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Andamento dello Spread BTP-Bund: Ultimi Anni e Politiche di Governo
Lo spread BTP-Bund è un indicatore chiave per l'economia italiana, rappresentando il differenziale di rendimento tra i Buoni del Tesoro Poliennali italiani (BTP) e i Bundesanleihe tedeschi (Bund), entrambi con scadenza a 10 anni. Un elevato spread indica un maggiore rischio percepito per l'Italia rispetto alla Germania, mentre un basso spread indica una maggiore fiducia nella stabilità economica italiana. Analisi Andamento: 2018-2020: Lo spread si attesta intorno ai 100 punti base per la maggior parte del 2018, con un picco di 180 punti base a novembre in seguito alla formazione del governo giallo-verde. Il 2019 inizia con un picco di 325 punti base a maggio, a causa delle tensioni politiche e del rallentamento economico. Lo spread si stabilizza poi intorno ai 150 punti base per il resto dell'anno. La pandemia di COVID-19 del 2020 causa un forte aumento dello spread, che raggiunge i 574 punti base a marzo. L'intervento della BCE con il programma PEPP contribuisce a far scendere lo spread sotto i 100 punti base per la fine dell'anno. 2021-2024: Lo spread rimane relativamente basso nel 2021, oscillando tra i 100 e i 150 punti base. Tuttavia, inizia a salire di nuovo verso la fine dell'anno, a causa delle preoccupazioni per la crescita economica e l'inflazione. L'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 causa un nuovo forte aumento dello spread, che raggiunge i 250 punti base a marzo. Lo spread scende gradualmente, ma rimane sopra i 150 punti base. Nel 2023 e 2024, lo spread si attesta intorno ai 100-110 punti base, un livello considerevolmente inferiore rispetto ai picchi degli anni precedenti.
Politiche di Governo e Impatto: L'attuale governo italiano ha adottato diverse politiche volte a ridurre lo spread e migliorare la stabilità economica: Minore Assistenzialismo: Graduale riduzione del Reddito di Cittadinanza, con focus su reinserimento lavorativo. Riforme per il sostegno alle famiglie in difficoltà, con un sistema più mirato e basato sull'ISEE. Rilancio Industriale: Investimenti in infrastrutture e digitalizzazione per modernizzare il paese e renderlo più competitivo. Incentivi fiscali per le imprese che investono in Italia e creano nuovi posti di lavoro. Sburocratizzazione e semplificazione delle procedure per le imprese. Queste politiche hanno contribuito a: Riduzione del deficit pubblico e del debito pubblico. Aumento della fiducia degli investitori nell'economia italiana. Miglioramento del rating creditizio dell'Italia. Tuttavia, permangono alcune sfide: L'inflazione rimane alta, erodendo il potere d'acquisto delle famiglie. La crescita economica è ancora debole, seppur in aumento. La guerra in Ucraina continua a creare incertezza sull'economia globale. Conclusione: Lo spread BTP-Bund è un indicatore importante per l'economia italiana. Negli ultimi anni, lo spread è stato influenzato da una serie di fattori, tra cui le politiche di governo, la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina. Le politiche di minor assistenzialismo e rilancio industriale adottate dall'attuale governo hanno contribuito a ridurre lo spread e migliorare la stabilità economica. Tuttavia, permangono alcune sfide che il governo dovrà affrontare per continuare a migliorare l'economia italiana. Note: L'andamento dello spread è influenzato da una serie di fattori, tra cui le politiche di governo, la situazione economica globale e l'incertezza politica. Le politiche di minor assistenzialismo possono avere un impatto positivo sul deficit pubblico e sulla crescita economica, ma possono anche avere un impatto negativo sulle famiglie più povere. Le politiche di rilancio industriale possono avere un impatto positivo sulla crescita economica e sull'occupazione, ma possono richiedere tempo per avere effetto. Fonte: Modello linguistico di grandi dimensioni Gemini 1.0 Pro Read the full article
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(L)a scomposizione del Pil italiano dovrebbe farci riflettere. Lo stato di salute relativamente positiva di cui gode la nostra economia è garantito pressoché totalmente dal boom delle costruzioni. Tradotto, dai sussidi statali legati al superbonus. Il quale non solo oggi è in via di ridimensionamento, ma, soprattutto, ha inferto un colpo da semi-ko ai conti pubblici. E intasato di crediti di fatto incagliati il già poco tranquillizzato settore bancario. In attesa del Godot della soluzione di sistema per Eurovita.
Per il resto, oggi l’Italia galleggia con i servizi garantiti dal boom del turismo e dall’export. Quest’ultimo per almeno due trimestri mantenuto in surplus commerciale dalle esportazioni verso la Cina, Paese cui ora vorremmo chiudere la porta in faccia (...).
Mentre la Germania (in recessione tecnica da questo trimeste, ndr) raccoglie apparentemente i cocci post-industriali del Novecento, noi sopravviviamo di sussidio in sussidio e di incentivo in incentivo, affidandoci alle ricettività dei turisti come prestatore di ultima istanza del Pil. (...)
Nel frattempo, la Bce vende Bund tedeschi e salva Btp e Oat francesi nel corso del suo Qt (...), tutelando gli spread e i costi di finanziamento del debito di Italia e Francia. (...)
