#sulla stessa lunghezza d’onda
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spettriedemoni · 6 months ago
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Great minds think alike
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orotrasparente · 2 months ago
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i miei amici dicono che io non sono pronto a conoscere qualcuna seriamente perché non faccio mai passi avanti in questo senso quando parlo o esco con qualcuna, ma quello che io vorrei far capire loro è che a me può piacere una persona esteticamente, caratterialmente, può piacermi cosa fa nella vita, come si comporta con gli animali o coi bambini o che cazzo ne so, però il punto è che lo senti in qualche modo quando una persona vibra o non vibra sulla tua stessa lunghezza d’onda, è una questione di sensazioni e c’è chi riesce a ignorare magari questo “disagio” e chi no, io purtroppo non riesco e se non riesco a sentirti in un certo modo (questo vale anche per le amicizie) non riesco a connettermi in nessun modo, non riesco a fingere, non so andare avanti, sarò rincoglionito io ma che ci posso fare
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girasolealtramonto · 9 months ago
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“Sto iniziando a realizzare che non siamo mai stati sulla stessa lunghezza d’onda, e che io per te non sono mai stata ciò che tu sei stato per me. Però sono serena, quando ci metti il cuore è sempre così. Abbi cura di te e coltiva il tuo di cuore, che per me è ancora bellissimo anche se non è, non sarà e non è mai stato mio.”
@girasolealtramonto
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shadowofablackwolf · 3 months ago
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Forse è meglio stia da solo anche a costo di essere consumato dalla malinconia, perché trovare una persona compatibile e sulla stessa lunghezza d’onda sembra impossibile.
Zero voglia di comunicare e conoscersi, supportarsi e rispettare i tempi, non avere fretta, non innalzare un muro alla prima difficoltà né scappare.
Relazioni “fast food”: si passa al prossimo pasto da consumare come se nulla fosse accaduto, senza dialogare e dire la verità. Questo non è amore, non sono relazioni sane che possono lasciare qualcosa dentro.
Sono stanco di provare, sembra quasi un loop in cui mi prendo in giro da solo. Che amarezza.
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fiorenellanotte · 7 months ago
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“Sto iniziando a realizzare che non siamo mai stati sulla stessa lunghezza d’onda, e che io per te non sono mai stato ciò che tu sei stato per me. Però sono sereno, quando ci metti il cuore è sempre così. Abbi cura di te e coltiva il tuo di cuore, che per me è ancora bellissimo anche se non è, non sarà e non è mai stato mio.”
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susieporta · 6 months ago
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“Lucio (Dalla) mi salvò la vita, al tempo della mia separazione. Fu lui a capire che mi dovevo allontanare da Roma, e così per due anni vissi al castello di Carimate, in Brianza, dove venivano i più grandi artisti italiani a incidere i loro dischi.(…)Dopo due anni Lucio capì che per me era il momento di tornare a Roma: la città dove c’erano Simona e mio figlio. Un’angoscia tremenda. Mi trovò casa, a Trastevere. E mi convinse a riprendere i concerti»
«E nelle canzoni ci sono io. Sono la mia autobiografia. L’arte deve andare di pari passo con il tempo che vive».
“Con Fabrizio (De Andrè) )passavamo notti a parlare, ad approfondire le nostre vite. Fu allora che diventammo davvero amici. Ma poi loro il venerdì partivano; io restavo solo. Sull’orlo del baratro. Entravo in un posto e dovevo uscire. Tutto mi faceva paura».
È riuscito a fare il padre? “Sì. Anche da lontano, telepaticamente. Con mio figlio ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Un fisico quantistico le direbbe che è possibile».
Come mai si chiama Francesco Saverio?
“Per un sogno di mia madre. Ero nato di otto mesi, peggio che settimino, e quindi venni quasi buttato via: pesavo un chilo e 4 etti, e all’epoca non esistevano incubatrici. Ma mia madre sognò un santo che non conosceva, e infatti si presentò: “Sono san Francesco Saverio. Tuo figlio vivrà e farà cose utili”».
Sua madre era professoressa di latino e greco. “Mi bullizzava. Mi diceva che ero sciocco e che ero grasso come un maiale; e la seconda cosa era vera. Ora lo chiamano body shaming. Ho letto la storia di Tiziano Ferro, e mi è parso che avesse copiato la mia vita».
Antonelli Venditti si è raccontato al Corriere della sera in una lunga intervista
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paoloxl · 1 year ago
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Pisa, 27 ottobre 1969 Cesare Pardini ucciso dalla polizia
Ottobre 1969 a Pisa è un mese di violenza fascista e risposta antifascista.
