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Tommaso Spazzini Villa: "Autoritratti"
Oggi vorrei segnalare u libro che non ho letto, ma che immagino molto interessante. Si intitola “Autoritratti” ed è stato concepito da Tommaso Spazzini Villa. Tommaso Spazzini Villa è un artista che vive a Roma e realizza soprattutto opere concettuali, ecco perché ho detto precedentemente che il libro non lo ha scritto ma lo ha concepito come un’opera d’arte. Ha applicato alle pagine…
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Trovato nella discarica, in un pomeriggio freddo e piovoso del 2021, malato e abbandonato, questo piccolo cagnolino nella foto, è stato salvato dai nobili spazzini. Fatto salire a bordo della cabina del camion e portato in una clinica. È stato curato gratuitamente da un veterinario e oggi è la mascotte della compagnia. Ogni volta che il gruppo che lo ha salvato usciva per il servizio quotidiano, il cagnolino iniziava ad abbaiare, insistendo per andare con loro. Hanno avuto l'idea di far fare un giubbotto anche per lui, e da quel momento in poi, è diventato parte della compagnia, felice insieme ai suoi eroi ed amici fedeli. Uomini nobili con mani dure che raccolgono rifiuti, ma anime pulite si sono trasformate in vita.
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Inside Out: It's Pixar, It's Always Pixar!!!
Con Inside Out di Pete Docter, la Pixar torna ai geniali fasti del passato e confeziona un film che diverte, emoziona e stupisce continuamente.
Sin dalle prime immagini di Inside Out si ha l'impressione di un ritorno ai fasti del passato. Ci era sembrato di veder brillare nuovamente la scintilla creativa che aveva permesso alla Pixar di distanziare tutta la concorrenza diretta. Con alla guida il Pete Docter di Up, lo studio di Lasseter ci ha condotto in un luogo misterioso che tutti abbiamo dentro di noi, la nostra mente, facendoci trovare faccia a faccia con la personalizzazione delle nostre emozioni basilari.
Inside Out: un'immagine del film animato
Capolavoro annunciato?
Inside Out: una scena tratta dal film animato
Quando tante aspettative si creano attorno a un progetto, c'è sempre il rischio che restino deluse, che lo sguardo dello spettatore punti troppo in alto mancando il bersaglio e perdendo di vista il valore reale. Non è questo il caso. E ce se ne accorge sin dalle primissime sequenze. E non potrebbe essere altrimenti nel vedere in azione le cinque emozioni della piccola Riley, guidate dall'esuberante Gioia ed impegnate a gestire le reazioni della ragazzina a tutto ciò che la circonda. Emozioni che si trovano a dover gestire una situazione d'emergenza, forse il peggio che possa capitare ad una ragazzina che si avvicina all'adolescenza, mettendo a rischio quei punti saldi, scuotendo alle fondamenta le sue isole della personalità e mettendo in subbuglio le sicurezza precostituite: un trasloco, dal Minnesota ad un mondo diverso come può essere San Francisco in California.
Il mondo della mente
Inside Out: il character poster italiano di Gioia
Poco più su si è parlato di luogo nel far riferimento alla mente, background di gran parte dell'azione che si sviluppa in Inside Out e non si è usato questo termine a caso, perché si tratta a tutti gli effetti di un luogo vero e proprio, con diverse aree, la sua fauna e la sua flora (perché non si può dimenticare l'irrinunciabile foresta di patatine fritte della Terra dell'immaginazione). Le cinque emozioni, Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura sono i principali protagonisti e gestiscono il tutto dal loro Quartier generale, definendo lo stato d'animo e le reazioni di Riley (come di ognuno di noi) e decretando la sensazione (e, visivamente, il colore) di ogni ricordo che viene immagazzinato.
