#tuta bianca
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ANTI VENOM SPIDER-MAN 2 FRAGILE ALLEANZA 🎮 PS5 60f UHD
#marvel's spider man 2#spider-man#spider-man 2#gameplay#Walkthrough#tutto in ordine#anti venom#skin white#tuta bianca#videogames ps5#sionbiontes#Martin li#mister negative#youtube#ps5#videogame#playstation
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L'Uomo Vogue April 1983 photos Carlo Orsi
Blusoni "spi" con cappuccio, Champion; tuta termica, Ellesse; felpata bianca, Carrera
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TUTA GOLD | MAHMOOD
(please refer to this post for the tuta gold definition)
Se partirò If I'll leave A Budapest ti ricorderai In Budapest you'll remember Dei giorni in tenda quella moonlight Of the days in a tent that moonlight (=liquid for vaping) Fumando fino all’alba Smoking until sunrise Non cambierai You'll never change
E non cambierò And I won't change Fottendomi la testa in un night Fucking up my head in a nightclub Soffrire può sembrare un po’ fake Suffering can look a bit fake Se curi le tue lacrime ad un rave If you cure your tears at a rave
Maglia bianca, oro sui denti, blue jeans White shirt, gold on teeth, blue jeans Non paragonarmi a una bitch così Don't compare me to a bitch like that Non era abbastanza noi soli sulla jeep It wasn't enough us alone on the Jeep Ma non sono bravo a rincorrere But I'm not good at chasing
5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Bay I won't call again Ballavamo nella zona nord We were dancing in the north zone Quando mi chiamavi fra When you were calling me bro Con i fiori fiori nella tuta gold With flowers inside the golden gym suit Tu ne fumavi la metà You were smoking half of them
Mi passerà I'll get over it Ricorderò i gilet neri pieni di zucchero I will remember the vests filled with sugar Cambio numero I change my number 5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Baby I won't call again
Dov’è la fiducia diventata arida Where is trust (it) became arid È come l’aria del Sahara It's like the Sahara's air Mi raccontavi storie di gente You were telling me stories of people senza dire mai il nome nome nome Without ever telling (me their) name name name Come l’amico tuo in prigione ma Like your friend in prison but A stare nel quartiere serve fottuta personalità To stay in the district (=bad area/street) one needs an effin' character Se partirai dimmi tua madre chi la consolerà If you'll leave tell me who will comfort your mother
Maglia bianca, oro sui denti, blue jeans White shirt, gold on teeth, blue jeans Non paragonarmi a una bitch così Don't compare me to a bitch like that Non era abbastanza noi soli sulla jeep It wasn't enough us alone on the Jeep Ma non sono bravo a rincorrere But I'm not good at chasing
5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Bay I won't call again Ballavamo nella zona nord We were dancing in the north zone Quando mi chiamavi fra When you were calling me bro Con i fiori fiori nella tuta gold With flowers inside the golden gym suit Tu ne fumavi la metà You were smoking half of them
Mi passerà I'll get over it Ricorderò i gilet neri pieni di zucchero I will remember the black vests filled with sugar Cambio numero I change my number 5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Baby I won't call again
Mi hanno fatto bene le offese Insults did me good Quando fuori dalle medie le ho prese e ho pianto When outside middle school I got hit and cried Dicevi ritornatene al tuo paese You were saying come back to your country Lo sai che non porto rancore You know I don't hold a grudge Anche se papà mi richiederà Even if dad will ask me Di cambiare cognome To change my surname
Ballavamo nella zona nord We were dancing in the north zone Quando mi chiamavi fra When you were calling me bro Con i fiori fiori nella tuta gold With flowers inside the golden gym suit Tu ne fumavi la metà You were smoking half of them
Mi passerà I'll get over it Ricorderò i gilet neri pieni di zucchero I will remember the black vests filled with sugar Cambio numero I change my number 5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Baby I won't call again
5 cellulari nella tuta gold, gold, gold, gold, gold 5 cellphones inside the golden golden golden golden golden gym suit 5 cellulari nella tuta gold 5 cellphones inside the golden gym suit Baby non richiamerò Baby I won't call again
#Youtube#sanremo#sanremo2024#sanremo 2024#music#musica#it#italian#italiano#italian language#languages#italian music#musica italiana#mahmood
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Sono uscita di corsa per scendere in cantina, così come stavo.
Capelli legati, struccata, tuta, maglietta con scritto: "Guns N' Roses". una mano con lo smalto e l'altra no...tanto chi mi vede?
Ho incontrato:
Il vicino, la vicina, il portiere, Brad Pitt, la Dama Bianca, il ciclista, il motociclista, il Coroner, i rappresentanti della Scozia indipendente, il lattaio, un fantasma, il Papa e l'Arcangelo Gabriele.
E allora ditelo.
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e così, da ieri, Rich è ufficialmente in Sardegna con Ghali per il concerto di stasera! da un lato sono felice per lui, perché può vedere finalmente il mare che a Milano non c'è, passeggiare sulla sabbia bianca, respirare l'aria salmastra, un po' di iodio non può che fargli bene, osservare il panorama nuovo: i raggi di sole che riflettendosi sul mare ne fanno luccicare la superficie, il paesaggio circostante che si riflette sull'acqua creando forme nuove e colorate. e se vuole può farsi il bagno, sia per fare un'esperienza nuova (mi sembra di aver capito che sul suo pianeta non c'è il mare, anche se è vero che se non c'è acqua non c'è vita) sia per trovare refrigerio. Chissà, forse scopre che l'acqua è il suo elemento e nuotando si sentirà immediatamente a suo agio. E se è vero che Ghali e i suoi amici sono su una barca, potrebbero andare insieme all'acqua alta e fare i tuffi. non so se Rich abbia mai fatto i tuffi, ma forse ci vorrebbe provare. è coraggioso. (è salito sul palco più importante d'Italia e usando il suo amico come intermediario ha chiesto lo stop al genocidio, infischiandosene di tutte quelle facce che lo guardavano dall'alto in basso. Rich di coraggio ne ha da vedere.) e alla fine, dopo aver giocato tanto, lui e Ghali potrebbero gustarsi un bel ghiacciolo al fior di fragola. a Rich il fior di fragola potrebbe piacere, chissà.
dall'altro lato invece un po' mi dispiace per lui, stare fuori sotto questo sole cocente con la bellezza 39 mega gradi all'ombra percepiti 60, l'aria doppia e irrespirabile, e un caldo tanto estenuante che è come una pesante zavorra che non puoi scrollarti di dosso. Lui stesso ha affermato di non conoscere il caldo. non è abituato, poverino. soprattutto se continua a stare in tuta con questo caldo!
