Tumgik
#sono molto felice di ciò
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un applauso alla signora al tavolo dietro che al ristorante che fa cucina tipica romana chiede un piatto vegano e si lamenta quando il cameriere le dice che l'unico piatto vegetariano è la cacio e pepe ma che comunque non è vegano.
se hai sbagliato ristorante amore la colpa non è del cameriere, perdonami, la carbonara vegana non esiste, perché non si chiama carbonara, mi dispiace ma se non lo capite siete come quelli che fanno il tiramisù con i Pavesini e non lo chiamano PORCODIO DI ABOMINIO.
eh boh, mi ha fatto ridere questa signora scazzata perché era nel ristorante sbagliato, prendi la cicoria ripassata con, cito come è scritto nel menù, ajo, ojo e peperoncino se non trovi niente di vegano, ma per Dio, cercati il menù del ristorante prima di andarci e rompere i coglioni a un povero cameriere che sta correndo da ore maleducata di merda
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dandyshoecare · 5 months
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Viviamo in un’epoca di grande ipocrisia. La follia umana sta raggiungendo un livello veramente esagerato. Attivisti verdi che sporcano di vernice le opere d’arte e gli edifici di importanza storica e culturale; adolescenti che invece di studiare a scuola, e capire che l’energia elettrica non nasce dal nulla, gridano sputando saliva di rabbia che dobbiamo salvare il nostro pianeta passando all’ energia alternativa. I centri storici sono pieni di spacciatori, che vendono l’erba. Ma non possiamo legalizzarla! No! Viviamo in un paese cattolico, dicono. Abbiamo il Vaticano…Ogni ragazza sogna di vendere il suo corpo o le sue immagini nude, invece di studiare e diventare un’insegnante o un dottore. Ma riaprire le case chiuse!- guai! Cosa dirà la chiesa?! Siamo tutti pieni di rabbia e invece di trovare soluzioni, trasciniamo questo mondo verso una terribile ed inevitabile fine.
Non sono né un profeta né un scienziato, ma anche con la mia scarsa preparazione posso e devo ricordare a tutti che esiste da tanti anni un modo per produrre l’energia, sostituire la plastica e ridurre al minimo l’inquinamento. Tutto quello che dobbiamo fare è togliere l’etichetta del demonio dalla cannabis! Immagino che qui mi accuseranno della propaganda della droga, ma non abbiate fretta con il vostro giudizio. Vi rinfresco la memoria, raccontando un po’ di fatti riguardo al nemico del popolo: la Cannabis.
Da 1 ettaro di canapa si ricava tanta carta quanto da 4 ettari di bosco. 1 ettaro di canapa emette tanto ossigeno quanto 25 ettari di bosco. I tessuti di canapa superano persino il lino nelle loro proprietà. La canapa è una pianta ideale per realizzare corde, funi, tessuti , borse e cappelli. Ciò che è anche molto importante: tutti i prodotti in plastica possono essere realizzati con la canapa, la ‘plastica’ di canapa è ecologica e completamente biodegradabile. Questo è solo un piccolo elenco delle qualità uniche della canapa: un'altra cosa- la canapa cresce in soli quattro mesi e un albero in 20-50 anni. Può essere coltivata in qualsiasi parte del mondo con poca acqua, inoltre è in grado di difendersi dagli insetti parassiti, non ha bisogno di pesticidi. È davvero un paradosso? Perché stiamo ancora abbattendo le foreste? Stiamo usando la plastica dannosa per sconvolgere l'equilibrio del pianeta? Sì, perché la società dei consumi giova solo ai problemi, non alle loro soluzioni.
E della Hemp Body Car creata da Henry Ford in 1937 vogliamo parlare?!… Ma finché ci sono l’interessi di compagnie petrolifere non vedremo mai queste macchine sulle nostre strade. Il Dio denaro sta comandando questo mondo e costringe ognuno di noi a fare le scelte che porteranno sempre più verso la distruzione. Dobbiamo pensarci e tutto può cambiare!
Adesso, dopo questa introduzione, che ho cercato di fare più breve possibile, voglio condividere con voi la mia esperienza personale. Perché non c’è niente più convincente e dimostrativo, come la prova tecnica.
Ho una grande passione per i mercatini delle pulci. Una volta, facendo la mia ricerca dei tesori ad un mercatino mi sono imbattuto in rullo del tessuto. Non sapevo cosa era, ma l’aspetto estetico e le caratteristiche tattili di questa stoffa mi hanno fatto battere il cuore! Per fortuna avevo davanti a me un venditore, che sapeva tutto su questo grande rullo tessile. Si trattava di canapa lavorata a mano negli anni ’50. E si è accesa subito la lampadina della mia creatività! Da anni volevo farmi fare un abito chiaro, non solo bello , ma soprattutto comodo e leggero. Un abito che fa fresco d’estate e che mi dà il sollievo in questo clima padano. Inizialmente ero concentrato sul procurarmi un pezzo di lino, il classico intramontabile per ogni gentiluomo. Ma dopo avere visto la Grande Bellezza dell’ antico manufatto in canapa non avevo più i dubbi. Comprato il rullo pesante di canapa dal felice venditore, ad un prezzo veramente simbolico di 20 € mi sono recato direttamente dal mio sarto, il signor Franco Parmelli, un sarto che ha più di 80 anni, la maggior parte di quali trascorsi nell’ accumulare un’impagabile esperienza nel campo di creazione di abiti su misura. La bellezza della stoffa che ho portato ha commosso il vecchio Maestro e abbiamo iniziato subito la realizzazione di questo progetto che io ho chiamato “ Legalize it!” Si tratta di un un completo fatto di pantaloni, pantaloncini corti, gilet e giacca a due bottoni, naturalmente di canapa. É un po’ bizzarro, lo so, ma proprio questi elementi di guardaroba possono essere giocati durante l’estate con il massimo piacere e conforto, senza rinunciare all’eleganza. Un taglio semplice e classico, i bottoni in madre perla e poco altro. Ed ecco a voi il risultato finale. Un abito così comodo e bello non l’ho mai avuto in vita mia! E’ diventata la mia seconda pelle. Sicuramente dà un po’ nell’occhio, in mezzo alla massa di infradito, pinocchietti e t-shirts… Ma preoccuparmi di cosa ne pensano gli altri di me non è stato mai per me un problema. Mi sentirò un combattente della piccola armata di uomini eleganti e a testa alta continuerò di vestirmi e non coprirmi… e a contribuire a salvare il pianeta!
