#sentirmi sola
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Ilaria Sansò
#catastrofeanotherme#frasi tumblr#frasi belle#frasi#frasi vere#tumblr frasi#frasi e citazioni#pensieri e parole#ilaria Sansò#come per tutta la vita#sentirmi sola#e stare da sola#è forse l'unico traguardo a cui arrivo sempre#citazioni tumblr#segui il mio blog#another me page#another me on Facebook
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Non ho una domanda, ma dico ciao 💕
(Also I’m learning Italian now)
Awwww ma ciao!!! ;v; 💕
(yay!!)
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Okay ma la metro gialla di Milano è il liminal space per eccellenza
#Soprattutto quando ci arrivo da sola alla mattina per andare in uni#È così brutalista#Mi dà l'idea che nessuno possa sentirmi urlare#Soprattutto la fermata Crocetta con quelle cazzo di scale infinite#Free workout baby#bookmark'd#roba italiana
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sono stanca di capire tutti. Chi cerca di capirmi?
sono stanca di ascoltare tutto quello che gli altri vogliono sputarmi addosso. Chi mi ascolta?
sono stanca di sentirmi sola, io che cerco sempre di non far sentire sole le persone che amo.
sono stanca di preoccuparmi di tutti. Di me chi si preoccupa?
sono stanca, stanca, stanca, di soffrire sempre allo stesso modo, di doverlo fare in silenzio, di cercare in tutti i modi di far finta di niente, perché vedere del menefreghismo dall'altro lato mi farebbe stare peggio.
sono stanca di sperarci sempre, di riporre fiducia e di essere smentita sempre, ogni volta.
sono stanca di dovermi accontentare delle briciole e di dover anche ringraziare per quelle; di dover far finta di non vedere ogni volta, solo per evitarmi di soffrirci di più.
e sono stanca anche di credere seriamente di meritarmi solo questo, quando invece siete semplicemente voi che non sapete darmi altro (probabilmente perché non lo volete e questo è arrivato il momento di capirlo una volta per tutte).
z
#frammentidicuore#frasi#frasi di vita#riflessioni#frasi profonde#parole#amore#pensieri#vita#cit#dolore#frasi tristi#frasi tumblr#frasi belle#malinconia#rabbia#sofferenza#solitudine#schifo
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Ti sei mai sentita la seconda persona? Quella importante ma non essenziale, quella che se c'è fa piacere ma se non c'è sarà per la prossima volta, quella per cui non vale la pena insistere. Sarebbe bello a volte avere qualcuno su cui poter contare sempre, per cui sei tu che fai la differenza, per cui sei te la priorità. Io sono sempre stata l'amica presente, quella sensibile, quella empatia che cerca di capire tutti quell'amica che però non diventa un "tu ne vali la pena". Forse sono così stupida da non rendermi conto che sono io a sbagliare ad allontanare a non meritare gli altri. Eppure anche quando mi sembrava di esserci vicino a questa cosa meravigliosa e bellissima che è l'amicizia, finivo sempre per rendermi conto di essere la seconda in tutto, quella che non diventa un "tu ne vali la pena". Perché poi io non riesco ad occupare uno spazio, a fare finta di nulla. Eppure a volte mi piacerebbe poter riempire il tempo come se fosse un barattolo e infilarci dentro qualsiasi cianfrusaglia pur di sentirmi piena, pur di credermi felice e di non sentirmi mai sola.
#pensieri#tristezza#vita#quotes#frasi vita#nostalgia#realtà#citazione#citazioni#amicizia#persone tossiche
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l'occupazione perfetta per me sarebbe fare la monaca, ma senza l'aspetto religioso e la clausura (voglio poter uscire!). avrei un'aura inaccessibile e misteriosa. vivrei in un monastero castello villa boh qualche edificio suggestivo e un po' isolato, grande quanto basta per ospitare anche, in caso, altre persone (solo girlies obv) e poter sentirmi in compagnia o sola a mio piacimento. non dovrei lavorare, farei solo attività artistiche e contemplative. avrei un'enorme biblioteca, uno scriptorium dove copiare manoscritti, candele e incensi a volontà, un orticello, tanto verde, magari anche degli animaletti e seguirei una dieta vegetariana.