comunque sia, auguro loro una bella avventura 🌊🩵
#ghali#rich ciolino#ghali e rich#ghalich#sea 🌊#seaside ⛱️#best friends#extraterrestrial best friend#friendship#auguro loro una bella avventura#sono solo affezionata o sono proprio ossessionata?#ora ho voglia di ghiacciolo al fior di fragola 🍓
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SSC Napoli Tuta Microfibra con Cappuccio Bianca 2023/2024 | store.sscnapoli.it
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Ferrara: rapinarono e sequestrarono un giovane per derubarlo, 3 persone arrestate e 2 denunciate
Ferrara: rapinarono e sequestrarono un giovane per derubarlo, 3 persone arrestate e 2 denunciate Il pomeriggio del 22 agosto 2023 è stato un frangente che per un giovane di ventitré anni sarà difficile da dimenticare. Il tutto ha avuto inizio con un appuntamento presso un’abitazione in una zona periferica della città. Il ventitreenne avrebbe dovuto incontrare alcune persone per concludere un acquisto di stupefacente. I venditori si erano dimostrati molto interessati e disponibili nei suoi confronti tant’è che, pur di incontrarlo, gli avevano pagato la corsa del taxi che dal Barco lo ha trasportato fino all’abitazione in cui si sarebbero dovuti incontrare. Con lui, una persona di fiducia degli spacciatori lo accompagna fino all’indirizzo concordato. Non appena i giovani fanno ingresso nell’abitazione, vengono aggrediti da tre soggetti: uno vestito in tuta mimetica ed uno vestito di nero, entrambi travisati da passamontagna, ed un altro di corporatura robusta travisato da una bandana, spuntano anche una pistola e un taser. Dopo una breve colluttazione, il giovane viene immobilizzato con fascette da elettricista ai polsi ed alle caviglie, privato del portafoglio e del telefono cellulare e chiuso in una stanza. Dopo alcuni minuti e numerosi sforzi, il giovane riesce a liberarsi e, gettandosi dalla finestra, riesce a darsi alla fuga nonostante, immediatamente raggiunto da uno dei rapinatori, avesse avuto una seconda violenta colluttazione. Allertati dai vicini di casa, allarmati per il grande trambusto, giungono sul posto i carabinieri della Stazione di Corso Giovecca e gli investigatori della Sezione Operativa della Compagnia di Ferrara. Come ben presto si rivelerà, modesto è stato il bottino: 100 euro in contanti, 40 euro prelevati indebitamente da uno sportello bancomat della città ed un telefono cellulare. Tanto è bastato però per avviare un’attività di indagine che ha visto impegnati gli investigatori per circa 9 mesi. Le indagini, avviate nell’immediatezza, sono partite dai rilievi tecnici eseguiti all’interno dell’abitazione ed ascoltando le dichiarazioni della vittima, consentendo di far emerge immediatamente il probabile coinvolgimento di due persone, un sessantenne ferrarese e un giovane di ventuno anni. Il primo è stato infatti immediatamente identificato come il soggetto che, nel corso della rapina aveva agito travisato dalla bandana. Il secondo invece viene identificato grazie ad un dettaglio interessante: nelle fasi concitate della colluttazione svolta all’esterno dell’abitazione, la vittima nota una vettura bianca in uso ad una persona di sua conoscenza che si allontana velocemente. Dagli accertamenti svolti sulla targa dell’auto, annotata da un testimone e riferita ai carabinieri intervenuti sul posto, è stato possibile accertare che l’auto era effettivamente in uso alla persona indicata dalla vittima. Il giorno seguente, gli investigatori della Sezione Operativa, riescono ad individuare l’abitazione del soggetto e, nella tarda mattinata del 23 agosto 2023, lo stesso verrà arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Al fine di eludere il controllo dei militari, dopo essere stato convocato in caserma per essere sentito in merito ai fatti del giorno precedente, il giovane li spintonava tentando la fuga. Sottoposto a perquisizione domiciliare, verrà trovato in possesso di sostanza stupefacente tipo hashish del peso di gr. 1.532, cocaina gr. 31, marijuana gr. 119, nonché 13.000 euro in banconote false. Da questo giorno, il lavoro dei Carabinieri sarà focalizzato sul ricostruire i contatti del giovane ed il motivo della sua presenza sul luogo della rapina. Inizierà quindi un lavoro di meticolosa analisi del traffico telefonico sviluppato dal ventunenne nei periodi immediatamente antecedenti alla rapina, grazie al quale i militari individuano tre uomini con cui il giovane ha frequenti e sospetti contatti: il sessantenne, un 57enne ed un 50enne, entrambi residenti a Ferrara. Le attività tecniche avviate nel frattempo, hanno poi consentito di ricostruire i movimenti dei quattro il giorno dell’evento criminoso. Mentre le indagini sulla rapina del 22 agosto 2023 iniziavano a volgere al termine, emergeva un dettaglio utile a delineare il profilo di uno dei membri del gruppo. Nella tarda serata del 23 febbraio 2024, una pattuglia della Sezione Radiomobile della Compagnia di Ferrara, interveniva in una zona residenziale del capoluogo estense, in quanto era stata segnalata la presenza sospetta di due giovani. Gli stessi venivano sorpresi dai militari mentre si aggiravano furtivi con uno strano oggetto in mano: si trattava di un ordigno esplosivo artigianale che, subito dopo il controllo, veniva posto sotto sequestro ed affidato agli artificieri. I due giovani venivano quindi denunciati per “detenzione di materiale esplodente”. Materiale che, dagli accertamenti svolti, era stato verosimilmente confezionato dal 57enne con circa 350 grammi di “polvere flash”, affinché lo stesso potesse essere collocato nel giardino di un palazzo della zona per compiere un’azione intimidatoria. L’attività di indagine si è conclusa con il deferimento di quattro persone per rapina aggravata in concorso e sequestro di persona. A carico di due di loro, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ferrara emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere in relazione ai reati contestati e, per il solo 57enne, inoltre, per cessione di ordigni esplosivi senza licenza, che venivano eseguite nelle prime ore della mattinata del 13 maggio dal personale della Sezione Operativa unitamente al Nucleo Investigativo di Ferrara, ai militari delle Stazioni di Ferrara e Corso Giovecca ed a due unità cinofile. Nel corso della perquisizione domiciliare inoltre, il 50enne è stato trovato in possesso di 114 gr di sostanza stupefacente tipo “hashish”, un bilancino di precisione, circa 10.000 euro in contanti e cinque proiettili cal. 6.35 detenuti illegalmente; il 57enne invece è stato trovato in possesso di un revolver con 104 proiettili cal. 45, un fucile a canne mozze con 85 cartucce cal.12, tutto detenuto illegalmente, e 83 grammi di cocaina. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro. Gli accertamenti dei militari non si sono limitati ai quattro uomini. Un approfondimento investigativo infatti, è stato svolto anche sul giovane 23enne vittima della rapina: le attività tecniche condotte sullo stesso hanno consentito di documentare un importante giro di spaccio che ha portato, in data 11.10.2023, all’arresto di un 23enne e di un 22enne sorpresi a bordo della loro auto mentre trasportavano 2 kg di sostanza stupefacente del tipo “hashish”. Concordando con l’ipotesi investigativa dei carabinieri, la Procura della Repubblica di Ferrara ha emesso inoltre un decreto di perquisizione a carico del giovane che veniva eseguito sempre nella mattinata del 13 maggio. I sospetti degli investigatori si sono rivelati ben presto fondati: a casa del giovane è stato rinvenuto infatti un panetto di sostanza stupefacente del tipo “hashish” del peso di 132 grammi. Il ragazzo è stato quindi tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e collocato agli arresti domiciliari. Nel pomeriggio del 14 maggio, presso il Tribunale di Ferrara, l’arresto è stato convalidato ed il 23enne è stato rimesso in libertà in attesa della celebrazione del processo. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/chiara-ferragni-che-tempo-che-fa-il_49.html Chiara Ferragni a Che tempo che fa: il significato della collana con due ciondoli. Il look «fine e semplice, come piace a me» Per Chiara Ferragni scegliere l'outfit da indossare per l'intervista a Che tempo che fa non è stata una questione da poco. L'imprenditrice digitale lo ha confessato personalmente a Fabio Fazio nel corso del primo colloquio in tv dopo la deflagrazione del caso pandoro Balocco, e non c'è da stupirsi. Se è vero che la tuta grigia indossata nel video di scuse pubblicato su Instagram tre giorni dopo la notizia della multa dell'Antitrust è stata scandagliata nei più reconditi significati nascosti, Chiara era ben consapevole che anche stavolta la sua scelta non sarebbe passata inosservata. Il look a Che tempo che fa «La tuta grigia? La indossavo da tre giorni e ho registrato il video con quella». Così ha spiegato Chiara Ferragni a Fabio Fazio riguardo l'ormai celebre outfit del video di scuse pubblicato all'indomani dello scandalo Pandoro. Per l'intervista a Che tempo che fa, quindi, la scelta del look è stata quanto mai complicata. «Alla fine ho scelto un look fine e semplice, come piace a me», ha detto. Ha optato per un tailleur nero, con giacca linga sui fianchi e pantaloni svasati. Nere anche le scarpe, unica nota luminosa, il sottogiacca in seta bianca. I ciondoli Ad assumere particolare significato in un outfit così semplice, la scelta della collana. Al collo di Chiara Ferragni spiccano due ciondoli che non sono passati inosservati e che hanno un significato ben preciso. I due pendenti in oro rappresentano un angelo in rosa e uno in azzurro. Un chiaro riferimento ai figli Vittoria e Leone, un modo per portarli con sé e attingere da loro forza in un momento così delicato della sua vita familiare in seguito alla separazione da Fedez.
