#senso animale
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how fucking funny would it be if Amadeus as a merman was a cozza bc Ravenna has cozze as a piatto tipico XD
#ha senso? ma sì per me ha senso dot mp3#ha più senso la mazzola#ma cioè#la COZZA XD#va boh#ci vorrebbe un approfondito studio sulla fauna di Ravenna#ricerca che la me del futuro farà#ma intanto perchè la mazzola si chiama mazzola lì che è gallinella di mare#e poi cosa la chiamano CAPPONE#che cioè è pure un altro animale#Italia sempre al top coi nomi per il cibo XD#I need to eat some fish also#moss text#i can make it work
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FLORIDIA. ANNA FIORELLI (ENPA) :"ABBANDONARE I PROPRI ANIMALI È UN CRIMINE. AUMENTA IL TREND"
Abbandonare ha anche pesanti ricadute economiche sulla collettività. Guarda ilvideo di 2minutes
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#2minutes#2minuti#abbandono animali#cani#cittadini indignati#cucciolate#Delegazione Enpa Floridia#ENPA#ente nazionale protezione animale#Floridia#istituzioni#maltrattamenti#notizie#problema sociale#randaggismo#reato penale#senso civico#Siracusa#sterilizzazione#Youtube
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100 domande curiose
1. Libro preferito?
2. Autore preferito?
3. Poesia preferita?
4. Ti piace scrivere?
5. Ti piace leggere?
6. Disegni?
7. Ti piace l'arte?
8. Sei mai stato/a ad un museo?
9. Artista preferito?
10. Film preferito?
11. Attore/attrice preferito/a?
12. Regista preferito?
13. Colonna sonora preferita?
14. Saga preferita?
15. Personaggio preferito di Harry Potter?
16. Personaggio preferito di un libro?
17. Personaggio preferito di un film?
18. Serie tv preferita?
19. Canzone preferita?
20. Cantante preferito/a?
21. Band preferita?
22. Hai mai scritto una canzone?
23. Hai mai scritto una lettera a mano?
24. Hai mai ricevuto una lettera scritta a mano?
25. La pazzia più grande che hai fatto?
26. Ti piacciono le sorprese?
27. La sorpresa migliore che hai ricevuto?
28. La sorpresa più bella che hai fatto?
29. Quale pianeta visiteresti?
30. Preferiresti essere una sirena o una fata?
31. Quale decade preferisci?
32. Sei una persona creativa?
33. Quale lavoro vorresti esistesse?
34. Quali animali vorresti si unisserero per dare vita ad una nuova specie?
35. Pic nic al mare o in montagna?
36. Ti piace il teatro?
37. Hai mai visto un balletto?
38. Sei mai stato/a ad un concerto?
39. Hai mai cantato in pubblico?
40. Hai mai ballato in pubblico?
41. Adotteresti un bambino?
42. Adotteresti un animale?
43. Moto o auto?
44. Preferisci nuotare o volare?
45. Quale personaggio Disney pensi di essere?
46. Quale villain Disney ti rappresenta?
47. Quale cultura ti affascina?
48. Se potessi condividere un senso (tatto, vista,olfatto, gusto,udito) con la tua anima gemella quale condivideresti?
49. Vampiro o licantropo?
50. Credi nella fiamma gemella?
51. Temporale o arcobaleno?
52. Musica classica o rock?
53. Ti piace recitare?
54. Hai mai suonato in pubblico?
55. Hai mai recitato in pubblico?
56. Sai leggere i silenzi?
57. Sai rispettare i silenzi?
58. Soffri il solletico?
59. Riesci a fare ridere gli altri?
60. Sai ascoltare?
61. Ti fidi?
62. Ti piace fare foto?
63. Sei fotogenico/a?
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile?
65. Anime preferito?
66. Manga preferito?
67. Meglio i manga/anime di ieri o quelli di oggi?
68. Cartone animato preferito?
69. Il tuo cavallo di battaglia in cucina?
70. Il piatto che proprio non ti riesce?
71. Quale colore non sopporti?
72. Cosa non può mancare in casa tua?
73. Quale tua caratteristica vorresti avessero anche gli altri?
74. Cosa "rubesti" da un altra persona?
75. Come organizzeresti il primo appuntamento?
76. Come vorresti fosse il tuo prima appuntamento?
77. Faresti il primo passo?
78. Amicizia uno a uno o gruppo di amici?
79. Le parole che vorresti sentirti dire?
80. Cosa vorresti dire agli altri?
81. Credi nel destino?
82. Credi nella fortuna?
83. Pratichi la gratitudine?
84. Ti senti cambiato rispetto a 10 anni fa?
85. Cosa cambieresti di questi ultimi 10 anni?
86. Come ti vedi tra 10 anni?
87. La famiglia è solo quella di sangue?
88. Gli amici sono una seconda famiglia?
89. Si deve sempre perdonare chi si ama?
90. Cosa non ti perdoni?
91. Vorresti tornare bambino/a o diventare adulto/a?
92. Vorresti essere del sesso contrario al tuo?
93. Balletto preferito?
94. Ballerino/a preferito?
95. Conosci il messaggio dei fiori?
96. Giorno o notte ?
97. Alba o tramonto?
98. Freddo o caldo?
99. Sole o pioggia?
100. Scegli tu questa domanda
#domande#noia#100#100 domande#quiz#test#domanda#questions#question#bored#compagnia#life#vita#ask#gioco#game
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Vorrei il potere di guarire le persone, da quelle ferite che nessuno vede.
