#tutti che stanno male
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rodjanikov · 4 months ago
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Io medaglia d'oro in organizzazione e gestione della mia vita e di quelle altrui
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dhufflebee · 6 months ago
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dio mio ragazzu, sono scoppiata a piangere quando è iniziato l'ultimo giro e ancora non ho smesso 😭
quanto te lo meriti, charlie ❤️❤️❤️ finalmente! è stato bellissimo
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ragazzadalsorrisonero · 1 month ago
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ho letto poco tempo fa un post qui su tumblr in cui una “donna”, se così vogliamo definirla, citava il fatto che mostrare il seno o il culo, rende troia l'essere femminile.
ma pensa un po', perché non ci ho pensato prima, che peccato.
è questa la solidarietà femminile nel 2024 quindi.
“donna”, lo stesso ragionamento vale per gli “uomini”?
se così fosse, riguardo loro che mostrano il petto o addominali, oppure una classica foto in boxer, automaticamente dovrei definire un uomo puttano, no?
e di conseguenza, questa sarebbe la solidarietà maschile.
cazzo, magari esserci arrivata prima.
eppure ero rimasta che, definire una donna troia o un uomo puttano, siano persone che di loro spontanea volontà offrono il proprio corpo a chiunque consapevoli del fatto che siano tali persone, e su questo voglio ribadire che tali termini sono molto differenti ai termini prostituta e gigolò.
ora, stando di base al ragionamento di questa “donna”, dovremmo essere tutte delle troie e tutti dei puttani no?
pensate a tutte quelle sculture esposte nei musei in cui ritraggono donne e uomini nudi.
che troie e puttani che erano già all'epoca, non è così “donna”?
detto ciò, dato che siamo nel 2024 e normalizziamo fatti che non stanno né in cielo né in terra, direi che un esame di coscienza e cultura su ogni fronte non faccia male a nessuno.
però aspettate, nel caso aveste voglia di mostrare il vostro corpo, non fatelo eh, non sia mai che passi per una persona quale non sei.
che ridere.
cara “donna” sono certa che pure tu abbia mostrato il tuo corpo, quindi perché fare la finta santa se siamo tutti dei gran peccatori in questo mondo.
ah no giusto, la solidarietà.
che ridere.
e la cosa che fa altrettanto ridere, è il fatto che ancora nel 2024 le parole che si attribuiscono alle persone venga dato come se niente fosse.
tutto con così tanta leggerezza, non tenendo conto della pesantezza del significato dietro ogni termine.
cara “donna” un conto è mostrare volgarità, un conto è mostrare di essere compiaciuti da sé stessi.
se tu, “donna”, appena clicchi su questa applicazione, sulla home appare un blog in cui una persona posta/reblogga una donna o un uomo, che sia in intimo o nudo, tu sai per certo che questa persona si stia compiacendo? sai per certo che lo faccia per secondi fini? sai per certo che lo faccia per soldi?
no, non lo sai.
però rebloggare ragazzi o uomini in intimo o nudi va benissimo, vero “donna”?
che ridere.
come ho già detto, giudicare è facile.
quindi, anziché sparare merda a destra e manca, un po' di serenità.
non ti piace quel genere di post? non seguire il blog, non accetti contenuti per adulti, o anzi, addirittura una cosa molto sensata, elimina questa applicazione se proprio proprio devi provare “ribrezzo”.
ah no scusate, dovreste ricordare la solidarietà femminile e solidarietà maschile.
che ridere.
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untuffonelpassato · 11 days ago
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La gente scambia dolore per frustrazione.
Ti scaglia addosso la propria vita come se tu dovessi prendertene carico, poiché già esserci, magari non tutti giorni, ma quando possibile, è troppo poco per tali soggetti.
I quali senza conoscerti minimamente per quello che sei davvero, come dico io, dentro, iniziano ad offenderti coi soliti insulti senza arte né parte.
Non solo, con i social che ormai si stanno moltiplicando a dismisura, pur di farti sentire in difetto, sbagliato in tutto e per tutto, postano ripetutamente storielle contro di te, e la cosa triste è che facendo così si annullano da sole.
Io penso che quegli schiaffi che una volta si diceva: “Avresti dovuto prendere più schiaffi da piccolo”, beh, con questi comportamenti è come se ve li tiraste da soli, e fanno molto più male di quelle veri e propri.
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yomersapiens · 3 months ago
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Smettere di dormire per sognare meglio
Sono al nord e mi sto beccando la prima pioggia ufficiale dell'autunno, non perché l'autunno sia già iniziato, certo che no, è che tra una notte insonne e l'altra, è apparso settembre che come ben sappiamo è il mese che citofona e tu vai a rispondere e chiedi "Chi è?" e lui fa la voce strana "Signora, sono l'ultimo spiraglio di estate, mi fa entrare?" e tu gli credi e apri ma quando te lo ritrovi sull'uscio di casa ha fatto ingiallire tutte le foglie, ti sei dovuto mettere un pulloverino e piove, piove tantissimo, piove solo come in autunno piove. Se hai il videocitofono questo problema non si presenta perché gli puoi dire "Eh no caro ragazzo mio, io lo vedo che sei settembre, io mica ti faccio entrare, io voglio godermi ancora un po' di estate" però settembre sa essere davvero convincente "Signora, lo so che mi vede, guardi io volevo solo rinfrescare, mica avevo altre intezioni..." e allora cedi "Va bene ma limitati con la pioggia ché un paio di gitarelle io vorrei ancora farmele!" "Certo signora, non si preoccupi, faccio il bravo!".
Piove e sto in casa. Maledetto settembre. Non so neanche dove stanno gli abiti autunnali. Quest'anno mi sono sbarazzato di un sacco di cose inutili date le alte temperature: i vestiti in lana, i vestiti lunghi, i vestiti in generale e le ore di sonno. Non sto più dormendo e quando dormo sono seminudo. Non un grande spettacolo per la mia famiglia che oramai conosce a memoria i nei sulle mie chiappe e mia madre mi ha anche già prenotato una visita dal dermatologo. Ho eliminato i vestiti perché io in estate voglio mi si vedano non solo i tatuaggi (visto quanto li ho pagati) ma pure le cosce lunghe e quelle zone dove un giorno, quando finalmente attuerò ciò che dico e mi metterò a fare sport, compariranno i muscoli. C'è grande fermento per l'arrivo dei muscoli. Tutti ne parlano (solo alcune tra le mie personalità). Ce la farà? Arriveranno sul serio? Dopo tante promesse, si metterà a fare sport? I bagarini dicono che è più probabile lo stretto sul ponte di Messina rispetto ai miei muscoli post quarantanni di nullafacenza. Dannati bagarini. Hanno ragione.
Ho passato parecchi giorni sul terrazzo del nonno questa estate. Sono scappato da un'altezzosa Vienna e mi sono rifugiato nel caldo abbraccio familiare. Non avevo mai dormito in terrazzo. Da un lato si vede il golfo di Napoli mentre dall'altra parte c'è il mio più acerrimo nemico: il Vesuvio. Colui che se ci penso mi viene male. Ogni tanto gli do le spalle, poi mi giro all'improvviso per coglierlo sul fatto: "Ah! Ti vedo che vuoi eruttare!" urlo indicandolo ma lui niente, dormicchia. Io non voglio che erutti un po' perché non mi piace come la lava rende la mia pelle, ho una pelle delicata io, preferisco una sostanza meno abravasiva e deturpante che non incenerisce. Non mi piace perché poi i miei parenti me li ritrovo a Vienna a chiedere ospitalità e stanno sotto casa e mi citofonano e io non posso fare come faccio con settembre, che cedo alle sue lusinghe, io posto in casa per un centinaio di napoletani non ce l'ho. Io ho le mie piante. Non mi piace perché poi si realizzerebbe quella canzone che mi cantavano fin da bambino, quella che non capivo, quella dove mi domandavo ma perché mai vogliono che un disastro naturale uccida i miei nonnini e ditrugga la loro casuccia? Ora mia nonna non c'è più e il nonno si sta avviando verso la fine, però è uguale io non voglio dare ragione a quelli che hanno reso la mia infanzia una merda.
Mio nonno una volta aveva un migliaio di storie da raccontare. Poi le storie sono diventate cento, poi una dozzina, poi sempre meno. Ora sono le stesse tre storie che alterna spesso unendole alla trama di qualche film che ha visto di recente. Credo che quando si sarà dimenticato pure di queste tre semplicemente sparirà nel nulla, come una tecnologia dimenticata. Come quell'iPod che avete da qualche parte in una scatola in garage senza più batteria ma con una playlist che avete volutamente dimenticato.
