#su mio suggerimento
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#comunque oggi un tizio ha preso 21 invece che meno all’esame orale grazie a me#su mio suggerimento#perché ho ascoltato l’esame tipo testimone e giustamente ho sentito anche in senso tecnico quello che diceva#e la prof mi ha chiesto il mio parere e grazie al mio soft power si è convinta del 21#giulia nostra signora della sessione ha fatto un altro miracolo
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Questa è l'ennesima volta in dieci anni che tento di gestire un blog qui su tumbrl promettendo sempre che non lo chiuderò di nuovo.
Perché Tumblr? Avevo bisogno di uno spazio più sereno, un angolino tranquillo senza occhi indiscreti di gente che mi conosce. Instagram è troppo popolare, su thread c'è troppa confusione e becco gente che non osavo aggiungere nemmeno ai tempi di facebook!
Qui dentro sembra di stare in un angolino di una calda e accogliente libreria, una tazza di thè fumante e alle orecchie la propria musica preferita. Il mio rifugio ideale!
Chi sono io? Una ragazza imbranata, sempre con la testa fra le nuvole che prova a capire come si faccia a vivere su questo pianeta. Non mi hanno dato un copione quindi sto improvvisando! Se avete qualche idea suggerite pure che i consigli sono ben accetti ahah
Chiunque leggerà questo blog siete benvenuti 🤍
Piccolo suggerimento ma importante: ho aperto questo blog in maniera anonima perché è come un diario per me. Se avessi voluto mettere in mostra me stessa e la mia identità lo avrei già fatto quindi astenetevi dall'invadenza riguardo spiegazioni e domande personali su ciò che scrivo. Non sono neanche alla ricerca di situazioni sentimentali e flirt di varia natura. Grazie ☺️
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Anni fa, agli inizi della mia
carriera, un amico e collega più anziano di me mi disse
che la vita fino a una certa età serve per mettere insieme
cose, pensieri, persone.
Poi, da un certo punto in poi, si deve avere l'accortezza e la
saggezza di iniziare a mollare la presa.
Prima che sia tardi.
Lasciare andare, se hai fortuna con calma e
progressivamente, un pezzo alla volta.
Fino a presentarti all'appuntamento nudo come quando sei
venuto al mondo.
Mi disse che sperava che le sue ultime parole fossero :
"Ecco qui. Sono pronto."
Certo che non piace sentirsi ricordare un fatto che mette in
crisi business plan e marketing e social media manager.
Soprattutto su pagine come queste.
Dove si cerca giustamente di sistemare il primo di pezzo di
vita.
Ma in questa epoca di vite sgangherate e smemorate
ispirate ai reel e tik tok degli altri, vivendo sempre nella
speranza di sfuggire ad una resa dei conti che ci metterà di
fronte ad un bilancio di dare e avere probabilmente in
passivo di amore, penso che sia un suggerimento che
dovrei tenere davvero caro.
Perdo e perderò molti pezzi a cui tengo, di cui sono
innamorato e geloso.
Pezzi miei e pezzi altrui.
Pezzi di proprietà e pezzi che non sono mai stati miei.
Una Caporetto esistenziale inevitabile.
Ma anche tutto questo perdere avrà un minimo di senso, se
mi ricorderò, già da ora, che tutto, mio e non mio, è solo un
noleggio, un prestito, un affitto, un comodato d'uso al
massimo.
Da ritornare in buono stato e spalmato di amore.
Almeno in pareggio di bilancio.
Almeno per farmi ricordare bene
Anche su queste pagine.
Sebastiano Zanolli
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Day 17
Giorno 17 - ieri.
Totale caffè bevuti, 2. Mi auto-applaudo: con il livello dei pasti di ieri e con la macchinetta sempre a disposizione, questo è un risultato nel risultato.