Sicuri che la Bundesbank accetterà ancora per molto di veder andare a fondo la sua nave, prima di intervenire in sede di Eurotower? Come leggere le mezze reprimende mischiata alla solidarietà di facciata per il dramma emiliano che giungono in queste ore da Bruxelles? Come valutare quel lasciare appesa la terza tranche del Pnrr, quando ancora la seconda è congelata e da sbloccare a fronte di necessità immediate di cassa e soli 400 milioni di euro in arrivo dai fondi di emergenza proprio dell’Europa?
via https://www.ilsussidiario.net/news/spy-finanza-la-mossa-della-francia-per-dominare-leuropa/2543547/
Bottarè, ci sarà ben un motivo per cui il Ponte sullo Stretto, l'AV Napoli-Reggio et similia, no? Per mantenere il business del settore costruzioni, dandogli almeno un destino più serio. Anche il contemporaneo appiattirsi sull'europeismo più curvasudde, serve per farsi vedere disciplinati sotto controllo e farsi sganciare l'aiutino Pnrr (così spacciato a masse & giornalame), giusto? Dicesi REALISMO; l'importante è che sia conscia presa d'atto del male minore da ingoiare che un indebitato fino al collo fa; per mitigarlo di nascosto con le flat tax, senza che diventi tappettinismo terronista RdC (Gonde) e vampirismo parassita sinistro.
Quanto all'export, personalmente leggo il forte Nato-ismo in atto come un tentativo di riaprire per noi strade atlantiche antiche, poco percorse dopo gli anni '60: l'imprenditoria italiana privata nel frattempo è sopravvissuta al sindacalismo, alla de-industrializzazione, più recentemente alle delocalizzazioni, poi alla germanificazione, alla fine del gas a basso costo e consumi di lusso russi (auto barche design fashion); ora saprà uscire - sempre da sola-anche dal via dalla viadellaseta.
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Trump's Return: Hidden Moves & Ninja Tactics Shaking the Market The Market's Back in Trump Mode: Hidden Moves, Ninja Tactics & The Fine Print Is That a Steepener in Your Pocket or Are You Just Glad to See Trump? Ladies and gentlemen, gather round because the markets are taking a wild ride down memory lane. USTs are feeling the pressure, and guess who's back in the driver's seat? That's right—the Trump Train is rolling into town, bringing along the usual political circus and market chaos. With the former president set to make a grand return to the White House (pending House control—currently sitting at a comfortable 60% probability but still too close to call), there's no shortage of speculative action on the street. And boy, isn't it steep? But before you hop on that excitement, let's zoom in and see what kind of steepener, fade, or flattening we might be dealing with, depending on how the House swings. Today, it's all about ninja tactics and reading between the lines—because when it comes to the Trump bond market narrative, there’s a lot more at stake than meets the eye. USTs are flirting with contract lows, dipping down to 109-07, versus a session high of 110-21+. Traders are running around the trading desks like headless chickens, flipping from steepening to flattening bets faster than Trump changes his catchphrases. Want to survive this madness? Stick with me, because we're about to unravel some hidden dynamics and tactics you won't see on any Bloomberg ticker. But first—why so steep? Well, if Trump comes back with Senate support but is left wrangling with a Democratic House, that fading steepener will be your best friend. Sure, it may feel like trying to time a lightning strike, but when it's about saving those precious pips, nothing is too obscure. Here’s where we switch to ninja mode—ready for some hidden tips? Remember this: the steepening tells us that traders think spending and stimulus will explode under a unified Trump government. But if the House decides to take a Democratic turn, that steepening will fizzle faster than a one-hit-wonder on TikTok. The Bund Bundling: Love 'Em or Fade 'Em While the USTs are doing their thing across the pond, let’s talk about our European pals. Bunds are basking in the spotlight, bolstered by the same Trump victory narrative. Are we surprised? Heck no. Trump bringing a return to America-first rhetoric, potential tariffs, and overall economic headwinds for Europe means the market is ready to frontload yield compression like there's no tomorrow. Bunds have been on a rollercoaster—kicking off at a high of 132.22 and cruising down to 131.82, while the UST-Bund 10-year yield spread widened its gap to over 200 bps. And here’s where things get funny—for the nth time in recent weeks, it looks like we’re back to talking about 15- and 30-year auctions that the markets barely noticed. It's like the Bunds are throwing a party that no one shows up for. Expert insight? Take a look at the bigger picture, my friend. While Bunds look attractive in a lower yield environment—mostly thanks to ECB pre-emptive moves to offset those America-first tantrums—there’s something even deeper in play. You see, seasoned traders have an uncanny knack for picking apart Bund behavior and pricing the impact before the event hits. It's all about getting ahead of the game. Want to do this right? Start looking at multi-year Bund-BTP spreads and watch how the Italian jitters could come into play if Trumpian tariffs swing back around. You’re welcome—just don’t forget me when you hit those jackpot trades. Gilts: The Brits Are Taking the 'Wait and See' Approach Ah, the Gilts. Aren't they just the awkward cousin in this global bond bonanza? UK bond traders had a front-row seat to this Trump drama, but somehow managed to keep their calm. Why? It turns out that—surprise, surprise—US-EU dynamics don’t perfectly fit into the British economic jigsaw puzzle. The Gilts, instead, decided to stay somewhat neutral, caught between the bullish moves from EGBs and bearish signals from USTs. But, let’s be real—it’s all about the Bank of England this week. If you want to understand the play here, take a closer look at how the Gilts are pricing ahead of the BoE meeting. Think of this as a grand game of chess, with fiscal implications lurking around every corner. Advanced tactics here? Watch for 2-10 Gilt steepeners to catch a pre-BoE upward move and fade any over-excitement once the BoE