#trattenere le lacrime
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Che giornata strana ma bella a modo suo tra flashback e ricordi, risate in famiglia e acquisti utili per dei lavoretti targati i racconti di Vittoria Belli
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Sento una sensazione strana nel petto che è sia quel vuoto che non mi abbandona da quel giorno anzi da anche prima di quel giorno, sia una sensazione di felicità nel vivere di più nella realtà e legarmi ancora alla mia famiglia, ci sono solo momenti in cui sento la tua mancanza dopo aver sentito qualcosa che mi rimanda a piccoli ricordi di quel che abbiamo vissuto o solo immaginato e mi estraneo per un poco, mi vengono gli occhi lucidi e batto forte le palpebre per non lasciare scendere quelle lacrime, non voglio piangere voglio conservare il buono che c'è stato nel mio cuore così da riscaldarlo quando sopraggiunge il freddo di un momento no.
In questo istante nella mia testa passa questa frase della Pausini "e mentre il mondo si è diviso in sette continenti, ci sono io che resto ferma nelle strade dei ricordi" ed è vero tendo a fermarmi spesso nei ricordi mi ci tuffo senza protezioni e poi mi sforzo di ritornare a galla e andare avanti.
Prima volevo urlare ai miei cugini che mi spiano sempre il telefono: «Ma davvero non vi accorgete che manca una chat da Natale su WhatsApp, quell' "animo" come lo avevate soprannominato voi e no non ho cancellato la sua chat come faccio con voi semplicemente per fare spazio, ma quella chat non c'è proprio più, come non c'è più nessun contatto con lui e credetemi fa male, fa davvero male ripensarci».
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raccontidialiantis · 28 days ago
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L'adorata umiliazione (1 di 2) Lo stallone
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Non aspetti altro che io torni dal lavoro. Hai fatto del tutto per poter essere qui a casa mia alle cinque del pomeriggio. Pronta per me, come ogni giovedì. Chissà quale scusa avrai inventato col cornuto, stavolta. Troppo ti piace prostrarti alla mia volontà, inginocchiarti davanti a me. Prepari tutto come sai, per aspettare che arrivi il signore dei tuoi sensi, la vera fonte del tuo piacere, della tua voluttà di schiava. Sei già quasi tutta nuda, come ti preferisco. Adori sottometterti a me. Vuoi essere umiliata, degradata, comandata. Sei stata anche oggi una bambina molto cattiva, lo sai.
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Hai detto nuovamente una grossa bugia a tuo marito, stai per macchiarti ancora di adulterio e ne sei ben cosciente. Però è più forte di te, il gusto dolcissimo di questo tuo segreto peccato, del proibito. Ti senti sporca. Ti dispiace un po’ tradirlo, ma non puoi fare a meno della mia medicina. Io in fondo non vorrei, ma devo proprio punirti, bambina bricconcella. Per farti capire prima di tutto che non si dicono le bugie: non si fa. Poi che comunque sia, tra noi due comando io. Devo umiliarti anche per educarti, renderti mansueta, obbediente, sempre più devota e psicologicamente sottomessa a me, che pure sono la ragione prima del tuo tradimento osceno e terribile. Devi essere solo un puro strumento di godimento, per me. E ti piace esserlo.
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Costituisco infatti per te, me l’hai confessato tra le lacrime e i rimorsi, l'ossessione più assoluta. Siamo attori di una recita moralmente riprovevole, messa in scena solo per soddisfare la tua libidine di femmina poco più che quarantenne, calda e vogliosa di sesso. Per la brama insaziabile che hai del mio corpo e della mia mascolinità, cosa a cui non riesci a resistere. Adori il mio cazzo. Lo veneri. Lo cerchi. La tua personalità di donna risoluta e forte con me è totalmente azzerata. L’idea che hai di me è qualcosa che tiene prigioniera la tua mente. Per un po’ quando vieni a casa e io non ci sono ancora, cerchi i miei indumenti: li annusi e li stringi a te. Quando arrivo poi mi getti le braccia al collo, mi ti adagi sopra, mi ti strusci addosso, come una vera cagna in calore. Non hai più alcuna vergogna o remora, come invece all’inizio della nostra relazione.
