#testi sperimentali
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16 ottobre, rovereto: prima esecuzione di "les dès des ordres", di cosimo colazzo, su testi di emilio villa
Cosimo Colazzo, in rapporto ad alcuni testi inediti di Emilio Villa raccolti e trascritti da Bianca Battilocchi, ha creato un’opera musicale vasta e composita, dal titolo Les dés des ordres (nuova versione 2024), per voce recitante, flauto, clarinetto, sax, in prima esecuzione alla Sala Filarmonica di Rovereto, mercoledì 16 ottobre alle 20:30. Con il Trio Ductus, composto da Davide Baldo…
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Robert Wyatt - Sea Song (Official Audio)
youtube
La musica di Robert Wyatt gode da sempre di una stima illimitata, sin dai tempi in cui era batterista-cantante dei Soft Machine e poi alla fine di quell’esperienza (per lui una ferita mai sanata) e alla nascita dei Matching Mole (se lo si pronuncia alla francese diventa Machine Molle = Soft Machine). In entrambi i casi Wyatt contribuisce ad album destinati alla storia della popular music come Third dei Softs e Matching Mole. Poi però succede qualcosa di tragico: il 1° giugno 1973, durante la festa di compleanno di Gilli Smyth dei Gong e della poetessa/performer Lady June, un Wyatt strafatto e ubriaco si arrampica sul tetto per tentare di calarsi sul balcone del piano dove si sta svolgendo la festa e sorprendere tutti. Sono pochi passi ma sufficienti per cambiargli per sempre la vita. Appoggia male un piede, scivola e cade nel vuoto. Al suo risveglio in ospedale si ritrova paralizzato dall’addome in giù.
Quella è la fine del «batterista bipede», come Robert ha sempre definito la sua vita prima dell’incidente. La cosa sconvolge i suoi amici e la scena musicale tutta, e porta a bellissime iniziative come il concerto organizzato dai Pink Floyd (con i quali i Soft Machine avevano speso una buona parte dei ’60 in tour) il cui incasso è devoluto a Wyatt per le cure ospedaliere. Ma i link con i Floyd, lo si vedrà leggendo, non finiscono qui.
Supportato dalla fedele moglie/collaboratrice (è autrice dei tutte le sue copertine e di diversi testi) Alfreda Benge, detta Alfie, Wyatt mette da parte le inquietudini e le esagerazioni che hanno caratterizzato gli anni giovanili e si concentra su una musica che altro non può essere definita se non la musica di Robert Wyatt. Dentro ci sono echi della scuola di Canterbury (non potrebbe essere diversamente), prog, sperimentali, world. E c’è quel jazz che in definitiva rappresenta il più grande amore dell’artista. Ma soprattutto c’è la sua voce. Una voce che ha influenzato cantanti moderni (qualcuno ha detto Thom Yorke?) e che o la si apprezza in tutte le sue sfumature o la si rifiuta: sottile, sempre al limite dello spezzarsi, addirittura dell’andare fuori tono. Però dolce, sicura, riconoscibilissima, in grado solo con poche note di scaldare l’anima come un caminetto acceso in una notte di neve. Infine ci sono le sue canzoni e le molte cover con le quali spesso si è misurato: rarefatte, impalpabili, struggenti, solo sue. Ma anche agguerrite in altri momenti. Col tempo infatti Wyatt ha saputo mettere in atto un fiero impegno politico, schierandosi con il Partito Comunista Britannico e trovandosi coinvolto in iniziative umanitarie.
Nel 1997 nel quale in Italia (caso unico al mondo) viene pubblicato un tributo a Wyatt (The Different You – Robert Wyatt e noi, organizzato da Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo e pubblicato dal Consorzio Produttori Indipendenti) esce Shleep, suo più grande successo dai tempi di Rock Bottom. È un album sereno, variegato, in grado di mettere sul piatto i diversi mondi wyattiani in maniera perfetta. Con diverse perle sonore tra cui una che spicca per intensità: Maryan, scritta col chitarrista jazz Philip Catherine e ripresa con eleganza e trasporto da Ginevra di Marco e Cristina Donà nel tributo.
Uno degli album più importanti degli ultimi 50 anni. Concepito nei giorni di convalescenza a seguito dell’incidente e prodotto da Nick Mason, il disco presenta un Wyatt fresco e nuovo, che compone canzoni che entrano nell’anima del mondo. Sospeso tra umori jazz, melodie struggenti ed esperimenti, Rock Bottom farà scuola per il suo carattere al tempo stesso tortuoso e godibile. Al suo interno molta malinconia, ma anche uno spirito ironico e vitale che permette a Wyatt di pubblicare alcune tra le sue canzoni più belle, una su tutte Sea Song che è pura poesia per il suo amore con Alfie. Ma è tutto l’album a essere una lunga lettera d’amore alla consorte, alcuni brani portano addirittura il suo nome. Rock Bottom è l’equilibrio perfetto tra canzone e sperimentazione, tra jazz e tutto ciò che musicalmente c’è di bello sul pianeta Te
( da Rolling Stone)
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Flavio Scutti - CANZONE ITALIANA - Speciale Folk Psichedelico 1970-1980
https://www.mixcloud.com/radioraheem_milano/flavio-scutti-canzone-italiana-speciale-folk-psichedelico-1970-1980-12-05-2023/
Nel Folk Psichedelico i testi diventano favole che parlano di un mondo naturale e amore. I suoni acustici della chitarra sono arricchiti da arrangiamenti sperimentali e improvvisazioni che costruiscono un immaginario molto particolare. Canzoni forse poco conosciute che qui si esprimono in tutta la loro bellezza.
Tengo molto a questa selezione, a cui ho lavorato per tanto tempo, perché il folk in Italia è diventato un fenomeno molto grande che si è espresso maggiormente in quello dei cantautori, dove la parte musicale è stata forse sempre messa in secondo piano. Si pensa in favore dei testi, ma più altro perché il mercato e soprattutto la critica musicale ha preferito cose che riusciva meglio a comprendere. Alla RCA Italiana che ha gestito quelli che sono diventati gli artisti più seguiti abbiamo delle bellissime produzioni, ma quasi sempre semplificate in una forma pop, io ho voluto cercare nei dischi quel qualcosa che si legasse alla sperimentazione, ma allo stesso tempo con quella che è la tradizione musicale popolare, con il simbolismo nelle culture, spesso arrivando ad artisti e dischi poco conosciuti che ritengo importanti
Brani
Giorgio Laneve - La Leggenda Del Mare D'Argento (1971)
Leone Tieri - Il Sogno Di Leone (1970)
Gianfranca Montedoro - La Cavallerizza (1974)
Equipe 84 - Io Ero Là (1971)
Alan Sorrenti - Vorrei Incontrarti (1972)
Maria Monti - La Pecora Crede Di Essere Un Cavallo (1974)
Mauro Pelosi - Con Te (1973)
Maurizio Arcieri - Per Amore (1973)
Bruno Lauzi - In Campagna (1974)
Gino D'Eliso - I Santi Sui Muri (1976)
Maurizio Fabrizio - Storia Di Qualcuno (1975)
Grazia Di Michele - A Giorni Verrai (1978)
La Stanza Della Musica - Pensiero Buono Del Mattino (1978)
Celeste - Favole Antiche (1976)
In diretta su Radio Raheem il 12/5/2023 alle 10:00
Ascolta tutti gli speciali
https://www.radioraheem.it/artists/flavio-scutti/
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AI Groove: Il contributo rivoluzionario dei Pink Floyd
I Pink Floyd sono una delle band più influenti nella storia della musica, noti per aver ridefinito i confini del rock e aver lasciato un segno indelebile nel panorama musicale. Fondati nel 1965, sono riusciti a coniugare innovazione sonora, lirismo profondo e sperimentazione tecnologica, creando un nuovo modo di intendere il rock. Ma cosa rende i Pink Floyd così speciali e fondamentali nella storia della musica?
1. Sperimentazione sonora e l’uso dell’elettronica
Una delle più grandi innovazioni dei Pink Floyd è stata l’introduzione di elementi elettronici e sperimentali all’interno del rock tradizionale. L’uso dei sintetizzatori, come il VCS3 e l’EMS Synthi AKS, ha permesso loro di esplorare nuovi paesaggi sonori. Già dagli anni ’70, album come “The Dark Side of the Moon” dimostrano come la band abbia saputo integrare elementi di elettronica e musica concreta, spingendosi oltre i confini del rock convenzionale.
