#sindacalese
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primepaginequotidiani · 1 month ago
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PRIMA PAGINA Corriere Del Mezzogiorno di Oggi domenica, 01 dicembre 2024
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ilfascinodelvago · 8 years ago
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Il Sagittario esprime dinamismo, non sempre indirizzato verso qualcosa di concreto, per questo spesso offre concretezza di forma ma non di sostanza. Talvolta ardito nella combinazione dei soggetti, dei verbi e dei sostantivi pescati casualmente, si perde nel mettere in moto una dinamica senza aver discusso una linea unitaria al proprio interno.
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abr · 4 years ago
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Quota 100 boccaloni
L’Italì è quel posto dove i ben-pensanti mainstream-dipendenti s’allineano volentieri ai SuperPoteri Centrali di Bruxelles (ma i Sovranisti saremmo noi), nel pretendere l’accantonamento della cd. “Quota100″ delle pensioni che-scassare-i -conti-pubblici-fa, come credono gli analfabeti di ritorno -  manco generasse esborsi extra perenni non temporanei (sei anni, poi è tutto stabilizzato) come un Reddito di Cittadinanza qualunque. 
Costoro scordano che siamo in Italì: la età media di pensionamento relativamente bassa rispetto agli standard euopoidi (61 anni circa) NON è dovuta alle regole in vigore ma come sempre alle ECCEZIONI - benvenuti in Italì: in particolare è dovuta alla “soluzione” sindacalese preferita - i prepensionamenti - alle tante crisi aziendali in  atto (nel 2019; adesso è tutto bloccato, prepararsi allo tsunami nel 2021).  
Tant’é, preparatevi alla ennesima cura che non risolve problemi ma causa vittime collaterali. Sennò il Partito dei Durocrati che ci starebbe a fare? 
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paoloxl · 6 years ago
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In un’escalation micidiale, preoccupante ed esaltante, la lotta ai cancelli dell’Italpizza sta continuando giorno dopo giorno – sotto le piogge dispettose di maggio come sotto il caldo torrido e spossante di questo fine giugno. Ormai da mesi, i bravi cittadini modenesi – almeno quelli non abituati a girare sempre la testa dall’altra parte – stanno assistendo a un crescendo di cariche poliziesche, pestaggi e lanci di lacrimogeni, sparati addosso – principalmente – a donne armate solo della loro tenacia, che cercano di strappare a questa azienda perla dell’agroalimentare italiano, condizioni un minimo dignitose di vita e di lavoro: perché in questi tempi cupi, la divisione sindacalese tra contrattazione “acquisitiva” e “difensiva” non esiste più – nelle aziende spesso si lotta per sopravvivere, per strappare al padrone qualche centesimo in più di paga oraria, il diritto alle pause, ai bagni, al non essere considerata merce disponibile 24 ore su 24. E la sproporzione drammatica tra la quantità di lotte necessarie e la qualità modesta delle rivendicazioni, dà la cifra dello sprofondamento di questo paese di merda nel suo passato più regressivo.
Il sindaco – appena rieletto – tifa per l’azienda, così come la stragrande maggioranza del quadro politico e dei mezzi di informazione. La Cgil si è impantanata in un tavolo che le porterà solo ulteriore discredito e perdita di iscritti dentro quel sito. Ogni giorno un reparto di energumeni in divisa, bardati come se andassero in missione all’estero, attacca questi presidi sostanzialmente indifesi: ad animarli sono cobas, sono stranieri, sono donne – la loro incolumità e la loro fedina penale vale poco, sul mercato della cittadinanza in cui tutti noi, oggi, siamo pesati per censo e potere sociale – nella modernità “castale” che caratterizza le nostre società. Associazioni come Non una di meno, Case del Popolo, comitati per il boicottaggio di Italpizza, realtà di base, delegati sindacali del territorio – chi può sta cercando di esprimere solidarietà a questa cruciale battaglia popolare: il resto di quel che residua della famosa “società civile” (di cui fino a qualche anno fa si favoleggiava ampiamente, insieme all’altra chimera: il ceto medio riflessivo…), tace e acconsente, dando ormai per scontato che il mercato del lavoro debba essere strutturato a gironi – come l’inferno dantesco – e che sia necessaria e fisiologica per il funzionamento del sistema, una massa – crescente – di neoschiavi “multiservizi” (com’è denominato il loro contratto prevalente).