Photos by https://www.instagram.com/giovannigarritano_ph?igsh=MTE2anU5d3BsZ2owdA==
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morganadiavalon · 5 months
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A MIA MAMMA.
Eri piccola quando ci siamo conosciute.
Beh, sì, io ero ancora più piccola, ma tu eri più piccola di me adesso.
Eri una giovane donna che aveva conosciuto l'indigenza e il lavoro minorile e nonostante ciò non lesinavi sorrisi e leggerezza, come se la vita fosse per te una continua scoperta appassionante e non avessi mai niente da rimpiangere.
Sei stata la prima e l'unica persona che mi abbia mai letto una storia ad alta voce, leggevi e inventavi, perché di certo la fantasia non ti è mai mancata e mi hai cresciuta a sorrisi, iniezioni di autostima, lezioni di pazienza e amore. Un totale, disinteressato, incalcolabile amore.
Non ti ho mai percepita gelosa, fare l'offesa o essere possessiva.
Non hai mai cercato di ostacolare le mie scelte coniugando una sostanziale fiducia in me con una silenziosa osservazione di ogni passo che compievo.
Mi hai dato la vita e poi mi hai permesso di scorazzare qua e là, senza iperprotettivismo, ma con la saggezza infinita di chi sa che le migliori lezioni sono quelle che che impariamo a nostre spese e cercare di impedire a un figlio di soffrire (seguendo, peraltro, un criterio personale nel determinare quale sarebbe il suo bene) equivale talvolta a impedirgli di crescere.
Hai sorriso della mia irruenza adolescente, che ti rimproverava alcune scelte, che ti chiamava pavida e ti criticava di esser troppo accondiscendente. Ma le lezioni di vita a volte son semestri infiniti di materie che non si leggono sui manuali e il cui reale significato ci arriva molto dopo averle studiate.
E così la tua granitica pazienza ha visto me mutare, crescere, maturare. E capire finalmente l'incomparabile intelligenza che ha guidato ogni tua mossa per portarti fuori indenne dal tuo personalissimo ginepraio e lasciare a noi sì, la percezione di essere passate attraverso qualcosa di scombussolante, ma riportando solo qualche graffietto superficiale e lasciandoci invece, come premio, un'inviolabile serenità familiare che, come una leonessa ruggente, hai protetto e custodito facendone il rifugio felice e il porto sicuro che è ancora adesso e che sarà per sempre. Perché hai sempre saputo separare le tue battaglie dalle nostre vite e non hai mai permesso che piani che non dovevano sovrapporsi si sovrapponessero e che la strada delle tue conquiste personali incrociasse maldestramente quella della nostra crescita.
Il risultato è la serenità interiore che ci hai dato in eredità, tesoro preziosissimo che custodisco fieramente. E sebbene noi abbiamo ereditato anche parte della dimensione più squisitamente malinconica e profonda di papà (che custodisco altrettanto fieramente), e sebbene questi nostri anni adulti siano terribilmente instabili e a noi piaccia dire che la vostra vita negli anni '80 fosse per certi versi più "facile" e ci si faccia, quindi, a volte, prendere un po' dallo sconforto, mi basta ripensare al tuo sorriso felice, al tuo entusiasmo, alla tua sconfinata e ottimistica fiducia nella vita per sentire come un'epifania dentro di me e sapere, con certezza, che andrà tutto bene, che tutto avrà un suo senso, prima o poi.
Mamma, anno dopo anno, non posso che augurarmi di somigliarti sempre di più, crescendo.
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kon-igi · 2 months
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Sono 46 anni che avrei bisogno di un gatto, di sapere com' è vivere la vita con un animale e provare quello che tutti chiamano "amore incondizionato". Si, non ho figli e sarei a detta di molti nella fase del ciclo vitale "donna-single=gattara". Ho paura. Non ho mai vissuto questo tipo di esperienza e ho mille paure: e se muore perché involontariamente lo uccido? e se soffre perché lo costringo in un ambiente non suo? Se perdo la mia libertà e sto male e lui idem? E quando morirà sarà l'ennesimo dolore da affrontare. Mi faccio mille paturnie e mille problemi sia pratici che iper fantasiosi. Vedo gatti ma non mi decido e secondo me mi avranno presa anche un po' sul cazzo pensandomi come pazza inconcludente. Ecco, mi sento così. Tra l'altro faccio una vita abbastanza regolare e non avrei neanche il problema di essere in quella fase "pepe sul culo" per cui esco moderatamente e faccio robe moderate (più che altro non avrei proprio più le forze di andare tipo ad un rave...per dire eh). Detto ciò, secondo te, esiste qualcuno al mondo che si possa essere mai pentito di aver fatto questa scelta (escludendo le merde umane che puntualmente abbandonano animali per strada)?. Può succedere che una persona mediamente sana di mente si possa accorgere che questa scelta è in realtà per lei insostenibile a diversi livelli e per altrettante ragioni? Grazie per aver letto fin qui sto pippone paranoico incredibile. Sarei curiosa e felice di leggere una tua risposta. Ti seguo sempre e ti stimo un botto.
