#stile eleganza Londra
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The Perfect Gentleman
La ricerca dello stile e dell'eleganza senza tempo a Londra
James Sherwood
Prefazione di Terence Stamp
DeAgostini, Novara 2012, 224 pagine, 28x35cm, ISBN 9788841878965
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
La ricerca dell'eleganza perfetta nell'abbigliamento maschile inevitabilmente conduce nel West End, settore storico di Londra dove, dal 1666, i quartieri di Mayfair, Piccadilly e Saint James's sono stati scelti da sarti, produttori di scarpe, cappellai, gioiellieri e profumieri come sede dei loro atelier. Oggi questa enclave di eccellenza presenta la più alta concentrazione di marchi specializzati in beni di lusso per uomini dal gusto raffinato, e proprio in queste antiche strade i gentiluomini moderni che apprezzano la qualità, lo stile e la migliore esecuzione artigianale possono seguire le orme di grandi appassionati della cura sartoriale come lord Brummell, Edoardo VII, Oscar Wilde, Winston Churchill, il duca di Windsor, Cary Grant, Fred Astaire, il principe Carlo e, più recentemente, gli affascinanti duca di Cambridge e principe Harry. "The Perfect Gentleman" è dedicato ai protagonisti nel mondo degli accessori maschili di lusso: presenta non soltanto i complementi indispensabili per accompagnare un abito fatto su misura in Savile Row, ma anche gli articoli più esclusivi prodotti da enoteche, armerie, cartolerie e tabaccherie storiche. Attraverso secoli di vicissitudini economiche e politiche, questi marchi hanno resistito all'affermarsi della fabbricazione di massa e al declino della produzione industriale inglese per servire generazioni di clienti illustri che li hanno insigniti del prestigioso Royal Warrant.
16/05/24
#perfect gentleman#stile eleganza Londra#Mayfair#Savile Row#Mick Jagger#Terence Stamp#fashion books#fashionbooksmilano
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
IL BOTTICELLI PENTITO
C'è un Botticelli che dipinge "La Primavera" nel 1478 e "La nascita di Venere" nel 1485. E poi, nel 1501 presenta, con la "Natività mistica", un testo pittorico di controversa interpretazione, nel quale non mutano solo i riferimenti iconografici e iconologici ma soprattutto lo stile dell'artista fiorentino. Dopo essersi immerso nel clima rinascimentale acerbo ed entusiasta della Firenze di Lorenzo, gli anni che seguono alla morte di quest'ultimo (1492) sono vissuti dal pittore nel segno della decadenza rispetto ai fasti della casata medicea soppiantata dalla Seconda Repubblica di Savonarola e poi di Pier Soderini e Niccolò Machiavelli. In Botticelli si avverte l'apparire di una visione apocalittica come espressione di un animo soggiogato dagli eventi ed incapace di comprenderne il significato. Così, l'espressione artistica muta in cupa premonizione e richiamo tragicamente patetico: le forme perdono naturalità divenendo traccia di presenze effimere, quasi ammiccando all'estetica più antica di stampo gotico. Senza perdere, tuttavia, eleganza. Si tratta di un Botticelli che ha smarrito la matrice neoplatonica ispiratrice delle opere più ardite. Si piega in se stesso, in un'inquietudine priva di slancio. Come un fanciullo che scomparsa l'innocenza, rielabora la realtà pervaso da un sentimento di oscura, infantile contrizione.
- Sandro Filipepi detto Botticelli (1445-1510): "Natività mistica", 1501, National Gallery, Londra
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Fede Cheti
“Lavoro esclusivamente con donne, sono ottime collaboratrici, validissime, puntuali. Sì, sono femminista: al cento per cento; anche se possiedo una buona dose di femminilità e desidero non indurire il mio temperamento per una vita commerciale. Perché la donna, indubbiamente, può dedicarsi a qualsiasi attività ritenuta “maschile” senza perdere la propria femminilità. Ed oggi, in generale, è simpaticissima, emancipata, sa quello che vuole: abbiamo donne che possiamo portare ad esempio agli uomini”.
Fede Cheti, la signora dei tessuti, è stata un’artista e imprenditrice italiana.
Figura di rilievo nel panorama culturale e intellettuale del dopoguerra, ha creato tendenza e intrecciato la sua attività con il mondo dell’architettura e del design collaborando con artisti come Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo de Pisis, Raymond Peynet, Mario Sironi, Giò Ponti e molti altri ancora.
Ha partecipato alla Triennale di Milano dal 1930 al 1957.
I suoi disegni e sperimentazioni hanno contribuito a creare il gusto dell’arredamento di interni dell’Italia degli anni Cinquanta.
Il tessuto a cui più è legato il suo nome è il cinz, cotone lucido con cui ha decorato importanti dimore e allestimenti museali.
Alla Triennale di Milano del 1954 aveva presentato una fibra sintetica nuova, trasparente come vetro filato, abbinata a fibre classiche. Tra i suoi stampati ne spiccava uno che ricordava la pittura di Chagall, vero esempio di perfezione della stampa su stoffa, per profondità di toni, delicatezza nei passaggi di colore e perfetta vividezza.
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero esportando stile e eleganza italiani quando ancora non si parlava di made in Italy.
Nata a Savona il 10 novembre 1905 da Emanuele e Gemma Sanvenero, si era interessata all’arte tessile seguendo l’esempio della madre.
Dopo la morte del padre le due si erano trasferite a Milano, dove avviarono una attività artigianale che sperimentava tecniche di tessitura, di materiali e di disegni, creando stoffe per arredamenti.
Oltre ai disegni originali, col tempo, era passata ad acquistare i bozzetti da diversi artisti su cui imprimeva il suo marchio.
Nel 1936 ha fondato la sua ditta, iscritta alla Camera di commercio come scuola di tappeti e di tessitura.
Ha lavorato anche durante la seconda guerra mondiale utilizzando materiali autarchici. Dopo il conflitto la sua azienda è cresciuta notevolmente, riportando colore e morbidezza di tessuti nelle abitazioni. Si stima che, in quegli anni, si avvalesse di centocinquanta artigiane.
Le sue creazioni riconosciute per originalità, eleganza e funzionalità, erano molto apprezzate anche all’estero, ha avuto punti vendita in diverse città, tra cui New York e Parigi.
Ha ricevuto molti riconoscimenti, nel 1948 a New York ha partecipato all’importante mostra Italy at Work: Her Renaissance in Design Today.
Nel 1950 alla Biennale di Venezia i suoi tessuti artistici furono premiati con la medaglia d’oro e nel febbraio 1960, a Londra, è stata l’unica donna a partecipare ai festeggiamenti per il centenario dei grandi magazzini Sanderson, la più importante casa inglese per stoffe d’arredamento. Ha decorato anche interni d’automobili e famosi yacht.