Per il pomeriggio del 27 viene indetta una manifestazione da parte dei sindacati e dei partiti della sinistra istituzionale per dare un risposta alle aggressioni fasciste dei giorni precedenti.
Il corteo, che aveva visto sfilare per le vie cittadine più di 10’000 persone, si conclude con un comizio finale, con l’intervento del sindaco socialista Fausta Cecchini
Il corteo, che aveva visto sfilare per le vie cittadine più di 10’000 persone, si conclude con un comizio finale, con l’intervento del sindaco socialista Fausta Cecchini.
Diverse centinaia di manifestanti però si allontanano dalla piazza del comizio e decidono di dirigersi nuovamente verso la sede dell’Msi. I manifestanti cercano di forzare il blocco della polizia, che blocca le vie limitrofe.
Le cariche sono molto violente, i feriti saranno poi parecchie decine. I poliziotti sparano decine di lacrimogeni.
Cesare Pardini, studente di Legge di 22 anni, viene colpito a morte in pieno petto da un candelotto, sul lungodarno Gambacorta, vicino alla spalletta dell’Arno. Stava osservando la scena con un amico.
La questura dichiara subito che Pardini è morto d’infarto, le cariche della polizia non c’entrano nulla. Pochi giorni dopo l’autopsia stabilirà ufficialmente che la morte è avvenuta per “trauma toracico sopravvenuto dopo violento colpo subito all’altezza della regione cardiaca”.
I giornali dei giorni successivi sosterranno la tesi dell’infarto e si lanceranno contro i militanti di Potere Operaio, colpevoli di “aver fatto degenerare una civile manifestazione”. Sulla stessa lunghezza d’onda saranno anche i partiti della sinistra istituzionale che firmeranno un documento, proposto dallo stesso sindaco, che “ringrazia la cittadinanza per la grande e compatta manifestazione di ieri, condanna senza mezzi termini gli estremisti di Potere operaio, «che hanno strumentalizzato e distorto la manifestazione» ” (da “La Stampa” del giorno successivo).
A fine corteo la polizia farà 8 arresti, di questi tre sono operai, gli altri studenti.
Due giorni dopo, il 29 ottobre, più di 3000 persone parteciperanno ai funerali di Cesare Pardini.
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chez-mimich · 1 year ago
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JULIEN GREEN: “PARIGI”
Ci sono libri che avremmo potuto scrivere noi, ne siamo convinti tutti, solo che li hanno scritti altri e, forse, questa convinzione è dovuta al fatto che in realtà convivono nella nostra mente gli echi dei tanti libri letti. Mi è capitato di provare questa sensazione dopo le prime due o tre pagine di “Parigi” di Julien Green. Parigi è da sempre una città narrata, filmata, raccontata, cantata attraverso i secoli , come poche altro città lo sono state: forse solo New York e Londra hanno avuto la stessa “fortuna narrativa”. Il libro è semplicemente un atto di amore incorruttibile ed eterno per Parigi. “…Avevo affisso al muro una mappa di Parigi, che catturava lungamente il mio sguardo e quasi a mia insaputa mi erudiva. Scoprii che Parigi aveva la forma di un cervello umano…” Julien Green tratta Parigi con lo stesso approccio che fu dei surrealisti. Più di un passo, di questo prezioso volumetto edito da Adelphi, sembra attingere al patrimonio della letteratura surrealista, a cominciare dallo strabiliante “Nadja” di André Breton fino al mirabolante “Le Paysan de Paris” di Louis Aragon. È proprio l’anima del vero flâneur che anima tutto il volume e basta la lettura di qualche pagina per rendersene conto “…Chi non ha perso tempo in una città non può certo pretendere di conoscerla bene. L’anima di una metropoli non si lascia cogliere tanto facilmente per entrare in comunicazione con lei bisogna essersi annoiati, avere un po’ sofferto nei luoghi che la delimitano…” Parole di questo tenore sono proprie solo di pochissimi autori, legati alla città da un cordone ombelicale mai reciso. Il lettore di questo libro non può avere con l’autore che la stessa affinità elettiva, perché Parigi richiede una dedizione totale, non uno sguardo da turista e questa non è una guida turistica. Basta leggere “Le alture del Sedicesimo” (ove sedicesimo sta per XVI Arrondissement), dedicato al quartiere di Passy (per intenderci quello che inizia sotto il Ponte di Bir Hakeim, dove l’urlo di Marlon Brando squarciava la quiete parigina).La descrizione della Rue de Passy ha molto a che fare con le meraviglie del “paesano” paragonata ai “passages” dove provare la “vertigine del moderno”: il vinaio Nicolas, la pasticceria Coquelin, gli sguardi che i garzoni lanciano ai polpacci delle massaie, la Rue Raynouard, tutto ciò non può nascere da una semplice ammirazione per la città, nemmeno da un amore per la città, ma può nascere solo da una devozione per Parigi che è di molti, ma non di tutti. La stessa cosa può dirsi per le scorribande sentimentali di Julien Green nei giardini del Palais Royal, “uno di quei luoghi dove aleggia un non so che di misterioso, più facile da percepire che da dire”, scrive l’autore preso ormai dal feticismo più sfrenato: “La mia mano sfiorò una delle colonne bianche (…) Come in preda ad una allucinazione, infilai il viso tra le sbarre della cancellata le cui punte di lance dorate brillavano contro un cielo minaccioso…” Evitate di leggere un libro così se non l’amate come l’amo io, potrebbe deludervi perché leggereste un libro su una città e non su “la” città. Curiose coincidenze: lo scorso anno, proprio in queste settimane lessi “Paris s’il vous plaît” (Einaudi). Ecco, la giovane autrice romana, tra i contemporanei, è quella che maggiormente sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda con libri simili a questo, dove la bellezza di Parigi si rivela in tutta la sua convulsività e vale la pena ricordare che come scrisse Breton “La beauté sera convulsive ou ne sera pas.”