Stai parlando di uno degli esseri con il quale ci siamo scelti per sentirci meno soli nel cammino attraverso i secoli.
Finché ci sarai tu, sarà il suo ambiente e la tua e la sua libertà saranno sempre proporzionate a quella dell'altro.
Non credo che lo ucciderai e quando arriverà il suo momento di riposare nel prato in fondo al sentiero del mondo, sono sicuro che da lui avrai imparato molto sulla vita e tutto sui rimpianti... quanto sia stata unica e piena la prima insieme a lui e come non ci sia bisogno dei secondi, se si è vissuto ogni nuovo giorno con intensità.
Loro lo sanno fare divinamente, gioendo delle piccole cose (che poi tanto piccole non sono) e quindi credo che tu non debba privarti di una connessione così profonda e bella con una creatura che ti insegnerà una nuova sfaccettatura di quella strana cosa che molti chiamano 'vita'.
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ragazzoarcano · 5 months
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"Mi sento sempre felice sai perché?
Perché non aspetto niente da nessuno; aspettare sempre fa male.
I problemi non sono eterni, hanno sempre una soluzione,
l'unica cosa che non ha rimedio é la morte.
Non permettere a nessuno di insultarti, umiliarti o abbassare
la tua autostima . Le urla sono lo strumento dei codardi,
di chi non ragiona.
Incontreremo sempre persone che ci considereranno
colpevoli dei loro guai, e ognuno riceve ciò che merita.
Bisogna essere forti e sollevarsi dalle cadute che ci pone la vita,
per ricordarci che dopo il tunnel oscuro e pieno di solitudine,
arrivano cose molto buone " Non esiste male che non passi al bene".
Per questo godi la vita perché é molto corta, per questo amala,
sii felice e sempre sorridi, vivi solo intensamente per te stessa
e attraverso te stessa, ricorda :
Prima di discutere...Respira
Prima di parlare...Ascolta
Prima di criticare....Esaminati
Prima di scrivere.... Pensa
Prima di ferire.... Senti
Prima di arrenderti.... Tenta
Prima di morire..... VIVI!!"
— William Shakespeare
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ambrenoir · 6 months
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Mia madre aveva un sacco di problemi. Non dormiva, si sentiva esausta, era irritabile, scontrosa, acida e sempre malata, finché un giorno, all'improvviso, cambiò.
La situazione intorno a lei era uguale, ma lei era diversa.
Un giorno, mio padre le disse:
- tesoro, sono tre mesi che cerco lavoro e non ho trovato niente, vado a prendermi un po' di birre con gli amici.
Mia madre gli rispose:
- va bene.
Mio fratello le disse:
- mamma, vado male in tutte le materie dell'università...
Mia madre gli rispose:
- ok, ti riprenderai, e se non lo fai, allora ripeterai il semestre, ma tu pagherai le tasse.
Mia sorella le disse:
- mamma, ho urtato la macchina.
Mia madre le rispose:
- va bene, portala in officina, cerca come pagare e mentre la riparano, ti muoverai in autobus o in metropolitana.
Sua nuora le disse:
- suocera, verrò a stare qualche mese con voi.
Mia madre le rispose:
- va bene, siediti sul divano e cerca delle coperte nell'armadio.
Ci siamo riuniti tutti a casa di mia madre, preoccupati di vedere queste reazioni. Sospettavamo che fosse andata dal dottore e che le avesse prescritto delle pillole di " me ne frega un cazzo" da 1000 mg... Probabilmente rischiava di andare in overdose.
Abbiamo deciso di aiutare mia madre per allontanarla da ogni possibile dipendenza da qualche farmaco anti-Ira.
Ma la sorpresa fu quando ci riunimmo tutti intorno e mia madre ci spiegò:
" mi ci è voluto molto tempo per capire che ognuno è responsabile della sua vita, mi ci sono voluti anni per scoprire che la mia angoscia, la mia mortificazione, la mia depressione, il mio coraggio, la mia insonnia e il mio stress, non risolvevano i suoi problemi.
Io non sono responsabile delle azioni altrui, ma sono responsabile delle reazioni che ho espresso.
Sono quindi giunta alla conclusione che il mio dovere per me stessa è mantenere la calma e lasciare che ognuno risolva ciò che gli spetta.
Ho seguito corsi di yoga, di meditazione, di miracoli, di sviluppo umano, di igiene mentale, di vibrazione e di programmazione neurolinguistica, e in tutti loro, ho trovato un comune denominatore: alla fine tutti conducono allo stesso punto.
E io posso solo avere un'interferenza su me stessa, voi avete tutte le risorse necessarie per risolvere le vostre vite. Io posso darvi il mio consiglio solo se me lo chiedete e voi potete seguirlo o no.
Quindi, da oggi in poi, io smetto di essere: il ricettacolo delle sue responsabilità, il sacco delle sue colpe, la lavandaia dei suoi rimpianti, l'avvocato dei suoi errori, il muro dei suoi lamenti, la depositaria dei suoi doveri, chi Risolve i vostri problemi o il vostro cerchio di ricambio per soddisfare le vostre responsabilità.
D'ora in poi vi dichiaro tutti adulti indipendenti e autosufficienti.
Da quel giorno la famiglia ha iniziato a funzionare meglio, perché tutti in casa sanno esattamente cosa spetta a loro fare.
Autore:
Una donna felice!!!
dalla pagina di
#onestàintellettuale
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be-appy-71 · 2 months
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William Shakespeare diceva :
Mi sento sempre felice sai perché?
Perché non aspetto niente da nessuno; aspettare sempre fa male.
I problemi non sono eterni, hanno sempre una soluzione,
l'unica cosa che non ha rimedio é la morte.
