#teatro contemporaneo
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MAQUINAHAMLET (hamletmachine) HEINER MULLER
La obra surge a raíz de la obsesión que Müller sentía por la obra de William Shakespeare y como un intento de dinamitar ese complejo dramático, de reducirlo a su esqueleto. El autor Alemán retoma el personaje de Hamlet y lo presenta inmerso en un problemática contemporánea, a través de una forma que busca la subversión de los límites del drama, que ya no funciona como principio arquitectónico del…
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#heiner muller#lecturas#lecturas recomendadas#obras de teatro#teatro#teatro absurdo#teatro contemporaneo#teatro moderno
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[ph. Mirco Lorenzi]
Venerdì per la prima volta il progetto La scuola elementare del teatro e della danza si è tenuto nel pomeriggio e ha visto la partecipazione non solo di una realtà scolastica ma anche dei genitori degli alunni e delle alunne. Infatti, in occasione della presenza della compagnia Kepler-452 in residenza all’Arboreto per la ricerca e composizione del nuovo lavoro Album, i bambini e le bambine della scuola elementare di Schieti, accompagnati dai genitori e dalle maestre sono entrati nel processo creativo degli artisti. Album è un lavoro è sostenuto dal progetto europeo Stronger Pheripheries e coprodotto da Pergine Festival (Italia), Pro Progressione (Ungheria) e L’Arboreto Teatro Dimora (Italia) e si sta sviluppando intorno al tema “Dealy bread”, trattando più nello specifico il tema della famiglia e della memoria.
Dopo essere stati accolti da una merenda nel foyer del teatro, il gruppo è entrato dentro la scena di Album guidati da Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Roberta Gabriele e sono stati catapultati come in una sorta di set cinematografico abitato da un conduttore-intervistatore (Nicola), accompagnato dal suo cameraman (Enrico) e da Roberta che osservava lo spazio. Che cos’è un ricordo? Qual è il tuo primo ricordo? Dove vanno i ricordi quando spariscono? Da queste tre domande si è mosso l’incontro tra gli artisti e la comunità scolastica/famigliare disposta sul palco allestito con una cinquantina di sedie e mobilio vintage. All’interno di questo dispositivo scenico dove spettatori e artisti si mescolano, che ospiterà anche la prova aperta che si terrà venerdì 26 maggio dalle ore 20, Nicola ed Enrico hanno accolto bambini e adulti facendo convergere l’ora di lavoro insieme sulle tre domande di cui sopra. Da questo confronto serrato tra padri e figli, maestre e alunne, madri e figlie, genitori e insegnati condotto con audacia e sensibilità da Nicola sono emersi ricordi, immagini, odori e sensazioni che hanno dato vita a una biblioteca di proto-racconti immaginari.
Un ricordo è un’esperienza del passato che ti rimane impressa nella memoria. È un’immagine sensoriale, sinestetica. Spesso sono gli altri il nostro ricordo. I ricordi sono ricostruzioni artificiose, sono immaginazione. I ricordi sono spesso brutti. I ricordi hanno bisogno di una storia e deve essere forte, spesso traumatica. È qualcosa che abbiamo percepito in passato e che con gli stimoli esterni torna alla memoria. Il ricordo non è razionale, quanto meno te l’ho aspetti arriva.
Il mio primo ricordo è la paura di affogare durante il battesimo. Un foglio verde grande che sembrava un terribile coccodrillo. Giocare alla guerra con bombe di carta. Imparare a fischiare insieme a mio padre. L’odore dei limoni nel giardino della nonna in Sicilia. Un bimbo dell’asilo che mangiava la terra e gli altri che lo incitavano a mangiarla. Molti ricordi me li sono inventata. Una camera, tanti libri e tanta luce, di mattina: era la stanza dei miei genitori. La prima volta che ho galoppato sopra un cavallo. Il primo concerto a cui sono andata sola con un’amica.
I ricordi che scoppiano vanno nel fuorimemoria, un tuo secondo cervello che non sai di avere. Vanno in una parte del cervello che non conosciamo. Ha il nome di una dea greca… I ricordi vanno nelle teste di chi hai incontrato. Scappano dal tuo corpo e si dissolvono nell’aria. I ricordi non vanno da nessuna parte non ci sono più. Non svaniranno mai restano nella testa e quando vedrai un posto magari ti torna in mente un ricordo che non ricordavi più: è il luogo te lo fa ricordare. Sono legati alle emozioni, scompaiono e tonano con le emozioni a cui sono legati. Quando scompaiono ritornano nel luogo da dove sono venuti.
Queste sono alcune delle memorie e delle riflessioni che adulti e bambini hanno condiviso in questo pomeriggio denso ed emozionante, ricco di risate e silenzi, abbracci e lacrime, parole e sguardi che molti dei presenti non dimenticheranno ma serberanno a futura memoria.