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vorrei andare a vivere in un bosco, circondata dalla musica e dagli animali, lontano da questa società che trovo estremamente tossica... vivere fuori dagli schemi, seguendo la natura e la sua straordinaria bellezza, senza sentirmi schiacciata dal resto, sostenendomi con le mie forze, producendomi da sola ciò di cui ho bisogno, restando nel mio tempo e creando una realtà che mi faccia apprezzare il mondo. Vorrei anche una persona al mio fianco che condivida i miei valori e con cui possa illuminarli sempre di più e avere la vera fede... cioè credere in qualcosa e renderlo possibile.
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La verità è che allontanandomi avevo comunque l'infantile speranza che qualcuno si chiedesse almeno il motivo, che mi facesse capire che nonostante tutto ancora un po' di interesse e affetto siano rimasti. Invece il nulla totale. Dopo mille volte in cui mi è stato dimostrato che l'interesse non era reciproco o, quantomeno, non era uguale non so perché ora ne sia così stupita. È che a quanto pare non sono capace a mantenere una sola amicizia, anni di rapporti andati tutti in fumo, e io ancora che ci penso e ci soffro perché spesso nemmeno so il motivo per cui è finita. E penso ci sia qualcosa che non va in me. E ora mi sento patetica a lamentarmene qui, quindi magari domani cancellerò tutto, ma vorrei avere qualcuno con cui poter parlare davvero di queste cose senza sentirmi dire che esagero, che sono pesante.
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Ogni tanto vorrei davvero farmi del male, cucirmi un nodo dello stomaco o nel cervello e cambiare forma
Sono tanto abituata a rispondere a tutto quello che mi succede in questo modo. È molto difficile smettere ma giuro prometto che ci provo. Prometto che ogni negatività scritta non è nient'altro che uno sfogo e non la verità.
Forse dovrei tenere traccia di quello che faccio in modo più schematico, tipo una productivity challenge, ma senza produttività e senza sfida perché non ci piacciono questi schemi e queste forzature perché siamo persone e non macchine. Quindi solo un diario. Giuro che ci provo ad essere brava a rimanere in contatto con tutt* a non ferire nessuno ma la vita normale è troppo per me, sono fatta male e mi sento come la vignetta di Paz in cui parla degli orecchini di ciliegia.
Io sono grata di tutto quello che ho: una casa bella in cui posso esprimermi, senza che ci siano litigi o silenzi e piatti rotti, persone offese e urla; un compagno di vita incredibile e dolcissimo, l'acqua corrente anche calda, l'elettricità, dei vestiti caldi. Ho la possibilità di studiare e non lavorare per ora. Vivo in una città in cui ho la cultura a portata di mano, accessibile negli spazi e nei prezzi, in cui posso sentirmi parte di qualcosa anche solo per uno scambio momentaneo per strada. La salute signora mia!! Il cibo ad orari giusti e sano e vario. Non ho sempre avuto tutto questo e ho fatto passi da gigante; da bambina la caldaia era sempre rotta, a volte si dimenticavano di lavarmi, a volte mancava l'acqua o mangiavamo tardissimo e per giorni la stessa cosa, mi ammalavo per mesi e a nessuno importava, passavo talmente tanto tempo in silenzio che mi si sigillavano le labbra e mentre tutti urlavano io consolavo il mio gatto da sola seduta per terra. E lui consolava me. Ora tutto questo non c'è più e non ci sarà mai più.
Ho una vita talmente bella e piena d'amore
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Vivo costantemente in una dimensione di aspettative altissime e fatico a tirarmene fuori.
Quando ero la figlia maggiore dovevo dare il buon esempio, assumermi compiti e responsabilità genitoriali che non mi sarebbero dovute competere, fare da mamma, sorella e figlia contemporaneamente. Con la preoccupazione che un mio sbaglio potesse fare crollare il castello in mille pezzi.
Ho lavorato, mi sono pagata l'università, almeno quel poco che mi è servito ad entrarci. E per farlo ho sopportato un capo viscido e molesto, con la mano lunga e e le nausee ogni mattina prima di uscire di casa, sapendo che non avrei avuto altra scelta: era l'unica azienda che aveva risposto a tutti i miei curriculum - ed erano amici della parrucchiera della mamma, non avrei mai potuto farle fare una brutta figura.
Poi sono arrivate le borse di studio. Ho lasciato il lavoro perché per ottenerla e mantenerla è fondamentale dimostrare di poter superare un certo numero di esami all'anno e con valutazioni alte per non perdere posizioni nelle graduatorie. Un solo sbaglio, un esame andato male, una giornata nera a laboratorio mi avrebbero lasciata in mezzo a una strada, senza soldi e senza posto letto, anche a metà anno.
