#superar a mi ex
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Cuatro mil motivos tengo para no volver...
Vuelvo y me lo digo justo antes de caer
Siempre va a ser igual, tú no vas a cambiar
#kenia os#kos#cosas#noche#llorar#superar#caer#si por mi fuera#duele#mentira#ex#perdi#amor propio#te extraño#tarde#tiempo#duda#confianza#deseo#luna#soñar#cambiar#neblina#miedo#memes#desamor#musica#momos#estados#escritos
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DEJA IR A QUIEN NO TE VALORA 💔 CUIDA DE TU AMOR ,TU TIEMPO y ENERGÍA 🕰 Es Ahora! Te Animo y Acompaño
e Acompaño Dejar ir, Darse cuenta, Ya no quieres más, lo sabes...Si aqui estoy Mira el Video. Sentirás el Valor que tiene TU VIDA, TU TIEMPO , TU ENERGÍA, sentirás que te amas, te vas a Motivar , verás esa Luz .. ese Foco que comienza hoy a GUIARTE.. a tu paz, a tu libertad .. A estar BIEN Y FELIZ LO MERECES CORAZÓN. "Tu amiga Patricia" Relaciones, conflictos, padres, pareja, novios, esposos, hijos, infidelidad, mal trato, desprecio, indiferencia. Puedes SOLTAR. Amarte, Respetarte. Vales mucho. Mereces lo mejor. VIVE!
#youtube#relaciones toxicas#apego#desapego#soltar personas toxicas#dejar a mi ex#mi ex#pareja ruptura#rutpura de pareja#madre toxica#madre e hija#problemas con vinculos afectivos#video para superar la dependencia emocional
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Io non sono mai stata contraria ai sindacati, tutto l'opposto. Ho sempre pensato che fossero il baluardo della difesa dei lavoratori, uno strumento essenziale per la costruzione di rapporti di lavoro corretti in una società civile. Quando un anno e mezzo fa circa mi sono trovata a lavorare in una situazione al limite della legalità per molti aspetti, con due datori di lavoro che definire delinquenti è usare un dolcissimo eufemismo, mi sono rivolta al sindacato. Ho fatto le mie ricerche, ho preso appuntamento e sono andata alla sede ad iscrivermi - perché nella piccola azienda per la quale lavoravo non c'era nessun iscritto - e ad esporre la situazione. La risposta del sindacalista è stata: "Mi dispiace ma non posso aiutarti in nessun modo. Sei iscritta soltanto tu al sindacato all' interno di quel luogo di lavoro... Se riesci a portarmi un'altra decina di persone (su circa 15 lavoratori) allora posso tentare di fare qualcosa. Anzi, tieni presente che ora che ti sei iscritta al sindacato ti sei disegnata un bel bersaglio sul petto, i tuoi datori di lavoro te ne faranno di tutti i colori. Guarda, data la situazione ti conviene licenziarti, tanto un' altro posto di lavoro nel tuo ambito lo trovi subito".
Si potrà dire - vabè ma si tratta di un singolo individuo, non rappresenta certo la totalità dei sindacalisti.
Passa qualche mese, attraverso i consigli di un amico avvocato elaboro una strategia per "liberarmi" di quel posto di lavoro senza rimetterci ingiustamente, ma infastidendo quanto più possibile i miei ex datori di lavoro. Inizio a cercare un altro posto e tramite una mia ex tirocinante mi imbatto nella possibilità di entrare a lavorare nella cooperativa che gestisce il personale di un ospedale romano. "Sì ma per venire a lavorare con noi devi iscriverti al sindacato, se non ti iscrivi non ti facciamo entrare". Guarda caso il sindacato era lo stesso al quale mi ero da poco iscritta, così andai a fare il colloquio. Il contratto (a tempo determinato naturalmente) prevedeva 12 ore settimanali. Tutto il resto veniva richiesto come straordinario (pagato in busta regolarmente), senza limiti di monte ore ed era necessario comunque garantire un minimo di 165 ore mensili (che corrisponde a un full time), poi se si voleva fare di più ognuno prendeva quanti turni voleva. Bisognava però fare attenzione a non superare lo scaglione fiscale, mi aveva avvertito, altrimenti rischiavo di pagare una cifra esorbitante in tasse. Avendo trovato nel frattempo un regolare contratto full time, sempre a tempo determinato naturalmente, ho declinato l'offerta, anche perché come mi hanno raccontato delle colleghe che sono andate a lavorare per quella cooperativa, le richieste di turni di 14 ore lì sono quasi la norma, pur essendo il lavoro in ospedale infinitamente migliore rispetto a quello nelle case di riposo (tranne che non ti assegnino a geriatria o medicina). I sindacati e i sindacalisti...