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Wednesday, for the first time, the project The elementary school of theater and dance was held in the afternoon and saw the participation not only of a school but also of the parents of the scholars. In fact, on the occasion of the presence of the Kepler-452 company in residence at the Arboretum for the research and composition of the new creative work Album, the scholars of the elementary school of Schieti, accompanied by their parents and teachers, entered the creative process of the artists. Album is a work supported by the European project Stronger Pheripheries and co-produced by Pergine Festival (Italy), Pro Progressione (Hungary) and L'Arboreto Teatro Dimora (Italy) and is developing around the theme "Dealy bread", dealing more specifically the theme of family and memory.
After being welcomed by a snack in the foyer of the theatre, the group entered the scene of Album led by Nicola Borghesi, Enrico Baraldi and Roberta Gabriele and were catapulted as if into a sort of film set inhabited by a conductor-interviewer (Nicola), accompanied by his cameraman (Enrico) and Roberta who observed the space. What is a memory? What is your earliest memory? Where do memories go when they disappear? From these three questions the meeting between the artists and the school/family community moved on the stage set up with about fifty chairs and vintage furniture. Within this scenic device where spectators and artists mingle, which will also host the open rehearsal to be held on Friday 26 May from 8.00 pm, Nicola and Enrico welcomed children and adults by focusing the working hour together on the three questions of above. From this close confrontation between fathers and sons, teachers and pupils, mothers and daughters, parents and teachers conducted with audacity and sensitivity by Nicola, memories, images, smells and sensations emerged that gave life to a library of imaginary proto-stories.
A memory is an experience from the past that stays in your memory. It is a sensory, synesthetic image. Often others are our memory. Memories are artificial reconstructions, they are imagination. Memories are often bad. Memories need a story and it must be strong, often traumatic. It is something that we have perceived in the past and that comes back to memory with external stimuli. The memory is not rational, the less I wait for it, it will arrive.
My first memory is the fear of drowning during baptism. A large green sheet that looked like a terrible crocodile. Play war with paper bombs. Learning to whistle with my father. The smell of lemons in grandma's garden in Sicily. A kindergarten child who ate the earth and the others who encouraged him to eat it. I made up many memories. A room, lots of books and lots of light in the morning: it was my parents' room. The first time I ever galloped on a horse. The first concert I went to alone with a friend.
Memories that burst go into “out of memory”, a second brain of yours that you don't know you have. They go to a part of the brain that we don't know about. It has the name of a Greek goddess… Memories go into the heads of who you met. They escape from your body and dissolve into air. The memories go nowhere they are no more. They will never vanish, they remain in your head and when you see a place, perhaps a memory that you no longer remember comes to your mind: it is the place that makes you remember it. They are tied to emotions, they disappear and tone with the emotions they are tied to. When they disappear they return to where they came from.
These are some of the memories and reflections that adults and children exchanged on this dense and exciting afternoon, full of laughter and silence, hugs and tears, words and looks that many of those present will not forget but will keep for future reference.
#residenze 2023#residenza creativa#kepler-452#stronger peripheries#album#la scuola elementare del teatro e della danza#europa creativa#teatro contemporaneo#performing arts#partecipation#tandem 3
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“Il Risveglio” di Pippo Delbono al Teatro Astra: Finissage del Festival delle Colline Torinesi e Inaugurazione della Stagione TPE 2024/25
Il 6 novembre, il Teatro Astra di Torino ospita “Il Risveglio” di Pippo Delbono, spettacolo di apertura per la nuova stagione TPE e finissage del Festival delle Colline Torinesi.
