#sfortunatamente è vero
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Il Gladiatore II: Un Viaggio Epico tra Politica e Cinema
Sangue, rabbia e una narrazione epica per un sequel potente e, a tratti, visionario. Un film che può essere letto anche alla luce delle problematiche contemporanee. Sullo schermo, Paul Mescal, Pedro Pascal e un magistrale Denzel Washington sono i protagonisti.
Il titolo stesso, Il Gladiatore II, ha un impatto gigantesco. Un film che mira a riportare sul grande schermo un tipo di cinema spettacolare, emotivo e maestoso, che sembra essere scomparso, ormai rivolto solo a un pubblico più distratto. Ma, sin dalla prima scena, Ridley Scott ci trasporta in un universo che richiama i grandi kolossal del passato: Ben-Hur, Quo vadis? e Spartacus, con tanto di omaggi. Eppure, nonostante l’omaggio al passato, Il Gladiatore II non è solo un grande seguito, ma un progetto che guarda anche al futuro, pur mantenendo il legame con la tradizione del cinema epico.
Le premesse erano alte, eppure il risultato non ha solo soddisfatto le aspettative, ma le ha superate. Creare un seguito per un film leggendario come Il Gladiatore - che ha segnato una generazione - non era certo facile, ma Ridley Scott è riuscito a mantenere intatto lo spirito originale, pur dando vita a un film indipendente, contemporaneo e quasi visionario. Inoltre, con la sceneggiatura di David Scarpa, il film risulta essere uno dei più politici del regista, un'opera che, soprattutto in un'epoca in cui pochi autori osano esprimere opinioni forti, si propone come una dichiarazione di intenti chiara e potente.
Il Gladiatore II: Il Testimone di Massimo Decimo Meridio
Tra vendetta, redenzione e un viaggio che tocca anche dimensioni spirituali, Il Gladiatore II si fa portatore di un messaggio forte. Pur essendo ambientato in un mondo antico, la storia è un riflesso critico di un mondo moderno, in cui il potere e la guerra sono il terreno fertile di una politica corrotta e amorale. È un mondo che, sfortunatamente, somiglia molto al nostro. In questo contesto, la Roma che viene ritratta nel film è sull’orlo del collasso, e la trama riesce a rendere tangibile questa sensazione di decadenza.
A vent'anni dalla morte di Massimo Decimo Meridio, l'eredità del leggendario gladiatore viene raccolta da Lucio Vero (Paul Mescal), un uomo ridotto in schiavitù dopo essere stato deportato dalla Numidia (l'antico nome del Nord Africa) dalle legioni di Marco Acacio (Pedro Pascal), sotto il dominio degli imperatori Caracalla e Geta. Arrivato a Roma, Lucio viene costretto a combattere come gladiatore per il crudele Marcrinus (Denzel Washington), uno schiavista senza scrupoli che trama per raggiungere il potere.
Il sogno di Roma e il crollo dell'Occidente
Ciò che distingue Il Gladiatore II da tanti altri sequel è la sua forte componente politica, che va oltre la trama e si intreccia perfettamente con la narrazione storica e i temi trattati. La storia, infatti, si presta a una lettura che richiama le analogie tra l'Impero Romano e gli Stati Uniti moderni. Il sogno di Roma, incarnato da Lucio e poi da Marco Acacio, è il medesimo sogno tradito dell'“American Dream” – una promessa di libertà e giustizia ormai svuotata di significato.
Con una regia impeccabile, che riesce a catturare l'essenza del passato con grande maestria, Scott affronta temi come la democrazia, l'oppressione, la civiltà, la rivoluzione e la resistenza. La scenografia, la fotografia (firmata da John Mathieson) e la colonna sonora (di Harry Gregson-Williams, che si fa portavoce della grande tradizione musicale di Hans Zimmer e Lisa Gerrard) accompagnano lo spettatore in un viaggio visivo che fa vibrare ogni singola scena. Eppure, un avviso: non cercate una riproduzione storicamente fedele; il cinema, come sempre, è prima di tutto un'arte, non una lezione di storia.
In questo contesto, Lucio, interpretato da Paul Mescal, emerge come una figura potente e moderna, ancora più incisiva di quella di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe), che pur non essendo presente, si fa comunque sentire. Lucio è l'emblema di un eroe che cerca giustizia e libertà, ma che si scontra con la realtà di un mondo ormai corrotto. La sua lotta per il sogno di Roma è una riflessione sulla fine di un impero e sulla ricerca di un ideale che ormai è sfocato. In qualche modo, Lucio rappresenta un tentativo di riscatto in un’epoca che sembra incapace di cambiare. È la rivalutazione del sogno di Roma, ormai svuotato di significato e destinato a crollare sotto il peso della sua stessa corruzione. Una riflessione che si estende anche al nostro presente, dove le stesse dinamiche di potere e paura sembrano prevalere.
Conclusioni
Il Gladiatore II di Ridley Scott è un sequel che non solo rispetta, ma espande l'eredità del film originale. È un'opera cinematografica potente e significativa, che si distingue per il suo spirito politico e la sua visione. Con ogni scena, Scott ci regala un'esperienza che mescola perfettamente spettacolarità e riflessione profonda, facendo di questo sequel una delle migliori esperienze cinematografiche recenti.
👍🏻
Una regia imponente e maestosa.
L'approfondimento politico e sociale.
La performance di Denzel Washington.
Il sequel che mantiene lo spirito dell'originale.
👎🏻
Inaspettatamente, il film potrebbe sembrare durare meno rispetto alla sua ambizione narrativa.
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Un vero uomo.
La cosa triste di questa immagine è che la maggior parte delle donne vivrà tutta la vita e non sperimenterà mai il significato del vero vero amore.
È anche leggermente deprimente pensare che la maggior parte delle persone non capirà mai quanto sia potente questa immagine.
Questo gentiluomo è un ottimo esempio di come gli uomini dovrebbero trattare il proprio partner ogni giorno che passa.
Sfortunatamente viviamo in una generazione con uomini che non hanno idea di cosa serva per essere un vero uomo.
Lasciate che vi faccia un paio di esempi di un vero uomo……
Un vero uomo ti chiede della tua giornata e si preoccupa sinceramente della risposta.
Un vero uomo rispetta i tuoi limiti e non ti obbliga mai a fare qualcosa per cui non sei pronto.
Trova il tempo per te e si prende quel tempo per imparare e capire chi sei come persona.
Un vero uomo ti mostra costantemente la definizione di sforzo ogni giorno che passa.
Ti chiamerà in modo casuale durante il giorno solo per controllare te e la tua salute mentale.
Un vero uomo è innegabilmente impegnato con te e cerca nuovi modi per innamorarsi di te ogni giorno che passa.
Fa della protezione del tuo cuore una priorità numero uno.
Un vero uomo non prende mai decisioni permanenti basate su emozioni temporanee.
Non ti confonde mai su dove ti trovi nella sua vita.
Un vero uomo si scusa quando sbaglia e rimane fedele al suo carattere.
Non gli importa ferire i sentimenti degli altri per proteggere i tuoi.
Un vero uomo ti dà affetto senza aspettativa sessuale.
Un vero uomo si rifiuta di intrattenere qualsiasi donna che non sei tu.
Ha intenzioni genuine con te fin dal primo giorno e ti mostra come ci si sente veramente ad essere una priorità piuttosto che un'opzione.
Un vero uomo ti aiuterà a guarire dal trauma per il quale nessuno si è scusato.
Un vero uomo ti apprezza e non si metterebbe mai nella posizione di perderti.
Segui il mio consiglio e aspetta l'uomo che non ti farà mai addormentare la notte mettendo in discussione la tua autostima.
🙏
Lezione sospesa 🥂
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A volte mi dispiace proprio essere come sono, perché ferisco le persone che amo.
Spesso dire quella parola in più o in meno, il modo di dire qualcosa o di non dire niente affatto induce le persone a pensare che per me abbiano poca importanza, che abbia poca stima per loro oppure che i miei sentimenti per loro non siano abbastanza forti o mutino nel tempo in maniera negativa.
Troppe volte, con il senno di poi, avrei voluto tacere invece di esprimermi o viceversa avrei voluto esprimermi invece di tacere; ma sembra sempre, sul momento, di prendere la scelta migliore, che però non è mai quella giusta sfortunatamente.
Talvolta sarebbe bello poter sapere cosa farebbe piacere sentirsi dire dagli altri, o cosa invece evitare di riportare, quando tacere e quando confortare. Tuttavia, se ci penso razionalmente mi dico che in questo modo non ci sarebbe più spontaneità, ma sarebbe tutto controllato e programmato, non mi piacerebbe affatto.
