#sedili
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givemeanorigami · 3 months ago
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Ripassiamo le regole di buona educazione: se il treno è pieno, zaini, borse, valige vanno tolti dai pochi sedili liberi. Non ve lo devono neanche chiedere.
I piedi, santo cielo non siete a casa vostra, giù dai sedili e, soprattutto, le scarpe ve le dovete tenere, a maggior ragione se avete i piedi neri come se aveste giocato a mosca cieca in autostrada.
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marcogiovenale · 10 months ago
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3 febbraio, open studio @ fondazione venturoli, bologna
cliccare per ingrandire open studio @ Fondazione Venturoli, Bologna, 3 febbraio 2024, h. 16 Sabato 3 febbraio 2024, dalle ore 16 alle 23, la Fondazione Collegio Artistico Venturoli di Bologna apre al pubblico OPEN STUDIO, progetto espositivo e formativo che metterà in mostra per la prima volta e in esclusiva la ricerca artistica dei cinque giovani talenti che si sono aggiudicati la prestigiosa…
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falcemartello · 5 months ago
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INCIPIT della buonanotte
I bambini sui sedili dell'auto possono creare incidenti.
Gli incidenti sui sedili dell'auto possono creare bambini.
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soltantoparole · 1 year ago
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io e la mia amica nude sui sedili posteriori della macchina mentre tu guidi.
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libriaco · 2 months ago
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Una visita al Papa
Il pèndolo segnava le ùndici e mezza. E per le dieci dovèa èsser la udienza! Io aveva già esaurito ogni possìbile passatempo; aveva presa, come si dice, la consegna del luogo; fatto cioè conoscenza, non amicizia, con quattro arrazzoni che tenèan ciascuno una parete; addolìtomi il collo a mirare il dorato soffitto in cui campeggiava l’arme di Sua Santità, con due immensi chiavoni più atti a sfondare che non ad aprire le porte; gustato un pò di tutti i sedili intorno la sala, graditi assài quanto agli occhi, ma quanto a quell’altro, che, in fatto di sedie, è il migliore dei giùdici, assài poco… E poi, aveva passato in rivista i mièi compagni d’udienza: poche persone, del resto; sei o sette in nera marsina, cravatta bianca e mani sguantate, al pari di mè e dei servitori da caffè; due militari dimessi, abbigliati sul gusto dei generali delle marionette; nel rimanente, mònaci e preti dai visi o birbi o intontiti, i quali però, usi al mestiere dell’ozio, se la passàvano placidamente susurrando fra loro e stabaccando e sputacchiando in certe cassettine leggiadre poste tutt’intorno la sala. Nè a ròmpere la monotonìa, vi era che l’apparizione intrigata di qualche nuovo invitato o il frettoloso passaggio di qualche pretocchio dal mantellino di seta color violetto. Quand’ecco, la cannonata annunziatrice del mezzodì. Ciascuno si leva di tasca l’oriolo; dal cronòmetro mio allo scaldaletto del chierichino; e chi si mette a montarlo o ad aggiustarne la freccia e chi se l’appone all’orecchio e chi lo confronta con quel del vicino. E un servitore, pomposamente vestito di un damasco scarlatto, si appressa in grande sussiego al baroccofaragginoso orologio, ne apre il cristallo e con un dito guida la pigra lancia sulladodicèsima ora; poi, dà un buffetto al pèndolo, che rappresenta il gaudente faccione del sole. Ma, con esso, si riavvia anche la noja. I militari fuori di corso riprèndono a passeggiare su e giù e ad incrociarsi lisciàndosi i baffi; i mònaci e i preti a sbadigliare tacitamente, a stabaccare, a grattarsi; i signori in marsina, che non sedèttero a tempo, a non sapere più su quale gamba appoggiarsi. Ed io, cercato inutilmente di entrare in uno stanzone tutto marmi e colonne, in mezzo al quale, intorno a un braciere, stà un gruppo di Svìzzeri, in elmo e giallo-rossa divisa, cui non màncano che i dadi e il tamburo