La tensione sta salendo, dicevamo. Il caldo torrido, la disperazione, gli scioperi che falcidiano stipendi già miserabili. Ormai è in gioco la dignità: le persone hanno fatto quel famoso “scatto” che trasforma i mesi in anni e fa crescere la coscienza di sé oltre la miseria della propria condizione di merce. L’atmosfera è quella che è, pesante, acida. Ci si butta davanti alle ruote dei camion. Si è storditi dai fetentissimi gas CS, si ruzzola sul tappeto di lacrimogeni che ormai nessuno raccoglie più, come fossero un arredo stradale. Basta poco. Forse il 14 settembre del 2016, davanti alla GLS di Piacenza, il clima era anche migliore di quello che si registra oggi all’Italpizza; probabilmente nessuno si aspettava quello che successe quella mattina piena di luce padana. Ahmed Abdel Salam, nel corso di un presidio davanti a quell’obbrobrio di capannone grigiastro, fini sotto le ruote di un Tir che stava cercando di bypassare i manifestanti schierati davanti ai cancelli, per portare fuori il suo preziosissimo carico di cianfrusaglie e salvarlo da quell’embargo dei poveri che è il picchetto operaio. E quando ci scappa il morto, tutti – dopo – corrono a prendere posizioni responsabili e pacificatrici: inni al dialogo, recriminazioni, associazioni datoriali costernate, solenni denunce sindacali, ispezioni ministeriali. Ecco, sulla vicenda Italpizza oggi – chi vuole, chi se la sente, chi ha ancora un po’ di sangue nelle vene o di coraggio civile o di consapevolezza del suo ruolo se fa il sindacalista, o anche se è un semplice cittadino che non si rassegna al ruolo assegnatogli di pubblico televisivo e platea elettorale – ebbene, sulla vicenda Italpizza, dicevamo, facciamo in tempo a parlare prima che il sangue operaio bagni l’asfalto come successe a Piacenza tre anni fa.
Non è scontato lo schieramento. Il nemico è solido. L’azienda è agguerrita, attrezzata, unge molte ruote, cura i rapporti con la stampa, gestisce finte informatissime pagine Facebook che incitano al crumiraggio e all’ostilità antioperaia. E la Questura è criminalmente determinata a fornire la sua manovalanza al servizio del padrone – e queste cose, si sa, sono decise a Roma, perché quando Salvini parla di sicurezza è precisamente della sicurezza delle tante Italpizza d’Italia, che si preoccupa, altro che i barconi. Quindi, la partita a San Donnino è cruciale, di sicuro spessore nazionale, di valore esemplare – sui temi degli appalti interni e dell’assetto del mercato del lavoro italiano. Si può provare a farlo diventare davvero un terreno ricompositivo, generale, per tutti quelli che in questo lungo anno di governo hanno arrancato nel tentativo di capire qual è il “punto d’attacco” con cui contrastare l’esecutivo gialloverde: Salvini è lì, dietro le inferriate di Italpizza, ci sta sfidando, ci fa ciao con la manina, ci invita a giocarcela fino in fondo. Sa che fino a quando le operaie e gli operai di Italpizza restano soli, il suo Governo non deve temere nulla – perché vuol dire che il paese è ancora in stato neurovegetativo, che nessuno potrà scuotere il laido consenso di cui gode.
Qualche giorno fa, un docufilm realizzato e trasmesso da Sky – Il Mostro di Modena – ha rilanciato in città la memoria di un presunto serial killer che agì sul territorio negli anni ’80 e poi sparì nel nulla, ignoto e impunito. Il prodotto è risultato di grande qualità e ha coinvolto molto l’opinione pubblica, che aveva rimosso quelle antiche storie. Chi ci pensava più, al Mostro di Modena?Suggestionato da questa visione televisiva, il nuovo Capo della Procura Giovagnoli, ha chiesto alla sua polizia giudiziaria di tirare fuori i vecchi faldoni delle inchieste di 35 anni fa, per verificare se sussistano oggi elementi utili per riaprire le indagini sul Mostro.
