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Rediscovering Traditions: How South African Lifestyles Preserve Heritage
Rediscovering Traditions: How South African Lifestyles Preserve Heritage South Africa is a country rich in cultural diversity and traditions that have been passed down through generations.The South African lifestyle plays a significant role in preserving and promoting these traditions, allowing themto flourish despite years of colonial influence and modernization. The Importance of Tradition Tradition acts as a thread that stitches individuals together with their roots, enabling them to connect with theirancestors and maintain a sense of identity. In South Africa, traditions are deeply embedded within the fabric ofsociety and encompass various aspects of life, including language, art, music, food, and religious practices. These traditions reflect the country's diverse population, which consists of indigenous African communities,European settlers, and Asian immigrants. Such diversity has resulted in a unique blend of traditions that makeSouth Africa a cultural melting pot. Preservation Through Festivals and Celebrations Around the country, numerous festivals and celebrations provide opportunities for South Africans to showcase andrevive their rich cultural heritage. These events act as platforms to celebrate traditions and educate theyounger generation about their significance. One such example is the Durban July horse racing event, which combinesfashion, entertainment, and sport. This event not only highlights the sport of horse racing but also showcasesthe vibrant Zulu culture with participants donning traditional attire and engaging in cultural performances. The National Arts Festival in Grahamstown is anothersignificant event that celebrates South African heritage. This festival, spanning various art forms, attractsartists from all over the country and serves as a platform for them to express their cultural identities throughplays, music, dance, and other artistic expressions. Food as a Gateway to Tradition South African cuisine is an integral part of the country's traditions, telling stories of cultural exchange andhistory. Traditional dishes like boerewors, bobotie, and sosaties showcase the influence of indigenous Africancooking methods combined with flavors brought by European and Asian settlers. Furthermore, the act of preparing and sharing meals remains a fundamental aspect of South African lifestyles.Families and communities gather around meals, often sharing recipes handed down through generations. This bondingexperience not only nurtures social connections but also ensures that culinary traditions are preserved. Conclusion The South African lifestyle embodies the spirit of preserving traditions and heritage. From festivals thatcelebrate cultural diversity to the sharing of traditional meals, the people of South Africa continue to honortheir roots. By rediscovering and embracing their traditions, South Africans ensure that their cultural heritage remainsvibrant and alive. This commitment to preserving traditions enriches the country's identity and fosters a deepsense of pride among its people. FAQs 1. What are some famous South African festivals? Some famous South African festivals include the Durban July, the National Arts Festival, and the Cape TownInternational Jazz Festival. 2. How does South African cuisine preserve traditions? South African cuisine combines indigenous African cooking methods with flavors brought by European and Asiansettlers, preserving the culinary traditions of the different cultures that contribute to its diverse heritage.Additionally, the act of preparing and sharing traditional meals ensures the continuity of these culinarytraditions. 3. How does the South African lifestyle promote cultural diversity? The South African lifestyle promotes cultural diversity by celebrating and honoring different traditions throughfestivals, events, and everyday practices. This encourages a deeper understanding and respect for the variouscultures that make up the nation. 4. What role do traditions play in South African society? Traditions play a vital role in South African society as they serve as a connection to the past, help maintain asense of identity, and contribute to social cohesion. They also provide a platform for sharing and passing downcultural knowledge from one generation to another. For more information about South African lifestyles and traditions, you can visit the following resources: - Durban July Official Website - National Arts Festival Official Website Read the full article
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CPR is not just foreplay but throughplay.
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Deconstruction Games
Per decostruzione intendiamo la separazione di qualcosa nelle sue diverse parti e analisi delle stesse. I titoli appartenenti a questo genere decostruiscono gli aspetti del videogioco in generale. Prendono in indagine uno o più aspetti e li portano ell’esagerazione fino a renderli ridicoli. Questi possono essere esasperati all’estremo oppure resi troppo semplici per essere presi sul serio. Spesso i deconstruction game non sono diverenti da giocare. Alcuni, proprio per la loro assurdità, sono invece diventati virali.
DLC Quest (Going Loud Studios 2013) è un videogioco satirico che critica la pratica del contenuto scaricabile a pagamento (downloadable content) e del consumismo, estremizzandoli: nel gioco, tutto (compresa la possibilità di mettere in pausa) deve essere acquistato (fortunatamente in questo caso con monete virtuali, che dovremo trovare nel percorso).
Achievement Unlocked (Don’t worry, metagaming is all that matters) di jmtb02 mette in parodia la nostra fame di achievement (le conquiste che realizziamo in-game): lo scopo è dichiaratamente quello di completare tutti gli achievement, alcuni dei quali scontati (gioco caricato, schermata dello sponsor visualizzata, menu di gioco apparso).