Sul terrazzo del nonno si sente di tutto, principalmente si sente la vita. C'è un sacco di gente che vive al sud. Paragonato a casa mia a Vienna dove durante gli anni del Covid ho pensato di essere l'unico umano vivo sul pianeta (ero molto molto solo, non avevo ancora Ernesto e il mio appartamento affaccia su un cortile interno che mi isola da ogni rumore esterno, sento solo il respiro affannato dei vicini quando salgono le scale). A Napoli andavo a dormire verso le 22, alle 23 venivo svegliato dai primi festeggiamenti. Un matrimonio, un battesimo, un gol di qualche squadra di calcio, un gratta e vinci da 5 euro, tutto vale la pena di essere festeggiato. Alle 24 i botti, soprattutto se il gratta e vinci era da 10 euro. Dalle 1 alle 2 un po' riuscivo a chiudere occhio, tra un brano e l'altro della discoteca sul litorale che dubito abbia davvero i permessi per pompare musica a quel volume. Alle 3 silenzio totale, dormivo. Verso le 4 un bambino piangeva, ininterrottamente, forse perché il dj della festa in spiaggia non gli ha messo la sua canzone preferita. Alle 5 attaccava a cantare il primo gallo, poi un altro gallo e infine pure un terzo più distante che desiderava manifestare la sua gallosità chicchiricchiando un motivetto stridente. Cosa urlano i galli? Qualcuno ha mai capito cosa si dicono? Deve essere importante se si sentono in dovere di urlarlo ogni alba. Alle 6 era il turno delle risse tra felini. Io speravo che i miei amici gatti si prendessero la responsabilità di corcare di legnate i galli e invece no, bisticciavano tra di loro. Alle 7 si svegliava mio nipote e quando si sveglia lui nessuno è più autorizzato a dormire. Era compito mio giocarci, dato che tanto ero già sveglio dal giorno precedente. Poco prima mi godevo il cinguettare di alcuni volatili della zona, probabilmente estinti in altre parti del mondo, poco dopo cercavo di spiegargli la differenza tra charmander e squirtle e perché non ha senso un attacco fuoco contro acqua. Mio nipote mi guardava e con la sua vocina tenera mi diceva "Tu zio sei proprio uno scacciafiga" e ha ragione.
Non ho accennato ai pensieri che mi assillano. Quando non scrivo è perché ho troppa roba in testa e ho paura a farla scendere dalle nuvole. Non dormo perché sto cercando di capire cosa fare con la mia vita. Ci provo da quaranta e passa anni ok ma ultimamente sento l'avvicinarsi della fine e questi pensieri sono aumentati. No, non la fine dell'estate, la fine di tutto. Non mi ci vedo a invecchiare. Ho come la sensazione che sarà qualcosa di orribile e inaspettato. Spero solo che sia veloce e indolore anche se ho il sospetto che sarà come le notti insonni di questa estate, praticamente interminabile. Quando conti ogni minuto che passa e in quei sessanta secondi ogni paranoia possibile viene a trovarti il canto dei tre galli partenopei sembra una via d'uscita rassicurante. Non so dove sbattere la testa, vorrei solo vivere sul terrazzo di casa dei nonni per sempre e rimanere cristallizzato nelle mie indecisioni senza che esse feriscano nessuno, senza che nessuno abbia pretese o aspettative. Voglio restare esposto alle intemperie e lasciare che scavino la pelle e facciano solchi tra i tatuaggi e i miei muscoli (in questo scenario io sono davvero forzuto) oppongano resistenza ma poi si lascino andare sciogliendosi come blocchi di cera. Lascio che il muschio cresca sulla mia schiena. Dai piedi si espanda la ruggine. In testa, gli uccelli tropicali della zona ne approfittano per nidificare. Nelle cavità oculari ha scavato la sua tana un topolino. Sulla pancia dormono i gatti che hanno smesso di lottare. Ecco come vedo il mio futuro. Ho deciso di non fare niente e ho lasciato che tutto accada a mio discapito. Essere stati felici è un fardello insopportabile.
Fuori piove, non ha ancora smesso. Le temperature sono in rapido calo. Dell'autunno e poi dell'inverno non mi preoccupa molto né il freddo né tantomeno la diminuizione delle ore di luce. Mi preoccupano le notti. Ancora più lunghe e prive di vita. Senza galli e gatti. Senza discoteche in spiaggia. Senza festeggiamenti e umani rumorosi. Se vince il silenzio, non mi resterà altro che confrontarmi con i miei pensieri. Ancora e ancora. Finché non darò retta a uno di questi pensieri e lo trasformerò in un sogno e poi mi dannerò per realizzarlo e quando ci sarò riuscito mi incazzerò per esserci cascato di nuovo. Ancora a fare quello che ti dice la testa. Ma quando imparerai e ti deciderai a bombardarti di sonniferi.
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laragazzadagliocchitristi · 3 months ago
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Oggi mi sono sentita implodere il mondo dentro, ho avuto la certezza di non avere più un posto nel mondo. Quando anche le persone più vicine, più care, si comportano in modo omertoso e ti mentono, che speranza ci può essere nel mondo, nelle persone esterne, in tutto quello che può succederti. Le persone a cui ho voluto più bene mi hanno e mi stanno svuotando di tutto, con i loro comportamenti mi hanno insegnato a non avere fiducia in me e di conseguenza nemmeno negli altri. E ora sono solo in balia di pensieri che vorrebbero vedermi andare lontano da tutto e da tutti e vivere in tutt'altra parte del mondo e dimenticare tutto quello che mi fa male o il non esistere proprio più.
-laragazzadagliocchitristi
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blogitalianissimo · 4 months ago
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Ho l'askbox in fiamme, rispondo a tutti con questo post Stai seguendo le olimpiadi? Nì, ho un po' da fare in questi giorni + è impossibile commentare tutte le gare + il canone lo paghiamo per vedere i pacchi di Pino insegno, mica per avere il privilegio di seguire per bene tutto l'evento Cosa pensi della cerimonia d'apertura e della polemica creata sull'ultima cena? Cerimonia d'apertura pazzesca + le parodie opere famose /anche religiose/ ci sono sempre state, stanno polemizzando solo per vomitare un po' d'odio sul GiEnDeR E della Senna non balneabile? Non molto diversa da noti litorali nel nord italia pieni di turisti tedeschi, scherzo, male qui amici francesi, spero che non nasca una nuova pandemia di qualcosa da questa roba Israhell partecipante? Disgustoso, ma comunque un pelo meglio del Sionvision dove alla Palestina non è manco permesso di partecipare
Aggiungo che mi ha fatto molto ridere che gli americani stiano contando il "totale del numero di medaglie conquistate" per mettersi primi in classifica, quando in realtà conta il numero di oro in primis
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lamargi · 4 months ago
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Estate. Caldo. Tutti in vacanza. Tranne io, che sto ancora aspettando che mio marito si decida a interrompere il lavoro e a mettersi in ferie. Mi lascia a casa, in questo periodo in cui non c’è nessuna delle mie amiche in città, nessuno dei vicini, le case vuote, tutti in villeggiatura, anche i negozi chiusi per ferie.
Nessuno nessuno, no. Il figlio dei vicini è rimasto a casa. I suoi sono andati in vacanza, ma lo hanno lasciato solo a casa, per punizione, perché è stato rimandato in alcune materie. Così, niente vacanze, a casa, a studiare, da solo.
Lo vedo sul balcone. Sulla sdraio, un libro svogliatamente in mano, senza maglietta per prendere il sole. È giovane, ma bei pettorali, niente da dire. Non un superfusto ma un bel corpo…..niente male, scopabile direi, certo è così giovane…..
Gli dò chiacchera attraverso il balcone, quando mi affaccio anche io. Risponde timido, a monosillabi, ma come mi guarda il seno attraverso la canotta o le gambe scoperte!
L’eccitazione cresce, la voglia, la noia, mio marito sempre fuori, l’occasione fa la donna….troia!
L’idea che possa essere addirittura vergine mi fa bagnare. Un verginello non me lo sono mai fatta!
Capisco che si cucina da solo e non fa nemmeno la spesa. Lo attiro in casa con l’offerta di una limonata fresca.
Seduta accanto a lui sul divano gli premo il seno sulla spalla. Sfioro la pelle nuda delle sue gambe con le mie. Scopro e gli mostro le autoreggenti.