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A una settimana dalla elezione presidenziale più serrata della storia americana, la nazione è in bilico. I partigiani di entrambe le parti sono paralizzati dalla suspense e dall’apprensione. I candidati hanno amplificato i loro appelli a un livello apocalittico mentre le campagne lavorano freneticamente per far aumentare il numero dei votanti. Questa elezione sembra diversa da quelle precedenti: meno un normale esercizio democratico e più un attacco di panico nazionale, uno scontro crepuscolare che potrebbe porre fine alla democrazia per sempre. L’angoscia è diffusa in tutto lo spettro politico. In un sondaggio del Wall Street Journal pubblicato la scorsa settimana, l’87% degli elettori ha affermato di credere che l’America subirà danni permanenti se il loro candidato perde. Tra gli elettori di Harris, il 57% ha affermato che si sentirebbe “spaventato” se Trump venisse eletto, mentre il 47% degli elettori di Trump ha affermato che si sentirebbe spaventato se Harris vincesse; percentuali più piccole si aspettavano di provare le reazioni più lievi di rabbia o delusione. Almeno la metà degli elettori ha affermato di pensare che la violenza sia probabile se Trump o Harris vincessero, e il 53% afferma che le divisioni in America continueranno a crescere indipendentemente dall’esito delle elezioni. Lo stesso sondaggio ha trovato Trump in leggero vantaggio entro il margine di errore, essenzialmente un pareggio, simile ai risultati di numerosi altri sondaggi nazionali e degli stati indecisi di recente. Persino il guru dei sondaggi Nate Silver , che è diventato famoso per aver previsto l’esito delle elezioni, afferma di non poter prevedere come andrà questa volta (anche se il suo ” istinto dice Donald Trump”). È un’ipotesi che nessuno può fare, come se le profonde divisioni della nazione si fossero fermate in una situazione di stallo tesa e instabile. I professionisti della politica non sanno cosa pensare. Nelle interviste, gli strateghi democratici e repubblicani oscillavano tra fiducia e incertezza mentre consideravano i molti fattori che avrebbero potuto cambiare il risultato di una corsa sul filo del rasoio. I sondaggi stanno sottostimando gli elettori di Trump come hanno fatto in passato, o li stanno sovrastimando, come i sondaggisti cercano di compensare? Potrebbe esserci un’ondata inosservata di nuove donne votanti animate dall’aborto, o di uomini attratti dagli appelli non convenzionali di Trump? La superiore organizzazione sul campo dei democratici li metterebbe in vantaggio, o l’improvviso investimento di Elon Musk farebbe lo stesso per il GOP? In una corsa così serrata, quasi tutto, un evento meteorologico nel Wisconsin, uno scandalo dell’ultimo minuto, potrebbe essere decisivo. Molti repubblicani mostrano sicurezza, ma in privato ammettono di non esserne certi. “Non mi sorprenderebbe se ci fosse una specie di gigante addormentato là fuori”, ha detto uno stratega repubblicano, una forza elettorale sottotraccia che i sondaggi non stanno rilevando. “Non mi sorprenderebbe se Trump finisse per superare le aspettative nei gruppi di elettori chiave. Non sarei nemmeno sorpreso se Harris vincesse ogni stato indeciso”. I messaggi di entrambi i candidati hanno amplificato la paura. Questa settimana Harris ha definito Trump un fascista e ha convocato una conferenza stampa per richiamare l’attenzione sui commenti del suo ex capo dello staff che descriveva l’ex presidente come un potenziale dittatore. Trump ha definito Harris una comunista, una fascista e una minaccia per la democrazia che sta “cercando di distruggere il nostro paese”. Musk, che fa campagna per Trump in Pennsylvania, sta avvertendo gli elettori che il paese è condannato se perde e non ci saranno più elezioni.