Il 6 novembre, il Teatro Astra di Torino ospita “Il Risveglio” di Pippo Delbono, spettacolo di apertura per la nuova stagione TPE e finissage del Festival delle Colline Torinesi. Il Teatro Astra di Torino è pronto a inaugurare la stagione TPE 2024/25 con un evento speciale: la messa in scena de “Il Risveglio”, spettacolo scritto e diretto da Pippo Delbono, figura iconica del teatro contemporaneo…
#2024/25#appuntamenti culturali#arte performativa#Artisti Italiani#Biglietti spettacolo#Critica teatrale#Cultura torinese#Danza contemporanea#Emozioni Umane#eventi Torino#Festival delle Colline Torinesi#Finissage#Fondazione TPE#Il Risveglio#inaugurazione stagione#innovazione teatrale#introspezione#novembre a teatro#Pippo Delbono#programmazione TPE#Prosa#pubblico torinese#Riflessione#scene italiane#spettacolo intenso#Spettacolo teatrale#Stagione teatrale#Teatro Astra#teatro contemporaneo#teatro d’autore
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O que te alimenta hoje Te mantem de pe amanhã 🍃 Espetáculo: Livro Estreia : 11 de março 📆 18:30 pm Teatro São Francisco @ciaproart 🎫 Ingressos LIMITADOS ciaproart.com _____________________________ #livro #espetaculovro #espetaculo #danca #teatro #canto #obra #proart #boysdancetoo #contemporaneo #contemporary #ballet #ohoto #palco https://www.instagram.com/p/CpOeXPHOWbi/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Sogni in Scatola per ULLALLÀ
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#circo#circo contemporaneo#clown#mano a mano#sogni in scatola#Teatro#teatro per famiglie#teatro ragazzi
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EVENTI - di Gianpiero Menniti
L'ORIGINE DEL TEATRO GRECO E L'IRRAZIONALE
A Squillace, borgo di antichissime origini, ai primi di settembre. Racconto le "Origini del teatro greco" e la connessione con l'irrazionale, il caos primordiale che ne avrebbe ispirato la fondazione. Ecco uno stralcio della conferenza:
«Il mondo greco al quale con crescente approssimazione si fa appello frequentemente, per indicare l’origine della civiltà occidentale e dunque del nostro modello culturale, era ben lontano dalla rappresentazione che se ne fa ai nostri giorni. La nostra civiltà, intrinsecamente cristiana, ha certamente attinto, in molte forme (linguistiche, mitico-letterarie e rituali, politiche e sociali, scientifiche e filosofiche) a quella non consueta civiltà. Tuttavia, il “noi” contemporaneo è immemore delle limpide e coraggiose acquisizioni dell’uomo greco, del suo attestarsi su una linea di separazione tra l’evidenza caotica dell’esistenza e i tentativi di fornirla di un modello razionalmente adeguato. Di più: il caos non è l’effetto ma l’origine, la condizione primigenia, l’informe infinito della materia che preesiste e che preclude ogni conoscenza: questa è figlia del determinato e non ha alcuna possibilità di designazione dell’indeterminato. Non ha linguaggio, non ha parola, non possiede alcun segno. Se non un sussulto. Il sussulto che la lunghissima, ancestrale tradizione dei miti e dei riti eleusini ha tramandato oralmente fino a VII – VI secolo a.C. ma a partire da almeno 1500 anni prima nel contesto inattingibile della tradizione orale. Tradizione orale coperta dal segreto dell’origine che solo il racconto dei miti poteva parzialmente rivelare come in una lenta e attenta marcia di avvicinamento alla verità terrificante dell’informe. La consapevolezza di un disordine originario non è rassegnazione ma, paradossalmente, razionale costruzione di un ordine che contempla il suo contrario. E con esso convive. In questa condizione originaria e incontrovertibile, nasce il “sacro”, il separato che, tuttavia, abita gli abissi della natura fenomenica e della natura umana. Così, nasce anche il teatro - dal gr. ϑέατρον, der. del tema di ϑεάομαι «guardare, essere spettatore» - come rivelazione di questo stato di coesistenza, il celebre modello di relazione tra dionisiaco e apollineo di Nietzsche. Ma l’origine della tragedia greca – la prima forma di teatro – non è come si potrebbe immaginare, nella scena, nella skenè (σκηνή) che racconta le vicende del dramma: la tragedia nasce dal coro, dal coro dei satiri che irrompono dai parodoi con urli e canti, al ritmo di danza. Metà uomini e metà bestie, i satiri incarnano la mimesi di ciò che è ormai memoria, del passaggio dell’uomo dalla selva alla condizione dell’essere consapevole. Consapevole di cosa? Soprattutto della sua finitezza, della morte, del cadavere che inerte può essere vinto solo dal suo contrario, dall’arte che è vita, che per questo è gioia, è danza, è canto, è parola, è unità “corale” del flusso e dell’energia che anima gli esseri umani distanti dalla loro insormontabile caducità. Il coro è dunque il protagonista della tragedia, il coro che evoca il dio, Dioniso, che non a caso è il dio della vita e della morte, del maschile e del femminile, del divino e del bestiale: la sua è una natura incessantemente polimorfica. Incarna, dunque, il caos dell’inizio, il caos che non possiede storia, che non possiede Chronos ma che si attesta in una sorta di Kairos infinito, nell’istante senza tempo. Il canto ditirambico dei satiri è l’effetto di quel sussulto ancestrale e dell’ingresso nella vita che da quel momento “conta” il tempo, che accoglie l’esistenza come atto collettivo, corale, che a questa dimensione pre-consapevole vuole tornare sapendo che non c’è possibile ritorno se non nella mimesi della danza, della parola, della rappresentazione che colma la scena lasciando ai satiri l’altare posto in basso nello spazio dell’orchestra, in un “mondo altro” che tutto ha preceduto e che solo il ricordo, il riportare al cuore, può rendere vivida espressione nella malinconia della mimesi, stratagemma del sopportabile fino alla sua trasformazione nell’estasi dell’evocazione del Dio.»