La loro capacità di creare atmosfere psichedeliche, avvolgenti e surreali ha aperto la strada a generi come la musica ambient e il rock progressivo. Canzoni come “Echoes” o “Shine On You Crazy Diamond” utilizzano lunghe sequenze strumentali, riverberi e effetti spaziali che erano innovativi per l’epoca. L’uso dell’effetto echo, del loop e delle tracce sovrapposte sono divenuti marchi di fabbrica del loro sound.
2. Concept album e narrazione visiva
Prima dei Pink Floyd, il concetto di “concept album” non era così comune. Con album come “The Dark Side of the Moon”, “Wish You Were Here”, “Animals” e soprattutto “The Wall”, i Pink Floyd hanno introdotto una nuova forma di storytelling musicale. Ogni album non è una semplice raccolta di canzoni, ma un viaggio coeso e strutturato attorno a un tema centrale.
In “The Dark Side of the Moon”, ad esempio, le tematiche affrontate spaziano dalla follia, al tempo, alla mortalità e al consumismo, e ogni traccia si connette perfettamente alla successiva, creando una sorta di ciclo continuo che cattura l’ascoltatore dall’inizio alla fine. “The Wall” è forse l’esempio più estremo di questo concetto: un’opera rock che racconta la storia di Pink, un alter ego immaginario attraverso il quale Roger Waters esplora tematiche come l’alienazione, la guerra e la costruzione di barriere emotive e psicologiche.
3. L’importanza della performance dal vivo e il contributo visivo
I Pink Floyd non hanno solo innovato in studio, ma anche sul palco. Le loro performance dal vivo erano vere e proprie esperienze immersive che combinavano musica, luci e proiezioni visive. Uno degli esempi più iconici di questo aspetto è il loro utilizzo delle proiezioni laser e degli schermi circolari durante i concerti. La band ha portato il rock a un nuovo livello di spettacolarità, trasformando i concerti in eventi multimediali.
Il loro concerto a Pompei nel 1971, senza pubblico, è un esempio di come i Pink Floyd abbiano superato le convenzioni, realizzando un film-concerto in un’antica arena romana, creando un’esperienza visiva unica e incredibilmente suggestiva per l’epoca. Questa attenzione al lato visivo ha influenzato profondamente lo sviluppo dei moderni concerti rock, che oggi si basano molto più su scenografie complesse e tecnologie audiovisive avanzate.
4. Testi profondi e riflessivi
Un altro aspetto che ha contribuito a rendere i Pink Floyd così importanti è la profondità e l’introspezione dei loro testi. Guidati principalmente dalla penna di Roger Waters, i testi dei Pink Floyd trattano tematiche universali come la follia, la solitudine, la guerra, l’alienazione e la perdita di identità. A differenza di molti gruppi rock dell’epoca, che si concentravano su tematiche più leggere o celebrative, i Pink Floyd hanno dato alla loro musica una dimensione filosofica e sociale.
L’album “Animals”, ad esempio, è una feroce critica al capitalismo e alle dinamiche di potere nella società, mentre “The Wall” esplora le barriere psicologiche e l’isolamento emotivo, influenzato dall’infanzia travagliata di Waters e dalle sue riflessioni sulla società moderna.
5. Il ruolo dell’innovazione tecnologica
Oltre all’uso dei sintetizzatori, i Pink Floyd sono stati pionieri nell’uso di tecnologie avanzate per la registrazione e la produzione musicale. L’album “The Dark Side of the Moon”, in particolare, è noto per essere stato uno dei primi ad utilizzare tecniche di registrazione multi-traccia avanzate, che hanno permesso una qualità sonora impeccabile e l’uso di effetti innovativi per l’epoca.
Il produttore Alan Parsons, che lavorò all’album, giocò un ruolo fondamentale nell’implementare l’uso del suono surround e dell’effetto quadrafonico, che contribuì a creare l’esperienza immersiva unica di questo disco. Questa capacità di integrare tecnologia e creatività ha fatto scuola e ha influenzato profondamente le produzioni musicali successive.
6. Impatto culturale e legacy
Non è esagerato dire che i Pink Floyd abbiano lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare. Hanno influenzato generazioni di musicisti e continuano a ispirare artisti contemporanei in svariati generi, dal rock all’elettronica, fino alla musica sperimentale. L’impatto dei Pink Floyd va oltre il mero aspetto musicale: sono diventati simbolo di una certa visione artistica e critica della società.
Il loro approccio alla musica come forma d’arte totale, che unisce audio, testo e visuale, ha contribuito a elevare il rock a una forma espressiva sofisticata e multidimensionale. Inoltre, i loro album continuano ad essere ascoltati e riscoperti da nuove generazioni, mantenendo viva la loro eredità.
Conclusione
I Pink Floyd non sono stati solo una band rock, ma un fenomeno culturale che ha ridefinito i confini della musica. La loro capacità di innovare, sperimentare e creare esperienze musicali e visive uniche li ha resi pionieri del rock progressivo e psichedelico. Oggi, sono riconosciuti non solo per i loro capolavori musicali, ma anche per il loro contributo alla trasformazione della musica in una forma d’arte immersiva e multidisciplinare, che continua a ispirare artisti e ascoltatori in tutto il mondo.
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Granite degli Sleep Token: Un viaggio sonoro tra elettronica e metal.
Dunque, Granite è il terzo singolo estratto dal terzo album in studio dei Sleep Token, "Take Me Back to Eden". Pubblicato nel gennaio 2023, questo brano ha rapidamente conquistato i cuori dei fan, consolidando la reputazione della band come una delle più innovative e sperimentali del panorama musicale contemporaneo.
Un connubio esplosivo di generi
Inoltre, "Granite" è un brano che sorprende per la sua complessità e la sua capacità di mescolare elementi apparentemente contrastanti. La prima parte del brano è caratterizzata da un'atmosfera elettronica, con un ritmo incalzante e un uso sapiente di sintetizzatori. Il cantato di Vessel 1, la misteriosa voce che contraddistingue gli Sleep Token, si muove tra sonorità R&B e influenze più dark, creando un'atmosfera unica e coinvolgente.
Tuttavia, la seconda parte del brano si trasforma radicalmente, lasciando spazio a un sound più pesante e metallico, con chitarre distorte e ritmiche potenti. Questo cambio di registro sottolinea la versatilità degli Sleep Token e la loro capacità di creare un'esperienza musicale intensa e multisfaccettata.
Un video musicale che completa l'opera
Pertanto, il video di "Granite" è un'opera visiva che si sposa perfettamente con la musica. Le immagini surreali e oniriche, unite alle performance intense dei membri della band, creano un'atmosfera oscura e affascinante. Il video è un vero e proprio viaggio all'interno dell'universo sonoro degli Sleep Token, un'esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Perché ascoltare "Granite"?
Un sound unico e innovativo: Gli Sleep Token sono maestri nel creare sonorità originali, che mescolano elementi di generi diversi in modo inaspettato.
Testi misteriosi e suggestivi: I testi delle canzoni degli Sleep Token sono spesso criptici e lasciano spazio a molteplici interpretazioni, stimolando la curiosità dell'ascoltatore.
Un'esperienza musicale intensa: "Granite" è un brano che ti travolge e ti lascia senza fiato, un'emozione che dura a lungo dopo l'ultima nota.
In conclusione, "Granite" è un capolavoro che merita di essere ascoltato e riascoltato. Se sei un fan del metal, dell'elettronica o semplicemente della buona musica, non puoi perderti questo brano.