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Cerchi di rendermi mansueto, di blandirmi. Mi aduli, vorresti subito il mio sesso. Ma non puoi averlo ancora. Comando io e farai ciò che ti dico. Ti farò quello che voglio. Decido io, con te. Allora per iniziare, quando sono comodo ti somministro una sonora, dolcissima, lenta, sensualissima e intima sculacciata. Rito a cui ti sottoponi opponendoti flebilmente. Infatti, mentre sei ancora mezzo vestita, io ti rimprovero, elenco le tue manchevolezze e tu ti lamenti un po’. Ma comunque scendi rapida le mutandine, ponendoti docile nella giusta posizione, a me la più comoda per arrossare il tuo culo bellissimo di sposa. Mentre schiaffeggio le tue chiappe di donna di un altro uomo ignaro di tutto, tu inizi a godere del tuo essere vera troia, libera ma sottomessa.
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Il tuo adesso è soltanto un culo rosso, un capolavoro di pudore azzerato. Non hai più difesa né vergogna: sei totalmente sfrenata e non ti lamenti, soffrendo e godendo in balia di un uomo che ti plasma a suo piacimento. E che possiede il  tuo cuore e il tuo desiderio più profondo. Ogni tanto ti apro le natiche e infilo un dito nell’ano, gioco con la tua parte più inviolabile. Spesso uso un plug o un fallo di gomma. Mi diverto, a vedere come gemi e godi, vera puttana che altro non sei. Tu allora stringi sempre lo sfintere, a trattenere dentro qualsiasi cosa io ti ci infili. Sei senza più alcuna vergogna, nell’arrenderti: mi concedi tutto, ormai. E pensare che con tuo marito fai la pudìca, non gli permetteresti mai ciò che consenti a me.
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Ogni giorno reciti perfettamente la parte della moglie seria e composta, anche e soprattutto nei rapporti coniugali intimi. Zero fantasia: assoluta ripetitività. Sempre di sabato sera, rapporti canonici e soprattutto rapidi: sbrighiamo ‘sta pratica e via dormire. Niente variazioni. Lui vorrebbe, probabilmente, ma tu non glielo permetti. La tua bocca e il tuo culo se li può solo sognare. Io invece ne faccio quello che voglio. E’ stupefacente il numero di mogli che praticano e concedono con grande esperienza all’amante segreto cose oscene ed estreme che invece condannano severamente in pubblico. Ne ho avute molte. No, non puoi essere gelosa: tu sei solo una schiava per il mio piacere. Stai zitta: ricordalo sempre e fai solo ciò che ti dico.
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Ma confesso comunque che a te in qualche modo tengo. Molto. Non permetterei a nessuno di torcerti un capello. Evidentemente mi sto affezionando. Invecchio anch’io. Per cui, finita la punizione, verrà inevitabile il momento della dolcezza tra noi. Ti farò alzare dal letto e ti accarezzerò a lungo. Poi ti cospargerò di crema, massaggiandoti il corpo e accarezzando moltissimo le bellissime natiche, insistendo sull'ano adorato. Lenirò così anche la tua anima, umiliata ma segretamente felice e anelante. Ammirerò la perfezione delle tue forme, unirò delicatamente e con morbido velluto elastico i tuoi polsi tra loro: è il legame simbolico tra noi due. Ti ricorda che il tuo corpo è di mia proprietà. Anche se sei sua moglie. Infine ti ordinerò di aspettarmi in camera da letto, mentre intanto farò una doccia.