Quando gli dico che mi sento sola, vedo il pomo d’Adamo che gli fa su e giù ma non reagisce. Con la mano gli accarezzo la gamba. Non sa cosa deve fare e resta fermo. Gli prendo la mano e la porto sulla mia coscia. Le mie dita si infilano nella gamba dei pantaloncini, risalgono, gli toccano il pene.
Non ho voglia di troppe smancerie, ho solo voglia di scoparlo. Gli metto la lingua in bocca mentre gli stringo forte il cazzo con la mano. Non sa baciare! Che cucciolo!
Gli ho tirato giù pantaloncini e slip, un bel cazzo duro svetta davanti ai miei occhi. Mi chino, glielo prendo in bocca e glielo succhio golosa. Geme, urla e poi si lascia andare.
“Chissà quanto ti masturbi, tutto solo a casa” gli sussurro all’orecchio mentre gli salgo a cavalcioni. “Tanto, per lei” risponde a voce bassa.
“Allora, è ora di finirla con le seghe, tesoro” gli dico con tono severo, mentre mi tolgo la canotta. Gli do un capezzolo da succhiare spingendoglielo fra le labbra. Poi arrotolo la minigonna alla vita, scosto le mutandine e gli afferro il cazzo con la mano. Lo guido dentro di me, cominciandolo a cavalcare.
Proprio un bel cazzo questo ragazzo, proprio quel che mi ci voleva per interrompere la noia.
“Quanto stanno via i tuoi genitori?”
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falcemartello · 1 year ago
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Ora immaginate, per puro spirito accademico, se ieri sera un gruppo di (butto a caso) casapound avesse assaltato la sede di #nonunadimeno   
Sono certa che tutti i giornali e le tv griderebbero stamattina al ritorno del fascismo, invocherebbero la chiusura d’ufficio del Movimento responsabile dell’attacco e via così.
Invece oggi non vola una mosca. #nonunadimeno    ieri sera ha assaltato la sede di Pro Vita Famiglia e nessuno grida alla violenza, nessuno invoca la libertà di espressione o di scelta. va tutto bene così.
E allora dove sta la cosiddetta democrazia, che protegge e rispetta le opinioni diverse in un contesto civile?
Semplice: non c’è.
A partire dagli idranti del 2021, per arrivare a ciò che sta facendo Israele a Gaza, sta pericolosamente passando l’idea che “chi è nel giusto può fare ciò che vuole” senza preoccuparsi delle conseguenze, che non ci saranno perché “il sistema” lo considera giusto e dunque al di sopra del giudizio.
Ed è una deriva pericolosa signori, perché abbiamo già visto nella storia cosa succede se si concede (volontariamente o meno) tutto il potere a (((Qualcuno))) che può agire in modo sostanzialmente impunito.
Lo stanno facendo (Gaza, ieri sera, obbligo si superGP sono degli esempi), lo hanno già fatto, lo faranno.
È tempo a mio avviso di rendersi chiaramente conto di vivere in una situazione di libertà condizionata.
Esattamente come negli anni Trenta in cui se sei d’accordo col sistema tutto bene, se vai contro ti meriti violenza e costrizioni (e multe, condanne penali).
Come si combatte uno pseudo-regime simile?
Esattamente come negli anni Trenta-Quaranta: con la coscienza di essere “Contro” questa narrazione, con la voglia di aprire gli occhi anche agli altri, ma nella consapevolezza che fare questo ci pone in pericolo, perché il sistema farà di tutto per fermarci. Coalizziamoci, facciamo propaganda quasi “clandestina”, ma cerchiamo di ricordare che purtroppo la soluzione non sarà pacifica.
Il Male si vince estirpandolo alla radice, non cercando di convincerlo a “cambiare”.
Scusate il mucho texto, ma le scene di ieri sera sono state un campanello di allarme troppo lampante per continuare a tacere.
Serena Balli
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kon-igi · 11 months ago
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LA PUNTUALIZZAZIONE CHE AL MERCATO MIO PADRE COMPRÒ
A proposito di polarizzazione dicotomica, ho dovuto sfoltire parecchio i nuovi follower che avevano preso a seguirmi dopo essermi sbilanciato sulla strage di civili che Israele sta perpetrando nella striscia di Gaza. Evidentemente per molti vale anche il contrario di quanto da me precedentemente affermato ('Se non stai con Israele allora sei un terrorista di Hamas che stupra e brucia ebree')...
Se parli male degli ebrei allora sei un camerata quindi vieni qua a braccio teso ad aiutarmi a lucidare i forni.
La cosa dissonante a livello cognitivo è che questi omuncoli (mi spiace solo che non mi leggano perché li ho bloccati) ballano sulle gambe come marmocchi che si stanno pisciando addosso nell'indecisione di fare una scelta precisa sul proprio nemico... mi si nota di più se odio gli arabi teste-di-straccio e gioisco dei loro morti oppure se me la prendo con gli ebrei che controllano il mondo grazie ai poteri forti di Bilderberg?
Ti si noterebbe di più se smettessi di farti allacciare gli scarponi da tua mamma.
Comunque, la metto qua e invoco gentile diffusione affinché meno persone possibile in futuro mi costringano a controllare il loro tumblr in cerca di minchiate dopo che cominciano a seguirmi.
Il popolo israeliano ha una cultura religiosa millenaria non secolarizzata e che quindi conserva dogmi molto forti e impermeabili a influenze esterne. Va bene così ed è ingiusto e razzista attribuire a questa ortodossia le persecuzioni che hanno subito nei secoli. È indubbio che una resistenza ai cambiamenti culturali esterni porti malumore in chi ha a che fare con te e il fatto di ritenerti l'Unico Popolo Degno e tutti gli altri merde di sicuro ha rovinato più di un banchetto tra ambasciatori ma noi s'è sempre fatto allo stesso modo, solo che dopo un po' le persone si stufano e loro invece persistono senza cedere.
E va bene così.
Quello che non va bene è che si vendichino uccidendo 9000 bambini in tre mesi e mutilandone dieci al giorno.
Perché comunque noi ci s'ha il mare migliore, la costituzione più bella, la vera e unica pizza, il tricolore più colorato, una donna presidente del consiglio e abbiamo vinto quattro mondiali di calcio. E il papa è simpatico e ama i gay.
P.S. Per cortesia, se credi che le donne stiano esagerando con questa storia del patriarcato e che adesso non si possa più nemmeno essere uomini senza essere accusati di violenza sessuale, fammi il piacere di non rebloggare i miei post per un tuo personale bias di conferma da sfigato ma, dopo aver impugnato ben stretto il tuo cazzetto piccolo, vattene affanculo così veloce da lasciare la sgommata sull'asfalto. Grazie.
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dilebe06 · 3 months ago
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The Umbrella Academy (4° stagione)
" vi voglio bene ma siete dei coglioni."
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Questo commento inizia con un ringraziamento a Game Of Thrones e a molti drama koreani. Grazie a loro oramai sono temprata ai finali orribili, aperti, senza senso. Mi hanno crudelmente insegnato la nobile arte della disillusione ed a tenere bassissime le mie aspettative sul finale di una serie, ogni volta che qualche show si avvicina alla sua conclusione. GOT docet
Ciò, ringraziando Iddio, mi ha salvata dalla pugnalata emotiva che è la bruttezza della quarta stagione di The Umbrella Accademy. Leggo in giro commenti di fan arrabbiati, delusi, frustrati, increduli e onestamente se non fossi ormai forgiata a ciò, anche io sarei sulla loro stessa lunghezza emotiva. E' tosta infatti vedere come LA STAGIONE FINALE di una serie che hai amato alla follia sia un totale disastro su moltissimi aspetti: ritmo, narrazione, buchi di trama, involuzioni dei personaggi, buchi di logica... ma soprattutto - e questo è quello che mi fa più male - distruzione dei caratteri, personalità, evoluzioni dei personaggi. Che poi sono ciò che amo di più della Umbrella Academy.
La quarta stagione pare un riassunto. Una bozza, per citare @veronica-nardi. Sembra che gli sceneggiatori avessero un idea generale di cosa fare - Ben e Jennifer - e per il resto sia solamente abbozzata. Manca l'intensità, il conflitto emotivo, l'organicità del racconto.
Ci sono personaggi che hanno quest secondarie che non portano a niente né di trama né di crescita e ti viene la sensazione che siano state inserite nella serie, solo per dargli qualcosa da fare. Manca la follia tipica dello show che tanto me l'ha fatto amare: quell'idea di star vedendo qualcosa di divertente e stranissimo che è allo stesso tempo triste e introspettivo. The Umbrella Academy ha sempre avuto il giusto mix tra stravaganza e analisi interiore, tra risate e drammi.