Nel 1963 ha vinto la medaglia d’oro Indathren per la migliore composizione cromatica realizzata su sciantung di cotone, alla Permanente per la III Biennale del tessuto per l’arredamento e il mobile imbottito. Nello stesso anno ha partecipato alla mostra Il colore nell’arredamento, promossa dalle città di Venezia, Vicenza e Verona.
Nel 1965 le è stato assegnato il premio Città di Milano quale migliore artefice distintasi nel campo delle arti figurative.
È stata la prima donna eletta socia d’onore della UISTA, Unione italiana stampa tessile ed abbigliamento, nel 1970.
Creativa, insofferente, ansiosa di sapere, giramondo, ha conquistato fama internazionale con la sua società che le è sopravvissuta e continua a essere leader nel settore.
Ha lavorato fino all’ultimo istante. Si è spenta a Genova il 18 novembre 1978.
Presso la sede storica della ditta, in Via Manzoni 23 a Milano, è conservato l’archivio dei suoi disegni e stoffe. Alcuni suoi disegni come Luna e stelle e Bocca d’asse sono esposti al Philadelphia Museum of Art.
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Agenzia di moda milanese: l'epicentro dello stile globale
Milano, città sinonimo di moda, eleganza e innovazione, ospita alcune delle agenzie di moda più prestigiose del mondo. La scena delle agenzie di moda milanesi è un vivace centro di creatività, talento e opportunità, che gioca un ruolo fondamentale nel plasmare le tendenze della moda globale. Per aspiranti modelli, designer e appassionati di moda, comprendere le dinamiche di queste agenzie può fornire preziosi spunti sul cuore dell'industria della moda.
La capitale della moda La reputazione di Milano come capitale della moda risale agli inizi del XX secolo. È una delle capitali della moda "Big Four", insieme a Parigi, New York e Londra. La ricca storia della moda della città si riflette nelle sue numerose case di moda, boutique di lusso e, naturalmente, nelle sue agenzie di moda. Queste agenzie sono determinanti nello scouting, nella coltivazione e nella promozione dei talenti, garantendo che Milano rimanga in prima linea nella scena della moda globale.
Il ruolo di un'agenzia di moda Un'agenzia modelle milano a Milano funge da ponte tra le aspiranti modelle e l'industria della moda. Queste agenzie cercano nuovi talenti, spesso conducendo chiamate aperte e sessioni di casting. Una volta firmato un modello, l'agenzia si assume la responsabilità di gestire la sua carriera, che include l'organizzazione di servizi fotografici, la garanzia di sfilate e la negoziazione dei contratti. Questa gestione va oltre la semplice prenotazione; implica orientamento professionale, marchio personale e, spesso, rappresentanza internazionale.
Le migliori agenzie di moda di Milano Diverse agenzie di moda a Milano hanno ottenuto riconoscimenti internazionali per la loro professionalità e successo. Tra questi ci sono:
Elite Model Management: noto per aver scoperto e coltivato alcuni dei più grandi nomi del settore, Elite Model Management ha una forte presenza a Milano. L'agenzia è nota per il suo approccio meticoloso alla gestione dei modelli e per il suo impegno nello sviluppo di carriere a lungo termine.
Gestione delle donne: questa agenzia si concentra sulla creazione di una piattaforma diversificata e inclusiva per i modelli. Women Management è rinomato per il suo approccio progressista, promuovendo modelli di varie etnie, tipi di corporatura ed età, riflettendo la natura in evoluzione degli standard di bellezza nel settore della moda.
IMG Models: una potenza globale, IMG Models ha un ufficio importante a Milano. L'agenzia è nota per rappresentare modelli e celebrità di alto profilo, spesso colmando il divario tra moda e intrattenimento. IMG Models fornisce una gestione completa della carriera, garantendo che i loro talenti siano ben rappresentati su tutti i fronti.
Il percorso verso il successo Per le aspiranti modelle, ottenere un contratto con un'agenzia di moda milano è un traguardo ambito. Tuttavia, il viaggio verso il successo è impegnativo e richiede dedizione, resilienza e un approccio professionale. Ecco alcuni suggerimenti per coloro che desiderano entrare nel settore:
Costruisci un portafoglio forte: un portafoglio ben curato che mostri versatilità e gamma è fondamentale. Gli aspiranti modelli dovrebbero investire in servizi fotografici professionali per creare un curriculum visivo avvincente.
Restare in forma e in salute: l'industria della moda richiede un elevato livello di forma fisica. Mantenere uno stile di vita sano attraverso un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica regolare è essenziale.
Network: partecipare a eventi di moda, casting call e networking con professionisti del settore può aprire le porte a nuove opportunità. Costruire relazioni all’interno del settore può migliorare significativamente le prospettive di carriera.
Sii persistente: il rifiuto fa parte del viaggio. È importante rimanere persistenti e continuare a migliorare. Ogni no ti avvicina a un sì.