Prima del traumatico trasloco, è il giallo della Gioia a dominare i ricordi, sia quelli chiave che tutti gli altri, di Riley, ma le cose sono destinate a cambiare ed i cinque protagonisti emotivi di Inside Out dovranno fare i salti mortali per gestire la situazione, in una storia che si dipana esplosiva e pirotecnica in tutti i recessi della mente, nell'archivio della memoria a lungo termine, negli abissi del subconscio dove albergano le paure recondite, nella vivacità della Terra dell'immaginazione. Un mondo che ha il sapore del parco tematico, con le sue tante aree ed i suoi tanti abitanti che fanno da contorno ai protagonisti, sui quali non si può non citare l'entusiasta amico immaginario di Riley, Bing Bong, e gli spazzini che si occupano di portar via i ricordi inutilizzati, ma anche il treno dei pensieri che si intravedeva già in una delle prime clip.
Le emozioni guidano la storia
Inside Out: il sorriso di Gioia in una scena del film d'animazione
C'è un momento in Inside Out, dopo gli esplosivi venti minuti iniziali, in cui per un attimo si teme che la genialità del film ci si possa fermare all'idea iniziale e la prima presentazione dei personaggi, ma non è così: il film prosegue agile, senza perdere colpi, catapultandoci da una situazione all'altra come su montagne russe di emozioni che ci sballottano dalle risate alle lacrime senza soluzione di continuità, mentre scopriamo di più delle cinque emozioni che governano Riley (ma anche di ognuno di noi, come si vede fin da subito con i flash nella mente dei due genitori della ragazza e nel meraviglioso inserto che accompagna i titoli di coda).
Un'attenzione per la storia e i suoi dettagli, fin nei suoi personaggi secondari, da sempre caratteristica Pixar, che qui torna con prepotenza facendo passare in secondo piano il pur eccellente comparto tecnico: a differenza di altri casi passati, infatti, non c'è niente di rivoluzionario che salta all'occhio nella impeccabile messa in scena. Forse perché si è troppo concentrati sull'aspetto narrativo per far caso ai miracoli tecnologici, forse perché semplicemente è la stessa Pixar ad aver volontariamente spostato maggiormente l'attenzione su storia, personaggi e, soprattutto, emozioni.
Il cinema ha bisogno della Pixar.
Non solo idee
Inside Out: Tristezza e Gioia in una scena del film d'animazione
Il cinema, e l'arte dell'intrattenimento in generale, non di rado ci mostra grandi idee non sviluppate come meriterebbero. Non è anomalo, tutt'altro; sembra piuttosto la normale conseguenza della difficoltà nel padroneggiare l'arte della narrazione con tutto ciò che comporta in termini di capacità di conquistare e coinvolgere il proprio pubblico. Maestria tecnica a parte, se c'è un aspetto specifico che rende la Pixar unica nel mondo dell'animazione contemporanea, e non solo, è proprio quell'abilità nello sviluppare le sue idee, già di per sé geniali. Una qualità che rende addirittura guardabile un titolo minore come Cars 2 e permette allo studio di Lasseter di poter sfornare sequel che non sfigurano al cospetto dei loro precursori. É una qualità importante e non merce da poco, ed è per questo sento di affermare con sicurezza e profonda stima una grande realtà confermata: il cinema ha bisogno della Pixar e tutti noi non possiamo che essere grati all'impareggiabile lavoro sviluppato nel corso degli anni.
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Dobbiamo parlare di gatti
Sono sicuro che c'è un padrone o una padrona di gatto o gatti tra chi mi segue, e forse questo post non sarà di suo gradimento. La faccio breve.
TL;DR: non fate uscire il gatto da casa, tenetelo dentro.
Versione lunga.
Su Nature Communications è stata pubblicata una revisione della letteratura riguardante l'impatto del gatto domestico (Felis catus) sul regno animale. L'articolo è stato riassunto da Fanpage in italiano. Le revisioni sono pubblicazioni scientifiche che cercano di fare il punto sulla conoscenza attuale di un dato argomento. Gli studiosi hanno esaminato 533 studi precedenti e hanno identificato oltre 2000 specie animali predate dai gatti in tutto il mondo (per la precisione 2084).