Il game designer Ian Bogost nel 2010 realizza Cow Clicker come critica al popolare Farmville di Zynga, a cui nello stesso anno è stato assegnato il titolo di miglior nuovo gioco social alla Game Developers Choice Awards. In Farmville non c’è nessuna sfida, se non la ripetizione di alcuni compiti all’infinito per accrescere i propri possedimenti virtuali e la possibilità di comprare i beni più interessanti con soldi veri. Bogost, irritato da questo sistema di ’lavoro imbarazzante e senza gioia’, ne produce una sorta di clone con gli stessi meccanismi visibilmente forzati: “You get a cow. You can click on it. In six hours, you can click it again. Clicking earns you clicks. You can buy custom “premium” cows through micropayments (the Cow Clicker currency is called “mooney”), and you can buy your way out of the time delay by spending it. You can publish feed stories about clicking your cow, and you can click friends’ cow clicks in their feed stories. Cow Clicker is Facebook games distilled to their essence”. Non ha mai voluto essere un gioco divertente, dice, piuttosto sciocco, tanto semplice da risultare offensivo, una perdita di tempo. Il gioco però ottiene un enorme successo da parte dell’utenza di Facebook, cosa che genera nel suo sviluppatore sentimenti controversi. L’avventura si conclude l’anno seguente con la Cowpocalipse, preannunciata da una deadline posticipabile attraverso donazioni. Gli utenti riescono a salvare le mucche per qualche mese, ma la fine è inevitabile: il 7 Settembre 2011 tutte le mucche spariscono, misteriosamente rapite. I giocatori possono ancora cliccare l’erba sottostante e ricevere punti, ma non c’è più nulla da acquistare, nulla che celebri le loro azioni. Mooney, la moneta del gioco, non era solo un riferimento a moo e money, ma il cognome dell’allora presidente di Zynga, Bill Mooney.
Un altro clicker game online che nasce come esperimento è Cookie Clicker di Julien Thiennot, in arte Orteil. Il gioco comincia con un singolo biscotto su cui possiamo cliccare per produrne altri, inizialmente ad un rapporto 1 biscotto = 1 clic. Presto diventa possibile l’acquisto di potenziamenti per rendere la propria attività più fruttuosa: cursori autocliccanti, nonne che ci aiutano nella produzione, fino ad arrivare a portali, macchine del tempo, prismi che convertono la luce in biscotti, il tutto condito da un brillante senso dell’umorismo. Cookie clicker è tanto semplice quanto coinvolgente. Inizialmente, lo sviluppatore non capisce se gli utenti giochino ironicamente o lo prendano sul serio. Esso diventa, in ogni caso, un capolavoro del genere e conquista il web, che ne propone parodie, dà origine ad una Wiki dedicata e a liste che parlano della dipendenza indotta dall’apparentemente innocente clicker di biscotti. (come to the dark side)
Come ultimo esempio, cito Desert Bus di Absolute Entertainment, un minigioco del 1995 che doveva essere contenuto nel gioco Penn & Teller’s Smoke and Mirrors, il quale non fu mai rilasciato in quanto il formato Sega CD, al momento del completamento del lavoro, era diventato obsoleto. L’esasperazione, in questo caso, riguarda il realismo della simulazione: non grafico, ma temporale. L’obiettivo del gioco è guidare un autobus da Tucson, Arizona, a Las Vegas, Nevada, ad una velocità massima di 45 miglia orarie (circa 70 km/h). Per essere completato, Desert Bus richiede 8 ore di gioco continuo: non può essere messo in pausa. Il bus non contiene passeggeri e non ci sono altri veicoli nella strada. I creatori, per fare in modo che il giocatore, trovando il modo per mantenere premuto il tasto per l’avanzamento, non abbandoni il gioco a completarsi da solo, hanno fatto in modo che il bus sterzi leggermente sulla destra. Se il bus fuoriesce dalla strada verrà riportato indietro a Tucson. Se il giocatore riesce ad arrivare a Las Vegas guadagna un punto e la possibilità di fare il viaggio di ritorno a Tucson (deve scegliere in pochi secondi, o il gioco terminerà). È possibile giocare quanto la propria resistenza lo permette. Alcuni giocatori che hanno completato il viaggio hanno notato che dopo circa 5 ore un insetto si spiaccica sul vetro, mentre nel viaggio di ritorno scende il sole.
