#se si apre
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spettriedemoni · 8 months ago
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Paracadute
Dicono che quando ti lanci col paracadute sei spaventatissimo al momento del lancio al punto da non voler uscire assolutamente dall’aereo in volo.
Superato il momento del tuffo nel vuoto vieni preso da una improvvisa e inattesa calma. Hai l’aria che ti sostiene e tu voli letteralmente, fluttui.
Ecco, io sono esattamente così in questo momento: fluttuante nell’aria.
Ho una pace insperata e inaspettata. Mai stato così calmo in vita mia, credo.
Speriamo solo che il paracadute si apra…
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buscandoelparaiso · 2 years ago
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un dramma in tre atti
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maitre-gotta · 1 day ago
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Comment savoir si un retour affectif fonctionne ?
Comment savoir si un retour affectif fonctionne ? Comment savoir si un retour affectif fonctionne ? Un retour affectif qui fonctionne permet de constater un résultat avant la fin du rituel. Il se produit petit à petit des changements de comportement. Il existe différents signes révélateurs. La réconciliation se traduit par une meilleure communication entre les deux personnes. Les échanges sont…
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stavroguine · 7 months ago
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𝟏𝟏 𝐁𝐈𝐒 ⎯⎯⎯⎯⎯ 𝐖𝐀𝐓𝐂𝐇 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐇𝐑𝐎𝐍𝐄 𝐈𝐈 (30 APR. 2024)
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ㅤㅤㅤㅤPERSONNALISATION : ★★★★★
ㅤㅤㅤㅤDIFFICULTÉ : ★☆☆☆☆
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𝒕𝒆𝒎𝒑𝒍𝒂𝒕𝒆 extrêmement simple et personnalisable, le format 𝐒𝐀𝐍𝐒 𝐅𝐈𝐂𝐇𝐄 a de nombreux avantages comme la possibilité d'écrire autant que possible dans les catégories dédiées sur le modèle ⎯⎯⎯ une véritable révolution pour les grands bavards que vous pouvez être. seul inconvénient : les plus esthétiques d'entre nous pourrons trouver une certaine frustration dans les limites de personnalisation du format 𝐒𝐀𝐍𝐒 𝐅𝐈𝐂𝐇𝐄 puisqu'il est très difficile de manier le déplacement des images en dehors des tableaux. il est néanmoins très utile pour les débutants en matière de gdocs puisqu'il se focalise d'avantage sur le côté pratique de l'application plutôt que sur son côté créatif. quoiqu'il est toujours possible de faire preuve de personnalité avec 𝐖𝐀𝐓𝐂𝐇 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐇𝐑𝐎𝐍𝐄 𝐈𝐈 si l'on est suffisamment imaginatif...
note de stavroguine : j'ai rajouté sur ce 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒍𝒂𝒕𝒆 de nombreuses catégories pour ceux et celles qui souhaiteraient enrichir leur fiche. cela passe évidemment par la présence d'un registre de liens, d'une trivia et d'un moodboard, mais également d'une icône musicale personnalisable qui amène à un lien spotify, youtube, etc.
note de stavroguine 2 : il s'agit d'une remasterisation du document 𝐀𝐒 𝐈 𝐖𝐀𝐒 𝐌𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐈 𝐒𝐀𝐖 𝐎𝐂𝐂𝐀𝐒𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐋𝐘 𝐁𝐑𝐈𝐄𝐅 𝐆𝐋𝐈𝐌𝐏𝐒𝐄𝐒 𝐎𝐅 𝐁𝐄𝐀𝐔𝐓𝐘 et du document 𝐖𝐀𝐓𝐂𝐇 𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐇𝐑𝐎𝐍𝐄, tous les deux remis au goût du jour.
�� 𝐄𝐗𝐄𝐌𝐏𝐋𝐄 𝐃𝐄 𝐂𝐄 𝐐𝐔'𝐎𝐍 𝐏𝐄𝐔𝐓 𝐅𝐀𝐈𝐑𝐄 𝐀𝐕𝐄𝐂 :
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ㅤㅤ 𝑨𝑩𝑶𝑼𝑻 𝑻𝑯𝑬 𝑼𝑺𝑬 ;
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ㅤㅤㅤㅤGO TO FILE
ㅤㅤㅤㅤAND THEN, SELECT “MAKE A COPY”
ㅤㅤㅤㅤDON’T REMOVE THE CREDITS.