Mettendo insieme tutti i dati, i risultati sono questi:
Se pensate che i gatti servano per catturare i topi, ebbene sbagliate. La prima preda, in assoluto, del micio è un uccello, non un mammifero. In tutto il mondo, i gatti fanno strage di uccelli, quando va bene i mammiferi sono la seconda scelta, globalmente sono la terza (preferiscono i rettili). E tra i mammiferi, si specifica nell'articolo, non ci sono solo topi e ratti, ma anche mammiferi di grandi dimensioni, perché al gatto non è che interessi poi tanto se deve catturare un animale o può cibarsi di una carcassa: anche fosse un toro non gli farebbe schifo.
Eh, ma tanto, cosa vuoi che sia? Il gatto ha sempre portato un regalino, è la loro natura
Sì, certo, è la loro natura. Assassina. Altro grafico tratto dallo studio:
Al gatto non frega niente se quella che ha puntato è una specie comune o è in via di estinzione. Consideriamo che globalmente le specie predate a basso rischio sono il 75%, aggiungiamo un 10% di specie incerte (che non significa che siano a basso rischio, significa che non sono state valutate con certezza, ma consideriamole ottimisticamente). Abbiamo quindi che il gatto risulta un fattore di rischio di estinzione per il 15% delle specie predate. Considerando le 2000 specie complessive circa, abbiamo quindi 300 specie minacciate dal gatto domestico. E non è un problema solo dell'Australia, ma anche dell'Europa (che magari non arriva al 15%, ma di poco)
Il gatto domestico è nella lista delle 100 specie invasive più dannose al mondo, e c'è un motivo. Interessante notare anche la taglia della preda del gatto:
La maggior parte delle prede è intorno ai 5 kg (quanto pesa il vostro gatto?), ma come dicevo prima non si salvano nemmeno i bovini, o anche gli emu, le tartarughe marine o anfibi giganti come la rana toro: i gatti sono anche spazzini.
Quando guardate il vostro gatto e pensate che è così carino, ricordatevi che il suo fascino è quello di Ted Bundy.
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2/3/14/15/38
🐚. Cose che ti piace fare, ma che gli altri reputano strane?
Camminare tra i mucchi di foglie secche ammucchiate ai margini dei marciapiedi invece che dove non ci sono (scusate spazzini), quando c'è un pavimento a piastrelle nere e bianche caminare posando I piedi solo su quelle nere o solo sulle bianche o seguendo il movimento di un pezzo degli scacchi, camminare solo sulla fuga di un pavimento o una pavimentazione come se fossi su un filo per funamboli, non inzuppare mai biscotti, brioche o dolci nelle bevande perché mi danno fastidio le briciole sul fondo della tazza, cercare le fossette sui visi o i gomiti delle persone (sì lo so non sto bene 🤣), mangiare la parte bruciacchiata dei cibi perché è quella più croccante, cercare forme nelle nuvole, mangiare cibi molto piccanti senza battere ciglio dicendo che non è così piccante, dichiararmi per prima ad un ragazzo che mi piace, fare sorprese anche se ti conosco da poco.
Poi sicuramente altro, ma ora mi viene in mente solo questo.
🐚. Cose che tutti fanno ma che tu non hai mai fatto?
Assistere ad un concerto, vedere un balletto, visitare una mostra d'arte, andare a teatro a vedere un'opera, guardare le stelle, ballare sotto la pioggia, viaggiare.
🐚. Cosa ami che tutti odiano?
L'odore di vernice, smalto, acetone o bianchetto; l'odore dei libri "vecchi", mangiare piccole dosi di wasabi da solo con il cucchiaino (non da morire ovviamente), lo strabismo di Venere; i particolari che per le persone sono difetti, ma che per me le rendono uniche.