In questa ultima 4 stagione, ci sono anche buone idee - come la crisi del rapporto matrimoniale tra Lila e Diego - ma la serie è così frettolosa che niente viene approfondito o risolto e anzi...
Ci sono mille domande a cui manca la risposta. Domande che ci portiamo dietro dalla prima stagione e di cui meritavamo un responso che la serie a ben pensato di evitare e di lasciarci con il dubbio.
Ci sono eventi che contraddicono quanto detto nelle stagioni precedenti e che mi hanno sorpreso tantissimo perché di solito, nelle altre stagioni, erano stati attenti a non creare casini. D'altronde giochi con linee temporali e viaggi nel tempo...ma una tale palese superficialità ed un così cattivo lavoro sarebbe quasi da premiare.
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E ciò si ripercuote anche nel finale. Idealmente è un finale perfetto, logico quasi. Tutti i casini sono cominciati con loro e con loro devono finire. E' quasi poetico come alla fine siano stati davvero dei supereroi che si sono sacrificati per il mondo...riprendendo quindi in mano anche il discorso dell'essere degli eroi.
Loro d'altronde non dovrebbero esistere. Al pari di Jennifer, sono stati creati con la Merigold. Quindi anche senza poteri, rimangono comunque delle " cosa che non dovrebbero esserci". Non sono stati generati. Non hanno un padre. Sono nati all'improvviso senza nemmeno i 9 mesi di gestazione.
Infatti in questa quarta stagione, pur non avendo dei superpoteri, i Custodi ci fanno capire che basta la loro presenza in quella linea temporale perché la situazione sia sbagliata. Ed ecco perché la loro cancellazione. E perché tutte le stagioni precedenti sono finite con il mondo distrutto. Sono come un virus che infetta qualsiasi posto in cui vanno.
Avevo letto di una soluzione che prevedesse che Viktor togliesse a tutti i poteri e si sacrificasse perché la situazione tornasse sui giusti binari. Ma non è possibile perché appunto, già dalla prima puntata, quando loro sono senza i superpoteri, viene fatto capire che le linee temporali stanno convergendo. Non dipende quindi dai poteri ma da loro stessi.
Per me quindi è un finale sensato ma è stato così veloce e così poco d'impatto il loro sacrificio che anziché piangere tutte le mie lacrime - d'altronde stavano per essere cancellati dall'esistenza TUTTI i personaggi - sono rimasta molto asettica. In sostanza, non ho provato nessun dispiacere.
E dire che la morte/sacrificio di Ben alla fine della seconda stagione è ancora una scena che mi fa piangere ogni volta che la guardo o ci penso. Credo che se dovessi scegliere una scena che mi strazia il cuore, sceglierei sempre quella.
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E invece cazzo! Amo the Umbrella Academy. Amo i personaggi, le loro storie, psicologie. Anche la sua folle trama. Amo l'assurdità e la disfunzionalità di questa famiglia.
Ma appunto, forse perché tutto sono stati in questa stagione, tranne che una famiglia, ho percepito così poco emotivo questo finale! Forse la distruzione dei personaggi mi ha fatto arrivare alla fine pensando che quelli non erano davvero i ragazzi della Umbrella Academy. Non erano più loro.
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Ma andando nello specifico:
La storia di Jennifer e Ben
Allora... prima di tutto Jennifer era un personaggio orribile. Anzi, non era nemmeno un personaggio ma un contenitore per una cosa pericolosa. Non aveva personalità, caratteristiche...niente. Un pezzo di carta vuoto. Non abbiamo mai saputo nulla di lei. Non ha una storia, un qualcosa che la fa essere reale. Capisci a me che preoccuparmi per lei era L'ULTIMA cosa che mi importava.
La storia con Ben poi, era più una roba da magneti che una storia d'amore. Lei era disposta a lasciare la sua famiglia e tutte le persone che presumibilmente la amavano dopo aver parlato con Ben per circa 2 minuti. Lui le fa:-" Dai, scappiamo! Ti porto via da qui." E lei, che non era in pericolo o altro gli risponde :-" ok andiamo." Fine.
I due sembrano attirarsi come una calamita ma tutto ci vedo tranne che una storia d'amore.
Senza parlare poi dello spreco per il personaggio di Ben.
Parentesi: Ben è assieme a Five e Diego uno dei miei personaggi preferiti. Il Ben della nostra linea temporale intendo. Questo Ben non è quel Ben. E' un altro Ben che NON SI è MAI RELAZIONATO con nessuno degli Umbrella. Non ha rapporti amichevoli con nessuno di loro e quindi la sua salvezza pare più legata ad un discorso di fare la cosa giusta piuttosto che salvare una persona a cui vuoi bene.
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Ed è un peccato perché con questo Ben ci si poteva lavorare sopra tantissimo. E' un uomo che ha perso tutta la sua famiglia, finito in una linea temporale diversa, senza poteri, dove 7 individui cercano di stargli vicino ma non perché gli vogliono bene ma perché gli ricorda il loro Ben morto anni or sono. Sai quanto ci potevi psicologicamente lavorare su questo? La prima stagione l'hai fatta praticamente sulle problematiche emotive di Viktor! Perché con Ben no?!
Tralascerò poi il fatto tristissimo che Klaus non abbia mai saputo che è stato il loro padre ad uccidere Ben. E per sanità mentale non mi domanderò neanche perché Ben fantasma non abbia mai domandato al fratello come sia morto ecc ecc...
Su questa storia poi ci si potrebbe anche fermare a riflettere sulla parte logica:
Perché il padre non ha ucciso subito Jennifer? Perché tenerla rinchiusa in un Truman Show? Mi si potrebbe rispondere che è perché Reginald non uccide gente a caso. Magari pensava che i ragazzi non avrebbero ripreso mai i poteri e quindi non ci fosse bisogno di ucciderla. Ma è una stronzata quando lo abbiamo visto uccidere Luther e Klaus senza batter ciglio nel momento in cui intralciavano i suoi piani o se le loro morti servivano a qualcosa! Reginald non è il tipo che si affida alla speranza. Anche perché gli costa più la baracconata della finto paesello che un omicidio di una ragazzina.
E poi... ma sto Durango che è presente in Jennifer....la moglie di Reginald dice che è stata creata erroneamente assieme al Marigold. Ma perché non è mai cicciata fuori fino a mo'? Dove era il Durango nella linea temporale della Sparrow Academy ad esempio? Lì l'incidente di Jennifer non c'è stato poiché Ben è ancora vivo ed il Durango quindi non esiste? Perchè?
Tutta sta storia è un gran peccato. Uno spreco. Perché avevi il personaggio di Ben che poteva essere analizzato, esplorato e relazionato con gli altri ed invece... il blob schifoso gli hanno fatto fare!
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Ben, mi manchi come l'aria
Viktor
Chi ne esce un pochino meglio è il personaggio di Viktor che conclude il suo arco di sviluppo tenendo testa al padre e assumendo finalmente il suo ruolo di eroe in autonomia.
Ma anche qui c'è un meh: ottimo che abbia contrastato Reginald, che gli abbia vomitato addosso decenni di abusi e traumi..se solo quello fosse davvero il loro padre! Come ricorda lo stesso Reginald, lui e il loro papà sono persone diverse. Un conto è opporsi al vero Reginald, l'incubo della loro infanzia. Avrebbe avuto tutto un altro peso. E un conto invece è contrastare un tizio che gli somiglia ma non è lui.
Ma ho comunque apprezzato che Viktor abbia almeno provato con tutte le sue forze a salvare Ben e che sia andato contro Reginald. Grandi progressi rispetto alla prima stagione!
Luther, Allison e Klaus
La cosa che mi fa impazzire qui è che se togli questi tre personaggi dalla quarta stagione a livello di storia e di introspezioni, non cambierebbe nulla. Nulla!
Luther ridotto ad un personaggio machietta, che fa ridere e fa da spalla a Diego quando invece abbiamo visto come le stagioni precedenti costruivano la sua indipendenza dal padre, il suo conflitto sull'essere il Numero Uno o sul fare la cosa giusta ecc ecc...
La sua storyline era sempre legata alla trama principale mentre esplorava vari lati della sua psicologia, mettendolo di fronte a conflitti interiori e drammi familiari.