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ㅤㅤ 𝗟𝗜𝗞𝗘&𝗥𝗘𝗕𝗟𝗢𝗚𝗦 are appreciated.
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lady--vixen · 1 month ago
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porto un reso amazon in posta. la tizia allo sportello deve vedere il codice e prende il mio telefono. lei ora ha in mano il mio cellulare e tra noi c'è un vetro. non potrei toglierle di mano il telefono nemmeno se lo volessi. inavvertitamente sposta più giù la pagina col qrcode del reso. questa donna davanti ai miei occhi si mette a cercare il qrcode
basterebbe un gesto, piccolo piccolo. basterebbe toccare la freccia in alto a sinistra per due volte, per caso, e si troverebbe sulla pagina dell'ultimo acquisto fatto
guardo preoccupata le sue dita, ma subito mi trovo a sperare che lo faccia. dai, guarda cos'ho appena comprato, tocca tutto quanto, entra nella gallery, guarda le foto al segno della mia abbronzatura, guarda le chat, scopri con chi voglio usare l'ultimo acquisto
lei toglie le dita dal mio telefono come se scottasse, mi guarda, la mia bocca sorride angelica, ma ho lo sguardo da jack nicholson
lo hai sentito, vero? hai sentito il brivido, la scossa, la voragine che si apre. la mia vita nemmeno troppo nascosta, tutta lì, in un piccolo rettangolo di plastica, vetro e silicio. l'hai sentito, lo so, e tu cosa nascondi nella gallery del tuo telefono? foto di nipoti e gattini? chi vuole scopare il tuo culo burroso? a chi pensi mentre vieni, sempre se vieni, chi riesce a farti bagnare con una sola parola di sei sole lettere "manchi", per chi rischieresti tutto? di chi è il cazzo di cui vorresti essere schiava?
- signora... signora! tutto ok? tenga la ricevuta del reso.
- ah, si, grazie. arrivederci
- signora! il suo cellulare!
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pettirosso1959 · 2 months ago
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QUANDO LA RAGIONE SI TRASFORMA IN FOLLIA E LA FOLLIA SUPERA IL LIMITE
La potenza impegnata per uso domestico è, di solito, 3 kWe. Un condominio di 100 famiglie impegna complessivamente una potenza di 300 kWe, che in un giorno (24 ore) diventano 7200 kWh, in un anno diventano 2628000 kWh (2628 MWh).
Se volessimo ricarica un'auto elettrica con batteria di capacità pari a 90 kWh, teorizzando un rendimento di ricarica dell'85%, avremmo di bisogno di 37.5 ore. Volendo ridurre i tempi di ricarica a poco più di 1 ora, avremmo di bisogno di una potenza impegnata di 105 kWe. Ma 105 kWe sono pari a più della metà del condominio e il tutto per una sola auto.
Facciamo finta che nel condominio di 100 famiglie tutti abbiano un'auto elettrica con batteria della capacità citata e il condominio ottiene il via libera per 100 stazioni di ricarica "media" da 105 kWe.
La potenza impegnata è pari a 105000 kWe, ovvero 105 MWe, ovvero 105 MWh di energia, ovvero quasi la potenza di un reattore nucleare modulare (SMR) come il Liong One cinese da 125 MWe!
Giusto per fare comprendere la proporzione, con 105 MWe si alimenta una città (senza industrie, naturalmente) di 35 mila abitanti! Adesso provate ad immaginare una città con, almeno, la metà del parco auto circolante di tipo elettrico e tante stazioni di ricarica dalla potenza di, almeno, 105 kWe.