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libero-de-mente · 12 hours ago
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- Mi passi quella cosa che sta dentro il coso?
- Si, tieni.
Se vi dovesse capitare uno scambio di battute così, con chiunque sia, i motivi possono essere principalmente due:
1) Entrambi siete sulla stessa lunghezza d’onda cerebrale. C’è sintonia.
2) Affinità minimalista della parola e del concetto, sempre per entrambi. C’è disagio.
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camillilia · 4 months ago
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Per me on the level è sempre stata una delle nostre canzoni
L’ho ascoltata incessantemente per tutta la nostra storia, fin dall’inizio da innamoratissima di te, anche se in realtà non era proprio la canzone adatta, visto che parla di due persone che non sono più sulla stessa lunghezza d’onda e che devono separarsi anche se fa male
Però mi piaceva quando dice your crazy fragrance all around, your secrets all in view, my lost, my lost was saying found, my don’t was saying do, perché era esattamente come mi facevi sentire tu
Ed era il nostro Leonard Cohen e l’avevo scoperta con te e quindi ascoltarla mi faceva battere il cuore
Anche adesso la ascolto e in realtà è molto più adatta a questo momento rispetto a quando l’ho scoperta da innamorata di te
Nella teoria, descrive esattamente quello che sta succedendo a noi
E nelle strofe che parlano di dissonanza e separazione che prima quasi mi disturbava sentire, oggi mi ci ritrovo.
C’è solo un problema con la frase centrale della canzone che è proprio quella che più avrei pensato di sentire:
Adesso mi disturba che dica “they oughta give my heart a medal for letting go of you, when I turned my back on the devil turned my back on the angel too”
Dovrebbero darmi una medaglia di stupidità per essermi lasciata coinvolgere da te, e non riesco più a vedere l’angelo nella stessa persona in cui prima non riconoscevo quasi alcuna parte di diavolo.
…let’s keep it on the level when I walked away from you
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prendi-fiato-e-ricomincia · 5 months ago
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Ehi! Come stai? Com’è andata la tua giornata? 💞🫂
Mi fa piacere di essere sulla stessa lunghezza d’onda, grazie per la comprensione. 🫶
Non è stupido, anzi ha senso e fai bene ad alternarle in base allo stato d’animo, soprattutto se aiutano ad affrontare meglio la giornata. Vale lo stesso per i colori dei capi d’abbigliamento; aw grazie mille, sono curioso! 🥰
A proposito di custodie, la mia è partita poche ore fa dal Canada ahah. *guarda l’orologio*
Si amano anche dopo le marachelle, sono pucciosini e sanno come “comprarci”. Ciao Tigroooo, dormi bene e fai il bravo!
Grazie fanciulla adorabile, buonanotte e sogni d’oro con un abbraccio. ♥️🌻
Oggi benino .. mi spiego, la giornata è iniziata davvero bene, anche il pomeriggio tutto ok fino alle 17.. poi sono tornata a casa e lì la mia mente ha deciso di giocarmi brutti scherzi. Mi sono presa di ansia ma senza un motivo apparente, mi mancava l’aria, ho provato a distrarmi con scarsi risultati.. l’umore è andato giù, è salita la tristezza e la malinconia … tutta una serie di cose insomma. Ora sono già a letto sperando di stare meglio
Grazie per avermi detto il tuo parere sulle cover🙏🏻 ti farò vedere le altre quando saranno pronte 🫂
Quando dovrebbe arrivare la tua?
