Tumgik
#seccatura
Text
Blog che vi stanno sul cazzo e vorreste lasciassero il sito?
0 notes
gregor-samsung · 2 months
Text
“ Un virus non deve automaticamente fare ammalare il suo ospite, perché è nel suo interesse soltanto replicarsi e diffondersi. Certo, deve entrare nelle cellule dell’ospite, sovvertire i loro meccanismi fisiologici per creare sue copie, e spesso così facendo le distrugge; ma non sempre tutto ciò è causa di danni seri. Un virus può starsene buono dentro un organismo, senza fargli male, replicandosi senza esagerare e trovando un modo per spostarsi da un ospite all’altro, il tutto senza causare sintomi. La relazione tra un patogeno e il suo ospite serbatoio, per esempio, tende a evolversi fino a raggiungere una tregua permanente, a volte dopo lungo contatto e molte generazioni di accomodamenti evolutivi, nel corso dei quali il parassita si fa meno virulento e il parassitato più tollerante. Tra le caratteristiche che rendono un organismo serbatoio, per definizione, c’è proprio l’assenza di sintomi. Non tutte le relazioni tra virus e ospite evolvono in direzioni così piacevoli, che rappresentano una forma speciale di equilibrio ecologico. E come tutti gli equilibri biologici, sono situazioni temporanee, provvisorie, contingenti. Quando avviene uno spillover [=passaggio da una specie vivente ad un'altra] il virus entra in un nuovo ospite e la tregua si rompe: la reciproca tolleranza non è trasferibile, l’equilibrio si spezza, si instaurano nuove relazioni. Una volta entrato in un organismo a lui non familiare, il virus può trasformarsi in un innocuo passeggero, una moderata seccatura o una piaga biblica. Dipende. “
David Quammen, Spillover. L’evoluzione delle pandemie, (Traduzione di Luigi Civalleri; collana La collana dei casi), Edizioni Adelphi, 2014. [Libro elettronico]
 [ Edizione originale: Spillover. Animal Infections and the Next Human Pandemic, W.W. Norton & Company, Inc., 2012 ]
14 notes · View notes
canesenzafissadimora · 3 months
Text
Tumblr media
Il cuore è un muscolo strano e sorprendente. Non si può vivere né amare senza, eppure gran parte delle persone non ci pensa spesso. Non pensano a quell'organo stabile e fedele che batte centomila volte al giorno. La maggior parte delle persone probabilmente non sa che il battito cardiaco di una donna è più rapido di quello di un uomo di circa otto battiti al minuto o che le sue quattro camere pompano sangue verso ogni cellula del corpo, fatta eccezione per le cornee. Tuttavia, a volte può essere una seccatura alquanto fastidiosa. Ci fa provare cose che non vogliamo, ci fa dire cose che non abbiamo mai programmato. E di recente era stato la fonte di tutti i miei problemi.
9 notes · View notes
Text
mi fa tanto male il petto e ho un enorme senso di vuoto, mi tartasso la testa con mille e più domande chiedendomi dove io sia finito e perché certe cose siano andate in un certo modo nella mia vita
per quanto alcuni fossero eventi dannatamente da rimuovere e brutti riuscivo ad affrontarli o quantomeno a reagire a essi anche in modo del tutto negativo e disfunzionale
ora invece vado per inerzia e non sento dannatamente nulla e qualsivoglia stimolo io cerchi o mi si pari davanti è come se un automa ci reagisse e non una persona
è come se avessi il pilota automatico, e non sto parlando di viversi o non viversi le cose, quanto più di sentirle io, che sia un esperienza lavorativa, di studio o un qualsivoglia rapporto sociale o relazionale
ora sento solo un male assurdo e a malapena mi si fanno gli occhi lucidi, solo per questo capisco che un minimo umano lo sono ancora, ma diamine io non mi ci sento affatto
non so nemmeno quello che sto facendo o se arriverò da qualche parte così facendo
tutt'ora, proprio come in passato non ho affatto voglia di stare in questo mondo e continuo a trascinare una carcassa ormai morta
magari non mi odierò più come prima è vero, né odio così tanto gli altri come prima o come voglio fare credere
semplicemente non ha più rilevanza nulla, quelle poche persone o cose di cui mi importa rischio di rovinarle al minimo fiato sbagliato o comunque non posso permettermi di fare anche solo il minimo sbaglio per quanto possano addirittura servirmi
non so più nemmeno io cosa sto dicendo, so solo che fa male e che mi mancano certe cose, alcune positive altre tremendamente negative di me e del mio passato
intanto il tempo passa, e ciò che rimane di me o del mio passato se ne va assieme a esso
che schifo, è tutto una dannata seccatura
quanto ancora reggerò senza perdere completamente il senno e abbandonarmi?