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La moda dell’autunno: inverno 2023 -24
Ormai è arrivato il momento di scoprire quali saranno le mode per l’autunno e l’inverno 2023 per preparare il guardaroba della seconda metà dell’anno. Per i nuovi trend è utile consultare la piattaforma web Tagwalk, che ha analizzato le più importanti sfilate da febbraio a maggio 2023, individuando i capi perfetti per essere sempre alla moda e i trend delle stagioni più fredde dell’anno tra le fashion week più importanti del mondo a Londra, New York, Milano e Parigi. I prossimi mesi a dominare saranno abiti semplici, ma di forte impatto, e molto eccentrici per le occasioni più importanti e in quelle in cui non è richiesto il dress code, mentre il colore di punta sarà il rosso su vestiti, completi, scarpe e accessori di ogni tipo. Sono particolarmente apprezzati i total look red, indipendentemente dalla sfumatura di rosso che si sceglie, dall’ora del giorno o della sera in cui si sfoggia e dall’occasione. Inoltre ci sarà un incremento dell’abbigliamento da ufficio, dato che gli appassionati di moda vogliono farlo con grande stile, sfoggiando capi ricchi di eleganza, dove camicia bianca e cravatta nera anche quest’anno garantiranno a tutti di essere perfettamente in ordine e professionali, mentre gessati, giacche e completi dal taglio maschile e androgino saranno presenti in tantissimi guardaroba. Ls linea preppy è stata ideata per i più giovani, per la generazione Z e coloro che torneranno a breve dietro i banchi di scuola tra maglioncini, gonne plissettate, gonne che scompaiono, piccole cravatte e mocassini,in omaggio alla divisa scolastica degli anni Cinquanta o Sessanta. Ma l’autunno e l’inverno non sono solo serietà e rigore, dato che non mancheranno occasioni di divertimento e di allegria in cui dare sfogo alla propria personalità, fantasia e creatività, grazie a look eccentrici e stravaganti costituiti da paillettes, piume e giochi di luce. Un grande spazio verrà dato agli abiti oversize, che non hanno a che fare con il minimal, mentre le piume compariranno anche sui cappotti, insieme ad una cascata di paillettes e, in alcuni casi, cristalli e, oltre al rosso, andranno bene anche il bianco e il nero e persino le tonalità pastello. Read the full article
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DOMENICO GNOLI
“Non ho fatto la sciocchezza di andare a studiare le mele cubiste come voleva Severini, che io non sento, né gli altri ‘purismi’ che si propongono a quelli che cominciano a dipingere. Io non ho fatto che trasportare tutto il mio stesso mondo di decoratore in un mondo di pittore, sfrondandolo dei fronzoli, dello stile antico, e di ogni eleganza, mettendone insomma a nudo quello che per me, tra torri e scale solitarie è l’elemento di poesia, di dramma qualche volta…” E se lo dice lui, Domenico Gnoli, tanto vale credergli. La sua pittura non porta con sé grandi messaggi, anzi forse non porta con sé nessun messaggio, oppure, ed io appartengo a questa scuola di pensiero, porta con sé il più grande di tutti i messaggi dell’arte e della poesia: la meraviglia, che del poeta e, conseguentemente, dell’artista, che come aveva intuito Gian Battista Marino, era il fine. Il messaggio di Domenico Gnoli è tutto qui. Inutile raschiare nel nostro desiderio di “andare oltre”, di “capire”, inutile cercare chiavi di lettura del mondo, inutile pensare, meglio guardare. Qualche volta “guardare” riempie la nostra mente, più del “pensare”. Magari guardando da vicino, da punti di vista inconsueti o incongrui con la logica visiva. Per fare questo, occorre saper guardare un papillon, come si guarda una collina e magari occorre saper guardare una collina, come fosse un papillon. Per dare un’occhiata “da vicino” alle cose viste dagli occhi di Gnoli, avete tempo fino a febbraio visitando la bella mostra della Fondazione Prada di Milano. E sarebbe un peccato non farlo, prima di tutto perché è molto difficile vedere così tante opere di Gnoli tutte insieme e poi perché, a parere di chi vi scrive, Domenico Gnoli è stato un artista pop, molto prima di Andy Warhol o di Tom Wesselmann. Basta guardare il bottone che naviga in mezzo al tessuto grigio di un paio di pantaloni a cui è cucito e che fa pensare all’ago di Piazza Cadorna di Cales Oldenburg, a sua volta debitore ai pop-artisti e alla loro attenzione per oggetti di uso comune, assurti alla dignità di opere d’arte. Così è anche per la vasca da bagno, che come tutti gli accessori domestici, è stata molto corteggiata dalla Pop Art. Pittore, Gnoli lo è stato in una maniera, forse meno consapevole e, soprattutto, quando i tempi non erano ancora maturi, ma sicuramente in lui alcune soluzioni formali (meno ideologiche), già preludevano ad uno sguardo oggettuale sul quotidiano come infinita fonte di ispirazione. La mostra allestita nel cosiddetto “Podium” della Fondazione Prada, è nettamente divisa in due parti: al piano terra le grandi opere pittoriche degli anni Sessanta, al piano superiori le grafiche, le scenografie, i bozzetti, i disegni e un apparato di documenti molto interessante. Forse, per logica, avrebbe dovuto essere il contrario, poiché prima di “assurgere” al ruolo di pittore, Domenico Gnoli, fu decoratore e scenografo, ma è pur vero che l’impatto delle grandi tele sul pubblico, produce un benefico effetto-meraviglia, che appassiona il visitatore e lo accompagna nella visita con una attenzione crescente. È da ricordare che l’attività di scenografo di Gnoli è di tutto riguardo, avendo lavorato in Italia con registi cinematografici quali Alessandro Blasetti, per il teatro con grandi compagnie italiane e, una volta trasferitosi a Londra, per il leggendario “Old Vic” e a Parigi con Jean-Louis Barrault. Fu proprio a Parigi che, per così dire, si scoprì pittore anche a causa di una certa insofferenza per il lavoro di equipe, a cui lo costringeva l’allestimento teatrale. Domenico Gnoli morì giovane, così come giovane e pieno di meraviglia è sempre stato il suo lavoro. Un artista originale, ascrivibile nei nomi di una immaginaria “galleria del sogno” della pittura e dell’illustrazione del novecento, quella dove con lui potrebbero trovar posto magari, ed è una ipotesi del tutto personale, anche Alberto Savinio, Roland Topor, Piero Fornasetti, ma se vi venissero alla mente altri nomi, la galleria è sempre aperta…
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La Coccinelle ~ I dipinti
Una delle antiche custodi del Miraculous della Coccinella è stata la moschettiera francese conosciuta come La Coccinelle. Il suo dipinto è visibile alle spalle di Tikki quando il kwami della Creazione dona a Marinette il prezioso kwagatama come regalo per il suo compleanno.
Le antiche custodi del Miraculous della Coccinella.
Come nel caso del Cavaliere Nero, anche il dipinto de La Coccinelle è il risultato di una ricostruzione artistica, pertanto non è possibile identificare un personaggio storico realmente esistito che abbia ispirato la moschettiera custode del Miraculous della Coccinella.
La Coccinelle.
L'ispirazione per la moschettiera è riconducibile ai romanzi della saga Les trois mousquetaires di Alexandre Dumas, tra le letture preferite di Adrien, e alle splendide spadaccine francesi celebrate dall'animazione giapponese: Oscar François de Jarjayes, Simone Lorène e Aramis.
Adrien legge Les trois mousquetaires di Alexandre Dumas.
La figura de La Coccinelle è il risultato della fusione di due dipinti che ritraggono dei personaggi appartenenti a periodi storici molto distanti: un capitano dell'epoca di Luigi XIII e una famosa pittrice attiva alla corte di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta.
La Coccinelle.
Il corpo della moschettiera è una rielaborazione del dipinto Un Capitaine au temps de Louis XIII del pittore francese Jean-Louis Ernest Meissonier, famoso per la meticolosità pittorica e l'accuratezza storica con cui dipingeva gli eserciti e le campagne militari di Napoleone.
A sinistra: La Coccinelle. A destra: Jean-Louis Ernest Meissonier, Un Capitaine au temps de Louis XIII.
Realizzato nel 1861 su pannello di quercia, Un Capitaine au temps de Louis XIII è custodito presso The Wallace Collection di Londra. Meissonier ritrae un capitano che indossa abiti dell'epoca di Luigi XIII, sovrano che nel 1622 creò il corpo dei Moschettieri della Guardia.