decision goes public. We’ve seen this dance before, and experienced Gilt traders know that trying to predict UK fiscal decisions is like betting on the outcome of your grandma’s bingo game—it’s always an entertaining but unpredictable affair. Unconventional Wisdom: Follow the Money, But Track the Real Narrative One of the biggest issues with the typical trader's approach to these scenarios is focusing too much on what the headlines tell them. The market's reaction to political shifts—especially in an era when populism, surprise tariffs, and unconventional fiscal policy seem to pop up like unwelcome house guests—is often one-dimensional. That's where you come in, savvy trader, with your behind-the-scenes knowledge. The spreads are moving, but the real winners are already preparing their next moves based on who’s actually getting what power in DC. Don't forget: Europe, the US, and the UK are all playing different games right now. Each of these regions is focusing on its own troubles, and a victory in one could mean a setback in another. The USTs may keep falling, and Gilts might keep bouncing back, but the question is—are you reacting or acting? Because in this wild world of Forex and bonds, only the ones with ninja-level foresight get to laugh all the way to the bank. To sum up this rollercoaster of a day: USTs under pressure, Bunds bolstered by America's chaos, and Gilts keeping it cool before the BoE decision. If you’re feeling overwhelmed, don’t sweat it—just remember that the key to navigating these waters is not to follow the herd but to understand the drivers beneath the surface. The steepeners, the flatteners, the auctions no one’s attending—they all make sense when you look at the incentives, the power plays, and the real winners here. As always, stay tuned for more expert analysis, underground tactics, and humorous anecdotes right here. We’ll keep digging so you can keep winning. Want to stay ahead of the game? Check out our exclusive services to gain that strategic edge: - Latest Economic Indicators and Forex News: Stay informed on market movements and groundbreaking concepts with exclusive, real-time updates. - Forex Education: Expand your knowledge with in-depth resources, advanced methodologies, and little-known strategies. - Community Membership: Join the StarseedFX community for expert analysis, daily alerts, live trading insights, insider tips, and elite tactics. - Free Trading Plan: Set goals, manage risks, and track progress with our detailed trading plan. Discover rare strategic advantages. - Free Trading Journal: Enhance performance and refine strategies with real metrics using advanced methods for progress tracking. - Smart Trading Tool: Optimize your trading with automated lot size calculations, insights, and order management. —————– Image Credits: Cover image at the top is AI-generated Read the full article
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ORA ULTIMA: Piazza Affari mostra indici positivi, con Moncler e Aeffe in crescita. Stellantis e STM brillano, mentre il bitcoin scende. #oraultima 👇
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💡Analisi di Piazza Affari: Telecom Italia TIM mostra segni di ripresa, il settore petrolifero si stabilizza, mentre il bitcoin scende sotto i 65.500 dollari e lo spread Btp-Bund intorno ai 130 punti.
Tu cosa ne pensi? Commenta qui sotto! 👇
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La BCE e i tassi d'interesse nuovamente invariati
La BCE ha deciso di mantenere invariati i tassi d'interesse per la terza volta consecutiva in questo 2024. Il tasso sui rifinanziamenti principali rimane al 4,25%, quello sui depositi al 3,75% e quello sui prestiti marginali al 4,50%. La decisione, in linea con le aspettative della maggior parte degli analisti, è stata comunicata al termine della riunione del Consiglio direttivo dell'Eurotower. La BCE e i tassi d'interesse: inflazione ancora troppo alta La scelta di non aumentare i tassi in questa occasione è stata motivata principalmente dalla persistente preoccupazione per l'inflazione. Nonostante il leggero calo registrato a giugno (8,6% contro l'8,8% del mese precedente), il dato rimane ancora ben lontano dal target del 2% fissato dalla BCE. Inoltre, il Consiglio direttivo ha voluto prestare attenzione all'impatto che un rialzo dei tassi potrebbe avere sulla fragile ripresa economica in corso nell'area euro. Mercati in attesa del prossimo rialzo La decisione della BCE ha avuto un impatto modesto sui mercati finanziari. Lo spread tra BTP e Bund tedeschi è rimasto stabile, mentre la borsa di Milano ha chiuso in leggero rialzo. Gli analisti ritengono che la BCE aumenterà i tassi di nuovo a settembre, con un rialzo di 0,25 punti percentuali. Tuttavia, le previsioni per i prossimi mesi rimangono incerte e dipenderanno dall'andamento dell'inflazione e della crescita economica nell'area euro. Le conseguenze per famiglie e imprese Il mantenimento dei tassi fermi da parte della BCE ha conseguenze diverse per famiglie e imprese. Da un lato, le famiglie con mutui a tasso fisso vedranno una riduzione delle loro rate mensili. Dall'altro lato, le imprese potrebbero avere maggiori difficoltà ad accedere al credito. In generale, la decisione della BCE è stata accolta con cautela dagli operatori economici. Si attendono i prossimi mesi per capire se l'istituto riuscirà a domare l'inflazione senza soffocare la ripresa economica. Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
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Lo spread Btp-Bund riparte stabile a 131 punti base
Il differenziale tra il buono del tesoro poliennale italiano e tedesco riparte stabile a 131 punti base. Fermi in avvio di scambi anche i rendimenti, quello del decennale italiano resta al 3,806 per cento. Read the full article
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Lo spread tra Btp e Bund in avvio è in calo a 134,4 punti
Lo spread tra Btp e Bund in avvio è a134,4 punti, in calo rispetto ai 135,4 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano scende di 3 punti base al 3,80%. Riproduzione riservata © Copyright ANSA source
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Chiusura di Borsa: Ftse Mib in rosso … Wall Street resiste!
