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fabriziosbardella · 2 years ago
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Da gennaio verrà inaugurato al Centro Gulliver un nuovo sportello con operatori di Gulliver e di Amico Fragile. #vittimedellaviolenza #amicofragile #cyberbullismo #centrogulliver emiliocurto #servizioaccompagnamento #varese #vittimedellaviolenza
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seoul-italybts · 5 months ago
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[✎ ITA] JIN⠸ Intervista post-Congedo⠸ Weverse Magazine | 10.07.2024
🌟 Weverse Magazine | Intervista
JIN: "I BTS amano tantissimo le/gli ARMY, ed è del tutto normale
fare del nostro meglio per le persone cui vogliamo bene, no? "
Intervista post-congedo | Oh Minji
Originale KOR | Twitter
Fedele alla parola data in occasione del 10° anniversario dei BTS, la prima cosa che Jin ha fatto dopo il congedo dal servizio militare è stata una diretta Weverse per chiacchierare con l'ARMY. Le/li ha poi anche salutatə di persona il giorno immediatamente successivo, alla BTS FESTA, l'evento organizzato in onore dell'11° anniversario di debutto del gruppo.
Jin ha dunque rimandato ogni altro impegno post-congedo che non fosse relativo alle/gli ARMY, lavorando ininterrottamente per 8 giorni, con un solo giorno di riposo. Eppure sorride di cuore ed è chiaro che quelle lunghe ore di lavoro non gli sono affatto pesate e che ci teneva a mostrare alle/i fan quanto sono importanti per lui. “Nulla di insolito, insomma, sa? È ciò che fanno le superstar.”
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Congratulazioni per aver completato il tuo servizio militare!
Jin: Mi sembra quasi di essere solo a riposo temporaneamente e che dovrò poi tornare alla base. Ancora non sono entrato completamente nell'ottica del congedo. Anzi, è tutto piuttosto disorientante. Ne ho parlato con gli amici e mi hanno detto che questa sensazione svanirà tempo uno o due mesi, massimo tre. Mi hanno detto, “Vedrai—ti verrà da dire ‘Voglio tornare a casa’, come d'abitudine, anche quando ormai sarai fuori.” Ed è veramente così! (ride)
Quindi stai rispettando la routine quotidiana che seguivi nell'esercito? Jin: Come là, ho già sonno intorno alle 10 o 11 di sera, ma devo riabituarmi ai miei impegni lavorativi, quindi a volte vado a dormire tardi o mi sveglio alle cinque di mattina. Penso riprenderò il giro abbastanza rapidamente. Saranno cosa? 8 giorni che sono uscito, e ho sempre lavorato, a parte un giorno.
E non è stato difficile? Jin: Ci sono abituato, sa? Perché sono una superstar (ride).
Beh, caro signor Superstar, è stata “Dynamite” dei BTS ad accompagnarti mentre uscivi dalla base, il giorno del congedo, vero? E ho visto RM che suonava il sassofono lì accanto a te (ride). Jin: Non mi ero neanche accorto che stesse suonando lì a fianco a me, e ho capito che la canzone era “Dynamite” solo quando ho poi guardato i video, in un secondo momento. Il mio ruolo nell'esercito era assistente sergente istruttore, quindi ero ormai abituato a sentire il sassofono nelle registrazioni della banda militare, tipo durante le cerimonie di arruolamento e congedo. Quindi, quando ho sentito la musica, ho dato per scontato fosse il solito accompagnamento. Ero in lacrime e dovevo anche salutare diverse persone, c'era anche la stampa ed ero talmente sopraffatto da tutto che proprio non avevo idea. Poi mi sono girato, ho visto Namjoon e ho pensato, “Uh?”. Era sempre il solito Namjoon, ma era vestito in modo molto strano (ride)! La scena è stata tipo, “Ma che--? Va beh, grazie per essere venuti. Va bene, Namjoon, ora andiamo, su andiamo.”
Quando ti sei arruolato sei diventato il primo ed unico soldato del gruppo e ora sei il primo ed unico civile. Jin: Sì, e infatti i ragazzi continuavano a dirmi quanto mi invidiano, e i membri del nostro staff, che ci sono sempre accanto, mi hanno confermato di non aver mai visto prima sguardi di più pura gelosia nei loro occhi. Avevano tutti quella stessa espressione. Quindi non è che me ne sia vantato, ma mi sono divertito a stuzzicarli a volontà. Era troppo spassoso vederli prendersela a cuore. Ho continuato per tipo 30 minuti a prenderli in giro (ride).
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Il giorno del tuo congedo, hai abbracciato le nuove reclute e detto loro, “È stato bello.” Credo non ci sia testimonianza migliore dell'impegno che hai sempre messo nel corso del servizio militare. E sembrerebbe tu sia stato un ottimo seonbae perché, a quanto pare, uno dei tuoi colleghi più giovani piangeva a dirotto. Jin: Non era il solo—i ragazzi delle caserme assegnate alla mia supervisione - e non solo – erano tutti in lacrime. Ovviamente, non capita sempre di piangere così, ma quando dei bravi seonbae se ne vanno è diverso. Nel mio caso, non credo sia tanto perché ero un bravo seonbae, quanto perché ero popolare (ride). Eravamo un gruppo composto dai vari assistenti sergente istruttore, quindi non eravamo in tanti. In tutto saremo stati 25 e nelle nostre camerate c'erano sempre solo tra le 6 e le 8 persone. C'era questo ragazzo che era solo 4 anni più giovane di me ed era entrato insieme a Hobi, quindi soli 4 mesi dopo il mio ingresso. Nel corso dei restanti 10 mesi abbiamo avuto tempo e modo di diventare buoni amici.