per èsser veri giudèi da sepolcro, ritorno nel vano del fìnestrone da cui mi sono staccato, e mi rimetto a guardare la sottostante amplìssima Roma. In quella, ecco risuona distintamente da Castel S. Angelo, una fanfara da bersagliere! Stranìssimo effetto! I preti sorrìsero ironicamente, i due militari arricciàronsi i baffi e si fècero d’occhio; io, dalla gioja, arrossìi. Per la prima volta in mia vita, amài, un istante, i soldati. Quell’allegra fanfara, udita in quella morta atmosfera di quattro sècoli fà, parèa dicesse, che il mondo vivèa tuttora nè mai avèa cessato dal proceder di corsa; che l’Italia s’andava compiendo a dispetto di tutti i Santi del taccuino nè così tosto si sarebbe disfatta. E lì mi coglièa la smania di vedere una schiera di que’ giòvani arditi, dalle piume al cappello, venire correndo al riscatto dei formosìssimi Iddìi vaticani, prigioni delle negre sottane, finèndola una buona volta con quella minùscola China, con quel pìccol rifugio dell’ignoranza e della immobilità, ammorbatore d’Europa. Ma quì, un gran movimento per tutta la sala. Da una lontanìssima porta, in fondo all’anticamerone de’ Svìzzeri, appariva un barbaglio di vesti d’ogni colore, e tra esso, un coso bianco, una specie di sacco. Il chierichetto, vicino mio, divenne rosso di fuoco. I due generali da burattini, si accomodàrono le pistagne e si fècer panciuti ancor più; fratume e pretame si mise a sbottirsi di tasca un nùvolo di agnusdèi, corone, crocifissi, santini, e pezze e pezzuole; trè o quattro giù, si buttàron per terra come majali. Capìi, che quel bianco che si avanzava, dovèa èsser qualcosa peggiore di un sacco. Era, difatti, Sua Santità il servo dei servi, primo fra gli inciampi al progresso, màssimo fra i nemici d’Italia.
C. Dossi, Una visita al papa da Goccie d'inchiostro [1880] in Opere scelte, Torino, UTET, 2004
Nota: l'evidenziazione nel testo è mia
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Stamattina salgo sull’ennesimo treno, trovo un posto libero e mi siedo.
Poco dopo arriva il controllore per vedere i biglietti. Il ragazzo nella foto, sui sedili alla mia sinistra, non ce l’ha. Dice di esser salito all’ultimo, sta andando a lavorare, non è riuscito a farlo. Non ha contanti ma solo un bancomat. Prova a pagare con quello ma non funziona. Il controllore è comprensivo ma deve fargli la multa. 50 euro, che il ragazzo può pagare entro una settimana. È affranto ma non ha alternative e mentre il controllore inizia a stilare la multa penso che l’importo corrisponde ad almeno un giorno di lavoro del ragazzo (bene che vada).
Chiedo: “Scusi, quanto costa il biglietto”. 15 euro. Andata e ritorno. “Ok lo pago io”.
Il ragazzo mi guarda e dice “Grazie”. Rispondo “Prego”.
“Praticate gentilezza a casaccio” diceva qualcuno.
Non mi frega di venirvi a raccontare del mio gesto. Il punto è un altro: a me 15 euro non cambiano la vita, non cambiano niente. E non perché 15 euro per me siano pochi, hanno un valore che conosco bene e che per me non cambierà mai. In questo momento però servono molto di più a quel ragazzo che a me. E non mi interessa che lavoro fa, la sua vita, la sua storia. Non devo per forza conoscerlo per aiutarlo. Ho sentito che era giusto e così ho fatto.
Magari allo stesso modo lui domani aiuterà uno sconosciuto e uno sconosciuto domani spero aiuterà me se ne avrò bisogno. Perché alla fine, la vita è po’ come un viaggio in treno. Andata e ritorno.
(Matteo Gracis)
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caoticoflusso · 7 months ago
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oggi in autobus fra la calca ho posato lo sguardo su una coppia, avranno avuto trentasei anni a vicenda su per giù. due bambini, di cui uno era seduto in braccio alla mamma, aveva la mano adagiata teneramente sul vetro e con gli occhi esplorava un po’ le macchine ferme al semaforo, indicando qualche cane al loro interno. ho pensato a quanto splendore abbiano le cose se viste da una prospettiva diversa, una prospettiva temporale decisamente opposta alla nostra: quella di un bambino, o una bambina.