Milano, inteso come Comune, conta su 1.4 milioni di abitanti, e con il 50% di 1807123 parco auto, le vetture elettriche sarebbero 903561. Volendo considerare che tutte le auto vengano ricaricate con colonnine rapide da ipotetici 105 kWe (in realtà si stanno diffondendo, insieme a quelle da 200 e oltre kWe, ma sono pochissime, la stragrande maggioranza sono da 36 kWe, ma noi agiamo ipoteticamente per consentire una ricarica in poco più di 1 ora), la potenza impegnata sarebbe di 948739605 kWe, pari a 94873,905 MWe, pari a 94,873905 GWe di potenza elettrica effettiva! Per giuste proporzioni, un reattore nucleare coreano APR-1400, dello stesso modello costruito in 4 unità negli Emirati Arabi Uniti, eroga una potenza massima netta di 1400 MWe, ovvero 1,4 GWe, e ne sarebbero necessari ben 68!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Non è detto che tutte le auto si connettano contemporaneamente per la ricarica". Vero, ma la statistica dimostra, che la ricarica viene tendenzialmente effettuata nelle ore serali/notturne presso il proprio domicilio (in Italia per chi può permetterselo, in Germania e negli Stati Uniti è la prassi), più raramente presso le colonnine dislocate nei punti di ricarica urbani avviene di giorno. La statistica stessa ci viene incontro informandoci che ci sarà almeno una volta al giorno un momento in cui le auto possono essere collegate tutte insieme per la ricarica, e quella potenza va coperta, pena un inesorabile crollo delle linee e un prolungatissimo black-out che porterebbe dietro di sé, non la Lombardia, non l'Italia, ma l'Europa intera, date le interconnessioni transfrontaliere.
Ammesso che i cittadini si "accontentino" di ricaricare le proprie auto alla potenza massima di 3 kWe, sarebbero comunque necessari 2710683 kWe, 2710,683 MWe, 2,710683 GWe di potenza per ricaricare, in un tempo stimato di 38 ore circa, il 50% delle auto di Milano, quindi 2 reattori nucleari APR-1400.
Qualcuno afferma di volere ricaricare le auto elettriche, di giorno e con i pannelli FV. Torniamo all'esempio delle colonnine da 105 kWe, tanto il sole è gratis, giusto? I pannelli FV in condizioni standard hanno un rendimento del 13% (in termini largamente benevoli, perché raramente si arriva a superare il 10% reale...). Il 13% di rendimento è considerato come valore massimo in condizioni di perfetta perpendicolarità del pannello FV rispetto all'irraggiamento solare, alla temperatura di 25°C e al livello del mare. La variazione dell'angolo incidente, della temperatura e della pressione atmosferica riducono sensibilmente il rendimento effettivo...
Considerata la costante solare K = 1 kW * m-2, 1 metroquadrato di pannello FV erogherà una potenza massima di 130 Watt...
Per ottenere una potenza massima di uscita pari a 2,710683 GWe saranno necessari 20851407,692 m*-2 di pannelli fotovoltaici... credo le proporzioni, adesso, siano ben chiare! Continuare a fare conversazione su questi numeri, credo, sia inutile. Al netto degli impatti ambientali per la produzione delle batterie, dei pannelli FV, della loro installazione sul suolo, anche e solo parlare di elettrificare anche una parte del parco circolante di una città come Milano, figuriamoci del mondo intero, sia un qualcosa di improponibile, al netto, che senza reattori nucleari, la ricarica potrebbe essere assicurata per non più di 5,479 ore/giorno in media di irradiazione solare annue in Italia... Meditare, gente, meditare...
F. Arnò.
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luluemarlene · 2 months ago
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Lo ripropongo, rivisto e corretto
Mi sono svegliata bagnata .
Ho fatto un sogno che non ricordo, ma la mia mente è andata subito ad un'immagine: io, sdraiata supina sul letto con i polsi legati alle caviglie . Una pinza stringe il mio clitoride e altre due sono dolorosamente attaccati ai miei capezzoli
Colo.
Ho la testa che penzola oltre il bordo del letto e la bocca spalancata artificialmente da un anello in acciaio.
Non posso deglutire, e colo .
Colo dalla fica e dalla bocca come se fossero la stessa cosa
Ho una mascherina sugli occhi.
Una porta si apre e sento il fruscio di abiti sfilati e oggetti posati chissà dove
Poi riconosco la voce dell'uomo che virtualmente guida i miei pensieri e le mie voglie
Il mio cervello smette improvvisamente di cercare riferimenti. Le sinapsi si interrompono: è il sonno della regione, ma non sono mostri ad essere generati
C'è solo la voglia di non essere niente, mentre qualcuno decide cosa devi essere per lui.
Mani attente infilano un giocattolo vibrante nella mia fica fradicia mentre lui, in piedi, attraversa carne e acciaio e mi scivola giù per la faringe
Ora ho la certezza che nn siamo soli
La mia bocca è solo un buco che sputa bava ad ogni ritmica invasione.