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Note sparse sulla Medea che ho visto ieri:
Le maschere nel teatro greco avevano il ruolo di identificare i personaggi, in questo spettacolo l'identificazione è sul livello simbolico: Medea è rappresentata da un uccello nero, un corvo presumo, e indica la sventura, i figli hanno le maschere dei conigli, Creonte (e i suoi seguaci) è un coccodrillo. Quest'ultimo è particolarmente interessante perché mentre aggredisce Medea mantiene la maschera ma la toglie sempre quando esprime il suo timore nei confronti della donna. Medea e i figli tolgono la maschera e non la rimettono, Creonte invece alterna per tutto il tempo in cui è in scena.
Dai costumi si denota la volontà di attualizzare il messaggio operando una critica alla famiglia e alla società borghese (e piccolo-borghese nello specifico). Il testo euripideo ripete più volte che tutto è stato messo in moto dal dissolvimento dei valori, e in effetti le nostre vite quotidiane sono ammantate di valori e ideali che puntualmente vengono calpestati in favore dell'interesse personale. Sui costumi, tuttavia, devo fare una nota di disappunto: i costumi riprendevano il vestiario borghese del 900 (eccetto Creonte, vestito da in giacca e cravatta) quando sarebbe stato più opportuno e puntuale utilizzare un vestiario contemporaneo. Non va a detrimento della rappresentazione e della sua ricezione ma sarebbe stato, ripeto, puntuale.
L'inesorabilità degli eventi ha generato in me angoscia ma anche una forte frustrazione, forse perché io e il pubblico abbiamo assorbito volente o nolente la mentalità del “se vuoi, puoi”, in cui gli esiti previsti sono: il successo o il contentino, in ogni caso risvolti positivi. Medea mette in atto tutto quello che ha progettato, ma si è ottenuto solo il sangue versato pulito dal coro.
In realtà parole come angoscia, frustrazione, sgomento, rabbia, dolore, raccapriccio, orrore e altre non riescono a racchiudere la sensazione che ho sentito durante tutto lo spettacolo e che ha raggiunto il suo apice durante l'infanticidio (che non è stato rappresentato, come vuole la prassi della Grecia antica). Tutte quelle emozioni erano una e mi pervadeva tutta, mente e corpo: avevo le mani nei capelli, la pelle d'oca, volevo raggomitolarmi, respiravo affannosamente. Le persone intorno a me posso descriverle solo come molto scosse.
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Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino
Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino. Il 15 ottobre è il compleanno di Italo Calvino: nato nel 1923, domenica prossima avrebbe compiuto 100 anni. Per #100Calvino, nell’ambito della Stagione teatrale di Bari 2023_24 del Comune di Bari-Assessorato alla Cultura -Teatro Pubblico Pugliese, al Teatro comunale Piccinni, dopo il Prix Rai del 2 ottobre con le letture di Neri Marcorè e dopo lo spettacolo Il Castello del Teatro delle Bambole del 9 ottobre, questo weekend sono in programma una serie di spettacoli e iniziative. Domani, sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 (riservato alle scuole/Istituti Superiori) e alle 21, e domenica 15 ottobre, alle 18, il Premio UBU Mario Perrotta porterà il suo “Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, le libertà”, di cui è regista e interprete, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Dopo lo spettacolo rivolto alle scuole, Mario Perrotta incontra gli studenti per un dibattito sui temi dello spettacolo e sulla figura di Calvino (con approfondimento a cura di Giancarlo Visitilli). Domenica 15 ottobre, alle ore 11, sempre sul palco del Piccinni: La Palestra - Edizione speciale “Buon Compleanno Calvino!”, una Lezione spettacolo con la direzione artistica di Francesco Maria Asselta e la consulenza scientifica di Lea Durante. “In questo weekend proseguiremo nel nostro omaggio a Italo Calvino, uno degli scrittori più importanti del ‘900, con l’aiuto di Mario Perrotta, attore, drammaturgo e regista pluripremiato, e con uno speciale appuntamento di La Palestra, il format di approfondimento e confronto che per il terzo anno accompagna alcuni dei temi e degli autori della stagione comunale di prosa - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci . Abbiamo voluto dedicare all’opera di Calvino, al suo impegno politico e culturale, al suo rigore, alla sua fantasia, l’apertura della stagione di prosa della Città di Bari, lasciando che a condurci alla scoperta del suo mondo fossero alcuni tra i nomi più importanti del panorama culturale contemporaneo, per offrire al nostro pubblico riflessioni ed emozioni di grande valore artistico e civile”. Sabato 14 ottobre alle ore 21 Domenica 15 ottobre alle ore 18 Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, la