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#tamigi
popolodipekino · 3 months
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mi butto
Più di una ragazza disperata, all'interno di un umido giardino circondato da mura, si era gettata sull'amaca con lo stesso gesto senza speranza con il quale si sarebbe gettata nel Tamigi. da G. K. Chesterton, Uomovivo
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colandre · 2 years
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#londra #london #tamigi #fiume #thames #thamesriver #bridge (presso Millennium Bridge, London) https://www.instagram.com/p/ClE54YMrrbs/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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buscandoelparaiso · 2 months
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invece che il poster, se escono vivi dalla senna quelli del triathlon vincono un kit contenente vaccini anti tifo colera e peste bubbonica
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comicuniverse · 2 months
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Dylan Dog - Il Mistero Del Tamigi (The Mystery Of The Thames), 1990 (1993).
No.49
Publisher: Sergio Bonelli Editore
Cover: Angelo Stano
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sauolasa · 2 years
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A caccia di tesori sulle sponde del Tamigi
La municipalità londinese non rilascia più permessi per poter andare a rivoltare i fanghi delle sponde del Tamigi a caccia di tesori nascosti
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angelap3 · 3 months
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Il 4 luglio 1862, durante un viaggio in barca a remi sul Tamigi, Alice Liddell (nella foto) di appena dieci anni visse l'episodio centrale della sua vita quando chiese a Charles Dodgson, un amico di famiglia, di raccontarle una storia.
La storia le piacque tanto che chiese a Dodgson di scriverla in un libro e regalarglielo, cosa che lui fece.
Charles Dodgson, che già pubblicava racconti, usava come pseudonimo Lewis Carroll e quel libro si sarebbe intitolato: " Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie ".
Celebriamo la ricorrenza incollando qui un dialogo da quel fantastico libro:
Alice rise: «È inutile che ci provi», disse; «non si può credere a una cosa impossibile.»
«Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina. «Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione.»
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white-queen-lacus · 7 months
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I'm on my way to sharing the epilogue of my YuuMori ff on EFP, yet I can't help but share this Adlock scene because I'm very satisfied with the result! ❤️ I'll put it under spoilers, mostly because it's quite long!
Nel percorrere il salone, Sherlock vide la combriccola impegnata a seguire le spiegazioni di Herder nel mostrare le sue invenzioni. Qualcuno mancava all’appello, ma chi gli interessava non era presente. Nel notare l’assenza del cappotto bianco, soffrì al pensiero di dover lasciare il tepore per affrontare il gelo, ma indossò ugualmente il suo soprabito nero, per poi uscire da una porta laterale. Nel varcare la soglia, si voltò non appena vide Bond, schiena appoggiata al muro e mani in tasca, intenta a osservare il gioco di luci che attraversava il cortile in lontananza. Nell’accorgersi di lui, sgranò gli occhi azzurri. “Sherly?!” esclamò, raddrizzandosi.
“Hai intenzione di rimanere qui a congelare?” chiese, stringendosi nel cappotto.
Bond lo guardò perplessa, poi sorrise con aria maliziosa. “Devo ricordarti la volta che ti sei spogliato per darmi i tuoi vestiti rimanendo in mutande o quella in cui ti sei tuffato nel Tamigi con Will?”
Sherlock non sapeva se essere impressionato o sentirsi a disagio, quindi si appoggiò con la schiena al muro accanto allo stipite opposto della porta. Il fiato gli uscì in uno sbuffo visibile e si limitò a osservare a sua volta i giochi di luce. Pochi istanti e capì cosa ci trovasse. Non aveva mai visto delle luci correre insieme, poi a scatti, poi inseguirsi in percorsi lunghi e tortuosi. Era magnetico. “Herder ne sa una più del diavolo, eh?”