Wall Street Journal
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Superar a mi ex comenzó con una tarea dolorosa pero necesaria: aceptar la realidad. Tuve que confrontar el hecho de que esta relación era tóxica y que estaba perjudicando seriamente mi vida.
Don Ggatto
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sigo pensando en la chica que intento tener algo conmigo en secundaria con un ligero parecido a abby anderson, masc y jugadora de fútbol que ignore por que no podía superar a mi ex:(
#no me culpes mi ex se parecía un poco a ellie williams#en realidad solo era blanca y tenia el cabello corto y lo peinaba como ella#wlw#sapphic#lesbian#abby anderson#ellie williams
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Cheryl Cole habló sobre la muerte de Liam Payne
Cheryl Cole habló sobre la trágica pérdida de Liam Payne, su ex y padre de su hijo Bear.
En Instagram, Cheryl compartió una foto en blanco y negro de Liam en la cama con Bear cuando era niño.
"Mientras trato de navegar por este evento devastador y superar mi propio dolor en este momento indescriptiblemente doloroso, me gustaría recordarles amablemente a todos que hemos perdido a un ser humano".
“Liam no solo era una estrella del pop y una celebridad, era un hijo, un hermano, un tío, un querido amigo y un padre para nuestro hijo de 7 años. Un hijo que ahora tiene que enfrentarse a la realidad de no volver a ver a su padre nunca más”.
“Lo que más me preocupa es que un día Bear tendrá acceso a los informes aberrantes y la explotación mediática que hemos visto en los últimos dos días. Me rompe aún más el corazón no poder protegerlo de eso en su futuro”.
“Les ruego que consideren qué utilidad tienen algunos de estos informes, además de causar más daño a todos los que se quedaron atrás recogiendo los pedazos. Antes de dejar comentarios o hacer videos, pregúntense si les gustaría que su propio hijo o familia los leyera”.
“Por favor, denle a Liam la poca dignidad que le queda tras su muerte para que descanse en paz por fin”.
Nuestros pensamientos siguen estando con todos los que conocieron y amaron a Liam en este momento difícil. Les deseamos paz.
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tu te demoraste mucho en olvidar a tu ex?
más o menos, pero me dí mi tiempo para superar las cosas y ahora soy merecedora de un amor muy bonito uwu
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Quando ci siamo conosciuti, lui era un giovane neolaureato in medicina e io una ancor più giovane studentessa magistrale di materie umanistiche, però ad indirizzo forense, cosa che mi ha sempre fatto piacere evidenziare. Era il 2020. Tra una lezione online e l'altra, ho iniziato a seguire un corso gratuito dell'università di Harvard, intitolato "Introduction to computer science"; temevo fosse un corso super avanzato, invece si trattava di un corso che insegnava le basi della programmazione, ma quando dico basi intendo che proprio bisognava imparare a creare delle piccole animazioni su un programma online,in cui i personaggi ruotavano sullo schermo. Passavo le serate a seguire questo corso e, nei tempi morti, parlavo con lui. Ho scoperto molte cose interessanti sulla sua vita, tra cui il fatto che si stava documentando parecchio sul covid perché era volontario in croce rossa; scoprii poi successivamente che non era un semplice volontario, ma era un sergente con obbligo di servizio. Abbiamo portato avanti le conversazioni per messaggio, anche se morivamo dalla voglia di incontrarci. Era il primo lockdown, quello che pensavamo sarebbe durato "un paio di settimane", quindi ogni spostamento della linea temporale della riapertura era per noi agonia. Passarono le settimane e portai a termine il corso di programmazione. Creai un giochino che a me sembrava divertente: alla base dello schermo c'era un'enorme ciotola di zuppa, mentre il giocatore doveva pilotare un pipistrello e doveva superare degli ostacoli che comparivano man mano; se li avesse colpiti, sarebbe finito diritto nella ciotola e sarebbe uscita la scritta "Pandemia globale" (ancora si pensava che fosse stata causata da un tizio che mangiava pipistrelli, quindi my stupid ass credeva fosse azzeccato). L'ho inviato a lui, per provare a giocare, chiedendo "Dottore, che ne dice di questo studio? È valido?". Ha visualizzato e poi è sparito per quasi due ore. Ho immediatamente realizzato la figura di merda, ma lascio al lettore il piacere di scoprirla nelle prossime righe.