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Finito di lavarmi, mi metterò comodo sul letto. Forse parlerò un po' con te; ti chiederò dei figli, del lavoro, di ciò che ti piace fare. Magari leggerò un po’ le news sul tablet, oppure semplicemente ti guarderò a lungo mentre sei lì immobile, bellissima, impaziente e ti prepari a godere, da brava bambola passiva. Volontà azzerata, ma grande voglia che io mi decida a possederti, violandoti dove più mi andrà. Infine, arriverà il momento che hai aspettato tutta la settimana. Ti prenderò, ti farò mia in modo brutale, senza troppi riguardi: ami essere fottuta con la forza, lo so. Vieni solo così, ormai. Normalmente, già da me preparato in precedenza, mi piace infilare subito il tuo bel culo sodo e sfondato di moglie e madre. Per poi starti a lungo dentro e infine riempirti di crema d'uomo.
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Tu ti inarchi, allarghi al massimo le natiche e mi agevoli. Ti riempio letteralmente di sborra. Eiaculo molto: è tutto in relazione alla mia stazza, alle dimensioni del mio uccello e dei miei coglioni.  Godi come una pazza, nell’accogliere il mio seme. Poi magari ti scoperò in modo tradizionale, se mi andrà. Quindi, come sempre ti ordinerò di finire il lavoro: dovrai svuotarmi tutto completamente. Dovrò essere soddisfatto di te. Non dovrai far cadere neppure una goccia. Poi dovrai pulirmi per bene con la tua bocca, espertissima ormai. Sai già ciò che mi piace e come farmi godere, mia dolcissima puttana. Muoverai la lingua sapientemente attorno al mio glande, mentre inghiotti. Ti è concesso gemere di piacere, mentre mi  bevi.
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Dopodiché, tra un po’ ti lascerò libera di tornare a essere il centro della vita della tua preziosa famigliola, la moglie adorata di un brav'uomo innamorato e fedelissimo. Sarai nuovamente la mamma perfetta, insospettabile, rispettata e irreprensibile. L’esempio di virtù e correttezza per i tuoi figli adolescenti, per i tuoi colleghi dell'agenzia in cui lavori e per chiunque ti conosca pubblicamente. Prima di andare via però, ti piace sempre restare ancora un po’ qui a casa mia. Nuda in cucina, ben felice di essere stata ancora una volta umiliata e usata da me. Resti a sorbire il caffè gustoso e forte che ti preparo con amore. Quelli sono una manciata di minuti sacri, che ti servono per decomprimerti e tornare a vestire i panni della donna tranquilla. Magari un po’ timida, sottotono ma serena, affidabile e leale.
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Quella che siederà stasera a fianco del proprio marito e scherzerà con lui. Perché per lui sei una donna intelligente, morigerata, di sani valori e princìpi. È un uomo ben felice di averti sposata e assolutamente certo dell'unione salda e inscalfibile che ha con te, nonché fiero dell'amore unico che vi lega. Nessuno potrebbe mettersi tra di voi. Un matrimonio solidissimo, il vostro. A prova di playboy. Quanti ne ho vissuti, da terzo elemento segreto! Comunque, tu stasera tornerai a casa soddisfatta. Quando avrete cenato, chiacchierato e messo a letto i figli, tu stagli un po’ vicino. Lo dico anche egoisticamente, perché la vostra pace coniugale resti uguale e io possa quindi continuare ad arrossare e romperti il culo! Seriamente: fagli sentire un po’ di calore muliebre.
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E fagli l’amore. Non essere sempre dura e distaccata, insofferente alle sue carezze come tuo solito. Ricordati che un tempo l’hai amato. Lui continua a sbavare, per te. Ti adora e ti è fedele. Poi, francamente parlando, se lo merita: ti coccola, ti vizia e ti adora. È il padre dei tuoi figli, un marito molto affettuoso e generoso, con te. Provvede alle riparazioni in casa, a pagare il mutuo, a portare gran parte del vostro reddito in famiglia. Cambia l’olio alla tua macchina e ti fa il pieno, cosa a cui tu non pensi mai, sventatella! Spesso poi a sorpresa ti porta dei fiori o del gelato fresco, pur di vederti sorridere. Faglielo appassionatamente, fallo godere di te. Sii la generosa padrona del suo cuore. Tranquilla, che a metterti in riga poi penserò al solito io giovedì prossimo, non ti preoccupare.