libertà; scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli Info a questo link. COME UNA SPECIE DI VERTIGINE Il Nano, Calvino, la libertà durata 75’ Permàr – Compagnia Mario Perrotta / ERT- Teatro Nazionale scritto, diretto e interpretato da MARIO PERROTTA collaborazione alla regia Paola Roscioli mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare. “Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo”, scrive Mario Perrotta. Domenica 15 ottobre alle ore 11 LA PALESTRA edizione speciale BUON COMPLEANNO CALVINO! direzione artistica a cura di Francesco Maria Asselta consulenza scientifica di Lea Durante interventi di Silvio Perrella e Lea Durante letture di Paolo Panaro al pianoforte Mirko Signorile Ingresso libero con prenotazione su eventbrite Il progetto “Buon compleanno Calvino!”, questa occasione straordinaria del centenario della sua nascita, sarà un’opportunità per parlare della sua vita, delle sue opere, ma soprattutto della sua idea tutta personale di rappresentare un modello di intellettuale integralmente disorganico, lontano dall’impegno diretto, discutendone non solo con studiosi, critici e specialisti della letteratura calviniana (Silvio Perrella e Lea Durante), ma aprendoci anche alle sue parole con le letture di Paolo Panaro (che ha portato in scena Il Barone Rampante), e all’incontro con progetti musicali dedicati a “Le città invisibili”, interpretati da Mirko Signorile in duo con Giovanna Carone.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Occorre che ogni punto di vista sia anche la cosa, o che la cosa appartenga al punto di vista. Occorre perciò che la cosa non sia niente d’identico, ma sia scomposta in una differenza in cui svanisce l’identità dell’oggetto visto come del soggetto che vede. Occorre che la differenza divenga l’elemento, l’unità ultima, e che rimandi dunque ad altre differenze che mai la identifichino, ma la differenzino. È necessario che ogni termine di una serie, in quanto già differenza, sia posto in un rapporto variabile con altri termini, e costituisca perciò altre serie sprovviste di centro e di convergenza, così come è necessario anche nella serie affermare la divergenza e lo spostamento di centro. Ogni cosa, ogni essere deve vedere la propria identità assorbita nella differenza, non essendo altro che una differenza tra differenze. Si deve mostrare la differenza nell’atto di differire. Si sa che l’opera d’arte moderna tende a realizzare queste condizioni: essa diviene in tal senso un vero teatro, genera metamorfosi e permutazioni. Teatro senza nulla di fisso, o labirinto senza filo (poiché Arianna si è tolta la vita). L’opera d’arte lascia il campo della rappresentazione per divenire “esperienza”, empirismo trascendentale o scienza del sensibile.
È strano che si sia potuto fondare l’estetica (come scienza del sensibile) su ciò che può essere rappresentato nel sensibile, anche se in verità non è migliore il procedimento inverso che sottrae dalla rappresentazione il puro sensibile, e tenta di determinarlo come quel che resta una volta che la rappresentazione sia abolita (per esempio un flusso contraddittorio, una rapsodia di sensazioni). Vero è che l’empirismo diviene trascendentale, e l’estetica, una disciplina apodittica, quando afferriamo direttamente nel sensibile ciò che può essere solo sentito, l’essere stesso del sensibile: la differenza, la differenza di potenziale, la differenza d’intensità come ragione del diverso qualitativo. Nella differenza il fenomeno balena, si dispiega come segno, e il movimento si produce come “effetto”. Il mondo intenso delle differenze, in cui le qualità trovano la loro ragione è il sensibile, il proprio essere, è proprio l’oggetto di un empirismo superiore, che ci insegna una strana “ragione”, il multiplo è il caos della differenza (le distribuzioni nomade, le anarchie incoronate). Le differenze si somigliano sempre, sono analoghe, opposte o identiche: la differenza è dietro ogni cosa, ma dietro la differenza non c’è nulla. Tocca ad ogni differenza di passare attraverso tutte le altre, e di “volersi” o di ritrovarsi anch’essa attraverso tutte le altre. Si capisce perché l’eterno ritorno non sorga come secondo, o non venga dopo, ma sia già presente in ogni metamorfosi, contemporaneo di ciò che fa ritornare. L’eterno ritorno si riferisce a un mondo di differenze implicite le une nelle altre, a un mondo complicato, senza identità, propriamente caotico. Joyce presentava il vicus of recirculation come facente girare il chaosmos; e Nietzsche diceva che il caos e l’eterno ritorno non erano due cose distinte, ma una sola e stessa affermazione. Il mondo non è né finito né infinito, come nella rappresentazione, ma è compiuto e illimitato. L’eterno ritorno è l’illimitato dello stesso compiuto, l’essere univoco che si dice della differenza.