è già finito tutto da un pezzo
"mettermi d'accordo con la vita, fare un contratto con la mia solitudine, tutte queste cose non mi appartengono, non fanno per me, non è vero?"
forse tutto questo è vero per me, sono solo l'ombra e lo spettro di ciò che sono stato e sarei voluto essere, ma che non posso essere e che non sarò mai con queste condizioni
presto o tardi ci sarà un addio, cosa avrò combinato fino a quel punto? poco di buono e troppo lasciato in sospeso.
14/12/2023. 02:05
12 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
Tumblr media
l'insensibilità o l'immoralità confessata vale a semplificare la vita quanto la morale facile: trasformano l'azione biasimevole in un dovere di sincerità ed esimono così dalla seccatura di cercar loro scuse.
37 notes · View notes
tgrailwar-zero · 6 days
Note
Okay, I’m no masochist or glutton for punishment, but I appreciate that harsh tone and reminder over the constant yes-manning from before. The best advisor we can have should support us but also be willing to stop us when we need to be stopped.
Tumblr media
"Che seccatura…"
He sighed. It seemed reasonable, considering that he was currently being lectured by the Masters that had only just recently woke up from being blackout drunk. Suddenly getting up on a soapbox about his behavior after something like that had to be... frustrating to experience, at the very least.
Fortunately, it seemed as if GIUSEPPE had experience dealing with frustrating situations, as he kept his expression pleasant.
Tumblr media
"Yes, yes. Understood, your Majesties."
5 notes · View notes
illsadboy · 2 months
Text
Tumblr media
Non sono interessato a innamorarmi o a sposarmi. Le donne sono problematiche. Quando penso a sposarmi, immagino una moglie un po’ fastidiosa, che mi urla contro. Poi avremo dei figli, magari una figlia… E poi, lei mi dirà che è preoccupata per il futuro. Alla fine, sarò un vecchio fastidioso, e poi, un giorno, morirò di vecchiaia ma anche se sembra una seccatura, sono contento di averti conosciuto.
-Shikamaru Nara per Temari-
4 notes · View notes
immensoamore · 2 years
Text
“Come tutti gli esseri senz’anima, non potete sopportare chi ne ha troppa. La gente sana detesta i malati. Chi è felice non può vedere chi soffre. Troppa anima! Che seccatura, no? Allora si preferisce chiamarla malattia: e tutti sono in regola, contenti."
26 notes · View notes
montag28 · 4 months
Text
Telegram.
App poco usata. Telegram, riaprirla dopo un po’ di tempo per una serie di combinazioni. Telegram, le sue impostazioni. Telegram che mi mostra tutti i miei contatti. Me ne fa vedere tanti che neppure sapevo ancora di conservare. Vedo uno pseudonimo. Lo usava una mia antica, antica amica. A un certo punto non ci siamo sentiti più. Senza litigare, senza che ci fossero dietro ambiguità di alcun tipo. Semplicemente, una strada che a un certo punto ha una biforcazione; i percorsi si separano. Evoluzioni diverse. Avevamo lunghi scambi in cui riuscivamo ad essere sia teneri che ruvidi all’interno dello stesso concetto. Lei a un certo punto se ne andò a vivere lontano, in un luogo che da qui sembrava proprio bellissimo e che, forse, sembrava bellissimo anche da lì. Io ero rimasto qui con quella che un tempo era la sua auto, azzurra metallizzata. Amica. Il suo nome, lo ricordo bene. Qual era il suo cognome? Non riesco a metterlo a fuoco. Ah, sì. La cerco su google? No, dai. Non si fa. Lasciala in pace. La lascio in pace. E poi dubito la troverei. La cerco su google? La cerco su google. Niente. Era ovvio. E suo padre? Me lo