E qual è il segreto di tanta popolarità? Jin: Ho speso parte del mio stipendio per offrire cibo a tutti quanti (ride). Molte reclute hanno appena 19 anni e non hanno mai lavorato prima, mentre io ho una situazione finanziaria molto più stabile, quindi dicevo loro, “Per stare bene bisogna anche mangiare bene. Dài, offro io” e pagavo anche per loro. Ho comprato talmente tanto pollo fritto, jokbal e pizza che, con l'andare del tempo, se ne sono anche un po' stufati. Invitavo anche soldati dalle altre caserme a queste serate barbecue. Talvolta qualcuno scherzava con me dicendo, “Sergente Kim, cos'altro hai fatto, a parte dormire, oggi?” Al che io rispondevo, “In quale camerata sei? Avevo intenzione di offrirti cena, questa sera, ma ho cambiato idea. Non sei invitato!” E loro rispondevano prontamente, “Mi scusi, sergente!” Scherzavamo e ridevamo sempre insieme così, ma tanto alla fine offrivo comunque cena a tutti (ride). Non per vantarmi, ma il mio battaglione mi chiamava 'dio'. Quando mi vedevano, se ne uscivano con “Venite, adoriamolo!” (ride)
Ti hanno anche scritto dei messaggi di congedo, tra i quali uno in cui dicevano che hai offerto loro cibo talmente spesso che non riescono neppure a ricordare i tanti diversi menù gustati. Quando si è nell'esercito, è già abbastanza difficile prendersi cura di se stessi, che cosa ti ha ispirato ad avere tale e tanta buona cura degli altri soldati, allora? Jin: Sono stati tutti molto bravi e generosi con me, quindi ho cercato di mantenere sempre il sorriso e dicevo loro cose tipo, “Non preoccupatevi, facciamo tutti degli errori. Non avete fatto nulla di grave. Sul serio, solo perché ho iniziato sei mesi prima di voi non significa io sia meglio. Sono oltre 10 anni che lavoro nel mondo dello spettacolo e ci sono ancora tantissime cose che non so. Faccio errori anche io—li facciamo tutti.”
Solo in un'occasione ho perso la pazienza.
Cos'è successo? Jin: Uno dei soldati ha commesso uno sbaglio, ma continuava a scherzarci su dicendo, “Non si preoccupi, faccio da solo, signore” al che io gli ho detto, “Non è grave commettere errori. Non è che io pretenda di sapere tutto, faccio errori anche io. Ma se un seonbae ti dà un consiglio, quanto meno fingi di ascoltare. Non va bene continuare a scherzare così. Capisco che—non siamo tutti uguali [e gestiamo le cose in modo diverso]. Ma per lo meno cerca di capire cosa e come mai hai sbagliato. Dal canto mio, posso rispiegarti come fare, quindi cerca di non ripetere lo stesso errore.”
Eri davvero bravo con i soldati più giovani! Non mi stupisce affatto che ti chiamassero 'dio' (ride). Jin: Gli altri soldati del mio stesso grado erano altrettanto fantastici. Quando siamo arrivati circa a metà del servizio militare, le segnalazioni anonime sono cessate e sia i nostri superiori che le reclute ed il resto del personale si son detti soddisfatti al 98-99%. Da quel che so, solitamente il grado di soddisfazione si aggira attorno al 38-40%. Erano tutti piuttosto invidiosi della nostra squadra. Andavamo tutti molto d'accordo.
E immagino che tutti quanti – non solo le nuove reclute – fossero tristi di doverti salutare (ride). Ti sei meritato anche il titolo di “soldato d'élite”, giusto? Jin: Dipende dalle singole basi, ma da noi c'era l'opportunità di far pratica con le armi da fuoco, ogni qual volta arrivavano nuove reclute. Quindi ho potuto esercitarmi molto e facevo anche sempre esercizi come addominali e flessioni per conto mio, quindi, mano a mano, sono diventato sempre più forte. Dovevamo andare a correre insieme alle reclute e, in quanto assistente addestramento, non potevo rimanere indietro, quindi mi sono imposto di continuare ad esercitarmi e a correre finché non sono migliorato. Mentre mi preparavo per ottenere quel titolo, i colleghi con più esperienza sciamavano tutti da me e mi dicevano, “Devi saltare cena, o avrai lo stomaco pieno e pesante e non riuscirai a correre domani.” Al che io promettevo che avrei mangiato poco, ma loro insistevano, “No. Ma se proprio devi, limitati ad un boccone.” Il giorno successivo, tornavano all'attacco con cose tipo, “Oggi è il gran giorno. Smetti di bere acqua, ora.” E io, “Solo un sorso!” e loro mi concedevano, “Un sorso, poi basta.” Poi aggiungevano, “Ecco, con questo non sentirai dolore quando inizieranno a farti male le gambe, così potrai correre senza problemi” e l'istante successivo mi son ritrovato coperto da testa a piedi di ghiaccio spray.
Da come ne parli, sembra proprio tu fossi molto amato. A riprova di quanto, a tua volta, tu fossi bravo con tutti loro. Jin: Che dire? Sono semplicemente adorabile (ride).
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Eri amato dai tuoi colleghi nell'esercito e, ora che hai finito, ricevi l'amore delle/i tue/oi fan, le/gli ARMY, che hai recentemente incontrato dal vivo alla BTS FESTA. Jin: Quando si presta servizio, ci sono molte restrizioni da rispettare e nulla di ciò che hai ed usi è veramente tuo, il che non è sempre facile. Ma quando sono salito sul palco, avevo le/i mie/i fan di fronte, il mio microfono ed auricolari personali ed era tutto esattamente come me lo ricordavo. Mi è sembrato di esser tornato a casa. La gente cerca sempre di immaginare come sia essere una superstar, sentire le grida di supporto dal palco. Io conosco già quella sensazione e, chiaramente, non c'è dubbio che col tempo avrei potuto sperimentarla di nuovo, ma mentre ero al militare ne ero privato e ne ho sentito la mancanza. Quindi, quando sono uscito, ho proprio realizzato, Ecco, è così che deve essere—il batticuore, il teso entusiasmo e il boato della folla.