Concordo, questi esserini pelosi sono la mia vita 🥸
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Perora si nasconde ahahaha
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simonettaramogida · 5 months ago
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PHOTO/ HENRI CARTIER BRESSON SPIEGA COME SI FA FOTOGRAFIA IN UN FILMATO DEL 1964 RECUPERATO DALLE TECHE RAI
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true-trauma · 8 months ago
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Quando Jamil a inizio 2024 aveva pubblicato De puta madre, oltre ai dissing e alle citazioni ai colleghi come Marracash, Luchè, Noyz Narcos e Salmo, avevano fatto discutere anche le seguenti parole: “prega che non faccia pace con Vacca”.
Un passaggio risultato da subito piuttosto enigmatico, in quanto era ben risaputo che Jamil e Vacca, uniti da un forte legame dai primi anni ’10 (insieme han sostenuto tante battaglie verso un certo tipo di mafietta nell’ambiente musicale italiano), nel 2020 interrompono i rapporti senza dare parecchie spiegazioni.
Del padre del figlio era il titolo del loro disco di coppia uscito nel 2015, per sottolineare quanto i due fossero legati: Jamil ha sempre visto in Vacca il suo padrino, e Vacca, viceversa, ha sempre riconosciuto in Jamil il figlioccio artistico, anche per via dell’attitudine che li univa.
Quando nel 2020 ciascuno dei due prese la propria strada, in tanti hanno iniziato a individuare dissing, frecciatine o presunti tali sia da parte di Vacca che da parte di Jamil nei confronti dell’altro, tuttavia senza mai sbilanciarsi o esprimersi in maniera dura.
Forse, il fatto che nessuno dei due si sia sbilanciato come han fatto in passato entrambi i diretti interessati con altri nomi più o meno grossi è proprio sintomo del fatto che si tratta comunque, nonostante la separazione durata quattro anni, di un rapporto molto importante, solido anche nella distanza.
E infatti, anche Jamil, quando ha annunciato la pubblicazione di Una vita sola, il loro singolo di riappacificazione, ci ha tenuto a precisarlo: “certi legami restano indissolubili, e Vacca è sempre mio padre”. Un legame talmente solido che si riflette anche nel risultato finale del brano, in cui Vacca e Jamil risultano effettivamente ancora sulla stessa lunghezza d’onda, sia nell’attitudine che nella sinergia nella realizzazione di questo pezzo. Come se non fosse passato neanche un anno dalla loro ultima collaborazione contenuta in Don Vacca Corleone di Vacca (2019).
Una vita sola è decisamente un bel pezzo, in pieno stile hip-hop: seppellire l’ascia di guerra realizzando un pezzo insieme, non tanto per convenienza, quanto più per il gusto di farlo, come successo anche a tanti altri nomi. Si pensi, per esempio, a @fabrifiblog e Grido nel 2022 con Sfiga, o allo stesso Vacca nel 2018 in Blood a blood in featuring con Inoki.
Degne di nota, in questo pezzo, sono anche le citazioni che Vacca ha fatto nella sua strofa a numerosi pezzi, artisti e avvenimenti come solo Vacca sa fare, in particolare, mettendole nella stessa barra, sia Ragazzi fuori dei Club Dogo feat. Karkadan, sia Il bene nel male di Madame.
Ad maiora, Vacca e Jamil!
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Carlos Augusto non vuol sentire parlare di Scudetto: "Inutile guardare troppo in là"
La netta vittoria dell’Inter sul Lecce ha permesso ai nerazzurri di compiere un altro passo verso lo Scudetto, tenendo la Juventus a nove punti di distacco con una partita da recuperare. Nel dopo gara però, Carlos Augusto non ha voluto sentir parlare di Scudetto, abbracciando la filosofia di Simone Inzaghi: “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda del mister – ha spiegato – non ha senso oggi guardare…
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iamlostthelove · 10 months ago
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A me infatti i cicoli non piacciono
siamo sulla stessa lunghezza d’onda
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Cerco…
Cerco dannatamente quella persona!
Si una persona, non mi interessa che sia maschio, femmina o quel che vuole. Non cerco un fidanzato, cerco quella persona che sia perfettamente sulla mia stessa lunghezza d’onda. Che matchi le mie vibes, che mi faccia sentire compresa a 360°.
Cerco…
Cerco qualcuno che non mi capisca soltanto da uno sguardo, ma che capisca i miei silenzi, il mio sguardo rivolto altrove e la mia testa persa tra le nuvole.
Cerco…
Chi sa se trovo…
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