Nella questa stagione sparisce tutto: sia la sua amata Sloane che nessuno sa che fine abbia fatto, sia la coerenza narrativa... visto che con i poteri gli ritorna anche il corpo scimmiesco quando abbiamo visto che ciò era dovuto ad un intervento del padre per salvargli la vita e non al suo superpotere. Ma tant'e! Luther deve far ridere e quindi sti cazzi la coerenza narrativa!
Allison poi. Ok, a me sta tizia non è mai piaciuta. Sin dalla prima stagione. L' avevo rivalutata nella seconda perché percepivo il lavoro degli autori di farle sviluppare la consapevolezza di sé anche senza i suoi poteri: la lotta per i diritti civili senza usare la sua voce era una bella idea.
Nella terza stagione invece si trasforma in una stronza aggressiva/passiva che quasi stupra Luther - la serie vuole farcelo dimenticare ma io non dimentico - perché è arrabbiata. Che fa accordi sottobanco con Reginald e porta al reset del mondo. Un rottweiler con la rabbia, praticamente.
Questa stagione inizia con tutti che sono arrabbiati con Allison per le vicende della stagione precedente ma... nessuno ne parla mai o c'è alla fine qualche risvolto. D'altronde Allison passa metà serie appresso a Klaus - ha preso il posto di Ben - e a relazionarsi con la figlia adolescente... anche la sua storyline è completamente staccata dalla trama orizzontale e pure tutta la sua psicologia viene messa in secondo piano.
Gran parte del suo personaggio ha sempre ruotato attorno a due tematiche: raggiungere obbiettivi da sola senza usare la Voce ed il conflitto tra la famiglia e Claire. Nella terza stagione aveva scelto la figlia ma non vediamo mai come questa decisione influisca nella storia o nelle relazioni tra i personaggi.
Allison sta in questa stagione perché ci deve stare e punto.
PS: qualcuno sa cosa gli è successo ai poteri?! adesso non ha manco più bisogno di dire " ho sentito una voce". E' passata direttamente alla telepatia. Allison ammazza la gente pensando.
Così.
Perché ci va.
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Ed infine Klaus, uno dei personaggi più eclettici, folli e intriganti della serie. La sua storia lungo tutta la serie è quella che secondo me racchiude perfettamente l'anima dell'Umbrella Academy: divertente, matta, sconvolgente ma anche triste e introspettiva. Il suo personaggio ha una quantità impressionante di spunti: dalla sua storia con Dave fino al suo rapporto con Ben fantasma. La sua dipendenza dalla droghe, la mancanza di fiducia in sé stesso, la sua connessione con la morte...tutte tematiche che si riflettono in questo personaggio.
In questa stagione ahimè sparisce tutto. Klaus compie un' involuzione quasi imbarazzante, tornando quasi il personaggio della prima stagioni. Appena tornati i poteri torna a drogarsi per finire a far da schiavo sessuale e poi seppellito vivo in un cimitero. Salvato poi da Allison. E stop. Non c'è altro.
Si poteva analizzare il rapporto con la nipote Claire, fargli avere un evoluzione che lo allontanasse definitivamente dalle droghe o anche - cosa che avrei adorato - si poteva trattare il rapporto tra lui e Ben ora che Ben esiste ma non è lo stesso Ben. Per Dio, sono stati assieme per decenni. Sempre appiccicati come colla. Poi te lo ritrovi davanti in carne e ossa - seppur diverso caratterialmente - e... niente?! famo finta che non lo conosciamo neppure a sto Ben?!
Klaus a differenza dei fratelli non è solo un personaggio sprecato. Ma è più di tutto una orribile cancellazione della sua costruzione durata ben 3 stagioni.
E no, il fatto che a 5 minuti dal finale si scopra che Klaus può volare non è un evoluzione. Chissà perché poi, ci hanno detto sta cosa. A che serve?
Diego, Lila e Five
I drammi veri.
Partiamo da Diego. Preciso che non è stato sin dall'inizio un personaggio che amavo ma piano piano ha preso sempre più piede nel mio cuore. Adoro il suo essere un finto duro, la questione del peso dell'essere il Numero Due, il fatto di voler essere un eroe perché crede davvero che le persone possono migliorare il mondo. E' una persona buona Diego. Sensibile e tenero. E amo il fatto che nei momenti di nervosismo diventasse balbuziente, quasi a cementificare la sua doppia natura di duro/tenero.
E mi è sempre piaciuta la sua relazione con Lila. Due matti che si incontrano in manicomio e che hanno un legame disfunzionale perché loro sono disfunzionali ma in qualche modo... funzionano.
In questa quarta stagione Diego affronta la monotonia di tutti i giorni. L'avere una vita normale, casa, lavoro e figli che alla lunga annoia un uomo che ha passato tutto ciò che ha passato Diego: traumi, abusi, apocalissi, mazzate, sparatorie, pericolo... questo è anche il dramma di Lila che come il marito, soffre per questa vita così poco avventurosa. E da qui, nascono i problemi matrimoniali.
Diego pensa che Lila lo tradisca ed entra nella CIA con lo scopo di ritrovare una vita più movimentata. Ora, ci può anche stare questa dinamica tra Diego e Lila. E' anche molto realistica e trova una coerenza nei personaggi.
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Ma anche qui la troppa velocità rovina le cose. Alla CIA Diego parla con un uomo che si lamenta perché gli manca la famiglia: lavora troppo e troppo tardi ha capito che i suoi figli e sua moglie sono la cosa più importante per lui. Questa scena, che dura 3 minuti forse, illumina Diego che gli dà ragione e nel giro di neanche una puntata, lo vede far dietrofront e tornare da moglie e figli, consapevole che loro, sono le cose più importanti della sua vita. Tutto ciò grazie ad una frase detta da un tizio random.
Domanda: ma anziché mandare Lila e Five nella metropolitana, non ci potevano mandare Diego e Lila? Così avrebbero risolto i loro problemi matrimoniali capendo l'importanza di ciò che hanno costruito assieme.
D'altronde Diego ha avuto un infanzia abusante ed un padre orribile. Lila è stata manovrata dalla madre ed ha avuto anche lei una vita terribile. Adesso hanno dei figli... non si poteva analizzare questo? l'essere genitori, costruire una vita più bella, le difficoltà di essere un padre ed una madre migliori di quelli che hanno educato loro.
Buon Dio, non sappiamo nemmeno i nomi di questi bambini!
Il suo finale è forse uno dei peggiori poiché viene cancellato dall'esistenza senza sapere se sua moglie lo ama, tradito da lei e da suo fratello, andandosene da questo mondo amareggiato e con il cuore spezzato.
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Stesso percorso ma con esiti diversi per Lila.
Anche lei come il marito soffre questa vita monotona e ritrovandosi bloccata con Five per 7 anni nella metropolitana, "cade" in amore per il fratello del marito, vivendo una vita idilliaca assieme a lui, coltivando le piante, pomiciando e facendosi regalini.
Durante questo periodo Lila pare dimenticarsi del tutto della sua vita fuori di lì. Non pensa mai ai figli, al marito, alla famiglia che ha lasciato dietro di sé. Ma d'altronde questo pezzo importantissimo che manda a puttane due personaggi dura venti minuti. Se ci mettevi anche l'introspezione poi non bastava il tempo!
Alla fine Five le rivela che ha trovato il modo per tornare a casa e SBAM! Lila si ricorda improvvisamente che è una moglie ed una madre. Che gli mancano i suoi figli... non Diego
Fino alla fine non si capirà se il rapporto con Five sia nato per via della sopravvivenza o se ci sia davvero amore tra loro: lei dice la prima ma quando Diego le chiede se ama Five, Lila è indecisa e non risponde.
La crisi quindi non viene minimamente affrontata ma anzi le cose si fanno più complicate e da un finale di serie ti aspetti che ormai i personaggi siano maturi abbastanza, che siano cresciuti, che si siano evoluti maggiormente per risolvere la questione e lasciarci con personaggi finalmente progrediti. Ed invece...
Lila era uno dei miei personaggi femminili preferito: psicopatica, folle ma in fondo buona e desiderosa di avere una famiglia. Per certi versi era simile a Five. Ma in questa stagione la vediamo buttar via tutta la costruzione della sua storia con Diego, tutti i risultati raggiunti per... una cosa non necessaria né alla trama né al personaggio.
Alla fine tutta sta storia Five/Lila... cosa ha aggiunto al personaggio? in cosa l'ha cambiata?
PS: anche per lei, poteri strani. Adesso può sparare i laser dagli occhi. Bello. Peccato che il suo potere fosse il poter replicare i poteri degli altri e NESSUNO tra loro ha questo potere. Chiaramente un potere dato solo per fare le scenette divertenti e chi se ne frega della coerenza narrativa.