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TUTA BIANCA ORO SUI DENTI BLUE JEANS
NON PARAGONARMI A UNA BITCH COSÌ
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x: are you ok?
my brain 24/7: MAGLIA BIANCA, ORO SUI DENTI, BLUE JEANS. NON PARAGONARMI A UNA BÆÏCH COSÌ. NON ERA ABBASTANZA NOI SOLI SULLA JEEP. MA NON SONO BRAVO A RINCORRERE. 🎶🎶 CINQUE CELLULARI NELLA TUTA GOLD BABY NON RICHIAMERÒ. ☎️☎️
#elz's chit chats#tw caps#raga ditemi che anche voi siete messi così.#ma poi pls. c'è sto video di questo che fa la cover che è orribile ma orecchiabilissima e non capisco chi sia 💀 sto imparando ik#*IMPAZZENDO#vabbè oks
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6 dic 2023 17:13
“SONO MERDE, LI DISINTEGRIAMO” – LA FAIDA DEI "BUONI": LUCA CASARINI E LA SUA BANDA FECERO FUORI DALLA ONG CECILIA STRADA E IL MARITO MASO NOTARIANNI PERCHÉ VOLEVANO TRASPARENZA SUI CONTI - NELLE CARTE DELL’INCHIESTA PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA IN CUI SONO IMPUTATI LUCA CASARINI E ALTRI 5 SODALI, EMERGE COME L’EX TUTA BIANCA VENNE CONTESTATO ALL’INTERNO DI "MEDITERRANEA" PER I SOLDI INCASSATI DALLE NAVI DA CUI SCARICAVA I MIGRANTI - LA FIGLIA DI GINO STRADA E IL MARITO RIBATTEZZATI “ROSA E OLINDO” – AI SUOI CRITICI CASARINI DICEVA: “GLI DIAMO SUI DENTI A OGNI CAGATA” -
Giacomo Amadori per “la Verità” - Estratti
Anche i «buoni» nel loro piccolo si incazzano. E fanno le faide. Nelle carte dell’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in cui sono imputati Luca Casarini, il sodale Giuseppe Caccia e altri quattro, emerge come la banda no global abbia epurato dal direttivo dell’associazione Mediterranea tutti quelli che avevano dubbi sulla gestione delle donazioni.
Come il cuculo, Casarini si è candidato a entrare nel politburo (tra l’altro rivendicando i 4 anni e 7 mesi di condanne definitive) della Ong e poi, una volta entrato nel nido, è riuscito a scalzare chi voleva controllare i maneggi dell’ex leader delle Tute bianche e dei suoi presunti complici. E da Mediterranea sono volati fuori, tra gli altri, Cecilia Strada, figlia di Gino, fondatore di Emergency, e il marito della donna Tommaso Ferdinando Nogara Notarianni, detto «Maso».
I due sono stati sentiti dagli inquirenti «in quanto dall’attività tecnica erano stati rilevati forti contrasti in ordine alla trasparenza dei costi sostenuti dalla Mare Jonio non riportati alla associazione» e «dalle dichiarazioni acquisite sono emersi rilevanti elementi investigativi che hanno corroborato ulteriormente il quadro indiziario, che non lasciano dubbi sulla poca chiarezza posta in essere dal duo Caccia-Casarini nei confronti dell’associazione Mediterranea».
Per le Fiamme gialle «costoro, con le loro decisioni e iniziative, hanno fatto sì che si affermasse il loro ruolo all’interno della predetta associazione portando come conseguenza le dimissioni dei membri del vecchio direttivo e l’elezione di uno nuovo con soggetti scelti ad “hoc” che perseguissero, senza ostacolare, le loro decisioni».
Gli investigatori annotano anche che Donatella Albini, ex medico di bordo della Mare Jonio, pure lei dimissionaria, «ha riferito che, a seguito di una riunione nel mese di ottobre 2020 del Consiglio direttivo dell’associazione, “furono sollevati problemi di trasparenza proprio in ordine alle modalità di impiego delle risorse raccolte da Mediterranea. In quella occasione erano presenti Erasmo Palazzotto (parlamentare di Leu), Maso Notarianni, Alessandra Sciurba (portavoce di Mediterranea, ndr) e Cecilia Strada».
La Albini avrebbe anche riferito di una riunione del Consiglio di indirizzo di Mediterranea di fine novembre 2020, «nell’ambito della quale una tale Letizia Terna, laureata in filosofia, sollevò perplessità in ordine alla trasparenza dei bilanci» e chiese «chiarimenti sui rapporti tra Mediterranea e Idra», ovvero la compagnia di navigazione di proprietà di Caccia che possiede il rimorchiatore Mare Jonio utilizzato dall’associazione. «In quella occasione fui pubblicamente accusata da Luca Casarini di aver predisposto o indotto l’intervento di Letizia su quell’argomento. Molti appartenenti di Mediterranea a seguito di quelle accuse hanno preso le distanze nei miei confronti» avrebbe affermato la dottoressa.
Le tensioni interne, secondo quanto riportato nell’informativa finale della Guardia di finanza, esplodono nel momento della decisione di andare a recuperare 27 migranti sul mercantile Maersk Etienne, un’operazione che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata compiuta a fine di lucro per liberare la nave da quel carico ingombrante che impediva la prosecuzione della navigazione. Per questo lavoro Casarini & C. avrebbero intascato 125.000 euro e successivamente, come rappresentanti della Idra social shipping, avrebbero trattato con altre compagnie armatoriali per offrire lo stesso servizio.
(…)
La notizia della giovane incinta si rivelerà falsa, ma pazienza. Cecilia Strada nella chat del gruppo direttivo di Mediterranea, dopo le comunicazioni di Metz esterna «i propri timori e dubbi per l’operazione in corso»: «Immagino che i responsabili abbiano valutato pro e possibili contro di questa azione e deciso di conseguenza, d’altronde l’intenzione di andare verso la Maersk era già stata ventilata ieri e non ho considerazioni da aggiungere».
Metz non fa un plissé: «La possibilità era effettivamente stata» prospettata «anche ieri.
[…] Adesso però c’è una richiesta formale di verifica condizioni medico-sanitarie da parte della nostra equipe, a bordo abbiamo dottoressa e paramedico e una risposta altrettanto formale va data».
Ma il paramedico, F.G., in realtà ha come unica esperienza quella di aver guidato le ambulanze e allora la Strada, che sente puzza di bruciato, consiglia: «Per la comunicazione pubblica: suggerisco di verificare con Fabrizio come si chiama la sua figura, perché a quanto ne so in Italia non esiste la figura del “paramedico” come, invece, è precisamente normata in altri Stati; penso che se ci vogliamo riferire a chi presta soccorso sulle ambulanze, in Italia sia definita “soccorritore”, ma sicuramente Fabrizio sa meglio di me come chiamarsi».
Caccia è molto arrabbiato sia con la Strada che con la Albini, la dottoressa colpevole di avere sollevato dei dubbi sulle capacità professionali della neolaureata Agnese Colpani, (…)
A scaldare ancora di più gli animi è una comunicazione di Casarini condivisa con il gruppo dirigente di Mediterranea che la Strada commenta in questi termini: «Ho riletto, per la terza volta, la mail odierna di Luca. Raramente ho visto una mail così densa di offese, screditamento degli altri, insinuazioni; e pure cose che non so da dove gli derivino - come il fatto che qualcuno “fin dall’inizio” avrebbe insinuato che lui lo faceva per soldi […]
«E quindi? Conclusioni?