🐚. Cose che odi che tutti amano?
I temporali, le montagne russe, il carnevale, la discoteca, uscire tardi la sera, gli e-book, gli alcolici, gli analcolici (anche alla frutta), l'acqua tonica, il minestrone, il colore grigio (tranne qualche eccezione)
🐚. Cosa diresti alla te stessa di 16 anni?
Cara V. ,
lo so, stai vivendo il periodo più difficile dalla tua vita, tutte le tue certezze stanno vacillando, ti senti sola in mezzo alla gente e nessuno è disposto ad accettatti, ascoltarti e capirti, sei sola.
Non fidarti della tua migliore amica, non vuole davvero il tuo bene, ti sta solo usando, non mettere da parte te stessa per lei o per S. non ti merita nemmeno lui, non cambiare per lui non vale la pena e non vergognarti mai della tua timidezza, non è sbagliata come credi.
Dai più importanza allo studio, non mollare, non permettere che i problemi familiari e relazionali ti portino a perdere un'altro anno di scuola; non lasciare che il bullismo di compagne e docenti ti schiacci al punto tale da dimostrare che avevano ragione e che non sei all'altezza, perché piccola V. lo sei!
Cambiare classe sarà la tua salvezza, i docenti finalmente ti apprezzeranno e potrai trovare sostegno in particolare nella docente di italiano e latino, la signora R., ora non hai più contatti, ma non smetti di ringraziarla.
Uscirai dalla depressione, ci uscirai con fatica, da sola con la musica di Tiziano Ferro, con quella canzone che ti ha salvato la vita, arriverai a 25 anni, a scrivere questa lettera, diplomata, prossima alla laurea ed un passo più vicina al tuo sogno.
Ci stai riuscendo, sempre da sola contro tutti e tutti, hai visto? Hai creduto in te sempre e sei arrivata lontano; hai perso amicizie e persone che ritenevi importanti durante la strada, ma hai imparato a volerti bene, ad accettare e star bene anche nella tua solitudine ed apprezzare ed essere grata per tutto.
Tuttavia, per ora hai solo 16 anni, aggrappati a tutto ciò che ti rende felice, gustati quella gioia a pieno e non privarti di nulla.
Sinceramente tua,
Valentina
Grazie per le domande.
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1963.. Oriana intervista Toto' ..
"Signorina a me Totò non piace"..
Principe: io non La ho mai vista ridere. A parte il fatto che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre riso pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.
«Pochissimo, niente. Io non rido, sorrido. E, anche quello, raramente. Sorrido a lei, per esempio, perché è una donna: non si può mica parlare a una donna con il musone. Però vede: non è esatto nemmeno dire che io sia triste: son calmo, privo di ansia. Io l’ansia non la conosco. Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale, bizantino. Non so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna. Io amo la luna, assai più del sole. Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte. È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. Il giorno… che schifo! Le automobili, gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo! Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il giorno».
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L’ARTISTA CHE DIPINGE SULLE CICCHE ABBANDONATE
Da quando ha iniziato a dipingere sulle gomme da masticare gettate in terra, le sue originali miniature hanno attratto l’attenzione di migliaia di passanti. Ben Wilson è un artista inglese di 60 anni cresciuto a Barnet, nel nord di Londra, da genitori artisti che hanno sollecitato la sua creatività fin da quando era bambino. Con il tempo la sua avversione per i rifiuti industriali e per la spazzatura si è trasformata in una vera e propria forma d’arte. Così Wilson, nel 2004, ha deciso di dipingere delle miniature ad olio e in acrilico sulle gomme da masticare gettate per strada, attirando inizialmente l’attenzione delle autorità che però non hanno interferito con il suo lavoro in quanto la superficie secca della gomma da masticare non è soggetta ad alcuna giurisdizione e non può dunque considerarsi proprietà pubblica.