Come fare però a non far soffrire nessuno con il proprio modo di fare? Perché anche se lavoro su me stessa commetto errori? Errare humanum est è vero, ma è pur vero perseverare diabolicum, quindi forse c'è qualcosa che non va in me?
Scusate lo sfogo.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
#life#vita#umi-no-onnanoko#sfogo#thoughts#pensieri#writing#writer#write#scrivere#scrittura#scrittrice#01.04.23
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È stato calcolato che un uomo di media corporatura può rilasciare nel letto fino a 100 litri di sudore all’anno e che i cuscini, di piuma o sintetici, possono contenere da 4 a 17 specie diverse di funghi. In più, ci sono i residui dei cibi che a volte capita di consumare nel letto, e di cosmetici, come ad esempio oli e creme per il corpo: un vero paradiso per gli acari della polvere che nel letto trovano un ambiente umido, perfetto per la loro sopravvivenza. Sfortunatamente gli acari (e i loro escrementi) possono scatenare allergia, asma ed eczemi.
Dall'articolo "Ogni quanto vanno cambiate le lenzuola? I tempi e una curiosità (che piacerà ai pigri): lasciare il letto sfatto elimina l'umidità" di Cristina Marrone
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Lamine Yamal nasconde le sue ambizioni all'FC Barcelona
La scorsa stagione e UEFA Euro 2024 hanno reso Lamine Yamal famoso tra i tifosi, e ha anche aiutato la nazionale di calcio spagnola a vincere il campionato. Nella nuova stagione, l'attenzione di Lamine Yamal all'FC Barcelona è aumentata in modo significativo, e i tifosi vogliono vedere la sua vera forza. Lamine Yamal, uscito dal ritiro giovanile spagnolo, ha temporaneamente utilizzato la maglie calcio numero 19 per nascondere le sue ambizioni.
Lamine Yamal deve dimostrare il suo valore all'FC Barcelona, e anche Endrick deve dimostrare il suo valore al Real Madrid. Lamine Yamal è stato apprezzato dall'FC Barcelona per le sue prestazioni eccezionali, ed è diventato anche un candidato che ha attirato molta attenzione dopo Ansu Fati. Anche il giovane Fati ha subito lo stesso trattamento di Lamine Yamal, ma sfortunatamente non è riuscito a trovare la sua forma migliore dopo essere stato gravemente infortunato. Fati è stato infine prestato ad altri club dall'FC Barcelona, ed è stato gradualmente dimenticato dai tifosi del Camp Nou. Ora Lamine Yamal ha più vantaggi in termini di forza fisica e ha sperimentato la crudele competizione del ritiro giovanile. Ha imparato a proteggersi nella lotta e ha cercato di non lasciarsi coinvolgere in brutte situazioni. Lamine Yamal e Robert Lewandowski hanno un'atmosfera tesa nella nuova stagione e preferiscono segnare gol da soli durante la partita.
Il Barcellona non è calmo come il mondo esterno vede e c'è competizione tra i giocatori. Gli unici giocatori inattivi sono infortunati e assenti e si concentrano su problemi di riabilitazione fuori dal campo. Robert Lewandowski comprende l'ambizione di Lamine Yamal e lo ha dimostrato con la sua forza nel Bayern Monaco e nel Borussia Dortmund. Uno degli obiettivi di Lamine Yamal è quello di avere la numero 10 del divisa Barcellona e aiutare la squadra a vincere il campionato. Lamine Yamal non è ancora diventato un vero giocatore di punta e nasconde la sua ambizione prima di poter mostrare il suo talento.
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Gloria! è l'inizio della rivoluzione
Gloria! è un film vivace, vero che dà speranza ma che soprattutto dà voce alle donne che non l’hanno avuta mai. Margherita Vicario nella sua opera prima è riuscita a realizzare un film sicuramente con qualche stonatura ma che si fa volere bene e restituisce gioia allo spettatore.
Un incontro tra musica del passato e musica pop perfettamente equilibrato.
L’altra sera ho avuto modo di vedere Gloria! di Margherita Vicario presso il Cinevillage di piazza Vittorio e ne sono rimasta profondamente colpita. Sfortunatamente (o fortunatamente) faccio parte di quel gruppo di persone che una volta uscite dal cinema non riescono a dare un vero parere oggettivo di quello che vedono, c’è sempre una sorta di scontro tra parere razionale e irrazionale. Gloria! fa parte di quella manciata di film che io ho sinceramente amato sin dal primo momento. E lo dico senza mezze misure. Se avete modo di vederlo, guardatelo e godetevelo perché oltre ad essere un film piacevole da guardare, riesce a mettere alla luce il talento delle compositrici del passato di cui sappiamo ben poco. Margherita Vicario in questa sua prima opera ha fatto una ricerca accurata e non indifferente per riuscire a rappresentare un universo musicale quanto più fedele possibile al periodo storico in cui è ambientata la narrazione. Anche la scelta delle attrici non è assolutamente casuale, tutte scelte letteralmente per il loro tono di voce, oltre che per il loro talento.
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In un periodo storico dove la donna non poteva avere niente, le protagoniste si uniscono in un viaggio legate dalla musica e dalla voglia di far sentire la loro voce e non solo...Il bisogno di dare un suono a quelle parole e quei sentimenti che di solito sono costrette a nascondere o, ancora peggio, a reprimere rende rivoluzionario il loro incontro. Ed è proprio grazie alla musica che le orfane speranzose, prima diventano collaboratrici per poi diventare sorelle con lo stesso sogno e con lo stesso bisogno: essere libere di essere e fare ciò che desiderano. Una realtà femminista che fa sperare che per qualcuno sia andata a finire veramente così. Una giornalista che seguo ha detto che Gloria! è il film di cui noi tutti abbiamo bisogno e mi ritrovo tantissimo in queste parole.
Isabella R.
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AMORE IN AFFITTO 2
Heinreich trasse un sospiro quasi spazientito, rivolgendosi poi alla nipote.
<< Gloria, i tuoi genitori a suo tempo hanno deciso così, io mi sto limitando a fare il mio dovere. E poi non posso certo abbondare mia nipote a sé stessa. >> parlò l'uomo pacatamente alla giovane. Quest’ultima di tutta risposta gli diede le spalle, incrociando le braccia scocciata, e sbuffando replicò alla tentata giustificazione del barone.
<< Non mi interessa che cosa hanno o non hanno deciso i miei genitori, e sinceramente non mi interessa nemmeno di loro. Volevo solo essere lasciata in pace, l'ultima cosa che desideravo era ritrovarmi un vecchio come te a farmi da babysitter! >> ribadì Gloria sempre più innervosita dalle circostanze e dallo zio che cercava di calmare la situazione. Alla replica poco cortese da parte della giovane, lo sguardo del barone da benevole divenne scuro.
<< Chi ti ha insegnato l'educazione? Pensi di potermi parlare in codesto modo? >> chiese il nobile cercando di mantenere un tono di voce calmo.
<< Perché, cosa non andava nelle mie parole? Ho detto solamente la realtà dei fatti, visto che è vero che sei vecchio! >> insistette Gloria. Le maid osservavano in silenzio la discussione senza intromettersi, ma Corinne strinse ad un tratto i pugni, pronta a controbattere. Venne però fermata giusto in tempo dalla mano di Maris, che le prese il polso sinistro. Corinne fissò il volto della sua collega dai capelli verdi, che sembrava implorarla di non fare castronerie. Fece allora un respiro profondo per tranquillizzarsi ed evitare di inveire contro la nuova arrivata.
Erano passati appena dieci minuti da quando Corinne aveva conosciuto la nipote del barone, ma la sua opinione era già delle peggiori. Nel frattempo Heinreich decise di far fare a sua nipote un giro rapido del castello, così che potesse vedere anche la sua camera da letto. Sfortunatamente per lei, proprio la povera Corinne venne scelta per quel compito. La maid non si scompose, e facendo un inchino invitò l'ospite a seguirla per un tour del palazzo. Gloria, dopo aver osservato Corinne un po' dubbiosa, scelse di seguire la donna dai capelli indaco; ma non prima di aver precisato che accettava solo perché era comunque meglio che restare col proprio zio. Corinne sorrise falsamente, in verità voleva solo strozzare quella ragazzina sfacciata e viziata, ma la sua devozione al nobile le impediva di fare qualsiasi cosa che potesse infastidire o deludere il suo responsabile. Fu allora che il viaggio per il corridoio e le enormi sale del castello cominciò, mentre la cameriera spiegava dettagliatamente ogni angolo – si poteva constatare la sua immane preparazione. Perfino la stessa Gloria rimase colpita dalla sua capacità di ricordare così minuziosamente anche il più insignificante dei dettagli. Giunsero infine di fronte ad una stanza, di cui la maid aprì la porta facendo accogliere la giovane: questa sarebbe stata la sua nuova camera da letto. Gloria si fece avanti precisando che voleva disfare in pace i suoi bagagli e risposarsi. Corinne annuì, e dopo essersi congedata con un inchino, fece presente che qualora Gloria avesse avuto bisogno, le sarebbe bastato chiamarla. La ragazza non disse nulla al riguardo, mentre la maid le voltò le spalle per fare ritorno al Neko Café Bistrot.