Tensioni Geopolitiche e Variazioni di Mercato: Borse Europee in Ribasso, Ftse Mib Chiude in Rosso, Saipem e Campari tra i Rialzi Il Ftse Mib ha chiuso la giornata a 30.072,69 punti, evidenziando un decremento dello 0,35%. Nonostante l’inizio positivo, la borsa ha successivamente invertito la sua direzione, influenzata dall’andamento dello spread Btp/Bund, che ha raggiunto i 159 punti in attesa…
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Btp, the yield falls below 3.70% (one year low). Here because
The decline in yields on Italian government bonds continues. This morning the ten-year BTP rate fell below the 3.70% level. This is a threshold that has not been seen for over a year. The BTP/Bund spread is also decreasing and is now moving around 165 basis points, at its lowest level since September. The trend of Italian debt is in line with the movement of government bonds in the euro zone: in…
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Borsa: Milano sale a +2,2% con le banche - Economia
La Borsa di Milano (+2,2%) sale ancora, in linea con gli altri listini europei. I mercati hanno ritrovato un clima di ottimismo dopo le rassicurazioni delle banche centrali dopo il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 181 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,98%. Nel listino principale corrono le banche con Unicredit (+4,4%), Bper…
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Nessun meccanismo di supporto per le banche italiane
No MES Meloni: impatto su banche, BTP ex Bce, spread. No MES dall’Italia di Meloni: l’ironia della sorte è che la bocciatura della ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità da parte della Camera potrebbe secondo qualcuno mettere in difficoltà proprio quelle banche che fonti di Palazzo Chigi hanno citato, ieri, a commento del voto dell’Aula. Non solo: esperti ed economisti parlano anche dell’effetto che quel no potrebbe avere sui titoli di stato italiani, dunque sui BTP e sullo spread. Riforma MES: il no di Meloni al backstop del Fondo di risoluzione unico All’indomani del voto della Camera, che ha spiazzato in primis chi credeva che alla fine la maggioranza avrebbe comunque ratificato la riforma del MES, nonostante l’opposizione manifestata più volte dal governo Meloni e dalla maggioranza, diverse sono le analisi su cosa potrebbe accadere ora all’Italia. Nel dire no al MES, l’Italia si conferma tuttora unico paese dell’Europa a non aver ratificato una riforma che viene considerata cruciale per mettere in sicurezza il sistema bancario europeo. A rimetterci, dunque, con quel voto alla Camera, è tutta l’Europa. Lo dice espressamente Bankitalia nella pagina dedicata a fugare tutti i dubbi su questo strumento, contro cui gli esponenti del governo Meloni, da tempo, hanno lanciato una vera e propria crociata: “La riforma attribuirebbe al MES una nuova funzione, quella di fornire una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, SRF) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie”, spiega Palazzo Koch. L’Italia intanto si spacca tra chi plaude al voto della Camera e chi, invece, mette in evidenza una scelta suicida, che avrà gravi conseguenze per il paese, le sue banche e il suo debito. Per ora buy BTP, il sostegno dalle scommesse su tassi Bce Per ora, va detto, non c’è nessun effetto sui BTP e sullo spread BTP-Bund a 10 anni. La prospettiva di imminenti tagli dei tassi da parte della Bce di Christine Lagarde continua a sostenere i titoli di stato dell’area euro, che continuano a essere inondati di buy. Nella giornata di ieri, i tassi dei BTP a 10 anni sono scesi fino al 3,55%, al livello minimo dalla fine di agosto del 2022. Il risultato degli ultimi buy sui BTP (con contestuale discesa dei rendimenti), stando a quanto riporta Reuters, è che i titoli di stato a 10 anni si apprestano a terminare il mese di dicembre con il tonfo mensile dei tassi più forte dal 2013, pari a ben 64 punti base. Buy anche sui Bund tedeschi, con i rendimenti decennali che, nella sessione di ieri, sono capitolati al valore pià basso degli ultimi nove mesi, scendendo fino all’1,94%. Reuters ha ricordato che le aspettative di tassi di interesse più bassi, con l’arrivo di tagli da parte della Bce, si stanno “confermando un balsamo per l’Italia, alle prese con una mole di debito pubblico che si aggira attorno al 140% del Pil”. No MES e l’effetto su banche, ABI: ‘Con crisi useremo risorse nazionali’ Detto questo, cosa succederà ai BTP ma anche alle banche italiane con la decisione della Camera di dire no alla ratifica della riforma del MES? Antonio Patuelli, numero uno dell’ABI, ha spiegato che la conseguenza è che “senza il nuovo MES useremo le risorse nazionali per affrontare le crisi bancarie“. Cosa che tra l’altro è successo fino a oggi: “La questione non è entrare o meno nel Mes. Anche con il voto della Camera l’Italia continua a rimanere nel vecchio MES con tutti gli