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Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia
Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia Nuova vita per il Villino Favaloro di Palermo che, terminati i lavori di restauro, riapre dopo oltre vent'anni e diviene sede del Museo regionale della fotografia. Nel pomeriggio del 22 marzo è avvenuta l'inaugurazione con le autorità regionali e cittadine, da martedì 26 marzo l'apertura al pubblico. Il progetto di ristrutturazione è stato curato dal Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, per un importo di 1,7 milioni di euro a valere sul Pon "Cultura e sviluppo" 2014/2020. È stata realizzata la musealizzazione di una parte dell'archivio fotografico storico del Centro, selezionando i beni più rappresentativi e di maggiore valore artistico: negativi e positivi su lastra e pellicola risalenti ad un periodo compreso tra il 1854 e il 1970; album appartenenti alle famiglie dell'aristocrazia siciliana e all'alta borghesia, tra cui i Florio; apparecchiature fotografiche di fine Ottocento. «Questo gioiello architettonico nel cuore della città torna a essere patrimonio di tutti - afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - diventando museo di se stesso, tappa di un ideale itinerario dell'Art Nouveau che rappresenta una peculiarità tutta palermitana. Ma non solo: Villino Favaloro diventa custode della storia, ospitando preziose immagini che ricostruiscono oltre un secolo della nostra Isola». «Viene finalmente restituita alla pubblica fruizione un'opera architettonica di grande pregio, tappa essenziale dell'itinerario Liberty a Palermo - sottolinea l'assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - e viene assicurata la giusta valorizzazione alle collezioni fotografiche del Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, in un'esposizione permanente in grado di narrare la storia della fotografia in Sicilia e la memoria culturale della Regione». Un secondo intervento a carico del Pon "Cultura e sviluppo", con un importo di oltre 900 mila euro, ha consentito di curare l'allestimento multimediale e immersivo, affidato a Vodafone Business ed ETT, per integrare e potenziare il sistema espositivo. Il Centro ha curato i contenuti dedicati alle varie tematiche: storia delle tecniche fotografiche, i fotografi del Grand Tour, la fotografia tra naturalismo e pittorialismo, la storia della ritrattistica, i grandi fotografi siciliani, la documentazione fotografica legata allo sviluppo industriale e alla riforma agraria. Un'app con testi e immagini guiderà il visitatore alla comprensione del percorso di visita lungo il piano rialzato e il primo piano, diversi exhibit con art wall, touch interattivi, ricostruzioni virtuali consentiranno di viaggiare nel tempo attraverso gli scatti fotografici di Sommer, Sevaistre, Incorpora, Interguglielmi, Benedetto ed Eugenio Bronzetti, i Seffer. È stato così possibile superare la modalità statica e la contemplazione passiva delle opere esposte per offrire un'esperienza coinvolgente. Informazioni per le visite Il Museo regionale della fotografia aprirà al pubblico, a partire da martedì 26 marzo, nei seguenti giorni e orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 13, ultimo ingresso alle 12.15; aperture straordinarie la prima e la terza domenica del mese. Biglietteria (per il 2024): 2 euro (intero); un euro (ridotto); ingresso gratuito la prima domenica del mese. L'accesso, inoltre, è gratuito o ridotto, secondo normativa regionale. Villino Favaloro Il Villino di piazza Virgilio è stato costruito, tra il 1889 e il 1891, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile, come punto di incontro tra stilemi tardo medievali e rinascimentali in equilibrata sintesi stilistica delle tendenze sperimentali del geniale architetto. I pannelli a mosaico del piano superiore e della sala pompeiana sono verosimilmente opera di Carmelo Giarrizzo. I modi e le formule liberty risalgono ad alcuni interventi del 1903 a cura di Ernesto Basile, lo stesso che nel 1914 ha effettuato l'ampliamento del Villino con la costruzione del torrino belvedere. Le decorazioni pittoriche interne e i mosaici sono stati realizzati da Salvatore Gregorietti. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Fabio Cinti e Alessandro Russo, arriva "GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA"
Dal 12 gennaio 2024 sarà disponibile "GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA", il nuovo album per pianoforte e voce di Fabio Cinti e Alessandro Russo in occasione dei 50 anni di carriera di Angelo Branduardi. L'album è accompagnato dall'uscita del singolo "Fou de love" dal 12 gennaio in rotazione radiofonica.
"Fou de love" è un brano il cui testo è stato scritto da Pasquale Panella in un miscuglio di lingue (italiano antico e moderno, inglese, francese, spagnolo, esperanto), in dialetto (napoletano) e con espressioni inventate. In questo pezzo, come per altri presenti nel disco, è stata aggiunta una breve introduzione - sempre presa da un concerto di Branduardi -, per il resto la stesura è fedele all'originale. L'argomento della canzone, ovvero la disperazione d'amore, ha certamente influito sull'interpretazione.
Commentano gli artisti sul nuovo videoclip: "Con questo semplice video abbiamo voluto ricreare l'atmosfera che c'è quando io e Alessandro suoniamo e cantiamo le canzoni di Branduardi, questa volta sullo sfondo di pianoforti e altri strumenti antichi in questo strano liutaio di Padova. Insieme, la condivisione delle fasi di registrazione allo Studio2, che è sempre un momento di serio divertimento."
Guarda qui il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=6HNNyxv2r1k
Angelo Branduardi ha creato un genere personale rigenerando le tipiche atmosfere fiabesche ed epiche (medioevali, rinascimentali, celtiche...) grazie all'enfasi del cantato, agli arrangiamenti e alla scelta degli strumenti. Il tutto insieme ai riferimenti e alle costruzioni armoniche del passato. Quelle canzoni hanno però contenuti, una scrittura lirica e una metrica ben precise, spesso di forte impatto poetico.
Commenta Fabio Cinti a proposito del progetto: "Il mio intento è quello di far emergere questo aspetto affrancandole dalle personalità mia e di Branduardi e cercando nell'interpretazione pura (dove l'interprete è al servizio della canzone e non viceversa) proprio la poetica che sta nella scrittura, sia della musica che dei testi. A ricantare Branduardi - e vale per quel pugno di grandi cantautori italiani di cui fa parte - si rischiano due cose: l'emulazione (non solo vocale) o la "coverizzazione", ovvero quel processo attraverso il quale ci si autorizza a fare proprie delle canzoni personalizzandole a piacimento, offrendo versioni spesso modeste e inferiori alle originali. Questo non accade nella musica classica, dove il rigore esecutivo della scrittura è essenziale e quindi imprescindibile. Il mio approccio vocale e quello pianistico di Alessandro Russo è proprio figlio di questo rigore."
TRACK-LIST:
Il dono del cervo (L. Zappa, A. Branduardi)
Fou de love (P. Panella, A. Branduardi)
Sotto il tiglio (L. Zappa, A. Branduardi)
La luna (L. Zappa, A. Branduardi)
Casanova (L. Zappa, A. Branduardi)
Confessioni di un malandrino (A. Branduardi)
La volpe (L. Zappa, A. Branduardi)
Alla fiera dell'est (L. Zappa, A. Branduardi)
BIO
Fabio Cinti è un musicista, cantautore, autore,
È del 2011 – a 33 anni, dopo la lunga formazione filosofica e musicale – il suo esordio discografico con "L'Esempio delle Mele", dove già compaiono i nomi delle collaborazioni maturate nel tempo. Su tutte spiccano quella di Morgan e Pasquale Panella, autore del testo di un brano.
A seguire, nel 2012, "Il Minuto Secondo" e nel 2013 "Madame Ugo" – In quest'ultimo, uscito per Mescal e prodotto da Lele Battista, compaiono altre due importanti collaborazioni, quella con Franco Battiato, autore di un inedito ("Devo"), e con Paolo Benvegnù -.
Nel 2014 "Tutto t'orna", album che contiene una raccolta di undici canzoni tratte dai tre dischi precedenti riarrangiate per quartetto d'archi, pianoforte e chitarra acustica, sotto la direzione del M° Carlo Carcano.
L'anno seguente esce "FQ", un ep di cinque tracce elettroniche/sperimentali.
L'album successivo (2016) sarà prodotto da Paolo Benvegnù: "Forze elastiche". Anche qui compaiono alcune collaborazioni, su tutte quella di Nada, a cui è affidata l'interpretazione di un brano.
Il 27 aprile del 2018 esce La voce del padrone – un adattamento gentile: il capolavoro dell'1981 di Franco Battiato viene eseguito in un adattamento per quartetto d'archi, pianoforte, voce e cori. L'album viene accolto con forte entusiasmo sia da parte della critica che del pubblico, tanto che Fabio Cinti vince la prestigiosa Targa Tenco 2018 nella categoria "Interprete di canzoni".