Nel contempo alla caffetteria, le sue cinque colleghe avevano avviato a fare le pulizie della sala in attesa del turno pomeridiano. D’un tratto Francesca se ne uscì domandando alle altre che cosa pensassero della nuova arrivata. Subito, la collega più anziana polacca smise di pulire uno dei tavoli.
<< Devo rispondere davvero? Credo che siamo tutti d'accordo che sia una grossa palla al piede. >> rispose Ilona guardando la bionda.
<< Io avrei usato un termine diverso, che però inizia sempre con la lettera p. >> contraddisse Judith mentre dava il mocio a terra.
<< Suvvia ragazze Gloria è appena arrivata, le serve solo un po' di tempo per ambientarsi, siate comprensive! >> si intromesse Maris.
<< Se è venuta qui solo per offendere poteva restarsene a casa sua. >> dichiarò Corinne mentre rientrava nella sala.
<< Sembra che la nostra Corinne sia un po' fuori di sé. >> disse Judith senza smettere di lavare.
<< Sei per caso sorpresa? Gloria ha offeso il suo amoruccio! >> ribatté Francesca punzecchiando Corinne sulla guancia.
<< Piantala! >> tuonò la maid dai capelli indaco diventando rossa.
<< Dai Corinne mica è un segreto, lo hanno capito pure le armature del castello! >> ridacchiò Judith. La francese non proferì parola, anche se la tentazione di strangolare la sua collega italiana aumentava di minuto in minuto.
<< Non criticatela tanto, c'è qualcuna qui che non la pensa come lei? >> corresse Maris.
<< È così affascinante! >> disse Francesca sospirando.
<< Forte.. >> aggiunse Judith smettendo di dare il mocio.
<< Farei volentieri della dolce musica con il suo enorme.. >> dichiarò Ilona, zittita a metà frase da Maris, la quale le tappò la bocca.
<< Che succede? Non ho capito il problema. >> chiese Francesca. Evelyn presa la sua lavagnetta e ci fece il disegnino di un pene sopra, mostrandolo poi alla ragazza confusa.
<< Ah, quello! >> disse la bionda dopo aver compreso.
<< Oh, quante polemiche inutili.. >> replicò Ilona riprendendo a pulire i tavoli.
<< Comunque davvero, io quella Gloria non la sopporto proprio, si atteggia manco avesse la vagina d'oro! >> commentò all’improvviso Judith. In quel preciso momento, dalla cucina si udì uno dei soliti “Suka Blyat” della cuoca Svetlana, e le sei maid si guardarono tra loro.
<< Ha palesemente detto che anche lei pensa che Gloria sia una grandissima stronza. >> disse Ilona trattenendo una risata. Poco più tardi, Corinne se ne stava in silenzio a pulire i vetri delle finestre della sala, pensando tra sé e sé come l'arrivo di Gloria al castello avrebbe condizionato la sua vita e quella delle altre maid.
Alle 16:30 le ragazze iniziarono il turno pomeridiano con l'arrivo dei clienti, ognuna di loro pronta a dare il meglio di sé per rendere fiero il proprio titolare. Evelyn era la preferita da molti clienti, anche se non diceva mai una parola la sua timidezza inteneriva tutti e la rendeva una delle maid più richieste. Maris si trovava al tavolo numero undici, presa da una conversazione con una disperata giovane che era stata lasciata dal suo storico fidanzato. La sua empatia e disponibilità erano riuscite a fare breccia nel cuore della ragazza, facendola sentire molto meglio. Quando la fanciulla strinse le mani di Maris per ringraziarla di cuore per le sue parole, la pietra verde del ciondolo che portava al collo si illuminò. Questo si verificava ogni volta che le maid riuscivano a far provare una forte emozione ai loro clienti. Ciascuna di esse indossava infatti una pietra diversa, che rilasciava un fioco bagliore nel momento in cui un’emozione veniva catturata. Il loro obiettivo era impegnarsi al fine di raccoglierne il più possibile, poiché chi ne fosse uscita vincitrice sarebbe stata scelta come sposa dal barone. Ciò aveva creato una vera e propria competizione tra le maid, e la più motivata era sicuramente Corinne.
Intanto nella sala del trono, il barone stava intrattenendo una conversazione col suo fidato maggiordomo Gerry. Il maggiordomo lo invitava ad avere pazienza, e che piano piano sua nipote si sarebbe sicuramente ambientata alla sua nuova vita lì al castello. Il barone sospirava, sperando che davvero Gerry ci avesse visto giusto. Gloria nel mentre si era addormentata nel suo grande letto matrimoniale, ma continuava a girarsi sotto le coperte; il suo sonno era angosciato da un incubo. Correva e correva lungo un infinito corridoio buio, nella vana speranza di scappare da una presenza oscura che la stava inseguendo.
<< Ehi signorina, si svegli.. >> udì Gloria ad un tratto, svegliandosi di colpo. Quando aprì gli occhi si accorse della presenza di Maris al suo fianco, che le teneva la mano.
<< Chi ti ha detto di entrare qui?! >> alzò la voce Gloria ritraendo di scatto la propria mano.
<< Perdonate l'inopportuna visita, ma vi ho sentita lamentarvi nel sonno e mi stavo preoccupando, avete avuto uno spiacevole sogno, vero? >> chiese quasi maternamente Maris, preoccupata. Gloria iniziò a respirare pian piano più lentamente, riprendendosi gradualmente dal suo incubo, mentre osservava la ragazza dai capelli verdi.
<< Sì, ma non sono affari tuoi! >> borbottò Gloria. Nonostante la sua risposta poco cortese, Gloria era in realtà rimasta colpita dal gesto della greca, era la prima volta che qualcuno si preoccupava per lei.
<< D'accordo non disturbo ulteriormente, ti farò recapitare una tazza di tisana dal nostro Gerry. >> disse Maris sorridendo mentre lasciava la stanza. Una volta che la maid dai capelli verdi si era allontanata, Gloria si coprì il viso con entrambe le mani abbandonandosi ad un pianto liberatorio. Poco dopo la fanciulla si accorse dell'arrivo di Gerry alla sua porta, e di corsa si ricompose da quella crisi di pianto. Come promesso da Maris, il maggiordomo aveva tra le mani un vassoio con sopra una tazzina in ceramica blu. Gloria non proferì parola, limitandosi a sorseggiare la calda bevanda dopo aver ringraziato il maggiordomo. Maris intanto aveva fatto ritorno dalle altre cameriere, ed incapace di nascondere la preoccupazione sul suo viso, Francesca le chiese immediatamente cosa fosse quello sguardo impensierito.
<< Ho fatto portare alla signorina Gloria una tisana da Gerry, ho assistito ad un suo palese attacco di panico. >> rispose Maris.
<< Attacco di panico? Caspita.. chissà cosa lo ha fatto scatenare. >> replicò Francesca diventando preoccupata a sua volta.
<< Non lo so, credo abbia fatto un sogno spiacevole. Non mi sorprende visto che ha recentemente perso entrambi i genitori. >> ribatté la maid dai capelli verdi.
<< Beh, non sembrava che le importasse molto dei suoi genitori quando conversava con il padrone. >> contraddisse dubbiosa la bionda. Maris non sapeva che pensare, forse tutto quel modo di fare arringante e antipatico le serviva per celare le sue paure e tristezze.
<< Forse dovrei informare sua altezza di quanto accaduto. >> dichiarò Maris. Francesca annuì, sicuramente era la miglior cosa, visto che infondo Gloria era ormai sotto la responsabilità del barone.
Alle 18:33 circa Gloria uscì silenziosamente dalla sua stanza, ritrovandosi faccia a faccia con lo zio nel grande corridoio.
<< Maris mi ha detto che ti ha vista turbata, vuoi parlarne? >> chiese l'uomo mostrandosi interessato.