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Rediscovering Traditions: How South African Lifestyles Preserve Heritage
Rediscovering Traditions: How South African Lifestyles Preserve Heritage South Africa is a country rich in cultural diversity and traditions that have been passed down through generations.The South African lifestyle plays a significant role in preserving and promoting these traditions, allowing themto flourish despite years of colonial influence and modernization. The Importance of Tradition Tradition acts as a thread that stitches individuals together with their roots, enabling them to connect with theirancestors and maintain a sense of identity. In South Africa, traditions are deeply embedded within the fabric ofsociety and encompass various aspects of life, including language, art, music, food, and religious practices. These traditions reflect the country's diverse population, which consists of indigenous African communities,European settlers, and Asian immigrants. Such diversity has resulted in a unique blend of traditions that makeSouth Africa a cultural melting pot. Preservation Through Festivals and Celebrations Around the country, numerous festivals and celebrations provide opportunities for South Africans to showcase andrevive their rich cultural heritage. These events act as platforms to celebrate traditions and educate theyounger generation about their significance. One such example is the Durban July horse racing event, which combinesfashion, entertainment, and sport. This event not only highlights the sport of horse racing but also showcasesthe vibrant Zulu culture with participants donning traditional attire and engaging in cultural performances. The National Arts Festival in Grahamstown is anothersignificant event that celebrates South African heritage. This festival, spanning various art forms, attractsartists from all over the country and serves as a platform for them to express their cultural identities throughplays, music, dance, and other artistic expressions. Food as a Gateway to Tradition South African cuisine is an integral part of the country's traditions, telling stories of cultural exchange andhistory. Traditional dishes like boerewors, bobotie, and sosaties showcase the influence of indigenous Africancooking methods combined with flavors brought by European and Asian settlers. Furthermore, the act of preparing and sharing meals remains a fundamental aspect of South African lifestyles.Families and communities gather around meals, often sharing recipes handed down through generations. This bondingexperience not only nurtures social connections but also ensures that culinary traditions are preserved. Conclusion The South African lifestyle embodies the spirit of preserving traditions and heritage. From festivals thatcelebrate cultural diversity to the sharing of traditional meals, the people of South Africa continue to honortheir roots. By rediscovering and embracing their traditions, South Africans ensure that their cultural heritage remainsvibrant and alive. This commitment to preserving traditions enriches the country's identity and fosters a deepsense of pride among its people. FAQs 1. What are some famous South African festivals? Some famous South African festivals include the Durban July, the National Arts Festival, and the Cape TownInternational Jazz Festival. 2. How does South African cuisine preserve traditions? South African cuisine combines indigenous African cooking methods with flavors brought by European and Asiansettlers, preserving the culinary traditions of the different cultures that contribute to its diverse heritage.Additionally, the act of preparing and sharing traditional meals ensures the continuity of these culinarytraditions. 3. How does the South African lifestyle promote cultural diversity? The South African lifestyle promotes cultural diversity by celebrating and honoring different traditions throughfestivals, events, and everyday practices. This encourages a deeper understanding and respect for the variouscultures that make up the nation. 4. What role do traditions play in South African society? Traditions play a vital role in South African society as they serve as a connection to the past, help maintain asense of identity, and contribute to social cohesion. They also provide a platform for sharing and passing downcultural knowledge from one generation to another. For more information about South African lifestyles and traditions, you can visit the following resources: - Durban July Official Website - National Arts Festival Official Website Read the full article
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Painstation (2001) è un lavoro del collettivo //////////fur//// in cui due sfidanti possono giocare ad una versione dello storico videogioco Pong, manovrando la barra con la mano destra e mantenendo la mano sinistra su un dispositivo in grado di infliggere uno shock elettrico, una vampata di calore o una serie di frustate nel caso in cui l'avversario riesca a colpire uno dei blocchi punitivi posti al limite della nostra zona di gioco. Painstation è stata successivamente perfezionata e ha avuto due successori, Painstation 2.0 e 2.5, con diversi materiali, livelli di dolore personalizzabili e controlli migliorati.
No pain no game http://www.painstation.de/
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Game Transfer Phenomena (2)
La dottoressa Angelica Ortiz de Gortari, laureata in psicologia alla Trent University di Nottingham, si occupa da anni dei fenomeni di Game Transfer. Nel suo blog playersexperiences.wordpress.com raccoglie articoli su tali studi accompagnati da vignette a tema (GTP Adventures) basate su esperienze reali, in cui i personaggi si comportano in modo bizzarro proprio per effetti trasferiti dal gioco al mondo reale. Analizzando esperienze raccolte su forum di gaming, la ricercatrice si è imbattuta in una grande varietà di fenomeni: videogiocatori che sostengono di aver rigiocato un'intera sessione nella loro mente, che riportano l'apparizione di aloni, contorni extra o anelli brillanti intorno ad oggetti, che provano sensazioni di movimento quando distesi a letto dopo aver giocato (simili a quelli che può dare il viaggiare su mezzi di trasporto), che raccontano di aver provato -a volte- sorpresa perché certe cose nella realtà apparivano diverse dal gioco, o di vedere immagini riguardanti il gioco tentando di addormentarsi. Alcuni giocatori, talmente abituati a certe meccaniche di gioco, rimangono confusi quando non le possono replicare nella vita reale, altri hanno provato paura di luoghi od oggetti a causa delle loro esperienze di gioco o percepito che una situazione nella vita reale potesse avere le stesse conseguenze presentate nel gioco.