Trattandosi di un pranzo di compleanno per mia figlia, eviterò di fare il solito resoconto (a ciò basti una delle frasi più belle della lingua italiana tutta, e cioè: pasta al forno). A cena, in ogni caso, abbiamo finito quello che era rimasto dal pranzo.
Ho pregato mia madre di reintegrare qualsiasi genere di verdura da oggi in poi, di già perlomeno si è messa a preparare delle zucchine per la pasta.
La torta SG era molto buona e merita un piccolo aneddoto.
Avevo ordinato questa torta già durante il viaggio di arrivo, ed il forno che l'ha preparata mi aveva dato appuntamento ieri, a mezzogiorno, per ritirarla. Naturalmente mezzogiorno era più da vedersi come una indicazione di massima, un suggerimento, che non un vero e proprio appuntamento; e per fortuna sono andato a ritirarla da solo, senza la milanese che altrimenti avrebbe iniziato a sbuffare e piantare casini. Io invece ho detto al personale che non c'era problema: hanno chiamato il pasticcere che ha dato un tempo d'attesa di mezz'ora, per cui ho deciso di andarmene a fare un giro. Ne ho approfittato per andare a visitare la tomba di mio padre e metterci qualche fiore fresco, scambiarci due parole in silenzio, immerso nella pace unica che solo un cimitero d'estate può trasmettere. Torno al forno alle 12:35 abbondanti, ancora nessuna consegna: le ragazze, molto imbarazzate, chiamano il titolare, che sta arrivando. Si scusano profusamente. Mi offrono un succo di frutta, nonostante le mie rassicurazioni (sarebbe stato un caffè ma, visto? Non ho trasgredito alla regola) e quando, infine, il titolare arriva, mi offre uno sconto sul prezzo vista l'attesa - ancora una volta, nonostante io gli avessi detto (e sinceramente) che non era necessario. E lo credo tuttora: era 14 di agosto per tutti, specialmente per loro che dovevano fare fronte a un numero eccezionale di consegne. Però ho apprezzato molto il gesto, e la cordialità dei titolari, e ho pensato che forse preferisco un mondo che arriva un pelo in ritardo sulle consegne ma che non risparmia qualche sorriso e del calore umano. Ovviamente la mia coniuge mi aveva già mandato dei messaggi nei quali esprimeva il proprio lombardo disappunto per questa gente che non rispetta gli appuntamenti dati, ma che ci volete fa'... è calabrese anche lei, sotto sotto, e sono sicuro che prima o poi abbraccerà il suo retaggio. Pranzo con i fratelli, le nipoti etc. Riflessione: la mia famiglia è perennemente settata sul livello 11 in una scala da uno a dieci, su qualunque interazione. Ormai riesco a prenderli solo a piccole dosi, estraniandomi dagli infiniti duelli in punta di spada e di fioretto che si scatenano ogni cinque minuti e per - letteralmente - qualsiasi motivo. Mi porto dietro anche questa eredità genetica che cerco di combattere giorno per giorno, conscio però che venga fuori tutta, e bella prepotente, ogni volta che decido di duellare anche io. Per fortuna, non succede troppo spesso: ho sempre l'idea del buon Miyamoto Musashi che cercava di combattere solo battaglie nelle quali fosse possibile avere un vantaggio sull'avversario (e se pensate che sia disonorevole, dovreste investigare un po' della storia della sua vita: è illuminante).
Oggi niente mare per evitare calca e caldo, forse pomeriggio al cinema, per far vedere Inside Out 2 ai nanetti.
Mi godo la brezza incessante della città del vento che passa, come ha sempre fatto, dal salotto alla cucina di casa mia.