Certo, con la folla di mariti e fidanzatini assassini che continuano a “mostrificare” gli ambienti familiari, seminando morte e violenza, l’idea di questo vecchio serial killer in circolazione non spaventa più nessuno. Anche su quel terreno, ne abbiamo fatta di strada. Però viene da chiedersi: se basta un programma televisivo a riattizzare gli interessi della Procura su vecchie tragedie, perché non proviamo a spedire a Giovagnoli almeno una parte delle molte inchieste giornalistiche (anche televisive) che hanno raccontato in questi anni il distretto carni, la filiera agroalimentare e altre velenosissime specialità in salsa emiliana? Perché non gli mostriamo il racconto drammatico e rabbioso delle vite piegate e spremute di migliaia e migliaia di operai e di operaie che lavorano nella vetrina dell’eccellenza emiliana, ricavandone meno del minimo vitale? Se basta la visibilità televisiva, per occuparsi dei crimini, i “mostri” dell’imprenditoria modenese – quelli che stanno forgiando un nuovo perverso “modello emiliano” – hanno già accumulato un bel po’ di meriti e celebrità. Già, mentre cerchiamo di scovare i fantasmi dei vecchi killer della nostra memoria, cerchiamo di chiederci: chi sono oggi i nuovi Mostri di Modena? Chi ci sta uccidendo, lentamente, ogni giorno, corrompendoci e assuefacendoci alle sue brutture e alle ragioni dei suoi profitti?
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enricodalbosco · 4 years ago
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VAI AL GENERATORE AUTOMATICO DI FRASI!
Il Tubolario dagli anni '80 ai nostri giorni
1981
Quando uscì, nei primi anni '80, attirò subito la mia attenzione: a prima vista sembrava un bell'oggetto, del tipo Baci Perugina nella nuova confezione tubolare lanciata sul mercato proprio in quegli anni, ma poi, a prenderlo in mano e a…
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2004
Purtroppo l’intrigante oggetto sparì presto – e misteriosamente... – dalla circolazione. Ciononostante io non lo dimenticai, tanto che nel 2004 ne feci una versione informatizzata: quella che ancor oggi può essere attivata, sul mio sito, per generare delle frasi scelte a caso tra le dieci milioni di differenti combinazioni. Provate per credere:
clicca qui per generare 10.000.000 di frasi... gratuite!
Potreste generare, per esempio, la frase n.° 8.741.467 che suona così:
L'assetto politico istituzionale prefigura il riorientamento delle linee di tendenza in atto in maniera articolata e non totalizzante non sottacendo ma anzi puntualizzando in un'ottica a priori e non a posteriori una congrua flessibilità delle strutture.
La stessa frase potreste leggerla sul Tubolario della Politica ruotando opportunamente i suoi anelli colorati:
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2011
Ma la storia non finisce qui. Qualche anno più tardi, in occasione di uno scambio di email con il Prof. Marco Marchi, ebbi la ventura di conoscere la vera, curiosa ‘storia’ del Tubolario e della sua misteriosa sparizione... (vedi il riquadro qui di seguito).
[Nel febbraio 2011, a seguito di uno scambio di email, ho ricevuto dal Prof. Marco Marchi queste interessanti informazioni sul Tubolario, unitamente al permesso di renderle pubbliche - E. Dalbosco] Breve storia del Tubolario, dai ricordi di Marco Marchi A seguito della Legge di riforma sanitaria 833/1978 cominciarono a circolare una marea di piani sanitari regionali e locali infarciti di frasi ripetitive, roboanti e spesso incomprensibili. Come reazione a tutto ciò Marco Marchi e Pierluigi Morosini misero a punto il GAPS (Generatore Automatico Piani Sanitari) che finì in prima pagina sul Corriere della Sera sotto il titolo di “10 milioni di frasi inutili”! La Ditta SEBINO prese contatti con noi (era il 1982) per realizzare l’idea in forma di Tubolario, chiedendoci di riadattare le frasi del GAPS togliendo i termini ed i riferimenti più specificatamente sanitari ed epidemiologici in modo da poterlo presentare con un riferimento più generalizzato al linguaggio “politichese” (ed in subordine “sindacalese”). La confezione messa in vendita (su nostra licenza) consisteva di una scatola contenente 3 tubi con riferimento ai temi : 1) linguaggio politico-sindacale 2) frasi d’amore 3) gergo sportivo (in particolare del calcio). Di questa confezione ne furono vendute diverse migliaia di copie; poi anche per problemi legati alla corresponsione dei diritti d’autore (che ci furono negati per l’uso collaterale del tubo quale contenitore di cioccolatini!)(*) il rapporto con la SEBINO si concluse senza lo sviluppo di altri temi, come era nelle intenzioni originarie.       Prof. Marco Marchi (*) [N.d.R. Circa la scusa addotta per non corrispondere i diritti d'autore, lascio al lettore il giudizio; io personalmente la trovo una miserabile scusa... del tubo! perché (1) i tubi di cartone già esistevano in commercio da secoli e (2) anche il Monopoli (al pari di numerosi altri giochi) ha tabellone, segnalini ecc. al pari dell'antichissimo Gioco dell'Oca, eppure...]