Nel tempo Wilson ha visto rimuovere centinaia delle sue opere dagli spazzini ma ha continuato in quella che lui definisce una “ricerca visuale nel tentativo di dare un significato al mondo”. “Dipingendo un’immagine così piccola, coloro che la vedono scoprono un mondo nascosto sotto ai loro piedi”, dice l’uomo chewing gum in un’intervista, “se guardano, allora possono vedere, è una questione di percezione”. Una delle gallerie più conosciute delle sue opere si trova sotto la grata in ferro del Millenium bridge di Londra, dove le gomme abbandonate non possono essere rimosse e rimangono così a disposizione delle centinaia di passanti che attraversano il ponte ogni giorno, o almeno di quanti sono capaci di vedere il mondo sotto ai loro piedi.
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Fonte: Ben Wilson Chewing gun man
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Che sia pace o felicità lasciati avvolgere. Quando ero giovane pensavo che queste cose fossero stupide, sempliciotte, avevo il sangue cattivo una mente contorta un'educazione precaria, ero duro come il granito non sopportavo il sole non mi fidavo di nessun uomo e soprattutto di nessuna donna, vivevo all'inferno in piccole stanze oggetti rotti, oggetti distrutti, camminavo sui vetri, maledetto. Sfidavo ogni cosa, venivo continuamente sfrattato incarcerato dentro e fuori risse dentro e fuori dalla mia testa, le donne erano qualcosa da scopare e insultare non avevo amici maschi, odiavo le vacanze, i bambini, la storia, i giornali, i musei, matrimoni, film, ragni, spazzini, gli accenti inglesi, lo spagnolo, il francese, l'italiano, noci e il colore arancione. L'algebra mi faceva arrabbiare, l'opera mi faceva vomitare, Charlie Chaplin era finto, i fiori erano per finocchi, la pace e la felicità erano per me segni di inferiorità propri di una mente debole e confusa. Ma andando avanti con le mie risse di strada, i miei anni di autodistruzione, il mio passare da una donna all'altra iniziai gradualmente a capire che io non ero diverso dagli altri, ero uguale. erano tutti pieni d'odio accecati da futili rancori, gli uomini con cui mi picchiavo nei vicoli avevano il cuore di pietra tutti spingevano sgomitavano imbrogliavano per qualche vantaggio insignificante la menzogna era l'arma e la trama era vuota l'ignoranza era il dittatore. Con cautela permisi a me stesso di sentirmi bene, a volte trovavo momenti di pace in squallide stanze fissando i pomelli di un comò o ascoltando la pioggia al buio. Meno cose mi servivano più mi sentivo bene, forse l'altra vita mi aveva consumato, non trovavo più nessun fascino nel sovrastare qualcuno nella conversazione o nel montare il corpo di una povera femmina ubriaca la cui vita era scivolata via nel dolore. Non potrò mai accettare la vita così com'era, non potrò mai ingoiare tutti i suoi veleni, ma c'erano delle parti tenui, magiche, non so quando ma il cambiamento avvenne e qualcosa in me si rilassò, si attenuò, non dovevo più dimostrare di essere un uomo, non dovevo più dimostrare niente, cominciavo a vedere le cose, tazze di caffè dietro il bancone di un bar o un cane che camminava sul marciapiede. Cominciavo a sentirmi bene, cominciavo a sentirmi bene nelle situazioni peggiori e ce ne sono state tante. Mozart è morto ma la sua musica è ancora lì nella stanza,l'erba cresce, la terra gira. Sono uscito fuori, salito sulla mia meravigliosa auto, ho messo la cintura di sicurezza, sono uscito a marcia indietro dal vialetto sentendo un calore sulla punta delle dita fino al mio piede sul pedale del gas, sono entrato nel mondo ancora una volta, ho guidato giù per la collina superando case piene e vuote di gente, ho visto il postino ho suonato il clacson, lui ha ricambiato il mio saluto.