Il 24 aprile del 2020, in pieno confinamento da pandemia, decide di far uscire comunque il nuovo album: "Al blu mi muovo", accolto molto favorevolmente dalla critica.
Inoltre: Fabio Cinti è stato producer al fianco di Morgan per sette edizioni di X- Factor. Ha già scritto musiche per il teatro (le ultime, per lo spettacolo di Gabriella Greison – fisica, divulgatrice, scrittrice e attrice – tratto dal suo romanzo "Ucciderò il gatto di Schrödinger" – Mondadori -, per la regia di e con Marco Caronna) e per alcuni cortometraggi, tra cui Argos di Fabio Bagnasco.
A Fabio Cinti è dedicata una monografia di Studio XXXV Live in onda su SKY Arte e, sullo stesso canale, partecipa a assieme a Morgan alla monografia su La Voce del Padrone per la serie "33 giri – Italian Masters".
Nel 2021, in occasione dell'anniversario del La voce del padrone, è stato chiamato a interpretare Battiato con l'Orchestra della Magna Grecia e con la band originale di Battiato, composta da Angelo Privitera e Il Nuovo Quartetto Italiano.
Sempre nel 2021 partecipa a Invito al viaggio - Concerto per Franco Battiato all'Arena di Verona; canta, insieme a Morgan, il brano Segnali di vita (il concerto diventerà un album per la Universal, un film, e, insieme alle interviste nel backstage anche delle prove, una serata-evento ideata e diretta da Pif, "Caro Battiato").
Nel 2022, un nuovo studio (solo dal vivo) su Franco Battiato, ideato e eseguito insieme al pianista Arturo Stàlteri, si chiama Incantate e ripropone per pianoforte e voce dieci brani del cantautore siciliano scritti insieme a Giusto Pio per le interpreti femminili (Milva, Giuni Russo, Alice e Sibilla) e mai cantate da lui.
Alessandro Russo è un pianista e compositore nato a Stoccarda, di origini calabresi e bolognese d'adozione.
Si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sul cinema di Franco Battiato. Di lì a poco inizia la collaborazione con Fabio Cinti, sia dal vivo che in studio (suona e arrangia in Il Minuto Secondo, Madame Ugo, Tutto t'orna).
E, nel 2013, lo accompagna in apertura ad alcuni concerti dell' "Apriti Sesamo Tour" di Franco Battiato.
Nello stesso anno esce il suo primo album, prodotto dallo stesso Cinti, "Assediati dall'esercito russo e cinti dalle mura, guardavamo il cielo" (Blume).
Il suo brano "Qualcosa di cui ho bisogno", scritto assieme a La Tarma, entra nella colonna sonora originale della fiction Rai Uno "Tutto può succedere" (Cattleya).
Nel 2018 pubblica il suo secondo album "Escher on the beach", prodotto dal M° Marco Biscarini, con il quale scrive il brano "Ricordi", per la colonna sonora originale del doc-ufilm "Bologna '900" del regista Giorgio Diritti. Sempre con Marco Biscarini, in qualità di pianista interprete/esecutore, partecipa alla colonna sonora del docu-film su Carlo Cracco "Cracco Confidential" (Discovery Italia, 2018) e al film "Il Vegetariano" (2019) di Roberto Sanpietro.
A maggio del 2021 pubblica il singolo "Where The Wave" (DistroKid) in collaborazione con il cantautore statunitense Benoit Pioulard e prodotto da SINK.
A settembre del 2021 pubblica il terzo album "Songs from the Ponds", una raccolta di 13 nuove composizioni originali per pianoforte, nata e registrata durante il lockdown.
"GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA" è il nuovo album per pianoforte e voce di Fabio Cinti e Alessandro Russo in occasione dei 50 anni di carriera di Angelo Branduardi disponibile dal 12 gennaio 2024.
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Fabio Cinti e Alessandro Russo, arriva "GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA"
Dal 12 gennaio 2024 sarà disponibile "GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA", il nuovo album per pianoforte e voce di Fabio Cinti e Alessandro Russo in occasione dei 50 anni di carriera di Angelo Branduardi. L'album è accompagnato dall'uscita del singolo "Fou de love" dal 12 gennaio in rotazione radiofonica.
"Fou de love" è un brano il cui testo è stato scritto da Pasquale Panella in un miscuglio di lingue (italiano antico e moderno, inglese, francese, spagnolo, esperanto), in dialetto (napoletano) e con espressioni inventate. In questo pezzo, come per altri presenti nel disco, è stata aggiunta una breve introduzione - sempre presa da un concerto di Branduardi -, per il resto la stesura è fedele all'originale. L'argomento della canzone, ovvero la disperazione d'amore, ha certamente influito sull'interpretazione.
Commentano gli artisti sul nuovo videoclip: "Con questo semplice video abbiamo voluto ricreare l'atmosfera che c'è quando io e Alessandro suoniamo e cantiamo le canzoni di Branduardi, questa volta sullo sfondo di pianoforti e altri strumenti antichi in questo strano liutaio di Padova. Insieme, la condivisione delle fasi di registrazione allo Studio2, che è sempre un momento di serio divertimento."
Guarda qui il videoclip su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=6HNNyxv2r1k
Angelo Branduardi ha creato un genere personale rigenerando le tipiche atmosfere fiabesche ed epiche (medioevali, rinascimentali, celtiche...) grazie all'enfasi del cantato, agli arrangiamenti e alla scelta degli strumenti. Il tutto insieme ai riferimenti e alle costruzioni armoniche del passato. Quelle canzoni hanno però contenuti, una scrittura lirica e una metrica ben precise, spesso di forte impatto poetico.
Commenta Fabio Cinti a proposito del progetto: "Il mio intento è quello di far emergere questo aspetto affrancandole dalle personalità mia e di Branduardi e cercando nell'interpretazione pura (dove l'interprete è al servizio della canzone e non viceversa) proprio la poetica che sta nella scrittura, sia della musica che dei testi. A ricantare Branduardi - e vale per quel pugno di grandi cantautori italiani di cui fa parte - si rischiano due cose: l'emulazione (non solo vocale) o la "coverizzazione", ovvero quel processo attraverso il quale ci si autorizza a fare proprie delle canzoni personalizzandole a piacimento, offrendo versioni spesso modeste e inferiori alle originali. Questo non accade nella musica classica, dove il rigore esecutivo della scrittura è essenziale e quindi imprescindibile. Il mio approccio vocale e quello pianistico di Alessandro Russo è proprio figlio di questo rigore."
TRACK-LIST:
Il dono del cervo (L. Zappa, A. Branduardi)
Fou de love (P. Panella, A. Branduardi)
Sotto il tiglio (L. Zappa, A. Branduardi)
La luna (L. Zappa, A. Branduardi)
Casanova (L. Zappa, A. Branduardi)
Confessioni di un malandrino (A. Branduardi)
La volpe (L. Zappa, A. Branduardi)
Alla fiera dell'est (L. Zappa, A. Branduardi)
BIO
Fabio Cinti è un musicista, cantautore, autore,
È del 2011 – a 33 anni, dopo la lunga formazione filosofica e musicale – il suo esordio discografico con "L'Esempio delle Mele", dove già compaiono i nomi delle collaborazioni maturate nel tempo. Su tutte spiccano quella di Morgan e Pasquale Panella, autore del testo di un brano.
A seguire, nel 2012, "Il Minuto Secondo" e nel 2013 "Madame Ugo" – In quest'ultimo, uscito per Mescal e prodotto da Lele Battista, compaiono altre due importanti collaborazioni, quella con Franco Battiato, autore di un inedito ("Devo"), e con Paolo Benvegnù -.
Nel 2014 "Tutto t'orna", album che contiene una raccolta di undici canzoni tratte dai tre dischi precedenti riarrangiate per quartetto d'archi, pianoforte e chitarra acustica, sotto la direzione del M° Carlo Carcano.
L'anno seguente esce "FQ", un ep di cinque tracce elettroniche/sperimentali.
L'album successivo (2016) sarà prodotto da Paolo Benvegnù: "Forze elastiche". Anche qui compaiono alcune collaborazioni, su tutte quella di Nada, a cui è affidata l'interpretazione di un brano.
