#sei contenta
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Ma così Davide nella S2 sembra abbia trent'anni lo sapete vero
#??#perché è vestito così#e soprattutto perché abbiamo le foto del set di chioggia e non di up spiegatemi#pil4r come stai#sei contenta#fa freddo#io odio il natag
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no io basta mi faccio monaca di clausura non è possibile
#letteralmente la smetto di parlare con gli uomini punto perché non é possible che ogni volta che penso ah dai 😄#sono contenta mi sto divertendo sto bene. con un uomo a caso improvvisamente diventa una cosa romantica per lui#mi sono sfrangiata i coglioni di sembrare disponibile perché sono simpatica. ma che vuol di' non te la voglio dare anche se mi fai ridere#MA POI vedi poi sei la stronza e poi eh i poveri uomini si sentono soli perché le donne non gli fanno mai complimenti disinteressati#dovete morire tutti in un incendio enorme#a
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been called a penguin by one of my students today e non saprei neanche spiegarvi né come né perché sia successo
#raga being a language teacher is WILD soprattutto con questo pubblico perché da una parte finché parlano tu sei contenta dall'altra ogni#tanto ti dicono di quelle cose che dici. okay non voglio sapere
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୨୧ ㅤ🏺 ⠀⌒ ⠀ esp
(La verdad es que no se como comenzar este texto 😅.)
Estoy muy muy feliz de poder haber llegado a esta cifra de seguidores. Que a tantas personas les guste lo que publico y suelo hacer con mucho cariño me deja super contenta. Cada vez estoy más cerca de mi objetivo que es llegar a los 10k, confío en que podré alcanzar esa cifra pero se que no será fácil.
Al inicio fue un poco difícil y acabe desanimandome varias veces, tuve algunos hiatus simplemente por no tener ganas de hacer nada, pero eso ya pasó y ahora estoy mas motivada que nunca, aunque no creo que pueda volver a la época en la que publicaba 3 vezes al día.
Agradezco muchísimo a las personas que siempre me mostraron apollo, muchos de ellos ya no se encuentran más en esta plataforma o están en hiatus pero sigo a la espera de que vuelvan.
୨୧ ㅤ🏺 ⠀⌒ ⠀ pt
Eu acho que esse texto vai ser completamente diferente do que está em espanhol 😅
Bom, primeiramente quería agradecer a todos que sempre me apoiaram, todas as mensagens de carinho que tenho resevido me deixan extremamente feliz.
No inicio foi um pouco difícil, teve algumas horas nas que pensei em desistir e acabei ficando em hiatus em varios momentos, tudo por falta de motivação, mas agora não pretendo me afastar de novo da plataforma, talvez não possa voltar a época na qual fazia 3 post por día po falta de tempo, mas prometo que irei aparecer aquí todo dia.
Muitíssimo obrigada a todos de verdade, cada vez estou mais perto da minha meta que é chegar nos 10k, sei que não será fácil mas não irei desistir!
(Peço desculpas caso não tenha escrito algo corretamente. Para quem não sabe moro no Brasil más sou estrangeira, minha lingua materna é o espanhol)
୨୧ ㅤ🏺 ⠀⌒ ⠀ eng
I am very very happy to have reached this number of followers. That so many people like what I publish and what I usually do with a lot of love leaves me super happy. I am getting closer to my goal, which is to reach 10k, I am confident that I will be able to reach that number but I know it will not be easy.
At the beginning it was a little difficult and I ended up getting discouraged several times, I had some hiatuses simply because I didn't feel like doing anything, but that's over and now I'm more motivated than ever, although I don't think I can go back to the time when I published 3 times a day.
I am very grateful to the people who always showed me support, many of them are no longer on this platform or are on hiatus but I am still waiting for them to return.
𓏲 ♥︎ special thanks ! And favs: @ya-ttori @markirlse @yu2ki @dollijongs @chilumitos @s-eulg @astroke @galavande @dollienini @v6que @flwzai @fuckici @fairytopea @gigittamic @s-heon @s-telar @im4yeons @kiyeuo @v6mpcat @bunnievr @jkghost @bambicito @taebook @s2bunnys @jjangblog @wiotas @chifuy-u @chnellir @hwchaey @yunjidoll @tookio @i-nabi @umiena @yeritos @blossomook @hechizadas @fleurjns @alfaire @sugarino @i6gyu @mimiszz @eun-luv @rosabie @yoshiks @yoonitos @y-vna @i04rei @y-unjin @japnz @chaey2k & more in the coments!!!!!
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Ti scrivo: “preparati e vieni qui”
Mi devi obbedire. Ricorda sempre che tu sei un semplice strumento di voluttà, per me. Quando ti contatto, qualsiasi cosa tu stia facendo tu trova una scusa e corri a casa mia: siamo vicini di pianerottolo, dopotutto. Perché devi essere sempre pronta per me. E appena arrivi, dovrai disporti subito nella posizione più opportuna, per offrirmi rapidamente qualsiasi parte del corpo io ti chieda per ottenere il mio egoistico piacere.
Se ti ordino di aprirti, tu ti apri: culo o fica. E accetti il mio membro in corpo senza fare un fiato. Se ti comando di succhiare, tu senza protestare apri la bocca e ti ci infili il mio uccello. Slingui, succhi, giochi e poi vai fino in fondo, mi lecchi a lungo palle e asta. Infine da brava troia anziana, avida e golosa di cazzo, mi fai sborrare nella tua gola. Devi ingoiare il mio seme: tutto e senza fiatare. Non scordare mai che dovrai farmi sempre provare il massimo del piacere, da brava schiava.
Non tollererò una tua performance senza passione. Mi devi far capire in ogni momento che mi adori e che decisamente non puoi stare senza il mio cazzo. Devi ringraziarmi se ti do attenzione, se ti elargisco le mie carezze e se ti trovo sufficientemente attraente per i miei gusti di maschio molto schizzinoso. No: non ho tempo di stare a sentire le tue storie di casalinga frustrata e moglie repressa, da anni non più degnata di uno sguardo carico di libidine da parte di un marito spento.
Non voglio sapere dei sacrifici che fai da anni, dei rospi che ti fa ingoiare tua suocera, dei figli difficili da gestire, delle difficoltà economiche. Da te voglio solo sesso. Tanto e coinvolgente. Solo dopo che avrò goduto a sufficienza, potrai aprire quella porta e tornartene a casa tua. Devi essere sempre pronta a toglierti slip e reggiseno con rapidità, quando vieni da me. Vesti comode, mi raccomando: sempre.
Solo queste cose sono importanti. Non mi interessano i tuoi gusti in fatto di arte, musica, cinema o il fatto che tu malgrado tutto sia impegnata socialmente e faccia del bene a molte persone. Tutte cose lodevoli, per carità. Ma di te apprezzo solo i lavori di bocca, il culo, la fica e soprattutto le tue incredibili mammelle un po’ morbide. Che adoro letteralmente: faccio l’amore con te soprattutto per loro! Certo: poi adoro riempirti di sborra e sentire che ti piace prendere il mio cazzo in corpo. Corpo che comunque tu ti lavi, profuma sempre di ragù e spray per i vetri. Ti adoro.
Oh, le tue tette, poi! Mi fanno impazzire, col loro odore, con quel benedetto sapore di casalinga trascurata, perciò vogliosa di membro maschile e le tue areole marrone scuro, grandi e un po’ slabbrate. E i capezzoloni larghi e alti… Mi ricordi madame Mireille, una donna separata di mezz’età da cui avevo affittato una stanza quando ero ragazzo e studiavo a Nantes. Una vecchia puttana francese che dopo tante mie velate proposte, subito diventate dichiarate insistenze verbali e infine dopo aver subito un mio vero e proprio assalto fisico, aveva finalmente ceduto e preso a godere del mio uccello sempre a caccia di fregna, perennemente duro e giovane.
Dopo averlo provato la prima volta, ogni giorno non vedeva l’ora che tornassi a casa. Con lei mi intrattenevo piacevolmente, nelle altrimenti noiose serate invernali. Come iniziò, mi chiedi? Be’, Mireille era una persona pulita, una donna cattolica di sani principi. Integerrima ex segretaria d’azienda in pensione. Molto morigerata: solo casa, spesa e chiesa. Sin dal mio arrivo lei fu molto contenta di avermi attorno: arrotondava così la pensione e aveva finalmente qualcuno di cui prendersi cura e con cui scambiare due chiacchiere. Però io, perfido e sempre affamato di passera, l’avevo fatta immediatamente diventare piena di mille scrupoli.
