#sono un grammar nazi
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Dato che tu sei favorevole ad accogliere i clandestini economici e non chi ha realmente bisogno manda il numero del tuo conto , così potrai pagare il miliardo di debiti che hanno fatto i comuni per accogliere i minori non accompagnati. Facile parlare con i soldi degli altri , pirla
Ti spiego come funziona uno scambio di idee: tu esponi le tue, porti argomenti e dati (soprattutto dati) a sostegno, io le confuto sulla base dei miei dati. Dopodiché o io convinco te o tu convinci me oppure ognuno rimane della sua idea e amen.
In nessun caso nessuno puoi permetterti di offendere perché la prima reazione che susciti è quella del disgusto e poi ti prendi un sonoro vaffanculo.
Tutto chiaro fino a qui?
Fortunatamente per te sono magnanimo e provo a insegnarti qualcosa (anche se temo sarà inutile).
Non capisco come tu possa non considerare bisognose di aiuto bambini non accompagnati. Vedo poi che a te continua a sfuggire il nesso tasse pagate e l'ospitarli a casa mia: se pago le tasse lo faccio anche per accogliere chi ha bisogno. Per dirne una: nella nazionale femminile di pallavolo ci sono due giocatrici di origine ivoriana una, Myriam Silla e nigeriana l'altra, Paola Egonu. La seconda è stata premiata come migliore schiacciatrice dell'ultimo mondiale e, data la sua giovane età, è destinata a fare ancora meglio. Entrambe le loro famiglie sono migrate per motivi economici. Fortunatamente per la pallavolo azzurra si sono fermate in Italia. Se permetti preferisco pagare le tasse più per accogliere loro che per mantenere un parassita incapace pure di fare questi ask senza anonimato.
Quanto al miliardo che certi comuni avrebbero pagato per accogliere questi minori non accompagnati mi piacerebbe sapere a quale ti riferisci in particolare, perché io ne ricordo uno in provincia di Ferrara che fece le barricate per non far entrare poche decine di persone, tutte donne e bambini, tra l'altro.
Non so se poi abbia senso lamentarsi di 1 miliardo di euro sborsato per loro quando l'evasione fiscale in Italia è di circa 190 miliardi.
Centonovanta. Prova a scriverla per intero una cifra del genere.
Leggi qui
Studio del Tax Research LLP.
Potevo evitare di risponderti nel merito e definirti a mia volta pirla o usare un epiteto anche più fantasioso per descrivere la tua pochezza d'animo ma ho preferito trattarti da persona adulta.
Considera la mia buona volontà ma non confondere la gentilezza con la debolezza perché, fidati, sarebbe il tuo più grande errore.
E impara a non mettere lo spazio prima della virgola, ignorante!
#prendili a casa tua#anon saga#anonimo#ask me anons#send me anons#ma ancora con state?#esempio di pessima educazione in anonimo#sono un grammar nazi
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E non ci indurre in tentazione
Alle gerarchie cattoliche il "Padre Nostro" proprio non piace.
Da che mi ricordo, avranno provato almeno 3 o 4 volte a correggere quel passaggio che dice "E non ci indurre in tentazione" che, per noi, viene dalla vulgata latina di San Girolamo "Et ne nos inducas in tentationem", (scritta nel IV secolo d.C.) che lascia poco spazio alla fantasia di traduzione e che viene ripetuto a pappagallo da secoli, nonostante abbia, come concetto, quel vago non so che di "satanico" nell'istigazione a compiere peccato.
Non mi ricordo la variazione precisa che era stata proposta da Giovanni Paolo II, oltre 15 anni fa, ma al momento la rivisitazione più accettata (e che probabilmente diventerà ufficiale) è: "E non abbandonarci in tentazione", ipotizzata prima da Papa Benedetto XVI, nel 2007, e adesso ripresa da Papa Francesco, nel 2020, che "suona male", ma tanto per placare subito l'animo dei Grammar Nazi all'ascolto, è in italiano corretto.