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Sono allergica. Nel senso che appena i fiori iniziano a fare sesso e nell’aria si riempie di polline a me si prosciuga la pelle, gli occhi, la gola, il petto, i capelli, gli organi interni, le ossa, la vita, l'anima e poi mi esce tutto dal naso. Allora ieri, su suggerimento di un mio amico che di lavoro giuda barche, mi sono fatta convincere a fare i lavaggi nasali che lì per lì, con soluzione salina e siringa non mi è sembrata una roba così assurda o tremenda, oltre che dopo il 5° lavaggio dalla narice destra mi è uscita una palla di muco credo fosse lì dai tempi della preistoria e mi son sentita fica e libera di respirare a pieni polmoni, non fosse che non funziona così, infatti la notte le vie respiratorie sembravano il deserto dei tartari, gole profondissime di arsura e rotoli di fieno. Lo dico alla dottoressa che mi ha risposto: brava stronza. Del resto il mio amico porta barche. Allora a causa di ciò io stamattina alle sei ero sveglia e pure la gatta mi ha mandato affanculo e non sapevo che cazzo fare che l’allergia ti da solo voglia di chiuderti in un armadio fino alla fine dei tempi, finchè la vita non smette e la natura non viene finalmente annientata per lasciare spazio infine alle AI di simulazione che ci liberano dal male e amen. Dunque in questa situazione mentale ho preso la decisione più disperata della mia vita: ho iniziato Infinite Jest in inglese.
E come mai proprio questo libro così spensierato voi direte? Questa è un’altra storia di pianeti che girano e persone che ritornano e merita uno spazio tutto suo, ma vi posso dire solo questo al momento: la vita non è mai banale, nemmeno quando lo sembra.
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Vorrei postare qualcosa dei cari vecchi SQUALLOR ma non si può.
Sarei oscurata immantinente
. La Gogna del Politicamente Corretto è lì, pronta
. E pensare che negli oscuri tempi divertivano da matti. Me li guardo su youtube fino a che posso perchè quanto staranno a levarli? Già alcuni sono spariti.
Del resto da gente che leva la scena della Notte dei Lunghi Coltelli dal film di Visconti che vuoi sperare?
Recentemente hanno tolto anche un video ripreso da un cinegiornale dell' epoca dove parlava il Mio Maresciallo Thugacevsij. Forse perchè parlava russo. E cosiì la sua voce è scomparsa per sempre.
La mannaia del Politicamente Corretto si abbatte indiscriminatamente, sul buono e sul cattivo, sul giusto e sull'ingiusto.
MI rammenta il suggerimento del caro buon Legato Pontificio Arnaud Amaury al Montfort : "Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi".
Parlava dei Catari mischiati a i cristiani
D. N.
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A partire dal 2004, su suggerimento di un’amica, Lorenzo Castore inizia a frequentare Catania e in particolare il quartiere di San Berillo che è da sempre stata la zona delle prostitute, soprattutto dei travestiti, un territorio a parte nel cuore della città.
“Glitter Blues” è un racconto di vite marginali in un percorso di ricerca del proprio posto nel mondo attraverso una coraggiosa tensione alla libertà dell‘affermazione della propria identità, che spesso rivela una natura più complessa e contraddittoria di quello che è considerato “normale” dalla società borghese e dal suo giudizio retrogrado su cosa è bene o male, giusto o sbagliato.
Sulla Soglia.
Fotografie di Lorenzo Castore
Testo di Francesco/Franchina Grasso
Ormai ho perduto il conto degli anni passati su questa soglia, tanto che mi è difficile immaginare persino il numero degli uomini che l’hanno attraversata. Sembra ieri che il mio incerto destino e la mia bellezza di giovane donna mi hanno portato in questa casa appartata a cercare il futuro. Strana idea quella di cercare la propria vita tra le pieghe di quella degli altri, eppure è nella coesistenza con gli altri che ha preso forma e si è concretizzata l’unica vita che per me era possibile.
Così, lungo tutto questo tempo, su questo gradino consumato e nella penombra di una squallida stanzetta, ho visto maturare tra un amplesso e l’altro tutta la mia vita e sfumare tutte le mie aspirazioni.