Non permettere a nessuno di insultarti, umiliarti o abbassare
la tua autostima . Le urla sono lo strumento dei codardi,
di chi non ragiona.
Incontreremo sempre persone che ci considereranno
colpevoli dei loro guai, e ognuno riceve ciò che merita.
Bisogna essere forti e sollevarsi dalle cadute che ci pone la vita,
per ricordarci che dopo il tunnel oscuro e pieno di solitudine,
arrivano cose molto buone " Non esiste male che non passi al bene".
Per questo godi la vita perché é molto corta, per questo amala,
sii felice e sempre sorridi, vivi solo intensamente per te stessa
e attraverso te stessa, ricorda :
Prima di discutere...Respira
Prima di parlare...Ascolta
Prima di criticare....Esaminati
Prima di scrivere.... Pensa
Prima di ferire.... Senti
Prima di arrenderti.... Tenta
Prima di morire..... VIVI!!.. ♠️🔥
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canesenzafissadimora · 2 months
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Sto imparando a non reagire
a tutto ciò che mi dà fastidio.
Sto imparando che non ho bisogno
di ferire chi mi fa del male.
A volte il massimo segno di maturità,
è allontanarsi da tutto ciò che provoca
disagio e turba la pace interiore.
Sto imparando che l’energia
che spendo per reagire a tutte le cose
su cui mi ostino, mi esaurisce
e mi impedisce di concentrare
le energie su cose utili per me.
Sto imparando che non posso
piacere a tutti, e va bene così.
Sto imparando che non reagire
non significa acconsentire,
ma evitare discussioni inutili.
Sto imparando ad apprendere
le lezioni della vita,
apprendendo da chi è diverso
da me.
Sto scegliendo di provare ad essere
migliore.
Sto scegliendo la mia tranquillità,
perché è quello di cui ho davvero
bisogno.
Non voglio più drammi.
Non ho bisogno di nessuno che mi
faccia sentire come se non fossi
abbastanza.
Sto imparando a scegliere di non volere litigi e discussioni.
Vado oltre, non ci sono.
Sto imparando che,
di tanto in tanto,
non dire nulla, dice tutto.
Sto imparando che rispondere
a provocazioni, mi fa male e dà potere
a un’altra persona sulle mie emozioni.
Non posso controllare ciò che dicono
gli altri, ma posso decidere come
reagire, come gestire e scegliere
se hanno o meno importanza
per me.
Sto imparando che la maggior parte
delle volte queste situazioni
non dicono nulla su di me,
ma molto sull’altro.
Sto imparando semplicemente
ad amarmi, e non a distruggermi.
A volte è meglio lasciar perdere,
lasciare andare le persone,
se questi rapporti non hanno
la forza di esistere da soli
senza troppe spiegazioni.
Sto imparando che la vita diventa
più semplice quando non mi
concentro su ciò che sta
accadendo intorno a me...
ma piuttosto su me stessa.
Lavorare su di me e per la mia pace
interiore, mi fa capire che non reagire
ad ogni piccola cosa che mi dà fastidio,
è il primo passo per vivere
una vita sana e più felice.
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Debora Doca
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umi-no-onnanoko · 3 months
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A volte non riesco a dormire, come oggi come ora, penso alla mia vita, a ciò che è stato, che è e che sarà e spesso mi rabbuio. Mi rendo conto che in fondo pur essendo cambiate tante cose, essendo cambiata io, certe dinamiche rimangono le stesse mentre cambiano solo i figuranti.
Mi piacerebbe poter asserire che la mia vita sia quella che desideravo per me quando ero bambina, con le persone giuste attorno, con quella giusta a fianco, realizzata e felice; non posso dire che tutto sia perduto o di non aver realizzato nulla rispetto a questi proponimenti fanciulleschi, tuttavia non mi sento felice.
Mi chiedo se io la felicità l'abbia poi davvero conosciuta ed incontrata, se saprei poi realmente riconoscerla o se stia perseguendo un miraggio o un'idea effimera partorita dalla mia mente, ma che poco ha a che vedere con la felicità e la gioia pura di una persona che si sente in pace con sé stessa ed il mondo, oppure che abbia quantomeno quello o quei buoni motivi per cui esserlo; ciò poiché non credo ci sia una definizione univoca di felicità o quantomeno ritengo per ciascuno di noi assuma sfaccettature e contorni differenti.
In questi anni, soprattutto da quando ho finito l'adolescenza, mi sto mettendo molto in discussione, rifletto molto e cerco di compiere passi verso l'accettazione della mia persona e l'amor proprio, anche attraverso la creazione di un'autostima che non ho mai avuto del tutto; questo per me è un percorso tutt'altro che in discesa e che compio giorno per giorno tra alti e bassi, dove non mi sento ancora arrivata e dove posso dirmi orgogliosa dei passi avanti compiuti fin'ora e che sto compiendo, tuttavia non posso dirmi felice.
Ho imparato tanto su me stessa e gli altri, ho migliorato il mio stile di vita, ho allontanato persone ed abitudini che non mi facevano stare bene e crescere, ho studiato, imparato tanto e da tante persone, mi sono persino laureata, eppure non riesco a goderne e questo mi butta un po' giù in momenti di riflessione come questo nel quale sto scrivendo.
Noto che più mi accetto e mi amo e più sono sola, accetto la mia solitudine e mi piace, ma la differenza tra solitudine e sentirsi soli è sottile, e noto che più proseguo nel mio percorso e più lascio dietro di me persone che credevo ci sarebbero state fino all'ultima pagina, mi dico che si cresce, si matura e si cambia e che forse in alcuni casi questo dimostra anche le persone che sono loro davvero, ma a volte ne dubito. Talvolta vorrei talune ci fossero a vedere i passi in avanti ed i traguardi raggiunti e ciò mi fa soffrire, ma poi ricordo che ciò che sto facendo è in primis per me e quindi devo goderne io.