Jean-Louis Ernest Meissonier, Un Capitaine au temps de Louis XIII, olio su pannello di quercia, 1861, The Wallace Collection, Londra.
La Coccinelle indossa una camicia bianca a maniche lunghe con ampio colletto in pizzo. La giacca di pelle lunga e senza maniche, originariamente color ocra, diventa rossa a pois neri per richiamare il motivo della coccinella, mentre la fascia verde attorno alla vita diventa nera.
Confronto del colletto della camicia, della giacca e della fascia.
La mano destra è nascosta dietro la giacca e non si nota l'assenza del guanto, che il capitano del dipinto originale tiene nell'altra mano. La Coccinelle ha un solo guanto e al posto del guanto destro sfilato tiene il filo dello yoyo, che presenta sei pois neri invece di cinque.
Confronto delle mani e dei guanti.
La spada della moschettiera, riposta nel fodero nero, è una spada da lato a striscia o rapière dall'elsa finemente cesellata e molto elaborata a protezione della mano sull'impugnatura; la lama lunga e sottile è molto leggera e maneggevole per favorire l'agilità nel duello.
Confronto della spada e particolare dell'elsa di una rapière.
La parte inferiore del dipinto è rimasta inalterata. La Coccinelle indossa dei pantaloni e stivali di pelle alti sopra il ginocchio, con risvolto bianco. L'inquadratura sui piedi è sfumata, ma è comunque visibile lo sperone sopra il tacco dello stivale per spronare il cavallo.
Confronto degli stivali e dello sperone.
Il viso de La Coccinelle appartiene all'autoritratto di Élisabeth-Louise Vigée Le Brun, straordinaria pittrice francese che realizzò numerosi ritratti della regina Maria Antonietta e dei suoi figli; negli anni della Rivoluzione l'artista frequentò le corti di tutta Europa.
Élisabeth Vigée Le Brun, Autoritratto, olio su tela, 1781, Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas, Stati Uniti.
Realizzato nel 1781, quando Vigée Le Brun aveva ventisei anni, l'autoritratto è custodito presso il Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas, Stati Uniti. Ribaltando il dipinto e isolando il particolare del viso è possibile riconoscervi la fonte di ispirazione per La Coccinelle.
A sinistra: La Coccinelle. A destra: Élisabeth Vigée Le Brun, Autoritratto.
Il viso della moschettiera è perfettamente identico a quello della pittrice, anche nelle ombreggiature, nonostante sia stato coperto dalla maschera. L'incarnato delicato, il naso aggraziato e le labbra socchiuse sono di rara bellezza, esaltata dalla luce scintillante degli occhi.
Confronto dei visi de La Coccinelle e di Élisabeth Vigée Le Brun.
L'identità segreta della misteriosa eroina è celata da una maschera rossa, che tuttavia non presenta i tipici pois neri della coccinella. Gli splendidi orecchini di cristallo sono nascosti sotto i capelli per proteggere il Miraculous della Coccinella da occhi indiscreti.
Confronto dei visi e particolare della maschera.
Il viso è incorniciato da lunghi capelli neri, con il ciuffo che copre parzialmente l'occhio destro per ricordare la somiglianza a Ladybug. I boccoli che si adagiano sulle spalle sono l'unico particolare dell'acconciatura rimasto inalterato rispetto al dipinto originale.
Confronto dell'acconciatura e dell'orecchino.
Il cappello a tesa larga è lo stesso indossato dal capitano, ma la posizione della piuma ornamentale è uno dei particolari che sono stati modificati per armonizzarli alla figura della moschettiera che emana eleganza e raffinatezza, proprie dello stile pittorico di Vigée Le Brun.
Confronto dei visi.
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Neoclassicismo, linguaggio internazionale
Neoclassicismo, linguaggio internazionale Il modello del Neoclassicismo inglese
John Nash, James Thomson St. Maryelbone, 1826. Cumberland Terrace. Londra
In Gran Bretagna il Classicismo si impose e gli stili precedenti ma in continuità visto che sin dai tempi dell'architetto Inigo Jones (1573-1652) si era sviluppata in quel Paese un'ininterrotta tradizione classica, in cui erano evidenti soprattutto gli influssi del Cinquecento italiano, in particolare di Andrea Palladio e di Vincenzo Scamozzi.Nel corso del Settecento, poi, lo stile palladiano di lord Burlington aveva reppresentato un deciso contraltare alle forme barocche, rococò, anticipando quello che verrà definito l'Adam Style da Robert Adam (1728-1792), architetto che seppe fondere elementi palladiani e rinascimentali in edifici per i quali curava anche i singoli aspetti dell'arredo interno, la sua opera presenta una rara omogeneità e completezza. Le ville di campagna e i complessi residenziali realizzati da Robert Adam, sono caraterizzati non solo per la ricerca di un'armonia complessiva, ma anche per il senso di comodità e di intimità, oltre che di sobria eleganza, che connota gli interni, ornati spesso i bianchi stucchi del raffinato disegno. La solennità dell'ambiente convive con la leggerezza crommatica, come nel salone d'ingresso di Syon House (dal 1761), nei pressi di Londra, la partizione lineare delle pareti contrasta con lo schema geometrico del pavimento a marmi bianchi e neri. -Così John Nash (1752-1835) realizzò a Londra tra il 1812 e il 1827, nell'ambito di un ampio rinnovamnto urbanistico, il grandioso corso di Regent Street, su cui si affacciano edifici monumentali di impronta scenografica, provvisti di prospetti pieni di colonne e di statue, quasi per rinnovare i fasti della Roma imperiale.John Soane (1753-1837), capace di progettare edifici ancora memori del Barocco, altri ispirati a un razionalismo che si direbbe derivato da Boullée e Ledoux (dell'Old Colonial Office, del 1818-1823), come la casa londinese dell'artista, dove oggi è allestito Soane's Museum, frutto della più stravagante combinazione di elementi.
Il Neoclassicismo in Germania
In Germania, dove già nel 1789 Karl Gotthard Lnghans (1732-1808) si era ispirato all'Acropoli per la berlinese Porte di Brandeburgo, l'architettura conobbe una declinazione classicista grazie soprattutto a Karl Friedrich von Schinkel (1781-1841), e a Leo von Klnze (1784-1844), che con i suoi edifici di composta monumentelità e le grandiose piazze diede a Monaco quel carattere che ancora oggi la distingue.