Andate fuori dai coglioni o no?».
Metz al telefono rimarca il ruolo di comando di Caccia e Casarini: «Le decisioni sulla nave e su chi la governa e su chi la faccia partire sono prese da Beppe e Luca». Nella faida i loro nemici sono destinati a uscire sconfitti.
L’ex presidente vaticina che «circa 10 persone del direttivo attuale usciranno da “Mediterranea”» e che «alcuni di loro tra i quali Alessandra (Sciurba, ndr), Cecilia, Maso, Palazzotto, avrebbero gettato fango su Luca e Beppe e che il loro intervento in assemblea sarà di protesta e causerà la loro fuoriuscita».
La Strada e Notarianni sono soprannominati dalla «banda» Rosa e Olindo, come i due assassini di Erba, e insultati in modo feroce. Per un suo intervento Maso, il 24 settembre 2020, viene definito un «merdoso sciacallo» e pure «brutta merda infame», uno che dà «pugnalate alle spalle di chi già sta gestendo una situazione difficile».
In chat Caccia e Casarini commentano gli interventi di un direttivo. Casarini inizia: «Nervosetti». Caccia replica: «Io non risponderei alla Strada». Poi Casarini se la prende con chi non si è esposto abbastanza al loro fianco: «Si è sprecato il signor dirigo tutto io. Ma stavolta gli diamo sui denti a ogni cagata. Come sempre Sandrone (Metz, ndr) non ha capito una mazza… ah ah ah». Caccia: «Infatti bisogna non fargliene passare una. E archiviare foto di tutte le porcherie. Perché se voleranno gli stracci faremo un bel dossier con tutte le infamie (e i silenzi di chi doveva fermarle)».
Casarini: «Certo. Ma vedrai che li disintegriamo. Perché questi non fanno politica, ma solo trame da miserabili. E sul piano umano sono delle merde». Insomma chi oggi ci accusa di dossieraggio era pronto a raccogliere prove contro i nemici. Ma proseguiamo nell’edificante lettura. Caccia è soddisfatto della piega che ha preso il dibattito: «Buona mail di Meco, Ada e Giuliana. Proposto ordine del giorno che non nomina nemmeno Idra. Adesso basterebbe che don Mattia e Arestivo si dicessero d’accordo con loro». Casarini condivide.
L’ex no global manda una missiva che entusiasma Caccia: «Ottima mail fratellone.
Ti lovvo, come dicono i nostri ragazzi. E poi, per fortuna, un po’ lo siamo rimasti».
Casarini: «Grazie fratello. Aqui no se rinde nadie!». Qui non ci si arrende, celebre frase di Che Guevara. Caccia chiede di non rispondere all’ex portavoce, Sciurba. E Casarini concorda: «Non ci penso nemmeno. Conferma quello che ho scritto: le vittime sono tra noi, non in Libia». Se il riferimento fosse ai tanto vituperati lager per migranti, sarebbe sconcertante. Ma Casarini, in passato, si è distinto per i commenti sprezzanti nei confronti degli extracomunitari. Come quando, in una manifestazione, gridò «metti ‘sti cazzo di migranti davanti». Figurine da usare, più che persone da tutelare.
Casarini riprende il discorso: «Ora vedrai che la merda la farà Maso e lì salta il palco». E conclude: «Vediamo se completiamo l’opera e facciamo Emergency 2 il remake. Se se ne va anche quel pezzo di merda». Caccia si vanta di aver preparato «una rispostina di Sandrone sui rendiconti», lasciando intendere che Metz sia eterodiretto nei suoi interventi. Casarini chiede: «Hai visto Cecilia?». Replica di Caccia: «Non capisco se c’è una strategia o dementi incattiviti in libertà». Casarini propende per la seconda che ha detto: «Dementi in libertà». Caccia: «Elegantissima la rivendicazione dei 60k raccolti. Noi che cosa dovremmo scrivere?
E, comunque, se se ne va davvero, sparerà merda nel ventilatore». Casarini: «Beh, con il suo curriculum viene facile ributtargliela in faccia. In tema di uscita da associazioni non la batte nessuno. Ora dobbiamo riallacciare i rapporti con Gino». Ossia Gino Strada, che sarebbe mancato di lì a pochi mesi. Vuoi vedere che i nostri capitani coraggiosi non portano neppure troppo bene.
Passano alcuni giorni e Caccia osserva: «Questi non mollano affatto e vogliono trasformare il 10 (il consiglio del 10 ottobre 2020, ndr) nel vomito dei loro rancori. Vedrai che trappola che ci fanno, se noi non la prepariamo bene». Casarini risponde: «Dobbiamo pregare bene certo. Ma intanto si stanno mangiando la merda». «Pregare?» lo interroga Caccia. «Preparare» si corregge Casarini. «Ormai vado in automatico». Il 6 ottobre Caccia riassume un intervento della Strada: «Con velenoso rancore sino all’ultimo minuto… ma questa è la storia che racconterà: noi due (Caccia e Casarini, ndr) volevamo solo dei prestanome e lei non c’è stata».
Casarini non ha dubbi: «Sarà seppellita dall’oblio. Questo è il suo terrore. Ieri telefonata di Cecilia a Leon, quasi piangendo, “chiudiamola qua, Maso non si ricandida, vi prego di non fargli niente, etc…”». Il 9 ottobre, alla vigilia dell’assemblea che dovrà eleggere il nuovo direttivo, Casarini definisce i rivali «morti che (…) La Strada e il marito sono fuori dal direttivo. Casarini è incoronato responsabile del rapporto con i garanti e della comunicazione. Caccia, in veste di invitato permanente, è promosso coordinatore operativo. Il terzo socio, Metz, rappresentante di Idra. La battaglia è vinta. La guerra non ancora.
Oggi parte l’udienza preliminare che vede Caccia e Casarini imputati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Reato aggravato dal profitto ricavato nella vicenda Maersk. Forse Cecilia Strada non aveva tutti i torti a sospettare di Casarini & C.
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Abito in pizzo Grace Loves Verdelle
01. Mantella su misura di Amir Taghi Amir Taghi ha disegnato questa mantella su misura con, fiocchi sul davanti e piega a cannoncino sul retro. Foto di Sarah Falugo
04. ASOS Tuta da sposa con mantello staccabile ASOS veste la semplice tuta da sposa bianca con, un divertente mantello che spunta sulle spalle.
05. Krikor Jabotian Un capolavoro di perline color rosa da sogno di Krikor Jabotian, Foto di Le Secret d'Audrey
06. Berta L'incredibile pizzo dell'abito della stilista israeliana Berta rende questo look altrettanto bello con o senza mantello. Foto di Yazzen
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Capitolo 6
Erano circa 22:30, da poco più di mezz'ora il personale della cucina aveva smontato ed era andato via, dopo aver terminato di riordinare e pulire. Heinreich era nella sua stanza da letto, si era appena tolto gli abiti del giorno e li aveva sostituiti con una t-shirt grigia e un paio di pantaloni neri di una tuta. Infatti, non usava mai pigiami. Quando arrivava il caldo estivo, semplicemente dormiva con t-shirt e boxer, il più delle volte solo con i boxer. La signorina Keller arrivò nella stanza del medico, con addosso una camicia da notte bianca con fiorellini rosa cipria e una vestaglia da camera color lilla. Il medico si stese nel letto, coperto fino al busto con la coperta, mentre la donna si sedette sul bordo. Entrambi attendevano l'arrivo di Hans. Arrivò poco dopo, indossando il suo pigiama nero di seta, per poi sedersi al lato opposto a quello di Olga. Si scambiò un sorriso con gli altri due presenti nella stanza. Olga sorrise a sua volta, finalmente il “rituale pre nanna” poteva iniziare, e la donna si domandò quale attività avrebbe scelto il suo titolare quella sera. Heinreich aveva fatto la sua scelta: lettura della buona notte con sessione di coccole, e ninna nanna per concludere il rituale. Olga aprì il secondo cassetto del comodino accanto al letto matrimoniale, tirò fuori un libro di favole e iniziò a sfogliarlo per proporre al medico le varie opzioni tra cui decidere. La scelta cadde sul brutto anatroccolo, così la signorina Keller cominciò a leggere dal piccolo libro di favole.