Quella sera mi ha chiamato. "Scusa ma sono venuti a farmi il tampone e non potevo risponderti". Cazzo, è vero: lui aveva il covid!
Merda, ho pensato.
"Ah... giusto. Novità?"
"Ancora positivo, porca puttana"
"Allora forse non aprire il link" ho detto.
È scoppiato a ridere e ha risposto "Sai che invece è da un'ora che ci gioco? Però ho trovato un bug, alla fine non scansa un ostacolo ed esce la scritta". "Senta lei, non è un bug, è voluto. La pandemia è inevitabile". Rendendomi conto solo dopo di aver inserito il dito nella piaga, ha cercato di scusarmi, ma lui ha interrotto le mie scuse dicendo "Posso dirti una cosa molto schiettamente? Tu sei l'unica che mi tratta come una persona e non come un morto che cammina. Odio essere compatito, non lo sopporto. Tu invece mi hai fatto sorridere tantissimo e adoro questa cosa". Mi piace pensare che questo sia stato ciò che lo ha fatto innamorare, perché è sicuramente ciò che ha fatto innamorare me.
Eh niente stasera ho ricordato con un sorriso come è iniziata la storia con il mio ex. Vorrei pensare che adesso stia con qualcuno che è riuscita a renderlo ancora più felice, ma all'idea che tutto questo sia solo un lontano ricordo sto male. No, dai, sto maluccio. Almeno l'ho potuto vivere e ne sono immensamente grata.
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varie ed eventuali
In ordine sparso:
-da maggio cambiamo organizzazione a lavoro e il mio quasi ex manager cerca all'ultimo di rifilarmi scazzi perché una collega cambia ruolo e qualcuno deve gestire le sue cose, di un progetto che mi fa cagare
-stasera dopo un mese da quando mi ha mollata con motivazioni quanto meno labili vedo il mio ex per restituire le rispettive chiavi di casa. Quanti scazzi quando passi quasi due anni di vita con una persona e poi da un giorno all'altro sparisce dalla tua vita. Spero di poterla gestire con "tieni, grazie, ciao".
-se non avessi prenotato un weekend in giro da sola (per superare la cosa del punto sopra) passerei 4 giorni sul divano a piangermi addosso. Ora sono nella fase "come vorrei stare 4 giorni sul divano avvolta in una coperta", ma passerà.