Il problema che mi attanaglia e su ciò credo dovrò lavorare tanto, è proprio questo, come si fa ad essere felici?
(riflessioni senza senso)
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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ninna--nanna · 9 months
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Stanotte è stato magico. Davvero. Ho fatto capodanno con la mia migliore amica, il suo ragazzo, il mio migliore amico e dei loro amici. Ho conosciuto questo ragazzo, a caso abbiamo iniziato a parlare in contemporanea, a dire le stesse cose etc. Ci siamo trovati su tantissime cose e non potete capire la mia gioia nello stare bene, dopo tanti mesi difficili. Vedere il mio migliore amico ridere e divertirsi nonostante la stanchezza del lavoro, la mia migliore amica felice con il suo ragazzo ed io tranquilla e libera.
Ero in pace. Ho parlato un sacco di mille cose e alla fine è successa una cosa strana (che di per sè non lo è ma per me sì). La mia migliore amica fa: gioia tu dormi qua e *nome amico* tu su con tizio, ma se vuoi dormire qua giù con lei basta che ti prendi una coperta eh.
La cosa bella? Beh si ha dormito con me. Mi ha preparato il divano etc, ma la cosa assurda è che abbiamo parlato fino all'alba e poi ci siamo addormentati abbracciati tranquilli. Non è successo niente, solo abbracci e questa cosa mi ha fatta rimanere a bocca aperta perché non sono abituata a un ragazzo che mi tratta così e che non pretende per forza di portami a letto se ci si avvicina così (spero si capisca ciò che intendo, non è ovviamente una critica a chi lo fa). Mi sono svegliata mille volte ed ognuna delle mille volte si è preoccupato del se avevo freddo, se avevo male da qualche parte, se volevo un altro cuscino etc.
Oggi fino a sera abbiamo parlato di tantissime cose e poi l'ho portato a casa. Mi fa sorridere perché mi ci rivedo molto in ciò che dice, si fa i miei stessi problemi su tante cose e mi sembra un ragazzo molto sensibile, premuroso e profondo d'animo, lo si evince da ciò che dice quando parla.
Non sapete dopo mesi di lavoro sfiancante, studio devastante ed il tentato suicidio di mia madre quanto sia stato bello poter essere tranquilli e ridere di pancia, spontaneamente, poter abbracciare e sentirsi più leggeri e vedere come in fondo sia tutto così bello.
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La leggenda dell’albero della vita
Un bel giorno, un giovane ragazzo, mentre camminava, vide un albero, completamente isolato. Ripensò allora a ciò che aveva appreso lungo il suo cammino, ovvero che esisteva una connessione tra lui e il resto del mondo, e che per questo doveva essere in grado di comunicare anche con gli alberi.
Decise allora di rivolgersi proprio a quell’albero che se ne stava solitario su quel campo. Gli si avvicinò, e cominciò a parlargli, chiedendogli il permesso di avvicinarsi ancor di più, per condividere con lui il proprio campo di energia.
L’albero acconsentì con gioia. “Sono venuto a condividere le mie esperienze con te”, gli disse. “Vuoi vedere quello che ho visto nella mia vita?” “Certo, sono felice di questo dono.”
Il corpo del ragazzo si avvicinò e abbracciò l’albero. Non appena a suo agio, il ragazzo iniziò a portare alla sua mente tutte le immagini più amate nella sua vita. Il mare e le onde, le montagne e la neve, gli estesi campi che attraversano i paesi, le grandi città affollate da persone che corrono frettolose verso nessun luogo, gli animali liberi e quelli in cattività, i libri, la televisione. Il giovane mostrò all’albero i suoi percorsi di vita ed esperienze, accompagnate da intensi sentimenti, come amore, odio, paura, speranza, amicizia, condivisione e solitudine.
Improvvisamente il ragazzo si sentì in colpa: stava mostrando all’albero tutto ciò che è in grado di muoversi, di poter vedere altri paesaggi, altre parti del pianeta, mentre invece l’albero non poteva spostarsi da quel punto della terra, costretto a rimanere nel mezzo di un campo vuoto.
“Oh, mi dispiace albero, non volevo renderti triste!” “Triste? Oh, piccolo uomo, l’unico modo che ho di sperimentare la tristezza è attraverso i vostri sentimenti. Tutto ciò che hai condiviso con me, quello che hai visto e sentito con il cuore, non era affatto nuovo per me. Le mie radici sono nella terra e i miei rami nel cielo, il mondo non è un mistero, né lo sono i suoi mari e monti, le sue valli e i suoi cieli.
Le persone hanno pensieri e pensano molto. E grazie a questi pensieri, noi riusciamo a sentire. Noi sentiamo tutto ciò che viene da un uomo o un animale, da un vegetale o dal cielo. Piccolo uomo, tu hai bisogno di viaggiare per vedere il mondo, noi abbiamo bisogno di toccare solo la brezza. Quello che non si vede, in realtà esiste Tutto ciò che esiste, esiste ovunque. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte per essere ovunque. Noi alberi siamo benedetti. Vai in pace giovane uomo e vieni da noi, se ti senti solo di nuovo”.
Il ragazzo, in soggezione, si scostò di qualche metro dall’albero. Quello che avrebbe dovuto rattristare l’albero in verità aveva reso triste lui. Quello che non conosceva prima, il bisogno di poter credere, la necessità di toccare, annusare, parlare, sentire … improvvisamente si rese conto che tutto quello che pensava di aver raggiunto, di fatto già esisteva nella natura di tutte le cose. Essere connessi non è un obiettivo da raggiungere, è sufficiente ricordare la natura di ognuno. L’albero della vita è uno dei simboli cabalistici più antichi ed importanti.