<< Quella domestica non poteva proprio farsi i fatti propri!? E tu non continuare a fingere che ti importa di me, vecchio! >> ribatté Gloria istericamente. Quando Heinreich stava per risponderle, i due vennero interrotti dall'arrivo del maggiordomo Gerry.
<< Bracconieri! Nelle vostre tenute signore! >> dichiarò agitato l’uomo.
<< Gerry, occupati della situazione! >> rispose il barone afferrando un fucile e lasciando il castello.
<< Va seriamente a combattere i bracconieri? Da solo?! Alla sua età farebbe meglio a stare in poltrona a leggersi un libro, sicuramente succederà un casino. >> disse Gloria sorpresa e scocciata allo stesso tempo.
<< Vedrete che andrà tutto bene, signorina Gloria. >> tentò di rassicurarla il maggiordomo. Improvvisamente, la ragazza corse fuori dal castello; e salita in sella ad un cavallo, iniziò a galoppare verso il bosco. Convinta che si sarebbe sicuramente trovato in difficoltà, voleva assistere alla pietosa figura del nobile, così aveva deciso di seguirlo per deriderlo. Tuttavia, un colpo di pistola risuonò di punto in bianco tra gli alberi, facendo agitare il cavallo di Gloria; la quale si trovò disarcionata a terra. Indolenzita dalla caduta, mentre si massaggiava, si accorse di colpo che tre uomini l'avevano accerchiata. La ragazza capì che dovevano senza dubbio essere i bracconieri citati da Gerry; stava per fare la spavalda come al suo solito, quando uno dei tre uomini estrasse una pistola puntandola verso la sua tempia. L'espressione di Gloria divenne spaventata, consapevole che questa sarebbe potuta essere l’ultima volta che vedeva tramontare il sole. La giovane chiuse gli occhi mentre il suo cuore batteva sempre più forte, ma in quell'istante percepì una grande folata di vento. Gloria aprì gli occhi e rimase scioccata nel vedere uno dei bracconieri venire scaraventato.
<< Che è successo?! >> esclamò la ragazza dai capelli rosa confusa. I restanti bracconieri erano terrorizzati, e la sua vista ostruita dalla sagoma di un enorme serpente albino. Gloria era senza parole, non poteva credere che potesse esistere al mondo un serpente di tali dimensioni.
<< Liberate immediatamente mia nipote! >> si udì in quel momento. Scrutando meglio, alzò lo sguardo verso la voce, e notò suo zio in piedi sulla testa del gigantesco rettile – la sua confusione non faceva che aumentare. I due uomini abbandonarono le loro armi a terra e fuggirono via nel bosco, atterriti. Il serpente albino chinò la sua testa così da permettere al barone di scendere e avvicinarsi alla nipote.
<< Gloria, stai bene? Ti hanno fatto del male? >> chiese il barone preoccupato. La fanciulla non riuscì a dire nulla, troppe emozioni la stavano invadendo in quel momento. Riuscì soltanto ad annuire con la testa, prima di scoppiare a piangere per lo spavento subito; e l’uomo la strinse rassicurandola. Mentre la fanciulla continuava a disperarsi, la creatura fece ritorno alle dimensioni di un comune serpente.
<< Cos'è quello? >> chiese Gloria piagnucolando e indicando il rettile.
<< Oh lui è Hans, il mio serpente albino. >> rispose il barone sorridendo all’animaletto, a cui porse la mano. Hans rispose all’invito, e salì lentamente lungo il suo braccio, stendendosi infine sulle spalle del padrone.
<< Coraggio, torniamo al castello, si staranno tutti preoccupando per noi. >> disse Heinreich, aiutando Gloria a salire sul cavallo. Salì poi a sua volta sul suo destriero e fece ritorno al castello, seguito dalla nipote. Quando il maggiordomo li vide rientrare trasse un sospiro di sollievo, così come le sei maid al suo fianco.
<< State entrambi bene, vero? >> domandò allarmato.
<< Sì stiamo bene Gerry, non temere. >> rispose il nobile accennando un sorriso. Le cameriere si fiondarono in lacrime su di lui, tutte tranne Corinne; la quale preferì invece assicurarsi che Gloria stesse bene. La ragazza dai capelli rosa rimase sorpresa, non si aspettava che qualcuno si preoccupasse per lei.
<< Ragazze vi affido mia nipote, occupatevi di lei. >> disse il barone mentre si allontanava assieme ad Hans e Gerry. Le maid accennarono un sì con la testa per poi guardarsi tra loro; Maris diede compito alle sue colleghe Judith e Francesca di preparare un bagno caldo rilassante per la fanciulla. Le due si misero subito all'opera per preparare la vasca con oli essenziali profumati, che avrebbero aiutato la loro ospite a tranquillizzarsi. Quando era finalmente pronta, Gloria si calò nell’acqua calda, godendosi il tepore e la fragranza degli oli, ogni tensione ormai scomparsa. Intanto che si rilassava, Judith le lavava la schiena, mentre Francesca si occupava dei suoi capelli.
Nella camera di Gloria, nel frattempo, Maris ed Evelyn stavano scegliendo l'abito e gli accessori che la fanciulla avrebbe poi indossato alla cena; il barone sicuramente teneva che la nipote si presentasse in maniera impeccabile. Maris scelse quindi un abito di color turchese, abbinandolo con dei gioielli fatti con perle di fiume. Si rivolse poi ad Evelyn per chiedere il suo parere riguardo l'accoppiamento. La maid dai capelli blu prese la sua lavagnetta facendoci sopra il disegno di una faccina sorridente. Quando Gloria fece ritorno nella sua camera da letto, venne aiutata da Maris ed Evelyn a vestirsi; insieme a Francesca e Judith, le quali si occuparono della sua acconciatura.
Il barone attendeva intanto seduto al grande tavolo imbandito, con Corinne in piedi alle sue spalle. Poco dopo Gerry fece presente l'arrivo di Gloria accompagnata da Maris ed Evelyn. La fanciulla scese la scalinata accompagnata dalla due maid, fece un leggero inchino e si sedette a sua volta. Il barone e Gloria cominciarono a cenare, mentre il serpente del nobile non aveva abbandonato la sua posizione. La fanciulla osservava Hans incuriosita e piacevolmente colpita della sua docilità, fin quando la sua mente non fece ritorno alla scena avvenuta nel bosco. Al termine della cena, la ragazza decise di rientrare nella sua camera, era sfinita dagli avvenimenti della giornata. Salì le scale, ma non prima di aver ringraziato lo zio per la cena e le maid per la loro disponibilità. Maris sorrise, notando l’enorme miglioramento nell’atteggiamento di Gloria. Il barone si alzò lasciando la sala a sua volta, e anche le cameriere fecero ritorno nelle proprie stanze. Corinne si sedette sul letto, e sfilò la sua parrucca indaco, rivelando i suoi capelli nero corvino; ed in seguito si tolse le lenti a contatto, dietro di esse nascosti degli occhi azzurri naturali. Come le altre maid, indossava tutto il giorno parrucca e lenti, questo era il protocollo. Si stese stanca sul letto, era stata davvero una giornata pesante.
Heinreich, invece, una volta giunto nella sua camera da letto, si avvicinò ad uno degli scaffali della sua biblioteca. Mosse uno dei libri con un gesto naturale, innescando l’apertura di una porta segreta; questa conduceva in una stanza nascosta da occhi indiscreti. Poco dopo venne raggiunto da un uomo alto con lisci capelli biondi, vestito elegante. Entrambi osservarono una pietra che fluttuava dentro una teca di vetro.
<< Stanno facendo un ottimo lavoro, non trovi anche tu Hans? >> proferì il barone soddisfatto.
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crescere
1x5
Ricordi quando da bambina, le tue maggiori preoccupazioni erano ricevere una bicicletta per il compleanno o mangiare biscotti a colazione? Beh, l'età adulta è assolutamente sopravvalutata. Non farti incantare dai tacchi alti, dalla libertà di fare sesso e dal fatto che i tuoi non ti stanno più addosso; essere adulti vuol dire avere delle responsabilità. Le responsabilità, sono una gran rottura, davvero, una gran rottura. Gli adulti devono andare in certi posti, fare certe cose, guadagnarsi da vivere, e pagare l'affitto e se ti stai specializzando in chirurgia devi anche tenere fra le mani un cuore umano. Insomma, parliamone delle responsabilità. Tutto ciò fa sembrare meravigliosi biciclette e biscotti vero? Le responsabilità sono davvero una gran rottura... sfortunatamente superata l'età degli apparecchi per i denti e dei reggiseni sportivi, le responsabilità vanno affrontate, non si possono evitare; o qualcuno ci obbliga ad affrontarle, oppure, ne subiremo le conseguenze. Nonostante tutto, l'età adulta ha dei vantaggi, puoi mettere i tacchi alti, la libertà di fare sesso, e il fatto che i tuoi non ti stiano più addosso... non è affatto male.
