#stravolti
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io-confesso · 1 month ago
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sono l’anonimo della “connessione mentale” che poi si è trasformata in attrazione anche carnale … “Chissà come è evoluta la situazione…” rispondo alla curiosità di castaOdiva. La nostra relazione è andata avanti e si è evoluta. I nostri incontri sono stati all’inizio molto discreti, tempo rubato alla quotidianità, un bar in stazione a parlare, una panchina in un un parco tenendoci le mani, stringendole. Eravamo entrambi impegnati ma questo sentimento si è fatto strada in modo discreto e poi è diventato sempre più prepotente. Abbiamo rubato alla nostra quotidianità squarci di tempo totalizzanti. La prima volta che abbiamo fatto l’amore è stata nella sua casa al mare, è venuta a prendermi, abbiamo pranzato al bar della stazione rallentando, credo consapevolmente, il momento in cui saremmo entrati in casa. C’era ancora l’imbarazzo della prima volta nonostante l’intesa mentale fosse completa. Oltrepassati la soglia della porta della camera degli ospiti, non ne siano usciti per molto, molto tempo liberando completamente la sessualità che i nostri corpi potevano donarci. Ricordo ancora il caldo estivo che rendeva i nostri corpi madidi, il grande specchio sul comò che ci rifletteva mentre ci univamo con passione. Rimarrà per sempre nella mia mente l’immagine di lei che mi guarda dallo specchio, colsi il suo sguardo sui nostri corpi, il suo viso segnato da una smorfia di piacere e sofferenza i suoi capelli scomposti. La guardavamo negli occhi attraverso lo specchio del vecchio Comò mentre alle sue spalle spingevo e sentivo il profondo contatto con il suo corpo, eravamo bagnati di sudore, i visi stravolti, dalle persiane filtrava attenuata la luce accecante del primo pomeriggio di luglio. Fuori tema settimanale ma spero me lo perdoniate
grazie, anonimo. viene da chiedersi "e poi?"
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Risvesgli...pensieri stravolti... Pelle che brucia... Labbra che ancora cercano.... ❣️🍓E buongiorno sia
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sciatu · 5 months ago
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LA VARA DI MESSINA - SECONDA PARTE: LO STRAPPO. – Passate le autobotti che hanno bagnato la strada per facilitare lo scivolamento della Vara, i carabinieri sgomberano la strada per evitare incidenti. Al segnale degli sbandieratori che indicano che le gomene sono allineate e al suono dei fischietti che danno il via libera a tirarle, i devoti posti alla testa delle grosse corde, incominciano a muoversi lentamente, aumentando la velocità gradualmente così che presto tutti i devoti tirano correndo. Nel mezzo delle due corde, vi sono i timonieri vestiti di giallo, gli sbandieratori e gli uomini della croce rossa per intervenire in caso di malori. Il caldo afoso, lo sforzo nel tirare e correre segnano presto i devoti che corrono tenendo un braccio teso sulla spalla di chi hanno davanti per spingerlo nel caso fosse in difficolta e proteggersi da un suo eventuale arresto improvviso che porterebbe a essere travolti da chi li segue. Le donne corrono in mezzo agli uomini, i figli accanto ai padri, i vecchi sorretti dai giovani, le riserve camminano di lato pronte ad intervenire nel caso accadessero inconvenienti come vi sono stati spesso, dal 1500 ad oggi. I devoti sono vestiti in bianco o azzurro, colori di Maria e quasi tutti hanno sulla testa una corda bianca e azzurra a definire il loro stato di tiratori. Quando i fischietti dicono di fermarsi molti dei devoti sono stravolti e si accasciano gli uni sugli altri contenti di aver tirato per un altro centinaio di metri.
THE VARA OF MESSINA - PART TWO: THE TEAR. – Once the tankers that have wet the road to facilitate the sliding of the Vara have passed, the carabinieri clear the road to avoid accidents. At the signal of the flag-wavers indicating that the ropes are aligned and at the sound of the whistles giving the green light to pull them, the devotees placed at the head of the large ropes begin to move slowly, gradually increasing their speed so that soon all the devotees are pulling while running. In the middle of the two ropes, there are the helmsmen dressed in yellow, the flag-wavers and the men of the Red Cross to intervene in case of illness. The sultry heat, the effort in pulling and running soon mark the devotees who run with an outstretched arm on the shoulder of the person in front of them to push them in case they are in difficulty and to protect themselves from a possible sudden stop that would lead to them being overwhelmed by those following them. The women run among the men, the sons next to the fathers, the old supported by the young, the reserves walk sideways ready to intervene in case of inconveniences as there have often been, from 1500 to today. The devotees are dressed in white or blue, colors of Mary and almost all have on their heads a white and blue rope to define their status as shooters. When the whistles say to stop many of the devotees are distraught and collapse on each other happy to have shot for another hundred meters.