<< C'era una volta, non molto tempo fa, una nidata di anatroccoli. Se ne distingueva uno dalle piume grigie, particolarmente goffo. >> narrava la donna dai capelli biondi, mentre con l'altra mano faceva i grattini sul palmo della mano destra del medico. Hans faceva lo stesso nell'altra mano e osservava l'uomo ascoltare estasiato, proprio come una bambino. La narrazione proseguì, erano ormai giunti al momento più importante del racconto: il povero “brutto” anatroccolo, che viene scacciato da quelli che crede siano i suoi genitori e tristemente si allontana dallo stagno, vagando senza una meta.
<< Il piccolo anatroccolo giunse nelle prossimità di un laghetto, guardò il suo riflesso distorto dall'acqua, facendolo risultare ancora più storpiato ai suoi tristi occhi. >> continuava Olga, dando ogni tanto uno sguardo al medico. Heinreich ascoltava attentamente, ma il suo sguardo si era leggermente spento. Il racconto gli rammentava la sua infanzia, dove si era sempre sentito disprezzato da coloro che avrebbero dovuto amarlo incondizionatamente.
<< Il pianto dell'anatroccolo venne udito da una bellissima mamma cigno e dai suoi piccoli, che si avvicinarono al povero anatroccolo disperato. Egli restò incredulo nel vedere che quei piccoli cigni erano identici a lui, ma la sua paura di essere nuovamente rifiutato lo portò ad allontanarsi. La mamma cigno però gli andò incontro, avvolgendolo amorevolmente tra le sue piume e stringendolo a sé. Per la prima volta, il piccolo anatroccolo si sentì accettato e amato per ciò che era. >> concluse la signorina Keller richiudendo il libro.
<< Anche io ero un brutto anatroccolo, poi però ho trovato voi due e finalmente mi sono sentito amato per ciò che sono. >> replicò il dottore asciugandosi le lacrime con le lenzuola.
<< Povero piccino, lo trattano tutti male. Cattivoni! >> disse Hans sbaciucchiandolo come se fosse la sua creatura. Olga sorrise affettuosamente, in quei momenti sembravano davvero una famiglia. Hans poi si alzò, assentandosi per un paio di minuti e facendo ritorno poco dopo tenendo in mano il suo ukulele. Tornò a sedersi sul letto e iniziò a pizzicare le corde dello strumento. Olga osservava l'uomo dai capelli biondi mentre suonava, e un attimo dopo iniziò ad intonare una dolce ninna nanna.
<< La la lu, la la lu... Fai la nanna piccino... Splendono le stelle, lassù... >> canticchiava dolcemente la donna mentre accarezzava il viso e i capelli di Heinreich con fare materno.
<< La la lu, la la lu... Ma per me, mio pulcino... la mia stellina, sei tu! >> continuava Olga, guardando il medico con dolcezza. Hans intanto proseguiva a suonare il suo ukulele, si unì poi al dolce canto della sua collega:
<< La la lu, la la lu... dolce nostro amore... Mamma e papà, son qui che veglian su di te. >> Quando la caposala smise di cantare, si chinò baciando la fronte di Heinreich, e il suo collega fece lo stesso.
<< Sogni d'oro, Heinreich. >> disse Olga per poi uscire dalla camera da letto del medico, seguita da Hans. Il dottore sorrise, poi rivolse lo sguardo al proprio cellulare appoggiato sul comodino e controllò l'ora, si erano fatte le 23:20. Era giunto il momento di iniziare le sue consulenze su Seven Cups. Ogni sera si prendeva del tempo per il suo rituale, lo aiutava a rilassarsi e a stare più tranquillo durante la nottata. Inoltre, era ormai diventato un appuntamento fisso della sua routine quotidiana. Si alzò dal letto, andò in bagno a lavarsi i denti e poi riempì la sua borraccia termica. Aveva a cuore l'ambiente, per questo evitava il più possibile uno sfrenato consumo di plastica. Anziché consumare più bottiglie di acqua al giorno, preferiva tenere a portata di mano la sua borraccia e riempirla all'occorrenza. Era un borraccia di colore azzurro, con illustrate sopra delle candide nuvolette bianche. Il medico ci teneva molto perché era un regalo di Hanna: la giovane aveva acquistato quella borraccia a febbraio, in un centro commerciale di Zurigo, quando si era recata lì a fare acquisti assieme a Edith e Klaus. L'uomo faceva scorrere l'acqua, gradiva che fosse sempre sufficientemente fresca, altrimenti non la trovava dissetante. Una volta riempita, la chiuse, ne asciugò i bordi con un asciugamano e poi si recò nel suo studio. Sedette alla sua postazione da PC, si collegò alla piattaforma e indossò le sue cuffie, era pronto per un'altra nottata di consulenze.
La signorina Keller aveva fatto ritorno nella sua stanza da letto, esausta della giornata, non vedeva l'ora di godersi un meritato riposo. Prima decise di intrattenersi un po' con un documentario sulle piramidi egizie. Al fine di non disturbare gli ospiti del centro benessere, indossava gli auricolari. Hans, nel mentre, cominciò il suo giro notturno della clinica e del castello. Doveva monitorare che tutto fosse nella norma prima di potersi coricare. Allo scoccare della mezzanotte il castello piombò nel silenzio: Il dottor Volmer era alle prese con le sue consulenze, Olga dormiva già da un po', Edith era ancora sveglia ad ascoltare musica, e Hans, terminato il suo sopralluogo, andò a sua volta a dormire. Quando udì la porta della camera di Hans chiudersi e la chiave girare nella serratura chiudendola, Klaus capì che era giunto il momento per agire, perciò si presentò nella camera di Hanna facendole segno di andare. La ragazza saltò giù dal letto con un enorme sorriso, poi seguì silenziosamente l'infermiere lungo il corridoio del castello. Giunsero ad una rampa di vecchi scalini in pietra, la salirono fino ad arrivare ad un pianerottolo, trovandosi di fronte ad una porta blindata. Per entrare era necessario inserire una password, e solo tre persone conoscevano il codice per sbloccare la serratura. Questo almeno fino a quando Klaus non aveva scoperto la password. L'infermiere, infatti, aveva approfittato che il medico fosse in giro per rovistare in giro per lo studio alla ricerca della password. Non era stato facile, ma alla fine era riuscito ad entrarne in possesso. Klaus digitò prima 444 e poi 333. Nessuno dei due giovani aveva una vaga idea del perchè il barone avesse scelto quella serie di numeri. Secondo Klaus si trattava di numeri scelti a caso, Hanna invece non era della stessa idea. E sapeva bene che quando c'era di mezzo il padre, nulla era lasciato al caso. L'infermiere digitò l'ultimo numero e la chiusura si sbloccò. Entrambi presero un respiro, i loro cuori battevano fortissimo. Lentamente Hanna spinse in avanti la porta, entrando a poco a poco nella stanza. Sentiva il suo cuore palpitare così forte che aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe uscito fuori dal suo petto.