Com'è stato tornare sul palco e sentire di nuovo quelle grida? Jin: Probabilmente non è ciò che le/i fan vorrebbero sentire, ma ho cercato con tutto me stesso di distaccarmi da ciò che stavo provando. Cioè, era il giorno immediatamente successivo al mio congedo. Non ho avuto molto tempo per provare ed era passato un sacco dall'ultima volta che avevo cantato. Avevo paura sarei scoppiato a piangere, se mi fossi abbandonato alle emozioni una volta iniziata l'esibizione. Volevo fosse un bello spettacolo per le/i fan, quindi non potevo lasciarmi andare e lasciare che le emozioni avessero il sopravvento, impedendomi di cantare. Quindi ho alzato a palla il volume degli auricolari di proposito, ho cercato di tagliare fuori ogni emozione e la prima canzone l'ho eseguita ad occhi chiusi. Anzi, ho anche provato a fare un trattamento cheongsimhwan (*rimedio tradizionale coreano con effetto calmante) specificamente per quella performance (ride).
In che senso? Di cosa si tratta? Jin: Sapevo che avrei avuto il batticuore, quando sarei tornato sul palco, quindi ho provato a seguire un ciclo di pillole cheongsimhwan, ogni qual volta rientravo alla base dopo i miei giorni liberi. Volevo testare se prendere quel medicinale rendesse la gola secca e quanto avesse effettivamente effetto calmante. Però, in fin dei conti, mi lasciava con la gola molto asciutta ed avevo paura mi si sarebbe spezzata la voce, sul palco, quindi ho subito cercato una qualche alternativa, e ho seguito quella. Però il mio cuore batteva comunque all'impazzata.
E nonostante tutto, hai anche cantato in anteprima la versione completa di “Super Tuna”, inclusa la seconda strofa. E l'hai fatto con un solo giorno di tempo per prepararti. Jin: La canzone era già belle che pronta, quindi mi sono limitato a riascoltarla e ripassarla per memorizzare la seconda strofa. Ma, di fatto, credo fosse comunque evidente quanto io fossi agitato (ride). Oh, e ora sto lavorando sodo al mio nuovo album. Fortunatamente, gli altri sono riusciti a finire i loro prima di iniziare il servizio, e presto uscirà quello di Jimin. Credo sia meglio non aspettare troppo e rilasciare il mio dopo quello di Jimin, quindi ce la sto mettendo tutta per finirlo al più presto. Mi piacerebbe anche partecipare ad alcuni varietà. E dato che è da tanto che le/gli ARMY non vedono il mio viso, ci tenevo ad esporlo in un qualche luogo che fosse chiaramente visibile alle/i fan, quindi mi sono riservato appositamente dello spazio sui cartelloni pubblicitari più grandi che sono riuscito a trovare.
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Hai fatto tutto questo, più la BTS FESTA il giorno dopo il congedo, e non sono passati che 8 giorni? Jin: È il mio modus operandi. Non si smette certo di respirare solo perché l'aria non è pulita (ride). Mi son detto che certe cose vanno fatte volenti o nolenti, anche se le circostanze non sono delle migliori.
Hai detto che la BTS FESTA è una delle cose cui non rinunceresti mai. Immagino tu non abbia fatto che esercitarti ogni qual volta eri in ferie, durante il servizio, e anche non appena congedato. Non dev'essere stato facile. Jin: La pressione era tanta, ma sì. È stata dura, visto che non potevo neppure esercitarmi e non avevo abbastanza tempo. Semplicemente, ho tenuto duro e l'ho fatto per amore (ride).
Quello sì che è amore vero (ride). Questo mi ricorda ciò che hai scritto nella tua lettera per il 10° anniversario dei BTS: “Si dice che, in 10 anni, persino le montagne ed i fiumi cambino. Quindi trovo incredibile che l'amore tra i BTS e le/gli ARMY non sia cambiato.”
Jin: Anche se, in un futuro distante, le/gli ARMY dovessero mai abbandonarci, noi non potremmo mai lasciare le/gli ARMY. Come ho già detto in precedenza, stare insieme alle/gli ARMY è come essere a casa. Ci danno tanta sicurezza. Vorrei ribadire che cercherò di dare sempre il massimo e chiedere loro di rimanerci accanto per molto molto tempo. Inoltre, voglio ringraziarlə per averci aspettati.
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Come hai fatto a continuare a dare solo sempre il meglio di te, ogni singolo giorno, in questi ultimi 11 anni? Jin: È merito di tutto l'amore che i BTS nutrono per le/gli ARMY. È del tutto normale fare del nostro meglio per le persone cui vogliamo bene, no? Pensi a ciò che si prova quando ci piace tantissimo qualcuno: si dà il proprio 100% per quella persona. Vale lo stesso per noi. Non è del tutto normale?
Dovrebbe, ma non è sempre così. Anche quando si ama tantissimo una persona e si cerca di essere sempre al meglio per lei, talvolta non si può fare a meno di priorizzare altre cose.
Jin: Quando ho finito il servizio militare, ho posticipato ogni altro impegno per poter incontrare le/i fan. Ho avvisato preventivamente la mia famiglia e gli amici: “Devo vedere le/gli ARMY, quindi vi sarei grato se aspettaste ad organizzare festeggiamenti per il mio congedo dopo questa prima settimana”. E la gente intorno a me mi diceva, “Sei appena uscito—dovresti riposarti. Vediamoci”. Il congedo è stato di mercoledì, ma non mi sono preso impegni fino alla settimana successiva. Tutto il resto poteva attendere. Vedere le/i mie/i fan era la mia priorità assoluta—ci tenevo a mostrare loro tutta la mia gratitudine, prima di dedicarmi a qualsiasi altra cosa. Nessun se né ma. È sempre stato così ed è ciò che che ci si aspetta. Le/gli ARMY mi danno tutto il loro sostegno e la cosa mi rende davvero felice. Sono persone estremamente importanti per me, quindi penso sia del tutto normale priorizzare il tempo che trascorro insieme a loro.
Trovo davvero eccezionale che questo sia un sentimento che ti sei portato avanti per 11 anni consecutivi.