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ci sono anche utilizzi intelligenti dell'intelligenza artificiale, come questo. Operazione verità.
Quello per cui la tecnologia è già pronta, sarebbe di sostituire tutti i burocrati, buromagistrati, statali e para con la AI.
Dice, si ma i poliziotti, gli spazzini? Solo uno su quattro è in strada, per tutti gli altri è più produttiva e intelligente la AI come è, appena estratta dalla scatola.
(La cosa produrrebbe il cortocircuito bloccante: la burocrazia esiste solo per farsi mantenere, la sostituzione di parassiti con bot eliminerebbe non solo la crescita ma la necessità stessa di burocrazia).
When you use AI to replace every mention of "our democracy" with "our bureaucracy," everything starts making a lot more sense:
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Sii gentile con ogni creatura vivente, questa è la vera religione (Buddha)
La natura mi stupisce ogni giorno, è fonte viva della mia felicità quotidiana nel mio piccolo mondo casalingo. Adoro osservare i pesci che popolano il nostro acquario zen muoversi tra la folta vegetazione, i gamberetti splendidi spazzini del fondo sabbioso e soprattutto gli avannotti che si muovono indisturbati, verificando la loro crescita giorno dopo giorno.Amo e cerco di aiutare tutti gli…
#acquario Zen#Buddha#canto#codirosso spazzacamino#lucertola#mangime#Muscicapidae#panico#passeriforme#pastoncino#Phoenicurus ochruros#ragno#uccelli
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Ceccano, mai visti tanti spazzini in strada
Stamane in Piazza XXV Luglio a Ceccano, attorno al Monumento e al torrione delle mura castellane, era tutto un pullulare di spazzini con due mezzi della società che gestisce l’appalto per la raccolta dell’immondizia. Una scena mai vista in tutti questi anni ed improvvisamente diventata realtà con i Commissari. Cosa è accaduto? Possiamo soltanto immaginare che Palazzo Antonelli, finalmente,…
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Snow Patrol - Open Your Eyes (Official Video) Mi è tornato in mente questo bel video girato a gran vitesse in piano sequenza in una Parigi ancora deserta dove son svegli solo i piccioni e gli spazzini al lavoro, si sciupa nel finale quando pisseramente lui finalmente incontra lei sotto il sacro cuore.
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L’Abbigliamento da Lavoro: Storia, Evoluzione e Importanza
L’abbigliamento da lavoro è l’abbigliamento indossato per il lavoro, in particolare per il lavoro che comporta attività manuali. Questo tipo di abbigliamento è progettato per fornire durata e sicurezza, caratteristiche fondamentali per chi opera in settori come l’industria, la costruzione e i servizi. La scelta di un abbigliamento adeguato è essenziale per garantire non solo la protezione del lavoratore, ma anche il comfort e la funzionalità durante le ore di lavoro.
L’Industria in Crescita dell’Abbigliamento da Lavoro
L’industria dell’abbigliamento da lavoro è in continua crescita, con numerosi rivenditori che offrono una vasta gamma di prodotti specifici. Le catene impegnate nel business dell’abbigliamento da lavoro da 1 miliardo di dollari registrano guadagni annuali costanti dal 6% all’8% nell’abbigliamento da lavoro maschile. Questo incremento riflette una crescente domanda di prodotti di qualità che soddisfano le esigenze specifiche dei lavoratori, sia in termini di sicurezza che di comfort.
Aspetti Fiscali dell’Abbigliamento da Lavoro nel Regno Unito
Nel Regno Unito, l’abbigliamento da lavoro può avere implicazioni fiscali per i dipendenti. Se l’abbigliamento fornito non è dotato di loghi aziendali, può essere soggetto all’imposta sul reddito come “pagamento in natura”. Tuttavia, se l’abbigliamento aziendale è dotato di loghi, il dipendente può avere diritto a uno sconto fiscale per aiutare a coprire i costi di manutenzione. Questo incentivo fiscale rende più conveniente per le aziende fornire abbigliamento da lavoro personalizzato, migliorando la visibilità del marchio e la coesione tra i dipendenti.