altri Paesi”, ha ricordato il numero uno dell’Associazione bancaria italiana. Patuelli ha fatto notare che il dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità, in Italia, “si è caricato di eccessivi significati politici ed è per questo che non ci siamo mai pronunciati sul tema, nemmeno in occasione della nostra assemblea annuale”. In ogni caso, ha continuato il numero uno dell’ABI, “tutte le crisi bancarie dal 2015 a oggi sono state affrontate con risorse nazionali. Quella del Montepaschi con risorse di Stato e le altre con risorse delle banche concorrenti. Per fortuna adesso nessuno paventa più crisi bancarie, ma nei momenti più difficili, e in vigenza del vecchio MES, abbiamo fatto da noi. Abbiamo persino salvato la Popolare di Bari, che poi è andata allo Stato”. La frase fa capire dunque che, allo stato attuale delle cose, in caso di crisi bancarie l’Italia continuerà a far uso di risorse nazionali. E certo non si può dire che questa sia una buona notizia per i contribuenti italiani, che hanno già salvato il Monte di Stato Mps Monte dei Paschi di Siena, esempio citato tra l’altro proprio da Patuelli. No MES: scelta in vista delle elezioni europee 2024 Su Il Sole 24 Ore, nell’articolo “MES e Patto di stabilità: miopia istituzionale e incroci pericolosi“ Francesco Renne, commercialista e revisore, faculty member CUOA Business School, formatore in materie finanziarie e fiscali, commenta il no al MES mettendo in rilievo che “la partita ‘vera’, sotto il piano tecnico, non può che spostarsi dunque sul cd. MES ‘bancario’, cioè la vera novità del trattato in questione, che prevederebbe la possibilità di attivare i fondi in caso di crisi sistemiche bancarie, affiancandosi ai metodi ordinari europei (i.e. ‘bail in’) di risoluzione delle crisi bancarie stesse”. “In tal caso, in linea teorica, potrebbe ravvisarsi un segnale di ‘impossibilità finanziaria’ del singolo Paese nell’intervenire autonomamente, causando un rialzo del rischio percepito sul proprio debito pubblico”. Ma Renne scrive nella sua analisi, anche, che con il NO al MES “ci si dimentica che l’implementazione di un meccanismo ‘salva-banche’ europeo era una necessità (europea) per il completamento del quadro delle regole cd. di ‘unione bancaria’, teso alla definitiva creazione di un framework regolamentare finanziario comune (e condiviso) e, in tal senso, necessario anche alle nostre Banche nella competizione europea stessa”. Insomma, “il MES ‘condivisibile’ sacrificato sull’altare delle elezioni”, ha fatto notare l’esperto. Con No MES attenti a doom loop banche-BTP Il pericolo No MES per i BTP e dunque il rischio che senza lo strumento pensato per sostenere il Fondo di risoluzione unico i titoli di stato italiani finiscano sotto attacco è stato messo in evidenza in un articolo pubblicato su Domani anche dall‘economista Alessandro Penati. Penati ha ricordato il fenomeno del doom loop, ovvero l’abbraccio mortale tra i BTP e le banche. Queste ultime, per chi non lo ricordasse, detengono infatti in pancia una bella mole del debito pubblico italiano. “A chi ha votato in Parlamento rammento che le nostre banche detengono 665 miliardi di debito pubblico, a fronte di un patrimonio netto complessivo di 358 miliardi”, scrive Penati nell’articolo pubblicato su Domani “L’azzardo dei sovranisti fa crescere i rischi sui Btp”. Un fattore che rende le banche italiane vulnerabili a eventuali crisi del debito italiano. Penati spiega di fatto che, “in caso di crisi del nostro debito, il suo valore crollerebbe e trascinerebbe le banche italiane”. La crisi del debito infetterebbe le banche italiane, proprio a causa di quell’abbraccio mortale o anche relazione tossica, che esiste tra i BTP e gli istituti di credito. Relazione tossica ormai storica, che ha fatto scattare più volte sull’attenti il mondo degli investitori internazionali. Ma se una eventuale crisi del debito pubblico finisse per travolgere gli istituti di credito italiani, si chiede l’economista, “senza il MES, chi ricapitalizzerebbe le banche in crisi?” Niente crisi del debito pubblico, per ora, così sembra. Ma, nel caso dell’Italia con casse dello Stato perennemente in affanno, Penati ha ricordato che gli investitori stranieri detengono 763 dei 2.844 miliardi di debito pubblico. E che, nel caso in cui l’area euro finisse per scivolare in recessione, questi investitori potrebbero orientare i loro buy su asset più sicuri, a fronte del riemergere del “problema della sostenibilità del debito pubblico dell’Italia”. Che dire inoltre di quegli istituzionali italiani, che detengono 345 miliardi di euro di debito pubblico? Come si può pensare che, in caso di crisi, la loro priorità sarebbe quella di blindare i BTP? Penati ricorda a tal proposito che “loro dovere è salvaguardare il risparmio dei clienti, non dare l’oro alla patria”. Stessa cosa le banche, con i loro bilanci intasati da 665 miliardi di debito, che, più che tutelare le casse dello Stato, devono “tutelare gli interessi degli azionisti, in prevalenza stranieri”. Dunque? In caso di crisi chi farebbe davvero da scudo ai BTP (e di conseguenza, a causa del doom loop), alle banche italiane? D’altronde i BTP, dunque i titoli di stato italiani, sono stati mollati ulteriormente dalla Bce di Christine Lagarde che, nel suo ultimo atto del 2023, ha annunciato la tempistica con cui manderà definitivamente in soffitta il PEPP, ovvero QE pandemico, dopo avere staccato già la spina al QE tradizionale. Read the full article