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abr · 4 months ago
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My personal take sul dibattito: Trump procede con la strategia "low profile" rispetto a quanto vorrebbero i suoi supporter più radical, per cui non spacca né sfonda.
Volutamente imho: ha imparato dall'ultima campagna (Biden silente nel suo basement, lui a battere la grancassa, i suoi messaggi regolarmente stravolti dai media collusi a pagamento e dalla Rete in mano ai cretini a gratis), non si espone più di tanto, lascia giustamente spazio alle contraddizioni dell'altra.
Trump punta al centro, anche a quello politico "deep", non vuole irritarlo. Anche l'altra ci prova, con la credibilità di una riverginata. Più parlano, più male si fanno: vale per tutti e due. Uno forse l'ha capito, l'altra, pompata dai media, no. Uno fa quel che crede anche rispetto ai supporter, l'altra s'appoggia e si fa trascinare, da ubriaca allegra.
E' voluto, non freudiano l'uso di maschile o femminile; invece laStampa, la più bambinesca, soldatina di piombo schierata delle gazzette di regime, titola sul dibattito "KAMALA-TRUMP": nome (amica) vs. cognome (estraneo). Amegliocchi pliiis.
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3nding · 7 months ago
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Spesso il male di vivere ho incontrato.
Sopra ci sono solo i genitori esausti e stravolti a Disneyland Paris.
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al-sapore-di-sigarette · 1 year ago
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"Gli occhi stravolti che mi rimandava il riflesso del finestrino opaco del treno erano la cosa più vicina a me stesso che avessi mai visto."
Il primo che passa - Gianluca Nativo
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solosepensi · 4 months ago
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Il suo paesaggio cambiò. Se aveva vissuto a Parigi come un estraneo e a Roma come un ospite, ora la sua vera casa era la pineta di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia. In qualche modo, ripeteva il paesaggio ligure. Anche qui, tutto era limitato: una striscia di sabbia chiusa tra due promontori, una pineta, una macchia, un piccolo giardino dove tutto sembrava miniutarizzato. Scriveva nel cuore della casa, in alto, in uno studiolo raggiunto da una scala pericolosissima, come in un pollaio aereo o in una colombaia. Sotto i suoi piedi, la moglie parlava con le amiche o con la domestica, entravano i fornitori, arrivavano gli amici; e lui continuava a scrivere, immerso nel rumore dell'esistenza, vegliando sulla casa come una cicogna. Non diceva mai di no alle cosa. Ma si era ormai allontanato profondamente dalla realtà, chiuso nel suo mondo di ombre leggere. Sulle soglie tra lui e la vita, tra lui e gli altri, aveva disposto la moglie, che doveva riferirgli tutto: che volti avessero gli altri uomini, cosa accadesse nella pineta, che ombre gettassero gli alberi, che odori attraversavano il prato, che sapori avevano i cibi, che suoni la musica. Lassù in alto, come un'ape riceveva il miele che la moglie aveva raccolto, e lo depositava nella delicatissima arnia della sua mente. (…)
Poi sulla pineta scesero, troppo rapidamente gli ultimi anni. Volgendo le spalle a qualsiasi idea generale, Calvino si accontentava di contemplare un'onda, un ciuffo d'erba nel giardino, un uccello che cantava (…) L'ultima estate fu difficile. Scriveva le sue Lezioni americane: un libro bellissimo, l'Ars poetica della nostra fine di secolo, dove la letteratura antica e moderna si riflettono in un limpido specchio. Non era di buon umore: non usciva più di casa, chiuso nell'alta colombaia, non faceva il bagno. Pensava di perdere tempo: era uno scrittore, doveva dar forma alle decine di racconti che gli gremivano il capo, non riflettere sulla letteratura. Ai primi del settembre 1985 le Lezioni erano quasi finite: ma, per lui appartenevano già ad un tempo passato. In quegli ultimi giorni lo vidi due volte; e fu tenero, affettuoso, divertente, quasi felice. (…) Poi non ci fu più niente. Ci fu la caduta al suolo, la cosa dell'autoambulanza fino a Siena, l'orribile ospedale dove avevo conosciuto altre morti, i visi stravolti dei medici, l'operazione inutile, i discorsi inutili, le attese inutili, il capo bendato, la piccola tomba sul mare di Castiglione. Una mattina i medici ci dissero, per consolarci, che tutto era andato benissimo. Quella di Italo era una malformazione cerebrale congenita. Avrebbe dovuto morire a venticinque o trenta anni al più tardi. Quanto tempo aveva guadagnato; quanti libri aveva scritto, col suo passo da marinaio-contadino che si inoltrava nei gerbidi. Come era stato accorto nel sottrarre tempo - l'unica ricchezza che importa - alle divinità che si prendono gioco di noi. E mi dissi che nemmeno lui, forse, sapeva di essere così fragile. Aveva eluso la propria fragilità colla pazienza, il lavoro, la discrezione e quella terribile maga, che trasforma ogni fragilità in forza, ogni forza in fragilità: la letteratura.