Il Neoclassicismo negli Stati Uniti
William Thornton, Benjamin Latrobe, Charles Bulfinch, Campidoglio. 1792-1827. Washinghton
Thoomas Jefferson (1743-1826), era stato il principale redattore della Dichiarazione d'indipendenza del 1776 e sarà poi eletto presidente degli Stati Uniti per due successivi mandati (1801-1809). Fu lui, cultore di architettura che realizzò la propria residenza di Monticello (presso Charlottesville) in stile neoclassico (1771, poi ristruturata nel 1793-1809) e che prese a modello per il Campidoglio di Richmond (1785-1796) la Maison Carrée di Nimes. A partire dal 1817, progettò l'Università della Virginia. Nel fondo spicca la biblioteca modellata sul Pantheon, mentre ai lati si allineano cinque padiglioni per parte, collegati dda porticati e caratterizzati ognuno da una particolare tipologia architettonica in modo che gli studenti possono accostarsi ai diversi stili. La prima stazione ferroviaria di Lowell, nel Massachusetts, del 1835, aveva un esempio la forma di un tempio greco e l'unico binario esistente passava sotto il colonnato.
Il Neoclassicismo in Francia
Alexandre-Pierre Vignon, Chiesa della Madeleine, 1807-1842
Il Classicismo si impone in Francia soprattutto durante l'Età napoleonica. Punto di riferimento privilegiato divenne l'arcitettura dell'età imperiale romana, dalla quale venne ripreso, per esempio, il modello dell'arco di trionfo. Per celebrare Napoleone nel 1806 Jean François Chalgrin (1739-1811) diede inizio a Parigi all'Arco di Trionfo, completato solo molo più tardi, nel 1837, a causa delle contestazioni cui venne sottoposto il progetto e della caduta dell'Imperatore. Gli architetti preferiti da Napoleone erano però Charles Percier (1764-1838) a Pierre-François-Léonard Fontaine (1762-1853), che erano stati allievi di Boullée e che ebbero il compito di ristrutturare Parigi dal punto di vista urbanistico e architettonico. Rue de Rivoli e la zona attorno a Place Vendome, la costruzione nel 1806-1810 dell'Arc du Carrousel su iimitazione di quello di Settimo Severo nel Foro romano, l'arredamento di parecchi palazzi e castelli. Al e il 1827) e exandre-Pierre Vignon (1762-1846) comimciò a trasformare completamente la Chiesa della Madeleine, che era stata iniziata nel 1764, in un Tempio della Gloria dedicato alla Grande Armée: appoggiata su un alto basamento e circondata tutt'attorno da grandi colonne corinzie, poi restituita dal culto cattolico con la Restaurazione e infine completata solo nel 1842. La chiesa di Sainte Geneviève, dedicata a Santa Genoveffa, che Luigi XV aveva voluto in voto dopo la guarigione di una grave malattia. L'archtetto Jacques-Germain Soufflot (1713-1780) si era ispirato al PAntheon di Roma e Panthéon venne chiamato durante la Rivoluzione l'edificio, destinato a opsitare le tombe dei grandi di Francia.
Il Neoclassicismo di Giacomo Quarenghi e Carlo Rossi
Giacomo Quarenghi, Palazzo dell'Accademia delle Scienze, 1783-1787. San Pietroburgo
Carlo Rossi. Palazzo Mikhailovskj. 1819-1825. Facciata sulla Piazza delle Arti
In Russia il Neoclassicismo si espresse soprattutto attraverso il bergamasco Giacomo Quarenghi (1744-1817). Quando arrivò in Russia nel 1780, su invito della zarina Caterina II, aveva ale spalle una serie di viaggi in Francia e in Gran Bretagna. Continuò a lavorare, Paolo I e Alessandro I, contribuendo in maniera determinante a creare il volto di San Pietroburgo secondo una prevalente impostazione neoclassica. Per la città, la capitale della Russia, Quarenghi progettò svariati edifici, dal Teatro dell'Ermitage (1783-1787), che riprende lo schema compositivo del teatro anntico e del Teatro Olimpico del Palladio, all'Accademia delle Scienze (1783-1787), alla Banca di Credito (1783-1790), alla Borsa (1784-1801). In tutte queste opere si avverte un senso di equilibrio e di elegante proporzione, attraverso la personale rielaborazione dei modelli palladiani. San Pietroburgo dal napoletano Carlo Rossi (1775-1849), che ralizzò nella città sulla Neva interi quartieri tra il 1819 e il 1827) e la Piazza d'Inverno (1819-1827)
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
IL BOTTICELLI PENTITO
C'è un Botticelli che dipinge "La Primavera" nel 1478 e "La nascita di Venere" nel 1485. E poi, nel 1501 presenta con la "Natività mistica", un testo pittorico di controversa interpretazione, nel quale non mutano solo i riferimenti iconografici e iconologici ma soprattutto lo stile dell'artista fiorentino. Dopo essersi immerso nel clima rinascimentale acerbo ed entusiasta della Firenze di Lorenzo, gli anni che seguono alla morte di quest'ultimo (1492) sono vissuti dal pittore nel segno della decadenza rispetto ai fasti della casata medicea, soppiantata dalla Seconda Repubblica di Savonarola e poi di Pier Soderini e Niccolò Machiavelli. In Botticelli si avverte l'apparire di una visione apocalittica come espressione di un animo soggiogato dagli eventi e incapace di comprenderne il significato. Così, l'espressione artistica muta in cupa premonizione e richiamo tragicamente patetico: le forme perdono naturalità divenendo traccia di presenze effimere, quasi ammiccando all'estetica più antica di stampo gotico. Senza perdere, tuttavia, eleganza. Si tratta di un Botticelli che ha smarrito la matrice neoplatonica ispiratrice delle opere più ardite. Si piega in se stesso, in un'inquietudine priva di slancio. Come un fanciullo che scomparsa l'innocenza, rielabora la realtà pervaso da un sentimento di oscura, infantile contrizione.
Sandro Filipepi detto Botticelli (1445-1510): "Natività mistica", 1501, National Gallery, Londra
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Ports 1961
La sfilata di Ports 1961 a Londra rivede il vestir borghese, accostando tra loro, a mò di patchwork, tessuti, colori e fantasie a contrasto.
Il marchio canadese gioca con gli inserti e con gli strati per dare vita ad uno stile casual, che è anche, al tempo stesso: minimale, sofisticato ed innovativo.
In primo piano, troviamo dunque fiori tapestry, principe di Galles e quadretti. Ma, a prendere il centro della scena è soprattutto la tinta unita.
Volumi, ampi, si abbinano alla perfezione a tagli dritti e tessuti che talvolta sono sostenuti, come la pelle, talatra scivolati e morbidi, come la lana.
Ma per dare movimento, la direttrice creativa usa anche spacchi, tagli, frange (metalliche e tricot), arricciature e pieghe, nonché l’accostamento tra texture diverse.