ricordo, anche lui. Passammo insieme un paio di mattinate, io e lui soli, senza la mia amica, per via dell’auto e delle relative pratiche. Salii anche a casa loro. Loro di chi? Dei genitori della mia amica, che intanto era già lontana. Quell’anno, era il 2016, mi mandò anche gli auguri di Natale su whatsapp. Intendo lui, il padre, che la mia amica chiama per nome, mica babbo o papà. Aveva un padre e una madre, la mia amica. Ma se posso fidarmi della mia esile memoria e della mia fallibile comprensione, in un certo senso aveva solo un genitore, che era sua nonna. Nel gennaio del ‘17 cominciai a lavorare in un posto vicino al Parco Lambro. Ero al principio di quello che, oggi, potrei definire come un lentissimo processo di guarigione. Anche lei, in qualche modo, se posso fidarmi della mia traballante memoria e della mia limitata comprensione. Solo che avevamo bisogno di medicine molto diverse. Il lavoro, io. Altre cose, lei. che non avrebbe senso nominare, un po’ per discrezione, un po’ perché non so se fidarmi della mia memoria eccetera, eccetera. Strade che si biforcano. Suo padre, ah sì, ero arrivato a lui. Lui, che ci andava a camminare più o meno tutte le mattine, al Parco Lambro, anche quando pioveva. Era andato da poco in pensione. Ogni tanto passava nella via dove lavoravo, ci incrociavamo, ci salutavamo. Come stai? Bene. Tu? Bene, bene. Vai a camminare? No, sto tornando. Bravo. Lavori? Certo. Ciao allora. Ciao. Ci vediamo! Certo. Ciao. Aveva un nome singolare, figlio di una storia singolare e mica tanto allegra. Amica. Su google non c’è. Ovvio. Cerco suo padre? Cerco il papà. Secondo me, lui c’è. Eccolo, lo sapevo. E se non è lui? Ma non credo abbia tanti omonimi. Apro il sito. È un sito di annunci mortuari. C’è anche una foto del viso, inscritta in un tondo. È lui? Ma non lo so, sai. E poi non me lo ricordo mica così bene. Che tonto. Finto tonto. L’uomo nel tondo. Occhi chiari. È lui. Corrisponde tutto. Nome, luogo, età. Foto. È successo a maggio di quest’anno. Pochissimi giorni fa. Il cimitero di Lambrate. Come ci sono qui? Non lo so. Ah, sì. Telegram. C’è un nome straniero, di donna, appena sopra quello di lui. Una donna più giovane. Risulta morta il giorno prima di lui. Dai, non è sua moglie. Non può essere. Non deve. Sarà un caso. Chiudo il sito. Andate a fanculo, tu e google. E vai a fanculo pure tu, Telegram. Amica antica, dove sei? Sei tornata per queste cose? Io, potessi, lo vorrei sapere qualche mese prima, che sto per morire. Il tempo di organizzare un viaggio, senza dirlo a nessuno, né del viaggio né della mia imminente dipartita. Il tempo di sparire. Disperso in qualche luogo remoto delle Americhe del Sud. Niente funerali, niente tombe, niente retorica, niente burocrazia. Disperso e basta. Morire è una seccatura. Amica dispersa, dove sei. Certe volte mi manchi spesso. Certe volte, non ricordo quasi d’averti conosciuta. Chissà come stai.
3 notes · View notes
ah-buh · 5 months
Note
Non è tanto l’essere incompresi, è proprio il sapere di non pretendere chissà cosa ma che anche quel poco che pretendi non viene capito. Nasce lì la seccatura, dimostrazione di quanto il mondo sia egoista e paraculo perché poi se lo fai notare tutti ti smentiscono e si scusanoj
Potresti avere ragione
3 notes · View notes
occhietti · 1 year
Text
Come tutti gli esseri senz’anima, non potete sopportare chi ne ha troppa. La gente sana detesta i malati. Chi è felice non può vedere chi soffre.
Troppa anima!
Che seccatura, no?
Allora si preferisce chiamarla malattia: e tutti sono in regola, contenti...