L’albero stabilisce la comunicazione fra i tre livelli dell’universo: la terra, tramite le sueradici; la superficie, tramite il tronco, ed il cielo, attraverso i propri rami. L’albero è quindi l’epicentro del mondo, che stabilisce la relazione tra terra e cielo. L’albero della vita sorge da un insieme che simboleggia la madre terra, dalla quale nasce la vita
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susieporta · 2 months
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Sei di Denari
"La via dell'Amore".
Nessuno conosce la Verità.
Siamo tutti in cammino verso l'Amore.
E ciascuno di noi è guidato dal suo Maestro interiore, dal suo unico e irripetibile movimento d'Anima.
Io non posso giudicare il viaggio dell'Altro. Posso cercare di comprenderlo, di affiancarlo, di sostenerlo. Ma mai avrò l'opportunità di conoscere la sua Voce interiore fino in fondo.
Ogni Viaggio è unico e irripetibile.
Ciascuno vive i Sentimenti secondo il proprio vissuto familiare, culturale, animico, secondo ciò che ha maturato all'interno di questa Esperienza terrena e di altre Vite dimensionali.
Quanto ha sofferto, quanto ha tentato di restare a galla anche nei momenti più difficili, quanto si è sentito tradito o abbandonato, nessuno sa.
Ognuno è Giudice, Insegnante, Mentore, Padre e Madre di se stesso.
Puntare il dito è facile.
Ci fa sentire "migliori".
Ma nessuno è "migliore" nei Viaggi evolutivi. Tutti si è ugualmente coinvolti in una sfida complessa e a tratti anche molto dolorosa.
"Amare" è ciò che l'Umanità sta tentando di ri-accogliere dentro al proprio Cuore.
E per chi l'Amore non l'ha mai vissuto è dura riappropriarsi delle Vibrazioni di questo Sentimento, risvegliarle, ricomporle, assorbirle nella Struttura.
Spesso confonde l'Amore con il Bisogno. Percepisce il "vuoto affettivo" invadere ogni singola cellula. Si sente ingiustamente privato di qualcosa che l'avrebbe reso "completo" e "felice".
Si arrabbia, piange, sbatte i piedi.
Lo abbiamo fatto tutti.
Perché l'Amore su questo piano terreno è mancato a gran parte delle Anime presenti oggi.
E ciascuno di noi fa fatica a regolare gli impulsi legati alla Ferita dell'Abbandono.
Fa male essere lasciati o giudicati duramente nella propria capacità di amare.
E' complesso "reggere" una relazione di coppia o di genitorialità, per chi non sa nulla dell'Amore.
Ma anche la solitudine ha il suo peso.
Non conosciamo altro che l'Amore tossico o malato. Null'altro.
E per sfuggire a questo, rinunciamo alla pienezza di Vita.
E fa ancora più male sentirsi perennemente la "parte sbagliata" della Diade.
Ma non è così. La Diade si compone sempre in due. E ciascuno porta nella coppia il proprio vissuto di sofferenza e di mancanza.
Poi la Diade si rompe inevitabilmente. Perché ha i piedi di Argilla e si nutre dello schema della Disfunzione.
Ora questo lo vediamo. E' chiaro e palese dentro di noi.
Se prima, nell'inconsapevolezza poteva apparirci "tutto normale" o "tutto a posto", oggi siamo più presenti a noi stessi.
E conosciamo ciò che portiamo all'interno dei movimenti di relazione. E anche ciò che sta portando l'Altro.
E se stiamo condividendo Schemi vecchi e per noi molto dolorosi è possibile che scegliamo di sottrarci. Per rispetto di noi stessi e dell'Altro.
Se l'Altro non comprende questo movimento, è comprensibile.
Si sente tradito e preso in giro. Ha perso un'alleanza e ha minato ulteriormente la sua fiducia nelle relazioni.
Ma non è questo lo scopo dell'Amore. Non è "offrire garanzie".
Non è riempire vuoti. Non è "un'assicurazione sulla felicità".
L'Altro è un Essere umano.
Ha diritto di scelta.
Non è "contro di noi" il suo movimento. E' per se stesso.
E se non lo accettiamo con il nostro impianto emotivo, che soffre per la perdita e la mancanza, possiamo però sentirlo su un piano più alto e profondo.
Anche i lutti, come le separazioni, provocano un senso di ingiustizia. Essere "privati di qualcuno" ci getta nella più profonda rabbia.
Questo perché l'Altro ci ha traditi con la sua morte, perché Dio ci ha privati di qualcosa che era "nostro".
Ma nessuno è "nostro".
Appartiene alla Vita, al suo Destino, alla sua scelta di "concludere" il suo unico e straordinario viaggio terreno per ricongiungersi ad altri "stati dimensionali".
Abbassate il dito.
Sia contro l'Altro che contro voi stessi.
Non ci sono colpevoli.
Ci siamo "noi".
Solo e semplicemente "noi".
Che non siamo stati amati. E che facciamo fatica ad amare.
Tutti. Nessuno escluso.
E con tanta compassione e dolcezza, accogliamo quel senso di perdita, di sconfitta, di impotenza e abbracciamolo.
Nessun Maestro può insegnarcelo.
Siamo noi che dobbiamo farlo, dobbiamo imparare a risorgere dalle ceneri, più forti, più radicati, più amorevoli e affettivi verso noi stessi e il nostro nucleo emotivo.
Non sappiamo amare?
Oggi magari è così. Non sappiamo ancora amare e amar-ci. Ma il nostro Cuore ci sta guidando. Pezzettino per pezzettino.
E ci sta mostrando cosa "non è amore" e cosa invece brilla di purezza e "origine".
Nessun Maestro e nessun Discepolo.
Solo noi.
Noi. E il nostro straordinario Viaggio.