-devo farmi mettere un condizionatore per sopravvivere all'estate, non è tanto la spesa ma mi pesa il culo chiamare per farmi fare un preventivo
-anche stamattina ho dovuto bussare sul soffitto perché evidentemente la tipa di sopra più che dormire entra in coma
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A marzo dopo 1 anno ero riuscita a superare la rottura con il mio ex, poi ci siamo visti il 27 marzo, ed ero tranquilla, senza tanti pensieri, perché non pensavo di sentire ancora qualcosa per lui, essendo che quel giorno appena tornata a casa pensavo che dopo averlo visto potevo dire di aver superato del tutto la rottura, poi nulla, ieri ci siamo visti di nuovo, e tutte queste certezze sono cadute
E io ieri sera, quando stavo a casa, sono già riuscita a deluderlo, perché non riesco a comprendere l'importanza del poker per lui
Ed ecco che oggi mi ha detto "sono deluso da ieri sera"
Boh non so che dire
Sono una deficiente
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Miércoles 25/01 00:57 hs
Estoy viendo la escena donde Armando pelea con Nicolás y acto seguido, habla por teléfono con Marcela. Ahí aprovecha para decirle que no va a ir a ver a sus padres y que lo excusen de su parte, etc. En esta llamada, Armando contesta cada vez más "borde" por las incisivas preguntas de su novia (que no se alcanzan a escuchar en la escena). Viendo esto, pensé:
¿Por qué me fastidia la actitud de Marcela, si siempre o casi siempre tiene razón? ¿Por qué puedo entender la forma de actuar de Armando a pesar de que las sospechas de Marcela de una amante son dramáticamente ciertas? Para esto, se me ocurren 2 razones:
La 1ra razón es más bien personal. Dicen que a uno le molesta, juzga o prejuzga las cosas nuestras que vemos reflejadas en el otro. Yo tuve una relación en la que yo era Marcela y mi ex, Armando. Mi paranoia, mi desconfianza iba in crescendo durante los 4 años de relación. Y lo peor era que siempre tenía razón. Ya ha pasado mucho tiempo desde esto y he podido cambiar una buena parte de mi conducta nociva al respecto. Aunque estoy lejos de superar las inseguridades; creo que esas son marcas que no tienen remedio, que presiento que me van a acompañar toda la vida a mi pesar. Así de feas son las secuelas que tengo de esa relación, y es el motivo de mi gran desesperanza frente al amor.
La 2da y última razón, es el siguiente pensamiento: mi mente separa ambas cosas. Siendo las infidelidades de Armando una parte y las formas de Marcela de lidiar con los celos, otra. Me explico:
Puedo decir que Armando miente, es infiel, logra zafar de pedo ante la persecución de Marcela, le hace gaslighting una y otra vez, etc. Puedo admitir que esto sucede sin problemas.
Pero al mismo tiempo y de igual manera, puedo admitir que las formas obsesivas y posesivas de Marcela son igual de malas. Verla manipulandolo y chantajeandolo constantemente, perseguirlo, invadirlo, tener formas de emboscarlo en una mentira de manera indirecta y deshonesta, etc. Es todo lo que no hay que hacer; más bien si alguien te lleva a ese punto es mejor tener dignidad (como diría ella) y terminar la relación por más doloroso que sea. O en todo caso, es preferible preguntar directamente: "¿Tienes planes hoy?" Con el riesgo de parecer pesada y mostrarse vulnerable. Es mil veces mejor eso que invitarlo a un evento sólo para saber si te dice que si o no al tiro, poniéndolo a prueba, para que, si no pasa dicha prueba, caerle al evento y montar un espectáculo más o menos. Y ni hablar de discutir cosas en público, comprometiendo la intimidad de ambos y exponiéndolo para deleite de todos los conocidos. Etc, etc.
Quiero decir, creo que si mostraran una Marcela más vulnerable y menos altanera, más humana y menos calculadora, mi acercamiento a ella sería desde otro lado. Tendría toda mi empatía de su parte y jamás abogaría por Armando en ninguna situación. Sobre todo porque ella tenía motivos y eran ciertos, al fin y al cabo. Pero al presentarla más antipática, soberbia, irascible, manipuladora, venenosa, etc. Es cuando yo tiendo a separarla de las acciones de Armando y a sentir fastidio por su actuar aunque esté en lo cierto el 99% de las veces.
No sé, es lo que yo he logrado reflexionar en este minuto.
En fin, que tengan buen día o buena noche, yo seguiré viendo a Nicolás golpeado en la casa de la peliteñida.