- Albert Camus, Caligola
15 notes · View notes
francyfan-bukowsky · 9 months
Text
JOHN MARTIN , l’editore che scopri e lancio Buk🖤wski……
—————————
Cento dollari al mese per il resto della vita, per mollare il lavoro alle Poste e fare lo scrittore a tempo pieno. Nessuna noia, bega e seccatura con uffici stampa, reading e conferenze, o quasi. Alla distribuzione avrebbe pensato lui, la moglie Barbara avrebbe disegnato le copertine. Non ci volle molto a convincere Charles Bukowski, nel 1969, a partecipare all'impresa semifamiliare di John Martin: un atto temerario, un salto nel buio per entrambi. John si stava giocando un quarto delle sue entrate per mantenerlo e tentare una sfida dal cui esito sarebbe dipeso il loro futuro, ormai in condivisione. Per Charles non sarebbe stato facile rimettersi a bussare a 50 anni alle porte di magazzini, macelli e ditte di facchinaggio. Si dice che dietro ogni uomo di successo ci sia una grande donna (e viceversa). E questo è senz'altro vero per Bukowski, che s'accasò la sua Linda Lee dopo una lunga raccolta di Donne riassunte nel '78. Ma se oggi le frasi con cui lo scrittore americano semplicemente inframmezzava i dialoghi sono diventate aforismi stracondivisi in Rete, e se le case editrici continuano a raschiare il fondo dei cassetti delle stamberghe in cui ha soggiornato per pubblicare l'impubblicato, bisogna ringraziare un mite, sobrio, discreto ingegnere - perfino un po' bacchettone - che la sera, tornato a casa da lavoro, dopo aver cenato con moglie e figlia, si rilassava sul divano leggendo su riviste underground racconti border line che non riuscivano a vedere la luce della rilegatura. «Questo tizio è troppo bravo, non può continuare a uscire su questi giornalini amatoriali» pensava John. Finché una sera, 50 anni fa, la decisione: lasciare tutto e fondare la Black Sparrow Edition, solo per pubblicarlo. A consentirgli di realizzare il sogno, il ricavato del business messo in piedi a Los Angeles nel settore degli uffici e una maxi raccolta di prime edizioni di D.H. Lawrence, vendute alla UC Santa Barbara per 50mila dollari (era un appassionato collezionista di libri originali fin da quando aveva 20 anni). Prima di tutto però, toccava contattare il postino poeta.
«Non l'ho mai visto ubriaco» è il titolo choc di un’intervista di Jonathan Smith, l'unica mai tradotta in italiano, pubblicata online da Vice nel 2014. Per forza: i due si sono incontrati di persona una manciata di volte in tutta la loro carriera, sentendosi principalmente al telefono o scrivendosi. E in quelle occasioni, in cui bisognava parlare d'affari, Bukowski si faceva trovare evidentemente meno sbronzo del solito. L'amico ideale per il misantropo Charles, secondo cui il miglior dono che potesse fargli un fan era quello della sua assenza. Niente di più semplice, per cominciare, che prendere un po' di scritti sparsi e riordinarli in un diario. «Mi mandava il manoscritto man mano che lo scriveva, e dopo aver letto ogni capitolo dovevo sedermi, ricompormi e sperare che non fosse tutto vero - racconta in quell’intervista -. Credevo in lui quanto credevo in me stesso: una fede quasi religiosa, una cosa a cui non si può smettere di credere». Nacque così Taccuino di un vecchio porco (o sporcaccione, secondo le traduzioni), il primo vero libro di Bukowski. Fu preceduto da un piccolo opuscolo nel 66, True Story, pubblicato in appena 30 copie: una sorta di prova generale per amici e parenti. Convinto che avrebbe attirato più dei racconti, Martin si fece scrivere anche un romanzo da tenere di scorta: Post Office, in realtà un "concept" di disperate istantanee biografiche sul mortificante mestiere appena abbandonato. Potrà pubblicarlo con comodo due anni dopo: il successo del Taccuino sarà folgorante, almeno per le aspettative da cui erano partiti. Sarà sempre la moglie di Martin a escogitare anche l'originale impaginazione: il formato da 10x24 cm, più grande delle misure standard e adatto allo scaffale, divenne una nota distintiva della casa. Anche questo contribuì alla vittoria, immediata, della scommessa: quasi da subito il personaggio di Henry "Hank" Chinaski, detto "Gambe d'elefante", divenne il fenomeno letterario e culturale di livello mondiale, che ancora conosciamo. E il compenso passerà a 10mila dollari ogni due settimane.
Tumblr media
( Web)
3 notes · View notes
piovra · 7 months
Text
Piovrandom 3.0!
Tumblr media
1. Piovrandom ha 16 anni e ho deciso di creare una terza veste. L’ultima realizzata era ormai datata nel 2015, ai suoi 7 anni.
2. Doppia colonna per la versione desktop, monocolonna per i dispositivi mobili (>1024px), con menu a comparsa da sinistra.