Arrossiva sempre, quando senza mezzi termini le dicevo che era una bella topa e che mi piaceva veramente tanto. Però, anche se sorridendo e gongolando tra sé mi diceva “smettila scemo”, da quando aveva in casa un giovane impegnato in qualche misura a dedicarle delle attenzioni di natura sessuale, prese comunque a truccarsi e curarsi molto di più. Odorava di pulito e usava un profumo di classe.
La desideravo sempre più, malgrado l’enorme differenza d’età. Un pomeriggio in cui avevo proprio una voglia incredibile di svuotarmi dentro di lei e fuori nevicava da fine del mondo, le andai dietro, le bloccai la vita con un braccio, infilai direttamente la mano sotto la gonna e a seguire un dito nel culo. Era ora che si sbloccasse la situazione, tra noi due. E alle brutte al massimo avrei rimediato uno sberlone. Ero però sicuro che avrebbe ceduto immediatamente.
Sentendo il suo culo improvvisamente violato, si fece rossa come un tizzone e sgranò gli occhi. Come osa questo sbarbatello… che non smetta mai, però: anzi… Per tre secondi rimase paralizzata e indecisa sul comportamento da tenere. Io, cattivissimo, insistevo a fotterla col dito medio infilato nel suo culo fino in fondo. Si decise e optò per godersela.
In quel brevissimo lasso di tempo prese coscienza del fatto che non stava certo ringiovanendo e che un’occasione così unica forse gliela stava inviando il cielo. Un giovane italiano, bello, robusto e desideroso di infilarglielo ovunque. Che per giunta era sempre a disposizione e... bello duro che girava in casa sua!
Poi mi disse che capì che era arrivato il momento che cedesse al suo segreto desiderio del mio corpo di ragazzo e che comunque si vive una volta sola. Quindi sentii chiaramente il suo ano rilassarsi, aprirsi alle mie altre due dita, che lesto le infilai dentro le chiappe insieme al medio per prepararla e vidi i suoi larghi e morbidi fianchi muoversi e ondeggiare, al ritmo delle vampate di un inatteso e dimenticato piacere che stava finalmente provando.
Chiuse gli occhi e si chinò in avanti, appoggiandosi al tavolo da pranzo. Dopo un po’ tolse le mutandine, sollevò la gonna e tornò in posizione allargando le gambe. Inarcando la schiena, sollevò i fianchi, aprì completamente le natiche davanti ai miei occhi e disse solo: “va bene, te lo consento; ti voglio anche io, ragazzo. Sono pronta per te, però per favore fammi il servizio completo. Portami a godere. Saprò ricambiarti, vedrai.”
La inculai con vigore, con spinte potenti e lei godette come non le succedeva da anni. Finalmente, dopo tanta astinenza e triste piacere solitario, lanciava grida soffocate di piacere nel sentire le spinte e i getti potenti di un uomo che le invadevano le viscere. La stantuffavo nel culo e lei assecondava con esperienza. Era veramente una troia insaziabile: ne voleva ancora e ancora. Una vera porca risvegliata dal torpore.
Mi spompò già col culo: allargava l’ano arretrando sul mio inguine di continuo. Poi mi tratteneva dentro stringendo il buco del culo al massimo. Infine, dopo mezz’ora di frizione incessante nel suo ano che mi avevano arrossato il cazzo, volle anche farmi un pompino. Esausto, riuscii a farla calmare solo promettendole che avrei dormito con lei quella stessa notte e anche quando altro avesse voluto.
Da quel momento in casa non me la potetti più scrollare di dosso. Di mattina, prima che andassi all’università, voleva sempre scopare. Era magicamente ringiovanita. Però non mi lamentavo: raddoppiò la razione di cibo giornaliera. Lo faceva per tenermi in ottima forma, carico di energia. Mi disse anche che sperava così di farmi produrre enormi quantità di sborra. Ambrosia d’uomo che prediligeva inghiottire. In massima parte la sorbiva con gran godimento ogni sera dopo cena sotto al tavolo.
Infatti, mentre io ero ancora seduto a mangiare un frutto o il dolce, regolarmente e improvvisamente lei scompariva sotto la tovaglia e prendeva dal mio corpo quello che lei chiamava il suo digestivo preferito. Ecco perché mi piacciono le casalinghe frustrate e mature. No, il fatto che tu abbia sessant’anni suonati non è un ostacolo. Anzi: ti preferisco, perché sai esattamente come far godere un uomo. E apprezzi il sesso. Adesso più che a vent’anni. Lo capisco e lo sento chiaramente in te: perché ti sento vibrare di passione purissima quando ti scopo o t’entro nel culo. Vieni qui e succhiami, ora. Bevi tutto ciò che produrrò per te.
RDA
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nobody compares to you - wonwoo
꒰♡꒱ avisos: wonwoo × you | dilf!wonwoo, age gap (os dois são maiores de idade), wonwoo chama a de boneca, putinha e lindinha, slut shaming (?), traição (você é namorada do filho do wonwoo), pussy spanking, menção à daddy kink, sugestivo, tudo é consentido, não revisado.
꒰♡꒱ notas da autora: ele é tão dilf coded...
"ninguém se compara à você wonwoo..." você manha, tentando conseguir alguma coisa dele.
o jeon apenas se contenta em erguer uma das sobrancelhas e ajeitar o óculos na face.
"não me olha assim, sabe que é verdade... você mesmo disse que ia me arruinar pra todos os caras depois de você, senhor jeon."
"eu disse?" pergunta cínico. "acho que a idade já não está me ajudando muito..." você tenta não agir igual uma pirralha mimada, mas não pode conter o biquinho em seus lábios, mesmo sabendo que wonwoo odeia garotas mimadas.
"uhum, e disse outras coisas também..." você suspira se fazendo de inocente, levanta do pequeno sofá do escritório e se senta no colo do homem. "precisa de ajuda pra se lembrar?"
"refresca minha memória, boneca..." você segura a mão dele e a coloca no meio da sua sainha.
"disse que ia me arruinar pra qualquer um... disse que ia me comer pra sempre porque você nunca achou uma putinha tão boa quanto eu..." wonwoo torce o nariz.
"mas isso foi antes, boneca. foi antes de você decidir abrir as pernas pro meu filho e deixar ele brincar de ser seu namorado, bonequinha... lembra? você tem namorado." você revira os olhos.
"não fode, wonwoo. sabe muito bem o motivo de eu ter começado essa palhaçada..." você soa rude e wonwoo parece não gostar da sua audácia repentina. "e se não lembra, fiz isso pra ficar mais perto de você."
o sorriso zombeteiro de wonwoo faz você querer parar essa merda de discussão e dar pra ele até sua bucetinha arder.
"fez pra ficar mais pertinho de mim, boneca? não precisa mentir, sei que não se contenta com um pau só, agora se faz de coitadinha inocente. acha que tá enganando quem, lindinha?" os dedos pairam sobre onde você mais precisa, a calcinha de renda toda molhada. "você é louca por pica. prontinha pra dar pra qualquer cara mais velho que te deixe chamar ele de– como é, boneca?"
"papai..."
"uhum, isso mesmo, papai..." o indicador toca seu clitóris sob a calcinha. "putinha do caralho." o tapa que você leva na intimidade te causa um susto, te deixando mais chorosinha ainda. "e você nem tenta discordar, né? tá aproveitando que eu tô te dando atenção agora, né boneca?"
você se mexe desconfortável no colo do jeon. "ele não te come não? por isso que você tá com todo esse fogo?" você confirma e ele nega com a cabeça ainda sorrindo um pouco.
"vou te comer só porque tô com peninha de você, viu boneca? no final você só é uma putinha carente, mas pode deixar que eu vou te arruinar de novo, e de novo, até você cansar."
#seventeen smut#wonwoo smut#seventeen headcanons#wonwoo scenarios#seventeen scenarios#seventeen blurbs#wonwoo blurbs
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Oggi: inizio a studiare per l'ultimo esame e mi concedo cosine belle come il tè nero al cioccolato e alle rose preso ieri, l'aver dormito un po' di più perché è da settimane che sto male fisicamente e combatto l'ansia per la vita quindi devo un po' rallentare
Oggi vorrei studiare un paio di capitoli e forse forse allenarmi un attimo? Vediamo
Comunque la magistrale è proprio bella, sono molto contenta, davvero, qui sento di poter riuscire a costruire una vita bella per G e per me
Poi le lezioni sono poco impegnative, i professori più alla mano, ci sono tante possibilità e pochi esami. Poi qui esami da otto crediti hanno lo stesso numero di ore di esami che ne avevano sei nella mia triennale quindi wow
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Bestie che mi ha mandato l'ask ti risponderò prima o poi ma ne ho tantissimi quindi potrebbe volerci del tempo
#qui sei benvenutə io sono molto contenta di condividere i miei hc senza essere insultata#non ti rispondo solo perché li scrivo tutti e poi pubblico#*tantissimi headcanon non tantissimi ask LMAO chi mi caga
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𝐓𝐀𝐋𝐕𝐄𝐙
Talvez eu ainda a ame, Talvez eu tenha gostado do gosto dessa ilusão. Talvez esse sentimento ainda clame E talvez, só talvez eu me entregue á essa paixão.