Il 27 aprile del 2018 esce La voce del padrone – un adattamento gentile: il capolavoro dell'1981 di Franco Battiato viene eseguito in un adattamento per quartetto d'archi, pianoforte, voce e cori. L'album viene accolto con forte entusiasmo sia da parte della critica che del pubblico, tanto che Fabio Cinti vince la prestigiosa Targa Tenco 2018 nella categoria "Interprete di canzoni".
Il 24 aprile del 2020, in pieno confinamento da pandemia, decide di far uscire comunque il nuovo album: "Al blu mi muovo", accolto molto favorevolmente dalla critica.
Inoltre: Fabio Cinti è stato producer al fianco di Morgan per sette edizioni di X- Factor. Ha già scritto musiche per il teatro (le ultime, per lo spettacolo di Gabriella Greison – fisica, divulgatrice, scrittrice e attrice – tratto dal suo romanzo "Ucciderò il gatto di Schrödinger" – Mondadori -, per la regia di e con Marco Caronna) e per alcuni cortometraggi, tra cui Argos di Fabio Bagnasco.
A Fabio Cinti è dedicata una monografia di Studio XXXV Live in onda su SKY Arte e, sullo stesso canale, partecipa a assieme a Morgan alla monografia su La Voce del Padrone per la serie "33 giri – Italian Masters".
Nel 2021, in occasione dell'anniversario del La voce del padrone, è stato chiamato a interpretare Battiato con l'Orchestra della Magna Grecia e con la band originale di Battiato, composta da Angelo Privitera e Il Nuovo Quartetto Italiano.
Sempre nel 2021 partecipa a Invito al viaggio - Concerto per Franco Battiato all'Arena di Verona; canta, insieme a Morgan, il brano Segnali di vita (il concerto diventerà un album per la Universal, un film, e, insieme alle interviste nel backstage anche delle prove, una serata-evento ideata e diretta da Pif, "Caro Battiato").
Nel 2022, un nuovo studio (solo dal vivo) su Franco Battiato, ideato e eseguito insieme al pianista Arturo Stàlteri, si chiama Incantate e ripropone per pianoforte e voce dieci brani del cantautore siciliano scritti insieme a Giusto Pio per le interpreti femminili (Milva, Giuni Russo, Alice e Sibilla) e mai cantate da lui.
Alessandro Russo è un pianista e compositore nato a Stoccarda, di origini calabresi e bolognese d'adozione.
Si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sul cinema di Franco Battiato. Di lì a poco inizia la collaborazione con Fabio Cinti, sia dal vivo che in studio (suona e arrangia in Il Minuto Secondo, Madame Ugo, Tutto t'orna).
E, nel 2013, lo accompagna in apertura ad alcuni concerti dell' "Apriti Sesamo Tour" di Franco Battiato.
Nello stesso anno esce il suo primo album, prodotto dallo stesso Cinti, "Assediati dall'esercito russo e cinti dalle mura, guardavamo il cielo" (Blume).
Il suo brano "Qualcosa di cui ho bisogno", scritto assieme a La Tarma, entra nella colonna sonora originale della fiction Rai Uno "Tutto può succedere" (Cattleya).
Nel 2018 pubblica il suo secondo album "Escher on the beach", prodotto dal M° Marco Biscarini, con il quale scrive il brano "Ricordi", per la colonna sonora originale del doc-ufilm "Bologna '900" del regista Giorgio Diritti. Sempre con Marco Biscarini, in qualità di pianista interprete/esecutore, partecipa alla colonna sonora del docu-film su Carlo Cracco "Cracco Confidential" (Discovery Italia, 2018) e al film "Il Vegetariano" (2019) di Roberto Sanpietro.
A maggio del 2021 pubblica il singolo "Where The Wave" (DistroKid) in collaborazione con il cantautore statunitense Benoit Pioulard e prodotto da SINK.
A settembre del 2021 pubblica il terzo album "Songs from the Ponds", una raccolta di 13 nuove composizioni originali per pianoforte, nata e registrata durante il lockdown.
"GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA" è il nuovo album per pianoforte e voce di Fabio Cinti e Alessandro Russo in occasione dei 50 anni di carriera di Angelo Branduardi disponibile dal 12 gennaio 2024.
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WhatsApp, arrivano i messaggi vocali che si autodistruggono
Come da previsioni scovate nelle versioni sperimentali, WhatsApp lancia su iPhone i messaggi vocali che si cancellano dopo il primo ascolto. Come per i testi, le foto e i video, anche le note vocali possono essere visualizzate una sola volta prima di autodistruggersi. Per tale motivo, non è possibile salvare, inoltrare o contrassegnare gli audio di questo tipo, che mirano a garantire maggiore…
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Cantanti italiani degli anni '70: talenti e melodie indimenticabili
Gli anni '70 sono stati un periodo di grande fermento e creatività nella musica italiana. In questa epoca, abbiamo visto emergere numerosi talenti che hanno contribuito a definire il panorama musicale nostrano. Cantanti, cantautori e band italiani hanno regalato al pubblico melodie indimenticabili e testi che ancora oggi risuonano nel cuore degli appassionati di musica. In questo articolo, esploreremo alcuni dei cantanti italiani degli anni '70 che hanno lasciato un'impronta duratura nella storia della nostra musica. Cantanti italiani degli anni '70: Fabrizio De André Un nome che spicca tra i cantanti italiani degli anni '70 è sicuramente Fabrizio De André. Con la sua voce profonda e le sue intense liriche, De André ha saputo trasmettere emozioni e raccontare storie che hanno toccato le corde più profonde del pubblico. I suoi album, come "Non al denaro non all'amore né al cielo" (1971) e "Storia di un impiegato" (1973), sono diventati dei veri e propri classici della musica italiana, caratterizzati da una fusione di sonorità folk e testi poetici. Chi era Luigi Tenco? Un altro grande cantante italiano degli anni '70 è stato Luigi Tenco. Con la sua voce intensa e la sua sensibilità artistica, Tenco ha scritto brani intrisi di malinconia e sentimento. La sua canzone più famosa, "Ciao amore ciao", è diventata un inno per la generazione degli anni '70 e ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica italiana. Quali sono le canzoni più famose di Gino Paoli? Nel panorama della musica leggera italiana degli anni '70, non si può dimenticare Gino Paoli. Sebbene originario di Monfalcone, Paoli ha vissuto gran parte della sua carriera a Genova e ha legato la sua musica a questa città. La sua voce calda e le sue canzoni romantiche, come "Sapore di sale" e "La gatta", hanno conquistato il pubblico italiano e hanno contribuito a definire il sound dell'epoca. Chi sono i New Trolls e i Delirium? La scena rock genovese degli anni '70 ha visto emergere anche band di grande successo. I New Trolls, originari di Genova, hanno ottenuto successo con brani come "Quella carezza della sera" e "Davanti agli occhi miei". La loro musica, che spaziava tra il rock progressivo e il pop, ha influenzato molti artisti e ha contribuito a definire il suono della musica italiana degli anni '70. Un altro gruppo rock genovese di grande rilievo negli anni '70 sono stati i Delirium. Con la loro miscela di rock progressivo e psichedelia, i Delirium hanno creato atmosfere suggestive e sperimentali. La loro canzone più famosa, "Jesahel", ha raggiunto un grande successo e rimane un classico del periodo. Stili e generi della musica italiani anni '70 La scena musicale nostrana degli anni '70 è stata caratterizzata da una grande varietà di stili e generi musicali. Cantanti, cantautori e band genovesi hanno lasciato un'impronta significativa nella storia della musica italiana, contribuendo a definire il panorama musicale dell'epoca. Le loro melodie e i loro testi hanno attraversato i decenni, rimanendo nell'immaginario collettivo e continuando a emozionare diverse generazioni di ascoltatori. La musica italiana degli anni '70 era caratterizzata da una profonda introspezione emotiva, con testi che esploravano temi come l'amore, la società e la condizione umana. Questi artisti hanno saputo combinare melodie orecchiabili con testi profondi e significativi, creando brani che spaziavano tra il folk, il rock, la canzone d'autore e il pop. L'eredità degli anni '70 L'eredità musicale dei cantanti genovesi degli anni '70 è ancora oggi presente e influente. Le loro canzoni sono state reinterpretate da artisti contemporanei e continuano ad essere ascoltate e amate dal pubblico. La loro musica rappresenta un patrimonio culturale di grande valore e ha contribuito a definire l'identità della musica italiana. Gli anni '70 sono stati un periodo d'oro per la musica italiana e ha giocato un ruolo significativo in questo contesto. I cantanti, i cantautori e le band genovesi hanno portato nuova linfa al panorama musicale italiano, offrendo melodie indimenticabili e testi che hanno toccato le corde dell'anima. La loro eredità musicale continua a vivere, ispirando artisti e appassionati di musica di tutte le generazioni. Foto: https://pixabay.com/it/photos/microfono-controllo-del-suono-1132528/ Read the full article
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costituire e ampliare reti sociali indipendenti
INSISTO, anche sulla scorta del continuo #shadowbanning / #censura che i social generalisti operano nei confronti delle notizie dal medio oriente e ovviamente dalla #Palestina: è pressoché indispensabile e sicuramente URGENTE costituire e ampliare #comunità online e #retisociali altrove, direi soprattutto su #Mastodon, che al momento sembra raccogliere il maggioor numero di #partecipanti (basta…
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#aggiornamenti#anarchia#artedeviante#asemic writing#censura#comunità indipendenti#comunità online#deviantart#glitch#Mastodon#materiali sperimentali#Medio oriente#notizie#oggetti letterari non identificati#Palestina#partecipanti#politiche#reti anarchiche#reti sociali#ricostruzioni#ricostruzioni storiche#scrittura di ricerca#scritture asemiche#shadow banning#shadowbanning#social#social generalisti#testi inclassificabili#utenti#verbovisual stuff
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Sono ormai molte le iniziative che puntano sull’inclusione sociale, anche nel campo della musica. Il rapporto tra persone sorde e canzoni, ad esempio, è sempre più vivo, grazie a progetti sperimentali, attenzioni e studi approfonditi. Apple Music ha deciso di lanciare sulla propria piattaforma una playlist curata esclusivamente da persone sorde.