A Marco Marchi e Pierluigi Morosini vanno comunque i nostri sentiti ringraziamenti perché con la loro invenzione ci hanno fatto - e ancor oggi ci fanno - divertire in modo intelligente...
2021
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...e ne abbiamo proprio bisogno in questi mesi, "al tempo del COVID": l'ironia e la satira, condite con la cultura l'intelligenza sono un potente VACCINO per difenderci dalla valanga di luoghi comuni, di mantra e di fake news che minacciano di sommergerci. Non ho nulla - a priori o posteriori - contro le parole 'roboanti': le parole di per sé non son né belle né brutte (e quelle 'rare' sono spesso da proteggere!) ma non devono essere utilizzate a sproposito, e soprattutto in discorsi che vogliono solo coprire il vuoto mentale (o le intenzioni poco limpide) di chi parla.
....
Una petizione per le... VARIANTI! Il Tubolario della Politica non è stato dimenticato: non solo se ne parla ancora (e bene) sui siti web, ma è addirittura possibile rigenerare tutte le sue frasi 'fatte': nostalgiche, inutili, bizzarre, ridicole, strampalate, divertenti, mostruose... Ma che ne è degli altri due Tubolari, il Tubolario delle frasi d’amore e il Tubolario del gergo sportivo? Mi piacerebbe proprio saperlo! e per questo rivolgo a chi mi legge un invito: se avete uno di quei rari oggetti, vi prego di farmelo sapere, così magari potrei mettere gratuitamente a disposizione di tutti anche quei preziosi patrimoni culturali e lessicali - che potrebbero costituire degli ottimi VACCINI per le varianti erotica e sportiva del micidiale VIRUS dello SPROLOQUIO! Padova, maggio 2021
Enrico Dalbosco
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enricodalboscotest · 4 years ago
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Geniale generatore di frasi (e potente vaccino!)
1981
Quando uscì, nei primi anni '80, attirò subito la mia attenzione: a prima vista sembrava un bell'oggetto, del tipo Baci Perugina nella nuova confezione tubolare lanciata sul mercato proprio in quegli anni, ma poi, a prenderlo in mano e a…
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2004
Purtroppo l’intrigante oggetto sparì presto – e misteriosamente... – dalla circolazione. Ciononostante io non lo dimenticai, tanto che nel 2004 ne feci una versione informatizzata: quella che ancor oggi può essere attivata, sul mio sito, per generare delle frasi scelte a caso tra le dieci milioni di differenti combinazioni. Provate per credere:
clicca qui per generare 10.000.000 di frasi... gratuite!
Potreste generare, per esempio, la frase n.° 8.741.467 che suona così:
L'assetto politico istituzionale prefigura il riorientamento delle linee di tendenza in atto in maniera articolata e non totalizzante non sottacendo ma anzi puntualizzando in un'ottica a priori e non a posteriori una congrua flessibilità delle strutture.
La stessa frase potreste leggerla sul Tubolario della Politica ruotando opportunamente i suoi anelli colorati:
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2011
Ma la storia non finisce qui. Qualche anno più tardi, in occasione di uno scambio di email con Prof. Marco Marchi, ebbi la ventura di conoscere la vera, curiosa ‘storia’ del Tubolario e della sua misteriosa sparizione... (vedi il riquadro qui di seguito).