Jin: Quando penso a quanto sono felice e rifletto sulla ragione—di fatto, è perché sono un membro dei BTS. Ed i BTS esistono solo grazie alle/gli ARMY. Ho sempre adorato le/gli ARMY proprio per quel motivo e lə adoro sempre di più, ogni giorno che passa, e spero possano essere sempre più felici. È per questo che cerco sempre di dare il massimo per loro.
Penso sia normale tu desideri esprimere il tuo amore per le/gli ARMY, ma non è del tutto scontato ricevere così tanto affetto di rimando, quindi, sì, immagino quella sia la tua motivazione, ciò che ti spinge a lavorare tanto sodo.
Jin: Il fatto che io piaccia alle persone, l'affetto e rispetto ricevuto dagli altri soldati, il cibo che mi viene offerto gratis quando mangio fuori, il modo in cui mi tratta la gente—è tutto merito del mio status in quanto membro dei BTS. Ma potrebbe anche essere perché sono affascinante (ride).
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Che cos'è per te la felicità? In precedenza, ti è stato chiesto che cosa pensi ci sarà quando questo momento bellissimo giungerà al termine, e hai risposto che sicuramente ce ne saranno altri, sebbene sperassi la gioia presente potesse durare per sempre. Jin: La penso un po' diversamente, ora (ride). Perché, di fatto, se veramente stiamo vivendo il momento più bello delle nostre vite, una volta finito, difficilmente ci sarà qualcosa di altrettanto bello, no? Però non è così che funzionano le cose, in realtà, cioè... non è che all'improvviso la mia vita sprofonderà nel baratro più buio ed orribile. Ora come ora, trovo la mia vita sia già sufficientemente positiva e bella, quindi non vedo che motivo ci sia di pensare al futuro e preoccuparmi dei momenti più belli a venire. Ora sono una star globale, ma anche dovessi perdere in notorietà, o semplicemente diventare una stella per la mia famiglia e nessun altro, se sono comunque felice, tanto basta. Perché dovrei disperarmi? Significherebbe forse non avrei mai più altri momenti bell come ora? Ho capito che non ha senso pensarla così. Devo solo continuare a vivere la mia vita così come viene, anche un giorno dovessi diventare una star solo per le persone più care. Quando si è felici, quello è il momento più bello delle nostre vite.
Quindi, sì, ho deciso di considerare tutta la mia esistenza come un unico, lungo momento di bellezza e felicità.
Se – come dici - il momento più bello delle nostre vite non è realmente un istante, ma qualcosa che dura in eterno, in questo momento, tu come ti senti? Jin: Come sempre, sono felice (ride).
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antennaweb · 5 months ago
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paoloferrario · 5 months ago
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Pubblicazioni di Polis - Lombardia
vai al sito https://www.polis.lombardia.it/wps/portal/site/polis/pubblicazioni PoliS-Lombardia – Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia nasce il 1° gennaio 2018, e ha come mission il servizio e l’ accompagnamento alla implementazione (e valutazione) delle politiche per la Regione nel suo complesso. Svolge le seguenti funzioni: studi e ricerche inerenti agli assetti…
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Latina: attività di contrasto all'immigrazione irregolare, accompagnato alla frontiera un cittadino tunisino
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Latina: attività di contrasto all'immigrazione irregolare, accompagnato alla frontiera un cittadino tunisino. La Polizia di Stato di Latina, nell'ambito dell'attività volta a prevenire attività criminose riconducibili a soggetti irregolarmente soggiornanti sul territorio italiano, ha proceduto all'accompagnamento presso la frontiera di Fiumicino ai fini del rimpatrio, di un cittadino Tunisino, classe 1982. Entrato in maniera irregolare, è rimasto sul territorio nazionale in quanto richiedente asilo, diritto che la competente Commissione Territoriale con due diversi provvedimenti non gli ha riconosciuto per carenza dei requisiti oggettivi e soggettivi previsti per legge. A seguito degli approfonditi controlli effettuati dall'Ufficio Immigrazione, il Questore ha emesso l'ordine di accompagnamento immediato alla frontiera convalidato dall'Autorità Giudiziaria competente, che ha consentito l'esecuzione del servizio di accompagnamento coattivo alla frontiera aerea di Roma fiumicino. Il rimpatrio è avvenuto con volo diretto a Tunisi. Il risultato è frutto della incessante attività della Polizia di Stato di Latina, che vede costantemente impegnato il personale sia nell'ambito delle attività info investigative, sia nell'ambito dei servizi straordinari ad Alto Impatto avviati sul territorio della Provincia di Latina, attività che hanno tra gli obiettivi anche quello del contrasto alla permanenza irregolare di soggetti stranieri sul territorio dello Stato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La legge non riuscì mai a rendere gli uomini più giusti neppure di tanto; anzi, proprio per il rispetto che portano alla legge, persino uomini di buoni principi si trasformano, quotidianamente, in agenti di ingiustizia. Voglio dare un esempio delle conseguenze comuni e naturali di un non-dovuto rispetto alle leggi. Prendiamo un gruppo di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldato semplice, inservienti, tutti in marcia, in perfetto ordine e per monti e per valli: vanno alla guerra non solo contro la loro volontà ma anche contro il buon senso e la loro coscienza. Una marcia faticosa, non c'è che dire, da cardiopalma. E sanno tutti benissimo di trovarsi in un maledetto pasticcio, è gente pacifica. Adesso, però, che sono? uomini o non piuttosto fortini e casematte ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli? Bisogna andare nelle caserme dove si esercitano i marines per capire che razza d'uomini può creare il nostro governo e a cosa ridurli - pure ombre, ricordi di uomini, già sepolti sotto le armi, con accompagnamento funerario.
Henry David Thoreau, La disobbedienza civile, trad. it. di Piero Sanavio, RIzzoli, 2010
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carmenvicinanza · 8 months ago
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Odette Brailly
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Odette Brailly è stata la più famosa agente dei servizi segreti britannici, passata alla storia per i suoi atti eroici durante la seconda guerra mondiale, è stata una delle donne più decorate di tutto il conflitto.
Insignita della Croce di George, ha ricevuto diverse medaglie al valore, era stata nominata Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico e in Francia, aveva ricevuto la Legion d’Onore, la più alta onorificenza del paese.