La Storia dell’Abbigliamento da Lavoro
L’abbigliamento da lavoro ha una lunga storia che risale a secoli fa. In Gran Bretagna, dalla metà del XIX secolo fino agli anni ’70, gli spazzini, i carbonai e i lavoratori manuali noti come “navvies” indossavano berretti piatti, pantaloni di velluto a coste, stivali pesanti e giacche d’asino. Questo abbigliamento era funzionale e resistente, progettato per durare e per proteggere i lavoratori dalle dure condizioni di lavoro. Le versioni successive della giacca d’asino erano dotate di toppe in pelle sulle spalle per evitare l’usura quando si imbracciava una vanga o un piccone.
Abbigliamento da Lavoro Marittimo
L’abbigliamento da lavoro marittimo ha anch’esso una storia affascinante. Dalla fine del XVIII secolo, i marinai mercantili e i lavoratori portuali indossavano pantaloni a zampa di jeans, canottiere a righe, maglioni a collo alto lavorati a maglia e cappotti corti blu. Questo abbigliamento era ideale per le dure condizioni marine, offrendo sia protezione che comfort. Oggi, i pescatori contemporanei indossano giacche impermeabili a due pezzi gialle o arancioni e pantaloni, mentre gli aggiornamenti moderni includono pile polari e felpe con cappuccio.
Uso Ferroviario dell’Abbigliamento da Lavoro
Nell’era del vecchio West, gli ingegneri ferroviari e i lavoratori delle ferrovie indossavano tute, berretti e giacche da lavoro distintivi realizzati con strisce di noce americano. Questo abbigliamento distintivo serviva non solo per protezione, ma anche come segno di identificazione. Nei tempi moderni, il berretto da ingegnere a righe rimane parte dell’uniforme dei macchinisti americani, riflettendo una lunga tradizione di abbigliamento funzionale e simbolico.
Abbigliamento da Lavoro nell’Industria del Legname
I boscaioli americani e canadesi hanno una tradizione di abbigliamento da lavoro che include giacche Pendleton scozzesi di bufalo, tuque di lana e stivali impermeabili con puntale rinforzato. Questi capi offrono protezione dalle dure condizioni del lavoro nel bosco, inclusa la protezione dalla motosega. Le giacche di lana imbottite verde oliva sono state anche fornite agli equipaggi delle jeep dell’esercito americano durante la guerra, dimostrando la versatilità e la durata di questo abbigliamento.
Uso dell’Abbigliamento da Lavoro da Parte dei Camionisti
Dagli anni ’30 in poi, i camionisti e i meccanici indossavano un abbigliamento distintivo che comprendeva berretto da meccanico, maglietta bianca, bandana, tuta da lavoro e blue jeans. Questo look è diventato iconico, servendo da ispirazione per diverse sottoculture nel corso degli anni. All’inizio degli anni ’80, i berretti con visiera sono stati sostituiti con berretti da baseball in schiuma e rete noti come cappelli da camionista, dati ai camionisti da produttori come John Deere per pubblicizzare i loro prodotti.
L’Abbigliamento da Lavoro nell’Epoca Moderna
Oggi, l’abbigliamento da lavoro industriale e del settore dei servizi comprende magliette o polo economiche, pantaloni in misto poliestere e cotone, stivali con cappuccio in acciaio e gilet con il logo dell’azienda. I pile polari, originariamente inventati negli anni ’70, sono comunemente indossati dagli operai delle fabbriche e dai gestori di bestiame nei climi più freddi. Questo tipo di abbigliamento continua a evolversi, offrendo sempre maggiori livelli di comfort e protezione.