Tra una sigaretta fumata a metà ed un caffè trangugiato in fretta, una gran parte di mondo è sfilato davanti ai miei occhi e tra le mie gambe.
Ad ogni incontro ho dato tutto il calore che mi è stato richiesto, forse per un senso di fratellanza e di condivisione nascosti nel profondo del mio cuore. Sono stata amante, moglie, sorella e madre.
Ho vestito i panni squallidi della prostituta dalle calze a rete lacere e gli abiti della gran signora. Ho gridato parole sguaiate e taciuto nei silenzi pieni di vergogna del sesso.
Ho cercato amore senza mai trovarlo, nella dolorosa disillusione di scoprire di esser fatta solo per dare e non anche per ricevere.
Quante offese mi hanno gettato addosso per tenermi a distanza dalla vita degli altri, quella cosiddetta “normale”. E quanta violenza ho subito in questo quartiere squallido e angusto, e tuttavia raro luogo di testimonianza di vera umanità.
In tutti questi anni ho visto vizi, bassi istinti, desideri segreti svelarsi per poi assopirsi, per poi risorgere ed appagarsi ancora, in un ciclo continuo che è nato con l’uomo e che solo con esso morirà.
Ma adesso, adesso che la mia bellezza volge al termine, che ogni speranza d’una vita diversa è sepolta nelle pieghe del passato, non ho che te, sconosciuto uomo, che rallenti il tuo passo davanti alla mia porta socchiusa. Con disperata speranza, mi rivolgo a te, a te uomo che hai bisogno d’un po’ di calore nelle sere piovose, a te che cerchi un abbraccio, una carezza ed una parvenza d’amore, a te che fuggi ogni effimera illusione. E’ di te che ho bisogno adesso, del tuo flebile calore, dei tuoi mezzi abbracci e del tuo amore a tempo, per curare le profonde ferite che solcano il mio cuore. Quando tu lo vorrai, allora, se è di me che avrai bisogno ancora, mi troverai qui anche domani, qui, ancora, ad aspettarti malinconica, sul gradino consumato di questa soglia.
Glitter Blues © Lorenzo Castore 2004-2021, (p) Blow Up Press 2021. "Sulla soglia" by & © Franchina Grasso.
#lorenzo castore#glitter blues#photography#photobook#photo exhibition#catania#san berillo#franchina#blow up press#2004-2021
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ELENA DI SPARTA
(Elena di Troia - Elena)
Elena fu allevata in casa di Tindaro e ancora giovinetta fu al centro di numerosi miti di seduzione: Teseo la rapì che era ancora fanciulla.
Elena infatti era ritenuta la donna più bella del mondo, e poiché i pretendenti erano numerosi, Tindaro, sotto consiglio di Ulisse, lasciò che ogni decisione fosse della ragazza, onde evitare che una sua interferenza potesse causare una guerra.
La scelta cadde su Menelao, principe di Micene, che sposandola divenne re di Sparta. Dalla loro unione nacque Ermione.
La sorella Clitennestra sposò invece Agamennone, fratello di Menelao.
I pretendenti e il «giuramento di Tindaro»
«E molte vite sono morte per me sullo Scamandro,
e io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,
ritenuta da tutti traditrice di mio marito
e rea di avere acceso una guerra tremenda per la Grecia.»
Quando fu in età da marito tutti i capi Greci pretesero la sua mano. Siccome la loro rivalità rischiava di generare un conflitto, su suggerimento di Ulisse, Tindaro sacrificò un cavallo sulla cui pelle fece salire i pretendenti per farli giurare che, chiunque fosse stato il fortunato sposo, tutti avrebbero dovuto accorrere in suo aiuto nel caso qualcuno avesse tentato di rapirgli la sposa.
Quando era ormai moglie di Menelao Elena venne rapita dal principe troiano Paride e il patto di solidarietà stipulato tra i pretendenti alla sua mano spinse gli stessi, con a capo Agamennone, a dichiarare guerra a Troia.