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Ma don't worry. Se la situazione personaggi è brutta, può ancora peggiore con Five, colui che più di tutti viene massacrato da questa stagione. Per tutta la stagione mi sono ripetuta come un mantra ":- Questo non è Five. Questo non è Five. Questo non è Five."
Il buon Five infatti, si ritrova bloccato con Lila nella metropolitana e piano piano si innamora di lei, tradendo suo fratello ecc ecc. Questa nuova vita è così paradisiaca che nonostante trovi la via di casa, Five ci mette 5 mesi a rivelarla a Lila, troppo timoroso che lei se ne vada e l'idillio finisca.
Una volta poi che tornano a casa, Five non pare nemmeno troppo dispiaciuto di aver rubato la moglie al fratello. Anzi. Nel momento clou, quando il blob Ben/Jennifer rischia di uccidere tutta la sua famiglia, anziché combattere per salvarli, comincia a fare a botte con Diego, ignorando totalmente il pericolo.
Five viene cancellato anche lui dall'esistenza con suo fratello furioso con lui e la donna che ama che gli ha detto che la loro storia è stata solo un avventura... fantastico.
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Mio Dio, non so nemmeno da dove cominciare:
Per 3 stagione abbiamo visto Five cercare di salvare la sua famiglia. E' rimasto bloccato 45 anni nell'Apocalisse completamente da solo con l'unico desiderio di tornare dagli altri. E' sempre lui che riunisce la family, li sprona o manda a puttane le loro vite tranquille perché si riuniscano. Non c'è niente di più prezioso per Five dei suoi fratelli. Ha fatto cose orribili per tornare da loro. Ha ammazzato innocenti, è diventato un assassino, ha venduto la sua moralità solo per poterli vedere e salvare.
Poi gli sceneggiatori alla quarta stagione si sono resi conto che l'attore che fa Five adesso è grande abbastanza per avere una storia d'amore - d'altronde tutti i personaggio l'hanno avuta perché lui no?! - ed hanno ben pensato di piazzarlo con Lila perché con 6 puntate difficilmente avrebbero avuto il tempo di creare una storia d'amore credibile per un personaggio come Five con una persona random. Tanto più che tra loro c'è sempre stato questo rapporto un po' frizzantello...
Risponderò a ciò riprendendo un discorso letto qui su Tumblr ma che non ritrovo più [ se lo trovo lo metto ] e che in sintesi sosteneva che Five ha già una storia d'amore. La più importante di tutte: quella con la sua famiglia. D'altronde The Umbrella Academy parla proprio di famiglia.
E' un amore totalizzante, potente. Che gli ha dato la forza per sopravvivere fino alla quarta stagione ed affrontare cose terribili e lo ha reso l'uomo che è adesso. La prima preoccupazione di Five è sempre stata la sua famiglia. Sempre.
Perciò la storia d'amore con Lila non era necessaria. Soprattutto una storia d'amore che lo vede mandare a puttane la sua famiglia come se non gliene fregasse nulla di loro. Buon Dio, non voleva tornare! Aveva la strada di casa sottomano e non l'ha seguita. Sarebbe rimasto fermo a vedere gli altri morire!
Vederlo fare a pugni con Diego mentre gli altri rischiano la vita è stata una visione straziante: quello non è Five. Non sarebbe mai rimasto a guardare mentre Luther, Klaus o Allison rischiano di essere uccisi.
Tutto ciò è ancora più assurdo perché questo stravolgimento del personaggio è nato in venti minuti di puntata. La serie ci dice che sono passati sette anni ma per noi spettatori non è nemmeno una puntata. E' un cambiamento così repentino e fuori dal personaggio che mai e poi mai potrei digerirlo. Non puoi modificare un personaggio così cementificato, impostato come Five in una sola puntata.
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L'idea che mi sono fatta è che gli autori volessero dirci che Five si fosse stancato di salvare la sua famiglia. Se nell'Apocalisse non aveva mai mollato perché era solo, questa volta ha compagnia e per la prima volta dalla prima stagione, appende il cappello al chiodo e si riposa. Non trova di nuovo la via di casa ma stavolta Lila è con lui.
E se da una parte posso apprezzare questa idea per esplorare questo fatto che Five sia stanco, che voglia riposarsi, che non ne possa più perché d'altro canto è umano pure lui, dall'altro posso certamente dire che se questa era l'idea, potevano farlo meglio: esattamente come con Viktor, la cui evoluzione mentale cambiò lungo tutto l'arco della prima serie, avrebbero dovuto mostrarci un Five che sin dall'inizio della quarta stagione soffre questa situazione. Farci vedere come cercare una soluzione per la famiglia lo stressi e distrugga mentalmente. No che nel giro di mezzo episodio abbandona tutto e tutti!
Ma soprattutto, se questa era la scelta, dovevano farci vedere un Five che anche se sta bene con Lila, sceglie la sua famiglia alla fine perché questo è sempre stato il filo conduttore della sua vita. Perché per come l'hanno gestita pare che Five non torni dai suoi fratelli non perché non può...ma perché non vuole.
A pezzi. Hanno fatto a pezzi questo personaggio. E ripeto l'idea di Five che cede alla stanchezza non era nemmeno male come concetto da esplorare. Poteva essere interessante. Ma non così.
Five se ne va da questo mondo senza aver fatto pace con Diego, senza aver risolto nulla ma soprattutto dando l'impressione che la sua storia con Lila fosse più importante della sua famiglia e questo non lo posso accettare.
Che poi: Lila ci ripete costantemente che lei e Five sono rimasti intrappolati per 7 anni. Come se la quantità di tempo assieme fosse una giustificazione. :-" ci siamo innamorati perché abbiamo passato 7 anni insieme!! Capito? sette anni!! era ovvio che ci saremmo innamorati! Perché siamo io e lui da 7 sette anni!"
Cioè è la serie che ci ripete fino alla nausea che sono passati tot anni così da giustificare la cosa!
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Un massacro.
Persino il personaggio di Reginald che è sempre stato un mistero da risolvere, non si salva:
Non ho capito ad esempio, perché se il suo obiettivo era riportare in vita la moglie, ha creato l'Umbrella Academy e tutte le Academy che abbiamo visto. Che c'entra questo con il suo obiettivo finale? E poi non abbiamo saputo nulla su di lui. Sul suo pianeta, su come sia morte Abigail. Perché in certe linee temporali questa donna era viva e in altre no... niente. Non si è scoperto niente.
Ed infine, il buco di logica finale che mi ha dato la certezza che tra i tanti problemi di questa serie, ci fosse anche il fatto che gli autori non abbiano riguardato le stagioni precedenti: i figli di Allison e Diego che giocano felici e contenti nella linea temporale originale. Tutto molto bello. Peccato che ciò contraddica quanto detto nelle stagioni prima, in particolare il Paradosso del Nonno. Se tuo nonno muore prima che nasca tuo padre, tu non puoi esistere. Semplice e efficace. E allora, se Lila, Diego e Allison non sono mai esistiti, come possono esistere i loro figli????!!! Da dove sono nati?
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E niente finisce così. Finisce così una - e l'unica - serie occidentale che seguivo sin dall'inizio e amavo tantissimo. Una delusione e un enorme peccato.
Perché meritavamo di meglio. Perché Luther, Diego, Allison, Klaus, Ben, Five, Viktor e Lila meritavano di meglio. Andavano celebrati, dopo tutto il percorso che avevamo affrontato assieme. Ed invece siamo stati costretti ad assistere alla cancellazione - in tutti i sensi - dei loro personaggi e progressi.
La cosa che mi dispiace di più è che arrivata alla fine della serie, avrei voluto percepire il senso di famiglia. La storia inizia con questi fratelli che sì, si vogliono bene, ma sono così traumatizzati che rendono le relazioni tra loro molto disfunzionali e bizzarre. Dopo 3 stagioni di mirabolanti avventure, di crescita personale, d'evoluzioni, di rapporti riallacciati ma anche tesi, mi aspettavo che i ragazzi dell'Umbrella Academy si ritrovassero come famiglia, uniti nell'affetto e comprensione. Ed invece...
Un peccato. Un dannato peccato.
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*consoliamoci con questi due adorabili idioti
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autolesionistra · 9 months ago
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Uno dei miei hobby colpevoli è scrutare le facce della gente che incrocio per strada o che magari sta passando in macchina cercando quella relativamente esigua ma costante percentuale di persone che va in giro con la faccia terrorizzata.