Stesso discorso per i tagli asimmetrici, che ben si abbinano a stoffe double-face o utilizzate a mò di accessori, come nel caso dell’abito con sciarpa incorporata.
Le lunghezze sono rigorosamente midi e la palette è neutra, con brevi incursioni nel verde bosco, nell’azzurro polvere e nel grigio scuro.
A fare la parte del leone sono infatti, soprattutto, cammello, nero e bianco. Questi utilimi, vengono utilizzati dalla stilista per dare vita sia a colour-block decisi, quasi optical, che a delicati tromp l’oeil, su stoffe trasparenti e vaporose.
Anche se il tessuto principe dell’intera sfilata è sicuramente la maglia, righe e blocchi di colore costituiscono la parte più interessante e divertente dell’intero show.
La nuova collezione donna presentata da Ports 1961 alla London Fashion Week 2019, presenta un’ampia varietà di capi ispirati al look anni Settanta, soprattutto abiti e capispalla. Ma anche abiti da cocktail e scamiciati pensati per il lavoro, esaltati da scollature asimmetriche o bordi arrotondati.
Lavorazioni hanno il compito di accarezzare, indisturbati, la silhouette, per suggerire una generale sensazione di morbidezza, di effortless elegance.
Anche quando i tessuti sono leggeri e sottili.
La nuova collezione ideata da Natasa Cagalj per lo storico brand con sede a Toronto, riesce quindi ad offrire eleganza senza tempo, unita a vibe futuristici.
#Ports 1961#Natasa Cagalj#London Fashion Week 2019#LFW2019#autunno/inverno 2019-2020#womenswear#autumn/winter 2019-2020#fall/winter 2019-2020#A/W 2019-2020#A/I 2019-2020#F/W 2019-2020#womenscollection#patchwork#pattern#animalier#prêt-à-porter#ready-to-wear#RTW2019-2020#knitwear#tricot#colour-block#colour-blocking#bw#Settimana della Moda di Londra 2019#optical#black and white
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Agenzia di modelle di Milano: porta d'ingresso verso la celebrità della moda globale
Milano, il cuore pulsante dell’industria della moda italiana, rappresenta un faro globale per la modellistica e l’alta moda. Le agenzie di modelle milanesi hanno svolto un ruolo fondamentale nel trasformare la città in una capitale della moda, coltivando talenti e lanciando carriere sulla scena internazionale. Per gli aspiranti modelli, entrare a far parte di un'agenzia modeling milano di Milano è spesso visto come un rito di passaggio, un passo cruciale verso il raggiungimento della celebrità nel mondo estremamente competitivo della moda.
L’ecosistema della moda milanese Milano è sinonimo di eleganza, lusso e stile all'avanguardia. Sede di case di moda iconiche come Prada, Versace e Dolce & Gabbana, la città ospita alcuni degli eventi di moda più prestigiosi, tra cui la settimana della moda di Milano. Questo vivace ecosistema della moda crea un ambiente senza precedenti in cui i modelli possono prosperare. Le agenzie di modelle di Milano non sono solo entità locali ma sono intrecciate con la rete globale della moda, offrendo ai loro talenti visibilità e opportunità che si estendono ben oltre i confini italiani.
Premier Agenzie di Modelle a Milano Il panorama della moda milanese è popolato da diverse agenzie di alto livello che hanno una storia storica nella scoperta e promozione di alcuni dei modelli più famosi al mondo. Agenzie come Elite Model Management, Women Management e IMG Models hanno i loro uffici a Milano, ognuna delle quali contribuisce in modo unico alla narrativa della moda della città.
Elite Model Management: Fondata nel 1972, Elite Model Management è un pioniere nel settore della modellistica. Conosciuto per il suo occhio esigente per il talento, Elite ha lanciato la carriera di top model come Naomi Campbell e Cindy Crawford. La filiale milanese dell’agenzia porta avanti questa eredità, scovando volti nuovi e guidandoli verso carriere illustri.
Women Management: Fondata a New York nel 1988 e successivamente espandendosi a Milano, Women Management si è costruita una reputazione per la coltivazione di modelli che incarnano sia bellezza che forza. L'agenzia si concentra sullo sviluppo di modelli con un look distintivo e una forte presenza sulle passerelle, rendendola una delle preferite tra designer e marchi di alta moda.
IMG Models: una potenza nel mondo della modellistica, IMG Models ha una presenza significativa a Milano. L'agenzia è nota per il suo approccio olistico, offrendo alle modelle un supporto completo nello sviluppo della carriera, dalla formazione in passerella alla sponsorizzazione del marchio. La filiale di Milano di IMG è determinante nel collegare le modelle con i migliori designer e prestigiosi eventi di moda.
Il percorso verso il successo Per gli aspiranti modelli, entrare nella scena milanese richiede molto più che solo un bell'aspetto. Le agenzie cercano persone con caratteristiche uniche, personalità forti e un atteggiamento professionale. La concorrenza è agguerrita e gli standard sono elevati. Le modelle spesso vengono sottoposte a una formazione rigorosa, tra cui sfilate, tecniche di posa e cura personale, per soddisfare le esigenti richieste del settore.
Costruire una carriera da modella di successo a Milano implica anche fare rete e stabilire relazioni con designer, fotografi e influencer della moda. Ci si aspetta che i modelli partecipino regolarmente a casting, sfilate di moda ed eventi, rendendo la visibilità e la reputazione elementi cruciali del loro percorso professionale.
L'impatto globale L’influenza delle agenzie di modelle di Milano si estende a livello globale. I modelli scoperti e sviluppati a Milano spesso abbelliscono le copertine delle riviste di moda internazionali e camminano sulle passerelle delle capitali della moda come Parigi, New York e Londra. Le agenzie milano moda sono abili nell'individuare le tendenze globali e nel posizionare i loro modelli in prima linea in questi movimenti, assicurandosi che rimangano rilevanti e ricercati nel settore della moda in continua evoluzione.
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International Fashion Week Paris 2, Ottobre 2022 , La Maison Champs Elysées.
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BONJOUR PARIS
IFW Paris is Presented by the International Fashion Week Dubai, Powered by International Fashion Council, Produced by Cheryle Dias and Organised by The Opulence Events Dubai and London
➡️ Venue- LA Maison Champs Elysees, Paris
➡️ Time - 3:00 pm to 9:00 pm
Fashion Shows, Red Carpet, International Fashion Awards.
Royals, Celebrities and Fashionistas to patronize the event
Top Celebrity Fashion Designers from Dubai, Paris. Australia, Romania, Italy, USA, Lebanon, Turkey, India, Saudi Arabia will participate in the Fashion Shows.