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RDA
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hermesticazzz · 5 months ago
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Cercando di sorridere e trattenere le lacrime perché il mondo non è finito quando Liam si è “scordato” di portarmi un souvenir da Santorini
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qualcosasiamostatiblog · 5 months ago
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"Nessuno conosce la vera me, nessuno sa quante volte mi sono seduta nella mia stanza e ho pianto, quante volte ho perso la speranza, quante volte sono stata delusa.Nessuno sa quante volte ho dovuto trattenere le lacrime, quante volte sono stata sul punto di scattare, ma poi non l'ho fatto per il bene degli altri. Nessuno sa i pensieri che sono passati nella mia mente quando ero triste, quanto orribili fossero.Nessuno conosceva i miei sorrisi finti, i miei "sto bene"
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singinthegardns · 2 months ago
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"Non ti amo più" mi hai detto e io sono solo riuscita a pensare a quando mi amavi ancora, a quando ti brillavano gli occhi e non c'è sensazione più brutta di quando la vita ti da tutto quello di cui hai bisogno e poi ti lascia un vuoto dentro, non c'è niente di più brutto che rimanere lì nella parte di chi ha preso a desiderare di essere guardata con gli stessi occhi di ieri e a non poter accettare che ieri non ritornerà più, esiste solo domani. Mi hai detto "non ti amo più" e io mi sono detta "non piangere, ti prego non piangere. Ce la puoi fare. Devi ingoiare il dolore, trattenere il cuore, fingerti indifferente, non devi piangere, non puoi mostrarti debole, non ora, non adesso. Dai, non piangere. Non sentire questo vuoto nel petto." Ma intanto stavo già china sul tuo petto, col le tue mani tra gli stessi capelli che ho lasciato la prima volta sul tuo letto, intanto stavo già tirando pugni sul tuo petto, e mi dicevo "sii forte. Non piangere." Eppure stavo già piangendo. È che brucia ancora anche se nessuno se ne accorge è che bruci ancora anche se ormai tutto scorre anche se il respiro non mi manca più, quando ti penso anche se gli occhi non piangono, mentono anche se sono dieci volte più forte rispetto all'ultima volta che ti ho perso lo sai, sono piena di pensieri da averne fin sopra i capelli eppure potrei rilassarmi, godermi la felicità che ho cercato tanto, per cui ho combattuto la felicità delle cose semplici, dell'amore che concede senza chiedere, la felicità del mare che entra dalle finestre ma non lo so fare, che posso farci? Almeno non completamente perché poi mi torni in mente perché mi torna in mente tutto tutta la vita capovolta e poi distrutta e tutti che sanno dire solo: non è giusto mi torna in mente il fiato corto, quella notte che ho pianto così tanto da consumarmi. Tutto l'alcol che non ho bevuto per divertirmi ma per non pensarci mi tornano in mente gli sbagli, e la rabbia, e la casa troppa vuota e la mia solitudine così immensamente profonda mi tornano in mente le notti insonni a guardare la tv per non sentirmi pensare mi torna in mente che dopo il bene c'è sempre il male, dopo il male ancora il bene non si possono separare e la mia unica vera fortuna è respirare, sai esserci e avere ancora il cuore intatto che mica lo so com'è che faccio è che combatto possono farmi quello che vogliono, non me lo distruggeranno. è che brucia ancora non posso farci niente brucia la ferita quando mi ritorni in mente sei una canzone che fa sempre piangere mi entri negli occhi e porti via lacrime con tutta la violenza del mondo sembra un'operazione chirurgica, più che altro ma io non smetterò mai di piangere per te perché le lacrime non sono sempre dolore l'ho capito adesso, quando mi sono chiesta: perché mi sento così felice eppure piango lo stesso?