Nell’eterno ritorno, il caos-erranza si oppone alla coerenza della rappresentazione, e esclude la coerenza di un soggetto che si rappresenta, come di un oggetto rappresentato. La repetitio si oppone alla repraesentatio, il prefisso ha mutato di senso, poiché in un caso la differenza si dice soltanto in rapporto all’identico, ma nell’altro è l’uni vocò che si dice in rapporto al differente. La ripetizione è l’essere informale di tutte le differenze, la potenza informale del fondo che porta ogni cosa a quella “forma” estrema in cui dilegua la sua rappresentazione. Il dispars è l’ultimo elemento della ripetizione, che si oppone all’identità della rappresentazione. Così il circolo dell’eterno ritorno, della differenza e della ripetizione (che liquida quello dell’identico e del contraddittorio), è un circolo vizioso, che non dice lo Stesso se non di ciò che differisce. Il poeta Blood enuncia la professione di fede dell’ empirismo trascendentale al modo di una vera estetica: “La natura è contingente, eccessiva, ed essenzialmente mistica… Le cose sono strane… L’universo è selvaggio… Lo stesso non torna se non per portare qualcosa di differente. Il lento cerchio del tornio dell’ intagliatore non avanza che dello spessore di un capello. Ma la differenza si distribuisce sulla curva tutta intera, mai esattamente adeguata.
Gilles Deleuze, Differenza e ripetizione
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KILLER JOE - TRACY LETTS
Hired by the dissolute Smith family to murder the matriarch for insurance money, “Killer Joe” takes the daughter to bed as a retainer against his final payoff which sets in motion a bloody aftermath as the “hit man” meets his match. Una obra bizarra, violenta y cómica en partes iguales. Un adicto endeudado tiene la brillante idea de pagarle a un sicario para que asesine a su madre y así cobrar…
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#autores norteamericanos#obras de teatro#premios pulitzer#teatro#teatro absurdo#teatro contemporaneo#teatro moderno#tracy letts
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Il sabato della fotografia: IX edizione al via il 16 Novembre a Napoli Riparte il 16 novembre a Napoli, Il Sab... #fotografiacontemporanea #FrancescoDellaCalce #GianniFiorito #mostrafotografica #napoli #PinoMiraglia #SabatodellaFotografia #SalaAssoli https://agrpress.it/il-sabato-della-fotografia-ix-edizione-al-via-il-16-novembre-a-napoli/?feed_id=7911&_unique_id=672e0f56c3a60
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La Vegetariana al Teatro Vascello di Roma: Un'Opera Potente e Provocatoria Ispirata al Romanzo di Han Kang
Roma: Dal 29 ottobre al 3 novembre, la stagione teatrale del Teatro Vascello porta in scena una co-produzione internazionale, esplorando temi di trasformazione e rifiuto radicale.
Roma: Dal 29 ottobre al 3 novembre, la stagione teatrale del Teatro Vascello porta in scena una co-produzione internazionale, esplorando temi di trasformazione e rifiuto radicale. “La Vegetariana,” adattamento teatrale del celebre romanzo di Han Kang, Premio Nobel per la letteratura 2024, sarà in scena al Teatro Vascello di Roma dal 29 ottobre al 3 novembre 2024. L’opera, diretta e interpretata…
#adattamento teatrale#coproduzione internazionale#Cultura#Daniele Spanò#Daria Deflorian#Direzione Artistica#Drammaturgia#Emilia Romagna Teatro#Gabriele Portoghese#Giulia Pastore#Han Kang#La vegetariana#Metamorfosi#Ministero della Cultura#Monica Piseddu#Odéon–Théâtre de l&039;Europe#Opere teatrali#Paolo Musio#performance teatrale#Premio Nobel#produzione INDEX#ribellione#ribellione individuale#rifiuto radicale#Romaeuropa Festival#scena teatrale#Spettacolo#spettacolo simbolico#teatro contemporaneo#teatro europeo
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Fiamma, nuovo singolo per il duo Synergy
Dall'8 novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "FIAMMA", il nuovo singolo del duo Synergy in gara a Sanremo Giovani in onda su Rai 2 dal 12 novembre.
"FIAMMA" è un brano R'n'B che unisce sonorità classiche a influenze moderne, creando un'atmosfera calda e avvolgente. La canzone esplora il tema dell'amore, ponendo l'accento sull'importanza del benessere emotivo in una relazione. Con il suo sound ricercato e il messaggio profondo, "FIAMMA", pubblicato dall'etichetta Yourvoice Records, si presenta come una celebrazione dei legami affettivi, in un contesto contemporaneo che dialoga con le radici del genere.
Commenta il duo proposito del brano: "La performance che faremo sul palco di Sanremo Giovani rappresenta per noi un passo significativo, riusciremo a portare il nostro messaggio a un pubblico più ampio."
Il videoclip di "FIAMMA", diretto da Marco Giorgi, è stato girato a Bellaria, un luogo significativo per il gruppo. Le riprese si sono svolte tra lo studio di registrazione, dove la canzone è stata creata, e una vecchia fornace adornata da un graffito che ritrae Lauryn Hill. Questo omaggio a una delle figure più influenti dell'R'n'B sottolinea l'ispirazione che la musicista rappresenta per le SYNERGY, evidenziando il legame tra il loro lavoro e le radici del genere. Il contesto visivo arricchisce il messaggio della canzone, creando un'atmosfera che riflette la fusione tra passato e presente.