Siamo adulti. Quando è successo? E come si torna indietro?
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Kalvin Philipps, potrebbe essere bianconero, ma non a Torino
Quando Kalvin Phillips si è trasferito al Manchester City la scorsa stagione, ci si è subito chiesti se avrebbe avuto un ruolo significativo nei piani di Pep Guardiola sul campo. Sfortunatamente per il centrocampista, ha collezionato solo quindici presenze dall’inizio della stagione 22-23. A onor del vero, la nella scorsa stagione Kalvin Phillips ha subito un infortunio alla spalla che ha…
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12 ott 2023 20:01
“IO STO CON ISRAELE CON I SE E CON I MA. PERCHÉ NON VOGLIO CHE I SUOI SBAGLI E LA SUA CECITÀ POSSANO PORTARLO A MACCHIARE QUELLO DI BUONO CHE HA FINORA RAPPRESENTATO” - L’EX AMBASCIATORE IN IRAQ, MARCO CARNELOS: “IL MANTRA CHE HAMAS È L’AGGRESSORE E ISRAELE È L’AGGREDITO NON REGGE AL VAGLIO DELLA STORIA E CHI SI FERMA AL 7 OTTOBRE 2023, OVVERO QUASI TUTTI MEDIA E GOVERNI OCCIDENTALI, MOSTRA UN’AMNESIA ANTEROGRADA - CHI AFFERMA DI STARE “CON ISRAELE SENZA SE E SENZA MA” IGNORA IL PASSATO E LE RADICI DEL CONFLITTO E FINISCE CON IL LEGITTIMARE L’IMPUNITÀ DI ALCUNE AZIONI SBAGLIATE CHE ALCUNI GOVERNI ISRAELIANI HANNO COMPIUTO IN PASSATO E CONTINUANO A COMPIERE NELLA TOLLERANZA E IMPUNITÀ, COMPLICI, GARANTITE DAI PAESI OCCIDENTALI, STATI UNITI IN PRIMIS…”
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
per la prima volta accolgo con forte riluttanza la tua sollecitazione ad unire la mia voce al coro di quelle che da sabato 7 ottobre scorso stanno commentando i tragici eventi in Medio Oriente.
Lo faccio ammonendo che la mia sarà una lunga requisitoria poco adatta a quest’epoca contraddistinta da menti deboli, riflessi pavloviani, devastanti ipersemplificazioni, e letture brevi, anzi brevissime, e dove le emozioni hanno ormai definitivamente preso il sopravvento sulla razionalità.
Una requisitoria che è e vuole essere un vero e proprio pugno nello stomaco per destarci da una sorta di condizione catatonica dove stiamo tutti precipitando. Dal momento che me l’hai chiesta, se mi pubblicherai integralmente te ne sarò grato, l’auspicio, o forse l’illusione, è che qualcuno che fa politica ed informazione nel nostro Paese possa farne almeno tesoro.
Il motivo della mia riluttanza è dovuto al fatto che sfortunatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista!) non mi trovo in Israele, sono Italia. Se fossi stato in Israele mi sarei trovato molto più libero e sereno, pur nell’estrema tragicità del momento, di esprimere la mia opinione senza correre il rischio di essere iscritto in qualche lista di proscrizione.
Aggiungo, doverosamente, che di una simile libertà non avrei potuto godere a Gaza, e non solo perché quest’ultima – di fatto – è la più grande prigione a cielo aperto presente nel nostro pianeta, ma anche perché i detenuti di questa stessa prigione non me lo avrebbero permesso.
Israele è una democrazia, con pregi e i difetti di tutte le democrazie, quest’ultimi, in verità, si sono piuttosto accentuati da diversi anni a questa parte, stanno purtroppo minando le fondamenta democratiche di Israele, che sono un’eccezione meravigliosa in una regione afflitta dall’autoritarismo.
Gaza è una prigione sotto un regime autoritario ispirato da alcuni precetti islamici e dalla distorsione di alcuni di questi a fini politici. Ma è una prigione in cui guardie (Israele) e detenuti (Hamas e chi li circonda) sono avviluppati in un gioco macabro di cui fanno le spese le rispettive popolazioni civili, in una contabilità tradizionalmente ben diversa tra loro, ma che questa volta sta riservando delle dolorosissime sorprese a quella israeliana, credo si sia ormai superata la soglia dei 1300 morti. Non ho idea di quella palestinese sepolta sotto le macerie.
La riluttanza è dovuta perché – nella migliore delle ipotesi – quello che dirò mi esporrà all’accusa di antisemitismo da una parte, e a quella di essere un sostenitore di politiche neocoloniali e di apartheid dall’altra; e questo rischio già di per sé sintetizza tutta l’assurdità della situazione per chiunque si occupi – come ho fatto per anni in una mia precedente vita – del conflitto israelo-palestinese.
Come è possibile, infatti, che una persona possa essere accusata di razzismo da coloro che lo praticano e lo subiscono allo stesso tempo, e a parti invertite? Ebbene, in Medio Oriente, e soprattutto con il pluriennale conflitto israelo-palestinese, è possibile!
Aggiungo un’altra premessa, nella mia adolescenza, negli anni 70’ del secolo scorso, quando il conflitto era già deflagrato con il terrorismo anche nelle strade europee, grazie alle esortazioni di mia madre che intratteneva rapporti di lavoro con lui, ho trascorso molti pomeriggi ad ascoltare i racconti raccapriccianti di un sopravvissuto di Mauthausen. Si chiamava Daniele Disegni e faceva il rappresentante di commercio.
Assistevo anche ad accalorate, ma all’epoca civili, discussioni tra lui ed un socio di mia madre sul conflitto israelo-palestinese, in sintesi, il sacrosanto diritto di Israele ad esistere in pace e sicurezza, e l’altrettanto sacrosanto diritto palestinese all’autodeterminazione, ovvero avere un proprio Stato sovrano ed indipendente nei territori della Cisgiordania e di Gaza con Gerusalemme Est come capitale.
Successivamente ho provato rammarico per averlo perso di vista. Da adulto sono finito a fare il diplomatico e ad occuparmi in larga parte della mia esperienza professionale anche del conflitto israelo-palestinese come Inviato Speciale e, naturalmente, la mia visione e comprensione del problema ha inevitabilmente subito dei cambiamenti che possono derivare solo dalla conoscenza dei fatti, quella vera, e dall’esperienza sul campo.
Caro Dago,
per provare a far capire meglio il dilemma in cui mi ritrovo, e soprattutto la “gabbia mentale” in cui chi in Occidente tenta di spiegare la complessità dei nostri tempi si va ad infrangere, mi avvalgo di una dichiarazione attribuita al Prof. Andrea Zhok professore di Filosofia Morale presso l’Università degli Studi di Milano che cito testualmente:
“Il dibattito pubblico italiano (ok, diciamo pure occidentale) mi ricorda il protagonista del film "Memento" di Nolan. È costitutivamente affetto da amnesia anterograda, dunque, a ciclo continuo, quanto è accaduto ieri svanisce dalla propria memoria senza lasciare traccia. Si ritrova perciò in un eterno presente scervellato, vittima di emozioni violente, sconcerti, indignazioni, desideri di vendetta per i lutti di cui è stato vittima. Passa così da un'azione spregiudicata all'altra, travolto dal desiderio di pacificare gli sdegni da cui è travolto. Fino al giorno in cui scoprirà di essere stato già sempre lui stesso l'assassino.”
Mi rendo conto che quella di Zhok è un’espressione forte ma fotografa alla perfezione il periodo che stiamo vivendo; a differenza di Zhok, tuttavia, io non direi che l’Occidente è stato sempre l’assassino ma, più prudentemente, che lo è stato spesso. La dichiarazione di Zhok offre l’assist per introdurre alcune puntualizzazioni essenziali nell’animato dibattitto di questi giorni.
Il primo è che il conflitto israelo-palestinese non (dico non) è iniziato il 7 ottobre 2023, come quello russo-ucraino non (dico non) è iniziato il 22 febbraio 2022. Mentre per il secondo dobbiamo andare indietro almeno al 2004 per il primo dobbiamo ritornare al secolo scorso, 1967.