Elena sui bastioni di Troia, nella quale Gustave Moreau raffigura una Elena inespressiva, con una faccia vuota o angosciata.
Per vendicare il rapimento di Elena da parte del principe troiano Paride (al quale Afrodite aveva promesso la più bella delle donne) Menelao e suo fratello Agamennone organizzarono una spedizione contro Troia chiedendo aiuto a tutti i partecipanti al patto di Tindaro.
Nell'Iliade Elena è un personaggio tragico, obbligata a essere la moglie di Paride dalla dea Afrodite.
Nessuna colpa le può essere rinfacciata, data la sua incolpevole bellezza, anche se le si dà la colpa della guerra che insanguina Troia e se lei stessa si rimprovera continuamente di essere la causa di tanti mali, sebbene sia consapevole che, in definitiva, quanto accaduto è dovuto al Fato.
Non è una donna felice, disprezza Paride ed è invisa a molti troiani: solo Priamo ed Ettore si mostrano gentili con lei, e in occasione della morte di quest'ultimo, Elena proverà un sincero dolore.
Alla morte di Paride Elena è costretta a sposare il fratello Deifobo.
I greci fanno irruzione nella camera da letto trovando Deifobo addormentato e ubriaco.
Le versioni a questo punto divergono: sia per quanto riguarda l'identità dell'uccisore di Deifobo (Menelao, Ulisse o entrambi) sia sul fatto se il troiano si fosse risvegliato o no.
Nel secondo libro dell'Eneide, durante l'incendio di Troia, Enea vede da lontano Elena ed è preso dall'impulso di ucciderla, ma ne viene dissuaso dalla madre Venere, che lo esorta a fuggire dalla città con i familiari.
Nell'Odissea Elena appare riconciliata con il marito e tornata a Sparta per regnarvi al suo fianco, anche se malvista dai sudditi.
Si narra anche che Oreste avesse cercato di ucciderla.
Secondo altre versioni ebbe una fine misera. Altre ancora la divinizzano insieme ai fratelli Castore e Polluce.
Venere salva Elena dalla furia di Enea, Jacques Sablet, 1779.
Un'altra versione vuole che, dopo la morte di Menelao, due figli naturali di costui cacciassero Elena e la costringessero a rifugiarsi presso Rodi, dove Polisso la fece impiccare per avere causato la morte di tanti eroi sotto le mura di Troia, fra cui suo marito Tlepolemo.
Il mito di Elena è descritto nell'Iliade e nell'Odissea, ma molti poeti successivi a Omero modificarono il personaggio e la sua mitologia. Alcune leggende la indicano figlia di Nemesi, la dea della vendetta e della giustizia. Euripide, nella tragicommedia Elena, segue quel filone mitico secondo cui Elena non fu mai rapita da Paride né visse a Troia né fu ripresa da Menelao, ma sempre visse nascosta in Egitto, costretta da Era che mise al posto suo, a Sparta, un'immagine d'aria, un simulacro vivente, per ingannare Paride e vendicarsi di non essere stata scelta al posto di Afrodite.
Così sono esistite due Elena, una in Egitto e una a Troia.
Inoltre, secondo altri miti, le anime di Elena e Achille, dopo la morte e la discesa nel Tartaro, furono assunte nell'Isola dei Beati (o Campi Elisi) per i loro meriti, e lì ebbero un figlio, Euforione.
Secondo una variante del mito, fu Elena, divenuta dea dopo la morte, a discendere negli Inferi attratta dall'ombra di Achille per giacere con lui generando il semi-dio Euforione.
I personaggi di Elena ed Euforione, seppure con molte varianti, sono ripresi da Goethe nel suo Faust.…‿ℒℴνℯ⁀❣🌹
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C'è anche l'opzione di rivendere su piattaforme tipo Vinted, nel caso tu non trovassi a noleggio e decidessi per l'acquisto del nuovo. Apprezzo moltissimo il tuo sforzo per la sostenibilità 💓
Ciao! Grazie mille per il suggerimento e per aver apprezzato il mio impegno verso la sostenibilità, significa davvero tanto.