Guarda il videoclip: su Rai Play
Biografia
Synergy è un duo formato da Aurora Mina Cortes e Lucia Battistini.
Aurora Mina Cortes, nata a Cesena e di 24 anni, proviene da una famiglia che unisce culture colombiane e italiane. Sin da piccola ha coltivato una forte passione per la musica, grazie all'influenza della madre, appassionata di teatro, e del padre, amante della musica sudamericana. A otto anni ha iniziato a cantare in un coro, e la sua famiglia, in particolare sua sorella e il fidanzato, l'hanno sostenuta. Dopo aver superato la timidezza e scritto i suoi primi testi, ha iniziato a collaborare con un deejay.
L'incontro con Lucia, avvenuto mentre lavoravano in un bar, ha dato vita a una profonda connessione musicale, portandole a formare un duo. Dopo aver vinto un premio al Festival Musica Bella, hanno composto "FIAMMA" con Max Giorgetti e deciso di presentarla a Sanremo Giovani, avviando così la loro avventura come SYNERGY.
Lucia Battistini, nata a Cesena il 14 maggio 1999, ha iniziato a cantare all'età di 9 anni, partecipando a concorsi con entusiasmo. Circondata dalla sua famiglia e dalla sua insegnante di canto (Emanuela "Manu" Cortesi), ha vissuto momenti emozionanti. Tuttavia, ha affrontato un blocco che l'ha portata a perdere fiducia nel suo talento e a dimenticare i sogni perseguiti fin da piccola. Negli anni successivi, ha lavorato come commessa e barista. La sua vita cambia quando incontra Aurora al bar Bodeguita, dove scoprono una comune passione per la musica. Dopo mesi di silenzio, si ritrovano e danno vita al progetto SYNERGY, condividendo esperienze musicali e riscoprendo la gioia di esprimersi attraverso la musica.
"Fiamma" è il nuovo singolo delle Synergy disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dall'8 novembre 2024 in gara a Sanremo Giovani.
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Sogni in Scatola domenica 24 al Teatro Mascherini di Azzano X
Jabo e Java vi aspettano domenica 24 Marzo al Teatro Mascherini di Azzano Decimo in provincia di Pordenone. Ci troverete con i nostri cartoni e la nostra voglia di divertirci/vi pronti ad iniziare lo spettacolo alle 17. Uno spettacolo di circo contemporaneo dove le tecniche di clown, mano a mano e giocoleria sono al servizio della fantasia…vero motore immobile del mondo di cartoni di “Sogni in…
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Synergy: “Fiamma” è il nuovo singolo
Dall'8 novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "FIAMMA", il nuovo singolo del duo Synergy in gara a Sanremo Giovani in onda su Rai 2 dal 12 novembre.
"FIAMMA" è un brano R'n'B che unisce sonorità classiche a influenze moderne, creando un'atmosfera calda e avvolgente. La canzone esplora il tema dell'amore, ponendo l'accento sull'importanza del benessere emotivo in una relazione. Con il suo sound ricercato e il messaggio profondo, "FIAMMA", pubblicato dall'etichetta Yourvoice Records, si presenta come una celebrazione dei legami affettivi, in un contesto contemporaneo che dialoga con le radici del genere.
Commenta il duo proposito del brano: "La performance che faremo sul palco di Sanremo Giovani rappresenta per noi un passo significativo, riusciremo a portare il nostro messaggio a un pubblico più ampio."
Il videoclip di "FIAMMA", diretto da Marco Giorgi, è stato girato a Bellaria, un luogo significativo per il gruppo. Le riprese si sono svolte tra lo studio di registrazione, dove la canzone è stata creata, e una vecchia fornace adornata da un graffito che ritrae Lauryn Hill. Questo omaggio a una delle figure più influenti dell'R'n'B sottolinea l'ispirazione che la musicista rappresenta per le SYNERGY, evidenziando il legame tra il loro lavoro e le radici del genere. Il contesto visivo arricchisce il messaggio della canzone, creando un'atmosfera che riflette la fusione tra passato e presente.
Guarda il videoclip: su Rai Play
Biografia
Synergy è un duo formato da Aurora Mina Cortes e Lucia Battistini.
Aurora Mina Cortes, nata a Cesena e di 24 anni, proviene da una famiglia che unisce culture colombiane e italiane. Sin da piccola ha coltivato una forte passione per la musica, grazie all'influenza della madre, appassionata di teatro, e del padre, amante della musica sudamericana. A otto anni ha iniziato a cantare in un coro, e la sua famiglia, in particolare sua sorella e il fidanzato, l'hanno sostenuta. Dopo aver superato la timidezza e scritto i suoi primi testi, ha iniziato a collaborare con un deejay.