Dopo anni di osservazioni oziose mi spingerei a ipotizzare che non sempre l'espressione impaurita di qualcunə corrisponda realmente a qualche turbamento interiore: c'è gente che semplicemente ogni tanto gira con quella faccia lì; se interrotti da qualche interazione casuale i lineamenti si distendono e non c'è nulla nel linguaggio corporeo che tradisca un qualche malessere. Altri si capisce che in quel momento lì non se la passano benissimo, e faccio sempre un po' di toto-sfiga, se sono in terribile ritardo, se sentono male da qualche parte, hanno ricevuto qualche brutta notizia, un principio di attacco di panico o magari stanno andando in un posto poco piacevole, che so io.
Non mi sento troppo in colpa a praticare questo passatempo perché in genere chi gira con la faccia terrorizzata non presta particolare attenzione ai passanti sbircioni, anzi, sono le tipiche persone che quando le guardi non ti guardano. Poi non lo faccio con cattiveria, ogni tanto mi verrebbe da fermarne qualcuno e dire "tranquì, zio, passa tutto". Alla fine prima o poi si diventa tutti per un po' passanti dalla faccia terrorizzata di qualcun altro.
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yomersapiens · 11 months ago
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Ratti auguri di buon Rattale!
A Vienna si calcola esistano una cosa come tre milioni di ratti che vivono nel sottosuolo della città. C'è un tour che ti fa esplorare le complesse linee fognarie dove ti raccontano di tutti questi ratti che girano. Tre milioni di ratti sono quasi due ratti a testa per ogni abitante della città. Quindi, in un mondo perfetto, questo Natale in casa saremmo in quattro: io, Ernesto e due ratti. I due ratti durerebbero poco. Uno Ernesto se lo mangerebbe in un secondo. L'altro lo difenderei a spada tratta e diventerebbe il mio alleato eterno e lo chiamerei Ratteo, così, per avere un essere vivente a cui tramandare quello che ho imparato durante la mia esistenza.
Ho deciso di passare il Natale lontano dall'Italia perché negli ultimi mesi sono stato troppo in giro e mi stavo dimenticando di uno dei valori principali su cui è fondata la mia stabilità: la solitudine. Ho fatto in modo di andare a cena da mio fratello molto molto presto, per essere in grado di finire prestissimo e tornare a casa quando il resto delle famiglie si stanno sedendo a tavola. È stupenda Vienna quando in giro non c'è anima viva. O per meglio dire, quando in giro ci siamo solo noi immigrati, senza famiglia, senza nessuno. No ok io ho un gatto e un ratto a cui sto insegnando tutto di me e che spero un giorno prenda il mio posto nella società. Lo vestirei con i miei stessi abiti. Forse gli farei pure gli stessi tatuaggi.
Vienna di per sé non è mai troppo affollata, c'è da dire. Ma vederla ancora più deserta del solito è rinvigorente. La solitudine che tanto mi manca è ovunque. Il bus si muoveva sinuoso tra le strade senza l'ombra di una macchina in movimento. I semafori lampeggiavano sincronizzati con le luci degli alberi negli appartamenti di chi non vedeva l'ora di festeggiare. Tante lingue diverse. Del tedesco neanche una lontana eco. Prima di rientrare sono passato dal supermercato turco, loro sono sempre aperti. Ecco un altro pilastro della mia stabilità. Due ragazzini prima di me stavano comprando quella che penso fosse la loro cena natalizia. Una confezione di pane da toast, del formaggio già tagliato a fette, del prosciutto, qualche sacco di patatine e una marea di coca zero. Quanto li ho invidiati. Non dovevano essere di qua, intendo abitanti della zona. Avevano l'aspetto dei turisti. Erano giovani, vestiti male, capelli orrendi, con pochissimi soldi ma stavano avendo la serata che vorrei tanto aver avuto io con te. In una città di cui non sappiamo niente, in un momento in cui tutti si ricongiungono con i familiari, noi, andare via da tutto e avere tutto quello che ci serve tra i filamenti del formaggio sciolto del toast. Unica differenza, lo si farebbe senza prosciutto, che lo diamo a Ernesto e Ratteo.
Quando ottieni quello che hai sempre voluto è il momento in cui ti rendi conto di quanto era bello semplicemente desiderare, senza le responsabilità che derivano dall'ottenere. La felicità è un atto di responsabilità e va difesa. Devi lavorare ancora più di prima per mantenerla. Consuma un sacco. Ha sempre fame. Ci mette un attimo ad ammalarsi e deperire e mutare e non appena diventa anche solo di un gradiente meno luminosa ecco che pensi di averla persa. Sono successe tante cose in questo anno terribile che mi hanno reso felice e solo dire la parola "felice" mi fa sentire sporco perché quella voce che costantemente urla in testa "tu non meriti di essere felice!!!" non è che ha smesso di urlare eh, continua a farlo, ma vedendo che un pochino io sono sereno ha fatto il broncio, incrociato le braccia, sbattuto forte i piedi per terra e si è andata a mettere in un angolo del cranio a escogitare un piano per farmela pagare.
Ho lavorato tanto in questi anni e neanche me ne sono reso conto. Tutte le volte che venivo qua a scrivere mi stavo preparando per fare qualcosa che non avrei mai pensato potesse accadere. Non ho la forza ahimè, per raccontare la mia storia a tutti, ancora, cosa che dovrei fare dato che devo andare in giro e promuovere la mia carriera di autore e spiegare pure tutte le altre attività che svolgo e cercare di sembrare interessante e intelligente e sagace e invece sono solo a pezzi e la socialità mi esaurisce.
Questo Natale lo sto passando come John McClane. Decisamente lurido e unto, senza scarpe, con un gran mal di testa, chiuso nel condotto di areazione mentre scappo da tutti. Mi farei portare di tanto in tanto qualche biscottino da Ratteo ma poi come cacchio riesco a strisciare fuori da qua dentro. La mia pancia ha raggiunto livelli che mai avrei pensato potesse raggiungere e il bello è che non mi interessa minimamente. Solo quando mi allaccio le scarpe dai, lì un po' intralcia. Non mi interessa perché sono entrato nei quaranta e finalmente "ho dato". Posso dirlo con fierezza. Ho dato. Ora tocca a qualcun altro darsi da fare ed essere bello e atletico e magro e muscoloso e pieno di talento io, ho dato. C'ho provato. Ha funzionato per un frangente e poi ha smesso e ho passato anni a cercare di rimanere come nei miei ricordi finché non mi sono reso conto che ero rimasto fermo. Bloccato. E non nel sistema di areazione come questa notte.
Ernesto non è più abituato a guardarmi scrivere, in effetti sono passati parecchi mesi. Non riuscivo più ad avvicinarmi a una tastiera se non per piccoli frangenti di tempo. Per rispondere a delle mail o per digitare nel motore di ricerca la categoria con la quale mi piacerebbe masturbarmi. Ernesto mi ha attaccato un piede, segnale che non accetta io sia distratto e che non lo stia degnando delle attenzioni che ritiene di meritare e meno male che non mi stavo adoperando per masturbarmi altrimenti sai che dolore se mi avesse addentato altro. Tipo il piccolo Ratteo che ho tra le gambe e che, nonostante la pancia sia cresciuta, resta sempre delle stesse dimensioni contenute.
Lo psicologo l'altro giorno mi ha chiesto cosa vorrei fare se scoprissi che in sei mesi tutto sarebbe finito. Gli ho chiesto cosa intendesse con tutto. Ha risposto tutto. Tu, il mondo. L'umanità: tutto. Anche la mia famiglia? Sì, anche la tua famiglia. No aspetta ma quindi anche mio nipote? Sì, anche tuo nipote. Cercherei di salvare la mia famiglia. Ha detto che non potrei farci nulla. Allora ho detto che andrei per strada e urlerei a tutti che il mondo sta per finire e che mancano solamente sei mesi anche se poi sembrerei uno di quei pazzi che urlano che siamo fottuti con un cartello scritto male e un cappello di stagnola e che quando li becchi mica gli dai retta, pensi che siano pazzi e torni a casa e te ne dimentichi mentre cerchi qualcosa di nuovo con qui masturbarti. Mi ha detto che non posso dirlo a nessuno, che sono l'unico ad essere informato e devo tenermelo per me. Allora ho pensato davvero a cosa avrei voluto fare, ma c'era un'altra domanda da porgli. Dovrei continuare a prendere farmaci oppure sarei senza la mia malattia? Ci ha riflettuto un attimo e poi mi ha fatto un grande dono. Saresti senza. Allora ho elencato tutti i posti che vorrei vedere e le cose che vorrei fare e il Giappone e nuotare con le balene e i cibi che vorrei mangiare e le droghe che vorrei provare per poi finire dicendo che un mese lo vorrei passare abbracciato a mio nipote, che non capirebbe e anzi, probabilmente mi caccerebbe via dicendo "zio Pattejo coza fuoiii" però a me andrebbe bene lo stesso. Voi cosa fareste, se rimanessero solo sei mesi?