Ho fatto l'Erasmus e sono riuscita a trovare un contatto in una scuola nella città che volevo io, per la prima volta. Così sono diventata il punto di riferimento e l'esempio a cui la mia tutor coordinatrice ha indirizzato chiunque volesse sperimentare la stessa esperienza. Ancora una volta la mia possibilità d'errore è stata messa sotto i riflettori, pronta ad essere amplificata a dismisura.
Ora lavoro a scuola e ho la fortuna di essere rimasta nello stesso istituto e nello stesso interclasse dell'anno precedente. La collega che ho affiancato lo scorso anno ha pregato in tutti i modi per ri-avermi con lei: a causa dei suoi improvvisi problemi in famiglia mi sono trovata da sola ad accompagnare una quinta pronta e preparata alla secondaria.
Quest'anno la situazione non è molto diversa. È finito il ciclo, siamo in classe prima - probabilmente la più impegnativa di tutte - con una docente in meno. Ho un posto sul sostegno, quello che speravo, ma mi trovo a occuparmi di tutto. Ho spiegato alla ragazzina a cui hanno assegnato la supplenza sulla classe per qualche settimana tutto quello che doveva fare e in che modo, non la posso lasciare da sola perché è la sua primissima supplenza e non si sa muovere a scuola. Ho preparato le attività della classe e raccolto, schedato e archiviato tutti i materiali perché la collega in cattedra ha ancora una situazione instabile in famiglia e non può dedicare tutto il tempo che vorrebbe alla scuola. Mi hanno assegnato un bambino complesso di cui voglio occuparmi nel miglior modo possibile nonostante la sua rete di professionisti non sia allineata nelle modalità di intervento e mi sia da subito sembrato di trovarmi tra due fuochi, con la mamma in balia di consigli contraddittori. Mi hanno affidato anche la commissione continuità "per il gran lavoro fatto l'anno scorso nelle quinte" che sarebbe bello replicare questo e i prossimi anni.
Ho chiamato i miei fratelli perché non li sentivo da un po', sono stata troppo stanca e mi sono sentita in dovere di giustificarmi per la mia vita raffazzonata. Sono molto stanca, e credo di sentirmi così a terra anche perché ancora non ho il privilegio di poter sbagliare senza che il mondo crolli.
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Sinceramente non volevo una sorella minore per sentirmi umiliata a confronto; lei con fidanzati, amanti e amici sempre fuori casa, sicuramente andrà meglio anche sul lavoro..
Io la sfigata in casa, isolata e sola con un lavoro uno peggio dell'altro, e sicuramente disoccupata dall'anno prossimo.
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Piena di gente che mi scrive - quindi non dovrei sentirmi sola, giusto? Eppure è tutta gente che mi scrive all’una di notte in vena di confidenze, mi scrive la sera per chiedermi di vederci in quel momento “proposta random” a cui neanche più rispondo perché come glielo spieghi senza risultare stronza che i rapporti umani non possono basarsi sulle altrui esigenze egoriferite in cui io non conto più come soggettività unica, come Chiara, la quale diventa prontamente sostituibile al fine di riempire quel buco esistenziale con qualcun altro. E allora che senso ha vederci, sentirci, se la base al fondo è sbagliata - non è genuina voglia di conoscere l’altro - ma di accollare all’altro il peso della solitudine che sentite. E tutti quei “raccontami qualcosa”, come se l’altro dovesse intrattenervi, essere a disposizione sempre, ignorando financo il periodo che l’altro sta passando; vi fiondate, come sempre, nella mia esistenza senza alcun garbo, alcun tatto, mossi unicamente da scopi egoistici; e non me ne faccio niente di te, Pinco Pallo, che ti ricordi che esisto perché una volta ogni tanto pubblico una mia foto - che a quanto pare ti accende (quella, e non altro) il desiderio di avere una conversazione con me. In sostanza io non invado nessuno ma sono continuamente invasa da gente con pretese, più o meno consapevoli, francamente assurde. Dove poi trovi io la forza in tutto questo marasma di merda di instaurare un legame autentico con chicchessia non lo so e onestamente non ne ho più voglia.
Non è che c’ho il disturbo borderline è che c’ho il disturbo che mi sono rotta i coglioni.
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Oggi tantissime challenge per me, ma soprattutto stasera mi sono portata fuori da sola a sentire un concerto di musica classica contemporanea. Non vi posso esprimere la felicità di sentirmi bene, libera, me nel mio corpo e a prescindere dal mio corpo. Mi riapproprio di me, del mio rapporto con me stessa, della mia solitudine.
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