A volte sono soltanto graffi, altre volte dei veri e propri squarci dell'anima, piaghe nascoste dentro ogni essere umano, che fanno così tanto male, ma che nessuno è disposto a mostrare, quasi fosse una vergogna, o soltanto per paura di essere aggrediti, come un animale ferito che sa di essere una preda facile.
Vorrei il potere magico di poter anche soltanto ricucirle queste ferite, certo rimarrebbero le cicatrici, ma almeno il dolore vorrei farlo sparire.
Vorrei che mi bastasse soltanto appoggiare la mia mano sul petto, sopra il cuore, per farle stare meglio, emanando un calore miracoloso che possa attraversare la materia e arrivare fino allo spirito.
Chi è sensibile riesce a percepire il dolore degli altri, è un dono immenso certo, ma quando ci si rende conto di non poter fare nulla veniamo assaliti dallo sconforto e dalla frustrazione, dal senso di impotenza di fronte a qualcosa che è più grande di noi.
Non bastano gli abbracci, non bastano i sorrisi, non basta tenergli strette le mani.
Allora speri soltanto che queste loro ferite possano guarire da sole, mentre tu continuerai comunque a stargli vicino.
Sempre.
#smokingago #imieiversi #pensieri
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Era ciò che voleva
Erano oramai mesi che lo stuzzicava; s'era messa in testa di conquistarlo. Da dieci anni solo colleghi di lavoro senza complicazioni di sorta: affiatamento professionale, però mai nulla più di un garbato e rispettoso reciproco rapporto. Mai andati sul personale o intimo. A volte, lei lanciava qualche battuta a doppio senso: allora lui, un omone alto quasi due metri, si alzava imbarazzato e in fretta la congedava. Lei sorrideva e lo fissava con aria di sfida; lui rosso in viso abbassava gli occhi e usciva dalla stanza per andare a parlare con qualche altro collega, per una cosa della massima urgenza. Descrizione della Dea tentatrice: 1,60 di altezza, 45 kg di peso, labbra carine. Una prima di reggiseno, nasino aquilino e miopia pronunciata.
Occhi verde laser. Pigrissima: idrorepellente allo sport. A prima vista non si sarebbe certo detta una dea, ma si sa bene che la bellezza una donna se la deve saper dare, facendosela arrivare da chissà dove: trucco, sguardo, sorrisi, disponibilità, arguzia, femminilità. E soprattutto... perfidia! L'ultima sera di una breve trasferta di lavoro fuori sede assieme ad altri colleghi, lei tentò il tutto per tutto: in hotel dopocena bussò alla sua porta chiedendogli se avesse un'aspirina o comunque qualcosa per una lieve emicrania. Lo fece, parlandogli con voce roca e calda, compresa in un sospiro seducente: nuda, con addosso solo l'accappatoio. Drappo che per un attimo “accidentalmente” si aprì. Tutto, mentre lo fissava dritto negli occhi.
Testa lievemente inclinata, dito in bocca, a sfidarne la resistenza all'amore un'ultima, disperata, irresistibile volta. A questo punto lui la fece entrare, d'improvviso la prese in braccio di peso e la gettò sul letto. Le aprì completamente l'accappatoio, rapido glielo tolse e la ammirò per un secondo o due. Poi la girò e, senza farla neppure fiatare, allargò le deliziose piccole natiche e inumidì molto con la lingua e la saliva l'area che in quel momento di pura libidine animale più lo attraeva. Con un sol colpo: lento ma inesorabile, inarrestabile le infilò nell’ano il suo enorme e lungo uccello! Tutto dentro in quel donnino delicato! Lei urlò di dolore e lo supplicò di fermarsi, o perlomeno di fare piano. Ma sapeva benissimo che quella era una macchina senza freno. Una locomotiva del sesso che lei stessa aveva lentamente messo in moto
Perciò dovette sottostare, volente o nolente, alla rude inculata per circa mezz'ora, in cui si sorprese a rilassarsi e venire più volte, finché lui non la riempì a dovere. Durante tutta la mezz'ora egli le sussurrava ripetutamente: “era questo che volevi, puttanella, no?” mentre le stropicciava i seni e la baciava sul collo, mordicchiandole le orecchie. Alla fine le disse anche: “domani non potrai sederti e ti farà male, ma ne vorrai ancora, piccola. E io te ne darò, finché non sarai sazia. Adesso lo voglio io, il tuo culo: di continuo” La donna, dolorante ma soddisfatta, a gambe larghe tornò in camera. Dormì a pancia sotto! A volte le occasioni vanno colte e basta, lui pensava. E lei di rimando era sorpresa dell'accaduto, ma non più di tanto, perché alla fine la vita non va mai come te la organizzi, come immagini che dovrebbe andare. Basta solo essere furbi e sapersela godere, quando ti capita l'occasione.