#yo soy betty la fea#ysblf#betty la fea#yosoybettylafea#betty ysblf#armando mendoza#beatriz pinzón solano#armando ysblf#marcela valencia
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Después de todo lo malo que me pasó en el 2022
De mataron mi título académico
Todo lo del Celepito Coreo por dios que trauma duradero de insuperable pero en el 2024 relajado
Canadá nunca te olvidaré
Canadá me hizo superar lo de mi título académico
Eso ya está
Conseguí cosas en Canadá para llenar ese vacío de lo que me sacó el Celepito Coreo en su patria
El 2022 siguió con lo del mental y con los de las montañas
Si estás viendo Victoria Herrera que no te quieren en la patria que hasta tu propio esposo *ex esposo* te dijo que te alejarás en las montañas osea porque querer seguir hay en el lugar del donde NO ERRES BIENVENIDA AQUÍ
NO PERTENECES
Después lo del 15 con tu ex esposo de la traición del que era TÚ esposo con el 15 del Celepito Coreo
El congreso de Canadá a mi nombre
Gracias Justin Trudeau y cámaras de mi novio
•27 de febrero y 20 de marzo•
El subidon de la X
Gracias mi 2024 protector por otra oportunidad en el 30 de mi X
Seguimos con el 30 mi X bomba de la inocencia del 30 y el 31
El trauma de la herrerona
Basado
El 30 y el 31 un trauma más por la distorsión de fechas
*Los patrióticos*
Siempre dejándome traumas
Abril otra vez con tu ex esposo con el color verde del Celepito Coreo
*Primer pellezco de mi inicio para mi ruptura con el Bauti Herrera*
Mi vestido verde del 30 de MI mes osea último día de marzo previo al Abril del 2024
Y así e ido ganando del que miras bobo
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Holaa <3 más que un consejo necesitaría una opinión para ponerme los pies en la tierra. Conozco a un chico del cual (creo) fue mi primer amor, pero lo aleje porque él aun seguía extrañando a su ex y sabía que eso me haría mierda jajaja, cuestión, lo dejé de ver y seguir por todos lados (menos tumblr), pero después de 3(TRES) años yo todavía lo extraño y lo stalkeo bastante seguido, tiene novia en décadas y todo, pero él todavía en su tumblr sigue extrañando a la otra, poniendo cosas como "ya no soy feliz" "ninguna como ella" y no se jajaja me hace sentir mal por la actual novia y me hace sentir mal por mi también jajaj q hdp, nunca más pudo gustarme alguien más como él, pensarlo me hace doler el pecho. Y nada hasta acá mi mini historia que no le cuento a nadie porque es muy miserable y para hacerlo más miserable todavía, voy a confesar que solo logré tomarle las manos y caminar con él, nada más. Así que si, soy media estúpida en el amor pero no se que hacer para dejar que esto me siga causando esta sensación horrible en el pecho. que podría hacer para dejar de ser tan estúpida?? jajaja o no se hablo con el y ya fue todo? jajaja broma jaja ono(??)
Primero que nada, no eres estúpida. Solo sigues apegada a ese primer amor que te dejó embobada. Esas cosas pasan, tu tranquila. Sin embargo, debes aterrizar y dejar ir a esa persona. Ya eres consciente de que no te amó como querías o merecías, así que debes desprenderte del “quizás” y aceptar las cosas como son. Sobre lo otro, aunque le digas algo a la actual novia (de la obsesión del chico por su ex) no hay garantía de que te crea porque ella le debe su confianza a su novio, no a ti, y ya eso sería meterse en asuntos ajenos y ensuciarse las manos cuando nadie te pidió que lo hagas.
A lo que quiero llegar es que podría perjudicarte y cómo ese no es problema tuyo, se vería muy sospechoso que un tercero se añada a la conversación de repente. A veces por uno querer hacer un bien (suponiendo que las intenciones son buenas y puras) uno sale perjudicado. Así que te aconsejo que te enfoques en ti, en quererte, amarte, trabajar en ti y por ti, sacarlo de tu vida (y de tus redes preferiblemente) para que no tengas ese recordatorio de él mientras tratas de superar ese amor que no fue. Te deseo lo mejor en tu vida y buena suerte, cariño. Cuídate mucho.
Mona.
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THANK YOU AND GOODNIGHT
A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri finali.