In questi anni si è parlato molto del rapporto tra persone sorde e musica. Ne è testimonianza la nascita di molti progetti come Silent, evento di inclusione sociale che ha portato sul palco sia musicisti normoudenti che performer sordi. Le esibizioni, che puntavano tutto sulla vibrazione, erano così dedicate sia a un pubblico udente che sordo. Ma anche la novità introdotta a Sanremo 2020 con il Festival LIS, uno spettacolo nello spettacolo dove poter seguire la kermesse potendo comprendere dialoghi e testi. E dove potersi emozionare con i brani in gara.
L’idea che sta alla base di un lancio come quello di Apple Music è che non è necessario udire ogni nota o parola alla perfezione per potersi godere una canzone.
In effetti, le persone sorde hanno a disposizione molte modalità con le quali approcciarsi alla musica. Quali? «Ballando, percependo le vibrazioni dei bassi e degli alti sulla pelle o tenendo il tempo che i beat creano quando passano attraverso il corpo», si legge nel testo di lancio pubblicato su Apple Music.
Il lancio di questa playlist arriva per celebrare il successo del film originale Apple TV+ CODA. Si tratta del remake del francese La famiglia Bélier e ha come protagonista una ragazza di diciassette anni, unico membro udente di una famiglia di persone sorde.
La pellicola ha trionfato all’ultimo Sundance Film Festival, portandosi a casa tre importanti riconoscimenti. Il tutto raccontando una storia di normalità che ha coinvolto e commosso il pubblico.
Le testimonianze di alcune persone sorde
Oltre alla selezione dei brani (sono 173), Apple Music ha pubblicato anche gli interventi di alcuni collaboratori della comunità sorda. Ha chiesto loro di raccontare quali sono le modalità con le quali si approcciano alla musica.
Così, è possibile leggere la testimonianza di Jessica Flores, attrice comica di San Francisco che ha scelto I Got 5 on It dei Luniz. «La prima volta che ho incontrato questa canzone avevo 13 anni ma non potendo sentire le parole non riuscivo a scoprirne il titolo o l’artista. Anni dopo, questo pezzo è partito a una festa e mi si sono illuminati gli occhi». E conclude: «Sebbene di nuovo non potessi sentire le parole è stato proprio figo ricordarsi ancora la sensazione del beat».
Savannah Dahan, performer del Maryland, invece, ha scelto Little Victories di Sean Forbes. «Sean è un artista sordo che fa musica e adoro ballare i suoi pezzi! Questo ha un beat pazzesco: mi ispira e mi fa sentire in grado di fare tutto ciò che voglio».
Nella playlist di Apple Music c’è anche la hit Señorita di Shawn Mendes e Camila Cabello. L’ha selezionata Jacelyn Fincher, studentessa di Washington D.C.: «Mi piace ascoltare la voce di Camila: è acuta e soddisfa il mio udito. Posso sentire chiaramente quello che dice dal momento che ho memorizzato le parole guardando il video musicale».
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Du Selection playlist - Screamo
Iniziamo con una playlist di musica screamo, che è in assoluto uno dei generi che ascolto di più. Credo che queste canzoni mi abbiano accompagnato per tantissime ore durante gli allenamenti e le gare, ma non solo. è un genere che non è di facile ascolto, richiede comunque un pò di impegno, per apprezzare le parti melodiche così come quelle più tirate e i testi urlati.
1) Funeral Diner - We become Buried
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Non potevo che cominciare con una delle mie band preferite, per me una delle più influenti, complete e appassionanti di sempre: una delle band più importanti della storia. Forse la più grande di sempre. Half Moon Bay, California, attiva tra il 1998 e il 2007. Prima o poi scriverò un approfondimento solo su di loro, ma la carenza di materiale e il senso di inappropriatezza a scrivere qualcosa su questa band finora mi ha fermato. è una delle band fondatrici del genere screamo, che riesce amescolare lati cupi e oscuri con parti melodiche e tirate allo stesso tempo. Testi favolosi e discografia eccezionale la rendono una delle mie band preferite di sempre (ah lo avevo già detto);
And we resign ourselves to existence in the dark You must stay, stay afraid, you must stay afraid And the hate only gets worse, hidden in the low light The hate only gets worse
2) Portaits of Past - Kqed Equal Volvo
Altra band leggendaria, altra band californiana attiva tra il 1994–1995 e sempre della zona della baia di San Francisco.
Questo LP intero è un viaggio pazzesco, i Portraits of Past nella storia sono riusciti a delineare delle emozioni che probabilemente nessuna altra band è mai riuscita ad esprimere. Nel loro vinile comprato in una bancherella anni fa ho trovato racconto scritto con la macchina da scrivere, favoloso.
A sick look glazed over my repression Humbly I'm dismissed with no warning A sick look glazed over my repression Humbly I'm dismissed with no warning
3) Ampere - We Neither Rise Nor Fall
Cambiamo lato della costa americana, e si capisce subito come in East Coast le cose suonino doverse, si va nel colto Massachussets. Boston è patria di Streight Edge e band tamarre, gli Ampere hanno influenze dall’hardcore veloce, le loro canzoni sono veloci e tirate. I loro LP e i loro live faticano ad arrivare alla mezz’ora. Ne ho scritto un approfondimento qui
4) City of Caterpillar - As Curtains Dim
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Questo è un altro di quegli LP che ho distrutto a furia di ascoltare. Li ho visti live e posso solo confermare come li ha descritti un mio caro amico. “hanno suonato due note e hanno annullato tutti quelli che avevano suonato prima” Band di Richmond, Virginia, a cui trovare un’etichetta sembra stupido. I City of Caterpillar dovrebbero, a essere precisi, essere sotto la categoria “post hardcore”, ma li ho inseriti qui perchè questo è uno dei pezzi che ho ascoltato per interi periodi della mia vita in loop, mentre correvo. Ricordo interi autunni trascorsi ascoltando la ripetività delle loro canzoni, fino a quasi entrarci dentro. Ho scelto questa canzone “postuma”, registrata dalla band dopo che si erano sciolti per poi riformarsi (grazie gesù), perchè secondo me descrive meglio di tutte chi sono i City of Caterpillar. Una canzone introspettiva, oscura, a tratti visionaria, che parla di ciò che la band sarebbe diventata e dei fantasmi di noi stessi che tutti siamo diventati
Close your eyes Sway your bodies As I turn my back Cos I'm scared I'll cringe At this ghost I am
5) La Quiete - Cosa sei disposto a perdere Vabè, i La Quiete. Credo sia superfluo anche solo spendere due parole su questa band, di cui ci sarebbe da parlare per un libro intero. è assurdo pensare che a Forlì possa essere nata ed esistita una band che ha saputo far cantare tutto il Mondo. Siamo fortunati del fatto che i loro testi siano in italiano, così da poterli imparare a memoria con facilià e tenerli a mente, sempre, quando nella vita serve cantarli.