Mirtilla Esmeralda
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johnlocksaddict · 6 months
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L'equilibrio che bilancia la mia vita è il mio totale squilibrio. Ci sono giorni in cui sono la persona più produttiva e diligente del mondo: studio, lavoro, mi alleno, pulisco casa, mangio bene (senza neanche uno sgarro), faccio un po' di self-care. Sono volenterosa, propositiva e mi sembra di poter ottenere tutto quello che voglio senza quasi nessuno sforzo.
Ma questi giorni esistono solo perché ce ne sono altri di totale e completa nullafacenza. Dove non ho il coraggio neanche di alzarmi dal letto, di cucinare o di lavare un piatto.
E la cosa più brutta è che a volte questi giorni sono consequenziali. Quindi sono superwoman il giorno prima e troppo pigra per pettinarmi il giorno dopo.
Quindi non riesco mai a raggiungere i miei scopi, perché sono specializzata nell'autosabotaggio, di conseguenza quello che ho costruito il giorno prima sento quasi il bisogno di distruggerlo.
Però comunque è normale, credo, che ci siano queste altalene.
Ammiro tanto quelle persone che sanno essere costanti e se potessi scegliere una qualità del mio carattere che odio è proprio l'incostanza. Se fossi capace di concentrarmi su un obiettivo, senza scoraggiarmi a ogni minimo bump on the road, sarei tutto quello che ho sempre voluto.
Sarei magra, tonica, coraggiosa, in salute e forse anche felice.
Vorrei tanto essere una di quelle persone capaci di stare perennemente a dieta (o comunque per un periodo superiore ai due giorni che è il mio massimo di questi tempi), o una di quelle ragazze perennemente in palestra, capaci di ottenere il fisico che hanno sempre sognato, o quelli che riescono a imparare una lingua studiando giorno per giorno.
Insomma, tutto ciò che riguarda uno step by step non mi appartiene. Sono zero o cento, con poche vie di mezzo.
Ad esempio con il weekend libero potrei fare tutto quello che ho rimandato in settimana. Potrei allenarmi, potrei studiare molto di più, cucinare per la settimana, pulire tutta la casa e anche uscire con gli amici, le giornate sono lunghe. Eppure il 90% delle volte non faccio neanche la metà di quanto preventivato
Ma non ne sono capace
È per questo che da quando ho intrapreso l'università pubblica in concomitanza con il mio lavoro full-time, sono enormemente terrorizzata.
Soprattutto perché non so mai quando possa sentire l'esigenza di buttare tutto nell'immondizia; magari a due esami dalla laurea, magari alla prima bocciatura o al primo professore che mi tratterà uno schifo. Nonostante ciò, nella mia vita lo studio è stata l'unica costante che non ha subito variazioni d'impegno o sabotaggi o distruzioni.
E quindi come si risolve? Come faccio a essere costante? Perché la mia incostanza si riflette anche nella mia vita giornaliera?
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turuin · 2 months
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Sei felicemente sposato?
Mai capita questa espressione, ma si, sono sposato. Quanto al felicemente trovo che la felicità dipenda vieppiù da serotonina ed endorfine, quindi darei una risposta più circostanziata: alcune volte esse si manifestano nella mia relazione con mia moglie, ed allora sono felice, altre volte si manifestano altri tipi di reazioni chimiche e, dunque, cambia in maniera proporzionale per direzione e intensità anche il mio umore. Potrei dire che le prime sono in calo rispetto alle seconde, ma ciò non cambierebbe un grammo nella sostanza della relazione che sto vivendo; e comunque, penso di avere gli anticorpi giusti per fare fronte alla situazione - per adesso. In sostanza, non è possibile classificare alcuna relazione come geneticamente felice o il suo contrario, constando essa di diversi momenti e contesti (e diverse fasi evolutive della sua vita) nei quali è possibile che coesistano l'intenzione di restare per il resto della vita al fianco di quella persona e il desiderio di saltare sul primo treno senza neppure controllarne la direzione. Sotto un raro rarissimo unico esempio di conversazione che spiega molto bene la dinamica tra me e la mia coniuge:
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I rest my case. (e si, il messaggio l'ho fissato in alto nella conversazione!)
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elperegrinodedios · 1 year
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Storie ed emozioni e lezioni di vita.
Dal Grande Spirito allo Spirito Santo.
Tatanka, taverna del pellegrino, oasi di pace. 📷
Ancora ateo ma molto provato dagli eventi. Non mi ero ancora convertito, e stavo attraversando il periodo più duro della mia vita. Ma nonostante tutto avevo dei punti fermi su cui appoggiarmi e molti amici che mi sostenevano, conoscendo le cause delle mie sofferenze. Subivo ingiustizie da parte di chi invece, avrebbe dovuto aiutarmi. Le cause? Avevo acquistato un luogo che non avrei dovuto prendere io, già, faceva gola ai qualcuno dei potenti che amministravano il Comune e ad altri che in teoria avrebbero dovuto stare neutri.
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Era ridotto cosi quando l'ho acquistato io ma era al centro del paese e in più confinava con quella che si può ben vedere, un'antica chiesa del 1700 circa, ancora diroccata e sconsacrata. Divieti su divieti, ma nonostante aver dovuto rinunciare a molte delle strutture che avevo nei programmi come per esempio una piscina, alla fine questo è stato il prodotto che sono riuscito ad ultimare. Avevo due squadre in serie "A" sia maschile che femminile e i campi di calcetto erano necessari.
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Non mi fecero muovere più di cosi e non potetti più avere nessun altro permesso, nel frattempo avevano ristrutturato e riconsacrata la chiesa. E cosi, come funzionava anticamente, mi ritrovai contro Sindaco e Comune, Chiesa, clero e Belle Arti con il naturale coinvolgimento dell'arma dei carabinieri. Sindaco comunista (Peppone) prete (Don Camillo)...si voglio finire questo post con il sorriso sulle labbra pensando che è solo passato e che, seppure in tantissimi anni di soprusi, che in Italia conosciamo bene, forse proprio per tali sofferenze, io quì ci ho incontrato, conosciuto e ricevuto il Signore nel mio cuore e nella mia vita.