➡️ Top International Models will showcase elegant designer collection on the cat walk.
Over 50 media partners, bloggers and Influncers to cover the event.
Our Main Partners - Galleries Lafayette Paris.
Main Media Partners- FTV, HDTV, Amazon Fire TV, Fashion Icon TV, Apple TV, Khaleej Times(Dubai).
👗 Dress Code- Elegant, Stylish and Luxury
‼️ VIP guests to receive Gifts from our Partners Galeries Lafayette Paris.
Join us and celebrate fashion and style with us in an evening full of Glamour and Elegance.
International Fashion Week Paris is under official fashion week online calendar.
For Registration to become a sponsor and participate as Fashion Designer, Media, Influncer, Blogger, Volunter Model, Photographer. Kindly register on our website:
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Bonne journée
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BUONGIORNO Parigi!
IFW Paris è presentato da International Fashion Week Dubai, sponsorizzato dall'International Fashion Council, prodotto da Cheryle Dias e organizzato da The Opulence Events Dubai e Londra
➡️ Data-02 ottobre 2022.
➡️ Sede centrale - LA Maison Champs Elysees, Parigi
➡️ Orario - dalle 15:00 alle 21:00
Sfilate di moda, Red Carpet, International Fashion Awards.
Reali, celebrità e fashioniste a sponsorizzare l'evento
I migliori stilisti di moda di celebrità di Dubai, Parigi. Alle sfilate parteciperanno Australia, Romania, Italia, USA, Libano, Turchia, India, Arabia Saudita.
➡️ Top International Models presenterà in passerella l'elegante collezione firmata.
Oltre 50 media partner, blogger e influencer a seguire l'evento.
I nostri partner principali - Galleries Lafayette Paris.
Principali media partner: FTV, HDTV, Amazon Fire TV, Fashion Icon TV, Apple TV, Khaleej Times (Dubai).
👗 Dress Code: elegante, elegante e lussuoso
‼️ Gli ospiti VIP riceveranno regali dai nostri partner Galeries Lafayette Paris.
Unisciti a noi e celebra con noi la moda e lo stile in una serata piena di Glamour ed Eleganza.
La Paris International Fashion Week è nel calendario ufficiale della settimana della moda online.
Per registrarti diventa sponsor e partecipa come Fashion Designer, Media, Influncer, Blogger, Volunter Model, Photographer. Si prega di registrarsi sul nostro sito web:
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Affrettati ad acquistare i biglietti, sono disponibili solo posti limitati.
Articolo di @elenarodicarotaru-blog @likarotarublogger
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Audrey Hepburn
https://www.unadonnalgiorno.it/audrey-hepburn/
Audrey Hepburn, attrice di film indimenticabili e grande icona di stile. È stata la prima grande star di Hollywood a impegnarsi in cause umanitarie.
Figura di spicco del cinema degli anni cinquanta e sessanta, ha vinto due Oscar, tre Golden Globe, un Emmy, un Grammy, quattro BAFTA, due Tony e tre David di Donatello.
L’American Film Institute l’ha inserita al terzo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
Interprete di pellicole indimenticabili come Sabrina, Vacanze romane, Colazione da Tiffany e My Fair Lady, è sicuramente la donna che più di tutte al mondo ha rappresentato lo stile e l’eleganza.
Audrey Kathleen Ruston (nome cambiato poi in Edda Van Heemstra durante la guerra) nacque il 4 maggio 1929 a Bruxelles, suo padre era un banchiere inglese e sua madre una baronessa olandese.
Nata in una famiglia agiata, sognava di diventare una ballerina classica. Quando aveva 6 anni il padre abbandonò la famiglia. Nel 1939 la madre si trasferì insieme ai figli in Olanda. Gli anni della guerra furono costituiti da fame e stenti, a causa dei quali, sviluppò diversi problemi di salute. Staffetta della resistenza olandese, la giovane Audrey ha compiuto pericolose missioni per portare messaggi alle formazioni partigiane mentre nascondeva in casa un paracadutista britannico, rimasto disperso dopo la battaglia di Arnhem.
Nel 1948, si trasferì a Londra. La sua carriera artistica è partita dalla danza, passata per il teatro e i musical e culminata nel cinema.
Ancora molto giovane, venne notata dalla scrittrice Colette, pilastro della cultura del Novecento, che la volle come protagonista della sua commedia teatrale Gigi, tratta da un suo celebre romanzo.
Verso la seconda metà degli anni cinquanta, Audrey Hepburn era già diventata una delle più grandi attrici di Hollywood e un’icona di stile per la sua delicata bellezza e l’innata eleganza. Nel 1955 la giuria dei Golden Globe le assegnò il prestigioso Henrietta Award alla migliore attrice del cinema mondiale. La sua figura snella e il suo ben noto buon gusto vennero ampiamente ammirati e imitati.
Nel 1954 ha sposato Mel Ferrer con cui ha avuto il suo primo figlio, Sean. Nel 1969, dalla relazione con il medico italiano Andrea Dotti, nacque il suo secondogenito, Luca.
Nel 1988, ritiratasi dalle scene venne nominata ambasciatrice speciale dell’UNICEF. Da quel momento fino alla sua morte, si dedicò a viaggiare per aiutare i bambini dei paesi poveri del mondo, spesso accompagnata da quello che è stato il compagno della sua vita, l’attore olandese Robert Wolders. I suoi viaggi furono facilitati anche dalla sua conoscenza delle lingue: oltre all’inglese, parlava fluentemente il francese, l’italiano, l’olandese e lo spagnolo.
Per il grande impegno sociale, Audrey Hepburn è stata insignita, nel 1992, della prestigiosa Medaglia Presidenziale della Libertà e nel 1993 ha ricevuto il Premio Jean Hersholt.
La sua prima missione fu in Etiopia, nel 1988, dove fece in modo che l’UNICEF inviasse cibo ai 500 bambini ospitati in un orfanotrofio. Negli anni successivi, come ambasciatrice, visitò la Turchia, diversi stati del Centro e Sud America. Fu in missione in Sudan, devastato dalla guerra civile, con lo scopo di far giungere rifornimenti. Si recò in Bangladesh e poi in Vietnam, nel tentativo di collaborare con il governo su programmi di immunizzazione e di pulizia dell’acqua. Nel settembre 1992, arrivò in Somalia. Descrisse quel suo viaggio “apocalittico”, affermando che di tutte le situazioni difficili viste, quella della Somalia era infinitamente peggiore.
Tornata dall’Africa, le fu diagnosticato un cancro al colon che la stroncò in pochi mesi. È morta il 20 gennaio 1993, a Tolochenaz, paesino svizzero vicino Losanna in cui viveva col compagno.