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trattenere le lacrime e dire “sto bene” è un altro tipo di dolore.
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princessofmistake · 2 months ago
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"Ti posso abbracciare? Mica corriamo qualche pericolo, giusto?" Sembra esitare per un attimo, poi posa lo zaino, mi si avvicina e mi abbraccia. Mi stringe così forte a sé che sento il suo corpo morbido e caldo. Poi piega un poco la testa all’indietro, forse per guardarmi meglio, e mi accarezza il volto con il palmo della mano destra. Un palmo piccolo e talmente sottile che mi ricorda una farfalla. […] La stringo forte, assorbo il suo calore e la sua tenerezza mentre cerco di trattenere le lacrime. E sono sicuramente vivo.
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cuoreenero · 1 year ago
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“Trattenere le lacrime é terribile. Ti brucia la gola, il naso, respiri male e non fai altro che ripeterti ‘non quí’.”
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nonamewhiteee · 11 months ago
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tre gattini, ma uno cerca di trattenere le lacrime in treno col nodo alla gola che stringe:)
#me
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Trattenere le lacrime è terribile. Ti brucia la gola,il naso,respiri male e non fai che ripeterti
non qui
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per la guerra dei grandi mi sono ritrovata ferite sulla schiena e sulle braccia.
per la guerra dei grandi ho dovuto trattenere le lacrime negli occhi, il dolore nel petto, la rabbia nelle mani.
per la guerra dei grandi ho trattenuto le urla e non ho risposto.
per la guerra dei grandi ho dovuto fare a pezzi il cuore, ho i buchi nell'anima, i segni negli occhi.
per la guerra dei grandi ho esiliato la fiducia, ho smesso di promettere.
per la guerra dei grandi ho mandato via l'infanzia, ho cacciato i capricci, ho chiuso le porte ai desideri, ai sogni, alle giornate di sole.
per la guerra dei grandi, sono diventata grande.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Resa d'amore
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Mentre facevamo l'amore mi stringeva tenendo la mia testa sul suo petto e io gli baciavo quella sua pelle liscia e profumata… per poi leccarlo lentamente, con la punta della lingua. Sai cosa mi ripeteva?
Cosa?
"Sei mia, tu sei solamente mia." Lo ripeteva di continuo, afferrandomi per i capelli e guardando il mio viso, il mio sguardo, mordendo poi le mie labbra. Voleva lasciarmi qualcosa di sé, affinché io non dimenticassi quelle sue parole, quella sua pretesa.
E tu?
Io cosa?
Cosa gli hai risposto quando ti diceva che eri sua.
( silenzio)
Allora? Vuoi rispondermi?
Gli ho risposto… "sì, stasera sono tua."
www.malikahajer.tumblr.com
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Una donna che capitoli davanti a un uomo non è un'anima debole. Normalmente, debole è chi indossa una corazza chiamata carattere. Armatura che in genere è fatta di difficoltà ad ammettere i propri lati fragili, i segreti da non rivelare. E poi un debole si nutre dei 'sono fatto così', dei 'non mi hai capito', della capacità orribile di trattenere le lacrime e non far trasparire le emozioni.
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Una donna che confessi appartenenza, amore, sofferenza e attrazione è forte per definizione: ti cattura senza muovere un dito. Con il suo bisogno di essere amata, coccolata e protetta. Senza rendertene conto ti trovi ai suoi piedi, pensando magari di aver vinto la battaglia per la conquista del Paesello. Mentre lei intanto ha già preso possesso della tua intera ragione.
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RDA
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conilsolenegliocchi · 1 year ago
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~ Le mie parole ~
Le mie parole
sono lacrime che non ho lasciato cadere,
sono dolore che non ho voluto urlare,
sono brividi che ho dovuto tacere,
sono sentimenti che cambiano forma,
sono ricordi che si ribellano all'oblio,
sono segreti cullati dalla gelosia,
sono voli verso cieli che nessuno conosce.