Bond inclinò appena la testa. Sorprenderla nei modi più disparati era da lui, ma raramente l’aveva visto temporeggiare per qualcosa. “Già…” disse tuttavia, tornando a guardare le luci. “Dubito che ci sia qualcuno di più geniale di lui.” aggiunse, con l’intento di punzecchiarlo facendo leva sulla sua proverbiale megalomania. 
Sherlock, invece, non vi dette corda, alzando gli occhi al cielo. Aveva la stessa postura e la stessa espressione di quando, presentandosi a lui in abiti femminili al posto di Moneypenny, durante la missione al Kensington, l’aveva scorto appoggiato al muro, in attesa. Soprabito invernale e sigaretta mancante a parte, ma l’odore del tabacco era sempre lì. Bond gli rivolse uno sguardo nostalgico. Gli aveva detto, in quell’occasione, che la magia di Cenerentola sarebbe durata soltanto per quella notte e così era stato. Dopo aver risolto il caso, Sherlock era andato via e lei aveva fatto ritorno a casa sorbendosi le frecciatine di un redento Moran e i complimenti del maestro Jack. Dopodiché, aveva riposto l’abito azzurro e la parrucca che riproduceva fedelmente i suoi lunghi capelli biondi nell’armadio. Se la parrucca le era tornata utile per ingannare il visconte Simmons, l’abito era rimasto lì, intoccato. 
“Sherly… è tutto a posto?” chiese, con un tono ora sinceramente preoccupato. “C’è qualcosa che devi dirmi, vero? Che ti ha detto tuo fratello?”
Sherlock realizzò di non aver con sé le sigarette. Sempre un passo davanti. Non era mai facile, quando si trattava di Bond. Di Irene. Ogni volta che pensava di raggiungerla, lei sfuggiva. Era stato più semplice, durante la mascherata. Ma quando le maschere cadevano, lui era soltanto un uomo che non aveva idea di come gestire quel sentimento che era nato come semplice incomprensione, poi ammirazione, poi… non sapeva più nemmeno lui stesso come definirlo in un modo che significasse, per lui, dover ammettere qualcosa che aveva sempre rifuggito. Sapeva anche che rivedere quella che John aveva definito la Donna era qualcosa che non avrebbe mai ritenuto possibile e che non era in grado di capire perché ogni qualvolta si avvicinassero, lei finisse con l’allontanarsi. Proprio come le luci del percorso. Correvano insieme, si bloccavano, si inseguivano. Eppure, in un angolo remoto della sua mente, non riusciva a non pensare a quanto fosse orgoglioso del fatto che, in quei tre anni, fosse diventata la punta di diamante del MI6 al punto tale da suscitare la curiosità della stessa Sua Maestà. Più in basso però, nel suo cuore, avvertiva qualcosa di profondamente diverso e sconvolgente. 
“Sherly, dannazione! Ti sei incantato o cosa?”
Battendo le palpebre, si decise a prendere un enorme respiro, poi voltò appena il viso verso Bond. Non aveva idea di che espressione avesse, ma ne vide le guance farsi rosse.
“Sei felice?” domandò, al posto di rispondere. 
“Che… domanda è?” chiese di rimando, incerta. 
“La vita che hai ora… ti rende felice?” 
Il sopracciglio sinistro tremolò e Sherlock affilò lo sguardo. “Beh… non posso dire che non lo sia… insomma, guarda… sono James Bond. L’agente con licenza di uccidere.”
Lui annuì, ripensando alle sue lacrime, la notte in cui si erano congedati. Se non avesse scommesso sul Lord del Crimine, Irene sarebbe morta per mano di Mycroft. E facendolo, Irene era morta ugualmente, dando vita a James Bond. Si chiese se quella fosse davvero la sola strada percorribile, se alla fine, Irene Adler non poteva esistere più. La donna che mai avrebbe potuto dimenticare. La sola che aveva totale controllo sulla sua razionalità tanto da spingerlo persino a mandare in fumo il suo stesso appartamento e a mostrarsi proprio a lei per prima, dopo esser tornato. Non ultimo, quel tarlo che gli arrovellava il cervello al pensiero di lei stretta al suo braccio, della sua espressione inintelligibile… della voglia totalmente irrazionale di stringerla a sé e di prenderne le labbra carnose in un bacio. E poi, quel gesto che aveva fatto quando, prima di scappare dalla residenza Simmons, aveva posato la mano sul ventre fasullo con aria pensierosa… e, durante la cena, il modo in cui i suoi occhi si erano spalancati per un istante mentre Moneypenny annunciava il lieto evento, per poi addolcirsi.