RDA
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Che schifo i ratti, stanno nelle fogne, portano malattie, infettano tutto e se entrano in casa è un incubo
Ma io non riesco a vedere e sopportare un ratto che per paura scappa dappertutto, squittisce di continuo e poi magari viene preso, colpito, che soffre e infine muore e giace lì per terra, mi fa senso, mi dispiace per il ratto
Non è importante che sia il simbolo dello sporco, delle malattie, dell'anti-igiene, una parte di me pensa "povero cucciolo, non meriti soffrire, è tutto okay, devi solo essere riportato nel tuo habitat fuori da casa"
E sì, forse nel profondo vorrei pure accarezzarlo ma per il momento meglio di no👀
È un animale come tutti gli altri, come un gatto, come un cane, come un coniglio, come un criceto
Non deve stare in casa ma non potrei mai fargli del male o addirittura ucciderlo, per me è proprio impossibile
#Avrò in testa il trauma del suo squittio mentre muore per tutta la vita che bello :)#Ratto#Ratti#Topo#Topi#Zibaldone di pensieri#Zdp
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E l’amore guardò il tempo e rise.
Un sorriso lieve come un sospiro,
come l’ironia di un batter di ciglio,
come il sussurro di una verità scontata.
Perché sapeva di non averne bisogno.
Perché sapeva l’infinita potenza del cuore
e la sua poesia e la magia di un universo perfetto,
al di là dei limiti del tempo e dello spazio.
E le ragioni dell’uomo, fragile come un pulcino,
smarrito come un uccello,
cannibale come un animale da preda.
Perché conosceva la tenerezza di una madre,
l’incanto di un bacio, il lampo di un incontro.
Poi finse di morire per un giorno,
nella commedia della vita,
nell’eterno gioco della paura,
nascosto, con il pudore della sofferenza,
con la rabbia della carne,
con il desiderio di una carezza.
Ma era là, beffardo, testardo, vivo.
E rifiorì alla sera,
senza leggi da rispettare,
come un Dio che dispone, sicuro di sé,
bello come la scoperta, profumato come la luna.
Ma poi si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva
e il tempo cercò di prevalere,
nel grigio di un’assenza senza musica, senza colori.
E sbriciolò le ore nell’attesa,
nel tormento per dimenticare il suo viso, la sua verità.
Ma l’amore negato, offeso,
fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
perché la memoria potesse ricordare
e le parole avessero un senso
e i gesti una vita e i fiori un profumo
e la luna una magia.
Perché l’emozione bruciasse il tempo e le delusioni,
perché la danza dei sogni fosse poesia.
Così mentre il tempo moriva, restava l’amore.
Luigi Pirandello
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L’amore non è un’invenzione,
ma un animale uscito dal mio corpo e che al mio corpo tornerà
dopo la fine del mondo.
– E al tempo in cui non esistevo ancora,
sono rimasto nel mio essere ad attendere che si spianasse
la mente per accogliere il sentimento dell’altro,
senza mai chiedergli il perché dell’amore,
perché ci sono domande senza cuore,
e che non hanno senso quando si crea l’esperienza dell’uomo.
Io ho sempre cercato l’amore
e dico l’amore,
non l’idea dell’amore,
ma gli spiriti che si nascondono dietro l’essere
hanno sparpagliato i miei organi
nell’acquitrino dell’inconseguenza carnale
lasciandomi
un furore in tutto il corpo,
un furore fatto di nervi che parlano,
e che danno vita ad un nodo di passione
ancora rudimentale,
benché formato
e aggrovigliato fuori dalla tradizione,
ossia fuori da ogni surrealtà
e dove io risiedo
ancora non definitivo
come sul piano inclinato di un giudizio.
Antonin Artaud, "Cahiers de Rodez"-Frammenti 1945-46.