Tutto intorno si incendia e brucia
Il cazzo è durissimo e i versi che faccio sono grotteschi. Dolore.
La gola si gonfia sotto ogni colpo e lui mi mette le mani intorno al collo  perché anche il senso del tatto sia appagato.
Mi si sdraia sopra la faccia. Soffoco ma so che c'è qualcuno che ci guarda e allora resisto.
Io resisto.
Sto piagnucilando ?
Dio! qualcuno tolga la pinza dal mio clitoride, per favore!
Ho bisogno di venire!
Ora le mie labbra fanno da contorno ad una voragine, bagnata, abusata. Mentalmente mi ripeto di essere una troia lurida, di meritarmi questo trattamento e vorrei un dildo in culo e un cazzo in fica, ma lui mi esplode in gola... Il seme scende fino all'esofago, un conato e mi viene da vomitare e sento  qualcosa uscirmi dal naso ! Sperma? Saliva?
... qualcuno di sconosciuto ha un orgasmo in lontananza.
Silenzio, tranne che per il dildo ancora acceso nella fica.
Di nuovo fruscio di vestiti, il rumore di chiavi raccolte, lo scatto di una serratura e la porta che si chiude.
Ho gli occhi che lacrimano sotto la mascherina, muco e sperma attorno al naso, la figa marcia di piscio e umori...
Una presenza si avvicina  : "Non preoccuparti, ci penso io a ripulirti".
Sento la sua lingua scivolarmi addosso .
Colo.
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ilpianistasultetto · 23 days ago
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Maledetto sogno, figlio di puttana! Sono tre notti di seguito che mi rincorri senza mai arrivare alla fine. Ogni volta ricominci dall'inizio. Traccheggi, ti dilunghi, accenni, ti perdi in particolari insignificanti. Mi fai vedere come quella donna si spoglia, quel suo modo lascivo di lasciar scivolare il vestito sul pavimento, come apre le gambe sotto la doccia e quanta strada fa l'acqua su quel suo prospero seno prima d'arrivare a terra o come lascia correre il sapone tra i suoi glutei tondi. Ogni volta lo stesso bicchiere che si porta alla bocca e quel modo voglioso di bere quel succo di mela lasciando sporco di rosso quel bordo di vetro. Mi fai sentire addirittura cosa pensa e come le gorgoglia il ventre mentre aspetta ma appena arrivo io, tu che fai? Svegli il giorno e fai filtrare quel filo di luce dalla serranda, quel tanto da svegliarmi. La cosa la trovi divertente? La cosa ti fa godere come uno psicopatico mentre annusa le mutandine della sua prossima vittima? Bene, io non me la sento di essere la tua vittima per chissa' quanti altri giorni, quindi, o le prossime notti riprendi da dove abbiamo lasciato e arrivi alla fine, altrimenti scegli un'altra cavia per i tuoi giochetti. Se permetti, meglio soffrire con un buon blues che soffrir d'attese.. @ilpianistasultetto
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falcemartello · 6 months ago
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🟥Finestra di Overton🟥
Ossia come passare dall'impensabile all'accettato.
♦️LE 6 FASI CHE COMPONGONO LA FINESTRA DI OVERTON
(quante volte avete sentito qualche ritardato dire le frasi tra virgolette❓Tante volte vero❓)
1 - Impensabile: è il momento in cui si apre la “finestra”; l’idea e i comportamenti correlati sono impresentabili, suscitano una repulsione generale, sono vietati. Tuttavia, si comincia a parlarne e, senza che nessuno se ne renda conto, se ne parla sempre di più. Le voci sono iniziate e l’idea è pronta per il prossimo passo.
2 - Divieto: ma con alcune eccezioni: a questo punto inizia il dibattito. La “finestra” rimane confinata nel campo delle trasgressioni non autorizzate.
3 - Accettabile: “io non lo farei mai, ma perché impedire agli altri di farlo?”. Pur con i dovuti distinguo, la “finestra” entra nella sfera del socialmente rilevante. Gli esperti scendono in campo a vario titolo nei salotti televisivi. L’opinione pubblica sospende il giudizio, si orienta verso posizioni più “morbide”, apparentemente neutrali.