Le mie parole
sono emozioni, nate libere, sincere,
che almeno qui, non voglio più trattenere.
@conilsolenegliocchi 🐞
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papesatan · 1 year ago
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“Ero veramente un bambino difficile. Non è che non capissi le cose o facessi fatica ad apprendere. Era semplicemente che non riuscivo a star fermo più di cinque minuti… che più o meno era il mio massimo periodo di concentrazione. Finivo quasi sempre per essere espulso dalla classe. Fu lì che, dopo avermi visto quattro o cinque volte in corridoio, Mister Pigden si prese cura di me. M'insegnò tutto lui. Non solo la didattica, ma anche a controllarmi, a canalizzare la rabbia e a contare fino a dieci prima d’esplodere come facevo di solito. Io non lo so perché mi scelse, ma lo fece. Mi diede delle responsabilità. Ero io a dover raccogliere i registri degli insegnanti, io a controllare che tutti bevessero la loro razione di latte. Era davvero bello, semplicemente mi sentivo importante. Mi ha fatto capire che potevo servire a qualcosa. Era l’uomo più grande del mondo. Amo quell’uomo.”
Cresciuto senza padre e frequentemente abusato dal patrigno violento, Ian Wright (uno dei più grandi bomber della storia dell’Arsenal) descrive così il suo rapporto col maestro Sidney Pigden, l’uomo che in qualche modo ne mutò la vita. I due si rincontreranno solo nel 2005 e alla vista del vecchio maestro, Ian scoppierà a piangere, incredulo: “Non posso crederci… mi avevano detto che era morto”. Lo sguardo  svagato e smargiasso che cambia d’improvviso espressione, gli occhi che cercano disperata conferma, la sacra deferenza nel togliersi il cappello e, su tutto, la voce dolce e gentile del vecchio maestro che sembra provvedere ancora a quel bambino, al suo cuore smarrito, fissandolo intensamente come a dirgli: “Va tutto bene, sono qui e sono fiero di te”. Avrò guardato questo video centinaia di volte, di continuo, e ogni volta penso QUESTO, insegnare è questa cosa qui e non riesco a trattenere le lacrime, perché chissà se un giorno Rayan riuscirà a costruire il robot che ha in testa e ad aprire un negozio di elettronica, se Mirko diventerà papa Michele I, come tanto sogna, o Jacopo farà il calciatore, e incontrandoli, ormai anziano, si fermeranno a salutarmi, mi vedranno, ricorderanno tutto e allora saprò d’avergli lasciato qualcosa, una briciola di vita nel taschino, saprò d’esser stato un buon insegnante e non solo un freddo businessman, pronto a lucrare su asineria e ignoranza per vile tornaconto, ogni bambino una fattura. Non so se sarei in grado di fare ciò che ha fatto Mr. Pigden con Ian Wright, in un mondo, il mio mondo, in cui le mele marce si sostituiscono al primo morso, perché troppo dispendiose. Chissà se sono ancora capace d’insegnargli qualcosa di buono. Chissà cosa ricorderanno un giorno del loro folle tonto maestro.  