I Francesi si sono già adeguati da tempo modificando quel passaggio del Padre Nostro in "Ne nous laisse pas entrer en tentation", ovvero "Non lasciare che entriamo in tentazione", ma la mia professoressa di latino (che ne sapeva veramente a pacchi) avrebbe avuto da ridire anche in questo caso, anche perché il latino, come tutte le lingue morte, è interpretabile, ma anche estremamente specifico:
indūco [indūco], indūcis, induxi, inductum, indūcĕre verbo transitivo III coniugazione
1 introdurre, condurre dentro o verso o contro 2 [militare] condurre, guidare, far avanzare 3 presentare, far dire, far rappresentare, portare in scena 4 [diritto] far venire, far comparire in giudizio 5 registrare, computare, mettere in conto 6 addurre, avanzare, mettere innanzi 7 indurre, spingere, persuadere a 8 ricoprire, applicare, rivestire, stendere sopra 9 indossare, vestire 10 ingannare, prendersi gioco di 11 cancellare, annullare, revocare, abrogare 12 spianare
Nessuna delle traduzioni del verbo "indūcĕre" storicamente accettate lascia scampo a Dio.
Ora, c'è un problema di fondo, ovvero che la vulgata di San Girolamo è a sua volta una traduzione dall'originale greco (lingua in cui sono stati scritti i Vangeli) e il Padre Nostro compare nei Vangeli di Luca e Matteo nel passaggio del Discorso della Montagna, in cui Gesù, pronunciando anche il passaggio incriminato, avrebbe invitato i suoi discepoli a pregare così:
Πάτερ ἡμῶν ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς, ἁγιασθήτω τὸ ὄνομα σου· ἐλθέτω ἡ βασιλεία σου· γενηθήτω τὸ θέλημα σου, ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς· τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον· καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφειλήματα ἡμῶν, ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέταις ἡμῶν· καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ. [Ὅτι σοῦ ἐστιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύναμις καὶ ἡ δόξα εἰς τοὺς αἰῶνας·] ἀμήν.
Che io non saprei tradurre (perché il greco non l'ho studiato), ma che nemmeno i traduttori storici dei vangeli hanno mai tradotto correttamente. Non lo dico io, lo dice Erasmo da Rotterdam, che quando decise di tradurre nuovamente i vangeli dal greco si accorse che San Girolamo si era preso diverse libertà, un po' per questioni linguistiche (il greco è una lingua con una potenza spaventosa che ha più eccezioni che regole e in cui ogni parola può avere innumerevoli sfumature), e un po' per questioni "politiche", perché la Chiesa di allora era una super-potenza anche politica, molto più di quanto lo sia oggi, e il controllo politico della popolazione passava soprattutto dal senso di colpa morale.
Erasmo traduce il passaggio incriminato con "Scongiura il rischio della tentazione", che avvalora la "nuova" versione con circa 5 secoli d'anticipo.
Quindi ha ragione la Chiesa a voler rivedere quel passaggio? Probabilmente sì, sebbene nell'Antico Testamento, nel Libro di Giobbe (l'uomo più vessato da Dio nella storia dell'umanità), Giobbe a un certo punto dice: "So che ho bisogno di prove affinché la mia natura si purifichi. Se tu decidi di sottopormi a queste prove, se (…) dai un po’ di mano libera al Maligno, allora pensa, per favore, alla misura limitata delle mie forze. Non credermi troppo capace. Non tracciare ampi i confini entro i quali posso essere tentato, e siimi vicino con la tua mano protettrice quando la prova diventa troppo ardua per me".
Da questo evinciamo che il Dio dell'Antico Testamento (il Dio degli Eserciti, lo stesso che fece ad Abramo lo scherzone in cui gli chiedeva sacrificare il figlio) ogni tanto, per passatempo, un po' di spazio al "maligno" si divertiva a darlo, e posso anche capirlo, perché quando "esisti da sempre", come minimo, ogni tanto ti annoi e non sai più come passare il tempo.
Quindi Dio non indurrebbe in tentazione, ma permetterebbe a chi di dovere di farlo; una sorta di concorso esterno, per così dire. E' un atteggiamento lecito? Chissà, in fondo la risposta a queste faccende è sempre stata che "Dio agisce per vie misteriose" e come Dio anche la Chiesa, che pur facendo in piccola parte del bene, ma essendosi in gran parte macchiata per secoli di crimini contro l'umanità, ogni tanto si ricorda (specie ultimamente) che c'è del marketing da fare e conviene farlo bene, altrimenti, coi tempi moderni, ci vuole un attimo che l'account Instagram del Papa venga indotto in tentazione e metta like al culo di una modella brasiliana, mandando in fumo secoli di campagne pubblicitarie create ad arte.