4 - Ragionevole: a questo punto, l’idea ha già perso quasi completamente la sua carica eversiva iniziale (“Non c’è niente di male”…). È più che comprensibile, normale, assolutamente normale… anzi necessario, “bisogna creare le condizioni affinché…”
5 - Diffusione: la “finestra”, assurta a una nuova fase, raccoglie un crescente consenso politico e allo stesso tempo può aumentare il consenso per la politica. Rappresenta ormai un sentimento comune ampiamente condiviso, che si riflette nella cultura popolare (testimonial, cantanti, attori, programmi televisivi, ecc.).
6 - Legale: l’idea viene ufficialmente incorporata nel sistema legale dello Stato.
L’obiettivo è raggiunto.
(Marco Botto)
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stavroguine · 7 months ago
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𝟏𝟏 ⎯⎯⎯⎯⎯ 𝐀𝐒 𝐈 𝐖𝐀𝐒 𝐌𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐈 𝐒𝐀𝐖 𝐎𝐂𝐂𝐀𝐒𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐋𝐘 𝐁𝐑𝐈𝐄𝐅 𝐆𝐋𝐈𝐌𝐏𝐒𝐄𝐒 𝐎𝐅 𝐁𝐄𝐀𝐔𝐓𝐘 (18 APR. 2024)
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ㅤㅤㅤㅤPERSONNALISATION : ★★★★★
ㅤㅤㅤㅤDIFFICULTÉ : ★☆☆☆☆
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𝒕𝒆𝒎𝒑𝒍𝒂𝒕𝒆 extrêmement simple et personnalisable, le format 𝐒𝐀𝐍𝐒 𝐅𝐈𝐂𝐇𝐄 a de nombreux avantages comme la possibilité d'écrire autant que possible dans les catégories dédiées sur le modèle ⎯⎯⎯ une véritable révolution pour les grands bavards que vous pouvez être. seul inconvénient : les plus esthétiques d'entre nous pourrons trouver une certaine frustration dans les limites de personnalisation du format 𝐒𝐀𝐍𝐒 𝐅𝐈𝐂𝐇𝐄 puisqu'il est très difficile de manier le déplacement des images en dehors des tableaux. il est néanmoins très utile pour les débutants en matière de gdocs puisqu'il se focalise d'avantage sur le côté pratique de l'application plutôt que sur son côté créatif. quoiqu'il est toujours possible de faire preuve de personnalité avec 𝐀𝐒 𝐈 𝐖𝐀𝐒 𝐌𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐈 𝐒𝐀𝐖 𝐎𝐂𝐂𝐀𝐒𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐋𝐘 𝐁𝐑𝐈𝐄𝐅 𝐆𝐋𝐈𝐌𝐏𝐒𝐄𝐒 𝐎𝐅 𝐁𝐄𝐀𝐔𝐓𝐘 si l'on est suffisamment imaginatif...
note de stavroguine : j'ai rajouté sur ce 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒍𝒂𝒕𝒆 de nombreuses catégories pour ceux et celles qui souhaiteraient enrichir leur fiche. cela passe évidemment par la présence d'un registre de liens, d'une trivia et d'un moodboard, mais également d'une icône musicale personnalisable qui amène à un lien spotify, youtube, etc.
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ㅤㅤ 𝑨𝑩𝑶𝑼𝑻 𝑻𝑯𝑬 𝑼𝑺𝑬 ;
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lady--vixen · 6 months ago
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Parcheggi dei supermercati, luoghi per amanti
Non so se ci avete fatto caso o se càpitano tutti a me... o se semplicemente ho l'occhio allenato: gli amanti si incontrano nei parcheggi dei supermercati.
La scorsa settimana, parcheggio sotterraneo, fuori il diluvio. Parcheggio muso a muso con una 500. Lui è in macchina. Mi guarda, vedo che mi scansiona come potenziale pericolo, poi respira: non mi conosce. Ha il cellulare in mano, ma qui sotto non c'è campo. Vedo lei che arriva. Parcheggia poco distante da lui. Lei scende, chiude la macchina e scappa nella 500, dove lui si illumina del suo sorriso. Non si baciano. Non qui. Scappano via subito. Li immagino andare in un motel vicino ma non troppo, con la voglia che li farà fermare alla prima piazzola, dove lui dirà "mi manca un bacio" e finalmente si baceranno mettendosi la mani addosso.