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singinthegardns · 11 months ago
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"Però, sai? Forse ti sto dimenticando. Non piango più dopo averti parlato, né dopo averti visto parlare con un'altra, e nemmeno dopo che i nostri occhi si sono incontrati. Certo, il tuo nome mi smuove ancora qualcosa dentro, certo, quando penso a cosa eravamo, e non siamo più, ho ancora il vuoto allo stomaco, certo, quando passo davanti la tua classe spero ancora di vederti sulla soglia, certo, fa male vederti trattare le altre come trattavi me, certo, a volte mi tornano alla mente tutti quei ricordi, certo, ogni tanto li rileggo i tuoi messaggi, e continuo a sorridere, certo, lo controllo ancora il tuo ultimo accesso, certo, quando qualcuno dice una frase che avevi detto tu, mi viene un po' di malinconia, certo, non riesco ancora a guardare nessun ragazzo senza pensarti, certo, continuo a sognarti ogni notte, certo, qualche volta mi capita di sentire ancora la tua notifica, e ci rimango un po' male quando apro il telefono e non c'è un tuo messaggio, e mi sento stupida ad averci sperato, certo, continuo a scambiare qualche passante per te, certo, se mi dicono "amore" continuo a pensare ai tuoi occhi, certo, ogni tanto ho quei momenti in cui mi butto sul letto, ti penso, e mi prende la nostalgia, certo, cammino ancora per i corridoi di scuola con quella strana ansia d'incontrarti, certo, nessun ragazzo regge mai il confronto che faccio con te, certo, ti penso ancora appena mi sveglio, prima di dormire, e anche per tutto il resto della giornata, certo, ho ancora una nostra foto come sfondo, certo, ho ancora la tua chat fissata in alto, certo, mi manchi ancora un po', forse, un po' di più di un po', certo, ogni tanto mi viene da piangere, ma ho imparato a ricacciare le lacrime indietro. Però, sai? Forse non ti sto dimenticando, per niente, però ci provo, me lo impongo, me lo sono imposta più volte, "basta lui mi ha dimenticata, devo farlo anch'io", poi però torni tu, torna il tuo ricordo, torna quell'assurda speranza nel tuo ritorno, e non ci riesco, o forse non voglio, non voglio dimenticare cosa sei stato, né cosa saresti potuto essere,no, non voglio proprio dimenticarti, anche se fa male, fa malissimo, ma il problema è che dimenticarti, mi fa più male di continuare ad amarti. Quindi aspetterò, e forse ti dimenticherò, un giorno, forse mai,ma infondo mi va bene così, forse è così che deve andare, no? Tu che sorridi a un'altra, e io che cerco di trattenere le lacrime. E forse un giorno ti dimenticherò, dimenticherò la ragione dei miei sorrisi, dei miei pianti, delle mie ansie, delle mie paure, e di tutte quelle cose, che solo tu sei in grado di provocare, e mi chiederò che ci vedevo di speciale in te. Poi forse, sarà un giorno di sole, o magari di pioggia, forse di nebbia, grandine, forse sarà autunno, o forse primavera, forse sarà al mare, magari in montagna, o, perché no? In città, sotto la luce del sole, o sotto uno spicchio di luna, forse mentre sarò presa dai miei pensieri, forse dopo una lunga giornata, forse di prima mattina, forse quando sarò in vacanza, ma insomma, poco importa, del perché, del quando, e del dove, ma succederà, che la vita, dolce amara per com'è, mi ricorderà di te, dei tuoi occhi, dei tuoi lineamenti, mi ricorderà di chi sei, probabilmente non ricorderò più il tuo nome, non è quello l'importante, o forse sì, anzi, sicuramente lo ricorderò, e mi ricorderò di te, dei sorrisi, e dei pianti, delle insicurezze e le paure, dei "vaffanculo", dei baci, dei "ti odio", della voglia che avevo di dirti "ti amo", degli abbracci, di quel posto in cui mi hai portata quella sera, delle cazzate, delle giornate no, della tua presenza a migliorarle, dei sabati sera trascorsi insieme, e di quelli passati a sentire la tua mancanza, dei messaggi, delle chiamate, dei "va via", che tradivano voglia soltanto di abbracciarti, mi ricorderò di tutto ciò che abbiamo passato, e che ho passato, dell'inizio e della fine, e mi ricorderò che ci vedevo in te, e mi riinnamorerò di te, anche se tu non mi vorrai, per poi scoprire, di non aver mai smesso di amarti."
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animatormentata · 1 year ago
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Trattenere le lacrime e il groppo in gola per non farsi vedere deboli e fragili davanti alla propria madre per non farla preoccupare <<<<
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