la voce del più piccolo esclama: ‘che bella città!!’ come se non ci fosse stato mai, come se non sapesse neanche lui dove si trovasse. l’ingenuità delle sue parole, miste a quelle del più grande che con disinvoltura, guardava il resto dei passeggeri. talvolta pensiamo che ingenuità equivalga a stupidità e che, una volta cresciuti, è un bene lasciar spazio a consapevolezze e astuzia. io la penso sempre in modo diverso, il candore e l’innocenza devono far parte di noi per mantenere quello sguardo mai perso che possedevano quei bambini/quelle bambine che non abbiamo mai smesso d’essere. (sono quasi sicura che io abbia espresso una teoria del fanciullino rivisitata da me, un po’ moderna e meno intellettuale)
i due bimbi, infine, decidono di tirare la catena della borsa che avevano fra i due sedili, ho dedotto fosse della madre. il più piccolo, sorride. e così fa anche il più grande, con tanto di: ‘continua, stiamo facendo musica’ e c’ho trovato poeticità.
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iosognatore · 4 months ago
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Anni '80, 35 gradi ogni estate, sedili in plastica, zero aria condizionata, avevamo una fiat 127 beige, finestrini posteriori che si aprivano a metà, zero airbag, per sterzare dovevi aver fatto almeno 2 anni di palestra, accensione motore a chiave in ferro, la benzina era petrolio puro ed eravamo sempre strafatti di quel puzzo, avevamo sempre ginocchia e gomiti sanguinanti, sudavamo come cavalli, c'era sempre l'anguria e i ventilatori accesi, alla radio passavano Sandy Marton ma anche David Bowie, l'Italia vinceva i mondiali di calcio, un gelato costava 500 lire (25 centesimi), al cinema c'era E.T., i pattini a rotelle con le cinghie colorate, i temporali estivi erano una rarità ed eravamo sempre felici....🌞🌊🌞🌊🌞🌊
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parolerandagie · 8 months ago
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Ironia portami via #6
Acessori dell'automobile al cui pensiero ti corre un brivido di colpevole piacere lungo la schiena: a 25 anni, i sedili ribaltabili, a 50 anni, i sedili riscaldati.
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itsmyecho · 1 year ago
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Saliremo nella tua macchina e ti chinerai per baciarmi
Parleremo per ore e ci sdraieremo sui sedili posteriori
E poi una notte a caso, quando cambierà tutto
Non risponderai e torneremo ad essere sconosciuti
@itsmyecho
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der-papero · 8 months ago
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Roma-Napoli di ritorno dalla serata con Daniele, traffico intenso, non è una novità. Come non lo è il fatto che la 1a corsia fosse completamente libera (tranne qualche TIR qui e lì), e quindi ho potuto viaggiare liscio a 130 km/h senza traffico e senza problemi. Le persone, TUTTE, non quasi tutte, vedono un'auto superare alla loro destra senza difficoltà, e non si fanno alcuna domanda, niente, vanno lisci, fottono e se ne fottono, non si pongono né il problema delle regole né quello del proprio vantaggio personale, meglio rischiare un frontale in 2a piuttosto che viaggiare puliti in 1a (la 3a non la nomino nemmeno, data la 2a intasata si riduce ad un covo di esagitati a cazzo duro che si flashano e bestemmiano addosso).
Dopo tanti anni ho capito che non ci sarà mai verso per gli italiani di rispettare il Codice della Strada (ancora mi sorprendo come, almeno per i sedili frontali, abbia funzionato l'obbligo della cintura), quindi non ...
NOOOO SCUSATE, INTERRUZIONE!!!
Son parcheggiato in una strada di un paesino del casertano (Casagiove), mentre la Mami compra le colombe e io son qui a scrivervi questa cagata, passano un ragazzo e una ragazza, lui si ferma all'improvviso davanti alla mia Meggie e fa (non ho capito se mi aveva notato o meno)
NOOOOO, E LA MAAADOOONNAAAA!!! MINCHIA CHE MACCHINA!!!
Poi fa una foto al davanti e una dietro, così, senza sapere né leggere né scrivere. Ora, siccome giorno 9 Aprile mi verrà consegnata l'auto nuova e questo è l'ultimo viaggio della mia Meggie, nonostante abbia ricevuto diversi apprezzamenti nei suoi 4 anni, questo è stato proprio il più eclatante ed è la più degna chiusura della sua avventura con me. Ma torniamo a noi.