Ispirazione nella Moda dell’Abbigliamento da Lavoro
L’abbigliamento da lavoro ha avuto un enorme impatto sull’industria della moda, influenzando stili come lo streetwear. È diventato un simbolo di identità e di stile di vita, adottato da varie sottoculture. Tagli di capelli pompadour, tatuaggi, giacche di jeans, trench militari, flanelle da boscaiolo, camicie chambray, denim grezzo e stivali da lavoro fanno parte di questo stile. L’abbigliamento da lavoro rappresenta non solo una necessità pratica, ma anche un’affermazione di identità e di appartenenza.
In conclusione, l’abbigliamento da lavoro è essenziale per la sicurezza e il comfort dei lavoratori in vari settori. La sua storia e la sua evoluzione dimostrano la sua importanza e il suo impatto, non solo come abbigliamento funzionale, ma anche come simbolo culturale e di moda.
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Spazzapnea, la competizione che pulisce i mari e le spiagge italiane
Si è svolta, in contemporanea in sette località italiane, la sesta edizione di “Spazzapnea – Operazione spiagge e fondali puliti” che ha permesso di raccogliere un “bottino” di ben 5.151 kg di rifiuti divisi tra plastica, vetro, metallo, un gran numero di pneumatici, batterie e molto altro. Evento ufficiale Apnea Academy per le indiscusse finalità ecologiche e ambientali e patrocinato da WWF SUB, quest’anno Spazzapnea ha coinvolto le seguenti località: Genova, Ancona, Marina di Pisa, Bari – Torre a mare, Torre del Greco, Ustica e Roma. Una gara per l'ambiente, Spazzapnea Ideata a Genova nel 2018 e giunta alla sesta edizione, Spazzapnea ancora una volta ha permesso ai partecipanti di trasformarsi in veri e propri “spazzini del mare” e competere immergendosi in apnea o camminando sui litorali per recuperare la maggiore quantità possibile di rifiuti. Anche quest’anno, il Pluriprimatista di apnea Umberto Pelizzari ha partecipato attivamente alla gara di raccolta di rifiuti nella sede di Genova, insieme ad alcuni allievi Incursori della Marina Militare intervenuta ufficialmente all’evento. Presente nel capoluogo ligure anche la Campionessa di Sci Laura Pirovano mentre a Roma ha partecipato la campionessa e sirena Ilaria Molinari, anche in veste di Madrina dell’evento. La gara goliardica di raccolta di rifiuti ha avuto inizio nella mattinata di domenica 9 giugno e ha visto un numero imponente di volontari, divisi a squadre, impegnati nella raccolta per circa tre ore.Una volta terminata la gara, i rifiuti sono stati smistati, pesati e catalogati per ricevere poi un punteggio in base alla pericolosità che essi rappresentano per l’ambiente marino e ai tempi di decomposizione nell’ambiente. I risultati Nella giornata di domenica 9 giugno, raccolti i seguenti quantitativi di rifiuti: - Ustica - 575 kg - Marina di Pisa - 820 kg - Torre del Greco - 300 kg - Roma - 58 kg - Genova - 1400 kg - Bari - Torre a mare - 1770 kg - Ancona - 228 kg Per un totale di 5.151 chili, divisi tra plastica, vetro, metallo, un gran numero di pneumatici, batterie e rifiuti vari, tra i quali spiccano come sempre le sigarette. Immagine di copertina: SPAZZAPNEA Press Office Read the full article
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La bocca in 3D di un antico pesce senza mascelle suggerisce che i pesci erano filtratori, non spazzini o cacciatori
Rhinopteraspis dunensis NHMUK PV P 73217 regione orale. (a) Apparato orale e placche circostanti come conservate, in vista ventrale, (b) vista ventrale della placca sovraorale con tre frammenti riarticolati, (c) placca postorale in vista dorsale, (d) apparato orale come conservato con placche ventrali rimosse, (e) vista dorsale delle placche orali come conservate, (f-i) placca orale R4 in vista…
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