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sesto chakra Ajna Posizione: Al centro della fronte, tra le sopracciglia Funzione: Intuizione, immaginazione, lungimiranza Colore: Viola o indaco Elemento: Luce Senso: Sesto senso Cristalli e pietre: Ametista, fluorite, labradorite, lapislazzuli, moldavite, opale, sodalite, zaffiro, zircone Mantra: Aum Nota: La Animale: La simbologia non prevede un animale rappresentativo per questo chakra https://www.meditazionezen.it ****************** sixth chakra Ajna Location: In the center of the forehead, between the eyebrows Function: Intuition, imagination, foresight Color: Purple or indigo Element: Light Sense: Sixth sense Crystals and stones: Amethyst, fluorite, labradorite, lapis lazuli, moldavite, opal, sodalite, sapphire, zircon Mantra: Increase Note: La Animal: The symbolism does not include a representative animal for this chakra https://www.meditazionezen.it
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E non è vero che si piangono solo i defunti, si piange anche chi si è perso. Si piange un amore finito, un figlio che ti volta le palle, i fratelli che perdono il senso dell'appartenenza per percorrere nuove strade. Un animale che ti è stato vicino senza nulla in cambio, un amico che ti ha tradito, un genitore che sceglie a chi dare più amore … Si piange per rabbia, per delusione, per non essere stati capiti, per le malattie che ti avvelenano la vita, per quello per cui hai combattuto e dato tanto e non ti è rimasto che un pugno di mosche in mano. Per aver aspettato un treno che non è mai arrivato, per aver ingoiato maltrattamenti e vessazioni, per aver accettato cose che pensavi fossero giuste e invece ti sei sbagliato alla grande. Per essere stati colpiti senza difesa, per aver chiesto e non ricevuto nemmeno una mano, per essere stati abbandonati al proprio destino da chi credevi ne facesse parte. Perché il dolore non è sempre morte, a volte o spesso è vita senza vita.
Dal web
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IL SISTEMA FAMIGLIARE HA SEMPRE RAGIONE?
La famiglia ha sempre ragione?
Partiamo dal principio.
Nella prima parte della vita si vive il karma con le figure autoritarie e qui si nasconde il nostro rapporto con queste figure.
Diciamo che, proprio nel momento in cui dovremmo rimanere sempre più agganciati alla nostra Essenza e al nostro potere personale, noi siamo educati a sganciarcene. Ed ecco che creeremo le dinamiche con le forme di potere.
Il karma più pesante poi è con i genitori, sono loro i principali specchi su cose che ci riguardano e che spesso non riconosciamo.
Mi è capitato spesso di sentire la classica frase: “Io non voglio diventare come mia madre, come mio padre, non sarò mai come loro”.
Eppure…
Quasi sempre si diventa esattamente come loro.
Perché accade?
Attenzione a questo passaggio.
Noi non diventiamo come loro, semplicemente eravamo già come loro.
Loro ci fanno da specchio.
I genitori sono espressione di karma nel senso che sono quello che hai fatto a te stesso e che hai permesso agli altri di fare a te stesso.
Tutto quello che hai sabotato o bloccato ti viene riflesso nel genitore.
Questo perché possiedi tre canali energetici:
Il Lunare: Femminile.
Il Solare: Maschile.
E il Canale della coscienza.
All’interno di questi canali ci sono memorie di esperienze con il femminile e con il maschile.
E, in base alle cose irrisolte nel tuo aspetto femminile o maschile, viene attratto quel tipo di genitore.
Tieni presente che considerando il tuo sesso, il canale energetico opposto sarà quello inconscio.
Perciò se hai bloccato il tuo maschile attrarrai un genitore che ti blocca l’evoluzione del tuo maschile. Se hai bloccato il femminile attrarrai una madre anaffettiva, per esempio.
E questo riverbera in generale anche con tutti i membri della famiglia.
Quindi, a un certo punto, non si tiene tanto conto se è la zia, il papà, la nonna il problema, ma se è un problema energetico di tipo femminile o maschile.
E se non risolvi questi problemi con la famiglia cosa accade?
Semplice, tu ti porti dietro quei nodi irrisolti maschili e femminili tanto da riviverle con le altre relazioni interpersonali in base al sesso della persona.
Un altro quesito fondamentale che mi viene posto è se i genitori ci feriscono per primi oppure nasciamo già con delle ferite.
Bisogna considerare che i genitori possono sì ferirti, ma ti feriscono nelle vecchie ferite che tu hai già inflitto a te stesso con il karma.
Dietro una ferita c’è una memoria karmica.
Ed è come se i genitori fossero stati costretti a riaprire vecchie ferite delle tue vite passate.
Sono come rappresentazioni di archetipi, di energie.
Prova a osservare i tuoi genitori, le loro paure e identificazioni e come le proiettano su di te, come e dove cercano di bloccarti, di boicottarti e dove cercano di aiutarti e di stimolarti, invece.
Sono tutti specchi. Specchi di quello che hai fatto e ancora fai a te stesso da chissà quante “vite”.
Per questo è stata scelta questa famiglia piuttosto che un’altra, per permetterti di evolvere.
Proprio perché rappresenta alcuni lati che puoi, ma soprattutto devi trasformare in questa vita.
Cambia la prospettiva adesso o sbaglio?
La famiglia non puoi vederla come il colpevole di tutti i tuoi problemi, come un ostacolo, come la fine della tua felicità, la potrai solo guardare con compassione, come il terreno migliore per la tua crescita.