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Eva: C'è poco da chiarire: sei un paranoico
Diabolik: Allora spiegami chi è questo Kriminal che ti scrive su whatsapp!
Eva: Mi sembra di avertelo detto: è un cugino di secondo grado acquisito.
Diabolik: E un cugino di secondo grado acquisito scrive: "Stanotte, quanto è vero Dio, ti farcisco"?
Eva: Sei sempre il solito, manca la seconda parte del messaggio: "Il tacchino. Stanotte, quanto è vero Dio, ti farcisco.... il tacchino"
Diabolik: Si vabbè, secondo te io sono scemo?!
Eva: Di colpi alla testa ne hai presi in questi anni....
Diabolik: Ma scusa: il tacchino a Ferragosto?!
Eva: Mio cugino è chef stellato: fa il tacchino estivo, ripieno di insalata di riso
Diabolik: Adesso ti do una papagna!
Eva: Ah sì, e io chiamo Ginco!
Diabolik: Ma Ginko non si scrive con la kappa?
Eva: Non lo so. So solo una cosa...
Diabolik: Cosa?
Eva: Che ti amo!
Diabolik: Che parakula!!!
Eva: Paracula non si scrive con la c?
Diabolik: Basta con questa grammar nazi: baciami!
Eva: Senza lingua però!
Diabolik: Che palle. Ok.
Eva: Vai.
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“Non ricordo più quando è stata l'ultima volta che abbia ricevuto un'abbraccio in cui mi sia sentitelo davvero bene”, chiedo scusa per la mia natura grammar-nazi, ma è un concetto profondo espresso in un italiano completamente errato.
“Non ricordo più quando è stata l’ultima volta che ho ricevuto un abbraccio in cui mi sia sentito davvero bene”
Così come ti suona?
Cavolo grazie, hai fatto bene ad avvisarmi, a volte scrivo di getto senza accorgermi di errori di battitura, correggo subito, sono il primo che ci tiene alla grammatica!.
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Scrivete bene le bio che sono un po' l'introduzione al vostro blog. Porco dio certe volte vedo errori di h messe o non messe e parole messe alla cazzo di cane senza un filo logico. Vi prego, rileggete cosa cazzo avete scritto prima di pubblicare qualcosa. Ne va della vostra figura...
Non voglio fare il grammar nazi ma cazzo, è un continuo porca madonna
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è una catena ma anche stikatzi
1) Quando sei triste cosa fai per tirarti su? Mangio, solitamente. O mi sparo Ariana Grande - oh, sì.
2) Se potessi inventare un animale fantastico quale sarebbe? Un cucciolo eterno.
3) Viaggio dei sogni? Non ne ho. Ne faccio abbastanza in testa di viaggi senza metterci quelli dal vivo.
4) Che lavoro volevi fare quando eri piccol*? La giornalista o la patologa legale, perchè Dr Scully.
5) Cosa ti dà più fastidio nelle persone? La stupidità.
6) Se potessi scegliere un superpotere quale sarebbe? Saper leggere la mente. LO SO PROF PITON, LA MENTE NON SI LEGGE COME UN LIBRO, ma abbiamo capito
7) Ti svegli nel corpo di un personaggio famoso, chi vorresti che fosse? Kate Middleton.
8) Sputtaneresti una carbonara con gli amici usando panna e prosciutto cotto per 1000 euro? Sicuro.
9) Che argomento usi per dissimulare una puzzetta in ascensore? Nessuna. Silent.
10) Se fossi un politico, il tuo motto alle elezioni sarebbe “prima gli oriundi” o “prima gli asociali”? Prima di asociali.
11) Che tecnica passivo-aggressiva usi per schiacciarti un foruncolo? Due indicini e specchio ingrandente.
12) Quale è il fastidio corporale che auguri a quell* che ti ha appena scavalcat* nella fila? La dissenteria, ovviamente.
13) Credi nella bella vita dopo la vita? ...intendi quando mandi l’ultima mail di lavoro alle 18 di un qualsiasi venerdì non di produzione?
14) Controlli su Google tutti i congiuntivi di un post prima di pubblicarlo qua, o la vita è troppo breve per dar credito alla grammatica? Grammar-nazi.
15) Sai fingere un org….ano a canne, inclusa la pedaliera? Con scappellamento a destra.
