proprio per questo, oltre al neologismo solastalgia, Glenn Albrecht ha coniato altri termini).
L’Angolo dello Psicogiardinaggio
Pensa ad episodi che hai vissuto nei quali qualcosa nell’ambiente naturale attorno a casa tua o nel luogo in cui vivi, ha subito un degrado o una deturpazione.
A me, ad esempio, è successo quando il mio vicino di casa ha tagliato un albero stupendo e perfettamente sano del suo giardino che io potevo ammirare dalla finestra del mio bagno. In pochi anni lo ha già fatto due volte, con motivazioni totalmente assurde – cadono le foglie e sporcano, l’albero può cadere sulla vostra casa – e ogni volta le reazioni che mi ha suscitato sono state le stesse: rabbia per l’insensatezza del gesto, tristezza per la sofferenza dell’albero (viene tagliato lasciandogli solo il tronco senza nessun ramo), senso di impotenza per non poter impedire il taglio (l’albero non è nella mia proprietà), nostalgia per tutto il bello che l’albero mi portava: l’ombra della sua chioma, il canto dei tanti uccelli che si appollaiavano sui suoi rami, il meraviglioso fruscio delle sue foglie nelle giornate di vento (anche stavolta, comunque, l’albero sta ricrescendo, ma perché deve fare ogni volta questa fatica visto è che in un punto in cui non infastidisce nessuno?!).
Inizia a chiederti:
Ho mai provato solastalgia?
Se sì, in quali circostanze?
Come mi sono sentito esattamente?
Ho espresso il mio sentire a qualcuno?
Se no, per quale motivo?
Se sì, quali sono state le sue reazioni?
Che difficoltà ho avuto a verbalizzare il mio sentire?
NOTA BIBLIOGRAFICA – The age of solastalgia di Glenn Albrecht (http://theconversation.com)
FONTE: https://www.giardinaggiointeriore.net/deturpazione-ambiente-naturale-e-solastalgia
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“Tua madre non sa cosa cerchi nel vuoto E non capirà questa voglia di nuovo che invecchierà domani”
Anche oggi si dorme domani - Colapesce
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Un hard disk pieno di poesie
Non vale nulla se non ci sei tu
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All’occasione il bambino scrisse quanto segue:
Sì, sono un uomo cattivo, cioè un uomo fine, colto. Gli uomini fini hanno il diritto di essere cattivi. Solo gli incolti si sentono obbligati alla probità. Cosa ho fatto a un’impiegata? Non ho ammesso che aveva ragione sotto ogni aspetto. Dalla collera si è ammalata. Una bella signora giovanile voleva sapersi adorata da me. Siccome non le ho mostrato comprensione, ebbe inizio il suo declino, mentre da parte mia ho saputo tenermi in vetta. Davanti alle signore m’inchino per poi l’indomani non conoscerle più, e così semino disagio. Il disagio degli altri mi mette a mio agio; il loro contendere mi procura pace. Quanto sono insulsi i volti allegri, quanto divertenti quelli seri! Per un periodo ho amato una ragazza perché sembrava decisamente un po’ limitata. L’imbecillità ha qualcosa di affascinante. Sono uno che non sa di preciso cosa realmente lui è. Talvolta sono sensibile come una ragazza. È noioso sentir parlare del paesaggio o cose del genere. Alle persone coltivate dovrebbe apparire chiaro che è triviale, davanti a un’opera d’arte, cadere nell’esclamazione: «Meraviglioso!.» L’elogio sembra oltremodo privo di spirito. A volte l’entusiasmo rasenta la stupidità! Le persone felici si rendono facilmente antipatiche. Non è quasi una vergogna fare sfoggio del proprio buon umore, avere gli occhi che luccicano senza ritegno? L’allegria può smorzarsi ogni minuto. E meglio trattenerla, la propria contentezza. Preferisco essere servizievole là dove uno non se l’aspetta piuttosto che dove si crede che io lo sia di buon grado. Nessuno ha il diritto di comportarsi con me come se mi conoscesse. Quando riconosco qualcuno non glielo dico in faccia; così appaio rude e suscito disappunto. Altro è la cultura, altro la profondità dello spirito! «Signorina, ha poi avuto