Perché inevitabilmente, quando una serie finisce, ripensi all’inizio e ti rendi conto degli anni trascorsi (tanti o pochi a seconda della benevolenza del network), delle cose che hai fatto e di quelle che sono accadute nel frattempo. E mentre la serie andava per la sua strada, con tutte le tappe della propria vita ben scandite come tacchette su un righello — episodio pilota, prima stagione, notizia del rinnovo, produzione della stagione successiva e via dicendo fino all’epilogo, morte naturale o violenta che sia — tu pure andavi per la tua, ma altro che linea retta, altro che righello: per citare Ennio Flaiano, per te la linea più breve tra due punti è stata l’arabesco.
Così, nei sei anni che separano la Midge Maisel che invade ubriaca il palco del Gaslight e la Midge Maisel che — ‘sto giro sobria — si appropria degli ultimi quattro minuti del Gordon Ford Show, io ho iniziato la pratica forense, sono diventata avvocato, mi sono iscritta e poi cancellata dall’albo, nonna se ne è andata, ho cambiato tanti lavori (certo, uno era uno stage di nove ore al giorno per cinque giorni a settimana a cinquecento euro lordi che la Regione chiamava “tirocinio” perché “servitù della gleba” pareva brutto), sono stata trascinata a battesimi e cerimonie religiose contro la mia volontà, stranamente non ho preso il coronavirus, ho pubblicato due romanzi, ho avuto crisi esistenziali, ho detto addio al mio adorato micio, Floppy, mi sono devastata l’anima coi concorsi pubblici, ho fatto tanti passi avanti e altrettanti indietro, molto più spesso ho girato in tondo.
Ecco, forse non sono mai solo serie: piuttosto, capsule del tempo che racchiudono, nel periodo che delimitano, parte dell’esistenza di una persona.
E il fatto che The Marvelous Mrs. Maisel sia la storia di una ragazza che, dopo una batosta improvvisa, cerca di trovare la sua strada, rende forse la connessione tra spettatore e personaggio ancora più evidente, e più solida.
Che in effetti, se non la serie in sé — che a parte i rallentamenti dovuti al Covid è andata dritta per dritta — quanto meno è stato il personaggio di Midge ad avere i suoi begli arabeschi, il cui bandolo solo in apparenza è stato districato nel series finale (ma gli arabeschi hanno i bandoli? Probabilmente no, ma poi mi salterebbe tutta la metafora e allora famo finta che ce l’hanno).
Perché se finalmente la vediamo sfondare come comica, il meritato coronamento di anni di sforzi, la sua vita privata è più ingarbugliata che mai. Anzi, più che ingarbugliata: tragica. Durante tutta la stagione i numerosi flashforward ci hanno dato un assaggio del tetro futuro che l’aspetta: un rapporto inesistente con i figli nel migliore dei casi, conflittuale nel peggiore; una collezione di matrimoni falliti; un ex marito (a cui è sempre rimasta affezionata) in galera, i genitori ormai trapassati e remoti — ma vabbè, erano anziani, ci sta — e Lenny Bruce pure (ma lui per un’overdose, e ci sta un tantino meno). E quel che è peggio, perché alla fine sticazzi di figli e mariti, è stato vedere le condizioni in cui versava l’amicizia con Susie e scoprirla — l’amicizia, eh, non Susie — più estinta di un dodo.