Ortiz de Gortari ha classificato i VGTP (Visual Game Transfer Phenomena), fenomeni visivi trasferiti dal gioco alla realtà, in: - Immagini digitalmente indotte (DII), quali visualizzazioni mentali, tra cui esperienze di flashback e percezione di elementi del gioco nella propria mente tramite associazione; sensazioni della retina, visioni intermittenti o episodiche di elementi del gioco nel retro della palpebra o ad occhi chiusi, legate soprattutto a giochi dai pattern visivi ripetitivi come Tetris o Guitar Hero; proiezioni di elementi del videogioco nella realtà; esperienze multisensoriali, visioni accompagnate da sensazioni uditive o cinestetiche quali sentire le dita muoversi come sul controller o sentire i piedi muoversi dopo una lunga giocata a Dance Dance Revolution; esperienze cross-sensoriali/sinestetiche, stimolate da un trigger appartenente ad un senso diverso dalla vista, quando ad esempio sentendo una canzone di Rock Band visualizzo le note colorate.
- Distorsioni percettive, percezioni distorte di ambienti od oggetti reali, è qui inclusa la percezione distorta del tempo con sensazioni di velocità o slow motion o la credenza di poter utilizzare il bullet time nella vita reale, e la percezione distorta del movimento (motion aftereffect con oggetti che sembrano levitare, espandersi, ondeggiare...).
- Percezioni visive errate, quando si percepisce un oggetto reale come appartenesse al gioco, confondendosi tra stimoli reali e non, si può credere di vedere un oggetto del gioco nel mondo reale o vedere tutto come nel gioco (es. vedere tutto come blocchi di Minecraft). La durata di questi fenomeni, che si verificano solitamente dopo sessioni di gioco lunghe o molto lunghe, è, secondo lo studio fatto, di pochi secondi o minuti nella maggior parte dei casi, ma alcuni giocatori hanno dichiarato il loro protrarsi per più tempo (giorni, settimane, mesi).
Ha studiato inoltre i fenomeni di game transfer uditivi categorizzandoli in immaginazione uditiva involontaria (sentire, dopo una sessione di gioco, musica, suoni o voci del videogame), discorso interno (completare frasi mentalmente), errori di percezione uditivi (confondere suoni nella realtà con suoni di gioco), esperienze uditive multisensoriali (muovere involontariamente le dita ascoltando musica).
Si è occupata anche di ATB, pensieri e comportamenti automatici (Automatic Thoughts and Behaviours), individuando: - pensieri persistenti o episodici legati al contenuto del videogame, a volte indesiderati ed incontrollabili come pensare in continuazione al gioco o all'applicazione di strategie di gioco alla vita reale, cosa che a volte (pensiamo alla gamification) può risultare utile, altre volte generare confusione nel discernere realtà-videogame e preoccupazione riguardo ad una possibile perdita di controllo. Tali pensieri possono essere attivati da stimoli esterni (richiami visivi o musicali), e il giocatore può diventare più ricettivo nella realtà nei confronti elementi che nel gioco sono rilevanti; - errori cognitivi e distorsioni influenzate dal contenuto del videogioco, tra cui errori di giudizio dovuti all'utilizzo della logica del videogame al di fuori di esso, errori di memoria (è successo nel videogioco o nella vita reale?), interpretazione di eventi od oggetti nella realtà utilizzando esperienze nel videogioco, sensazioni di sorpresa risultanti dal fatto che qualcosa nella realtà non funzioni come nel gioco, false aspettative che si rifanno al contenuto di un videogioco, come se qualcosa accaduto in esso dovesse ripresentarsi anche nella vita reale; - sensazioni soggettive di irrealtà nel rapporto tra se stessi e il mondo circostante, nella realtà sentirsi come se si fosse nel videogame o come se si fosse un personaggio del videogioco; - impulso di fare qualcosa come nel gioco in presenza di stimoli che condividono con esso alcune caratteristiche;
(comic by Jacob Andrews) - azioni mentali automatiche ed involontarie riguardanti il contenuto del videogioco, da pensieri strategici legati ad esso a veri e propri replay nella propria testa, che possono apparire subito dopo aver giocato o dopo un certo periodo, azionati da stimoli esterni riconducibili al gioco; - svolgimento di azioni fisiche automatiche, compiere movimenti involontari come tentare di zoomare un'area e manifestare nel parlato sviste verbali; - comportamenti influenzati dall'esperienza videoludica, tra cui episodiche perdite di consapevolezza in cui viene a mancare il controllo degli impulsi e il videogiocatore compie (o quasi) un gesto come nel videogioco, cambio d'umore e di stato (diventare ipervigilanti, sentirsi più potenti o sconfortati), tendenza ad evitare elementi o eventi nella vita reale, sensazione di essere costretti a fare qualcosa come nel gioco (inseguire gli oggetti rossi come in Mirror's Edge per poter procedere), perdita del controllo esecutivo (guidare più velocemente o aggressivamente dopo simulazioni di guida) e comportamenti volontari quali prendere una decisione ispirandosi alle esperienze fatte in un gioco, ripetere frasi del videogioco o imitarlo per divertimento.