Ma la maggior parte delle volte questo non accade.
Si verificano due scenari: O ci si attacca e ci si identifica con la famiglia e i suoi modelli oppure ci si ribella e ci si allontana il più possibile.
Nessuno dei due casi ti permette realmente di evolvere e liberarti.
E adesso vedremo perché.
Non basta tagliare il cordone ombelicale alla nascita
Prima di tutto parliamo del primo lato.
Come abbiamo già accennato, il meccanismo di identificazione e attaccamento al sistema familiare e alle dinamiche di famiglia non permette di risvegliarti alla tua coscienza/individualità.
Osserva un animale, per esempio.
Appena è autonomo per la sua sopravvivenza lui si stacca o viene cacciato dal gruppo.
Questo non accade nell’essere umano da ormai tempo. Possiamo dire che il processo di crescita interiore è rallentato.
Siamo in una situazione di forte identificazione con il sistema familiare.
Non ci si stacca dai genitori e loro non si staccano da noi.
E così non riesci a trovare la tua strada e nemmeno a risvegliare la tua coscienza.
Non trovi chi sei davvero, al di là della tua famiglia.
Che vocazione hai?
Che talenti hai?
Queste cose non hanno niente a che vedere con la tua famiglia biologica.
La famiglia è solo un canale per aiutare l’anima a fare la sua strada.
E intendo la sua strada, non quella del sistema familiare.
Agisce fino a quando il sistema corpo, mente ed emozioni sono abbastanza mature per seguire il progetto dell’anima, il motivo per cui è tornato qui (il suo dharma).
Se non accade questo si genera karma.
Guardando ai nostri tempi, i bambini non vengono educati a cavarsela da soli, a trovare la loro strada nella vita.
Addirittura, troppo spesso, la madre educa il figlio con l’idea che non se ne andrà.
Ecco perché poi è così difficile sganciarsi dall'inconscio familiare.
Ed ecco perché non avendo tagliato il cordone ombelicale, noi riviviamo i nostri drammi familiari. Classico copione che si può osservare nelle convivenze.
“Lo stare insieme in una casa” diventa il luogo di manifestazione dei propri modelli vissuti in famiglia.
Allora le persone mi chiedono se fosse la stessa cosa se si ribellassero?
Purtroppo devo darti una cattiva notizia a riguardo.
Perché no, non cambia niente.
Certe informazioni saranno impresse nel campo cosciente anche se te ne vai.
Scendiamo nel dettaglio.
Comprendi che ribellarsi non è essere se stessi. Punto.
Essere se stessi vuol dire liberi dal karma, essere se stessi in ogni relazione.
Tanti pensano mi ribello a tutti o non coltivo nessuna relazione così sono a posto, posso essere me stesso.
No. Non è proprio così.
Tieni presente che il focus, quando subisci qualcuno, parliamo dei genitori in questo caso, sono loro.
Quando ubbidisci, il focus sono ancora loro.
E quando ti ribelli?
Indovina un po’? Sì, sono ancora loro.
Perché?
Perché semplicemente non sei centrato.
Ancora non sei chi vuoi, non fai ciò che vuoi.
Che tu sia accondiscendente o ribelle non cambia niente, il focus ancora una volta sono loro non tu.
Focus su come loro ti vedono, su come ti giudicano, su come ti trattano.
La tua mente è assorbita in questa ribellione e non è ancora libera di fare la sua strada. E questa non è libertà. Non sei ancora focalizzato su ciò che vuoi realmente, su ciò che è legato alla tua coscienza, ma su ciò che non vuoi, che dipende ancora da loro…
Ecco il vincolo.
Che poi, siamo onesti, quando ci si ribella a tutti i costi, cosa si prova?
Si prova un senso di pace interiore? Serenità e spensieratezza?
O ci si fa consumare da rabbia, cinismo, odio e tanto risentimento?
Cosa c’è di liberatorio in tutto questo?
Poi vedremo perché accade, ma basta già iniziare a comprendere che la ribellione, il fare l’opposto di quello che vogliono gli altri, non è ancora fare quello che si vuole. Non è ancora risveglio.
“E se io me ne vado dalla famiglia? Scappo il più possibile?” È possibile che te lo sia chiesto anche tu.
Per risponderti, considera che la distanza fisica può aiutarti in quel momento, certo, ma, come abbiamo visto prima, il legame esiste ancora.
C’è ancora karma, perché dietro c’è la credenza, i pensieri e quindi anche uno stato che comporta un certo tipo di emozioni.
Non c’è ancora accesso alla tua coscienza, non sei ancora te stesso, ma succube del sistema familiare o di quello sociale.
Piuttosto evidente se ci pensi.