Nata ad Amiens il 28 aprile 1912, quando suo padre perse la vita nella battaglia di Verdun, venne affidata a un convento dove a otto anni si ammalò di poliomielite che la rese quasi cieca per molti mesi.
Nel 1931 aveva sposato Roy Patrick Sansom, con cui si era trasferita in Gran Bretagna, dalla loro unione erano nate tre figlie.
Quando il marito venne richiamato in guerra, rispose a una richiesta dell’Ammiragliato che invitava chiunque fosse in possesso di cartoline o foto  delle coste francesi a inviarle per scopi militari.
Aveva allora spedito le sue foto di Boulogne sur Mer, dove aveva abitato per lungo tempo, insieme a una lettera di accompagnamento in cui spiegava di essere francese e di conoscere bene la zona. Per un errore di indirizzo la lettera era finta in mano al SOE (Special Operations Executive), che l’aveva reclutata come agente segreta.
La sua prima identità era stata quella della vedova Odette Métayer, col nome in codice di Lisa, ebbe l’incarico di trovare a Auxerre una casa sicura per accogliere e aiutare gli agenti di passaggio. Ha condotto operazioni di spionaggio e sabotaggio nelle aree occupate dalle potenze dell’Asse.
Nel 1942 aveva lavorato come corriere agli ordini del capitano Peter Churchill, che era a capo dell’organizzazione Spindle. Si era occupata di procurare viveri e al mercato nero e di paracadutare armi ed equipaggiamenti destinati ai vari gruppi di resistenza. 
Quando i tedeschi occuparono la zona sud della Francia, venne arrestata.
Rifiutatasi di parlare venne portata a Parigi, nella sede dell’SD, il Sicherheitsdients tedesco che si occupava del servizio di spionaggio, dove venne interrogata e torturata per due settimane di fila.
Nella sua biografia racconta che le vennero strappate le unghie dei piedi, che venne bruciata sulla schiena con un ferro rovente e che a torturarla fu sempre un giovane francese, probabilmente malato di mente.
Le spie non erano tutelate dalla Convenzione di Ginevra, non erano prigioniere di guerra, potevano essere giustiziate in qualunque momento.
Nel maggio 1944, dopo più di un anno di detenzione a Fresnes, indebolita e ammalata, venne trasferita in Germania insieme ad altre sette agenti. Era l’operazione ‘Nacht und Nebel’ (Notte e nebbia), faceva parte dei prigionieri politici condannati a morte che sparivano senza lasciare traccia.
Nel luglio dello stesso anno, venne trasferita a Ravensbrück da sola, le sue compagne erano state tutte uccise. La lasciavano in vita soltanto perché aveva millantato una parentela col primo ministro inglese e i tedeschi volevano giocarsi la carta di un possibile scambio.
Per molti mesi, da sola in una cella buia e fredda, viveva lo stress di sapere che ogni mattina poteva essere quella dell’esecuzione.
Liberata il 1° maggio 1945, aveva impiegato più di un anno per ristabilirsi.
Nel 1946 è stata la prima donna insignita della George Cross, la massima onorificenza britannica per i civili. Dopo aver ottenuto il divorzio dal primo marito, nel 1947 aveva sposato Peter Churchill da cui aveva divorziato nel 1955, anno in cui ha sposato Geoffrey Hallowes, un altro agente del SOE in Francia.
È morta nel 1995 a 82 anni il 13 marzo 1995, a Walton-on-Thames.
La sua storia ha ispirato il famoso film Odette, del 1950, che aveva personalmente supervisionato per impedire che venisse falsata la storia.
Alle vicende che l’hanno vista protagonista insieme alla collega Violette Szabo sono stati ispirati i romanzi Fortitude di Larry Collins e Le gazze ladre di Ken Follet.
Nel 2012 è stato emesso un francobollo che la ritraeva.
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alchiardiluna · 8 months ago
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Un'idea domenicale fino al tramonto? Aperitivo🍹, pranzo 🍽e dj set 🎤🎶? Ti aspettiamo tutte le Domeniche dalle 12 alle 19 per "Domenica è sempre Domenica" ✨️🌙 E' la proposta del nostro ristorante Miramare & Novilunio, pensata per chi vuole trascorrere la Domenica in un luogo bello, rilassante dove mangiare bene o godersi un aperitivo al sole d'inverno o immergendosi in un meraviglioso tramonto con un dj set di accompagnamento. Come in famiglia 🥰 ☎️ prenotazioni: 081 868 24 24 . . . MIRAMARE & NOVILUNIO Bar | Bistrot | Restaurant Due anime, due luoghi. Una sola visione La ristorazione Al Chiar di Luna in due diversi “luoghi” - la sala interna con gli “antri” vista Ischia per Miramare e le terrazze panoramiche per Novilunio - con una visione comune della cucina, per un’esperienza gastronomica memorabile, da vivere tutto l’anno. Il servizio bar bistrot di entrambi propone un’attenta selezione di drink e tapas. Da 35 anni, la continua ricerca nella tradizione scopre ricette “antiche”, le re-intepreta e trasforma. L’attenzione al food design è delizia per gli occhi e il palato. Saremo onorati di accompagnarvi in un’esperienza sublime.
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tempi-dispari · 10 months ago
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Mind Control: oltre il complicato
Quando si parla di influenze eterogenee e di mix di generi, probabilmente inconsciamente ci si riferisce ai Mind Control. Il loro ultimo Elements è impressionante. Questo è il solo aggettivo che può descrivere il disco. La band è preparatissima tecnicamente e si sente ad ogni solco. Questo gli permette di spaziare liberamente tra mille generi diversi. Loro tratto peculiare, tuttavia, è ave unito la furia del death metal al prog. In questo modo il gruppo ha rotto i confini di entrambe gli stili per crearne uno proprio.