[Nel febbraio 2011, a seguito di uno scambio di email, ho ricevuto dal Prof. Marco Marchi queste interessanti informazioni sul Tubolario, unitamente al permesso di renderle pubbliche - E. Dalbosco] Breve storia del Tubolario, dai ricordi di Marco Marchi A seguito della Legge di riforma sanitaria 833/1978 cominciarono a circolare una marea di piani sanitari regionali e locali infarciti di frasi ripetitive, roboanti e spesso incomprensibili. Come reazione a tutto ciò Marco Marchi e Pierluigi Morosini misero a punto il GAPS (Generatore Automatico Piani Sanitari) che finì in prima pagina sul Corriere della Sera sotto il titolo di “10 milioni di frasi inutili”! La Ditta SEBINO prese contatti con noi (era il 1982) per realizzare l’idea in forma di Tubolario, chiedendoci di riadattare le frasi del GAPS togliendo i termini ed i riferimenti più specificatamente sanitari ed epidemiologici in modo da poterlo presentare con un riferimento più generalizzato al linguaggio “politichese” (ed in subordine “sindacalese”). La confezione messa in vendita (su nostra licenza) consisteva di una scatola contenente 3 tubi con riferimento ai temi : 1) linguaggio politico-sindacale 2) frasi d’amore 3) gergo sportivo (in particolare del calcio). Di questa confezione ne furono vendute diverse migliaia di copie; poi anche per problemi legati alla corresponsione dei diritti d’autore (che ci furono negati per l’uso collaterale del tubo quale contenitore di cioccolatini!)(*) il rapporto con la SEBINO si concluse senza lo sviluppo di altri temi, come era nelle intenzioni originarie.       Prof. Marco Marchi (*) [N.d.R. Circa la scusa addotta per non corrispondere i diritti d'autore, lascio al lettore il giudizio; io personalmente la trovo una miserabile scusa... del tubo! perché (1) i tubi di cartone già esistevano in commercio da secoli e (2) anche il Monopoli (al pari di numerosi altri giochi) ha tabellone, segnalini ecc. al pari dell'antichissimo Gioco dell'Oca, eppure...]
A Marco Marchi e Pierluigi Morosini vanno comunque i nostri sentiti ringraziamenti perché con la loro invenzione ci hanno fatto - e ancor oggi ci fanno - divertire in modo intelligente...
2021
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... E ne abbiamo bisogno proprio in questi mesi, "al tempo del COVID": l'ironia e la satira, condite con la cultura l'intelligenza sono un potente VACCINO per difenderci dalla valanga di luoghi comuni, di mantra e di fake news che minacciano di sommergerci. Non ho nulla - a priori o posteriori - contro le parole 'roboanti': le parole di per sé non son né belle né brutte (e quelle 'rare' sono spesso da proteggere!) ma non devono essere utilizzate a sproposito, e soprattutto in discorsi che vogliono solo coprire il vuoto mentale (o le intenzioni poco limpide) di chi parla.
....
Una petizione per le... VARIANTI! Il Tubolario della Politica non è stato dimenticato: non solo se ne parla ancora (e bene) sui siti web, ma è addirittura possibile rigenerare tutte le sue frasi 'fatte': nostalgiche, inutili, bizzarre, ridicole, strampalate, divertenti, mostruose... Ma che ne è degli altri due Tubolari, il Tubolario delle frasi d’amore e il Tubolario del gergo sportivo? Mi piacerebbe proprio saperlo! e per questo rivolgo a chi mi legge un invito: se avete uno di quei rari oggetti, vi prego di farmelo sapere, così magari potrei mettere gratuitamente a disposizione di tutti anche quei preziosi patrimoni culturali e lessicali - che potrebbero costituire degli ottimi VACCINI per le varianti erotica e sportiva del micidiale VIRUS dello SPROLOQUIO! Padova, maggio 2021
Enrico Dalbosco
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frominsidie · 3 years ago
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In effetti ho quell'amarino in bocca e come ormai sempre più spesso, ad indicarmi con precisione l'origine del problema, è @autolesionistra .
Nel sindacato si usa da sempre, come un mantra, in quasi ogni discorso, sottolineare la consueta dicotomia tra forma e merito. O meglio fuori dal sindacalese, forma e sostanza. Sì sottolinea spesso come le due cose, se pur di fatto la prima quasi inutilmente, non possano procedere distintamente. Ecco il perché.