Oggi, parcheggio esterno di un supermercato. Lui è elegantissimo. Si capisce che non è di qui, perchè è fuori dall'auto e non teme che qualcuno lo riconosca. Continua a camminare avanti e indietro mentre è al cellulare. Capisco che sta dando indicazioni. E poi lei arriva, parcheggia, apre la portiera. Ha i capelli biondi e la faccia di una che inizia a essere felice sono quando lo vede. Lui non la fa uscire dall'auto. Le si para davanti. Lo fa apposta, perché lei ora, seduta e con la portiera aperta, non riesce a vederlo in faccia. Immagino che lui voglia farle vedere l'erezione attraverso i pantaloni del completo elegante.
E io, qui, faccio solo la spesa. Fortunati bastardi!
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mezzopieno-news · 3 months ago
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SCOPERTO COME RICICLARE LE MICROPLASTICHE IN GRAFENE
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I ricercatori della James Cook University hanno scoperto il modo per convertire le microplastiche in un materiale di grande valore, il grafene.
La nuova tecnica realizzata dal gruppo di scienziati australiani consiste in un processo di sintesi al plasma a microonde per convertire i detriti ottenendo un materiale di carbonio spesso un atomo, più duro del diamante, 200 volte più resistente dell’acciaio e cinque volte più leggero dell’alluminio, il cui utilizzo sta diffondendosi in diversi settori. “Circa 30 mg di microplastiche hanno prodotto quasi 5 mg di grafene in 1 minuto. Questa velocità di produzione è notevolmente più alta di quella raggiunta in precedenza e offre un’alternativa più semplice e più ecologica alle tecniche attuali”, ha affermato il professor Adeel Zafar, membro del team. I ricercatori hanno affermato che la scoperta segna una pietra miliare nel campo. Il grafene prodotto potrebbe essere utilizzato per diverse applicazioni, tra cui la produzione di sensori e la purificazione dell’acqua, incluso l’assorbimento di PFAS.
“Queste microplastiche sono note per la loro natura non degradabile in acqua e rappresentano una minaccia in continua evoluzione per pesci, animali ed esseri umani”, ha affermato il professor Mohan Jacob del JCU. Il riciclaggio delle microplastiche si scontra con notevoli sfide dovute ai processi di separazione che richiedono molta manodopera e costi elevati. “La scoperta non solo apre la strada a un nuovo approccio alla sintesi del grafene ma contribuisce anche all’obiettivo più ampio di mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento da microplastiche sui nostri ecosistemi”, spiega Jacob.
___________________
Fonte: James Cook University | Small Science; foto di Oregon State University
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poesiablog60 · 6 months ago
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Buongiorno...
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi e' soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C'e' solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori;
E un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse,
che mai e' quello che si vede quando la finestra si apre
Fernando Pessoa
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leggerezza-dell-essere · 8 months ago
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È ciò che una volta ho definito “vivere senza convinzione”. Si provano più o meno gli stessi desideri e le stesse soddisfazioni degli altri, ma qualcosa si è spezzato; e se non c’è rottura c’è distacco; non si è più dentro, è impossibile identificarsi con un qualsiasi atto, eppure li si compie tutti, si fa esteriormente parte della società, anzi della folla. Ma si è visto dentro le cose, se ne è percepita la non realtà, la profonda vacuità. Si apre in continuazione un intervallo fra sé e l’atto, fra l’atto e la cosa. Si cessa per sempre di essere interi. Non si sarà mai più tutt’uno con ciò che si fa. Non vi sarà più saldatura fra il sé e l’essere. Perché non ci sarà mai più essere nell’antico senso della parola. Tutto è diventato apparenza? No. Ma più niente è, più niente assomiglia a quel che era prima. Non è il reale a essere trasfigurato, è il vuoto.