L’idea di rivendere su piattaforme come Vinted è sicuramente valida, ma devo ammettere che ho sempre avuto un po’ di difficoltà a rivendere i miei capi lì. Forse non scelgo le giuste descrizioni o magari sbaglio qualcosa nel processo. Se hai esperienza o consigli da darmi su come ottimizzare le vendite, sarei felicissima di ascoltarli!
Grazie ancora per il tuo messaggio 🫰🏻
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17 – 23 settembre 2024 – AIDA OVEST sia!!!
Spesso diciamo fare “di necessità virtù”. La necessità, in questo caso, era trovare un modo per essere autonomo il più possibile in mancanza della patente di guida momentaneamente revocata. La virtù, come conseguenza, è divenuta la bicicletta.
Ogni giorno dovevo fare circa 40 km per andare e tornare dal lavoro; ai quali se ne aggiungevano circa la metà per tutti i giri che facevo “fuori via” per trascorrere il tempo tra un impegno e l’altro.
Il pensiero agli inizi era assai preoccupante in seguito, dopo le prime tratte riuscite con successo, vedendo che la cosa era fattibile ho iniziato a prenderci gusto ed anche ad appassionarmi. Era una gioia muovermi in bicicletta ed il mio sguardo iniziava a puntare lontano ad una parola sempre ammirata ma mai sentita che potesse essere mia un giorno: cicloturismo.
Il viaggio pensato per primo e sul quale fantasticavo essere fatto a breve era quello di raggiungere i miei parenti a Torino. Prima o poi ci andrò, mi ripetevo. Nel frattempo in bici sono giunto a Bibione, Lido degli Estensi, Cesenatico, Trieste, Capodistria e tante altre piccole destinazioni giornaliere.
Quest’anno avevo deciso dovesse essere l’anno zero. Quello in cui il momento è giunto e si parte. In Piemonte vi giungono varie ciclovie, quella del Po la più conosciuta ed altre minori. Queste ultime sono tutte raggruppate in un unico itinerario denominato AIDA (Alta Italia Da Attraversare) che collega Trieste – Verona nella parte Est e Verona – Moncenisio per la parte Ovest. Nessun dubbio: AIDA Ovest sia!!!
Scelto il periodo, scelto il tragitto, ipotizzato in quante tappe farlo e come alimentarsi e dormire manca da scegliere la compagnia per il viaggio. Squadra che vince non si cambia e quindi, anche in questo viaggio, ho scelto la compagnia di sempre: la mia.
Molti hanno sempre mosso critiche a riguardo con mille paure e preoccupazioni anche plausibili. Io ho sempre sostenuto, ed anche questo viaggio n’è stato la conferma, di viaggiare da solo ma di non essere mai solo. Lungo la strada incontri sempre qualcuno a sostenerti, aiutarti o, semplicemente, salutarti.
Di seguo non voglio perdermi nella descrizione dettagliata delle tappe ma riportare solamente fatti significativi vissuti appunto lungo “La Strada”.
Prima tappa: Verona (Bussolengo) – Brescia (Travagliato)
Questa prima tappa la si può riassumere in una parola: imprevisti. Maltempo, strade chiuse e non segnalate, deviazioni di percorso, salite più impervie di quanto fossi preparato, tempi idealizzati non corrispondenti a quelli reali ma tutto affrontato con il sorriso e l’entusiasmo del primo giorno di viaggio.