Il secondo è un ammonimento sul tentativo di far passare quanto sta accadendo tra Israele e Gaza come una ripetizione del mantra che ci accompagna dall’inizio del conflitto in Ucraina, ovvero c’è un aggressore ed un aggredito. Hamas è l’aggressore e Israele è l’aggredito. Ebbene questa equazione non regge al vaglio della storia e chi si ferma al 7 ottobre 2023, ovvero quasi tutti media e Governi occidentali, conferma in pieno la diagnosi circa l’amnesia anterograda evocata dal Prof. Zhok.
Il terzo punto concerne il ben più complesso tema esemplificato dal ricorrente slogan “Con Israele senza se e senza ma”. Dietro questo slogan, altamente comprensibile in un momento in cui intere famiglie di civili israeliani sono state massacrate senza pietà in quelli che non sono altro che atti efferati di terrorismo che, oltre ad essere inaccettabili finiscono anche con il danneggiare una causa legittima come quella palestinese, vi è tuttavia una rimozione; e questa, a sua volta, danneggia Israele.
Chi afferma di stare “con Israele senza se e senza ma” ignora il passato e le radici del conflitto e finisce con il legittimare l’impunità di alcune azioni sbagliate che Israele (alcuni suoi Governi beninteso) hanno compiuto in passato e continuano a compiere nella tolleranza e impunità, complici, garantite dai Paesi occidentali, Stati Uniti in primis.
Sottoporre un popolo per quasi 60 anni ad un’Occupazione vessatoria caratterizzata da umiliazioni quotidiane alle quali si aggiungono distruzioni e sottrazioni arbitrarie di terreni agricoli, confisca o demolizioni di case, posti di blocco a singhiozzo e il letale grilletto facile di alcuni soldati e coloni che resta sempre impunito, non è altro che una forma di sistematico incitamento all’odio verso generazioni di palestinesi già cresciuti in cattività.
Paradossalmente, gli ideologi fanatici di Hamas potrebbero tranquillamente smettere di fare il loro lavoro di indottrinamento all’odio verso le nuove generazioni palestinesi, il trattamento che queste subiscono e a cui assistono a Gaza e nella Cisgiordania è già più sufficiente per forgiare nuove generazioni di terroristi.
Il clima di intimidazione che regna nei Paesi occidentali verso coloro che tentano di spiegare le cause di questo conflitto ponendo l’attenzione anche sui danni causati dall’Occupazione è tale che immediatamente scatta l’ignobile accusa di antisemitismo. L’intento è quello di tacitare le ragioni profonde del conflitto perché non le si vuole affrontare, né a Gerusalemme né a Washington e nemmeno, ormai, a Bruxelles e nelle principali capitali europee.
Per risolvere un problema, occorre capirlo, approfondendone anche le cause di fondo per trovare le opportune soluzioni. Rimuoverne le cause implica l’assenza di soluzioni e/o l’adozione di soluzioni sbagliate, entrambe finiscono con il perpetuare ed esacerbare il problema…e gli animi.
Inoltre, spiegare le cause, sovente complesse, di un problema non equivale a giustificare le efferatezze di cui le parti in causa in quello stesso problema possono macchiarsi.
Nelle mie pluriennali interazioni con i miei colleghi israeliani vi è stata sempre una costante. Si lamentavano - correttamente direi - dell’infausta circostanza in cui Israele era sempre additata da anni nei consessi ONU per i crimini commessi ai danni dei Palestinesi, mentre veniva mantenuto un ipocrita silenzio verso altri ben più gravi crimini compiuti da altri Paesi.
La mia risposta è stata sempre quella che a Israele per anni all’ONU era tuttavia sempre stata concessa, e lo è tuttora, anche una sorta di impunità verso diversi crimini e violazioni delle norme internazionali di cui si era macchiata con il sistematico ricorso al veto in Consiglio di Sicurezza da parte degli Stati Uniti.
Questa impunità – sulla quale i governi e i media occidentali mantengono un silenzio assordante – provoca danni e risentimenti, suscita rancore nei Palestinesi che spesso, purtroppo, sfocia in efferatezza terroristica dovuta all’esasperazione.
Se Ursula von der Leyen denuncia giustamente come crimine di guerra la decisione russa di aver interrotto le forniture elettriche, idriche ed energetiche all’Ucraina, perché se ne resta in silenzio quando Israele fa la stessa cosa a Gaza, che peraltro non può reperirle altrove perché è sigillata a causa del blocco israeliano e dove vivono 2 milioni di persone di cui la metà minori?
Perché in ogni intervista effettuata in questi giorni a esponenti palestinesi dai grandi networks televisivi internazionali (CNN, BBC, etc.) viene chiesto loro di condannare subito le efferatezze terroristiche di Hamas ma ad esponenti israeliani non viene mai chiesto di rendere conto delle loro politiche che hanno contribuito ad incendiare nuovamente la regione e di condannarle?
Quando nel 2018 si svolsero una serie di manifestazioni pacifiche palestinesi lungo la barriera che separava Gaza da Israele, i soldati israeliani appostati dietro una serie di collinette si divertirono a cecchinare a sangue freddo i manifestanti inclusi gli operatori sanitari. Ne uccisero almeno 60, per caso qualcuno all’epoca ha visto la bandiera palestinese proiettata sulla facciata di Palazzo Berlaymont a Bruxelles o di Palazzo Chigi a Roma?
È mai possibile che la coscienza selettiva dell’Europa, così orgogliosa dei propri valori, sia scesa così in basso. È mai possibile che la politica estera dell’Unione e dei suoi principali stati membri in Medio Oriente si sia ridotta alla mera proiezione della bandiera di Israele sulle facciate dei palazzi governativi senza poi essere più in grado di proporre alcuna soluzione politica? E se dovesse trovare il coraggio di farla la sottoporrebbe comunque al vaglio preventivo degli Stati Uniti?
Caro Dago,
io sto con Israele, con i se e con i ma! È così deve essere per ammonire Israele quando sbaglia nel suo stesso interesse. Con l’impunità il paese rischia di diventare il principale nemico di sé stesso, rischia di perdere lucidità, di coltivare un eccesso di arroganza e sicurezza che può rivelarsi pericoloso, come drammaticamente testimoniato il 7 ottobre scorso.
Israele sta devastando Gaza con il dichiarato intento di demolire le infrastrutture terroristiche di Hamas. Quella che appare invece sembra una vendetta scatenata dall’orrore che ha subito. Ovvero far pagare ai Palestinesi quello che hanno fatto ed esercitare una fortissima azione deterrente affinché non si azzardino a farlo di nuovo.
Purtroppo, non è la prima volta che accade, episodi simili si sono verificati e metodi simili sono stati adottati nei conflitti di Gaza ni conflitti del 2008 e del 2014 e non sono serviti a nulla. Nel 2023, Hamas, in una striscia di Gaza sigillata, ha dimostrato una ferocia e una capacità militare addirittura superiore rispetto al passato. La deterrenza di Israele nei suoi confronti non ha funzionato. Temo che continuerà a non funzionare.
Io sto con Israele con i se e con i ma perché mi ritengo un vero amico di Israele, che lo esorta e lo critica quando sbaglia perché merita di essere criticato affinché non faccia ulteriori sbagli che finiscono con il danneggiarlo.
Io sto con Israele e gli riconosco il diritto all’esistenza in pace e sicurezza, anzi gli riconosco addirittura il diritto all’esistenza come Stato ebraico se questo può lenire il suo senso di insicurezza. Nel 2006 convinsi l’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi a fare una dichiarazione formale in tale senso, all’epoca fu il primo Paese occidentale a farlo.
Io sto con Israele con i se e con i ma perché non voglio che i suoi sbagli e la sua cecità possano portarlo a macchiare tutto quello di buono che ha finora rappresentato e che un branco di fanatici religiosi di estrema destra sta sistematicamente tentando distruggere nel vergognoso, omertoso, assordante, silenzio delle democrazie occidentali.
Roma, 12 Ottobre 2023
Marco Carnelos
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Avremo sempre Casablanca in Liguria + scazzo lacustre
Sabato 19 Agosto 2023
Un po' di cose sono successe dall'ultima volta che ho scritto. Certo, lo comincio a dire spesso ma non si può dir proprio che sto avendo una esistenza lineare, sfortunatamente o fortunatamente. Stai scrivendo dal lago, dove sei venuto dopo aver passato tre giorni da te in Liguria. Ci sono due cose di cui vorrei parlare oggi. Anzi, che vorrei registrare, affinché io possa rileggere un domani. Una al mare, una al lago.