16) Sei dispost* a gettare alle ortiche il tuo senso estetico, ammettendo che Chris Hemsworth è figo anche quando ciuccia uno stecchino al lato della bocca? CH è figo sempre.
17) Ti sei mai fatto un contromano in retromarcia, vantandoti con la guardia che ti sta elevando la multa che la cosa ha perfettamente senso? Ogni volta che vado a Sesto San Giovanni (MI)
18) Hai mai avuto dubbi riguardo la tua sessualità e se sì, perché attratt* da chi? Marion Cotillard in “Un’ottima annata” mi fa molto dubitare.
19) Qual è il tuo colore preferito? Oscillo tra la gamma dei grigi e il verde bosco.
20) Tre aggettivi per descriverti, tre verbi e tre pokemon. Pedante, svelta, saccente Mangiare, dormire, giocare (a WoW) Psyduck, Eevee e Snorlax
21) Un detto che ti rappresenta? L’acqua è poca e la papera non galleggia
22) Ti ritieni attraente? Se sì, perché? No.
23) Ti ritieni intelligente? Sì.
24) Il tuo punto forte. La sveltezza mentale.
25) Il tuo punto debole. Dovrei mettere un filtro tra la bocca e il cervello che funzioni
26) Se potessi scegliere il tuo nome, alla luce di quello che sei, quale avresti scelto? Avrei tolto le due lettere finali
27) Dei Cesaroni chi ti rappresenta di più? Oddio. Non mi ricordo più i nomi, la sorella di mezzo credo
28) Dawson o Peacy? Peacy.
29) La mamma o il papà? Mamma
30) Monogamia o poligamia? Tendenzialmente monogamia
31) Gli amici intelligenti con cui si possono fare lunghe chiacchierate stimolanti o stupidi che ti fanno pisciare dalle risate dicendo solo “pera”? E chi ha detto che i primi escludano i secondi?
32) Cosa ti rende felice? Il cioccolato
33) Cosa ti rende triste? Quando il cioccolato è finito
34) Sei un tipo da grande città caotica o da pacifica provincia? Metropoli si the way
35) In una stanza piena di persone sei il tipo che se ne sta spalle al muro un po’ per conto suo o al centro a fare vita sociale? Datemi un muro e vi solleverò la serata
36) Cosa ti attrae in una persona? Sapiosexual
37) Che ruolo credi di svolgere nelle comitive? (es. il buffone, il timido, l’amico intraprendente, il puntiglioso, il permaloso) La vecchia zia che nessuno ascolta e che ha sempre ragione
38) Se fossi il personaggio di un film, quale saresti? Hermione Granger.
39) Puoi ritoccare tre parti del tuo corpo con la chirurgia estetica, quali? Le tette, la panza e le culotte
40) Sei un tipo che rimane legato al passato o che si sgancia da esso facilmente? Ancorata proprio col cemento
41) Se il tuo interlocutore ha una caccola ben esposta o un ramoscello di ulivo in mezzo ai denti, cosa fai? E se glielo dici, come? Glielo dico direttamente
42) Sei più kinky o vanilla? E perché ti definiresti tale? Kinky.
43) Le cose per cui piangi. I cuccioli salvati dagli shelter.
44) Un film italiano che ti rappresenta, un film straniero che ti rappresenta. “Matrimonio all’italiana”. “L’Attacco dei Cloni”
45) La cosa che fai quando nessuno ti vede. Piango
46) Per un primo appuntamento preferisci puzzare di sigaretta o anelli di cipolla? Sigaretta, buon dio.
47) Questa non è una domanda: provi vergogna a dire alla persone la tua categoria sui siti porno, lo so. No scherzo, se sì, perché? Quali sono? Threesom. No shame.
48) Quale serie tv ti rappresenta e quale personaggio in particolare di questa? Oddio, sono in stallo. Vado sul sicuro e ti dico Pacey, Dawson’s Creek.
49) Che bevanda alcolica saresti? Tequila
50) Che quadro saresti? La notte stellata (che basic)
51) Che fiore saresti? La primula
52) Se ti puzzano le ascelle come dissimuli? Non alzando le braccia mai
53) All’entrata di un centro commerciale quale porta scegli? (ce ne sono sempre dalle dodici in su, tipo) Mai quella centrale.