Non sogno mai. Due anni più tardi, Italo mi apparve in sogno. Aveva ancora la fronte bendata, ma il sorriso era quello, luminosissimo, dell'ultima sera. Mi diceva: «Sai, è stato tutto uno sbaglio. I medici non hanno capito. Non sono morto».
Pietro Citati in ricordo di Italo Calvino
#ciaoitalo
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lory78blog · 8 months ago
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Finalmente riusciamo a fare pranzo adesso con un tramezzino e un po' di acqua. Stamattina Maurizio aveva gli esami del sangue, TAC e scintigrafia ossea, ha appena finito e siamo stravolti 🥺
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a-dreamer95 · 2 years ago
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Spesso ironizzo sul fatto di avere più personalità. In me coesistono due persone diverse, due inquadrature differenti, emozioni opposte che convergono allo stesso tempo su di me. Nella mia quotidianità non mancano i momenti di angoscia nei quali mi chiudo in me stessa e permetto alle persone di guardarmi solo da una prospettiva nascosta. Mi vergogno di quella che sono, poi mi abbraccio, chiudo gli occhi e mi chiedo scusa. Talvolta riesco ad essere in pace con me stessa, tutti i pezzi di me trovano un loro posto, finché nuovamente non vengono stravolti dalla mia pazzia e il ciclo riparte. Aiutatemi!
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wewillgrowuptogether · 2 years ago
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Quanti mesi di assenza, quanti piani sono cambiati e progetti stravolti, quante lacrime e sorrisi in questo segmento di vita e assenza da qui.
Era il momento di andare o forse solo di tornare dopo il tempo trascorso.
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maimoncat · 1 year ago
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Another old sketch for #orctober
Back then I wanted to draw the ogre from the first story of Basile‘s “Tale of Tales” in this pose: “… where, at the entrance of a pumice cave, sitting on the root of a poplar tree, he found an ogre, and goodness gracious. Was he ugly! His head was larger than an Indian gourd, his forehead full of bumps, his eyebrows united, his eyes crooked, his nose flat, with nostrils like a forge, his mouth like an oven, from which protruded two tusks like unto a boar's ; a hairy breast had he, and arms like reels ; and bandy-legged was he, and flat-footed like a goose; briefly he was an hideous monster, frightful to behold, who would have made a Roland smile, and would have frightened a Scannarebecco ;” -Giambattista Basile, “The Tale of Tales”, translation based on that of sir Richard Francis Burton
Allora volevo provare a disegnare in questa posizione con la descrizione dell‘orco nella prima fiaba de “Lo cunto de li cunti” di Basile:
“Colà, sulla radice di un pioppo, presso una grotta lavorata di pietra pomice, era seduto un orco: o mamma mia, quanto era brutto! Era nano e sconcio di corpo, aveva il capo più grosso d’una zucca d’india, la fronte bernoccoluta, le soprac- ciglia congiunte, gli occhi stravolti, il naso schiacciato, con due narici che parevano due chiaviche maestre; una bocca quanto un palmento, dalla quale uscivano due zanne che gli giungevano ai malleoli; il petto peloso, le braccia di aspo, le gambe piegate a vòlta, e i piedi larghi di papera. Insomma, pareva un diavolo, un parasacco, un brutto pezzente e una mal’ombra spiccicata, che avrebbe sbigottito un Orlando, atterrito uno Scannarebecco, e fatto cadere in deliquio il più abile schermitore.”             -Giambattista Basile, “Il Pentamerone ossia La Fiaba delle Fiabe”, traduzione di Benedetto Croce
Damals wollte ich versuchen, den Wilden Mann aus Basiles „Märchen der Märchen“ in dieser Position zu zeichnen: „Hier sah er auf dem Stumpf einer Pappel neben einer Grotte aus Bimsstein einen wilden Mann sitzen. O steh mir bei, wie häßlich sah der aus! Er war ein ganz kleiner Knirps und nicht größer als ein Zwerg; er hatte aber einen Kopf, dicker als ein indischer Kürbis, eine blättrige Stirn, die Augenbrauen zusammengewachsen, verdrehte Augen, eine platte Nase mit zwei Nasenlöchern, die zwei Kloaken schienen, einen Mund so groß wie eine Kelter, aus welchem zwei Hauer hervorragten, die ihm bis an die Fußspitzen gingen, eine zottige Brust, Arme wie eine Garnwinde, Beine wie eine Bogenwölbung und Füße so flach wie die einer Gans; mit einem Wort, er schien ein Popanz, ein Teufel, ein häßliches Fratzengesicht und ein wahres Schreckgespenst, das selbst einen Roland hätte in Angst setzen, einem Achilles den Mut rauben und einen Bettelbruder abschrecken können.„ - Giambattista Basile, „Das Pentameron”, übersetzt von Felix Liebrecht