Si guardò attorno per esaminare la stanza. Apparentamente, sembrava una semplice camera da letto: c'era un letto singolo vicino ad una grande vetrata, la cui forma a primo sguardo poteva sembrare un fiore. Da una parte era posizionato un grande armadio di legno con tre sportelli, leggermente consumato. Le mura erano un po’ ingiallite, e sul pavimento non c'era niente di particolare. Klaus iniziò a pensare che forse quella stanza non fosse così speciale. Tuttavia, Hanna aveva la sensazione che da qualche parte dovesse per forza esserci qualcosa. Si avvicinò al maestoso armadio e aprì il primo sportello. All'interno trovò una scatola nera di cartone, contenente una serie di oggetti. Un arazzo di colore blu notte, un coprispalle di lana bianco con le frange, una serie di tozze candele bianche mai usate. E infine, ciò che attirò di più la loro attenzione: una serie infinita di fogli su cui erano appuntati numeri, strani disegni di mani in varie posizioni, e nozioni su un qualcosa chiamato “fare il salto”. Né Hanna, né soprattutto Klaus, riuscivano a comprendere che cosa rappresentassero quegli appunti o perchè il medico li stesse conservando. La ragazza aprì poi il secondo sportello e il suo cuore per un istante si fermò. In quello scompartimento erano conservati i vestiti di sua madre, perfettamente imbustati e riposti con cura. Tra i vari abiti, ne spiccava uno di colore rosso, lungo e aderente sui fianchi, con un lungo strascico. Hanna sapeva certamente che non si trattava dell'abito da sposa della madre, in quanto nel dipinto in camera di suo padre ne indossava uno di colore bianco. E soprattutto, Klaus era consapevole in cuor suo che non poteva essere sopravvissuto all'incendio. La giovane alzò leggermente il cellofan che rivestiva l'abito, ne annusò la stoffa e sorrise amabilmente sentendone il profumo. Percepiva di riconoscere quel profumo, lo aveva già sentito. Ad un tratto però, notò qualcosa di insolito. C'era una camicia blu a quadretti che spiccava tra i sontuosi abiti della defunta madre. Era ovvio che fosse del padre, ma perché era lì e non nel suo guardaroba? E da quando suo padre indossava camice con quella fantasia? In anni e anni che lo conosceva, non lo aveva mai visto indossare qualcosa di simile.
In seguito, Klaus si fece coraggio e aprì l'ultimo scomparto. La ragazza si avvicinò a lui e i suoi occhi iniziarono a brillare. Finalmente aveva trovato le tele di sua madre, non vedeva l'ora di poter ammirare il talento della donna e costatare se fosse brava almeno quanto lei. C'erano numerosi paesaggi di montagna che sicuramente sua madre aveva visto nelle Alpi Svizzere, pieni di laghi maestosi e cristallini. Guardò una ad una le sue opere, fin quando una non catturò la sua attenzione. Nella tela era rappresentata una donna dai lunghi capelli biondi che stava piangendo, in cerca di aiuto, con alle sue spalle un uomo con ali d'angelo. Hanna osservava la tela confusa, fin quando non realizzò che la donna indossava un vestito identico a quello che era nell'armadio, e l'uomo una camicia blu a quadretti. Continuando ad osservarli, si rese conto che si trattava di un ritratto dei suoi genitori. Riuscì a riconoscere il padre dai suoi occhiali da vista, la montatura era infatti la stessa che usava tutt'ora quando lavorava davanti al PC. La camicia, alla fine, non destava troppe perplessità; era un altro il dettaglio che la lasciò disorientata: le ali. Perché sua madre aveva dipinto suo padre come un angelo?
Continuò a frugare nell'armadio assieme a Klaus, e nella loro ricerca trovarono più di dieci tele simili a quella: ogni volta, anche se lo scenario era diverso, la madre aveva sempre lo stesso vestito. Lo stesso valeva per il padre, che in ogni singola tela era rappresentato come un angelo, con la sua camicia a quadretti.
<< Hanna, siamo qui da venti minuti. Dobbiamo andarcene, o qualcuno ci potrebbe scoprire. >> disse Klaus, perplesso quanto lei dalle loro scoperte.
<< Non adesso, non finché non avrò capito il significato di questo posto!>> replicò Hanna. Klaus non prestò ascolto alla sua insistenza, trascinò via la ragazza promettendole che sarebbero presto tornati a fare altre indagini, non appena sarebbe stato possibile. Il giovane infermiere chiuse nuovamente la stanza, poi accompagnò la ragazza nella propria camera.
<< Menomale che nessuno si è accorto di nulla… comunque, confesso che anche io adesso vorrei sapere che cosa c'è dietro a questa storia. >> dichiarò Klaus incuriosito.
<< A chi lo dici, speravo di schiarirmi le idee e invece sono ancora più confusa. Però sono sicura che arriveremo in fondo a questa storia insieme. >> replicò la ragazza dai capelli biondi. Dopo essersi dati la buonanotte, Hanna si distese nel suo letto. Persa nei suoi pensieri, fissò il soffitto con lo sguardo vuoto, continuando a domandarsi che significato si celasse dietro quelle tele.
Al mattino, mentre Hanna stava facendo colazione, lanciava sguardi a Klaus. Entrambi stavano pensando ancora a ciò che avevano trovato nella stanza segreta la notte appena trascorsa. Ambedue si chiedevano che storia si nascondesse dietro a quelle tele, e ogni tanto osservavano Hans ed Olga. Fortunatamente per i due ragazzi, nessuno sospettava nulla.
<< Hans, dopo ti va di allenarti un po' insieme? >> domandò Olga mentre sorseggiava il suo caffè al ginseng.
<< Non dovrei avere grossi impegni questa mattina, d'accordo ci sto. >> rispose l'uomo pulendo le lenti dei suoi occhiali da vista. In quell'attimo, Heinreich arrivò in sala: i capelli scompigliati e la t-shirt fradicia di sudore lasciavano intendere che avesse appena fatto ritorno dalla sua consueta corsa mattutina.
<< Certo che potevi anche darti una sistemata prima di venire a fare colazione. >> lo bacchettò immediatamente Hans.
<< Sono esausto.. avrò il diritto di riacquistare i sensi un attimo, eh! >> replicò il medico riprendendo fiato.
Dopo la colazione, Klaus era impegnato a fare una sessione di acqua gim con un gruppo di signore; mentre Edith era nuovamente alla sua postazione, a rispondere alle telefonate dei clienti che chiamavano per prenotare il loro soggiorno al centro benessere. Intanto, Hanna, dalla finestra della sua camera, osservava la signorina Keller in giardino fare vari esercizi di stretching. La osservò per un po', prima di tornare a immergersi ancora una volta nella lettura del suo libro. Nel frattempo la signorina Keller era stata raggiunta dal signor Schmidt in tuta da ginnastica. Solo poche persone sapevano che Olga Keller in passato era stata una grande campionessa di judo, sport che aveva cominciato a principiare già all'età di sette anni. Durante il suo percorso, anni orsono, era riuscita a raggiungere la cintura marrone. Purtroppo, durante la sfida per diventare cintura nera subì un brutto infortuno che intaccò nella sua carriera, impedendole di continuare ulteriormente quella disciplina. A distanza di anni però, aveva continuato ad allenarsi e a mantenersi in forma. A differenza sua, il signor Schmidt in passato non era affatto un tipo atletico, non aveva assolutamente alcuna conoscenza di autodifesa. Per questa ragione poco dopo il funerale della baronessa, la signorina Keller si offrì di impartire all'uomo alcune lezione basilari. Hans voleva diventare più forte, così che avrebbe potuto davvero essere in grado di proteggere il barone, sua figlia e il castello. I due avevano trascorso molto tempo ad allenarsi insieme, oltre alle serate passate ad accudire il loro titolare. Avvenne così che col tempo i sentimenti di amicizia e rispetto che Olga nutriva per Hans, diventarono qualcosa di più intimo e profondo. Più di una volta la donna era stata sul punto di confessare i suoi sentimenti all'uomo dai capelli biondi, prima ancora che il suo titolare lo scoprisse. Durante la festa del primo compleanno di Hanna, Olga aveva preso finalmente il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti.
Quando però si presentò al cospetto di Hans, un brutta sorpresa la stava attendendo. Il collega, infatti, era arrivato al party in compagnia di un'altra donna. Nel momento in cui il signor Schmidt presentò la fidanzata Tunja al barone e alla signorina Keller, la donna congelò dentro al suo cuore i suoi sentimenti per lui. Ormai, agli occhi di Hans lei era solo un’amica e collega, quindi confessare i suoi sentimenti non avrebbe fatto altro che renderle le cose ancora più difficili.