Talvez ainda escrevo poemas pensando nela, Talvez ainda guarde cada segundo nosso em minha memória. Talvez o mesmo pensamento me persiga: Ela E talvez, só talvez eu queira uma vírgula em nossa história.
Talvez o seu cabelo ainda seja o mais encantador, Talvez ainda me perco em seu olhar. Talvez sua voz ainda me encante com apenas um timbre singelo E talvez, só talvez, o seu sorriso ainda me faz sonhar.
Essas dúvidas ainda me consomem, Talvez nunca ache resposta para esse sentimento. Mas mesmo assim minhas barreiras se corrompem, Voltando novamente para os questionamentos de tormento.
Mas sei que gosto de todas as suas características, Amo inteiramente essa junção. Afundando em um mar de emoções erráticas E aumentando a cada segundo essa paixão.
O sentimento é incerto, As dúvidas são sempre constantes. Mas tento seguir o caminho certo, Tentando não desmoronar a qualquer instante.
Não sei mais como me expressar, É algo difícil de te falar. Quando foi que o "gostar" virou "amar"? Mas um dia vou conseguir te olhar e a mais pura verdade contar.
Mesmo te amando, nossa amizade me contenta. Faço qualquer coisa para te ver bem, Ver seu sorriso sincero já me acalenta, Comigo, sozinha ou com alguém.
— Merj.
#clubepoetico#clubedaleitura#sentimentos#textos#desamor#autoral#projetovelhopoema#love#amor#talvez#poetic#poema#poesia#meusescritos#meustextos#meus escritos#projetoalmaflorida#projetocartel#projetoflorejo#projetoversografando#espalhepoesias#espalhandopoesias#merj
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Ash si appoggiò pesantemente sulla spalla di Misty.
Ti preeeego!
La ragazza fece una smorfia poco contenta, guardando l’amico Ash con quell’espressione disperata, tipica di un bambino capriccioso.
Ash, avevamo fatto un patto…- disse lei per l’ennesima volta, cercando di nascondere l’imbarazzo di avere il suo viso così vicino. Anche dopo anni, quel ragazzo non smetteva di farla sentire come una bambina alla sua prima cotta.
Ok, ok… ma perché proprio uno spettacolo di Rudy?- brontolò lui, comodamente appoggiato sulla spalla di lei, quasi a cercare rifugio in quella stretta intima, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Perché sua sorella ci ha regalato i biglietti.
Ma lo sai che è così noooioso!
Solo perché non ti piace ballare, non vuol dire che il ballo sia noioso.
D’accordo, allora è Rudy a essere noooioso! E borioso!- la guardò con un’espressione tanto tragica da essere buffa- Dai, anche tu alzi gli occhi al cielo quando inizia a parlare di sé.
Misty cercò di rimanere seria, ma pensando alle parole di Ash non poté evitare di farsi sfuggire un sorriso complice.
Hai ragione, a volte Rudy è così… pieno di sé…
Visto?- disse trionfante Ash guardando l’amica che con difficoltà cercava di non ridere.
… Ma ho promesso a sua sorella che ci saremo andati.
Ash fece uno sbuffo indispettito e si staccò dalla spalla di Misty.
Va bene, ma non sorprenderti se dormirò durante tutto lo spettacolo- incrociò le braccia dietro la testa.
Non sarebbe una novità- commentò lei e salì per prima le scale per entrare nel teatro. Ash le fu subito dietro.
I due ragazzi si avvicinarono ai loro posti riservati, quando una ragazzina li notò e andò incontro a loro.
Misty! Sei venuta!- disse la ragazzina raggiante, per poi notare anche il ragazzo dai capelli nero corvino dietro di lei- … E Ash- aggiunse con un tono meno entusiasta.
Te l’avevo promesso- disse gentilmente Misty con un sorriso.
Ti ringrazio, mio fratello sarà felice di sapere che sei… siete qui- si corresse all’ultimo- Godetevi lo spettacolo- li salutò e andò a sedersi da un’altra parte.
Sempre felice di vedermi, eh?- commentò sarcastico Ash, mentre entrambi si sedevano nelle poltroncine vicino al palco.
Ancora con questa storia?- disse Misty stancamente, ignorando che la ragazzina stava guardando da lontano il ragazzo con uno sguardo poco amichevole- Non ha niente contro di te, non hai visto che era contenta di vederti?
Oh sì… era contenta di vedere te… - precisò lui- Immagino di aver rovinato i suoi piani…- borbottò con un susurro che Misty non sentì, perché in quel momento le luci si spensero e il tendone si aprì, facendo entrare gli artisti con un sottofondo di musica.
Misty osservò i ballerini muoversi con grazia sul palco, ma non poté evitare di notare che il ragazzo accanto a lei ridacchiava di nascosto. Lei gli diede una gomitata per farlo smettere. Erano così vicini al palco che avrebbero potuto vederlo.
Ash, ti sentiranno- sussurrò lei indispettita.
Ehi, non è colpa mia se è vestito in quel modo ridicolo- si giustificò lui con voce bassa.
Misty si limitò a sospirare, anche se non poteva dare torto a Ash… Rudy sembrava davvero buffo con quella calzamaglia. Ma non poteva certo ammetterlo davanti a Ash… era stata lei a insistere che ogni tanto dovevano provare dei passatempi più culturali.
Notò però che Ash la stava guardando con un’espressione gongolante.
… cosa?
Stai ridendo.
No, non è vero- si difese lei, cercando nuovamente di sembrare seria. Era dura cercare di essere la persona più matura nel gruppo- Ora fa silenzio.
Come vuoi…- lui si limitò ad alzare le spalle, sussurrando mentre si sistemava nella poltroncina- Quasi invidio Pikachu che è rimasto con Brock.
Misty evitò di commentare per concentrarsi sul balletto. Nel giro di qualche minuto però, avvertì un delicato peso sulla sua spalla. Girò la testa lentamente, e il suo sguardo si scontrò con la dolcezza di Ash che aveva posato la testa sulla sua spalla, cedendo al sonno.
Per un istante sentì un brivido leggero, una sensazione di intimità familiare, che cercò ovviamente di scacciare velocemente.
Ecco, lo sapeva… Ash e il teatro erano due cose incompatibili.
Avrebbe volentieri svegliato Ash con una forte gomitata, ma un mormorio assonnato simile al suo nome uscì dalle sue labbra mentre si sistemava meglio sulla spalla di lei. La mano di lui sfiorò le dita di Misty, quasi intrecciandosi in un legame invisibile.
Un leggero rossore colorò le guance di Misty, ma non era dovuto alle luci del palco.
Ash, beatamente immerso nel sonno, era così vicino a lei che, nonostante la leggera frustrazione, Misty si lasciò andare a un sospiro rassegnato.
Un piccolo sorriso affiorò sulle labbra di Misty e decise di accomodarsi anch’essa vicino ad Ash.
Solo per quella volta avrebbe lasciato correre. In fondo, erano poche le occasioni di stare così vicini senza che sembrasse imbarazzante per entrambi… senza che i sentimenti incasinassero la loro complicata amicizia.
E in quel buio avvolgente del teatro, i loro cuori battevano all'unisono, forgiando un legame che andava oltre le parole.
°*°*°*°*°*°
Ok, dovevo scrivere due righe per accompagnare il disegno, ma io noooo... devo sempre esagerare 🙄
E per chi se lo chiedesse... ho fatto prima il disegno e poi mi sono fatta ispirare per scrivere, non viceversa 😅 Mi viene più difficile disegnare in base alla storia.