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michelangelob · 2 years ago
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La ridicolizzazione del patrimonio artistico
Siamo giunti alla ridicolizzazione del patrimonio pubblico, qualcosa che ci appartiene a tutti e che ha reso l’Italia un punto di riferimento imprescindibile per il mondo dell’arte, della bellezza e della cultura. Il cattivo gusto impera nella nuova campagna promozionale realizzata da Ministero del Turismo. Così conciata, truccata, con i lineamenti del viso stravolti e vestita, la Venere del…
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haljathefangirlcat · 2 years ago
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“vi vedo un po’ stravolti...”
“NOOOOO”
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3nding · 4 months ago
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PTSD after PTSD until you die.
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Si dice spesso che chi più chi meno, tutti noi si faccia fatica a trovare il proprio posto nel mondo, a sviluppare una propria identità, mentalità e personalità. Una visione a tratti tossica (qualcuno la chiamerebbe boomer) sostiene che le avversità aiutino a temprare il carattere, come se noi si fosse fatti di metallo - spoiler: non lo siamo. Ci sono chiaramente tutta una serie di fattori che influiscono nella formazione di un individuo, l'ambiente e il contesto sociale in cui si cresce sono spesso determinanti in quanto attraverso famiglia/scuola/identità locali e nazionali si viene esposti ad una vasta gamma di principi e valori che potranno essere messi a volte in discussione solo successivamente mediante un processo di autoderminazione/alienazione/autonomizzazione. A contribuire al risultato finale ci sono ovviamente anche i traumi: emotivi, psicologici, fisici. Molti anni fa, prima di aprire questo tumblr avevo teorizzato le cosidette "cicatrici invisibili" quelle che solo la persona che le ha subite/ottenute riesce a vedere e può decidere eventualmente di svelare a qualcun altro o al mondo.
Nel mio caso ho ragionato negli ultimi tempi di come gli ultimi cinque anni in particolare mi abbiano personalmente danneggiato cambiandomi radicalmente dalla persona che ero diventata ed ero voluto diventare per sopravvivere, perchè di sopravvivenza si trattava. Sopravvivere a una famiglia disfunzionale, a tentativi nemmeno troppo velati da parte dei miei genitori di dare una direzione alla mia vita adulta, sopravvivere ai traguardi obbligati, alle aspettative, alla richiesta di conformismo e perchè no, allo schifo dilagante. Che poi l'idea non era nemmeno troppo originale: vivere e sopravvivere cercando la felicità senza far danni a cose o a terzi nel mentre. Niente di più. Questa linea temporale però ha deciso di metterci il carico: superati (non è vero) i genitori che non perdevano occasione nel mettere in discussione chi fossi, denigrando, sminuendo e disinteressandosene restavano però degli obblighi morali. Autoimposti? Non esattamente. Voglio dire, in quanti conoscete che vengono blindati dinanzi a un notaio a non poter abbandonare l'attività di famiglia? (Capito adesso perchè anni e anni di anonimato e basso profilo? Niente nomi, niente foto, tutelare l'identità dell'azienda e di chi ci lavora) Poi è chiaro se non addirittura ovvio che non potendo trovare in famiglia qualcosa lo si cerca altrove, viaggiando, conoscendo, affidandosi, fidandosi e confidandosi. Cerchi fratelli e sorelle se non he hai avuti, cerchi qualcuno che ti ascolti e comprenda se non ti senti ascoltato e compreso. Poi il caso e il tempo fanno il loro, rivelano le persone per ciò che sono realmente e/o le cambiano - Salto indietro a trent'anni fa: sono un dodicenne, Valentina prima di salutarmi per lasciare il villaggio vacanze dove ci eravamo conosciuti mi prende la faccia tra le mani e guardandomi negli occhi mi dice "Non cambiare mai".