54) Se potessi scegliere quale accento italiano parlare, quale parleresti? O quale pensi ti starebbe meglio? Il romano
55) La parola che usi più spesso quando esponi un concetto, o quale espressione. Cazzo.
56) Sei un tip* dalla mano pesante o leggera? Pesantissima
57) Un cibo che ti rappresenta. Gelato alla noce
58) A scuola eri bravo in…? ...trovarmi fidanzati da cui copiare matematica e fisica. E nei temi di italiano.
59) Definiresti il tuo fisico…? Basso
60) Tornassi indietro, cosa cambieresti? Niente. Siamo oggi le scelte che abbiamo compiuto ieri.
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“Io non parlo di vendette e di perdoni; la dimenticanza e l'unica vendetta e l'unico perdono.” Jorge Luis Borges, Frammenti di un vangelo apocrifo, framm. 27, in “Elogio dell'ombra”, 1969 La "e" non dovrebbe essere accentata? Non è scritto con cattiveria e non sono certo un professorone di letteratura italiana o un nazi-grammar, solo per avvisarti nel caso in cui non te ne fossi accorta e volessi correggere 😊. Magari ho anche interpretato male la frase. Meraviglioso il tuo blog.
Ti ringrazio moltissimo. Sì, era un refuso.
Corretto :)
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Lo devo comprare assolutamente.
Ho giusto un paio di persone a cui regalarlo.
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I 10 tipi di persone con gli atteggiamenti che mi danno più fastidio
Dopo la convy di stasera con i ragazzi + una ripassatina nostalgica a Lady Gaga, mi è ritornato il pallino delle ingiustizie, spesso dovute ad atteggiamenti controproducenti. La mia mente divaga e dato che amo fare liste, here’s what’s new:
Chi non sa fare delle persone una priorità (nei limiti dell’accettabile, senza scadere nella possessività, obvs), ma preferendo un approccio quantitativo nei sentimenti, anziché qualitativo. La cosa mi preoccupa maggiormente quando accade in amore, dove un* ragazz* è vist* sullo stesso interscambiabile piano di molte altre persone, poiché “basta che si esce”. E ho avuto amici del genere;
Chi fa parte con chi vince, come direbbe mia mamma. Odiosissimo atteggiamento che denota cose come insicurezza e mancanza di opinioni genuine. Nelle discussioni, nelle opinioni, nei dibattiti, questo tipo di persona si coalizza con la maggioranza per non sentirsi debole;
Chi fa troppo vanto di ciò che sa, sempre in senso quantitativo, e con fare di superbia;
Chi approfitta della minoranza di un gruppo per fare il più forte e sentirsi meglio con se stesso. Come quando sei straniero in un gruppo autoctono e approfittano del fatto che non parli bene una lingua o vieni da un Paese criticabile;
Chi non riesce ad avere misura nelle cose e quindi strafa. Mi rendo conto che questa è un po’ troppo generica, ma è un concetto alla cui presenza mi sono infastidito spesso. Al momento mi vengono in mente esempi come “chi urla in luoghi in cui si dovrebbe tenere un minimo di decenza civile” e “chi fa il grammar nazi perché fa figo, insistendo sugli errori di una persona in maniera ossessiva”;
Chi ha atteggiamenti pedissequi, che se ne accorga o meno;
Chi approfitta delle tue insicurezze. Anche qui in due casi: chi se ne approfitta per sfruttarle a proprio vantaggio; chi se ne approfitta per farti notare che le hai, a volte anche con cattiveria;
Chi ostenta il cinismo (a volte senza rendersene conto). Dai, siamo nel 2017;
Chi passa la vita nelle cause sociali da tastiera, pubblicando foto di bambini morti, animali torturati, gente ferita, ferite sanguinanti perché “il mondo deve sapere”, dimenticandosi che la vita non è un X-File e che la gente ha una sensibilità;
Chi sfrutta le proprie fortune per infondere ottimismo nell’altro. In questo caso c’è bisogno di intelligenza emotiva, non di ergersi a esempio di positività.
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SAN BENEDETTO – Tornano i venerdì live di Prima Persona Plurale all’Edelweiss. A salire sul palco saranno gli Uochi Toki, un duo storico che non ha certo bisogno di presentazione, che presenterà il loro ultimo lavoro “Malaeducaty“. Per questa serata si rinnova la collaborazione con Time2Bounce: ingresso gratuito, si parte alle 22:30, after-show a cura di Muccigna Roots.