Sono stato giù con V, la mia collega. Da quando avevo scritto, dopo una settimana circa si sono interrotti i lavori in R3 e abbiamo dovuto fermare anche noi. Dopo un'intensa battaglia dal sapore sindacale, è stato deciso per tutti di prendere qualche giorno di ferie in più, così sono sceso in Liguria e mi ha raggiunto la mia collega. Ora, non c'è stato un bacio ma è proprio l'unica cosa che è mancata. Tenersi per mano, abbracciarsi, accarezzarsi e farsi battute, tutto senza andare oltre perché " un minuto del mio divertimento non vale la tristezza di qualcun altro". Vero, ma che prezzo mi sta costando questo seppur carino detto? Mi sto torturando, senza contare che tutte le sere dormivo con l'uccello che mi toccava il mento, se così si può dire. Adesso sta decidendo se me p il suo fidanzato, e io sono a metà fra lo stupito e lo stupito. Mi piace molto, ma come siamo finiti in questo? Era solo un ballo insieme, cosa ci ha portato a questo? Sono in attesa, e non pensavo da tanti anni che qualcuno avrebbe voluto dividere questa cosa preziosa con me, che qualcuno volesse me come la cosa più preziosa, eppure ora c'è qualcuno che lo sta considerando. per 12 milioni di euro:) Cosa deciderà? Sarò io o lui? Sarebbe proprio difficile andare avanti, lavorandoci insieme, ma devo tenere in mente che questa è la maggior possibilità, perché è praticamente sposata e uno non cambia per il primo che passa. E' la più probabile delle probabilità, ma il mio cervello non lo vuole accettare. Devo cercare di tenere la barra a dritta e restare realistico. Ancora una volta mi trovo a combattere contro il mio inconscio, bambino maledetto.
Quindi sono venuto su col sorriso, sorriso che si è immediatamente spento quando sono arrivato al lago coi nostri amici inglesi certo, ma anche coi miei e mia zia. Qui, mi fa imbestialire come sembra che sia io l'adulto nella stanza e non qualcun altro. Che mi aspetto maturità dagli altri, da quelli con l'età con 70 anni per gamba, e invece vedo dei marmocchi maledetti. La strega che fa la stronza, in continuazione e infatti è sola come un cane. Quell'altro che si lagna dalla mattina alla sera per poi piagnucolare persino del fatto che la gente si lamenta di lui o che non lo si ascolta. Mia madre, che è buona a dire solo anche tu, ottusa senza voler affrontare il problema. Ogni vacanza al lago è sempre stata così e mi hanno stufato. Vogliono tornare un giorno prima? Obblighi quei due venuti dall'Inghilterra a chiudersi a Milano con una bambina di nemmeno due anni anziché qui nel verde? Perfetto, io me ne torno a casa mia e quelli si arrangiano, stronzi. Sono davvero stufo, queste cose vanno avanti da sempre e mi hanno stufato. Ne ho le palle piene, e come li vedo arrivare mi innervosisco.
Quindi questo, queste cose. Fra una settimana parto per l'Islanda. Dell'esito dell'esame di stato, ancora non ho indizi.
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IL CICLO DI VITA DI UN SISTEMA SMART BUILDING AUTOMATION
ASPETTARE CHE QUALCOSA SI ROMPA PRIMA DI AGGIORNARLA È SEMPRE LA SOLUZIONE PIÙ COSTOSA.L'automobile americana media h una durata di vita di circa otto anni o 150.000 miglia. I veicoli di lusso ben costruiti possono funzionare per 15 anni e/o 300.000 miglia con una manutenzione meticolosa. Nonostante queste previsioni, non c'è modo di stabilire esattamente per quanto tempo un'auto rimarrà senza problemi, ma, da qualche parte lungo la strada, anche con la migliore manutenzione, un componente importante è destinato a guastarsi. Lo stesso si può dire dei controlli sugli edifici. Nonostante quanto sia ben curato il sistema di automazione degli edifici (BAS) o il sistema di gestione degli edifici (BMS) di una struttura, alla fine si romperà. E dopo diversi anni, anche se funziona ancora, è molto probabile che non sia in grado di adattarsi/lavorare con le nuove tecnologie.L'aggiornamento di un sistema di controllo commerciale può essere piuttosto impegnativo. Numerosi ostacoli, tra cui i costi, la necessità di infrastrutture aggiuntive, competenze aggiuntive, sicurezza informatica, ecc., si frappongono. Ma proprio come i conducenti che aggiornano i loro veicoli, coloro che hanno aggiornato le loro attrezzature vengono premiati sotto forma di controllo più sofisticato, risparmi sui costi grazie al funzionamento autonomo e un'estetica più attraente.La sfida consiste nel distinguere con precisione quando è necessario un aggiornamento dei controlli, convincere il responsabile delle operazioni perché è necessario effettuare un tale investimento e dimostrare che la spesa vale la ricompensa."Anche i sistemi HVAC più avanzati non dovrebbero durare più di 20 anni", ha affermato Patrick Pease, P.E., LEED AP BD+C, direttore dell'ingegneria meccanica, cove.tool. “Ciò è particolarmente vero per i sistemi di controllo, che si sono evoluti in modo esponenziale negli ultimi anni. Se un controller è in uso da più di 20 anni, probabilmente è arrivato il momento di aggiornarlo".Quando le apparecchiature raggiungono la fine del loro ciclo di vita, spesso le parti di ricambio non sono disponibili, il che costringe gli appaltatori a spingere per una sostituzione completa del sistema semplicemente perché è l'unica opzione."Sebbene i controller possano durare a lungo, le unità sostitutive con le stesse capacità, fattori di forma o hardware potrebbero non essere disponibili man mano che i produttori evolvono i loro sistemi e il mercato dell'elettronica commerciale elimina gradualmente i vecchi componenti", ha affermato Todd Lash, responsabile delle soluzioni di automazione degli edifici , Siemens Smart Infrastructure USA. "Inoltre, i modelli meno recenti tendono ad avere funzionalità limitate e non sono in grado di supportare applicazioni e requisiti di codice in rapida evoluzione".Circa il 50% degli edifici esistenti oggi sono stati costruiti prima del 1980. Sfortunatamente, la tecnologia e l'infrastruttura di ieri non sono state progettate per affrontare le sfide di oggi, ha affermato James Mylett, vicepresidente senior, U.S. Digital Buildings, Schneider Electric."L'esperienza che gli occupanti degli edifici si aspettano dai loro edifici è cambiata radicalmente negli ultimi dieci anni e si è ulteriormente accelerata man mano che ci muovevamo attraverso la pandemia globale", ha affermato Mylett. "In particolare, le aspettative relative a resilienza, efficienza, sostenibilità e centralità delle persone sono ora a un punto in cui i sistemi di controllo legacy, in particolare quelli non IP, non sono attrezzati per fornire i risultati richiesti oggi dagli occupanti degli edifici".Se il controllo di un edificio è il cervello dell'edificio, perché non miri a rendere il tuo edificio il più intelligente possibile?"Il cervello ordina a tutte le parti del corpo di comunicare tra loro e dice loro cosa fare", ha detto. “L'attuale tendenza degli appaltatori è quella di migrare a controller basati su IP per questo sistema nervoso per farlo comunicare in modo più efficiente. Come con qualsiasi esperienza digitale, il passaggio a un sistema basato su IP fornisce una comunicazione più rapida e affidabile tra i controllori, che, a sua volta, consente un processo decisionale più rapido e accurato per i proprietari dell'edificio e un maggiore tempo di attività per la struttura. L'affidabilità e la velocità dei dati consentono un migliore flusso di dati nel cloud".Orizon S.r.l. - Building Automation San Donà di Piave - System Integrators per l'automazione dei sistemi intelligenti domotici, multimediali e professionali come il Building Management System, connessi all'IOT. Fonte: achrnews Read the full article
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Ecco che di nuovo si scopre la verità.
Mi sono fatta privare di ogni cosa di mia spontanea volontà per arrivare al vero obiettivo (tra l'altro espresso e comunicato) che era una relazione con te.
Non ho chiesto questo
Ho chiesto se ti sentissi con qualcuna o avessi tarantelle a scuola.
Mi hai detto di non aver nessun problema visto che avevamo anche chiarito la tua infondata paura riguardo dirmi tranquillamente ciò che fai senza di certo essere giudicato o "sgridato" per ciò che sei.
Non ho avuto problemi quando hai fatto lo schifoso con quella troia madre mentre io e te eravamo in una relazione da tre anni.
Dicendo che era un periodo (solo secondo te) in cui tra noi andava particolarmente male, il che è la giustificazione più squallida mai sentita.
Tralasciando il passato che avevo accettato a fronte dei discorsi e gli accordi presi successivamente.