#AntonioPatuelli#Bancad'Italia#BTPexBce#Bundtedeschi#ChristineLagarde#GiancarloGiorgetti#GiorgiaMeloni#Mes#PalazzoKoch#SPREAD#spreadBTP-Bund
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Borsa: Milano sale a +2,2% con le banche
DIRETTA TV La Borsa di Milano (+2,2%) sale ancora, in linea con gli altri listini europei. I mercati hanno ritrovato un clima di ottimismo dopo le rassicurazioni delle banche centrali dopo il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 181 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,98%. Nel listino principale corrono le banche con Unicredit…
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Spread tra Btp e Bund a 216 punti, rendimento al 4,33%
Spread tra Btp e Bund a 216 punti, rendimento al 4,33%
Read MoreIl tasso del decennale italiano aumenta di 20 punti baseIl tasso del decennale italiano aumenta di 20 punti baseRSS di – ANSA.it
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ELEZIONI ITALIANE 2022 E SPREAD BTP-BUND
Sul tema delle elezioni italiane 2022 e dell'impatto sulla tenuta del Sistema Italia, la cui cartina di tornasole è l'andamento dello spread Btp Bund tedeschi, sentiamo il parere autorevole di Maurizio Rossi, formazione matematica, alle spalle una lunga carriera nella finanza, gestore di portafogli per vent’anni in primari istituti internazionali. A firma di: Maurizio Rossi ELEZIONI ITALIANE 2022 E SPREAD BTP-BUND Avvicinandoci alle elezioni del prossimo 25 settembre penso possa essere utile fare un po’ il punto su quello che è successo nella legislatura che si sta chiudendo, partendo dalle considerazioni che feci nel maggio del 2018, che sono per lo più ancora valide oggi, giacché le promesse elettorali dei partiti sono più o meno le stesse. Il mio scopo principale è sempre quello di valutare quale potrebbe essere l’effetto delle politiche economiche proposte dai vari partiti su titoli di stato, obbligazioni ed azioni italiane per decidere se sono un investimento interessante o meno. Per cominciare l’analisi ricordo come l’andamento dello spread tra BTP italiano e Bund tedesco a 10 anni sia un ottimo indicatore di come il mondo finanziario valuti la situazione economico -finanziaria dell’Italia e le sue prospettive. Andamento spread BTP-Bund a 10 anni
Il picco più alto che vedete nel grafico è quello raggiunto nel secondo semestre del 2011, quando crollò l’ultimo governo di centro - destra, presieduto da Berlusconi; in quel momento il BTP decennale rendeva oltre il 5,5% in più dell’omologo tedesco, ed il nostro paese fu davvero vicino a dover dichiarare una qualche forma di default sul debito pubblico. Nell’estate del 2012 Draghi, allora presidente della Banca Centrale Europea, iniziò il programma di acquisto di titoli di stato dei paesi dell’area euro da parte della BCE e lo spread si ridusse negli anni seguenti fino ad arrivare intorno all’1%. Il secondo picco che vediamo sul grafico, ad un livello intorno al 3%, si verificò dopo le elezioni del marzo 2018 e durò per tutto l’anno di vita del governo Movimento 5Stelle – Lega. Dopo la sua caduta, provocata da Salvini nell’agosto 2019, lo spread si ridusse di nuovo intorno all’1,5%, per risalire brevemente nel marzo del 2020, quando esplose il Covid 19, e ridursi poi nuovamente, soprattutto da quando entrò in carica il governo Draghi. Da gennaio 2022, quando sono cominciate le fibrillazioni tra i partiti per l’elezione del presidente della Repubblica e la guerra in Ucraina, lo spread ha ripreso a salire e bisognerà che chiunque verrà chiamato a presiedere il prossimo governo faccia molta attenzione a quello che dichiara pubblicamente ed alle scelte fiscali e di politica economica che vorrà proporre. Per spiegare perché la situazione economico-finanziaria dell’Italia sia molto delicata, riprendo alcuni dati fondamentali presentati nella mia newsletter del maggio 2018, non prima di aver sottolineato che un paese può decidere democraticamente di fare qualunque cosa purché abbia i soldi per finanziarsi, altrimenti è obbligato ad ascoltare il parere dei suoi creditori. L’Italia, che ci piaccia o no sentircelo dire, è un paese finanziariamente debole. Il dato più importante da prendere in considerazione è l’andamento del deficit pubblico (in % del PIL), cioè quanto ogni anno lo stato italiano spende in più rispetto a quanto incassa con le varie forme di tassazione esistenti.