Seconda tappa: Brescia (Travagliato) – Milano
Questa tappa doveva dividersi in due ma a causa della partenza ritardata di un giorno ho dovuto fare una tratta in treno per rimettermi al pari sulla tabella di marcia. Infatti. Ripartito da Travagliato percorro una decina di km fino a Romano. Prendo il treno e raggiungo quella che avrebbe dovuto essere la metà della seconda tappa ovvero Treviglio. Da qui il viaggio è proseguito lungo l’Adda prima ed il canale della Martesana poi. Tutta sede propria lontano dal traffico. Una vera gioia pedalare e respirare l’aria Manzoniana come riportava la targa sopra un bel ponte attraversato.
Terza tappa: Milano – Novara
La vera tappa cicloturistica per eccellenza. Lascio la Lombardia per giungere in Piemonte. È la più lunga di tutto il tragitto. Ho perso una borsa strada facendo avvisato da un ciclista solitario prima e raggiunto da un altro gruppo di ciclisti che hanno recuperato la mia borsa dopo. Questi ultimi inoltre percorrevano un tratto comune al mio. Quindi mi hanno aspettato e fatto compagnia per un po’ di km lasciandomi qualche utile suggerimento. Infine è stata l’unica notte trascorsa all’addiaccio su una panchina nel parco centrale della città.
Quarta tappa: Novara – Vercelli (Lamporo)
Anche questa tappa è stata divisa in due perché non riuscivo ad arrivare a Torino con una tirata di oltre 120 km. Inoltre il percorso segue un’antica via della Francigena su cui ciclisti e pellegrini procedono insieme nella stessa direzione e meta. La notte è trascorsa presso un’accoglienza pellegrina in un ostello donativo. Una realtà sconosciuta ma che ho potuto conoscere e su cui mi si è aperta una finestra su un mondo vasto e ancora abbastanza sconosciuto che ho avuto modo di approfondire.
Quinta tappa: Vercelli (Lamporo) – Torino
Infine l’ultima tappa: la più difficile. Difficoltà data dalla stanchezza di 5 giorni sui pedali. Difficoltà data dal non riuscire ad aggiungere una meta a me cara che ho potuto ammirare solamente dal basso. Difficoltà perché orami dici “sei arrivato” ed inevitabilmente tiri i remi in barca. Difficoltà completamente sparita lasciando spazio alla gioia e all’entusiasmo quando finalmente sono giunto sotto la Mole Antonelliana prima e dagli amati parenti come tappa finale del mio viaggio.
Sesta tappa: Torino (Mirafiori) – Verona (Bussolengo).
Questa non è una vera tappa ma quanto un ritorno a casa. Torino – Verona infatti non è stata fatta in altrettanti giorni ma in 3 ore di treno. Gli ultimi km che separavano la stazione di Verona da casa mia sono stati un continuo flash-back di quanto realizzato nella settimana precedente. Tanta la fatica ma la gioia ancor maggiore.
Ed in conclusione concordo con le parole di mio padre al rientro a casa: “Sapevo che te eri via de testa ma non immaginavo fino a sto punto”.
Però si sa… la fine di un viaggio altro non è che l’inizio del sogno di quello successivo!!!
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Cosmo - film, serie tv e tutto quello che mi viene in mente
Qualche suggerimento in più questa settimana c’è, perché io e mio marito siamo tornati a pranzare da soli, visto che i nani malefici arrivano tardi da scuola e quindi approfittiamo per vedere quello che ci interessa. Oddio, non che questa settimana ci siamo tuffati nella cultura, ma comunque qualcosa su cui riflettere c’è: Film su Prime video: ‘Falla girare’ 1 e 2. Due commedie dirette da…
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Che foto sono?
Come quelle che postavo su post+, puoi trovare dei simili cercando sul mio blog “post+” (devi scriverlo manualmente e non cliccare sul suggerimento perché se no ti da solo una parte dei contenuti)
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CryptoGo365 Review
Suggerimento: il punteggio è troppo basso, per favore stai alla larga!