Tu puoi andartene anche in Antartide o rinchiuderti in una grotta da solo, ma qualcuno probabilmente lo incontrerai comunque. E, soprattutto, la mente, i tuoi pensieri, le tue credenze, tu te le porti dietro, la testa non la stacchi dal corpo e la lasci in casa con la tua famiglia di origine. O sbaglio?
Per questo dire “Io non sarò mai come mio padre” o “come mia madre” non è garanzia di successo. Anzi, se non fai un lavoro su te stesso per ripulire il karma, tu diventi esattamente come loro invece.
Se sei nato da loro, hai un karma simile al loro.
Le caratteristiche che ti danno più fastidio di tua madre e di tuo padre, di solito, sono anche le tue. O comunque sono lì per farti vedere qualcosa.
Questo è importante capire.
Perché quando cresci e si moltiplicano le interazioni con le persone, sperimenti il karma di relazione.
E tutto quello che non hai lasciato dalla famiglia te lo ritrovi in queste di relazioni.
Ma come puoi trasformare le cose allora?
Tu trasformi le cose quando lasci andare il passato.
Rimani concentrato perché questo è fondamentale.
Infatti, con “passato” non parlo del ricordo, ma della carica energetica riguardo al passato.
Non basta allontanarsi o aver fatto pace fuori per chiudere i cerchi. I cerchi vanno chiusi interiormente.
È lasciando andare la carica emozionale, che il ricordo non fa più male.
Ripeto: Lasciare andare l’emozione, non tanto il fatto in sé.
Tu non hai chiuso il rapporto, il vincolo, se non hai chiuso bene anche con l’emozione.
Questo è il nocciolo.
Se non lavori sul nodo karmico, su ciò che dovevi vedere e capire in quella relazione, continui a ricreare le stesse dinamiche nelle nuove relazioni. Come un loop indissolubile.
Perché il karma negativo di relazione crea così tanta sofferenza?
Perché non ci lavori. Questo è il negativo.
Se rifiuti di guardare i tuoi problemi e continui a voler cambiare l’altro o a dargli la colpa, non cambierà mai niente.
Tieni presente che noi ci mettiamo un’energia allucinante a proteggere le nostre ferite, facciamo di tutto perché l’altro non tocchi.
Cerchiamo di controllare le persone per tenerle lì nell’angolino.
Cerchiamo di reprimere noi stessi.
E se l’altro fa la stessa cosa? E tranquilli che l’altro fa esattamente la stessa cosa.
Molti miei studenti venivano da me tutti terrorizzati.
“Non riesco più a far pace con il mio ex, voglio chiudere i miei cerchi, ma lui non mi vuole avvicinare, non è disposto a chiarire. Cosa devo fare?”
Non soffermarti a sistemare fuori pensando che questo sistemi dentro.
Ciò che fa la differenza, ciò che ribalta la tua vita è sistemare dentro più che fuori.
Lascia stare il rapporto e la persona in questione, focus nel cuore.
Perché dico questo?
Perché ogni relazione lascia delle impronte energetiche karmiche al tuo interno.
Il problema parte dall’interno verso l’esterno, non il contrario.
Trasforma le tue tracce karmiche e il fuori poi cambierà da solo.
Spesso l’altra persona ti lascia libera e se ne va perché non può più farti da specchio, oppure smette di essere in quel modo lì e cresce anche lei con te.
La tua vita cambia totalmente anche riguardo a chi attrai.
Se ti dovessero arrivare certe persone che non ti stanno bene, tu puoi dirgli semplicemente di no, perché lavorando su te stesso non hai più bisogno di passare per certe esperienze.
Prima ci cadi dentro e non puoi farci niente. Non c’è consapevolezza.
Ma ora sì. Ecco la libertà di dire sì / no. La libertà di scegliere.
Ricevo continuamente domande del tipo: “Cosa devo dire?”
“Come faccio a comunicare meglio i miei bisogni?”
“Come faccio a parlare con un partner che fa muro a ogni mio tentativo di comunicazione?”
Ti rispondo con la verità:
Non è facile comunicare quando c’è di mezzo il karma. Non è affatto facile.
Se in una relazione è importante comunicare i propri bisogni, quando il karma ci fa compagnia, spesso, o non si riesce o magari l’altro non ci ascolta ecc.
La soluzione è partire a lavorare su se stessi.
Perché aspetti che la relazione porti a galla il dolore? Prendi subito in mano la situazione.
Non ha senso scappare senza risolvere.
E non ha senso nemmeno lavorare sulla coppia, sulla famiglia ecc.
Devi lavorare su te stesso, sui tuoi modelli e nodi energetici, karmici.
Non si lavora mai sulla relazione, ma si lavora su ciò che la relazione ti ha fatto vedere di te.
Rifletti che tutto quello che ti circonda è lì per mostrarti qualcosa di tuo.
Per questo è importante vederlo e lavorarci interiormente.
Tagli il cordone ombelicale lavorando sulle ferite, non focalizzandoti su chi te le ha fatte. Continua pure a rimuginare con chi ti ha ferito e non farai altro che rafforzare il vostro legame distruttivo e la ferita stessa.