Bond sospirò, notando che Sherlock era completamente chiuso in chissà quali pensieri. A quanto pareva, era di malumore e non aveva intenzione di aprirsi. D’altronde, il fatto che avesse più volte invocato di tornare in America le sembrava già abbastanza penoso. Aveva persino pensato di indossare un abito da donna, quella sera… blu, perché il blu le donava, come lui le aveva detto una volta. Ma negli ultimi tempi, Sherlock sembrava aver deciso di metter da parte qualunque sentimento provasse per lei in favore della risoluzione dei casi che si erano presentati nuovamente alla porta del 221B. Eppure, in quel momento le aveva chiesto se fosse felice. La verità era che era tornata ad esserlo, dopo che lui aveva fatto ritorno. La sola idea le era bastata persino ad esser pronta a mandare al diavolo l’identità che aveva assunto pur di trascorrere del tempo insieme. E non era abbastanza. Distolse lo sguardo, rincantucciandosi nel cappotto. “Io rientro. Effettivamente, c’è troppo freddo.” disse, facendo per rincasare. 
“Irene. Irene Adler.”
Nel sentire il suo nome pronunciato con tono serio e fermo, si bloccò.
“James, Sherlock.” lo corresse, tagliente.
“Per me sei sempre Irene, lo sai.”
Gli occhi azzurri di Bond si fecero lucidi e il suo cuore mancò un battito. “E questo dovrebbe bastarmi, ora?”
“Sei troppo intelligente per chiedermi qualcosa di cui sai già la risposta.”
Bond sbottò, voltandosi di scatto e afferrando Sherlock per la collottola. “Ma voglio sentirlo ugualmente. Da te. Che tu mi dica… una volta per tutte… che cosa provi davvero… Sherlock…” disse e nel mentre, la sua risoluzione si fece sempre più debole, così come la sua presa, nel perdersi negli occhi blu notte dell’uomo che la guardavano come mai. Sherlock tolse le mani dalla tasca, sollevandole fino a posarle sulle sue. Per fermarla. Perché non prendesse freddo. Perché anche soltanto il poterla toccare era la prova che entrambi erano vivi.
“Sei tra gli agenti del MI6 che potranno spostarsi in missione all’estero.” disse e Bond lo guardò con gli occhi sbarrati, incredula. “Cosa?!”
Sherlock strinse la presa. “Se le circostanze lo dovessero richiedere… vorresti farmi da partner?”
“Eh?”
“Sì, insomma… in coppia… come coppia… cioè… aaaaaaah! Maledizione!!” incespicò nelle sue stesse parole, imbarazzato.
“Mi stai chiedendo di… aspetta… non capisco… perché non riesci semplicemente a dire le cose come stanno?!” protestò Bond che, diversamente da lui, capiva fin troppo bene, dal suo modo di fare, che intendeva altro ma, ogni volta, era capace di farla diventare matta. 
“Perché non è facile, Irene! Non è facile…” disse, infine, tornando a guardarla. Nella loro vicinanza, nonostante i capelli corti e l’assenza di trucco, Irene era lì e lo guardava a sua volta, bella, indomita e brutalmente capace di farlo capitolare su una graticola. 