Nello stesso anno, il figlio Sean fondò l’Audrey Hepburn Children’s Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani. Nel 2011 i figli hanno promosso in Italia il club di donatori UNICEF Amici di Audrey che sostiene in particolare il progetto per la lotta alla malnutrizione in Ciad.
Dal libro scritto dal figlio Luca Dotti, Audrey at Home è stata tratta una serie tv, Audrey, che racconta la sua vita evidenziando il suo grande bisogno di normalità, la scelta di lasciare Hollywood per preferirle un’esistenza molto più terrena e agreste, in Svizzera, all’inizio degli anni ’70, circondata da animali, natura e tranquillità.
Audrey Hepburn è stata un’artista con un’incredibile umanità. Ha attraversato tutte le fasi della sua vita con la straordinaria eleganza che l’ha contraddistinta.
Recentemente è stata anche riscoperta dalle giovani generazione tramite i social e, ancora oggi, rappresenta un’icona di stile con la sua aria eterea e raffinata. Esile e delicata è stata la musa del grande couturier Hubert de Givenchy che per lei ha realizzato alcuni dei look più celebri al mondo come quelli per Sabrina e Colazione da Tiffany.
Audrey Hepburn è stata partigiana, star di Hollywood, ambasciatrice di pace, una donna incredibile, un’immensa bellezza e grazia fisica e morale. Un’icona assoluta.
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Vogue eyewear: la nuovissima collezione Millie Bobby Brown
Composta da otto versatili modelli, la capsule collection Vogue eyewear si caratterizza per l’alta qualità e per il design di tendenza. Dal mood rilassato di Marbella al tagliente individualismo di Londra, dall’ottimismo del jet-set di LA all’energia modaiola di New York, ogni modello cattura lo spirito delle città preferite di Millie nelle sfumature più cool della stagione. A completare la collezione, la speciale edizione pastello florence by mills, un’esclusiva variante cromatica che rende omaggio al marchio di skincare di Millie, celebrazione di una bellezza naturale. Per quanto riguarda forme e colori, i modelli hanno uno stile divertente, in grado di farsi notare. La collezione include luminose versioni pastello trasparenti, neri decisi e tonalità tartaruga dal richiamo vintage, acetati scolpiti, finali asta dedicati, profili metallici lineari e molto altro: ovunque tu vada, qualunque sia il tuo umore, c’è un modello MBBDiaries perfetto per te.
La collezione MBBDiaries
VO5392S Ispirato alle atmosfere di Marbella, questo audace modello femminile dalla forma squadrata è perfetto per chi vuole esprimere personalità. Disponibile in diverse tinte pastello trasparenti, tra cui la versione lilla preferita da Millie, o in nero e tartaruga scuro, questa montatura in acetato di alta qualità è resa unica dai peculiari finali asta Marbella e dalle aste MBB X Vogue Eyewear, per un fascino esclusivo. VO5396 I colori luminosi, eleganti e al tempo stesso semplici danno equilibrio a questo modello carismatico dall’attitude contemporanea, con le particolari aste MBB X Vogue Eyewear e il finale asta Marbella dedicato, a sottolineare l’esclusività della montatura. Le opzioni cromatiche includono lilla, blu, fucsia o verde trasparente per chi cerca accostamenti particolari, oppure alcune reinterpretazioni delle tinte classiche per uno stile più deciso.
La collezione VOGUE EYEWEAR NEW YORK
VO5394S La forma originale di questo modello dona un tocco futuristico ai cerchi smussati e al profilo scolpito, punto d’incontro tra il glamour anni Sessanta e le tendenze più contemporanee. Disponibile in pesca, rosa, blu e lilla trasparente per un’interpretazione fashion dello stile retrò, oppure in un raggiante tartaruga o in total black con sofisticate lenti sfumate, la montatura è completata dal peculiare logo MBB X Vogue Eyewear sulle aste e dal finale asta dedicato New York. VO5397 Ispirato all’energia intrinseca della città che non dorme mai, questo modello elegante e sfrontato è la massima espressione di New York. Dalle angolature decise ai cerchi smussati, fino alla selezione di colori, che comprende toni tartaruga vintage e tinte pastello trasparenti, la montatura richiama l’interpretazione futuristica del design retrò del modello da sole, con un risultato imperdibile. Le aste dedicate MBB x Vogue Eyewear e il finale asta New York regalano all’insieme un fascino esclusivo.
VOGUE EYEWEAR L.A.
VO4212S Rivisitazione dell’originale stile mondano di Hollywood, questo leggero modello pilot ha una forma a goccia arrotondata declinata nella classica palette metallica, espressione ultima di versatilità. La montatura è proposta in due calibri, uno leggermente oversize e uno con calzata più classica. La placchetta con il logo dedicato MBB X Vogue Eyewear inciso al laser e il particolare finale asta Los Angeles conferiscono eleganza al modello, mentre le 2 SKU con lenti polarizzate garantiscono un’eccellente qualità visiva. VO4213 Dinamica e sempre di tendenza, questa variante da vista dell’originale modello pilot trasforma uno stile iconico in un autentico must-have. Disponibile nelle colorazioni oro, argento o nero, con speciale finale asta Los Angeles e placchette con il logo inciso al laser MBB x Vogue Eyewear, questo modello ispirato al jet-set di LA è reso unico dalle linee pure e leggere, adatte a qualsiasi contesto.
VOGUE EYEWEAR LONDON
VO5393S Espressione dello spirito indipendente di una delle città preferite di Millie, questo modello da sole in acetato di forma rotonda ha dei profili raffinati destinati a lasciare il segno, grazie allo stile boho-chic naturalmente elegante e 100% londinese. La montatura è disponibile in una versione del tutto trasparente o in tonalità pastello trasparenti con lenti abbinate, oltre alle opzioni nero e tartaruga scuro. La palette dei colori garantisce una tinta per ogni stagione, mentre il logo MBB X Vogue Eyewear sull’anima della montatura e il nuovo finale asta con monogramma ne sanciscono l’identità esclusiva. VO5395 Naturale e cool in ogni situazione, questa montatura da vista leggera e carismatica coniuga il fascino retrò e la modernità in un battito di ciglia. Con i profili assottigliati in acetato di qualità e il nuovo monogramma London sul finale asta, questo modello MBB X Vogue Eyewear esce dagli schemi dei modelli da vista, elevando il look con la variante totalmente trasparente o nelle opzioni rosa, lilla o pesca trasparente, all’insegna della femminilità. Fonte e Credit immagini: Vogue Eyewear https://www.vogue-eyewear.com Luxottica Group S.p.A. - Non si tratta di post sponsorizzato. I contenuti di questo post non sono legati a nessun tipo di operazione commerciale. Read the full article
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