Roberto Potocniak
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Cosa significa amare secondo te?
L'amore per me è sia gioia che dolore.
L'amore è un bellissimo sentimento, anche se a volte ti fa soffrire.
L'amore è dare tutto se stessi ad un'altra persona e questo dovrebbe essere anche ricambiato, altrimenti non avrebbe senso.
L'amore è mettere il bene di qualcun altro al primo posto, prima del tuo.
Essere completamente se stessi e dare il massimo, insomma io auguro a tutti una volta nella vita di innamorarsi e di essere felici.
L'amore non è provare solo sentimento per una persona, ma anche per la vita , per un animale o per delle cose materiali.
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I cani sono il mistero occidentale del ventunesimo secolo.
Spesso, camminando per strada, mi capita di sentire due o tre persone che parlano tra di loro. Usano aggettivi dolci e affettuosi, e un tono di voce leggermente acuto. Insomma, dai per scontato che stiano parlando a un bambino. Poi, invece, mi giro e noto che c’è solo un cagnolino (su X li chiamiamo, in tono canzonatorio, “canniolini”). Ecco, be’, ogni volta ci rimango malissimo. Non ho figli, e verosimilmente non ne avrò mai poiché questa scelta ho fatto anni addietro, e solo Dio eventualmente potrà farmi cambiare idea. Ma, al contempo, so molto bene quanto fondamentale sia la prosecuzione del genere umano. Quando una ragazza che conosco rimane incinta, sono sempre molto contento per lei. Perché è la vita che prosegue, che si rinnova, che va avanti. Non solo: penso che le nascite andrebbero incentivate in modo anche deciso, con sussidi economici e una cultura appropriata. E che non siamo né saremo mai troppi. C’è spazio per tutti, bisogna solo accettarlo. Ecco, insomma, quando per strada mi capitano scene come quella descritta all’inizio di questo testo, mi piange il cuore per svariati motivi. Innanzitutto per un’idiozia di fondo: rivolgersi a un animale come se fosse un essere umano, non ha senso per definizione. Non può capirti, è solo una bestia, i suoi unici obiettivi nella vita corrispondono ai suoi bisogni primari. Non è che ti ama, è solo che tu gli dai da mangiare e lui lo vede. E ne approfitta di conseguenza come è logico che sia. Ovviamente è molto più facile “crescere” un cagnolino piuttosto che un bambino. Il primo, alla fine, è solo poco più che un giocattolo. E lo si usa anche per “rimorchiare”. Togliete un animale dalla natura, mettendovelo in casa, e vi spacciate pure per animalisti. Private una bestia del suo habitat naturale, credendo di fargli del bene. È sempre quel senso di superiorità morale che vi sentite in dovere di esprimere. Fingervi paladini della difesa di una qualche forma di vita, peraltro accantonando la vostra. Io penso che gli animali vivano alla grande in mezzo ai loro simili, nei boschi o dovunque sia. E mi spiace, ma vedervi trattare questi cani con quelle vocine idiote, mi fa molto ridere. Ma riflettere, anche. Certo, la solitudine è difficile da accettare per tutti. Ma questa è davvero la soluzione? Non vi dico di fare dei figli (non sono nessuno per dirlo!), ma v’invito solamente a non prendere necessariamente parte a questa involuzione intellettiva del ventunesimo secolo. Ci sta, nonostante tutto, affezionarsi a un gatto, un cane, un coniglio o qualunque altro essere vivente, ma non esagerate. Non fatevi vedere, in mezzo alla strada, in quelle condizioni. Dai. Recuperate un po’ di decenza e di dignità, un po’ di contegno, e dedicate le vostre energie in modo corretto al prossimo. “Ma gli animali sono meglio delle persone”. Troppo facile dirlo, troppo facile abbandonarsi a questo funesto pensiero. Molto più gratificante, invece, è scavare. Alla ricerca di quell’umanità rara, un po’ persa, ma preziosissima.