3. La 3.0 l’ho battezzata come “Nuntemollo” perché era doveroso e necessario un intervento serio sia di abbellimento che di ordine, oltre che di pulizia. Tra le altre cose, recentemente sono apparsi problemi con i post sincronizzati con Instagram, da cui venivano condivise le foto e diciamo chiaramente che era "l'alimentatore" principale in questo lido. Purtroppo però, non per colpa mia, non è più possibile il sincronismo automatico e gli embed manuali risultano orripilanti per la grafica: in sostanza non è più possibile condividere la sola immagine, bensì l'intera porzione del post su ig che comprende anche il nickname con sfondo bianco: soluzione orripilante per la veste di questo sito. In termini tecnici, il post viene inserito come se fosse un iframe che include tutto il contenuto. Per quanto mi riguarda, tutto ciò comporterà che le prossime foto verranno pubblicate manualmente. Una bella seccatura, ma non posso fare diversamente. Ultimamente le politiche di Zuckerberg mi stanno allontanando spontaneamente da Instagram poiché ormai è tutto incentrato sui reels e sulle produzioni video. In sostanza, è diventato un secondo Tik Tok e ciò è il motivo per cui ho condiviso mooolto meno anche qui. Tumblr, dopotutto, è rappresentato il mio terzo lido per quanto concerne la blogosfera: la mia storia sulla blogsfera, difatti, è sintetizzabile con l’esordio su Splinder nel 2002/03, poi MSN Spaces (12/2024) infine WordPress. Tumblr è nato a cavallo tra gli MSN Spaces e Wordpress nel 2006 ed oggi è l'unico blog rimasto in vita dopo aver mandato Piovrablog in pensione due anni fa.
4. I Tumblr sono l’unico luogo dove sento così vicino il ricordo degli MSN Spaces, per quello che hanno rappresentato nella vita del sottoscritto. La soddisfazione di tirare su un proprio spazio graficamente, con solo codice HTML/CSS/JS è un qualcosa di indescrivibile. Cerco sempre di realizzare le cose come meglio dovrebbero rappresentarmi e ciò vale anche per questo luogo.
5. Elenco dunque le cose su cui ho lavorato principalmente:
Fix alla struttura mobile che aveva diversi bug, alcuni dei quali da impazzirci solo per individuarli. Ho anche fixato lo sfondo che ora rimane fisso;
Riordinato le info post spostando tutto sotto ogni post. In sede ho aggiunto anche i pulsanti di condivisione: Facebook, Whatsapp, X, Pinterest, Telegram e mail;
Aggiunti effetti ai bordi (ben visibili su desktop) e gli effetti slide alle due colonne.
Sistemate le immagini e i video adattandoli ad ogni schermata. Ho cercato quanto più possibile di ordinare la visualizzazione di un set di foto;
Aggiunte pagina "privacy policy" e "disclaimer", ricordando a tutti questo tumblr è monitorato da tempo da Google Analytics e che i dati prelevati sono in formato anonimo;
Sistemate le pagine di ricerca e tag;
Tornata visibile la lista dei like e reblog sotto ogni post. I pulsanti stessi di interazione per la Community sono stati spostati sulla sinistra.
Sembrano poche cose, ma in realtà mi hanno portato via diverse ore che ho sfruttato nel mio tempo libero. E' da Gennaio che ho iniziato a rimettere mani sul codice. Così, tanto per farvi capire. Conclusioni. Anche se ormai i social hanno letteralmente divorato il pubblico delle nostre blogsfere, non smetterò mai di ringraziare gli ormai pochissimi sopravvissuti che mi leggono e soprattutto tutti coloro che come il sottoscritto continuano ostinatamente a produrre contenuti alla vecchia maniera, che poi alla fine sono il modo migliore per descrivere i nostri mondi, più di qualunque altra cosa, immagini filtrate e ben selezionate comprese.
Grazie a tutti. ❤️
2 notes · View notes
abatelunare · 8 months
Text
A dopo...
Mi preparo per uscire. Stamattina mi è capitata una seccatura di poco conto. Voglio levarmela dai cosiddetti subito. Così non ci penso più. A più tardi.
6 notes · View notes
gothsoulvi · 8 months
Text
Che seccatura ste giornate
5 notes · View notes
ectopia-cordis · 2 years
Text
La mia mente dopo le sedute con la psico essere tipo 🧘🏼‍♀️ ma puntualmente dopo un’oretta arriva la seccatura successiva
5 notes · View notes