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Zerocalcare: «Non si può parlare di successo finché non ce l’hanno fatta tutti» - ecco un suggerimento da Gabanelli
Su Domani, nella lunga intervista e Michele, appare questa risposta: … Io sono cresciuto con l’idea che non si può parlare di successo finché non ce l’hanno fatta tutti, ma sono il primo ad essere consapevole che per esempio io ho trovato una soluzione lavorativa e tanti amici miei no. Questa contraddizione mi fa abbastanza dannare e probabilmente è alla base di tutto il mio lavoro… Leggi…
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Due anni sono passati
Sono trascorsi ormai più di due anni da quando la mia vita è stata sovvertita completamente ed io io sono profondamente cambiato. Sono diventati rari i miei momenti di risate sincere si sono diradate le giornate di pura gioia e di allegria da quando Paolo mi ha detto che andava a letto con Vincenzo....il famoso 15 giugno ossia settimana del Pride in cui noi siamo andati a cena su suggerimento di Larry e Vincenzo a Casa della Chef dove c'era anche uno spettacolo di drag. Avevo già capito da tempo che fra loro due c'era qualcosa qualcosa di molto intenso e forte . Leggevo i loro messaggi che diventavano sempre più espliciti ed erano uno schiaffo così forte e violento sul mio viso e sulla mia anima . E dopo la rivendicazione di Paolo e del suo rapporto di scopamicizia con lui al quale io dovevo sottostare altrimenti tutto fra di noi sarebbe terminato. Aggiornernamenti in corso ....ora devo iniziare a lavorare anche se da casa che può diventare spesso una specie di gabbia dorata che ti protegge ma che ti consuma dalla rabbia ed adesso è proprio la mia rabbia che prende il sopravvento e mi divora lentamente come se fosse un veleno dolce come lo zucchero filato. Ho problemi alimentari a volte che mi spaventano e che considero come mostri e spesso sono stanco e fiaccato dalla mia battaglia che consiste nell'evitare il più possibile l'incontro con Vincenzo e Larry ....sono stanco perché mi sono trovato in un vicolo cieco ricattato dalla mia ansia di essere abbandonato soprattutto da colui che mi aveva promesso grandi cose e una vita insieme felice . Ci ho creduto e alla fine ho scoperto un mostro aggressivo e alla fine pauroso di invecchiare che cede alle lunsinghe di chiunque in parte purtroppo come me . Eppure lo Amo . Signore aiutami già Signore mio Santo e Celeste ti chiedo di starmi accanto perché spesso le mie paure che sono quelle di in tuo figlio non cristiano si impossessano di me e mi fanno scendere nell'angoscia più remota . Ho sofferto di questa sindrome fin da bambino ossia la paura di essere abbandonato che mai e poi mai ho superato, ma qualcosa l'ho capita ossia che mi sono stufato di buttare il mio corpo ovunque perché ogni volta che facciamo sesso insieme a qualcun altro sento di lasciare una parte di me da qualche parte e di buttarla al vento .Purtroppo Paolo non lo capisce e continua a urlare il suo timore di invecchiare anche facendo sesso occasionale. Per me è stato un processo lungo durato anni che mi ha reso sempre più consapevole di questo e non seve a nulla provare a dirglielo ma vorrei che lo capisse lui che venisse dal suo cuore ❤️. Certo, in parte ho nostalgia di ritrovare quella parte ludica di me quella parte ironica e mi manca tanto . Chiedo a te Signore di aiutarmi a continuare ad avere Fede e Fiducia nel mio prossimo.
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Last minute
Come sapete, io di solito faccio i regali di Natali presto, almeno alle persone cui voglio bene. Quest’anno ho fatto più fatica del solito a fare tutti gli altri – ma ovviamente, quest’anno è più grinch del solito e il mio amore per l’umanità (a parte poche eccezioni) è, credo, ai suoi minimi storici. Ora vi lascio qualche suggerimento #adv (tranquilli, su amazon sinora ho guadagnato esattamente…
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