il suo Pfitzner?» ho udito qualcuno chiedere. La suddetta ne è parsa un po’ infastidita. Le donne non si catturano con le frasi ricercate; ma neanche loro catturano così. Non molto tempo fa un tale ha inveito contro di me per affetto. La mia tranquillità lo faceva arrabbiare. Con la modestia si può quasi uccidere. L’ironia può tanto liberare quanto tormentare. Io sono uno di quelli che hanno letto Dostoevskij. Una donna mi ha dichiarato matto perché non ero carino con lei. In futuro farò così anche con le altre. Gli uomini superiori mi rendono superiore; i modesti mi sgomentano. Dietro la modestia si sospetta la forza. Ogni tanto sono un po’ perfido, ma mai a lungo. Niente mi rende così allegro come quando ho motivo di raccogliere le mie forze. Si vive una sola volta in questo mondo meraviglioso. Talora qualcosa di villano è davvero meraviglioso. Troppa musica è malsana, troppa cortesia anche. Molta gente mi considera vezzeggiato, eppure nessuna ragazza mi ha ancora dato un bacio. Di recente ho visto un fanciullo che subito avrei voluto servire come amico o educatore, tanto mi piaceva il suo viso. Rassomigliava alla mia amante, e non potevo distogliere lo sguardo da lui. Il fatto di avere un’amante mi meraviglia e mi rallegra; lo trovo assai giudizioso da parte mia. Un’amante non è forse in molti casi un magnifico pretesto? Per il matrimonio sono troppo vecchio e troppo giovane, troppo accorto e troppo sprovveduto. Ma se dev’essere, non dico di no. C’è gente che passa sovente per capace perché alza la voce: una prova, questa, dell’importanza della superficie. Se mi mostro superficiale, allora piaccio alla gente. Con la frivolezza la si può conquistare. Se si ama ci si comporta in modo poco amabile; per questo gli amanti spesso non incontrano favore. L’amore non fa un effetto così forte come la sua apparenza. Edith mi tratta come un ragazzo stupido. Cos’altro è l’attaccamento se non una stupidaggine fanciullesca? A buon diritto lei fa con me la mamma severa, mi rimprovera, mi giudica sconveniente. Assomiglia a un’insegnante di pianoforte, è piena di dignità e in questo un po’ maliziosa. L’amo paurosamente. Il sentimento appare insostenibile alla ragione. Ciò che quest’ultima approva, l’anima disprezza; ciò che essa raccomanda, il cuore respinge. Cuore mio, cento volte in silenzio mi hai già fatto ricco come Creso! Lei mi ha cacciato via, io le obbedisco, non la vedrò più. Un bambino è felice nell’obbedienza.
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Facciamo il giro lungo dal 1982
Avrei potuto iniziare col botto, la fine della fine lo prevede, è scritto in tutti i manuali e poi piove da 20 giorni, i pianeti si sono allineati, insomma, è tutto perfetto.
Ma ho la gola secca e niente di quello che dico sembra mio. Eppure quel viaggio di 8 ore diventato di 12, con l'acqua che ribolliva dopo tre minuti fuori dall'autogrill, a dire Ce l'abbiamo fatta da Ferrara quella volta, ti pare che non ce la facciamo ora.
Ma ho la gola secca.
Quella volta a Porto, quando tornavamo a casa e un signore se ne stava lì a pescare, silenzioso, e quando siamo passate si è messo a fischiare una canzone bellissima e ci siamo prese per mano, ridendo, e poi sul lungosenna quella donna che borbottava, piena zeppa di whisky, ci ha guardato e ha sorriso, ahà, lo vedi che non sono tutti tutti stronzi, e a Central park, ti guardavo e poi guardavo quel bianco terribile, bellissimo, che ha zittito anche me e l'acqua ci proteggeva e per una volta non era minacciosa, avevi ragione, valeva la pena, madonna se la valeva, e mi tenevi le mani al caldo come dalla prima volta.
Ho la gola secca, lo sai solo tu perché.
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Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento tremare i ginocchi
Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento bruciare dei fogli ♥
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