Non ce l'ho fatta Vale.
- Alcune cose e persone però sono rimaste nonostante e ancorchè tutto e queste "certezze" mi aiutano ogni tanto a ritrovare faticosamente la bussola, il nord metaforico dove mi ero diretto e penso dovrei dirigermi ancora. Tra queste il buon Fidelio che mi ha accolto in Liguria con un sorriso mentre lui e altre venti persone erano coperte letteralmente di fango coi volti stravolti. Lui conosce ogni mio PTSD possibile e immaginabile perchè li ha seguiti TUTTI: la famiglia disfunzionale, il denaro che era mio ma non lo era, la farsa - letteralmente - di un figuro desideroso di aiutare tutti ma incapace di aiutare in primis sè stesso che finisce per obliterarsi nel personaggio digitale (ma renderebbe più la sfumatura inglese 'persona') che aveva creato - e che purtroppo avevo contruibuito anche io a creare (sic.), le varie volte che ho deciso di prendere il mare di relazioni sentimentali finite poi con naufragi devastanti, vedere erosa la propria fiducia verso "l'altro" genitori inclusi, il mancato riconoscimento delle proprie qualità dentro e fuori l'ambito lavorativo, il delirio della ristrutturazione, la gestione della malattia e della morte di un genitore mentre diventavo genitore a mia volta, lo scoppio di una pandemia, morte di amici e conoscenti, persone che diventano novax, lo sfilacciarsi di relazioni amicali durate decenni e il mondo che va in vacca con nuove guerre e il clima fuori controllo, il ghosting inaspettato e consulenti su consulenti che ti drenano denaro ed energie.
Mi accorgo che mi è aumentato il battito cardiaco e ho il fiato corto dopo aver ricordato e messo in ordine tutte queste cose.
Non sono in grado di trasmettere attraverso un testo quanto sia stato a modo suo liberatorio e asseverativo quel "Grazie vecio." quando ci siamo salutati.
Ci siamo ancora. Ci sono ancora.
Un PTSD dietro l'altro.
Until I die.
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mysteriousstranger7 · 1 month ago
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Prima di te, ero solito camminare per strada, da solo, cercando nei baci e negli abbracci delle coppie innamorate, un riflesso d'amore. Quel tanto che bastava, per poter catturare la sensazione e così, con la fantasia, poterla "vivere" a mia volta. Poi, quando ormai avevo perso ogni speranza, ad un tratto, in un modo del tutto inaspettato, sei arrivata tu. Hai preso la mia vita, il mio cuore, e li hai stravolti completamente. Con te, ho scoperto la bellezza di quel sentimento, da sempre desiderato. Con te, ho scoperto cosa volesse dire, guardare negli occhi la persona amata e perdersi, in essi. Con te, ho scoperto il calore di un abbraccio rassicurante, il sapore di un bacio profondo. Con te, ho scoperto la meraviglia di condividere lo stesso letto, dormire abbracciati e respirare il profumo dell'altro. Con te, l'amore si è manifestato davvero in tutte le sue forme. E anche oggi che ti ho persa, quando penso all'amore, per me ha sempre i lineamenti dolci del tuo viso.
-mysteriousstranger7
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midorioftheflowers · 7 months ago
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L’amore non è una cosa umana. I pesci amano il mare attraverso le branchie, un amore così tirannico che bastano pochi attimi di assenza dal mare per ucciderli. I pipistrelli hanno volti così sgradevoli perché i loro corpi hanno subìto l’amore per il buio fino a venirne stravolti. Le meduse si sciolgono subito sotto il sole che non sapevano di desiderare. Le formiche si muovono in fila per passione disperata di una briciola. I gatti ci lasciano sulle caviglie piccoli morsi simili a sigilli, amandoci di un amore che si vede solo se sovrapposto al dolore.
Viola di Grado, Fame Blu
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