Se sei una regione "rossa" in competizione sul tuo campo, cioè quello dei servizi collettivi alla persona, e metti in piedi un sistema che riesce ad inoculare quattromilionieseicentoquarantamilaseicentocinquantuno vaccini in circa 5 mesi, non ti puoi accontentare della sostanza, perché i tuoi avversari, che magari prediligono un approccio privato più che pubblico, sposteranno l'attenzione sulla forma e si sa, chi ha come Mission la vendita e non la sanità pubblica (in senso letterale), sarà molto più bravo di te.
La cosa tragica, è che l'effetto che otterrai, è quello descritto in una scena geniale del Bryan di Nazareth dei Monty Pyton, con conseguente rivolta delle masse.
In breve, vorrei una pubblicità tipo "La potenza è nulla senza controllo", ma con "La sostanza è scarsa senza la giusta forma".
avventure all’hub vaccinale
So che al mondo esistono tanti problemi più gravi, ma ci tenevo a raccontare le dinamiche vaccinali del capoluogo dell'Emilia-Romagna, regione che a intervalli regolari si bulla di essere un'eccellenza in campo sanitario, nonché una delle prime regioni ad adottare il fascicolo sanitario elettronico.
La mia posizione sui vaccini COVID è tutto sommato ben riassunta da Bill, quanto segue è semplicemente una nota di metodo, senza pretese di significatività statistica e senza entrare nel merito epidemiologico.
La fascia di età 40-49, di cui mi pregio tocca fare parte, ha avuto la possibilità di prenotarsi per il vaccino a inizio giugno (con modalità diverse dalle precedenti fasce di età, se no poi uno si annoia). Una volta prenotati, si riceveva via mail un messaggio tipo “le faremo sapere” poi a distanza di qualche giorno arrivava un sms con conferma e data della sola prima dose (prenotazione comparsa anche su fascicolo sanitario elettronico).
Qualche amico che ha avuto necessità di modificare la data della prima dose si è visto magicamente comparire sul fascicolo anche l’appuntamento della seconda dose, cosa che puzzava di marone informatico sulle prime prenotazioni lontano un miglio, ma si sa, siamo un’eccellenza sanitaria e io non ho fiducia, io ho fede (cit).
Il giorno della prima dose l’hub vaccinale alla fiera di Bologna presentava alcune dinamiche logistiche che avrebbero fatto venire delle proposte migliorative (e un po’ di gastrite) anche all’ultimo degli organizzatori di eventi di liscio di Igea Marina. Approdato dopo un’oretta e mezza davanti ad un medico per l’anamnesi, butto lì che la data del secondo appuntamento era al momento ancora un mistero. La risposta ricca di tracotante sicumera (cit) è stata: “è impossibile, lei sicuramente ha la prenotazione della seconda dose sul fascicolo sanitario elettronico” Con una tale autorevolezza che se mi avesse detto “lei si chiama Giorgio” la mia identità anagrafica avrebbe traballato. Trovo comunque la forza di esprimere qualche rimostranza, il dottore sbuffando piglia un cartoncino e ci scrive una data (senza nome, senza fascia oraria) a penna “ecco, venga fra 35 giorni con questo”
Dopo il vaccino e prima dell’uscita assisto al grazioso rito di chiusura vaccinazione nel quale in un capannone con più di un centinaio di neovaccinati seduti in attesa alcuni volontari girano urlando cognomi per consegnare la stampa del certificato vaccinale, in modalità signora i limoni (ma con meno privacy).
Nei giorni successivi un rapido confronto con amici coetanei mi conferma che siamo più o meno tutti nella stessa barca: perplessi e con un pizzino scritto a penna come unico documento per la seconda dose.
Le esperienze della seconda dose hanno un notevole scarto quadratico medio: pur avendo lodevolmente corretto alcune asperità organizzative dell’hub (incluso il rito finale della consegna documenti a urlazzi) l’impressione è che le fasce orarie siano completamente saltate e ognuno sia andato un po’ quando cazzo gli pareva, con prevedibili ripercussioni sulla variabilità della coda.