Conta il presente per me
E ora come in passato hai tradito e sei stato un approfittatore, falso e schifoso viscido.
Ciò che hai fatto, ciò che hai detto.
Per quanto uno lasci perdere le parole e tenga conto più del comportamento.
Beh sei falso
E ora è stata davvero una tua scelta, sei proprio questo.
Io sarò qui, ovviamente ma non mi toccherai più e chiuderò il mio amore dentro di me, ora dovrai provarci.
Come fai con le altre.
Ma non avrai più nulla, non devi preoccuparti.
Avevi chi ti accompagnava la prima volta a fare la patente no? Fino a Molino Dorino quando hai fatto pesare la cosa a me con tutti quei discorsi.
Eri con lei.
La sera dopo che scopavi me scendevi a vendere a quella che fino a un mese fa era una troia che non conoscevi ?
Assurdo
Stai con Sara
Ilaria
Serena
Quelle che ti inviano le foto nude e che hanno il corpo che ti piace tanto.
Io sono una persona troppo monogama sincera e chiara.
Tu non sai nemmeno cos'è lontanamente la maturita, il rispetto, la comunicazione chiara e sincera, la sensibilità e l'empatia, il controllo e la gestione delle proprie emozioni e la comprensione delle conseguenze delle proprie parole e azioni.
Al posto di aprire sempre bocca su altre persone.
Dici che è questione del tempo che dedichi per dimostrare che vuoi qualcosa con me.
Sfortunatamente il tempo che passi con me lo fai anche mentre scrivi a loro e sommando le ore che ci passi la mattina, prestando le tue felpe alle ragazze con cui tu evidentemente non hai nulla a che fare per quanto dici.
Per tutto questo
Non avrai conseguenze ne ciò che meriti, andrai avanti schifoso come sei a peggiorare e trattare gli altri con sufficenza e falsità, usando le persone e soprattutto le ragazze solo per riempirti le tasche e svuotarti i coglioni.
Che ridere se la sapesse che figlio le è realmente venuto su, le sono vicino.
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Caricabatterie universale GuliKit per controller XBOX, Playstatio
Con questa stazione di ricarica è possibile caricare i controller di tutte le principali console - Playstation, XBOX e Switch. Anche due controller contemporaneamente e anche in modalità wireless. Il produttore GuliKit promette qui un vero gadget universale. Caricabatterie wireless GuliKit per PS XBOX e Switch 2 Caricabatterie wireless GuliKit per XBOX, Playstation o Switch su AliExpress per € 20,52 Sembra quasi troppo bello per essere vero. Una stazione di ricarica per tutto? E poi anche wireless, dove i controller non supportano nemmeno la ricarica contactless? Per fare ciò, qui viene utilizzato un trucco che fornisce ai gamepad la ricarica wireless senza ulteriori indugi. Funziona molto facilmente con l'aiuto di un piccolo adattatore collegato alla porta di ricarica del controller. Poiché i controller delle tre console hanno forme diverse, non ce n'è uno adatto a tutti. Ecco perché ne hanno semplicemente sviluppati tre diversi. A seconda della versione di cui hai bisogno, puoi semplicemente ordinare la stazione di ricarica con due adattatori adatti alla tua console. In teoria, ovviamente, questo può anche essere combinato e puoi caricare il tuo controller Playstation contemporaneamente al controller Switch Pro. Ma l'unico modo qui sembra essere ordinare anche due caricabatterie. GuliKit come nome solo di recente ha attirato la nostra attenzione per la prima volta. Abbiamo ordinato e provato i joystick sostitutivi per i controller Joy-Con di Nintendo Switch. Questi nuovi joystick con sensori ad effetto Hall risolvono la fastidiosa deriva dei Joy-Con dei controller. Tuttavia, questo non è l'unico prodotto del produttore che vende anche altri accessori come pulsanti intercambiabili, caricabatterie o persino i propri controller. Il caricabatterie stesso ha una porta USB-C che lo alimenta. Sfortunatamente, la descrizione non indica la lunghezza del cavo di ricarica. Secondo il produttore, il caricabatterie può essere fornito con 4-5,5 volt e un massimo di 2 ampere. Tuttavia, la corrente massima che viene erogata è di 1A, il che significa una potenza di circa 5 watt. Questo non è affatto insolito per i caricabatterie wireless, dove spesso trovi 5, 10 o 15 watt di potenza. Anche qui le alte velocità di ricarica, che vanno di pari passo con una maggiore potenza, non sono molto importanti, dato che probabilmente dopo il gioco posizionerai semplicemente il controller sul caricabatterie, dove rimarrà comunque per diverse ore. Se continua il giorno successivo, il controller è di nuovo pieno. Il caricabatterie è dotato di protezione contro sovratensione e surriscaldamento per evitare danni al controller o alla batteria. Se la batteria è completamente carica, il caricabatterie dovrebbe riconoscerlo e spegnersi. Sempre una batteria carica nel controller? Il caricabatterie GuliKit è senza dubbio pratico. Nonostante tutta la libertà di movimento, i controller wireless hanno il "problema" che devono essere caricati. Con il Pro Controller sul mio Switch, trovo regolarmente fastidioso quando la batteria è scarica dopo una lunga pausa e devo appenderla al cavo. Il controller XBOX che uso sul PC si blocca addirittura in modo permanente sul cavo USB-C perché ho dovuto cambiare troppo spesso le batterie durante le tante ore di Elden Ring e Rocket League. Quindi mi sento indirizzato personalmente da questo gadget. 🙂 Puoi ordinare il caricabatterie su AliExpress. Su Amazon, dove puoi già acquistare altri prodotti del brand come questo controller, non troverai ancora la stazione di ricarica. Qual è la tua opinione sul caricatore? Ne hai bisogno? Preferisci giocare con un cavo o in modalità wireless?
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#Italian 28.jan.23 28 Gennaio 2023 Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi Prima eliminate da voi tutto ciò che è cattivo, poi assorbite tutto il buono. Accusare gli altri mentre in voi c’è una montagna di malvagio è un peccato; la stessa esortazione fu espressa da Gesù. Oggi, l’essere umano non si sforza di riconoscere i difetti innumerevoli che ha, ingigantisce quelli piccoli degli altri; in effetti, cerca i loro difetti con mille occhi. Questa è la condizione miserevole dell’individuo di oggi. Egli sta perdendo la sua identità effettiva per aver permesso alle qualità malvagie di entrargli nel cuore, le persone sono più desiderose di scoprire i difetti degli altri piuttosto che di vedere i loro meriti. Chi vede negli altri soltanto il bene è un essere umano vero, è un Cristiano vero, è un Sikh vero o un Mussulmano vero che coltiva l’amore nel campo del cuore. Sfortunatamente, oggi nessuno semina i semi dell’amore nel proprio cuore: come potete quindi aspettarvi il raccolto dell’amore? Si può definire qualcuno un Hindu vero se in lui non c’è amore? Discorso Divino del 14 febbraio 1999 Eliminate dal vostro comportamento, dalle azioni e dalle parole tutte le tracce del desiderio di far soffrire gli altri, di insultarli, di causar loro la perdita o l’infelicità. Con Amore, Baba #sathyasai #saibhakta #sathyasaibaba #saibaba https://www.instagram.com/p/Cn78eBQM7We/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Pensi che possa avere un altro bacio? Dammi un ultimo bacio e me ne andrò. Pensavo che vorrei anche un'altra colazione, un altro pranzo e un'altra cena. Sarò sazia e felice, allora sì che potremo separarci. Magari tra un pasto e l'altro potremmo andare a letto un'altra volta, un altro di quei lunghi momenti in cui il tempo si ferma mentre io riposo la testa sul tuo petto. Spero che la somma di questi momenti equivalga a tutta una vita e che non si arrivi mai al momento in cui ti lascerò andare; ma non si può fare, vero? Non ci sarà più un altro qualcosa. Quando ci siamo conosciuti era tutto nuovo, eccitante. Sembrava che il mondo ci potesse donare tutto; è ancora così. Per te. Per me. Ma non per noi. Vorrei che da qualche parte - tra allora e adesso, tra qui e là - non ci fossimo allontanati... ma lo abbiamo fatto. Quando qualcosa si rompe, se i pezzi sono abbastanza grandi si può aggiustare. Sfortunatamente a volte le cose non si rompono, si frantumano; ma - se lasci entrare la luce - il vetro frantumato scintilla e, in quei momenti - quando i frammenti di ciò che eravamo brilleranno -, ricorderò solo quanto è stato bello, quanto sarà sempre bello. Quel vetro eravamo noi e noi siamo magici. Per sempre
Someone Great
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