<< Come ai vecchi tempi? >> domandò Hans mettendosi in posizione.
<< Come ai vecchi tempi. >> ribatté Olga posizionandosi a sua volta.
I due presero a sfidarsi nel giardino del castello. Malgrado lo scorrere del tempo, la donna era sempre un passo avanti a Hans. Olga sferrò un calcio e stese l'uomo, poi si avvicinò al collega aiutandolo a rialzarsi.
<< Non male.. devi però allenarti più sodo, ti sei un po' arrugginito >> dichiarò la donna ridacchiando. In effetti, negli anni trascorsi il signor Schmidt si era occupato esclusivamente di occultare i cadaveri delle vittime del barone, non aveva mai effettivamente avuto occasione di affrontare uno scontro diretto.
Terminata la sessione di acqua gim, il giovane Klaus si fermò a prendere una lattina di coca cola al distributore automatico della clinica. Inserì le monetine e attese che la lattina cadesse giù nell'apposito scomparto, poi la prese stappandola e cominciò a berne qualche sorso. Mentre si dissetava continuava a ripensare a ciò che lui e Hanna avevano trovato nella stanza segreta. Quella camera potrebbe essere un tempo appartenuta ad Emma. Perso nei suoi pensieri, cercò di dare una spiegazione al senso di quei disegni o di quei numerosi appunti scritti completamente a mano. Voleva tantissimo chiedere un saggio consiglio alla sua collega e amica Edith, ma sapeva che la giovane infermiera Berger avrebbe indubbiamente contestato il loro aver mancato di rispetto al divieto di accesso. Si ormai erano fatte le 12:33, e per cercare di svagare un po' la mente da tutte le sue ipotesi, Klaus decise di prendersi qualche ora libera e propose ad Edith e Hanna di andare con lui al centro commerciale di Zurigo. Con la scusa di portare le due a fare shopping, avrebbe acquistato il materiale per l'allestimento della festa a sorpresa e il regalo per il compleanno della giovane figlia del suo titolare. Hanna sorrise, era sempre felice di passare del tempo con Klaus e Edith, ciononostante fece presente che avrebbe dovuto prima chiedere l'autorizzazione al padre. Non era assolutamente concepita l'idea di uscire senza che il genitore avesse espresso il suo consenso. Certamente molti suoi coetanei non avevano difficoltà ad uscire senza autorizzazione o senza avvisare. Ma per Hanna era diverso, non ne era abile e non voleva nemmeno imparare ad esserlo. Era consapevole del fatto che suo padre si sarebbe preoccupato e arrabbiato molto, rischiando così di perdere la sua fiducia e quella poca libertà che le era concessa. Per lei non era un problema uscire in compagnia, a patto che fosse qualcuno noto e approvato dal padre. In fondo, così sarebbe stata molto più al sicuro. Difatti, più di una volta, il medico l'aveva illuminata dei numerosi pericoli che una donna al giorno di oggi corre ad andare in giro da sola, rammentandole che lei era una fanciulla molto timida, insicura e sopratutto minuta. Insomma, una facile preda per un eventuale molestatore. La verità era che il medico voleva assicurarsi che la figlia vedesse e apprendesse solo ciò che lui riteneva opportuno. Se Hanna avesse iniziato ad andare in giro da sola e a farsi nuove conoscenze, molto probabilmente avrebbe potuto rivalutare il suo rapporto con lui. Il barone non voleva rischiare di perdere il suo potere sulla ragazza e finire, di conseguenza, col perderla per sempre.
I tre giovani arrivarono al centro commerciale Lichtof, uno dei migliori centri commerciali della cittadina svizzera. Arrivarono nel parcheggio del centro commerciale a bordo della Fiat 4x4 di Klaus. Una volta scesi dall’auto, il giovane infermiere controllò svariate volte se l'auto fosse o meno chiusa.
<< Dai che è chiusa! Diamine, qualcuno dovrebbe inventare un sensore per automobili che ripeta continuamente “è chiusa coglione”, se mai esisterà giuro che te lo regalo immediatamente. >> dichiarò Edith a braccia incrociate. Hanna ridacchiava, quando Edith era spazientita le ricordava troppo suo padre.
<< Arrivo! Mica possiamo rischiare di tornare al parcheggio e scoprire che ci hanno rubato qualcosa o meglio ancora, che l'auto non c'è più. >> replicò l'infermiere seguendo le due ragazze. Entrarono nello stabile, il centro commerciale era diviso in tre piani e svariati reparti, si poteva trovare davvero di tutto. Al primo piano c'era la caffetteria, dei negozi di abbigliamento per donna, un supermercato e un negozio di elettronica.
<< Se non vuoi annoiarti mentre facciamo shopping, potresti andare a prendere qualcosa alla caffetteria. >> disse Hanna rivolgendosi a Klaus.
<< Guarda, sarei tentato di farlo ma rischio che poi tuo padre mi sbudella se scopre che vi ho lasciate incustodite. >> ribatté Klaus.
<< Oh, il nostro prode paladino! >> replicò Edith punzecchiando l'infermiere. Klaus si trattenne dal togliersi una scarpa e tirarla in testa alla sua simpatica collega. Il trio entrò nel primo negozio di abbigliamento, si trattava di Zara – ma Hanna, come al solito, non vedeva nulla che potesse starle bene.
<< Non capisco come fanno tutte le persone che vengono qui e trovano il mondo, poi arriviamo noi e non c'è mai un cavolo di decente! >> disse Hanna un po' scocciata.
<< Forse perchè avete dei gusti improponibili. >> rispose ironicamente Klaus. Il secondo negozio si chiamava Prestige Boutique, ma i tre non lo presero nemmeno in considerazione. I prezzi dei loro capi erano davvero alti e sebbene Hanna disponesse della possibilità economica per acquistarli, preferiva scegliere sempre moda low cost. Per recarsi al terzo negozio di moda femminile, passarono davanti al negozio di elettronica dove due anni prima Heinreich aveva acquistato il suo Samsung Galaxy AO3S, dopo che il suo storico Samsung J3 aveva deciso di porrre fine alla sua esistenza. Hanna iniziò a rammentare, ricordava perfettamente quel giorno. Il medico si lamentava da tempo della scarsa memoria di quel oramai vecchio dispositivo, ma in fondo, c'era particolarmente legato. Lo aveva da cinque anni, e sebbene ormai avesse iniziato ad avere qualche acciacco, restava un buon telefono. Una notte, suo padre era andato a dormire, e come sempre aveva posizionato il cellulare sul proprio comodino. Al mattino accadde l'imprevista tragedia. Il povero Samsung J3 non dava più segni di vita, vani risultarono i tentativi di Hans nel cercare di farlo riprendere. Preso dal panico il barone si era recato nel primo negozio di assistenza di Zurigo, e purtroppo la sentenza era la peggiore. Il dispositivo era andato, e sicuramente nemmeno sistemarlo poteva garantire il suo perfetto funzionamento. Considerando poi che la riparazione superava la spesa di un eventuale nuovo cellulare, Heinreich decise di fare la scelta più intelligente e parsimoniosa, ovvero comprare un nuovo dispositivo. Si era quindi presentato al negozio di elettronica del centro commerciale Lichtof, lì avevano i migliori prodotti secondo il suo modesto parare. Per la modesta cifra di 152,97 franchi svizzeri, che corrispondevano a 160 euro, il medico si portò a casa il suo nuovo cellulare.