Diciamo che la netta virata sul tragico della quinta e ultima stagione della serie mi ha lasciata un po’ F4 basita. Non che nelle stagioni precedenti non ci siano mai state situazioni — se non proprio tragiche — quantomeno drammatiche (sopratutto nell’accezione narrativa del termine): dall’incidente scatenante (il tradimento di Joel e il conseguente divorzio) alla difficile relazione con i genitori, che né approvavano né comprendevano la sua carriera di comica e ancor meno le istanze di indipendenza (morale ed economica) che essa implicava, passando per tutte le difficoltà e gli ostacoli che Midge ha dovuto affrontare e superare in quanto novellina e in quanto donna, e tutte le varie ed eventuali che stanno nel mezzo. Semplicemente, tutte le situazioni infauste e le difficoltà delle precedenti stagioni erano nel presente, e pertanto non destavano particolari preoccupazioni perché chiunque si sarebbe aspettato che per la fine della serie — io la scena finale me l’ero immaginata con tremila persone ad applaudire Midge al Carnagie Hall, ovviamente con Abe e Rose in prima fila — sarebbero rimaste nel passato. La quinta stagione, invece, ci ha tenuto a dirci che il futuro sarebbe stato meno idilliaco di così. Certo, i problemi di un tempo si sono risolti e al loro posto ne sono arrivati di nuovi, d’altronde così è la vita, ma era necessario farcelo sapere? Era davvero necessario mostrarci Midge a settant’anni suonati vacillare all’idea di avere un martedì libero in un calendario di impegni di lavoro altrimenti fittissimo, perché oltre alla carriera — e a Susie, con la quale per fortuna si è riappacificata ma che però adesso vive in un diverso continente — non ha nient’altro?
Lei stessa — nel suo monologo finale in quegli ultimi gloriosi quattro minuti del Gordon Ford Show — con una certa lucidità arriva a intuire una possibilità di futuro che noi, in effetti, sappiamo essersi avverata: dubita, per esempio, che una relazione stabile sia scritta nel suo destino, e crede che sia inevitabile che i figli la odieranno da grande (e se per le relazioni, vabbè, amen, la questione dei figli è già più delicata anche solo perché saranno loro a scegliere la casa di riposo).
Badate, la mia in realtà non è proprio una lamentela, perché in effetti queste note agrodolci — più agre che dolci — del finale (e di tutta la quinta stagione) mi sono piaciute, è più una riflessione del tenore: già che la vita è miseria e poi si muore, è chiedere troppo che mi venga concessa l’illusione che a Midge Maisel sia andato tutto bene, che sia riuscita ad avere tutto senza dover rinunciare a niente? No? E vabbè.
Ciononostante, l’episodio è finale è stato tutto quello che speravo che fosse, cioè un degno tributo. Il monologo stesso, sia nel ripercorrere gli eventi salienti della carriera ancora in fieri di Midge, sia nello spronare le donne a credere in quello che fanno e a prendersi quello che gli spetta, invitandole a lavorare per far accadere le cose anziché attendere passivamente che accadano da sole, è un po’ il testamento morale del personaggio.
E a proposito di questo, già solo la scena in cui Midge vede il microfono, la telecamera inizia e girare e tutto si fa silenzioso, con lei che avverte Susie che sta per fare un ultimo folle gesto e Susie che è pronta ad affondare con tutta la nave, ecco, già solo questa scena ha fatto passare in secondo piano qualsiasi remora o perplessità io possa avere mai avuto.
E poi c’è stata la consacrazione, con la menzione esplicita del titolo della serie. Non sempre accade, e quando accade è qualcosa di grosso, un vero e proprio cambio di paradigma: tipo Rick Grimes che nella quinta stagione (sarà una cosa delle quinte stagioni, dunno) dice finalmente “We tell ourselves that we are the walking dead”. Così, quando Gordon se ne esce con “May I present the magnificent, the magical… the marvelous Mrs. Maisel” è la chiusura del cerchio. E anche del sipario.
Adesso mi sento un po’ come quegli studenti che — a detta del preside di In viaggio con Pippo, ma lui era evidentemente un mitomane — non hanno idea di cosa fare per non sprecare l’estate ora che la scuola è finita. Solo che il mio problema non è con l’estate mai coi venerdì, perché dopo una settimana di lavoro tornare a casa e dare il via al weekend con The Marvelous Mrs. Maisel era bello. Più che bello: era giusto. Per carità, di roba da vedere ne ho a carriolate, quindi ai miei venerdì uno scopo glielo ritrovo uguale, però, a prescindere, di signora Maisel ce n’era una.
E allora niente: thank you, Midge, and goodnight.
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yo realmente para superar mi ex estoy fingiendo demencia
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