Solleticati dal vento correre per farsi rubare la prima risata, gli occhi bambini e bagnati. Vorrei corressero ancora ginocchia sbucciate e non dipingere risposte prive di colore.
6) Malady - Tongue Like a Serpent
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Band assolutamente diversa da tutte le altre, non a caso al suo interno ci sono dei membri dei City of Caterpillar e dei PG. 99, che si sciolsero entrambe nel 2003. Mescolano generi diversissimi tra loro riuscendo a creare qualcosa di nuovo e inaudito. Sperimentali e avanguardisti.
They like me like flies on stinking meat.
7) Saetia - Some Natures Catches Ho approfondito questa band qui Band leggendaria e pilastro per praticamente tutta la musica screamo mai esistita. Autentici pionieri del genere, mai diventati famosi e sempre e per sempre band indimenticabile per chi gli ha dato almeno un ascolto nella vita. La voce più tirata e dolorosa che esiste.
8) Age Sixteen - Peter Pan Complex
Di questa band ho scritto un approfondimento qui Si tratta di una band proveniente dalla Baltimora più grigia e problematica. Una band che parla di emozioni in un posto dove l’umanità è ridotta all’osso.
9) Frail Hands - Nothing Said Ok tra le tante band forse quella è la meno importante, ma è comunque nella playlist. Band fresca di Halifax, NS, che ha un suono pulito e per certi versi elegante. Qualcosa di più semplice ed orecchiabile andava inserito, e loro mi è capitato di ascoltarli.
10) Suis la Lune - My Mind is a Birdcage
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Band che a qualcuno piace da morire e a molti fa schifo, è una band molto particolare, che io amo, che viene dal freddo nord svedese di Stoccolma. Questo lavoro del 2005 contiene dei pezzi che vanno ascoltati con calma, coi loro climax e discese lente e costanti. Ho dei ricordi a tratti spiacevoli a tratti bellissimi legati a questa canzone. Sarai nella mia memoria come un uccello in gabbia.
but you will stay in my memory like a bird in a cage. you will never be released from my mind. save me, please. and it always comes down to this. wake me up, and open my eyes.
11) Touche Amore - Throwing Copper
Saranno anche considerati fighetti. Saranno quello che vi pare ma questa canzone è spettacolare. Tirata dall’inizio alla fine, con un grande testo e un suo senso, sia estetico che musicale. Una band che dal vivo è coinvolgente e ascoltata da cuffietta rende comunque bene. è post hardcore? massì, ma ci stava in playlist. Di dove sono? Los Angeles.
Like staring at a flickering light: You don’t know when it’ll burn out Or how much time you have left to let it light up your life Because when you’re at your darkest It’s all you have to survive Like throwing copper in a well: You’ll never know if wishes work only time can tell But if superstitions can give someone faith Then I’m throwing my wallet and begging for change
12) Kodan Armada - Say Something Band che viene dal fottutissimo Kentucky, città di Louisville. Si, è lo Stato dei cazzo di polli fritti KFC, delle pianure desolate, della gente armata in casa e dei bifolchi più bifolchi. Questa canzone mi piace nella sua sincopata ripetizione della frase “say something”, quando il crescendo di suoni parte da poco più di una cantilena a un urlo. Grand band, forse sottovalutata, nella mia playlist c’è sempre.
13) Loma Prieta - Uniform
I stand alone My strength unyeilding My mind a martyr This is all i fucking have to give to you This is all i know And i'll ever known So don't try to fucking pull me down I know what i do Right i know I can't hold my head high But who has faith in me? Who has faith in me? Who has faith in me? But who has faith in me? Who has faith in me? Who has faith in me? No love No hope No fucking change No love No hope No fucking change No fucking change I swear I will never change
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Non si può rimanere indifferenti a un pezzo come questo, sono 3 minuti della vita spesi bene. E la voglia di rimetterlo in loop è ogni volta la stessa, da quando ho ascoltato questo pezzo la prima volta nel 2012.
Band che deve il suo nome al devastante terremoto del 1989 che distrusse la Baia di San Francisco, da dove proviene la band. Come potete notare sono molte le etichette e le band screamo di quell’aerea, segno di forte sottocultura e cultura musicale e di una tradizione di questo genere. I Loma Prieta possono risultare ripetitivi nell’ascolto di un intero LP, ma questa canzone per me è una perla assoluta. Provate a cantarla, il testo è sopra.
trovate l’intera playlist Screamo su Spotify cliccando QUI
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Rising Star: Wedding Kollektiv
Il Wedding Kollektiv è un progetto musicale nato nel 2017 da un’idea di Alessandro Denni che, dopo un lungo periodo di inattività, decide di iniziare a comporre nuovi pezzi inediti e di sottoporli ai suoi più fidati collaboratori (Tiziana Lo Conte, Claudio Moneta, Inke Kueh). Inizia quindi un lavoro che porterà alla pubblicazione nel 2021 di Brodo, esordio discografico del collettivo che oggi si muove tra Roma, Berlino e Torino.
Il progetto non perde tempo e si mette subito al lavoro per realizzare questo nuovo disco intitolato Il Wedding Kollektiv & female friends play SOUP, che contiene una serie di remix estratti dall’esordio e vede la collaborazione di diverse musiciste parecchie apprezzate dal collettivo. Ne viene fuori una serie di brani surreali e intriganti, che miscelano elettronica e pop generando una miscela semplice ma straordinariamente esplosiva. Tra i brani migliori troviamo sicuramente “L’astronomo”, un’invettiva elettropop che funziona al primo ascolto. Tra quelli più sperimentali risaltano parecchio “A proposito del tuo candore” e “Ipersfera relazionale”, due viaggi tra musica e parole che portano ai confini dell’assurdo. Nel disco è presente l’inedito strumentale “Piccola suite per lavare i pavimenti”, altro brano decisamente folle che chiude idealmente un lavoro già abbastanza estroverso.
Sopra le righe, moderno, eccentrico. Il Wedding Kollektiv è sicuramente uno dei progetti più curiosi degli ultimi due anni. Il loro è un pop elettronico di confine che si muove tra l’avanguardia e un’estetica new wave di stampo anni ’80, ma incredibilmente radicato nell’attualità. Un ascolto decisamente consigliato a priori.
Il Wedding Kollektiv si forma su idea di Alessandro Denni (autore, arrangiatore, produttore nei dischi di GRONGE, SONA, GOAH e in altri progetti). Alessandro dopo aver scritto una ventina di canzoni tra il 2017 e il 2018 le propone a Tiziana Lo Conte (voce inconfondibile in GRONGE, GOAH e attualmente ROSELUXX), Claudio Moneta (chitarrista, compositore in GOAH, ROSELUXX e in altri progetti), Inke Küll (violinista, sassofonista, pittrice, performer berlinese, anche lei per molti anni nei GRONGE). Tra tutti i pezzi ne vengono scelti cinque che fanno parte del primo lavoro del Kollektiv, si intitola BRODO ed e´ un mini Lp 33 giri stampato in edizione limitata in vinile e distribuito sulle principali piattaforme di streaming digitale. Ai quattro durante le registrazioni del disco (prodotto da neontoaster multimedia dept.) si aggiungono musicisti e musiciste del circuito indipendente rock e impro romano che arricchiscono la tavolozza sonora del lavoro, gia´ molto articolata in fase compositiva. Vuoi una tromba jazz? In BRODO c’è. Vuoi un violoncello classico? BRODO lo ha. Una batteria new wave? BRODO ha anche quella. Le parole delle canzoni vengono affidate a JLF, giovane scrittrice, autrice di testi intimi, violenti, crudi. Della grafica del lavoro si occupa Gianluca Cannizzo (Aka MyPosterSucks), grafico torinese, autore di poster, magliette, oggetti, disegnatore dal tratto inconfondibile, tra i piu´ ricercati attualmente nel panorama italiano.