Il nostro paese, a causa di un debito pubblico molto elevato (attualmente è pari a circa il 150% del PIL), deve muoversi con molta cautela quando intende aumentare la spesa pubblica. Nella precedente legislatura la tensione sullo spread che caratterizzò l’anno del governo Lega – M5S fu imputabile principalmente ai programmi di spesa che i due partiti propugnavano, segnatamente Flat tax e Quota 100 per la Lega e Reddito di cittadinanza per i 5 Stelle. La tensione sui titoli di Stato italiani si ridusse un po’ quando si vide che sia Quota 100 che il Reddito di cittadinanza erano stati molto ridimensionati rispetto alle promesse iniziali. Il deficit italiano è poi esploso, assieme a quello di tutti gli altri paesi, nel 2020, a causa delle misure governative di sostegno a cittadini ed imprese per contrastare gli effetti economici del Covid 19. Tutti i ristori, i vari bonus e la Cassa Integrazione vennero realizzati in deficit, aumentando cioè il debito pubblico. Nel 2021, grazie alla ripresa dell’attività economica, il disavanzo si è ridotto al 7% del PIL circa e quest’anno, nonostante tutti i decreti aiuti approvati dal governo Draghi per mitigare gli effetti della crisi energetica, dovrebbe calare ancora. Quando i politici richiedono “scostamenti di bilancio” in pratica chiedono di aumentare il deficit rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio approvata dal Parlamento a fine 2021. Come detto in precedenza, un alto deficit pubblico in linea generale fa aumentare il livello del debito, che nel caso dell’Italia è aumentato di oltre 20 punti percentuali dal 2018 ad oggi. Vi chiederete come mai l’Italia sia riuscita a finanziare un deficit pubblico del 10% nel 2020 senza che la cosa creasse tensioni sui titoli di Stato. La risposta è semplice: la Banca Centrale Europea ha comprato una quantità enorme di titoli di Stato italiani, per aiutarci durante la crisi del Covid ed è anche stato approvato in sede europea il famoso programma Next Generation EU (il cosiddetto PNRR) che fornirà all’Italia circa 200 mld di euro tra contributi a fondo perduto e prestiti a tasso zero. Ora il programma di acquisti straordinario della BCE è terminato il 30 giugno ed in futuro non potremo certo sperare che essa riprenda a comprare il nostro debito pubblico per finanziare una riforma delle pensioni o enormi riduzioni di imposte (leggi flat tax al 15% per la totalità dei contribuenti).
Riassumendo, la situazione dei conti pubblici italiani, causa Covid e crisi energetica indotta dalla guerra in Ucraina, è peggiore del 2018, eppure le promesse di spesa pubblica della maggior parte dei partiti sono più o meno le stesse di 4 anni fa. Questo fa sicuramente preoccupare gli investitori esteri ed è notizia di qualche giorno fa che le posizioni ribassiste sul debito pubblico italiano sono salite ai massimi da 15 anni a questa parte. Secondo il mio modesto parere questi numeri di finanza pubblica dimostrano che non vi sono molte alternative alla strada che aveva intrapreso il governo Draghi e che è stata purtroppo interrotta prima della scadenza naturale; servono riforme per migliorare l’efficienza dello Stato, il livello di concorrenza, la creazione di un capitale umano in linea almeno con la media europea, riforme che sono necessarie anche per ottenere i finanziamenti del PNRR. Gli investitori stranieri hanno già ampiamente fatto capire che non sono disposti a finanziare ingenti deficit di bilancio realizzati per tagliare le tasse, aumentare le pensioni o ridurre l’età del pensionamento (vedasi articolo allegato). Se gli italiani vorranno che vengano realizzate queste politiche dovranno finanziarsele da soli, cosa peraltro teoricamente non impossibile, visto che la ricchezza mobiliare italiana (esclusi quindi gli immobili) ammonta a circa 5 mila mld di euro. Se i cittadini italiani fossero disponibili a sottoscrivere diciamo 300 mld di euro di un prestito al nostro stato della durata di 50 anni al tasso del 2%, magari garantito dal sempre evocato patrimonio immobiliare pubblico, allora i programmi economici della coalizione di Centro Destra sarebbero davvero realizzabili, e potremmo finalmente sperimentare sul campo se possano davvero funzionare. Sono, peraltro, molto scettico sull’accoglienza che avrebbe una siffatta proposta di “prestito patriottico” presso il pubblico dei risparmiatori italiani, alla luce dei comportamenti che ho visto durante la crisi del 2011. A mio modesto avviso, la riduzione delle tasse può essere perseguita solo con prudenza, cercando di rendere il fisco più semplice e più equo, mentre i voli pindarici e le fughe in avanti sono molto pericolosi, anche se vengono solo annunciati e mai realizzati. Stante la difficile congiuntura internazionale, i saldi del bilancio pubblico italiano, i programmi annunciati dai partiti ed i sondaggi sulle intenzioni di voto, le mie conclusioni riguardo agli investimenti in titoli italiani non possono perciò essere molto diverse da quelle di quattro anni fa. Sia i titoli di Stato che le azioni ed obbligazioni italiane possono essere molto vulnerabili, oltre che a shock esogeni, a dichiarazioni e decisioni dei nostri politici e la prossima legge di Bilancio sarà già un banco di prova molto importante. Per l’Italia è imperativo categorico non incrinare la fiducia che gli altri paesi europei hanno mostrato negli ultimi anni verso di noi, perché non siamo finanziariamente autonomi ed abbiamo bisogno del loro sostegno. Per il momento ritengo perciò più corretto e prudente mantenere i portafogli molto scarichi di titoli italiani benché possano sembrare abbastanza convenienti. Vedremo cosa succederà nelle settimane successive alle elezioni e poi valuteremo se cambiare strategia. P.S. Spero di non avervi annoiato troppo con tutte le cifre esposte in questo pezzo, ma ho una formazione matematica e mi piace usare numeri e grafici perché non mentono mai, mentre le persone, soprattutto quelle di potere, lo fanno spesso. Per chi volesse approfondire, può raggiungermi sulla mia e-mail e consiglio le seguenti letture: - La trilogia di Carlo Cottarelli: “La lista della spesa” (sulla spesa pubblica), “Il macigno” (sul debito pubblico) e “I 7 peccati capitali dell’economia italiana” tutti editi da Feltrinelli. - Per un approfondimento sociologico “La società signorile di massa” di Luca Ricolfi, edito da La nave di Teseo - Per un approfondimento sovranista potete consultare le slides del piano B per l’Italia, scritte dai Prof. Savona e Rinaldi, dove delineano il piano di uscita dell’Italia dall’euro.