Dicevamo, non possiamo sperare nel senso civico né nel rispetto delle leggi, dobbiamo puntare a qualcosa di più coinvolgente. E mentre viaggiavo, pensa che ti ripensa, mi viene in mente un'idea.
Il sistema Tutor attivo sulle autostrade è in grado di leggere le targhe, quindi direi di usarlo così:
detrazioni fiscali progressive se usi la prima corsia!!!
Più usi la prima corsia, più risparmi sulle tasse, con la possibilità di controllare sul proprio cassetto fiscale a quant stamm come bonus.
Lo so, da dove prendiamo i soldi? Dal risparmio dovuto al crollo dei sinistri e degli ingorghi, un traffico ordinato a destra fa zillioni di volte più dei limiti di velocità. Cioè, secondo me svoltiamo, superiamo pure gli svedesi in civiltà.
Giorgia (lo so, avete ragione, ma intanto c'è lei, non posso di certo chiederlo al mio salumiere), se ti capita di passare su queste parole, sticazzi il like, prendi in considerazione questa proposta che potrebbe ridisegnare il volto della mobilità su ruote.
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nociaograzie · 3 months ago
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mettere la minigonna è bello fino a quando non devi mettere il culo nudo sui sedili del treno regionale
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nonamewhiteee · 1 year ago
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che belli 'sti treni ultramoderni in estate, con i sedili fatti con la pelle dei passeggeri che ci sono rimasti appiccati.
#me
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marquise-justine-de-sade · 10 months ago
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CHI SONO GLI OVER 50 ?
Ve lo spiego subito:
- Sono gli adolescenti e i ragazzi degli anni 70 e 80;
- Sono quelli che uscivano in motorino d'inverno senza casco e con i capelli bagnati e arrivavano con le stalattiti di ghiaccio in testa;
- Sono quelli che si incontravano al "solito posto" perché nessuno aveva soldi per entrare al bar;
- Sono quelli che andavano minimo in due in motorino dopo aver messo insieme le monete per fare miscela;
- Sono quelli che la cosa più importante era trovarsi per la voglia di stare in compagnia;
-Sono quelli che si scambiavano i dischi preferiti;
-Sono quelli che durante le vacanze estive si cercavano un lavoretto per non chiedere soldi ai genitori;
-Sono quelli dell'autostop per sentirsi liberi;
- Sono gli sciami di ragazzi allegri e spensierati come oggi non se ne vedono più in giro;
-Sono quelli che....o tutti o nessuno;
-Sono quelli che d'inverno facevano l'amore in macchine malandate con i sedili non reclinabili!
FATICA INUTILE TENTARE DI CAMBIARLI !
Siamo quelli cresciuti senza il telefono azzurro, le sberle le abbiamo già prese da piccoli adesso abbiamo una corazza fortissima e non ci fa paura nulla.
NON MOLLEREMO MAI.
(web)
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everyonehurtyou · 1 year ago
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io, te e i sedili posteriori della macchina
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antotarquini · 1 month ago
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DUE CUORI E MILLE TRENI
Se dovessimo parlare del nostro percorso accademico, non potremmo che non citare il testimone silenzioso dei nostri anni universitari: il treno. Sedute l’una accanto all’altra, con le nostre valigie piene di sogni e i nostri zaini pieni di libri, abbiamo percorso chilometri infiniti, attraversando città e incrociando sconosciuti.
Su quei sedili abbiamo imparato a coltivare la #consapevolezza di noi stesse e del mondo che ci circonda, condividendo #emozioni intense, dai momenti di gioia più spensierati alle preoccupazioni legate al futuro. Abbiamo imparato a riconoscere le nostre #fragilità e a trasformarle in punti di forza, diventando l’una la spalla dell’altra. Abbiamo dato voce alla #soddisfazione di avercela “quasi fatta”.
Sicuramente c’è però una parte preferita del nostro lungo #viaggio: la sensazione #indelebile che proviamo quando riabbracciamo i nostri cari. Quel calore familiare ci rigenera, ci dà la forza di affrontare nuove sfide e di pensare che “comunque andrà, sarà un successo!”
Consapevolezza, emozioni, fragilità, soddisfazione, viaggio, indelebile.
Testo scritto con Dominique Pacchiarotta @17domi
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