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HARD-FI 🚧
Nati negli Staines, in Inghilterra, gli Hard-Fi sono figli dell'ambiente suburbano della periferia londinese, dove il provincialismo non ha impedito loro di spiccare il volo a partire già dal disco di debutto del 2005. Punto chiave delle loro canzoni è la classe lavoratrice, in tutti i suoi diritti e doveri: quello che si respira nei loro brani è il realismo sociale, dove la gente comune diventa protagonista, dipinta assieme ai suoi problemi, le sue concrete preoccupazioni, come quella di riuscire a pagare le bollette ogni mese. Nonostante tradiscano una matrice prevalentemente pessimistica, non mancano episodi in cui l'ambizione e l'aspirazione ad una vita migliore sono presenti, e non ci si abbandona al proprio status sociale (andando contro al celebre ideale dell'ostrica verghiano, che non prevede alcuna possibilità di riscatto sociale, e che ogni tentativo di raggiungerlo poterà solo un dolore ancora più grande). Un chiaro esempio di realismo sociale si riscontra nel brano «Feltham is Singing Out», in cui Richard, il cantante, denuncia un episodio di razzismo che vede l'omicidio di un uomo da parte del compagno di cella a causa del colore della pelle; oppure nella canzone «Help Me Please», scritta per la morte della madre di Richard, ammettendo di aver ottenuto un discreto successo ma di non avere nessuno con cui condividerlo, a causa della sua prematura scomparsa. I suoni forti, prorompenti, decisi, tendenti al punk rock, sono una costante che riscontriamo spesso nei loro pezzi, insieme a sonorità ibride e sperimentali quali dance punk e electronic rock, modernizzando quindi il concetto di rock più purista delineatosi durante il secolo scorso.
STARS OF CCTV (2005) 📹
Stars of CCTV può essere definito, complessivamente, come un disco «duro»: sia per ciò che concerne il testo, sia sul piano musicale che persino su quello della produzione. Innanzitutto, ricordiamo che gli Hard-Fi hanno una storia piuttosto tormentata e sfortunata: originari degli Staines, un sobborgo di Londra privo di ogni attrazione, vicino all'aeroporto di Heathrow, luogo, a detta degli stessi Hard-Fi, "dimenticato da Dio", poiché povero di ogni servizio utile a un tenore di vita accettabile e di un qualsiasi punto di ritrovo e di divertimento, necessari per poter passare un'adolescenza quantomeno dignitosa. E il desiderio di fuga è presente in circa tutte le canzoni di questo disco, soprattutto rispetto all'opprimente condizione lavorativa dei suoi protagonisti che viene denunciata in più canzoni. Le Stars of CCTV non sono altro che le persone che vengono registrate dalle telecamere a circuito chiuso mentre lavorano, sottolineando il fatto che si tratta della massima aspirazione a cui possono ambire a causa della loro posizione sociale. Le sonorità tradiscono un'energia pazzesca, in linea con il tono di protesta e ribellione dei testi: linee di basso prorompenti e timbri metallici suggellano alla perfezione il progetto che hanno in mente di realizzare, portando a compimento un album in modo assolutamente coerente e comunque non scontato. È interessante citare anche la registrazione e produzione casalinghe del disco: camere da letto e pub sono i retroscena che hanno ospitato una produzione decisamente low-cost, non potendosi permettere una vera e propria sala registrazioni, andando a creare una suggestiva sensazione di grossolano (soprattutto per la parte di mastering) che, ancora, comunque non stona con l'idea complessiva dell'opera. LIVING FOR THE WEEKEND - Stars of CCTV (2005) Già solo titolo preannuncia largamente la tematica affrontata nella canzone: è comune, tra le persone della classe operaia, la voglia di evasione durante il weekend. È normale che dopo settimane di duro lavoro che non lascia alcuna libertà di svago o di espressione, si finisca per vivere in funzione dell'unico spiraglio di evasione dal quotidiano che rappresenta il fine settimana, nonostante poi si riveli comunque colmo di piaceri effimeri e insoddisfacenti, a lungo andare. Il genere del brano si può definire dance punk: apre la canzone una cassa in quarti insieme a un synth che ricorda molto gli archi sintetizzati utilizzati nelle canzoni disco degli anni '70. Solo in un secondo momento entrano anche la chitarra elettrica e la voce, completando la canzone attribuendole un colorito più punk. SUBURBAN KNIGHTS - Once Upon A Time In The West (2007) Può essere considerato come il manifesto della vita nei sobborghi, la vita degli esclusi, dei fantasmi, coloro che non vengono considerati dallo stato, che vengono abbandonati al proprio destino e privati di ogni aspettativa di vita migliore e possibilità di riscatto. Le persone sono costrette a trascorrere il tempo alla ricerca di qualche programma TV che li rimbambisca oppure tendono ad evadere dalla realtà con l'aiuto dell'alcol (riprendendo un po' il tema de «L'Assommoir» dello scrittore naturalista Émile Zola). È quindi sicuramente una canzone di critica, anche nei confronti delle istituzioni come la scuola («Work 'till you die / That's what they teach you at school»). Tuttavia, il tono è più di incazzatura più che di rassegnazione, facendo trasparire una via d'uscita in mezzo a tutta quella negatività, attraverso la denuncia sociale. FIRE IN THE HOUSE - Killer Sounds (2011) Il contenuto del testo è piuttosto enigmatico. La scena che viene presentata sembra prefigurare l'apocalisse: la casa che brucia, gli animali che scappano, la tempesta che arriva. Tuttavia, l'unica cosa che il protagonista riesce a provare è soltanto l'amore verso una donna ignota alla storia, alla quale ricorda i bei momenti passati per dimenticarsi dello scenario catastrofico in atto. Allora, la casa che brucia può rappresentare un evento negativo che ha rovinato la loro relazione, come ad esempio un tradimento, e allora il cantante di farsi perdonare facendo riaffiorare il tempo in cui erano innamorati. Un'altra possibile interpretazione vede la casa simboleggiare la tragica morte di lei, mentre lui, distrutto dal dolore, cerca di ricordarla nei versi della canzone. Sullo stile ormai profilato degli Hard-FI, è presente una linea di basso di timbro elettronico che costituisce le fondamenta su cui si sviluppa il brano.
di Lorenzo Morelli
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Nel 1976 esce presso le edizioni La Nuovo Foglio un volume di ritratti fotografici di Carlo Gajani intitolato Ritratto, identità, maschera. Tra i vari personaggi presenti nel volume c’è anche Calvino. Lo scrittore ha conosciuto Gajani attraverso Gianni Celati; due volumi narrativi e sperimentali dell’autore di Comiche, Il chiodo in testa del 1974 e La bottega dei mimi del 1977, contengono fotografie di Gajani. Questi si è dedicato alla fotografia e alla pittura dopo aver esercitato la professione di medico, e prima ancora aveva studiato pianoforte al Conservatorio. L’artista bolognese è tra i primi che indaga il tema del ritratto fotografico, non solo attraverso i suoi scatti, ma interrogando, secondo lo spirito proprio dell’epoca, i suoi soggetti fotografici: propone un questionario a tutti. Dopo averli fissati in immagine li sollecita con alcune domande. Dal canto suo, in quel periodo Calvino si sta interrogando sul medesimo tema. Ne tratta in due testi, quello intitolato “Identità” (1977), che ora si legge nei Saggi dei Meridiani, e questo di risposta all’artista bolognese che potete leggere qui di seguito.
Scrive in “Identità”, effetto anche di un seminario collettivo diretto da Lévi-Strauss, da lui seguito a Parigi: “È il fuori che definisce il dentro, nell’orizzontalità dello spazio così come nella dimensione verticale del tempo”.
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