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Simulation sickness
Chinetosi nei videogame
Simile alla motion sickness (chinetosi), disturbo neurologico legato al movimento, la simulation sickness può causare all’utente a contatto con la realtà virtuale effetti di malessere come nausea, vertigini, mal di testa, aumento della salivazione, forte sudorazione. La chinetosi di cui si fa esperienza nel videogioco deriva dalla disconnessione tra ciò che i nostri occhi vedono e ciò che il nostro corpo sente.
La propriocezione o cinestesia è la capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato dei propri muscoli, anche indipendentemente dalla vista. Questa modalità di percezione spaziale è resa possibile dagli organi dell’orecchio interno per l’equilibrio, dai recettori di allungamento dei muscoli stessi e dai recettori cinestetici presenti nel corpo, che inviano impulsi alle aree cerebrali preposte alla posizione e al movimento. Nel videogame la disconnessione vista/percezione spaziale è dovuta ai movimenti di camera (è comune soffrirne negli sparatutto in prima persona). Il corpo, avvertendo una sensazione di allucinazione o avvelenamento, reagisce cercando di espellere ciò che potrebbe esserne la causa. Maciej Binkowski, game designer del survival horror Dying Light (Techland), spiega che normalmente nella realtà si hanno due segnali: si sente il cambiamento nel proprio corpo, si vede poi perché il cambiamento è accaduto e ci si sente a posto. Nei videogiochi vediamo che qualcosa sta cambiando, ma il nostro corpo non sa perché, e ci sentiamo a disagio. Non si tratta solo del movimento, ma anche e principalmente della sua intensità, specialmente quando, saltando, il movimento della telecamera è troppo rapido. Tra i consigli per risolvere la simulation sickness vi è, quando possibile, l’opzione dell’ampliamento del campo visivo della visuale di gioco, per un ambiente meno claustrofobico e meno nauseante. Allontanarsi dallo schermo per vedere una porzione maggiore dell’ambiente circostante può aiutare a ridurre la sensazione negativa. La telecamera non va controllata troppo rapidamente, ma in modo simile a come muoveremmo la nostra testa nella realtà. Se possibile è consigliato disattivare il ‘bob’ (movimento su e giù della testa-camera) e illuminare maggiormente l’ambiente in cui ci si trova.
DICE (Digital Illusions Creative Entertainment), team di sviluppatori svedesi, ha risolto i problemi di simulation sickness del suo Mirror’s Edge introducendo al centro dello schermo un pallino, che può essere disattivato qualora al giocatore non servisse e lo trovasse una distrazione. DICE ha intervistato delle ballerine per capire come fossero in grado di effettuare piroette senza provare nausea, scoprendo che il loro trucco è focalizzare un certo oggetto o punto sul pavimento.
(gifs by @miyku) È consigliabile inoltre ridurre la luminosità dello schermo ed effettuare delle pause durante le sessioni di gioco. Anche indossare i polsini anti-nausea (che funzionano, premendo sul punto di acupressione sul polso, contro il mal d’auto e mal di mare) può, secondo alcuni, aiutare.
Per risolvere il problema della simulation sickness con Oculus Rift, alcuni ricercatori hanno pensato di aggiungere al centro del display un naso virtuale, la cui presenza non è stata notata dai soggetti che hanno testato il sistema. Il test ha rivelato un miglioramento, probabilmente dovuto alla stabilità del riferimento centrale che anche se non consciamente percepito è recepito dai sensi.
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