I tre ragazzi entrarono quindi da Moon, qui Hanna cominiciò a vagare per il negozio, alla ricerca di qualcosa di bello da indossare per la sua permanenza in Italia.Acquistò quindi tre diversi vestiti: uno corto fino alle ginocchia di colore bianco con una fantasia floreale e senza maniche. Il secondo abito era un tubino nero, di una stoffa vedo o non vedo, con le maniche in pizzo – il modello ricordava molto uno stile gotico. Infine, l'ultimo era un vestito stile imperiale: senza maniche, lungo, elegante e di color verde smeraldo.Aveva intenzione di sfoggiarlo nel caso in cui una di quelle cene avessero cenato in qualche ristorante di lusso.Edith non acquistò niente, come al solito non c'era nulla in quei negozi che le piaceva, sia lodato Aliexpress, pensava.Al secondo piano del centro commerciale c'erano una libreria, un negozio di videogiochi, un centro estetico, una palestra e diversi posti dove potersi fermare a mangiare qualcosa di sfizioso.Si recarono a fare un giro nella libreria, sia Edith che Klaus non erano convinti di regalare un libro alla ragazza.Per la gioia di Klaus fecero tappa al negozio di videogiochi, Hanna non giocava a nulla, quindi lì non c'era assolutamente nulla di adatto. In compenso, l'infermiere aveva trovato un paio di giochi per la Play Station 4 in offerta.Edith nel mentre approfittò della distrazione di Hanna, intenta a guardare in giro con Klaus, per fare una corsa alla libreria. Prese per sua cugina un manga che voleva consigliarle da tempo, edopo aver pagato, si affrettò nuovamente dai due – nessuno si era minimamente accorto della sua breve scomparsa.Hanna propose ai due di prendere un gelato, così il trio fece una sosta alla gelateria accanto alla libreria. Hanna ordinò una coppetta con vaniglia, pistacchio e caramello salato, mentre Edith optò per un cono con stracciatella, nocciola e fior di latte.
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Più flessibili e resistenti le tute spaziali per Artemis 3
Più flessibili le nuove tute per la Luna. Preparate dall’azienda Axiom per la missione Artemis III. Per il momento è nera, con strisce arancioni e blu, ma nella sua versione definitiva sarà bianca, la nuova tuta per gli astronauti che nel 2025 torneranno a mettere piede sulla Luna con la missione Artemis 3. Il prototipo, presentato dalla compagnia Axiom in collaborazione con la Nasa, mostra una tuta più funzionale di quelle usate per le missioni Apollo: avrà luci sull'elmetto per esplorare, uno zaino sulle spalle con il sistema di sopravvivenza, stivali ben isolati per proteggere dal suolo gelido e giunture flessibili per braccia e gambe per garantire una maggiore mobilità.
Particolare del prototipo della nuova tuta per il ritorno alla Luna. La versione definitiva sarà bianca (fonte: Axiom Space) La nuova tuta si chiama AxEMU (Axiom Extravehicular Mobility Unit) ed è stata progettata "per fornire maggiore flessibilità, maggiore protezione dall'ambiente ostile e strumenti specializzati, in modo da soddisfare le esigenze di esplorazione ed espandere le opportunità scientifiche", spiega Axiom, che per questo progetto specifico ha siglato un contratto da 228 milioni di dollari con la Nasa. "Utilizzando tecnologie innovative e un design flessibile, queste tute spaziali consentiranno una maggiore esplorazione della Luna". Le dimensioni possono essere adattate alle esigenze di indosso di una più vasta gamma di astronauti. Innovative articolazioni morbide e dure forniranno una maggiore libertà di movimento per camminare più facilmente sulla Luna, eseguire compiti geologici e scientifici in modo più preciso e traslare più facilmente sulle stazioni spaziali, il tutto massimizzando il comfort. "Le tute sono la prima parte del programma per la Luna che sta diventando realtà", afferma Lara Kearney, a capo del programma per le attività extraveicolari e la mobilità umana in superficie della Nasa presso il Johnson Space Center. "Stavolta atterreremo al polo Sud - aggiunge Bob Cabana, amministratore associato della Nasa - è sarà una sfida imparare come operare e sfruttare le risorse lunari nel lungo periodo". Prosegue così la collaborazione con i privati che fin dall’inizio ha caratterizzato il programma Artemis. Con le aziende sono stati infatti messi a punto il più grande razzo mai costruito, lo Space Launch System che ha portato in orbita la capsula Orion nella missione Artemis I, la stessa capsula Orion e i sistemi di Terra che la controllano, e la collaborazione fra agenzie spaziali e privati è anche alla base del progetto per la costruzione della futura stazione spaziale Gateway destinata all’orbita lunare, i sistemi di atterraggio e i moduli pressurizzati per la futura base lunare. Read the full article
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Ma la maglia bianca sotto la tuta è sempre la solita? 😭😭
Non lo so
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Esercizio: le scarpe del tuo personaggio
Furioso
Odiava svegliarsi in quella stanza dai toni pastello. Odiava quel minuscolo bagno in camera, odiava la finestra con le inferriate. Odiava indossare quei vestiti preparati per lui da altre persone, non poteva più scegliere niente. Odiava quelle maledettissime scarpe. Odiava dover sottostare a tutte quelle migliaia di regole inutili che aveva accettato di rispettare solo per poter restare in quella prestigiosa clinica riabilitativa. Doveva resistere, doveva dimostrare di saper tenere a bada la sua incontenibile ira. Ancora qualche tempo, ancora un po' di pazienza tra terapie di gruppo, cure farmacologiche e buone azioni calcolate per avere una prova certificata di non essere un soggetto a rischio, né per sé né per gli altri. Voleva solo tornare alla sua vita! Infilò i pantaloni della tuta verde (mio Dio! Verde??!!) e la maglietta grigia che gli era toccata quella mattina. Sospirò attingendo a tutto lo spirito di adattamento di cui poteva disporre. Quasi pronto, gli mancavano ancora le scarpe. Le fissò come se volesse incendiarle con lo sguardo. Erano delle semplicissime slip on di tela bianca, con la suola in gomma. Comode, loro, tranquille. Non gli avevano fatto niente di male. Eppure sentiva crescere quella preoccupante tensione dentro di sé. Gliele avevano consegnate il primo giorno, ritirando le sue Nike nere con il resto dei suoi vestiti in una scatola che avrebbe riavuto all'uscita. Gli avevano spiegato che non poteva tenere con sé oggetti pericolosi.
Si era fottuto talmente tanto il cervello che adesso era pericoloso lasciarlo da solo persino con un laccio delle scarpe. Ecco a che punto era arrivato. Provò vergogna, si sentiva indegno, fallito, spezzato. E adesso la sentiva tutta quella rabbia ribollirgli dentro, e capiva che non l'avrebbe più rivolta all'esterno. In quella mattina di monotono odio aveva chiaro che alla prossima crisi avrebbe fatto del male a sé stesso. Sentiva dentro sé tanta potenza da autodistruggersi.
Calciò quelle maledette scarpe contro la porta e tornò a letto. Decise che avrebbe saltato tutto: colazione, incontri, stanza comune, terapia. Sarebbero venuti a cercarlo. Quel giorno non avrebbe fatto il bravo paziente che finge equilibrio. Voleva solo restare nascosto nel buio, sentire la violenza del suo malessere trasformarsi in dolore.
Poco dopo l'infermiera con cui litigava tutti i giorni entrò e trovandolo così, la sentí fare un verso compiaciuto. Si avvicinò per sollevare le coperte e guardarlo in viso, lui ebbe una certa soddisfazione a non essersi fatto trovare in lacrime. La guardò con tutto l'astio di cui era capace, poi lei esclamò: "Bene ragazzo, era proprio ora di cominciare a fare sul serio!"
Stronza.
Però aveva ragione: quel giorno aveva iniziato il suo percorso. Davvero.
"Quanto freddo hai Bastiano, piccolo uomo in alto sulla rupe stampato lì a fissare il precipizio con gli occhi color supplica di cane tu faresti il primo passo e per il resto basterebbe qualche cosa come una tenace convinzione e poco contano le leggi fisiche di forza e di piume che sfoggiano le aquile.
Bastiano sei ancora quello vero?"
G.
18/01/2023, 10:23
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