“Quando mai qualcosa per te è stata facile? Tu ami i misteri… le cose complicate…”
Sherlock sospirò, vinto. Persino risolvere il mistero del Lord del Crimine si era infine rivelato meno difficile che capire il cuore e le azioni di quella donna. “E tu sei il mistero più complicato di tutti…” 
Irene sgranò gli occhi, col cuore che aveva preso a batterle forte. Ciononostante, si morse le labbra per non dargliela vinta. “Dillo ancora…” sussurrò, con voce tremante.
Nel sentirla, riconobbe in quel tono lo stesso con cui gli aveva detto addio una volta. Si era voltato altrove, perché non vedesse che in quell’istante, anche lui era commosso. E le aveva detto che si sarebbero rincontrati, se lei fosse stata viva. Lo era. Lo sentiva dai battiti che palpitavano con più forza nei polsi di Irene. E da quel viso che aveva contemplato in foto, poi ogni qualvolta fossero insieme. “Anche se pensi che non sia così… io ti vedo, Irene. E voglio te al mio fianco.” sussurrò, addolcendo la presa intorno alle sue mani, per poi voltare la situazione in suo controllo, provocandole un sobbalzo a quel gesto inaspettato, portandola con le spalle al muro e, come le luci che tornavano a giocare insieme, abbandonarsi a un bacio a lungo agognato da entrambi.
Nessuno di loro due, tuttavia, aveva notato che in alto su quella porta, come sulle altre, pendeva leggermente del vischio, mentre la mezzanotte scoccava, annunciando a tutti il Natale.
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chez-mimich · 8 months
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POVERE CREATURE!
In una Londra da "futuro anteriore" (probabilmente vittoriana), il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), un Frankestein con ambizioni fantascientifiche restituisce la vita all'aspirante suicida Bella (una credibilissima Emma Stone) che da aspirante diventa poi effettivamente suicida nelle torbide acque del Tamigi; in realtà il suicidio riesce a metà, poiché questo Dottor Calligari alla rovescia, invece di farsi i fatti suoi, raccoglie il cadavere della sventurata che è pure incinta e la porta nel suo laboratorio dove, con una operazione in day-hospital, preleva il cervello del nascituro e lo inseirsce nella scatola cranica della giovane donna. Il risultato finale è un corpo di donna con il cervello di un neonato. Del resto anche Goldwin Baxter non dovrebbe aver avuto un'infanzia tranquilla, in considerazione del suo aspetto a dir poco inquietante. A sorvegliare i progressi della donna-bambina vien chiamato Max McCandles, giovane studente di medicina che la aiuterà a districarsi nel mondo, compreso quello dell'eros, tanto che il dottor Baxter decide di darla in moglie al giovane studente. "Bella" però si invaghisce di Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato capitato per combinazione in casa Baxter. Con Wedderburn, Bella intraprende una sorta di "Grand Tour" del piacere e dei piaceri tra Lisbona, Alessandria d'Egitto e Parigi. Ma il viaggio insegna anche alla giovane cos'è la povertà e il bisogno, tanto che, quando a causa di una perdita al gioco Wedderburn finisce sul lastrico, Bella decide di prostituirsi in un bordello parigino, facendo così conoscenza con il cinismo degli uomini, ma anche con le necessità materiali. Tornata a casa Bella decide di sposare Max, ma al matrimonio si oppone Alfie Blessington, militare e militarista che fu il marito di Bella, prima del tragico quasi-suicidio. Sempre desiderosa di nuove esperienze Bella acconsente di vivere con l'uomo che presto si rivelerà un tirannico maschilista. Liberatasi di lui con una salutare pistolettata in un piede, Bella torna da Baxter, che nel frattempo è sul letto di morte, ma ancora abbastanza desideroso di sperimentazione, tanto da inserire il cervello di Blessington nella testolina di una deliziosa capretta. Raccontato così il film di Yorgos Lanthimos potrebbe sembrare una abominevole boiata, ma niente di più sbagliato poiché si tratta di un film visionario e neo-barocco di grandissima poesia, aggiungerei “sorprendentemente”, poiché bisogna ammettere che il plot narrativo, letto a tavolino, qualche ragionevolissimo dubbio lo può sollevare. “Poor Things!” si muove infatti in quell’ambito del cinema “fantasy” che è spesso un genere che, con una certa facilità, può scadere nella banalità. Lanthimos riesce nell’impresa di costruire una storia raccontata anche attraverso una ambientazione oltremodo affascinante e giocata tutta in una dialettica serrata tra scenografia (Zsuzsa Mihalek) e tecniche di ripresa inconsuete (come le lenti grandangolari della macchina da presa). Oltre a qualche irrinunciabile effetto speciale, ma usato con molta misura, sono assolutamente pregevoli le ricostruzioni delle città (Londra, Lisbona, Alessandria e Parigi), piranesiane ed eccessive, disneyane e langhiane. Non c’è infatti nel film solo la lezione di Robert Wiene, ma anche quella di Fritz Lang con qualche strizzata d’occhio allo Scorsese di “Hugo Cabret”. Il film veicola, con una stravagante originalità, anche un forte messaggio anti-patriarcale. Non nuovissima l’idea della sfasatura temporale dello sviluppo corpo-mente che ebbe già la sua apoteosi cinematografica nell’indimenticabile “L’Enfant sauvage” di Francois Truffaut. Sconsigliato ai deboli di stomaco, ma consigliatissimo alle menti immaginifiche.
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rideretremando · 8 months
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Celebrazione della libertà femminile solo se restiamo sulla superficie, Povere creature è una riflessione sul controllo e sul possesso come antitesi di un’umanità che ha fame di mondo e di vita. L’anatomopatologo dottor Frankenstein, che in questo film è una specie di dio dalla faccia orrenda, privo di sentimenti, almeno all’inizio, e crudele al punto di rendere le sue creazioni umane delle cavie, prima riproduce in laboratorio Bella, la bellissima protagonista, poi un’altra bella ed obbediente, quando la prima ormai è fuggita. Il suo artificio umano, che ha nel cranio il cervello del feto che aveva in sé quando aveva provato ad uccidersi nel Tamigi, impara molto in fretta: scopre il piacere sessuale, quello del cibo, del bere, quello dell’esplorazione della città e della vita, oltre le mura chiuse del padre scienziato Godwin e del rapitore Duncan. La sua anarchia non si trova tanto nel sesso quanto nella brama di esperienze e nella lingua sciolta con cui distrugge il narcisismo del suo miserabile accompagnatore, vanesio, ligio alle convenzioni, geloso del suo territorio femminile come lo sarà il personaggio maschile della fine della storia, il soldato Blessington, suo sposo nella vita prima del suicidio e dell’operazione, poi ridotto nel lieto fine a pura bestialità.
Più disinibita di Nora in Casa di bambola, divisa in due, la mente infantile ed il corpo attivo e gaudente, apprende a camminare, a desiderare, a soffrire, sempre affrontando l’onnipresenza del controllo sociale. In ogni capitolo c’è un ostacolo da cui liberarsi, una miseria da superare, un’ingiustizia da tollerare. Londra, Lisbona, Alessandria d’Egitto, Parigi e le loro nefandezze: il possesso, il galateo, l’ingiustizia sociale, il culto del denaro. Acquisisce conoscenza, apprende i mali del mondo e trova ristoro nella sua amica e collega di prostituzione e nel fedele Max, dottorino innamorato, prima collaboratore di Godwin, che accetta il suo passato di venditrice del proprio corpo ed è uno dei pochi con cui non la vediamo accoppiarsi. Un bildungsroman per le masse che hanno fatto il Liceo. Ovviamente ogni uomo eterosessuale sognerà a lungo Emma Stone dopo aver visto il film.
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nyyylon · 6 days
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Neue Grafik (transl. New Graphic Design, French: Graphisme Actuel) was a quarterly graphic design journal founded in 1958.
The journal disseminated the tenets of the International Typographic Style and was key in its emergence as a movement. Eighteen issues of the journal were published from 1958 to 1965.