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Sto per compiere 30 anni e sono in piena cascata autoimmune con riacutizzazione anche del dolore al piede sinistro del marzo ‘96 e non è nemmeno la cosa peggiore, perché dopotutto mi destreggio egregiamente tra i fuochi delle mie plurime offensive mastocitarie; il problema è sempre il cazzo di confronto coi pari, vederli lamentarsi di autentiche boiate superabili in cinque giorni e in più ricordarsi che pressoché nessuno (professionisti sanitari inclusi) riconosce e dà il giusto peso alle lotte per la sopravvivenza che avvengono dentro al mio stesso organismo. Ma non me ne lagno oltre, perché sono banalmente contenta anche solo di non sentirmi come ieri, in cui ero un cadavere pronto ad avere un mancamento in qualsiasi attimo della giornata. Maledetta necessità di validazione anche a dispetto del fatto che, nel paradosso del caso, sei perfettamente conscio del tuo valore e della mole e della portata delle sciagure che sei in grado di fronteggiare. Non basta sapere questo, non basta mai perché non si vive in un vuoto sociale; soggiungo: ahimè.
#Un brindisi alle ultime tre ore dei miei 29 e del decennio per intero – un decennio veramente atroce#magari ci fossero le terapie: almeno uno sarebbe sì malato e abbandonato da tutti ma non dalle istituzioni e dalla sanità.#che sarebbe il minimo sindacale spettante ai soggetti come noi.
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- Queste scarpe mi uccidono….., dico con una smorfia mentre mi lascio cadere sul divano e ne sfilo una….
Siamo di ritorno dal matrimonio di mia nipote. Ovviamente, come nonna della sposa, sono stata particolarmente attenta a presentarmi elegante e a posto, sapendo che avrei avuto con il resto della famiglia gli occhi addosso degli altri invitati.
Ma forse alla mia età non posso più permettermi di tenere i tacchi alti per tante ore….
- Vu….vuoi che ti aiuti, nonna?
A parlare è mio nipote, l’altro, il maschio, più piccolo di sua sorella la sposa. È lui che mi ha riaccompagnato a casa. Ci siamo divisi in più auto dopo la cerimonia e Marco mi ha fatto da autista. Sotto casa, gli ho detto di salire con me. Sembrava contento.
Adesso, quella frase mi ha un po’ sorpreso. Lo guardo. È arrossito. Però non so che dire, è una offerta così dolce….
Si inginocchia davanti il divano. Sfila una scarpa con delicatezza. Prende il mio piede tra le mani. Comincia a massaggiarlo. Sono ancora più stupita, ma devo ammettere che era proprio ciò che mi ci voleva…..
- A…a…anche l’altra, nonna?
Non rispondo, ma gli porgo il piede. Sfila anche l’altra scarpa. Le sue dita mi massaggiano i piedi. Avvolgono i talloni. Passano delicatamente sotto la pianta. Inarco il piedino. Massaggia, o dovrei dire piuttosto accarezza, le dita.
Mi sfugge un gemito. - Sei bravo….
Il massaggio è ancora più intenso. E me lo godo. Avvolge con le dita la caviglia, pressa nei punti giusti. È tutto intento nel suo lavoro, lo guardo ma tiene il capo chino, non lo solleva nemmeno verso di me.
- Ma dove hai imparato?, dico ridendo.
Mi sembra che inghiotta a vuoto. - V..vu…vuoi che smetta, nonna?
- oh no, assolutamente, rispondo e inarco ancora i piedini.
- Ha…hai dei piedi bellissimi, nonna….
Che dolce complimento. Da mio nipote, ma pur sempre un complimento, e per una vecchia signora….
- Lo pensi davvero o lo dici solo per fare contenta tua nonna?
Che perfida che sei, così lo metti in imbarazzo, il cucciolo.
Ma lui continua, quelle dita, quello sfiorare delicatamente, ora la monta, ora la pianta dei miei piedini, mmm, non riesco a non pensare a quanto siano sensuali quelle carezze. Cosa mi sta succedendo?
- Si, lo p…pp…penso….
-Grazie Marco, quelle scarpe sono eleganti, ma così strette……
Mi sfugge ancora un gemito, quando Marco prende un piede fra le mani e lo porta alle labbra, e le poggia sopra, per un bacio.
O forse sono stata io a spingere il mio piede verso la sua bocca, fino a premerlo sulle sue labbra….
Che importa. Adesso è la pianta, poggiata sul suo viso, che lui bacia. E poi le dita. E poi di nuovo la monta, e la caviglia, risalendo, finché non è la punta della sua lingua che sento attraverso le calze sulla pelle e lui che comincia a leccare piano la gamba….
Potrei fermarlo, certo, allontanarlo, tirare indietro le gambe, sgridarlo…..Invece poggio l’altro piede sulla sua guancia e lo uso per accarezzargli il viso….
- N…no…nonna, hai delle c..ca….calze bellissime, mormora in un sussurro, senza smettere di baciarmi e leccarmi le gambe.
- Davvero ti piacciono le mie calze, amore?, gli dico mettendo una mano sulla sua testa, le dita fra i capelli.
- e….la …riga…., sussurra ancora. Quelle scarpe, con quei piccolissimi pompon, che sapevo avrebbero guidato gli occhi sulla riga delle mie calze….non ho fatto male a metterle, proprio no….
La sua bocca è risalita, mi bacia sulle ginocchia, ora. Si ferma. Solleva finalmente il viso. I nostri occhi finalmente si incrociano.
- s…scu…scusa, nonna. Ho perso la testa…., lo dice strozzato, quasi un singhiozzo.
- Tu solo?, è la mia risposta. Con le dita laccate stringo il suo viso fra le mani. E, dolcemente lo attiro verso il mio grembo. Lo guido a continuare e baciare e leccarmi le calze, mentre allargo le gambe e lo attiro in mezzo alle mie cosce.
Quando le sue labbra arrivano a sfiorare le mutandine di pizzo, emetto un gemito più forte degli altri e un incontrollato riflesso mi fa stringere le cosce sul suo viso. Le sue labbra sentiranno le mutandine bagnate.
Stamattina le ho indossate sopra il reggicalze. Sarà facile farmele sfilare per poi farmelo su questo divano.
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Smettila!
Adesso basta flirtare con gli altri uomini di nascosto, con chiunque ti faccia un complimento! Mi fai sentire umiliato, mi fai dannare. Chiunque vorrebbe saltarti addosso solo a un tuo cenno, non lo capisci? O invece lo capisci sin troppo bene! Maledetta ossessione che sei, per me. Perché sei una femmina lussuriosa dentro: io ti conosco benissimo e mi preoccupo.
Pubblicamente, al lavoro o nelle occasioni ufficiali in società, tu semplicemente interpreti a perfezione una parte: quella della professionista compassata e seria. Sembri quasi una puritana dall’etica impeccabile e dai rapporti interpersonali cortesi ma molto distaccati. Appari formale, fredda e dall’aspetto algido, distante e sembri addirittura un po’ timorosa di eccessive confidenze.
Chi ti osserva professionalmente direbbe che sei una donna sobria, discreta. Ti sanno molto devota, la cattolica praticante che mostra di scandalizzarsi per qualsiasi parola un po’ colorita o espressione appena volgare. Infine, quando siamo in mezzo agli altri, con te non si può neppure accennare a cose di sesso: non si fa, non sta bene. Assumi immediatamente un’espressione inorridita, scandalizzata e cambi subito discorso.
Arrossisci, addirittura. “Un altro po’ di tè?” Che attrice straordinaria e spudorata! Ma a letto con me invece ti scateni. Ti trasformi completamente e potresti assolutamente dare delle lezioni - e che lezioni! - a un’attrice porno. Te lo vieni a cercare, me lo impugni, te ne impadronisci e ci giochi, ti piace. Lo brami, lo succhi e lo lecchi. Con gran gusto e perizia tecnica, te lo ficchi in due secondi tutto in gola.
Sei una vera maestra dell’arte. Mi svuoti letteralmente i testicoli. Hai la perfidia negli occhi, mentre ti fai scopare. Mi vuoi, desideri il cazzo più di ogni cosa. Sei una porca magistrale, laureata cum laude. Potresti battere in strada, per la perizia con cui maneggi il cazzo e ne tiri fuori tanta sborra. E ti piace assaporarla, giocarci. Troia schifosa e sporchissima.
Sei tu quella che conduce i giochi. Vuoi che ti sbatta il cazzo sul viso più volte, a umiliarti. E devo farlo chiamandoti troia e puttana. Si: sei inequivocabilmente una grandissima porca. Quanto mi piace, questo tuo lato! Sul letto, mi ti apri davanti all’improvviso, ti fai vedere da me ovunque, sul corpo: senza alcun pudore e socchiudendo gli occhi gemi contenta.