Mi mancava la solitudine e sentirmi solo e parlare da solo e scrivere in questa condizione di silenzio totale. Nel palazzo di fronte non c'è nessuna luce accesa. Forse sono tutti usciti per cena o forse sono tutti rientrati nei loro paesi di appartenenza. Se ancora sono a Vienna è per questo motivo, da nessuna altra parte del pianeta riesci a sentirti così solo come qua. Per questo poi ti affidano due ratti.
Ernesto si è appallottolato sul divano. Ratteo si è addormentato sulla mia spalla. Spengo le luci, apro i regali che mi sono fatto e aspetto sia domani. È un Natale bellissimo ma sarà ancora più bello quando potremo farci dei toast insieme e raccontarci cosa ci ha insegnato il silenzio.
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gcorvetti · 10 months ago
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La cultura del nulla.
Partirei col dire che oggi che è il giorno della memoria 'corta' ci si è dimenticati di una lezione dura, come detto altre volte non impariamo dai nostri errori, sapendo che l'olocausto non fu solo per gli ebrei ma anche per tutte quelle minoranze che non andavano bene al regime nazista come i nomadi, gli omosessuali e quelli dalla pelle non bianca, ma di norma questo giorno viene considerato solo per gli ebrei. Quei poveri cristi gassati o uccisi male non hanno niente a che fare con quello che sta succedendo adesso tra israele e la palestina, netanyahu e compagnia bella non sono gli stessi, decisamente, e su questo e quello che c'è attorno ci sarebbe molto da dire, ma mi fermo qua perché il post non è dedicato a loro o al massacro che stanno facendo da mesi sotto gli occhi di tutti senza che nessuno che abbia un minimo di voce in capitolo faccia qualcosa.
Ieri si è aperta la stagione che vede Tartu (la città estone dove vivo) come capitale europea della cultura. Sono andato a prendere un caffè con la piccoletta che a fine mese si trasferisce in Svezia e abbiamo visto nel gelo della giornata parecchie persone vestite con i costumi tradizionali e in piazza c'era un palchetto con musica terribile, facevano le prove. Li per li pensavo che è legato a una delle loro celebrazioni, ho letto qualche post del compleanno del paese o qualcosa del genere, ma mi sbagliavo. Poi la sera arrivava da non molto lontano l'eco di musiche tecno e house a volumi esorbitanti e la mia compagna mi ha detto che è iniziato il periodo della cultura. Quale cultura? Questo paese al confine del mondo conosciuto, di fatto non viene mai calcolato nelle statistiche europee, nato da pochissimo, se si considera che si sono liberati dall'unione sovietica nel 91 e che gli anni 90 li hanno passati ad assestarsi, si può capire che in realtà il paese ha più o meno 25 anni, niente se si paragona a paesi europei come il nostro o altri che hanno contribuito alla storia e alla creazione di questa civiltà in declino. Ma in quegli anni i governi hanno puntato sulla tecnologia, avrete sentito che l'Estonia è una piccola silicon valley e fin qua niente da dire se si pensa che alcuni software di successo sono stati creati qua, skype e nod32 in testa, ma quello che hanno fatto è stato creare una società stile americano, degli stati uniti, ma assorbendo la parte peggiore quella del puritanesimo per avere una facciata bella ma con un interno vuoto e spesso orribile. Questo ha influenzato la cultura, ovviamente, che è stata messa da parte per dare al popolo l'idea che il lavoro sia una priorità assoluta e che tutto il resto è superfluo. C'è anche da non sottovalutare l'enorme gap che hanno questi paesi, quelli del ex blocco sovietico, in termini di tempo (furono inglobati nel 1940) e siccome i russi non volevano che niente di occidentale venisse venduto o riprodotto o consumato dai popoli sottomessi ecco che tutto quello che abbiamo avuto noi, a livello culturale artistico e letterario nel bene e nel male, loro non l'hanno visto. Recuperare 50 anni di storia e di cultura mondiale non è facile, anzi è quasi impossibile perché i periodi storici e i cambiamenti sociali e culturali si devono vivere e capire per poi progredire, loro no, una volta liberi hanno preso quello che pochi e avidi personaggi propinarono loro attraverso i media, quindi parecchio mainstream e qualcosa che recuperavano dagli anni precedenti, per farvi un esempio quelli della mia età e più grandi ricordano con amore i nostri cantanti come Toto Cutugno, Al bano e Romina i ricchi e poveri e tutti quelli di quei San Remo primi anni 80, io dico che i russi li torturavano con il festival come battuta ma in pochi la capiscono perché il nostro festival non lo conosce quasi nessuno, è una cosa prettamente nostra e soprattutto poco esportabile. Si può capire da questa piccola storiella come l'interesse per le arti in generale non sia una priorità per l'estone medio, per carità ho conosciuto persone che hanno una buona cultura musicale, visto che sono del ramo, molti conoscono l'arte e così via, ma perché sono anche loro nel campo ed è logico che prendendo una nicchia cercano di esplorarla il più possibile, anche grazie al mezzo internet. Ma mi è capitato anche di parlare con persone che non conoscono neanche i loro di cantanti, non dico nomi astrusi di nicchia stranieri, ma neanche quelli locali che ve li sbattono ovunque in tutte le salse? Questo la dice lunga quanto sia bassissimo l'interesse.
Quindi la domanda è : Quale cultura andate a celebrare in questo periodo visto che siete la città della cultura europea? Se poi considerate che schifate lo straniero e quindi non tollerate altre forme culturali, cosa andate a mostrare? La cultura dell'alcol? O quanto siete copia e incolla fatto male di un mondo che non ha niente a che vedere con l'Europa?
Questo è a grandi linee un paese che sulla carta è moderno e innovatore, ma che se sposti la carta vedi tanto di quel marcio che diresti 'Ok, statevi per fatti vostri per altri 150 anni poi ne riparliamo'. A me non frega molto fra 2 settimane torno in Trinacria per un periodo XY a rigenerarmi da tutto questo e non so neanche se tornerò più a vivere qua, ma questo dipende molto da come si mettono le cose con lei. Da noi si dice "comu finisci si cunta" (quando finisce si racconta). Penso che l'album giusto sia l'immortale capolavoro del Banco
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blogitalianissimo · 9 months ago
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arrivo tardi, ma mi fa "ridere" tutto sto casino su Geolier perché parlando con persone che non ascoltano rap (!) e che non sanno niente di tutte ste lamentele sono tutti d'accordo sul fatto che sappia cantare bene e abbia una bella voce quindi chi lo critica adesso per partito preso fa una pessima figura anche da questo punto di vista :/
Lo stanno facendo perché quel 60% del televoto fa male, e sanno bene, benissimo, che non si voleva far vincere Angelina ma far perdere lui.
Speravano di attaccarsi a qualche brutta reazione di Geolier, avere la scusa di cancellarlo come hanno fatto con Ultimo, ma manco questo possono fare.
Emanuele nessuna soddisfazione gli ha dato, sta lì a farsi i cazzi suoi e a macinare decine di migliaia di ascoltatori al giorno su Spotify, e gli hater invece? Con la bava alla bocca. Godo.
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zibaldone-di-pensieri · 2 months ago
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Che schifo i ratti, stanno nelle fogne, portano malattie, infettano tutto e se entrano in casa è un incubo
Ma io non riesco a vedere e sopportare un ratto che per paura scappa dappertutto, squittisce di continuo e poi magari viene preso, colpito, che soffre e infine muore e giace lì per terra, mi fa senso, mi dispiace per il ratto
Non è importante che sia il simbolo dello sporco, delle malattie, dell'anti-igiene, una parte di me pensa "povero cucciolo, non meriti soffrire, è tutto okay, devi solo essere riportato nel tuo habitat fuori da casa"
E sì, forse nel profondo vorrei pure accarezzarlo ma per il momento meglio di no👀
È un animale come tutti gli altri, come un gatto, come un cane, come un coniglio, come un criceto
Non deve stare in casa ma non potrei mai fargli del male o addirittura ucciderlo, per me è proprio impossibile
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