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Typographie non passa mai di moda
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Art Basel, un classico, amigi del Tamigi.
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boomerissimo · 2 months
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Lambretta: dal Lambro al Tamigi, passando per Hollywood |Un’idea che ha fatto boom
Lambretta, quando il Lambro fece “Boom”  🛑Un mito che continua a rinascere  👇 #boomerissimo #lambretta #modculture #quadrophenia #thewho
Ci sono storie che sembrano pensate in una scuola di sceneggiatura: trauma, distruzione totale, cambiamento, rinascita, vittoria. La storia dello scooter che ha conquistato il mondo è una di queste. Però è vera. Ci definiamo “boomer”, ma pochi di noi lo sono per davvero. Siamo cresciuti in un’ Italia sicuramente problematica, ma già affermata potenza industriale. Abbiamo vissuto le crisi…
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osappleobeneduci · 3 months
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aresdifesa · 4 months
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La RFA Proteus a Londra La RFA Proteus, la nuova nave di sorveglianza subacquea della flotta ausiliaria della Royal Navy, ha risalito il Tamigi ed è attraccata a Londra al fianco del incrociatore HMS Belfast, ora musealizzato, per partecipare alla First Sea Lord’s Sea Power Conference. La nave, inaugurata l’anno scorso, è stata inizialmente progettata e costruita come nave di supporto alle piattaforme petrolifere, ma ora è impiegata per testare ed impiegare la tecnologia subacquea nell’ambito del programma Multi-Role Ocean Surveillance (MROS) della Royal Navy tra cui anche la sorveglianza e difesa dei cavi sottomarini. Nei programmi britannici una seconda unità, questa volta di nuova
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Gucci Cruise sfilerà nel Tate Modern a Londra il 13 maggio
Dopo aver comunicato che la sfilata della collezione Gucci Cruise 2025, si svolgerà a Londra il prossimo 13 maggio, la maison annuncia che la presentazione si terrà alla Tate Modern. Posta sullo sfondo del dinamico panorama culturale londinese, la Tate Modern si presta a cornice ideale per presentare la visione del direttore creativo Sabato De Sarno per la collezione Cruise. L’edificio sul Tamigi…
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ransomgamer · 5 months
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TR1, 2, 3 levels in Italian
Extracted from game files
TR1:
Caverne
Città di Vilcabamba
Valle perduta
Tomba di Qualopec
Capriccio di St. Francis
Colosseo
Palazzo di Mida
La cisterna
Tomba di Tihocan
Città di Khamoon
Obelisco di Khamoon
Santuario del medaglione
Miniere di Natla
Atlantis
La grande piramide
UB:
Ritorno in Egitto
Tempio del gatto
Fortezza atlantidea
L'alveare
TR2:
Grande Muraglia
Venezia
Covo di Bartoli
Teatro dell'Opera
Piattaforma offshore
Area di immersione
In profondità
Relitto della Maria Doria
Saloni abitati
Sul ponte
Pendici tibetane
Monastero di Barkhang
Catacombe del Talion
Palazzo di ghiaccio
Tempio di Xian
Isole galleggianti
La tana del drago
Casa dolce casa
TGM:
La guerra fredda
L'oro degli sciocchi
Crogiolo degli dei
Regno
Incubo a Vegas
TR3:
Giungla
Rovine del tempio
Il fiume Gange
Caverne di Kaliya
Villaggio costiero
Luogo dello schianto
Gola di Madubu
Tempio di Puna
Molo sul Tamigi
Aldwych
Cancello di Lud
City
Deserto del Nevada
Complesso di massima sicurezza
Area 51
Antartide
Miniere RX-Tech
Città perduta di Tinnos
Caverna del meteorite
Tutti i Santi
TLA:
Balzo nell'altopiano
Nascondiglio di Willard
Rupe di Shakespeare
Dormendo con i pesci
È un manicomio!
Riunione
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