Il tuo culo, la tua passera e la tua bocca parlano chiaro e dicono soltanto: “penetrami, fammi godere.” Ti piace da impazzire essere osservata, desiderata, toccata, violata. Con prepotenza ti piace ancora di più. Sei assatanata di sesso: in casa vuoi il mio cazzo sempre e ovunque: in ogni momento, quando siamo soli. Mi vuoi a qualsiasi ora del giorno, se siamo a casa.
Vuoi che il tuo seno sia adorato e subito dopo leccato, assaggiato, strizzato, odorato, massaggiato. Cerchi di continuo l’uccello. Ne esigi tantissimo. Ami il lusso e gli agi. Ti approfitti della tua bellezza mozzafiato, perché sai che farei di tutto per te, per farti star bene, comoda e viziata.
Gli anglosassoni direbbero che sei una “high maintenance woman.” Entrando in camera da letto, come percepisco il tuo sguardo carico di libidine maliziosa, se ti vedo mezza nuda già capisco cosa ti passa per la mente. Non ti resisto e mi precipito su di te.
Compiaciuta di essere una femmina bellissima, sensuale e in missione segreta per conto del Dio Eros, mi sussurri all’orecchio dov’è che lo vuoi, dove e come desideri essere adorata, baciata e leccata. A lungo. Mi spompi, ne vuoi sempre di più. Sono pazzo di gelosia, per te: mi piaci da morire, mi sei entrata nel sangue. Ti voglio di continuo.
Che tu sia dannata, donna: non flirtare, non guardare, non rispondere, non dare confidenza, non sorridere. Capisco che è impossibile, ma fammetelo almeno dire. Sii solo mia, non tradirmi. Mi tradisci? Non ti basto? Dimmelo sinceramente, sgualdrina: tu sei la mia croce e delizia. E non ridere, troia. Senza il tuo profumo in giro per casa io morirei. Ama me e nessun altro. Perché io voglio te e basta.
Sei una mia vera e propria fissazione. Porto sempre in tasca con me un tuo paio di slip sporchi. Sono schiavo del tuo odore intimo. Adesso tu starai zitta e sopporterai queste sberle. Voglio vedere il tuo bel culo bianco latteo diventare rosso fuoco. E sentirti implorare pietà, piangere di dolore. Dovrai pur espiare, per tutta la gelosia che mi provochi.
Devo pur controllarti, in qualche modo, contenere la carica erotica che spandi attorno a te con non so quanta incoscienza e nonchalance. Sopporta, fallo perché mi ami. E perché... oh, per la miseria: che vera troia sei! Ti vedo che sorridi di nascosto e sembri soddisfatta, mentre ti mordi le labbra e fai finta di sentirti umiliata, ferita nell’onore, arrabbiata.
Maledetta: ti piace, essere sculacciata allora, eh? Dio: mi farai impazzire. Sei la mia dolcissima e assolutamente perfida puttana. Dai: ora usa la tua bocca nel modo che sai. Perché ti piace un sacco usarla così e sei capace di compiere veri e propri capolavori di acrobazia, con la tua lingua. Che spero tu usi solo con me. Dai, sbrigati. Succhia forte, puttana e fammiti sborrare dentro. Perché mi urgi e io ti amo troppo.
RDA
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VIDA
Este es el sexto partido en casa del Barcelona femenino al que voy con mi hija de 5 años. En los otros partidos no hemos tenido la oportunidad de que Lexa conociese o que le firmarán la camiseta alguna jugadora del Barça porque o las jugadoras no pasaban por donde estabamos o porque los aficionados que habian no nos dejaban pasar y pegaban empujones y demás.
Ahora acaba de terminar un partido de Liga contra la Real Sociedad donde el Barça ganó 3-0.
-Mami, venga vamos que se está acercando Mapi- Dice Lexa agarrándome la mano y tirando de mi para acercarse a la barandilla donde ya había un montón de gente
En un momento conseguí colar a mi hija pero yo no pude pasar con ella por lo que me quedé detrás.
-Mapi, Mapii- Llama mi hija cuando llega pero esta incómoda ya que la gente de al lado le están dando golpes. Le van a salir muchos moratones dentro de pocos minutos.
-Oye oye- Dice Mapi- ¿No veis que hay una niña aquí? ¿Podéis no empujarla?- Se acerca a mi hija sin prestarle más atención a la gente que empujaba y gritaba.
-Hola Mapi- Dice mi hija sonriendo mostrando el diente incisivo que le faltaba arriba.
-Hola pequeña, ¿cómo te llamas?- Dice mirándola.
-Lexa
-Vaya, es un nombre muy bonito pequeña. ¿Dónde está tu mami?
-Ahí- Se gira un poco y me señala. Al haberse calmado la gente pude acercarme hasta quedar detrás de ella por completo.
-Soy yo, me llamo t/n- Doy un pequeña sonrisa
-Encantada- Me estrecha la mano.
-Igualmente.
-Dime Lexa, ¿quieres una foto?- Pregunta Mapi
-Siiii porfa- Chilla contenta y sonrío sin poder evitarlo.
Es todo lo único que quiero, que sea feliz.
-Y que me firmes está camiseta del Barça- Añade- He venido a otros partidos pero la gente no me dejaba acercarme porque soy muy pequeña- Se encoge de hombros
Veo que Mapi cierra por un momento los ojos y se aclara la garganta antes de contestarle.
-¿Sabes que, pequeña? Tengo una idea mejor
-¿Cuál?- Dice emocionada.
-Hay que pedirle permiso a tu mami, pero... ¿qué te parece bajar al campo?- Le suelta y Lexa suelta un gritito girandose a verme con la boca abierta.
-Mamiiiiii porfiiii
-Esta bien- Levanto las manos
-¿Crees que puedes saltar esto?- Me pregunta y asiento. Le paso a Lexa a la cual carga sin dejarla en el suelo y luego salto yo.
Ellas toman la delantera hasta encontrarse a Alexia Putellas
Antes se gira para mirarme aún encima de Mapi con cara de pánico.
-Es Alexia, mami- Me gesticula con los labios para que nadie se entere y me río de ella.
-Mira Ale, hay alguien que quiere conocernos.
-Hola- Sonrie- Soy Alexia- Le tiende la mano y la pequeña se la estrecha gustosa
-Yo soy Lexa- Dice un poco t��mida. Supongo que es el efecto Putellas ya que yo también estaba tímidamente escondida detrás del cuerpo de Mapi.
-Nombre de toda una campeona. ¿Cuantos años tienes?
-Cinco, casi seis ya
-Vayaaa, te estas haciendo mayor eeh, campeona.
-Mami piensa que no, que soy su bebé todavía- Se encoge de hombros.
-¿Quieres que te diga un secreto?- Asiente entusiasmada- Mi mamá todavía piensa eso de mi- Le susurra al oído haciendo reír a Lexa.
-Pero si tu ya estás grandeee- Le devuelve el susurro.
-Para las mamás nunca estamos grandes- En ese momento conectamos miradas por primera vez y me da una sonrisa tímida.
-¿Me firmas la camiseta, Alexia?- Pregunta mi hija tímida
-Claro que si, campeona- Se la firma y se hacen una foto hecha por mi. Mapi le dio a Lexa haciendo que Alexia la cargara y ambas sonrieran.
-Gracias Alexia- Le da un beso en la mejilla y ambas se quedan sorprendidas
-De nada, campeona. Mira ahí están Patri y Clau seguro que te gustan mucho- Mapi la vuelve a cargar y va para allá y yo dudo si ir o no
-Soy Alexia, encantada- Me tiende la mano como hizo con Lex y la estrecho
-Yo soy T/n, dudo mucho que la gente no sepa tu nombre- Bromeo un poco quitarme la timidez.
-Ya bueno, me gusta presentarme cuando conozco a alguien- Me sonrie- ¿Hace mucho que venis a los partidos?
-Pues este es el sexto al que venimos en Barcelona. Siempre vemos vuestro a partidos en el hospital pero llegó un momento en el que Lexa me dijo que quería venir y acepté pero sólo a los partidos del Johan.
-Oh vaya, me alegro mucho de que podáis venir y apoyarnos en casa-Hace una pausa y se me queda mirando- Se que puede ser entrometido y si quieres no me contestes... pero... ¿Qué tiene Lexa?- Pregunta suavemente.
-No te preocupes... Es normal tu curiosidad, raro que no me haya preguntado Mapi. Tiene leucemia desde que tiene 2 meses. Estamos haciendo tratamiento y sesiones de quimio y vivimos en el hospital prácticamente.
-Oh vaya, joder- Se queda sin palabras- Lexa es una niña muy fuerte, ambas sois muy fuertes.