L'incontro con Lucia, avvenuto mentre lavoravano in un bar, ha dato vita a una profonda connessione musicale, portandole a formare un duo. Dopo aver vinto un premio al Festival Musica Bella, hanno composto "FIAMMA" con Max Giorgetti e deciso di presentarla a Sanremo Giovani, avviando così la loro avventura come SYNERGY.
Lucia Battistini, nata a Cesena il 14 maggio 1999, ha iniziato a cantare all'età di 9 anni, partecipando a concorsi con entusiasmo. Circondata dalla sua famiglia e dalla sua insegnante di canto (Emanuela "Manu" Cortesi), ha vissuto momenti emozionanti. Tuttavia, ha affrontato un blocco che l'ha portata a perdere fiducia nel suo talento e a dimenticare i sogni perseguiti fin da piccola. Negli anni successivi, ha lavorato come commessa e barista. La sua vita cambia quando incontra Aurora al bar Bodeguita, dove scoprono una comune passione per la musica. Dopo mesi di silenzio, si ritrovano e danno vita al progetto SYNERGY, condividendo esperienze musicali e riscoprendo la gioia di esprimersi attraverso la musica.
"Fiamma" è il nuovo singolo delle Synergy disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dall'8 novembre 2024 in gara a Sanremo Giovani.
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Fiamma, nuovo singolo per il duo Synergy
Dall'8 novembre 2024 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "FIAMMA", il nuovo singolo del duo Synergy in gara a Sanremo Giovani in onda su Rai 2 dal 12 novembre.
"FIAMMA" è un brano R'n'B che unisce sonorità classiche a influenze moderne, creando un'atmosfera calda e avvolgente. La canzone esplora il tema dell'amore, ponendo l'accento sull'importanza del benessere emotivo in una relazione. Con il suo sound ricercato e il messaggio profondo, "FIAMMA", pubblicato dall'etichetta Yourvoice Records, si presenta come una celebrazione dei legami affettivi, in un contesto contemporaneo che dialoga con le radici del genere.
Commenta il duo proposito del brano: "La performance che faremo sul palco di Sanremo Giovani rappresenta per noi un passo significativo, riusciremo a portare il nostro messaggio a un pubblico più ampio."
Il videoclip di "FIAMMA", diretto da Marco Giorgi, è stato girato a Bellaria, un luogo significativo per il gruppo. Le riprese si sono svolte tra lo studio di registrazione, dove la canzone è stata creata, e una vecchia fornace adornata da un graffito che ritrae Lauryn Hill. Questo omaggio a una delle figure più influenti dell'R'n'B sottolinea l'ispirazione che la musicista rappresenta per le SYNERGY, evidenziando il legame tra il loro lavoro e le radici del genere. Il contesto visivo arricchisce il messaggio della canzone, creando un'atmosfera che riflette la fusione tra passato e presente.
Guarda il videoclip: su Rai Play
Biografia
Synergy è un duo formato da Aurora Mina Cortes e Lucia Battistini.
Aurora Mina Cortes, nata a Cesena e di 24 anni, proviene da una famiglia che unisce culture colombiane e italiane. Sin da piccola ha coltivato una forte passione per la musica, grazie all'influenza della madre, appassionata di teatro, e del padre, amante della musica sudamericana. A otto anni ha iniziato a cantare in un coro, e la sua famiglia, in particolare sua sorella e il fidanzato, l'hanno sostenuta. Dopo aver superato la timidezza e scritto i suoi primi testi, ha iniziato a collaborare con un deejay.
L'incontro con Lucia, avvenuto mentre lavoravano in un bar, ha dato vita a una profonda connessione musicale, portandole a formare un duo. Dopo aver vinto un premio al Festival Musica Bella, hanno composto "FIAMMA" con Max Giorgetti e deciso di presentarla a Sanremo Giovani, avviando così la loro avventura come SYNERGY.
Lucia Battistini, nata a Cesena il 14 maggio 1999, ha iniziato a cantare all'età di 9 anni, partecipando a concorsi con entusiasmo. Circondata dalla sua famiglia e dalla sua insegnante di canto (Emanuela "Manu" Cortesi), ha vissuto momenti emozionanti. Tuttavia, ha affrontato un blocco che l'ha portata a perdere fiducia nel suo talento e a dimenticare i sogni perseguiti fin da piccola. Negli anni successivi, ha lavorato come commessa e barista. La sua vita cambia quando incontra Aurora al bar Bodeguita, dove scoprono una comune passione per la musica. Dopo mesi di silenzio, si ritrovano e danno vita al progetto SYNERGY, condividendo esperienze musicali e riscoprendo la gioia di esprimersi attraverso la musica.
"Fiamma" è il nuovo singolo delle Synergy disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dall'8 novembre 2024 in gara a Sanremo Giovani.
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