Le profezie cyberpunk non si sono avverate e gli Uochi Toki si trovano immersi in questo presente ibrido diluito al massimo che depotenzia qualsiasi iniziativa. Quindi, di fatto, cyberpunk, anche se spoglio dell’inconografia che lo renderebbe grandioso. Con questa premessa il duo è tornato alla forma espressiva del rap, stavolta non per destrutturare o ristrutturare, bensì per urgenza, per emotività, per contrasto.
“Malæducaty“ è un disco che nasce direttamente nell’amarezza della sconfitta durante gli attriti degli Uochi Toki con il pubblico e con le varie strutture umane che definiscono l’Attuale, invece che da un’idea narrativa sorretta da uno sguardo lucido. E’ un percorso di oscurità, accettazione e rinascita in 17 fasi che non promettono mai catastrofe o lieto fine.
E’ un disco in cui si cambia continuamente argomento anche se ogni traccia è concatenata con quella successiva, scritto e composto di getto come lo zaino che si prepara in fretta quando si sta scappando dagli inseguitori o quando ci si sta preparando ad inseguire qualcuno. I brani sono molto più brevi rispetto ai precedenti dischi proprio per esercitarsi nella sintesi, nel cosa portare e cosa lasciare quando la situazione inizia a farsi davvero stretta.
I suoni escono dall’ambiente tellurico e sotterraneo per correre sul terreno, come dei non-morti che hanno ancora attaccati brandelli di campioni putrefatti dalla distorsione ma sostenuti da beat ossei che si muovono col groove, lasciando intendere che si tratta di zombie di antichi rappers. In Malaeducaty l’elettronica di Rico ha un peso specifico più alto ma in tracce di minor durata, permettendo così azzardi noise più elevati e soluzioni di mix inconsuete.
L’influenza degli ascolti rap passati o presenti è più di concetto che sonora, e trasformata creativamente da letture come “La vera storia dell’hip hop” di Dr.Pira o “Apocalypso disco” e “Frankenstein goes to holocaust” di Dj Balli. Si tratta di un disco che permette l’accesso sia a chi non ha mai ascoltato nulla degli Uochi Toki, sia a coloro che li seguono da tempo, dove gli accenni autoreferenziali sono sempre bilanciati da un corrispettivo di apertura a nuove orecchie, sempre a patto che queste stiano cercando qualcosa di Altro e siano vivaci e attente.
Il meccanismo portante è il dissing, un regolamento di conti in cui ci si accorge che, per quanto ci si sforzi, i conti non tornano mai con conseguente frenata e stemperamento dei toni, un modo di raccontare come la rabbia si dissolva al cambiare della percezione del tempo, come anche nella sconfitta o nel caos ci siano nutrite sacche di umorismo nelle quali i conflitti possono avere aspetti di entusiasmo costruttivo.
Anche se l’intento iniziale era quello di descrivere tristezza e sconforto, alla fine Napo non riesce mai completamente ad abbandonarvicisi, e in alcune tracce arriva addirittura a cantare in modo scherzoso, rigorosamente senza autotune o vocoder. Il linguaggio di Napo in “Malæducaty“ integra termini che mischiano indegnamente inglese e italiano, più per dare l’idea di come sia il suo parlare nella vita fuori dai dischi, che per far venire i capelli bianchi ai grammar nazis.
Il disco esce per Light Item, etichetta di elettronica esplorativa fondata da Rico e Gèc Megabaita qualche anno fa con l’obiettivo di stanare compositori e produttori di elettronica noground e nostream per portarli a suonare in luoghi avventurosi. Gli Uochi Toki si stavano ponendo la domanda “cosa può/deve fare davvero un’etichetta per noi?” quando, fra mille ipotesi scartate, la risposta si è palesata trasparente come la finestra di casa e, come sempre più frequentemente fanno, Rico e Napo hanno scelto l’autonomia.
L’obiettivo di questa uscita è sia quello di suonare nei contesti più adatti, sia quello di portare il live degli Uochi Toki anche in luoghi senza impianto, senza elettricità, semoventi, marginali, personalizzati, inaspettati. Ci sarà quindi, oltre al rinnovato set di elettronica e voce (questa volta senza visuals) pronto per club, festivals, e spazi preposti, un set a pile acustico portatile non bookabile destinato ai luoghi dove lo show business non arriva.
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