-Bueno, no puedo desmoronarme cuando es lo único que ella tiene, no?- Digo sonriendo triste
-Oye, se que nos acabamos de conocer y que puede sonar muy cliché pero no estáis solas, ya no T/n. Me tenéis a mi y estoy segura de que también tenéis a todo el equipo al completo.
-Gracias de verdad, pero no tenéis que molestaros...
-No sois una molestia, ¿vale?- Dice muy segura y me pone una mano en el hombro apretandome con ternura.
-Vale- Me limpio dos lágrimas que se me han caído.
-Y el padre?- Pregunta suavemente.
-Él cuando se enteró de que estaba embarazada no quiso saber nada.
-Que capullo, él se lo pierde- Declara y me abraza de costado poniéndonos a caminar hacia donde esta mi hija rodeada de literalmente todo el equipo.
-¿Cuántos años tienes?- Me pregunta antes de llegar.
-22
-Vaya, la tuviste muy joven.
-Si, con 17- Contesto.
Después de eso llegamos al grupo y todos nos pusimos a hablar y a conocernos. Mi hija esta encantada con la atención que estaba recibiendo de parte de todas las jugadoras.
-T/n, está sangrando- Dice Alexia preocupada ya que ella era la que la tenía en brazos en ese momento.
Cuando la escucho dejo la conversación con Patri, Mapi, Ingrid y Claudia.
-A ver, cariño- Me acerco a ellas dos y hago presión con mis dedos en el tabique nasal haciendo presión. - Pon la cabeza hacia delante, mi amor.
En ese momento la charla amena y divertida que había en el campo desapareció y se convirtió en un silencio total. Todas pendientes de mi hija, mirando con preocupación y lastima la mayoría.
-Creo que es hora de volver, mi amor. Demasiadas emociones por hoy... - Le digo mirandola y ella intenta negar con la cabeza.
-No quiero irme mami, me lo estoy pasando bien aquí...
-Y yo también, mi amor, pero necesitas descansar. Además, estoy segura de que Carla te esta esperando para que le cuentes como ha ido el partido de las chicas- Intento convencerla pero sigue sin estar muy convencida.
-Además... Creo que mañana hay sitio para un personita muy especial en el entrenamiento de su equipo preferido- Intenta convencerla esta vez Alexia y todas la respaldan.- Claro, si mamá quiere.
-Siii porfiiii - Chilla la niña y quito mis dedos al ver que ya no sangra más.
-Mmmmmh, me parece bien... Si también hay sitio para mi, claro
-Creo que no eh, estamos al completo- Dice Claudia sonriendo
-Vaya pena- Me hago la triste.
-Siempre podemos echar a Ale para que entres tú- Me guiña un ojo Mapi
-Eso me parece perfecto
Veo como Alexia se indigna y sonrio.
-Vamos, cariño- Le ofrezco los brazos para que se venga conmigo pero veo como se agarra más fuerte del cuello de Alexia pero frotándose los ojos en señal de sueño.
-¿Cómo habéis venido?
-Andando
-¿Queréis que os lleve? Lex está cansada y no creo que camine mucho más.
Me la queda mirando por un momento. Lexa no va a andar más y yo no puedo cargar con ella hasta el hospital
-No quiero molestar. Seguro que estás cansada y quieres llegar pronto a casa...- Me mira mal
-¿Qué te he dicho antes? No sois ninguna molestia- Empieza a andar a lo que supongo que es la salida.
-Encantada de conoceros chicas- Digo porque me voy a tener que ir detrás de Alexia.
-¿No estas sola vale? Nos tienes a nosotras ahora- Dice Irene
-Y aunque te quieras despegar de nosotras no vas a poder- Dice Leila abrazándome de lado.
-Gracias chicas, de verdad- Digo emocionada y Mapi me abraza
-No es nada, hasta mañana
Me despido de todas y voy donde Alexia me espera con una Lexa dormida en su cuello.
Caminamos y nos montamos en su coche en silencio hasta que llegamos al hospital.
-¿Quieres que te ayude a llevarla a la habitación?
-Si quieres- Le doy una sonrisa de medio lado y Alexia carga a la niña hasta la habitación donde la deja suavemente en la cama.
-Ale- Susurra Lexa despertandose un poco.
-¿Qué pasa, campeona?
-Gracias por el día de hoy- Dice y se vuelve a quedar dormida.
-Gracias a ti, campeona- Le susurra y le da un beso en su pelada cabeza.
Salimos de la habitación para no despertar a Lex.
-Nos tengo palabras para agradecerte todo lo que habéis hecho, has hecho hoy por ella. Ella es una niña feliz a pesar de que sabe todo lo que le pasa pero nunca la he visto tan feliz como hoy.
-No tienes nada que agradecer. A partir de hoy será así ¿vale? No vas a tener por que preocuparte ni llorar sola nunca más. Estoy aquí contigo... Con vosotras y las chicas también- Dice y los ojos se me cristalizan.
-Puedo... Puedo darte un- No me deja terminar cuando me envuelve con sus fuertes brazos.
Me hace sentir protegida, apoyada y escuchada por primera vez en mucho tiempo.
Antes de separarnos me da un beso en la cabeza.
-Dame tu número- Se lo doy- Si necesitas algo llamame o si quieres hablar escríbeme...
-Vale, pasame luego la hora para ir al entreno.
-Vendré a buscaros- Dice
-¿Qué? No hace falta, podemos ir andando.
-Mañana estoy aquí, buenas noches, preciosa.
-Buenas noches, Alexia.
Nos despedimos y con una última mirada se va dejándome con el corazón a 1000 y con una pequeña estúpida sonrisa mirando por donde se ha ido hace minutos.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Pasaron los meses y la relación con las chicas era genial, las consideraba familia y Lexa también. Eran sus tias.
Sin embargo con Alexia era todo diferente. Alexia todos los días estaba ahí para nosotras, iba al hospital y se quedaba con nosotras para por la noche leerle un cuento para dormir a Lexa, jugaba con ella y con el resto de niños que había en planta. Lexa estaba super orgullosa de tener a Alexia como amiga y así se lo mostraba a los otros niños.
Cuidaba de mi. Me mandaba a casa para que pudiera descansar correctamente, para que me duchara o comiera bien mientras ella se hacía cargo de Lex, nos poniamos a hablar o a ver películas demasiado cerca como para 2 simples "amigas".
Ya nos habíamos besado unas cuantas veces y habíamos tenido "citas" a solas pero sin llamarlo así. Nos lo tomábamos con calma. Quería que se pensara muy bien si quería estar conmigo a pesar de tener una hija y encima enferma.
Alexia nunca se había hechado para atrás y tomaba roles que no le pertenecían pero que los hacía encantada y desde el corazón y eso me enamoraba mucho más.
-Mira mamii, Ale nos está saludando- Dice mi hija sacándome de mis pensamientos levantando la mano y saludando emocionada.
Yo también le saludo y nos da un sonrisa encantadora.
Estábamos sentadas en la grada familiar del Camp Nou esperando a que comenzara un Barça-Madrid tan esperado de la Champions.
El partido empezó y yo nunca he sido una loca aficionada al fútbol pero desde que tengo que verlo con mi hija puede que me haya aficionado un poco al Barça y lo estábamos viviendo como nunca.
El marcador de la ida iba 2-1 a favor del Barça un partido que jugaron en Madrid pero al que no fuimos por más que me insistió mi hija.
Las chicas iban con 1 gol de ventaja pero la intensidad y la rivalidad hacía que fuera difícil mantener esa diferencia. Habían faltas por doquier, empujones, palabras susurradas para encender al contrario... Y se notaba. Me asombrada la rivalidad que podían tener en un clásico pero luego en la selección todas eran amigas y se llevaban estupendamente.
El medio tiempo llegó y todas estaban enfadadas podía verlo pero la que más era Alexia, las madridistas iba a por ella sin darle pausa y sin dejarla en su salsa haciéndole constantes faltas sobre todo en el tobillo para que no pudiera ocasionar el gol o el pase al gol.
-Mami- Me llama mi hija
-Dime, cariño
-Le están haciendo daño a Ale- Dice con el ceño fruncido.- No me gusta eso
-Ya cariño, si no la dejan jugar tienen más posibilidades de que no les metan gol.
-Ale va a meter gol- Dice confiada
-Seguro que si. Esperemos que no le hagan mucho más daño- Le doy un beso en la cabeza.
El partido se reanuda y siguen comentiendole falta a la mayoría pero a la que más a Alexia. En una ocasión pitaron una falta a favor del Barça por una entrada fea que le hizo Olga a Alexia.