All’interno delle canzoni c’è davvero di tutto. Dalle sfuriate tipiche del death a passaggi repentini al jazz (in Jinger style). Inevitabile lode va alla voce di Stefania Salladini capace di passare da potentissimi growl a momenti melodici ora jazz ora più poppeggianti. Davvero notevole. Il resto della band non è certo da meno. I cambi improvvisi, i cambi di atmosfera si susseguono in modo affastellante, quasi senza dare respiro.
Il che, nel suo essere stimolante, rende l’assimilazione del disco piuttosto ostica anche dopo ripetuti ascolti. Non si finisce mai di scoprire passaggi nuovi precedentemente passati inosservati. Un disco che non annoia, questo è certo. Farne una descrizione diventa difficile. All’interno delle stessa canzone sono talmente tante le tecniche utilizzate, talmente tanti i cambi che servirebbero pagine e pagine. Idem per per il tentativo di definire un’atmosfera dominante.
Ogni brano fa storia a sé. Ottima la produzione che è riuscita a rendere nel migliore dei modi questo mare in tempesta. Operazione non semplice considerando i suoni differenti utilizzati. Frammentando le composizioni possiamo trovare nel loro dipanarsi ambienti completamente diversi. Gli strumenti, così come la voce, non stanno mai fermi. Macinano in continuazione note su note, ritmiche su ritmiche.
Controtempi, poliritmia, tempi dispari si susseguono come il vento in un uragano. Da cavalcate metalliche super complesse si passa improvvisamente a momenti di calma apparente. I nostri non disdegnano neppure l’utilizzo di suoni elettronici. Il tutto al servizio di una narrazione intensa e variegata. Viene da sé che in un contesto di tal fatta la durata di ogni singolo brano non può essere breve.
Interessante e azzeccata la scelta di limitare le alte velocità lasciando spazio a mid tempo. In questo modo l’ascoltatore ha la possibilità di poter capire bene cosa sta accadendo. Uno sforzo davvero notevole da parte di tuta la band. Menzioni vanno a tutti. Dal batterista, una vera macchina da guerra, al chitarrista, che passa da a solo shrade a passi gilmouriani, per finire con il bassista che riesce a creare linee indipendenti dal canonico accompagnamento.
Insomma un disco davvero super. In tutta questa ‘perfezione’, all’ennesimo ascolto ancora insoddisfacente, cresce un dubbio, una domanda. Era davvero necessario mettere tutto questo materiale all’interno di un solo disco? A ben considerare la quantità di riff, passaggi, la lunghezza dei brani, di dischi ne sarebbero potuti uscire serenamente due, se non tre. Tutto questo marasma di informazioni, giova davvero alle composizioni? O non ne rende la fruizione un po’ manieristica?
La sensazione che si ha arrivati in fondo, compito davvero difficile con un solo ascolto, è quella di aver assistito ad uno spettacolo barocco. Bello, bellissimo, avvincente, ma fine a se stesso. Le capacità tecniche del gruppo non possono mai essere messe in discussione, neppure per un millisecondo. Sono talmente evidenti nella costruzione dei brani, che ribadirle appare superfluo. Quindi, perché? Che cosa ha guidato la band ad addentrarsi in un labirinto così intricato? Il rischio è che il messaggio, la bellezza dei brani, si perda in mille rivoli, dettagli, sfaccettature che non permettono di tenere ferma una visione di insieme.
Concludendo. Dire che il disco dei Mind Control è notevole, è persino riduttivo. È oltre. Ma proprio questo suo essere oltre può diventare il suo punto debole. È un lavoro consigliato a chi non solo è avvezzo a determinate strutture complesse, suoni decisi, passaggi repentini. Ma è anche interessato allo studio di un determinato strumento. Magari è un limite personale. Forse il realtà i Mind Control hanno aperto una frontiera musicale. Tuttavia trovo davvero difficile che un non addetto al genere possa apprezzare fino in fondo il disco. Allo stesso modo, anche per gli addetti, arrivare a capirlo fino in fondo non è cosa semplice. ‘Semplicità’ non vuol dire necessariamente banalità. Così come complicatezza non è sinonimo di qualità intrinseca.
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curiositasmundi · 1 year ago
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I popoli sono le vittime. I popoli: i migranti, i palestinesi, gli ebrei, i russi, gli ucraini, gli americani e così via. Insieme ai popoli, l’altra vittima è la loro autodeterminazione che langue e, per sopravvivere, mendica pure controvoglia il tozzo di pane del voto.
Da chi sono veramente volute le guerre? Da chi sono veramente voluti gli attacchi terroristici? Siamo seri: davvero pensiamo che i popoli abbiano il potere di decidere cosa e come scegliere? Se così fosse, i rappresentanti dei popoli ascolterebbero le loro sofferenze e l’informazione – tutta – si metterebbe al servizio dei cittadini, non svolgendo la funzione di accompagnamento a ciò che è stato già deciso, ma di pungolo del potere a far meglio e di stimolo allo spirito critico delle persone comuni.
Questa situazione di impotenza è ben rappresentata da Israele, dove invano sono chieste a gran voce le dimissioni di Netanyahu. Del resto non hanno avuto seguito neppure le proteste nei suoi confronti dei mesi scorsi. Israele è un paese democratico e, nonostante ciò, gli israeliani sembrano non avere voce di fronte a una classe dirigente fortemente arroccata sulle sue posizioni. Quanto più impotenti saranno quei popoli in balia di dittature e gruppi terroristici?
La propaganda evoca il “problema” dei migranti. Ma chi, veramente, spinge alla fuga dai loro paesi migliaia di esseri umani?
Hamas rivendica i propri attentati come gesta eroiche per la salvezza del suo popolo. Ci raccontano che Israele “deve” rispondere, anche radendo al suolo la Striscia di Gaza per stanare e distruggere Hamas, se vuole sopravvivere. Veramente è così? Abbiamo alcune certezze, in tutto questo fumo gettato negli occhi delle opinioni pubbliche perché – sembra – non capiscano e non vedano: sono morti degli innocenti nell’attentato; i palestinesi fuggono via chissà dove, come quando le formiche si disperdono perché un piede è precipitato su un formicaio (il potere pare avere a cuore il destino dei popoli come quello degli insetti!). Altra cosa certa è che gli ostaggi rischiano la vita; che Israele, dove è stato possibile che ebrei e palestinesi vivano anche in pace grazie alla volontà di singoli individui, è uno Stato che dovrà accontentarsi (a meno di una svolta davvero epocale) di un’esistenza costantemente minacciata dall’odio di altri “poteri”.