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"Mentre indietreggiava con le gambe e baciava la pelle in più punti, Marco sentiva i capezzoli del seno strisciare leggeri sulle ossa della cassa toracica e sulla pancia. Elisa gli afferrò il membro con una mano e cominciò a leccare con dolcezza la restante parte scoperta. Quando poi prese ad ingoiare completamente il fallo accarezzando con le dita i testicoli, una luce esplose nella mente di Marco e questa spazzó via con suo bagliore quel senso umano che imponeva una parvenza di calma; divenne un animale e regredì quasi ad una bestia. L'afferró per un braccio ed Elisa, complice, si fece ruotare sdraiandosi di schiena. Marco le afferrò le caviglie e sentì le ossa ed i tendini tesi delle gambe della ragazza, si appoggiò gli arti al busto e cominciò a penetrarla con..." "No, no, no e no. Così non va bene, non va affatto bene Mattia..." Mattia non capiva, difatti aveva uno sguardo interrogativo sul volto che non passò inosservato. "Questa è roba da maniaci" disse l'editore. Mattia se ne risentí. "La nostra casa editrice pubblica storie per il grande pubblico, non per arrapati... queste cose sono per un altro mercato" continuò guardandolo brutto. Il ragazzo pensò subito ad Henry Miller e alla trilogia pornografia edita Mondadori. "Tutta questa roba va tagliata! Menomale che il correttore l'ha segnalata... vi immaginate?" Chiese voltandosi verso i presenti nella sala. "Ma anche questa è realtà, il mio romanzo si basa su strutture di scrittura realistica. Le coppie fanno anche questo... è umano, reale e per nulla pornografico" si passava la penna tra le dita come un prestigiatore. "Mi dispiace Marco ma questa parte va tagliata tutta!" "Ma così il personaggio di Marco non..." Va tagliata, punto."
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Amuleto - Roberto Bolano
"...E allora (in un determinato momento di quell’istante che è davvero esistito, non posso certo averlo sognato) il professor López Azcárate aprì la bocca. Aprì la bocca come se gli mancasse l’aria, come se quel corridoio della facoltà di colpo fosse entrato in una dimensione sconosciuta, e disse qualcosa riguardo all’Arte di amare, di Ovidio, qualcosa che colse di sorpresa Bonifaz Ñuño, che sembrò interessare oltremodo Monterroso e che i giovani poeti o studenti non capirono, e neppure io. Poi diventò rosso, come se il senso di soffocamento risultasse francamente insopportabile, e qualche lacrima, non molte, cinque o sei, gli scivolò lungo le guance fino a restare impigliata nei baffi, un paio di baffi neri che cominciavano a imbiancare alle punte e al centro e gli conferivano un’aria che mi era sempre sembrata molto strana, come una zebra o qualcosa del genere, un paio di baffi neri che, comunque, non avrebbero dovuto essere lì, che chiedevano a gran voce un rasoio, un paio di forbici, e facevano sì che se uno avesse guardato in viso López Azcarate per troppo tempo, avrebbe compreso senza il minimo dubbio che si trattava di un’anomalia e che con quell’anomalia sul viso (con quell’anomalia volontaria sul viso) le cose inevitabilmente sarebbero andate a finire male.
Una settimana dopo López Azcarate si impiccò a un albero e la notizia corse per la facoltà veloce come un animale terrorizzato. Una notizia che mi fece diventare piccola piccola quando la ricevetti, battevo i denti e allo stesso tempo ero meravigliata perché la notizia, non c’è dubbio, era brutta, pessima, ma allo stesso tempo era anche fantastica, era come se la realtà ti dicesse all’orecchio: guarda che sono ancora capace di fare grandi cose, sono ancora capace di sorprenderti, stupida, e di sorprendere anche tutti gli altri, guarda che sono ancora capace di muovere cielo e terra per amore..."
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Signori, mi tormentano dei problemi; risolveteli per me. Per esempio volete far perdere all’uomo le sue vecchie abitudini e correggere la sua volontà, in conformità alle esigenze della scienza e del buon senso. Ma come fate a sapere che l’uomo non soltanto possa, ma debba essere trasformato così? Da che cosa evincete che sia così necessario correggere la volontà umana? […] Ammettiamo pure che sia una legge della logica, ma forse non è affatto una legge dell’umanità. Pensate che io sia folle? Permettete di spiegarmi. Ne convengo: l’uomo è un animale essenzialmente creatore, condannato a tendere coscientemente all’obiettivo e a praticare l’arte dell’ingegneria, cioè a tracciare una strada eternamente, non importa verso quale direzione. Ma vuole ogni tanto svicolare via, forse perché è condannato a tracciare quella strada, e anche perché, per quanto stupido sia in generale l’uomo immediato, l’uomo d��azione, gli accade tuttavia di pensare che la strada conduce non importa dove, e che l’essenziale non sia la sua direzione, ma soltanto la sua esistenza; e che un figlio accorto, disdegnando l’arte dell’ingegneria, non si abbandoni a un ozio funesto, il quale, come si sa, è il padre di tutti i vizi. All’uomo piace costruire e tracciare le strade, è indubbio. Ma com’è che gli piace anche appassionatamente la distruzione e il caos? Ditemelo! Ma a tal proposito voglio dire ulteriori due parole anch’io. Se ama tanto la distruzione e il caos (poiché è indubbio che talvolta gli piaccia molto) non sarà perché teme istintivamente di raggiungere il fine e di completare l’edificio che ha cominciato? Che cosa potete saperne? Forse quell’edificio gli piace solo da lontano e non da vicino; forse gli piace soltanto costruirlo e non viverci: e preferisce assegnarlo agli animali domestici, come le formiche, i montoni, e via dicendo
Dostoevskij
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