Oh, a guardare il risultato, mo’ son vaccinato e buonanotte; mi han lasciato anche il pizzino che ho appeso in bacheca a perenne ricordo di quanto siamo eccellenti.
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paneliquido · 8 years ago
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complimenti ai presunti rifugiati. si esprimono che manco un sindacalista della cgil. chissà chi gli ha insegnato a scrivere in un italiano così corretto e sindacalese,
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enricodalboscotest · 4 years ago
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Le prime notizie sul TUBOLARIO le ho pubblicate sul mio sito nel 2004, e successivamente le ho aggiornate nel 2011 quando uno dei suoi inventori, il Prof. Marco Marchi, mi ha contattato e mi ha fornito ulteriori interessanti informazioni. Ora ho il piacere di riprendere l'argomento in questo POST, e di indicarvi l'indirizzo che vi permetterà di utilizzare ancor oggi il glorioso Tubolario della Politica, per riapprezzarne la genialità e l'ironia...
Generare una nuova frase con il TUBOLARIO DELLA POLITICA ® è cosa facile: basta ruotare a caso i suoi anelli e leggere il... risultato - le combinazioni possibili sono esattamente dieci alla settima potenza, cioè ben dieci milioni! Qui di seguito riporto la frase n.° 8.741.467:
L'assetto politico istituzionale prefigura il riorientamento delle linee di tendenza in atto in maniera articolata e non totalizzante non sottacendo ma anzi puntualizzando in un'ottica a priori e non a posteriori una congrua flessibilità delle strutture.
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clicca qui per generare 10.000.000 di frasi... gratuite!
Me lo ricordo bene, il TUBOLARIO della Sebino! Quando uscì, nei primi anni '80, attirò subito la mia attenzione: a prima vista sembrava un bell'oggetto, del tipo confezione di baci Perugina, rilanciati sul mercato nella nuova confezione tubolare proprio in quegli anni, ma poi, a prenderlo in mano e a…
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[Nel febbraio 2011, a seguito di uno scambio di email, ho ricevuto dal Prof. Marco Marchi questa interessanti informazioni sul Tubolario, unitamente al permesso di renderle pubbliche - E. Dalbosco] Breve storia del Tubolario, dai ricordi di Marco Marchi A seguito della Legge di riforma sanitaria 833/1978 cominciarono a circolare una marea di piani sanitari regionali e locali infarciti di frasi ripetitive, roboanti e spesso incomprensibili. Come reazione a tutto ciò Marco Marchi e Pierluigi Morosini misero a punto il GAPS (Generatore Automatico Piani Sanitari) che finì in prima pagina sul Corriere della Sera sotto il titolo di “10 milioni di frasi inutili”! La Ditta SEBINO prese contatti con noi (era il 1982) per realizzare l’idea in forma di Tubolario, chiedendoci di riadattare le frasi del GAPS togliendo i termini ed i riferimenti più specificatamente sanitari ed epidemiologici in modo da poterlo presentare con un riferimento più generalizzato al linguaggio “politichese” (ed in subordine “sindacalese”). La confezione messa in vendita (su nostra licenza) consisteva di una scatola contenente 3 tubi con riferimento ai temi : 1) linguaggio politico-sindacale 2) frasi d’amore 3) gergo sportivo (in particolare del calcio). Di questa confezione ne furono vendute diverse migliaia di copie; poi anche per problemi legati alla corresponsione dei diritti d’autore (che ci furono negati per l’uso collaterale del tubo quale contenitore di cioccolatini!)(*) il rapporto con la SEBINO si concluse senza lo sviluppo di altri temi, come era nelle intenzioni originarie.       Prof. Marco Marchi (*) [N.d.R. Circa la scusa addotta per non corrispondere i diritti d'autore, lascio al lettore il giudizio; io personalmente la trovo miserabile: una scusa... del tubo! perché (1) i tubi di cartone già esistevano in commercio da secoli e (2) anche il Monopoli (al pari di numerosi altri giochi) ha tabellone, segnalini ecc. al pari dell'antichissimo Gioco dell'Oca, eppure...]
Un mio amico ne ha trovato uno in soffitta IL TUBOLARIO DELLA POLITICA, e così abbiamo dovuto girare gli anelli … - per intrattenere anche te, ho realizzato una versione computerizzata che puoi usare liberamente: avere divertimento!
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