La propaganda ci ha detto che bisognava fermare le mire espansionistiche della Russia. Quel che è stato ottenuto a oggi è la morte di migliaia di persone, la distruzione di un paese e una grave crisi economica che colpisce, guarda caso, i popoli.
I popoli sono, prima che nazioni, esseri umani. Sembra una banalità, ma visto con quale cinismo il potere, di qualsiasi natura, prende decisioni su chi vive e su chi muore, non è superfluo ribadirlo. Si ha quasi la sensazione che venendo meno le dichiarazioni esplicite di guerra, sia diventato più facile per un comune essere umano trasformarsi nel bersaglio di un prossimo conflitto.
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pietroalviti · 1 year ago
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Oratori, famiglie, giovani, accoglienza, i cristiani della diocesi di Frosinone in assemble a Casamari
Riattivare oratori ed attivare iniziative ludiche e conviviali per anziani, evitare una catechesi che sia ancora insegnamento di una dottrina e trasmettere invece la gioia di aver incontrato Gesù, maggiore attenzione alle famiglie troppo spesso solo giudicate e non supportate, spingere le parrocchie a collaborare fra loro, itinerari di fede per gli adulti, un servizio di accompagnamento per le…
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vorticimagazine · 1 year ago
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Assistenza domiciliare a Pescara? Ci Siamo Noi
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La Cooperativa Ci Siamo Noi è stata fondata e costituita con l'obiettivo principale di lavorare nell'ambito dell'assistenza al benessere della persona, attraverso interventi domiciliari per evitare o quantomeno ritardare il più possibile l'ingresso degli anziani in strutture residenziali. Offriamo innumerevoli servizi dall'assistenza Sanitaria all'assistenza Socio Sanitaria e Assistenziale. La nostra Cooperativa si prefigge di fornire ai nostri assistiti ed alle loro famiglie un servizio in grado di migliorare loro la vita. Il nostro personale altamente qualificato, infatti, ha il compito di prendersi cura dei nostri assistiti con il rispetto, la dignità e  la professionalità che tutti meritano.
Assistenza domiciliare a Pescara? Ci Siamo Noi Il nostro servizio di assistenza domiciliare a Pescara ha lo scopo di aiutare non solo le persone anziane, ma anche disabili e persone affette da comprovate patologie degenerative o che stanno affrontando una convalescenza post-operatoria, facilitando la loro quotidianità fornendo loro cure domiciliari  mediche e infermieristiche.
Ci Siamo Noi garantisce una copertura di 24 ore su 24 e 7 giorni su 7  non solo a  domicilio, ma anche presso strutture sia pubbliche che private. Il personale è periodicamente aggiornato con dei corsi di formazione continua ed è costantemente monitorato. Rimaniamo  sempre in contatto con le famiglie degli assistiti e con il loro Medico di Medicina Generale (MMG). Siamo sempre al tuo fianco per fornirti il miglior servizio possibile. Il nostro team di professionisti è sempre disponibile per supportarti in ogni fase del processo, dalla scelta del servizio più adatto alle tue esigenze fino alla gestione delle attività quotidiane. Ci preoccupiamo del tuo benessere e della tua tranquillità e siamo pronti ad assisterti in qualsiasi momento. Scegliere noi significa avere un partner affidabile al tuo fianco, pronto ad offrirti soluzioni personalizzate e supporto costante. I servizi offerti da Ci Siamo Noi sono: - Assistenza socio sanitaria e socio assistenziale; - Assistenza familiare; - Assistenza a domicilio; - Fisioterapia a domicilio; - Infermiere pediatrico; - Consulenze mediche; - Esami diagnostici; - Screening e monitoraggio; - Trasporto e accompagnamento; - Ausili e presidi; - Farmaci e spesa a domicilio; - Terapia occupazionale; - Benessere a casa tua; - Tempo libero; - Pratiche sanitarie; - Educazione sanitaria. Vieni a trovarci in via Thaon di Revel n. 6 a Pescara, scrivici all'indirizzo [email protected], visita il nostro sito oppure chiamaci al numero 375 7016270. Read the full article
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giardinoweb · 1 year ago
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Gustosa Esplosione di Settembre:
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Insalata di Melograno e Rucola Settembre è il mese delle meraviglie culinarie, e cosa c'è di più sorprendente e delizioso del melograno? Questo frutto, con i suoi succosi chicchi rossi rubino, è un vero tesoro di dolcezza e freschezza che può trasformare qualsiasi piatto in una festa per il palato. In questa edizione de "Il giardino in cucina", vi presenteremo una ricetta irresistibile: l'Insalata di Melograno e Rucola. Ingredienti: - 1 melograno maturo - 150g di rucola fresca - 100g di noci tostate - 100g di formaggio feta sbriciolato - 2 cucchiai di olio d'oliva extravergine - 1 cucchiaio di aceto balsamico - Sale e pepe qb Istruzioni: Preparazione del melograno: Per prima cosa, prepara il melograno. Tagliate una piccola fetta dal lato superiore e poi fate un taglio poco profondo a forma di croce nella parte inferiore del frutto. Ora, con delicatezza, spezzate il melograno in quattro parti. Sotto l'acqua corrente, separate i chicchi dalla membrana bianca utilizzando le mani. I chicchi rossi saranno pronti per l'uso. Preparazione della vinaigrette: In una piccola ciotola, mescolate l'olio d'oliva, l'aceto balsamico, il sale e il pepe. Questa vinaigrette darà un tocco leggero e aromatico all'insalata. Assemblaggio dell'insalata: In una grande ciotola, disponete la rucola fresca come base. Aggiungete i chicchi di melograno, le noci tostate e il formaggio feta sbriciolato sopra la rucola. Condimento e servizio: Versate la vinaigrette preparata sull'insalata e mescolate delicatamente tutti gli ingredienti in modo che siano ben rivestiti dalla vinaigrette. Pronto per essere gustato: Ora l'Insalata di Melograno e Rucola è pronta per essere servita! Questo piatto è un'esplosione di sapori settembrini, con la dolcezza del melograno, il croccante delle noci tostate e la cremosità del formaggio feta che si fondono perfettamente con la freschezza della rucola. Questa insalata è un'ottima scelta per un antipasto leggero o come accompagnamento a un piatto principale. È ricco di antiossidanti, vitamine e sapore, rendendola la scelta perfetta per mantenere la tua cucina sana ed eccitante in questa stagione. Consiglio del giardiniere: Se avete un melograno nel vostro giardino, raccoglietelo quando i chicchi sono maturi ma ancora sodi. Sarà la base perfetta per questa deliziosa insalata. Non vediamo l'ora di sentire le vostre opinioni su questa ricetta de "Il giardino in cucina". Buon appetito e buon fine settimana! Read the full article