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Btp Valore: il debutto del nuovo titolo di stato
La prima settimana del mese di Giugno 2023 vede protagonista il nuovo titolo stato italiano ovvero il Btp Valore. Com'è andato il suo debutto nel vasto mondo della finanza? Il mercato economico nazionale come l'avrà accolto? Andiamo ad analizzare il debutto del Btp Valore. Cos'è un titolo di stato? Prima di parlare del Btp Valore, bisogna fare un doveroso passo indietro ed interrogarci riguardo un'importante quesito: cos'è un titolo di stato? Senza sapere le basi, come possiamo andare avanti nel parlare del Btp Valore? Un titolo di stato, noto anche come obbligazione di stato o bond governativo, è un tipo di titolo di debito emesso da un governo nazionale. Ha lo scopo di finanziare le proprie attività e coprire le spese pubbliche. È un'obbligazione a lungo termine che offre agli investitori la possibilità di prestare denaro al governo in cambio di interessi periodici e del rimborso del capitale al termine del periodo di scadenza. I titoli di stato sono considerati uno strumento finanziario sicuro. Questo perché sono emessi da governi sovrani, che generalmente sono ritenuti affidabili nel rispettare i propri obblighi di pagamento. Solitamente, i titoli di stato sono emessi in diverse valute e possono essere acquistati da investitori istituzionali, banche, fondi pensione e anche da singoli investitori. Cos'è il Btp Valore? Chi meglio del Ministero dell'economia e delle finanze può spiegare cosa sia il nuovo titolo di stato italiano? Andiamo, quindi, a capire cosa sia il Btp Valore grazie al documento presente sul sito del MEF: "I BTP Valore sono una famiglia di titoli di Stato dedicati unicamente ai risparmiatori e investitori retail. Come per i Btp Italia e Futura, i BTP Valore sono strumenti che il Tesoro emette utilizzando non il meccanismo tradizionale dell’asta, ma la piattaforma MOT di Borsa Italiana-Gruppo Euronext (www.borsaitaliana.it)" Lo stesso dicastero risponde anche ad un'altra importante domanda: a chi è rivolto questo nuovo titolo di stato? "I BTP Valore sono titoli di Stato pensati unicamente per gli investitori privati e rappresentano una forma d’investimento di medio-lungo termine che prevede una remunerazione crescente nel tempo. Le modalità di acquisto all’emissione (su piattaforma MOT (www.borsaitaliana.it) ne fanno un prodotto ideale anche per chi è abituato a gestire in autonomia i propri investimenti tramite i sistemi di trading online". Il debutto Terza grande domanda: com'è andata la prima giornata del BTP Valore. Possiamo parlare di "Buona la prima" per le sottoscrizioni da parte dei piccoli risparmiatori del Btp Valore. Al termine della prima giornata di collocamento, svolta ieri ovvero lunedì 5 giugno, il nuovo titolo del Ministero dell'Economia e delle finanze ha già ricevuto richieste dalle famiglie italiane per oltre 5,4 miliardi di euro e 185mila contratti chiusi mentre lo spread tra il decennale italiano e il collega tedesco, il Bund, è sui 174,95 punti base. La prima emissione della serie Valore sarà in collocamento fino a venerdì prossimo 9 giugno. Per fare un confronto, l’ultima emissione del Btp Italia, il titolo indicizzato all’inflazione collocato a inizio marzo scorso, aveva raccolto nella prima giornata 3,6 miliardi, la seconda migliore dopo quella record del 2020 (Btp Italia Maggio 2025), quando furono raccolti oltre 4 miliardi con 109 mila contratti. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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Scende sotto soglia 130 in avvio di giornata lo spread Btp-Bund
Scende il differenziale tra il buono del tesoro poliennale italiano e tedesco. Cala al 3,82% il rendimento del titolo di Stato italiano (dal 3,85%). Read the full article
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