-Si tira Ale la mete, mami- Dice confiada Lex.
-Pero es un poco difícil- Digo al ver el ángulo y la barrera.
-Nada es difícil para ella, mami
Y mi hija y Alexia me callan la boca. Tiró la falta por encima de la barrera a la esquina haciendo que Misa no pueda tocarla.
-Goooooooooooool- Grita Lex y ambas nos levantamos a celebrar- Te lo dijeee mamiiiiii
Cuando las chicas la dejan en paz Alexia se gira hacia nosotras besándose la muñeca derecha donde tiene una pulsera. Es un método de celebración que nos dedicaba desde que Lexa le regaló una pulsera hecha por nosotras dos
-La ha besado, mami.
Aunque Alexia siempre lo hacía aún cuando no estábamos en el partido y se lo hacía a la cámara porque sabe que la estaríamos mirándola desde el hospital mi hija siempre se emocionaba y para que esconderme, a mi también me emocionaba.
El partido terminó al final 4-1 con un gol de Pina, Aitana y Patri y del Madrid hecho por Ester.
Antes de que me pudiera dar cuenta y frenarla Lexa se escabulló de los dos guardias que habían al lado y consiguió meterse al campo con estos dos corriendo detrás de ella.
Yo negué enfadada pero al ver cómo Alexia dejó lo que estaba haciendo cuando vio a Lex correr a ella y se agachó para cogerla y abrazarla se me quitó rápido. Era imposible enfadarme con esa imagen clavada en tus ojos y memoria.
Vi como los guardias estaban hablando con ella cuando se levantó con Lex en brazos y supongo que estaban disculpándose pero después de dos palabras más vinieron hacia donde estaba.
-La señorita Putellas nos a dicho que puede entrar al campo.
-Ahora iré- Asientieron y se marcharon a otro lugar.
Yo hora mismo no quiera interrumpir en la celebración que estaba teniendo todo el equipo junto a Lexa. Alexia estaba en ese momento sosteniendo un tambor de un aficionado mientras Lex estaba dándole con la baqueta siendo grabadas en todo momento por la de redes sociales del Barça. Después les pediré el video y las fotos.
Cuando Lex se cansó le pasaron el tambor a Aitana y mi hija vio otra cosa que quería. Una bandera que estaba Leila ondeando. Supongo que se lo dijo a Ale porque ambas fueron y Leila se la dio pero obviamente sola no podía hacerlo y Alexia la ayudó a hacerlo mientras los aficionados cantaban el himno culé.
Una vez se acercaban para ir al vestuario, baje. Felicitaba a todas las chicas que me encontraba hasta llegar a dos personas en específico.
-Enhorabuena Ale- Le digo y le doy un beso en la mejilla para después darle otro a Lex que estaba acurrucada en el cuello de la mayor.
-Gracias preciosa.
-¿Sabes, Ale? Mami dijo que no creía que ibas a meter el gol de falta.
-¿Ah si? - Dice indignada
-¿Qué? Lo veía muy difícil- Me excuso- Pero siempre me sorprendes.
Recibo una sonrisa a cambio y yo también le sonrio pero se me quita enseguida cuando veo que a Lex le sale sangre por la nariz.
Saco rápido un pañuelo y presiono.
-Voy a cambiarme rápido- Me da a la niña- Dos minutos y vuelvo- Promete y se va corriendo.
-Mami, me siento mal y estoy cansada.
-¿Porque no me lo has dicho antes? - La regaño levemente.
-Me lo estaba pasando bien y no queria que os preocuparais por mi.
-Siempre nos vamos a preocupar por ti- Dice Alexia apareciendo con las llaves del coche en la mano.- Andando, reinas.
-Me siento mal, mami- Me susurra y de inmediato miro preocupada a Alexia que también lo ha escuchado.
Lexa no diría eso si realmente no se sintiera mal, muy mal. Es muy callada con esas cosas
Una vez nos sentamos en el coche veo como Lexa empieza a desenfocar la mirada y después comienza a convulsionar.
-Alexia, date prisa por favor- Digo nerviosa intentando que mientras convulsiona no se haga daño.
Al llegar al hospital sigue igual y entro con la niña así en brazos de Alexia.
-Marta, Marta- Llamo a la enfermera que esta ahí de guardia y al verme junto con un médico se la llevan mientras nos sentamos en la sala de espera.
-Todo estará bien, cariño- Me dice Alexia abrazándome.
-¿Porque le tiene que pasar esto a ella?- Pregunto al aire con la voz temblorosa
-Porque en la vida hay dos tipos de personas. Las que luchan contra viento y marea contra los obstáculos que se le ponen en el camino y los que conforman y no hacen nada y vosotras, cariño, sois las personas más fuerte que he visto nunca. Vais a salir de está, vamos a salir de esta juntas cueste lo que cueste. - Me da un beso en la frente.
-Gracias por estar aqui- Le agradezco y me acurruco más contra su cuerpo
-Sois mi lugar, no pienso estar en ningún otro sitio que no sea con vosotras.
POV ALEXIA
Estuvimos varias horas en la misma posición esperando a que el doctor que siempre a llevado a Lexa apareciera con noticias. Cuando por fin apareció ambas nos levantamos rápido pero yo me quedé un paso detrás de T/n.
-¿Cómo está, Miguel?- Pregunta T/n
-Ahora está bien. Le hemos hecho una serie de pruebas y lamento decirte t/n que Lexa no a reaccionado a está quimioterapia lo suficiente.
En ese momento el corazón se me detiene y no me puedo imaginar como se está sintiendo ahora mismo T/n
La abrazo dandole apoyo y al ver que T/n no reacciona tomo el control.
-¿Qué se va a hacer ahora doctor?
-Pues veréis, al ver que la quimioterapia sola no basta podemos hacer un trasplante de células madres junto con quimio y con esto estoy un 90% seguro de que podremos curarla.
-¿De que trata ese trasplante?-Pregunto.
-Primero de todo tenemos que hacer unas pruebas para que el donante sea compatible, cuando nos aseguramos el donante se somete a una anestesia general o una epidural para que no sienta dolor alguno. Una vez hecho esto con una jeringuilla pinchamos en la cadera donde se encuentran las células madres y extraemos algunas.- Explicar el Doctor García.
-¿Lexa va a sentir dolor con el trasplante?
-No, para nada señorita Putellas. A ella solamente se lo pondremos en la vía para que le vaya a la sangre y que la sangre la transporte a su zona.
T/n parece que vuelve a reaccionar y iba a hablar pero me adelanto.
-Hazme esas pruebas para ver si soy compatible.
-¿Qué? No no Alexia- Se niega T/n
-¿Porqué?
-Alexia eres una jugadora de fútbol, no quiero perjudicar tu carrera ni nada de eso- Dice preocupada
-El doctor lo a hecho parecer una cosa bastante sencilla, ¿verdad, doctor?
-Si, es bastante sencillo en si. Solo te tendrías que quedar un día aquí y podrías seguir jugando obviamente.
-No tienes porque hacer esto
-Ya se que no tengo porque hacerlo- Le agarro can las manos la cara para mirarnos- Quiero hacerlo, deseo hacerlo cariño.
Nos quedamos unos instantes simplemente mirándonos hasta que me besa suavemente.
-De acuerdo-Acepta y mira al doctor.
Me voy a hacer los estudios con el doctor y me dice que si soy compatible con Lexa. Estoy por abrir la puerta de la habitación pero una conversación dentro me detiene.
-¿Que pasa, cariño? Estas muy callada mirándome fijamente-Dice T/n
-¿Ale puede ser mi mami?- Suelta después de estar unos minutos más callada
-¿Qué?
-Digo mi otra mami. Los otros niños tienen un papi y una mami y otros que tienen dos papis o dos mamis. Yo quiero que Ale sea mi otra mami.
En ese momento mi corazón bombea de una manera que ni corriendo 4 horas lo hace.
-¿Porqué quieres eso, cariño?- Pregunta y noto que tiene la voz un poco rota.
-Porque Ale siempre se a preocupado por mi, me quiere, me hace reír, juega conmigo y tu eres feliz cuando estas con ella.
Me limpio una lágrima que no sabía que se me había caído.
-Soy feliz contigo, mi amor- Asegura t/n
-Ya lo sé, mami, pero eres mucho más feliz cuando ella está con nosotras y yo quiero que seas feliz
-Mi amor...
Me encantaría formar una familia con ellas y que Lexa diga esas cosas hace que mi corazón se derrita de ternura y amor por ellas.