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ottimavetrina · 1 year ago
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personal-reporter · 1 year ago
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Inizia il Servizio civile con le associazioni ANPAS
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Per 161 giovani di età compresa fra i 18 e 28 anni di età è iniziato l’anno di servizio civile nelle associazioni Anpas del Piemonte. Attualmente le volontarie e i volontari in servizio civile sono impegnati nei corsi di formazione che li abiliteranno a svolgere le diverse attività previste dai progetti. Dei 161 giovani in servizio civile in Anpas 87, dopo la formazione e una volta conseguita la certificazione riconosciuta dalla Regione Piemonte, potranno svolgere servizi di trasporto sanitario di emergenza/urgenza 118 in ambulanza; altri 67 giovani saranno abilitati a compiere trasporti sanitari di accompagnamento per esami clinici, terapie continuative, dimissioni da ospedali e case di cura; infine sette ragazze e ragazzi, una volta completata la formazione, saranno impegnati nel settore dell’educazione e promozione della cultura del volontariato al fine di divulgare tra gli studenti delle scuole superiori e tra la cittadinanza la cultura del volontariato assistenziale e del primo soccorso nonché promuovere stili di vita più sani e salutari. I progetti di servizio civile in Anpas che riguardano l’ambito del socio sanitario in Piemonte prevedono lo svolgimento di servizi socio-sanitari sia su pulmini sia su autoambulanze. In molti casi gli utenti possono essere persone con disabilità che spesso necessitano di essere accompagnate negli spostamenti in quanto non autosufficienti o perché bisognose di particolari accorgimenti durante la fase del trasporto. I progetti di servizio civile in Pubblica Assistenza Anpas nel campo del soccorso di emergenza 118 in Piemonte includono, oltre alla possibilità di effettuare i servizi sociali precedentemente descritti, anche l’impiego in servizi di emergenza urgenza 118. I volontari in servizio civile saranno quindi impegnati nel ruolo di soccorritore in ambulanza e in tutte le mansioni riguardanti le attività di emergenza e primo soccorso. L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 80 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 10.310 volontari (di cui 4.122 donne), 5.245 soci, 670 dipendenti, di cui 76 amministrativi che, con 436 autoambulanze, 230 automezzi per il trasporto disabili, 264 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 2 imbarcazioni, svolgono annualmente 570.082 servizi con una percorrenza complessiva di 18.784.626 chilometri. Read the full article
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Agrigento: perquisizioni e controlli sanitari in diversi stabilimenti nel settore agro-alimentare
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Agrigento: perquisizioni e controlli sanitari in diversi stabilimenti nel settore agro-alimentare Contestualmente all'esecuzione di una misura cautelare disposta dall'Autorità Giudiziaria di Palermo, la Polizia di Stato ha proceduto ad una serie di perquisizioni di iniziativa a carico di soggetti ritenuti contigui agli arrestati, nonchè a molteplici, mirati controlli di natura veterinaria ed igienico-sanitaria nei confronti di aziende agricole ed allevamenti operanti sul territorio girgentano di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia condotti dalla Questura di Agrigento, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, e del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico di Palermo, Agrigento e Trapani. Le verifiche hanno riguardato, in particolare, controlli sanitari in quattro stabilimenti di ovini, due caseifici ed un locale deposito latte nel Comune di Santa Margherita Belice. Al riguardo, i Medici veterinari, supportati costantemente dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo, della S.i.s.c.o. di Palermo e delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo, hanno constatato — all'interno di uno degli ovili monitorati - la non corrispondenza tra la consistenza dei capi registrati nella Banca Dati Nazionale delle Anagrafi Zootecniche, e l'effettivo numero di capi presenti, essendo risultati assenti circa 40 animali adulti e rilevata anche la presenza di circa 100 ovini di età superiore ai sei mesi non identificati e circa 30 con identificazione incompleta. Inoltre, all'interno di un altro allevamento di ovini, i veterinari hanno accertato il sito ove erano presenti gli animali non risulta essere censito in BDN con regolare numero di registrazione, non avendo la proprietaria dell'allevamento richiesto alcuna registrazione del codice di pascolo al di fuori della sede aziendale. Ancora, all'interno del medesimo ovile, e stata rilevata la non corretta identificazione di circa un centinaio di capi e pertanto i veterinari hanno disposto l' immediato blocco dei movimenti da o verso l'attività. Analogamente, all'esito di un controllo a carico di un'azienda sita ad Agrigento, il personale veterinario ha riscontrato la presenza di 53 capi di ovini sprovvisti del c.d. "documento di accompagnamento" (Mod. 4) e pertanto ha disposto il blocco immediato dei loro movimenti fino alla risoluzione delle non conformità riscontrate. L'attività d' iniziativa si innesta in una più ampia azione di contrasto, coordinata dallo SCO dalla Polizia di Stato, contro l'ingerenza criminale nel settore agro-pastorale e nella filiera agro-alimentare, anche a tutela della sanità pubblica.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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