Emil Cioran, Quaderni
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angelap3 · 6 months ago
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Bellissima … Da leggere tutta
Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: “MAI, mai appoggiarsi sul gabinetto!”, e poi ti mostrava “la posizione”, che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi, ma senza che il corpo venisse a contatto con la tavoletta. “La posizione” è una delle prime lezioni di vita di quando sei ancora una bambina, importantissima e necessaria, dovrà accompagnarti per il resto della vita. Ma ancora oggi, ora che sei diventata adulta, “la posizione” è terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere. Quando “devi andare” in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate (è la posizione ufficiale da “me la sto facendo addosso”). Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con la figlioletta piccola “che non può più trattenersi”, e ne approfittano per passarti davanti tutte e due!
A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe. Sono tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. Entri e ti accorgi che non c’è la chiave (non c’è mai!); pensi: Non importa… Appendi la borsa a un gancio sulla porta e, se il gancio non c’è (non c’è mai!), ispezioni la zona: il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com’è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perché “non si sa mai’. Tornando alla porta, dato che non c’è la chiave devi tenerla con una mano, mentre con l’altra ti abbassi i pantaloni e assumi “la posizione”… Aaaaahhhhhh… finalmente… A questo punto cominciano a tremarti le gambe perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di cinque chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta, dentro di te pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa: “non sederti MAI su un gabinetto pubblico!”. Così rimani nella “posizione”, ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere “la posizione” richiede grande concentrazione: per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo, non ce n’é!!! (Mai) Allora preghi il cielo che tra quei cinque chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta: ci pensi su un attimo, ma non hai scelta. E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati… NO!!! Allora urli: ‘O-CCU-PA-TOOO!!!’, continuando a spingere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato
che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il kleenex, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai. In quel preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l’interruttore! Riaccendi la luce con la mano del kleenex, perché l’altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perché hai su il cappotto che non sapevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo terribile. Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze… Il ricordo di tua mamma che sarebbe piena di vergogna se ti vedesse così, perché il suo … non ha mai toccato la tavoletta di un bagno pubblico, perché davvero “non sai quante malattie potresti prenderti qui”. Ma la tortura non è finita… Sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone! Se non funziona preferiresti non
uscire più da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai al lavandino: è tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da Gobbo di Notre Dame, per non far cadere la borsa nel lavandino. L’asciugamani è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro kleenex per questo! Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un’eternità là dentro. Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa, o peggio ancora con la cerniera abbassata! A me è capitato una volta , e non sono l’unica a quanto ne so! Esci e vedi il tuo uomo che è già uscito dal bagno da un pezzo, e gli è rimasto perfino il tempo di leggere “Guerra e pace” mentre ti aspettava. “Perché ci hai messo tanto?”, ti chiede irritato. ‘C’era molta coda’, ti limiti a rispondere. E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce, perché tu devi concentrarti solo nel mantenere “la posizione” (e la dignità). Questo scritto è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno pubblico e a voi uomini… perché capiate come mai ci stiamo tanto dentro.
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pgfone · 1 year ago
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Stamattina sto tirando su la legna dal bosco con un mio amico a mano, avete capito bene A MANO, per due motivi principali, perché è troppo bagnato e perché non possiamo usare mezzi causa furti, ovvero bisognerebbe tutti i giorni portare su e giù attrezzature e diventa molto dispendioso sia di energie sia di tempo sia di gasolio e quindi A MANO. La tecnica è la seguente, io attacco il ceppo/i ceppi a seconda della grandezza e il mio amico tira su con una corda, A MANO. Potete immaginare che è molto faticoso (è un lavoro che di solito fa l'argano del trattore) ma questo mio amico è un gorilla e il lavoro viene via abbastanza liscio, fino a che vedo in lontananza un signore che si appropingua dove ci hanno rubato le api l'anno scorso, tranquillamente apre il cancellino che ha il lucchetto aperto entra e si mette a guardare in terra, così urlo al mio amico " Marcooo aspetta un' attimo che ci sta un tizio che è entrato nel recinto delle api!!! E vado a vedere, vado lì con il mio garbo da lord inglese e gli dico, ma scusi questa è casa sua? Arriva apre, ma chi è lei? Che cerca? E questo che di garbo inglese non ne ha affatto mi dice, ma che cazzo vuoi? sto a raccogliere i funghi, non rompe i coglioni ci vengo da una vita pischè, A queste parole strillate in modo disumano vedo il mio amico lanciarsi giù dal monte come una valanga, il signore mi guarda basito e dice tra sé e se... E che vuole questo mò? Niente signore insegnarle l'educazione, A MANO.
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