Nello stesso periodo dunque, iniziò la mia storia come pellegrino e mi ritrovai come d'incanto ad essere un uomo davvero felice. Avevo con me il Fratello e l'Amico come Guida, e tutte le Vie del mondo da percorrere in libertà. La vera Libertà!
-Non dovevo rinnegare niente e nessuno, io ero cresciuto come uno spirito libero e sempre dalla parte dei deboli. Amavo gli indiani fin da piccolo e odiavo le promesse non mantenute cosi come facevano i bianchi con lingua biforcuta. D'altra parte gli indiani erano un popolo spirituale, che amava e rispettava la natura gli animali e gli altri esseri umani se agivano correttamente con loro e venivano in pace e rispettavano la parola data. Traditi più volte, reagivano con forza e coraggio come le madri quando difendono i loro figli. Per non dilungarmi oltre e concludere, quel Grande Spirito era non altro che lo Spirito Santo, avevo solo cambiato il nome ma era sempre il mio Dio.
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Ma il giorno dopo l'11 Settembre però, dopo aver appreso la notizia dai Tg, anch'io come tutti feci cordoglio. Un abominio, uno vero scempio circa tremila morti, ma gli esecutori, avevano toccato la pupilla di Dio e attirato la sua ira, mentre Bush dichiarava che tutto quello non sarebbe di certo rimasto impunito. Ecco cosi come sempre i capi dichiarano le guerre dai loro comodi salotti, e gli altri vanno a morire. Perchè non andate in testa voi come si faceva una volta? Ma non succederà mai. Ecco perchè il giorno dopo, ripensando alla storia di quei popoli innocenti e sottomessi, cosi come gli indiani e in accordo, con ciò che si può leggere nelle scritture: "Ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà", ho scritto questa breve poesia già pubblicata, per non dimenticare:
"Guardando e riguardando queste foto degli indiani, mi viene in mente adesso la guerra ai talebani.
La lotta al terrorismo che il mondo sta facendo si dice è cosa giusta, ma la gente sta morendo.
L'America che spara, e che colpisce forte, non se ne rende conto che semina la morte.
Or tutti che l'aiutano perchè colpita al cuore ma intanto nessun ricorda che il talebano muore.
Tu un bel giorno hai deciso e hai decimato gli indiani, con le pistole, i fucili e loro con le mani.
Che senso d'impotenza devono aver provato, hanno difeso casa e non ti avevano provocato.
Ci vivevano da sempre, era la loro terra, ma tu per bramosia gli hai dichiarato guerra.
Li hai sconfitti, sei diventato padrone, loro erano i daini, tu eri il leone e quando eri sicuro che loro erano finiti, hai detto a tutto il mondo: "Ecco a voi gli Stati Uniti".
Ora ti ricordi che quel che è fatto è reso, che senso d'impotenza provi adesso popolo leso.
Eri certo ed eri sicuro che non sarebbe mai successo, del boomerang che è tornato te ne accorgi solo adesso.
Ma tu ti puoi difendere, puoi persino attaccare, la vittoria è quasi certa, ma poi dovrai pensare,
a come vivere in futuro e a far la strada dritta o pagherai di nuovo perchè ogni cosa è scritta".
lan ✍️🖤
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lunamagicablu · 5 months
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Un giorno Isao il Dio supremo, aprì le dieci dita delle mani e le distese sull’oceano. Ne caddero alcune gocce e dall’acqua emerse una fanciulla divina, Araminta; appena la vide le disse : “il mondo ha dimenticato la poesia, ha dimenticato le favole… il linguaggio dell’amore, per questo sei nata, colorerai di fuoco i tramonti, trasformerai la favola in realtà… e la realtà in sogno, poesia”. Quindi scomparve in una nuvola di fumo viola. Attimi senza spazio e senza tempo, mentre le prime ombre scivolano sul suo corpo, solo il mare è testimone della sua nascita. “Deve essere molto triste non credere più in nulla” pensava Araminta, camminando verso il mondo; si trovò all’improvviso in una grandissima piazza piena di gente che correva indaffarata. Salì su di un alto gradino e cominciò a urlare: “Non si è mai troppo grandi per sognare; io sono Araminta e sono in mezzo a voi per ricordare a tutti che la felicità è intorno a noi. Felicità è sorridere agli altri… è svegliarsi una mattina e accorgersi che la vita è tanto bella. Io vorrei che tutti fossero sempre felici e farò di tutto perché ciò accada. La primavera arriva piano piano e quasi nessuno se ne accorge. E poi una mattina svegliandoci scopriremo che l’inverno non c’è più. Che è arrivata lei… la primavera. E’ meraviglioso vivere , innamorarsi… E’ meraviglioso stringere la mano della gente per non sentirsi più soli. L’amore non si può nascondere. Come non si potrebbe nascondere un raggio di sole. Nella vita non c’è niente che non sia amore. E’ per amore che i girasoli inseguono il sole, è l’amore che fa tornare sempre l’estate. Senza amore non esisterebbe il mondo. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi altrove. Un respiro profondo e la mente vola via leggera come un aquilone. Su gente fatelo insieme a me e le favole, le poesie e l’amore torneranno a far parte di voi…” Così fu che si presero tutti per mano e chiusero gli occhi per riaprirli poi su un mondo colorato e pieno di luci di stelle e d’amore, sotto lo sguardo felice di Araminta pronta per partire alla ricerca di altri luoghi e di altre persone a cui regalare la sua felicità. Un'anima sul mondo
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