Antes de entrar a la habitación me aclaro la garganta y toco a la puerta para que parezca que acabo de llegar.
Al entrar me encuentro con madre d hija abrazándose fuerte.
-¿Hay sitio para una más?- Pregunto con un puchero
Ambas abren un brazo para que me una y así lo hago encantada.
-¿Mami, me puedes traer un zumo?- Dice Lex después de estar un rato abrazándonos.
-¿Con un sandwich?
-Siii, de nutella porfa- Hace un puchero y yo hago otro.
-Yo también quierooo porfaa- T/n sale con una sonrisa de la habitación.
Cuando se Lexa se me queda mirando y se que me quiere decir algo
-¿Qué quieres, campeona?
-¿Puedes prometerme una cosa?
-¿El que?
-Se que el bicho que tengo dentro no funciona con la medicación y mami me a dicho que tu vas a ayudarme a matar al bicho.
Hace una pausa y yo le aliento a continuar.
-Pero si no sale bien quiero que me prometas que no dejaras sola a mami. Tu y las tias la hacéis muy feliz, se rie y sonrie mucho y yo no recuerdo que antes lo hiciera. Asi que quiero que siga así aunque yo no esté.
Frunzo el ceño y niego con la cabeza.
-Eso no pasará, campeona. Tú no te vas a ir a ninguna parte y haremos a mami siempre feliz, convenceremos a mami cuando el bicho se muera de apuntarte a fútbol, molestaremos a mi haciéndole cosquillas, estudiaras lo que quieras y cuando te vayas de casa para hacer tu vida lloraremos mucho- Le aseguro.
-No me iré de casa, Ale. No quiero que lloreis- Dice
-Eso dices ahora, campeona, cuando seas mayor no dirás lo mismo- Suelto una risita y me tumbo con ella en la cama.
-Ya soy grande- Dice segura apoyándose en mi pecho.
-Tienes razón, pero tienes que ser muuuucho más grande- Le contesto y se queda tranquila con la respuesta.
La vuelva de Alexia ha hecho que vuelva la inspiración y había terminado esta historia de una manera pero al final he decidido dejarla así porque si os gusta subiré una continuación
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Bueno, solo a mí se me ocurriría volver a Tumblr 10 años después.
Actualizando un poco el turno de mañana: tengo el horario de sueño distorsionado y me ha costado mucho madrugar. Mi plan es empezar a despertarme a las seis de la mañana.
Me he tenido que tomar un café porque me estoy quedando dormida, pero estoy bastante contenta. Espero que el turno de tarde me vaya mejor. Estoy obsesionada con Mistki que me está acompañando en este viaje de la oposición.
¡Que tengáis buen día!
Aura
#studyspo#student#study blog#study with me#study motivation#studyblr community#studying#study inspiration#opositora#oposiciones
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vogliamo parlare di quello che è successo a DomenicaIn? una cosa disgustosa.
allora intanto parliamo della pochissima professionalità, perché c'erano artisti che hanno aspettato lì ore a vedere siparietti a dir poco imbarazzanti e se ne sono dovuti andare senza essersi esibiti perché "era finito il tempo". tempo che hanno trovato per parlare dieci minuti dei capelli di una, altri per sessua4lizzare un altro e altri ancora per leggere un comunicato raccapricciante.
comunicato che si sono affrettati a scrivere perché due artisti hanno osato dire cose assurde come "basta ammazzare bambini e gente innocente". parole di una gravità assurda, a quanto pare. ma, ehi, l'ambasciatore di isnotreal si è sentito punto sul vivo e minacciato, quando nessun nome è stato fatto e viviamo in un mondo così malato, distorto e marcio dove ci sta più di un genocidio in corso. excusatio non petita accusatio manifesta.
però qui siamo ad un livello di distopismo superiore perché viene considerato come messaggio d'odio "dobbiamo proteggere i bambini". non si nascondono più, non ci provano nemmeno.
e subito a leggere quel comunicato due volte (perché dopo è stato ripetuto come prima cosa al Tg1 delle 20). ci mancherebbe eh, noi sudditi così servili, dobbiamo leccare il culo ai potenti sempre.
però io quelle parole non le condivido. quelle parole non mi rappresentano proprio. a rappresentarmi, la settimana scorsa, è stata quella persona che ha urlato "Palestina libera" durante il discorso di Ghali. a rappresentarmi è stata quell'altra che ha detto "cita Gaza" mentre la Venier leggeva quell'oscenità. a rappresentarmi sono stati quei ragazzi con quei cartelli e la bandiera palestinese, l'ultima sera di festival, sulla Costa Smeralda.
anzi mi stupiscono i giornalisti lì, a DomenicaIn, che mi sono sembrati abbastanza d'accordo con i discorsi sia di Ghali che di Dargent. la Venier un po' meno. palese da come ha cercato di smorzare le parole di Ghali con l'ambigua "eh la pace la vogliamo tutti" (e se non ricordo male anche una frase come "quei bambini ti ricordano te stesso?", nella speranza di sviare il discorso), nel liquidare Dargen con "dobbiamo seguire una scaletta" (che poi non è stata comunque rispettata), e dalle parole che ha rivolto ai giornalisti lì: "non mi mettete in imbarazzo".
perché la Venier ama tutti. un po' meno chi non sta al suo gioco (ed i bambini palestinesi, ma in generale quello con la pelle più scura, temo). ed il suo gioco è sempre stato quello di bacini e abbraccini di qua, ti amo e amore mio di là. sessua4lizzare e oggettificare una persona da una parte e parlare della loro vita intima e sessu4le dall'altra. sono contenta sia crollato il mito di "zia Mara" (o quantomeno, me lo auguro sia caduto) perché non ho mai capito da cosa, come e perché sia nato.
un modo orribile per chiudere una settimana di Sanremo, che tra alti e bassi, è comunque riuscita a portare messaggi importanti.(Amadeus si è comunque preso una responsabilità nel mettere in gara due canzoni come Casa Mia e Onda Alta).
ora domenica, Ghali sarà da Fazio a Che Tempo Che Fa. ho letteralmente 0 aspettative perché Fazio è tra i più democristiani che ci siano in circolazione. magari il suo astio nei confronti della Rai permetterà di far parlare Ghali più liberamente, non so (però sono sicura che non ci risparmierà la domanda "eh ma quindi tu...condanni ham4s?", possiamo già metterci il cuore in pace).
mi è piaciuto molto come Ghali nel suo discorso abbia nominato internet come fonte di informazione (se non ricordo male, in relazione alla possibilità di vedere come lui abbia sempre parlato dell'argomento), un bel suggerimento nel dire che se sai cercare, trovi anche quello che non ti vogliono dire. (e l'imbarazzo che ho provato nel vedere una persona intelligente fare un discorso coerente e giusto essere ridotta in "sei proprio sexy" e "io l'ho visto da dietro" da due vecchie viscide, non ve lo so spiegare, anche perché lui era visibilmente a disagio.) e Dargen, citando dati dell'ISTAT parlando dell'immigrazione, ha reso il suo discorso letteralmente inconfutabile. tant'è che sono corsi ai ripari nell'unico modo a loro possibile, ovvero zittendolo.
questo perché la stragrande - per non dire la quasi totalità - delle persone si limitano alle informazioni che vengono passate loro dai media, senza andare a controllarle da sé, magari approfondire e vedere se c'è dell'altro che non dicono perché altrimenti distruggerebbe le loro argomentazioni, la loro credibilità.
e questa è l'Italia, "un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte" come dicono in Boris. ed è vero. domenica scorsa è stata la conferma. siamo questa cosa qui. pizza, pasta, mandolino e grasse risate, senza mai prenderci responsabilità e stare dalla parte giusta della storia. una storia che poi si ricorderà di noi e che non perdonerà.
adesso ho visto che qualche cantante e influencer ha iniziato a parlare. aspettavano che qualche altro ci mettesse la faccia prima di loro e adesso cavalcano l'onda per avere consensi credo (soprattutto per gli influencer, dato che per loro è tutto un trend, anche la vita dei palestinesi se i tempi chiamano). meglio di niente suppongo? almeno se ne parla.
distopico comunque è stato che poche ore dopo il comunicato Rai, durante il Super Bowl tra pubblicità sioniste, c'è stato l'attacco a Rafah. io non penso di riuscire a dire altro, davvero. questa situazione è angosciante e terrificante e siamo tutti complici finché i governi che dovrebbero rappresentarci non ci ascoltano (anzi, ci zittiscono) e non intervengano in qualche modo.
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